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Autore: Abigail93    16/10/2009    1 recensioni
«Ti odio!» esclamai, finalmente consapevole di averglielo detto in faccia. Mi guardò perplesso e sorpreso della mia reazione e si avvicinò a me.«Mi odi?» «Si esatto!» «Ma non mi conosci!» «Appunto per questo.» sbottai. Vi presento un mio racconto, ovviamente con i personaggi di Twilght. Bella costretta a trasferirsi vorrebbe tanto tornare indietro nella sua vera casa, dai suoi vecchi amici... ma quando ha la possibilità di fare tutto ciò, cambia idea. Perchè?... spero vi piaccia. Un bacione.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate tanto il ritardo, ma ho avuto qualche problemuccio personale, perciò non ero riuscita a sistemare il testo per andare avanti.

         Spero che vi piaccia la mia storia. Un Bacione Silvia =)




Non vidi Edward, nei due giorni successivi. Era una fortuna, perché almeno non dovevo sopportarlo. E non dovevo ascoltare le sue cavolate. “Tu non dovresti uscire con loro, come non dovresti parlare con me”… Ma chi era per dirmi questo? E in più cosa voleva dalla mia vita!. Io posso fare quello che voglio.
Sbuffai, avviandomi giù in cucina per fare colazione. Era sabato mattina e stavo aspettando pazientemente che arrivasse il pomeriggio per uscire con Mike e conoscere i suoi amici. Non ero riuscita a conoscerli siccome erano tornati dalla gita solamente il pomeriggio prima. Mike mi aveva raccontato che erano molto simpatici e dei veri amici. E nessuno di loro era di questo piccolo paesino.
Mi accomodai sullo sgabello vicino a Renèe, che giocava ancora con il mouse del computer alla ricerca di un lavoro. Strano che non ne avesse trovato ancora uno. Bè, vero, il suo lavoro era difficile da trovare, ma poteva sempre lavorare in un negozio finchè non trovava quello che cercava. Vivere sotto rendita di Marie, non era cortese. Ogni tanto la vedevo illuminarsi, come se avesse trovato quello giusto, ma qualche secondo dopo, tornava con sguardo triste a muovere il mouse o schiacciare i tasti della tastiera. Mangiai lentamente, chiacchierando di tutto e di più con Marie, d’altronde non sapevo cosa fare e in più avevo bisogno di parlare, e lei andava benissimo. Mi ascoltava sempre e mi aiutava sempre quando avevo bisogno, sgridandomi o dandomi consigli utilissimi. In alcune cose, era più esperta lei di me.
  «Piantala Marie… Non ti puoi deprimere così, per un ragazzo sciocco. Ce ne sono di meglio… E poi quel Mike li, mi piace.»
  «Nonn… Marie, Mike è soltanto un amico e poi non mi sto deprimendo, mi fa solo girare le scatole.» mi difesi con espressione triste.
  «No no, tu ti stai deprimendo… Lascialo stare, non ci pensare, se no finirai ridotta come tua madre.»
  «Grazie, mamma!» rispose acida Renèe. Risi.
  «Figurati… Comunque Marie, pensa a divertirti oggi pomeriggio, e tieniti stretta Mark…»
  «Mike…» la corressi
  «Vedi? Allora ti interessa… Brava Marie. Ma poi quel Marlon la, che fine a fatto?»
  «Marlon? Non conosco nessun Marlon, Marie!»
  «Ma si! Quel ragazzo biondo, che abita dove c’è tuo padre. Mica ci stavi insieme?»
  «A Michele! Ma non ci stavo insieme, e poi tu come fai a sapere chi è?»
  «Sono tua nonna, so molte cose!» e si alzò per andare a lavare le tazze nel lavandino.
