Scusate il ritardo! Mi ero completamente dimenticata di aggiornare questa!

CAPITOLO 15

Cominciava a fare molto freddo. I leggeri vestiti indossati, non proteggevano i due dispersi dall’umidità presente nella grotta.

Il sole era calato del tutto, ma al contrario di quello che pensavano, la luce non se ne era andata completamente.

Sulla superficie del lago, oramai nero, si specchiava una gialla luna piena ed i cristalli sulle pareti riflettevano minuscoli puntini luminosi. Sembrava che migliaia di lucciole si fossero radunate intorno a loro per fargli compagnia.

Tutto ciò, però, non risollevava il morale della cartografa, che accoccolata con le ginocchia strette al petto, batteva vistosamente i denti.

Zoro cominciava ad essere preoccupato. Non aveva mai visto la rossa così abbattuta.

A nulla erano valsi i suoi tentativi di consolarla.

Ci pensò un attimo, poi un’idea prese forma nella sua testa.

Quale modo migliore per svegliare dall’intorpidimento la ragazza se non quella di farla infuriare? Una bella litigata non le poteva certo fare male.

In silenzio trovò una piccola conca sul terreno roccioso, poi fece quello che sapeva indispettire maggiormente la ragazza.

Ci si stese, incrociò le braccia sotto la testa e si mise a dormire.

Iniziò mentalmente a contare.

Arrivò malapena al numero sei quando…..”Si può sapere che diavolo fai?” urlò la rossa a cavalcioni del suo stomaco con le mani strette intorno al suo collo.

Il piano aveva funzionato perfettamente, il solo problema era che se la ragazza non mollava velocemente la presa sul suo collo, si sarebbe ritrovata da sola nel giro di pochi minuti.

Le afferrò i polsi riuscendo ad allontanare le mani dal collo e la fece rotolare via dalla sua pancia, urlandole di rimando con la poca voce rimasta, “Si può sapere che vuoi?”.

“Potremmo morire qui dentro di fame e di sete senza che nessuno trovi i nostri scheletri e tu che sai fare? Dormire sai solo dormire!” disse questa, ancora inferocita, puntandogli un dito sul petto.

“Di grazia, dimmi tu cosa dovrei fare?” rispose lo spadaccino, socchiudendo gli occhi.

“Beh potresti……vediamo….non so…..arrampicarti fino al buco lassù” disse candidamente Nami indicando l’apertura in alto.

“In caso non te ne fossi accorta” replicò Zoro seccato “non sono fornito di ali”.

La rossa sventolò le mani con sufficienza “Queste sono solo scuse. Considerato che la colpa, se siamo finiti qui, è solo tua, potresti anche impegnarti di più. Se Black fosse stato al tuo posto avrebbe sicuramente escogitato qualcosa!”

Zoro che aveva iniziato il litigio volontariamente si ritrovò all’improvviso infuriato sul serio “Ti faccio presente, mocciosa, che se non ti fossi abbrancata a me, io starei ancora a godermi l’aria fresca lassù e siccome io non sono il tuo caro Black sai cosa faccio adesso?”

Lo spadaccino si risistemò nel suo cantuccio e dandogli le spalle aggiunse “Mi rimetto a dormire! Ecco cosa faccio!”

Nami sbatté i piedi per terra frustrata. I modi di quello scorbutico la indispettivano sempre più. “E io secondo te dove dovrei dormire?” aggiunse.

Zoro si spostò più a lato e disse digrignando i denti “Se ti accontenti della mia compagnia invece di quella di Black ti puoi mettere anche qui a fianco, ma vedi di non agitarti troppo!”

Nami sbuffò ma poi si arrese. Dormire vicini era l’unico modo per non disperdere troppo calore.
Si accoccolò a fianco dello spadaccino appoggiando la schiena contro la sua, immaginando un bel letto soffice con lenzuola di seta.