Scossi la testa incredula, e guardai Renèe, sicuramente glie lo aveva detto lei. A volte mi chiedevo se Marie lo facesse apposta, o faceva così solo per la vecchiaia. Mentre tornavo in cameretta, ripensai alla conversazione e mi misi a ridere. A volte, anche, sapeva essere molto divertente. Entrai in cameretta, accesi il portatile e mi buttai sul letto a pancia in giù guardando fuori dalla finestra. C’erano tanti fiocchi bianchi che scendevano velocemente dal cielo, come se volessero arrivare subito a toccare terra per riposare. Poi si appoggiavano anche sull tetto della veranda dell’ingresso di casa, che era a pochi centimetri dalla mia finestra. La neve era così soffice e delicata, mi piaceva guardarla mentre scendeva. Così potevo ammirare qualcosa di bello in città. Una distesa bianca su tutte le case… Da buttarsi dentro e rotolarci finchè non venivi ricoperta anche tu…La neve…
  «NEVE?» ripetei a voce alta alzandomi di colpo dal letto e precipitandomi verso la finestra. La aprii velocemente e misi fuori testa e mani. Che sciocca, non me ne ero accorta.. c’è si.. me ne ero accorta… però non ero in me quando la stavo fissando. Pensai furibonda.
Richiusi la finestra e corsi giù.
  «NEVICA!» gridai scendendo dalle scale.
  «Marie, non c’è bisogno di urlare, ci sentiamo molto bene. Comunque non ho sentito quello che hai detto Renèe.» continuò come se non avesse detto niente.
Scoppiai a ridere, meno male che ci sentiva molto bene. Scossi la testa.
  «Mamma nevica!» protestai imbronciata. Sembravo una bambina di cinque anni.
Mi ero seduta sullo sgabello e mi ero appoggiata al piano in marmo con le braccia incrociate e guardavo fuori dalla finestra della cucina. Marie continuava a lavare le tazze come se niente fosse.
  «Vorrà, dire che oggi pomeriggio non uscirai…» disse Renèe dopo aver fissato a lungo stupita, Marie.
  «No! Non credo che un po’ di neve mi vieterà di uscire… Troveremo sicuramente un posto dove rintanarci» dissi facendo spallucce e ritornando di sopra.
Guardai il computer e trovai delle nuove e-mail. Alcune erano dei vecchi compagni, altre di pubblicità, e una invece di Mike. Aprii la sua: 

  Ciao Abby, ti passiamo a prendere per le 14.00, non importa se nevica, Jake ha le gomme da neve per la macchina. Abbiamo pensato di andare a fare un giro da Mille Dolci e Caffé, sarà molto divertente vedrai. Bè a tra qualche ora.

Tanti saluti, Mike =)
 
Risposi allegramente all’e-mail e spensi di nuovo il portatile. Non sapevo cosa fare, provai a leggere qualche libro, ma non c’era nessuno di quelli che mi interessava. Feci la doccia, visto che la sera prima non ero andata in piscina. Avevo chiuso con lo sport… soprattutto qui. E poi non volevo sopportare Edward anche in piscina…. Ecco, stavo ripensando a lui. Uscii da sotto l’acqua bollente e mi infilai l’accappatoio.
Mi guardai allo specchio… la mia pelle sembrava ancora più bianca con il riflesso della neve. Sospirai, avrei preferito essere una ragazza mulatta, la loro pelle era stupenda. Ritornai in cameretta a vestirmi e rabbrividii all’istante. Guardai intorno per capire da dove veniva tutto quel freddo e mi accorsi che c’era la finestra aperta. Mi sembrava di averla chiusa! Pensai e corsi subito a farlo. Mi guardai intorno, c’era qualcosa di sinistro nella stanza, ma non sapevo cosa. Forse era solo una mia impressione. Aprii l’armadio e scelsi qualcosa di comodo, e jeans e maglioncino pesante a collo alto andavano benissimo, ma decisi di metterci anche una canottiera sotto al maglione. Mi vestii velocemente e tornai in bagno ad asciugarmi i capelli. Quando finii con i capelli, applicai qualche crema idratante in faccia e mi stirai qualche ciocca ribelle. Finii giusto in tempo per andare giù a mangiare.
Marie e Renèe stavano parlando tranquillamente tra di loro, così mi sedetti al bancone e guardai un po’ di tele. Cambiavo ogni volta canale, anche se non ero molto attenta alla televisione, perché o era una mia illusione o ogni tanto mi sembrava di vedere una forma scura vicino alla finestra, ma appena mi giravo a guardare spariva. E tutte le volte scuotevo la testa, per riprendermi.
  «Grazie Marie.» dissi quando mi prese il piatto per lavarlo. Sparecchiai insieme a Renèe e tornai nel bagno di sopra per lavarmi i denti. Mancava mezz’ora e poi mi passavano a prendere.
Ritornai a guardare la tele in tanto che aspettavo. Davano programmi assurdi, ricostruzioni di case in pochi giorni, gare di chi saltava più veloce, labirinti per animali, labirinti per persone, come cucinare un tacchino e molti altri ancora più divertenti. Continuai a ridere che quasi non mi accorsi del campanello che suonava. Balzai in piedi felice e corsi alla porta, aprii velocemente e rimasi sorpresa da quante persone c’erano davanti a me. Non pensavo un bel gruppo di amici intimi Mike.
  «Bella!» Mike balzò fuori dalla mischia e si precipitò davanti a me.
  «Ciao!» lo salutai e presi giacca e sciarpa, e salutando Marie e Renèe uscii fuori.
  «Prima di andare, facciamo le presentazioni!» sorrise Mike. «Per voi tutti, lei è Bella, anche se il suo vero nome è Isabella Swan.»
E man mano che Mike indicava uno dei ragazzi, costui si avvicinava presentandosi.
  «Piacere Jacob, ma chiamami Jake.» e si avvicinò un ragazzo,un pò muscoloso, di spalle larghe, carnagione un po’ scura e capelli neri lunghi e degli occhi scurissimi. Quello che mi preoccupava di più era il vestire, aveva su solo una felpa aperta e una maglietta sotto. Non aveva freddo?
Poi si avvicinò una ragazza. «Ciao, io sono Angela.»
  «Piacere Jessica … Ma chiamami Je»
  «Ed è la mia ragazza!» aggiunse Mike sorridendo. Ero sorpresa.
  «Ciao, io sono Lauren.»  
  «Io sono Ben. Ci dovrebbe essere anche mio fratello Eric ma è impegnato con il suo lavoretto part-time.» disse con un alzata di spalle e sorridendo.
Bè sembrava fossero di più. Sorrisi a tutti e guardai Mike. Angela si avvicinò subito a me
  «Benissimo, andiamo?» disse Mike.
Annuirono tutti intensamente e si spostarono verso le due macchine. Ma notai che Mike e Lauren erano rimasti indietro a parlare fissando tutto il giardino di casa mia. Scrollai le spalle e mi avviai dagli altri. Angela propose di salire sulla sua Mini Cooper insieme ad Lauren. Jessica e gli altri tre ragazzi salirono sulla Peugeot 106 sportiva. Angela fece strada e superò i ragazzi perché era l’unica a ricordarsi la strada. Mike mi aveva detto che andavamo a Mille Dolci e Caffé, ma quel posto, che conoscevo benissimo siccome mi portava sempre mio nonno, non si trovava dove ci stava portando Angela, perciò per un attimo ebbi paura ma mi tranquillizzai subito guardando Lauren che giocherellava con la manopolina della radio per cercare una stazione decente, e Angela che tamburellava con le dita sopra al volante, ogni volta che c’era qualcosa di carino. Guardai fuori e fermandoci vicino allo stop, vidi davanti a noi sul marciapiede, una figura bianca, che si muoveva lentamente. Non veniva verso di noi.
  «Cos’è quella?» chiesi indicandola.
  «Ahia!» gridò Lauren.
Mi girai verso di lei, mentre la macchina riprendeva velocità.
  «No scusate, mi sono pizzicata il dito.» fece spallucce, e tornò a giocherellare con la radio.
Sospirai e tornai a guardare fuori, la figura bianca era sparita «Ma che cosa era?» domandai di nuovo.
  «Cosa?» chiese Angela, tornando a tamburellare con le dita.
  «Quella figura bianca, sul marciapiede, che camminava!»
  «Ma Bella non c’era niente.» rispose Lauren
  «Si che c’era, l’ho vista...» protestai, e guardai di nuovo fuori, ma con la coda dell’occhio le vidi scambiarsi un occhiata un po’ nervosa. «Non mi credete vero?»
Non risposero e io rinunciai.
Dopo venti minuti abbondanti arrivammo davanti ad un grande edificio e un grande parcheggio. Angela parcheggiò vicino all’entrata e scendendo dall’auto aspettammo che arrivassero anche gli altri. Mi guardai intorno spaesata, non ci ero mai venuta, bè ero qui da poco, ma neanche quando ero piccola e venivo a trovare Marie.
  «Dove siamo? Questo non è Mille Dolci e Caffé!» che domanda stupida, non poteva che essere un...
  «Siamo al più grande centro commerciale di Forks. Abbiamo cambiato rotta!» rispose Mike.
Gli sorrisi e Angela si avviò verso l’entrata, la seguimmo tutti. Passammo tutto il pomeriggio a girare i negozi, Jessica e Lauren stavano sempre insieme, Mike, Jake e Ben anche, così Angela restava di più con me. Anche se qualcuno ogni tanto si univa a noi e poi fuggiva di nuovo con l’altro. Era una fisarmonica continua.
Lauren e Jessica erano occupate a cercare il vestito per il Ballo della scuola che si sarebbe tenuto tra un mesetto neanche. Era a tema, come ogni anno e tutte le volte cambiava. Quest’anno era a tema di Principi e Principesse. Me lo avevano spiegato loro due prima di correre a prendere qualche vestito. Purtroppo però, non mi ero portata soldi a sufficienza per comprarmi qualcosa da mettere al ballo.
Guardai le due ragazze correre di qua e di la alla ricerca di qualcosa di bello. Nel fare shopping mi ricordavano tanto Elisa e Elvira. Ma solo a pensarci mi tornò la nostalgia.
Chiusi gli occhi e sospirai.
  «Bella...» riconobbi la voce di Mike che mi chiamava e riaprii gli occhi velocemente.
Gli sorrisi senza dire niente, e presi a guardare qualche maglietta, mi accorsi anche che Angela era sparita. Ero un po’ imbarazzata.
  «Qualcosa non va?» domandò avvicinandosi e mettendomi un braccio intorno alla vita.
  «Oh, no.. va tutto alla grande! Mi piace essere qui con voi.»
  «Ok, perciò ti stai divertendo?»
  «Si, mi diverte molto guardare Lauren e Jessica che corrono di qua e di la per cercare un vestito.» risposi cercando di essere sarcastica.
Lui rise e tolse il braccio appena vide Jessica avvicinarsi.
  «Comunque perché non compri anche tu?»
  «Non ho soldi.. c’è non per comprarmi un vestito.» risposi un po’ malinconica.
  «Tranquilla Bella...» disse Jessica avvinghiandosi a Mike. «Lauren ed io pensavamo di tornare qui settimana prossima. Se tu ci sei, puoi venire...» e mi sorrise raggiante.
Mike scosse la testa, con un sorrisino e sparì dietro hai maschi. Jessica rimase indietro con me.
Era un tipo un po’ strano. Ma non mi sembrava la classica ragazza menosa.
  «Da quanto state insieme.. tu e Mike?» azzardai fissandola con la coda dell’occhio.
  «Qualche settimana.» rispose felice.
  «Sono contenta per voi..» e le sorrisi.
Lei si girò a guardarmi e restò a fissarmi per un po’ di tempo. Sapevo a cosa stava pensando, ma non avevo il coraggio di contraddirla. Il problema è che non volevo avere problemi già da subito.
  «Non c’è nulla tra me e Mike! Lo conosco appena.» sbottai impaziente.
  «Era come speravo.... D’altronde tu stai con Edward Cullen..» e se ne andò così velocemente che non riuscii a ribattere.
Con Edward Cullen? No, niente affatto... Io....
  «Lasciala perdere Bella» sospirò Angela prendendo a guardare qualche maglietta con me. «Io ormai non ci faccio più caso a quello che dice. La ignoro... anzi se potessi la eviterei proprio, ma non posso...» non aveva finito, perciò la lasciai continuare. «Soprattutto da quando sta insieme a Mike è peggiorata, mi chiedo lui come faccia a sopportarla... Appena stai un secondo vicino a lui, eccola che subito arriva e si avvinghia a lui come se potessi portarglielo via. Una cosa incredibilmente ridicola, con me a sempre fatto così. D’altronde Mike ed io ci siamo conosciuti per primi e siamo sempre rimasti in buoni rapporti. Ma da quando ha saputo che sono insieme a Ben anche se ci vede insieme non gli interessa più di tanto.»
  «Ben?» chiesi incredula.
  «Oh, si...» e gli si illuminarono gli occhi poi fece un piccolo sorrisino imbarazzata e tornò a guardare le magliette.
Le sorrisi, un po’ in ritardo, e pensai che ero veramente contenta per lei. Si vedeva che stava bene con lui, lo avevo capito dai suoi occhi che si erano illuminati quando mi aveva risposto alla domanda. Che bello! Volevo anche io essere così felice come lei.
  «Prima hai detto, che vorresti evitare di uscire con Jessica, ma non puoi... Perché?» domandai prendendo una maglietta per vedere come mi stava addosso.
  «Emm... si, ma è solo perché è la ragazza di Mike. E non voglio lasciare questa compagnia solo per lei...» rispose guardandosi in giro, e lasciando le magliette al suo posto si avviò al reparto Jeans vicino a Lauren. Perché erano tutti cosi strani?. Guardai in giro... Mike, Jake e Ben erano spariti dietro il reparto ragazzi. Jessica nel reparto accessori e Lauren guardava i Jeans insieme ad Angela.
Mi allontanai e uscii dal negozio, per avviarmi a quello di fronte di elettronica. Girovagai tra lavastoviglie, frigoriferi, forni, computer, televisori, cellulari, finchè non arrivai nel reparto che volevo: quello dei lettori musicali. Cercai qualcosa di poco costoso, tra un lettore CD, o qualche IPod, ma senza aver nessun successo. Sospirai e continuai a guardare intorno, quando notai ancora quella figura bianca, che avevo visto in strada, e si stava avviando verso l’uscita di emergenza. La guardai meglio, aveva capelli, color cioccolato, lunghissimi fin sotto la vita e una vestaglia bianca sottilissima, che le arrivava fin le caviglie. E non aveva scarpe. Camminava tranquilla verso l’uscita, e sembrava che quasi non toccasse il pavimento. La seguii. In confronto io sembravo un Ippopotamo che cercava di danzare leggero, ma senza aver alcun risultato soddisfacente. Mentre la seguivo presi dentro uno stabile piccolo in acciaio e feci cadere tutto. Mi abbassai, rossa in volto, a raccogliere le scatole. Guardai in giro, per fortuna nessuno mi aveva notato, così finito di sistemare mi rialzai velocemente e guardai di nuovo verso l’uscita di emergenza. Era sparita.
  «Isabella» mi girai di scatto. Solo una persona mi chiamava così... Colei che non volevo vedere.
Mi fissava divertito, sicuramente aveva visto cosa avevo combinato.
  «Ciao Edward!» lo salutai riguardando verso l’uscita di emergenza.
  «Cosa stai facendo?» chiese guardando anche lui in quella direzione.
  «Avevo visto una cosa...» confusa scrollai le spalle.
  «Sicura di stare bene?... Hai un espressione strana.» e si avvicinò di più a me per osservarmi meglio.
  «Si sto bene.» e lo guardai negli occhi. Rimasi incantata, era molto bello ed era anche vicino.
  «Bella!» sentii qualcuno gridare. Mi allontanai in fretta da Edward e mi guardai intorno. Angela, Mike e Ben correvano veloci verso di me.
  «Hey Edward!» salutarono Angela e Ben avvicinandosi. Edward contraccambiò loro con un sorriso, tranne a Mike che fece un cenno.
  «Bella, ci hai fatto preoccupare. Non ti trovavamo più!» mi sgridò Angela con il fiatone.
  «Si scusate, stavo guardando una cosa.» e con la coda dell’occhio guardai l’uscita, ma vidi solamente Edward che parlava piano con Mike.
  «Cosa guardavi di bello?» chiese Angela toccandomi un braccio. Mi voltai verso di lei e poi mi guardai di nuovo intorno, per ricollegare il cervello. Cosa cercavo qui?... Ah si!, stavo cercando un lettore musicale.
  «Niente, stavo cercando un Mp3, o qualcosa del genere, a poco prezzo. Sai il mio si è rotto!» e tirai fuori dalla tasca il mio vecchio Mp3.
  «Bene, allora che ne dite? Beviamo qualcosa di caldo e poi torniamo a casa?» propose Mike mettendomi un braccio di nuovo intorno alla vita e guardandoci sorridendo.
Gli altri due annuirono, io, invece, mi ero girata a guardare Edward che se ne stava andando. Ma che maleducato! Neanche saluta.
  «Bella?»
  «Si... Emm, mi va bene! Voi cominciate ad andare, io arrivo subito.» e staccandomi velocemente da Mike inseguii Edward. Sentivo i loro sguardi addosso, ma dovevo andare da lui. Non ci mettevo molto. Quando lo raggiunsi, lui si girò verso di me. Mi stava aspettando? O aveva sentito qualcuno dietro di lui?. Ma spostò lo sguardo da me, a gli altri dietro di me un po’ confuso.
  «Come mai sei qui?» chiese facendo spazio ad un signora che doveva prendere una scatola.
  «Cosa vi siete detti tu e Mike?»
  «Perché ti interessa?» rispose subito. Sapeva già che lo avevo inseguito per chiederglielo.
  «Perché mi guardavate ogni tanto, e poi guardavate anche l’uscita di emergenza. E da li era appena scomparsa.....» mi interruppi, perché glie lo stavo dicendo?
  «Era appena scomparsa cosa?»
Scrollai le spalle, mordendomi un labbro. Cavoli, io e la mia boccaccia. Perché non stavo mai zitta? Perché?. In questo momento avrei voluto di fianco a me Elisa, lei era molto brava ad uscire fuori da queste situazioni in cui non stavo mai zitta. Sospirai, e cercai di fare come avrebbe fatto lei.. Mmm...
  «Perché non sei venuto a scuola in questi due giorni?» forse ce la potevo fare.
  «Non stavo tanto bene. E non credo ci sarò per tutta questa settimana. Non mi sento ancora bene. Ma mi spieghi perché anche questo ti interessa?» domandò confuso e sorpreso dalla mia domanda. Già... me lo chiedevo anche io. Perché mi interessava saperlo?. «Comunque io dovrei andare, ero venuto qui solo per compare una cosa. Ciao Isabella!» e con un cenno della mano si avviò verso la cassa.

  
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