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Autore: ShunLi    18/10/2009    1 recensioni
"Balla con me." "Ma io non so ballare." "Ti insegno io."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Balla con me."
"Ma io non so ballare."
"Ti insegno io."

Era strano che un uomo di 30 anni, di nome Micheal Cyrno, esperto nel tango argentino, insegnasse a danzare ad un altro ragazzo di 26 anni, di nome Leonard Ray con un aspetto bellissimo, con gli occhi verdi e i capelli neri.
"Seguimi." Lo aveva incitato Micheal.
"E' troppo difficile." Rispose esasperato il ballerino improvvisato.

La scuola di ballo era grande, enorme, con lunghe staffe per la danza classica e un sacco di specchi per i balli di gruppo disposti tutti in un unica parete, dove adesso rifletteva la figura dei due ballerini in movimento.
"Uno, due, tre...Visto che ce la fai?" Lo incoraggiò Micheal.
"Uno, due, tre..." Ripetè Leonard concentrato.

Era sera e ormai tutti gli iscritti al corso erano andati via. Ognuno di loro spiccava per la loro bravura e ambivano a divenire  ballerini professionisti.
Quale sogno proibito.
Una volta Miacheal era un professionista che calcava le scene con il suo meraviglioso passo e faceva cadere ai suoi piedi qualsiasi partner femminile che gli capitava.
Quanta gloria e quanto falso orgoglio poteva ottenere da quel mondo, che ormai non sentiva più suo!
Solo un altro ballerino si era accorto di quanto Micheal fosse annoiato di quel mondo dorato. Alejandro Ramirez, suo eterno avversario.
"Fai coppia con me."
Gli disse un giorno, durante una premiazione. La luna si stagliava alta nel cielo e l'ultima cosa che Micheal si aspettava da quella serata, era proprio l'invito di Ramirez.
"Con te? Mai! Preferisco perdere più volte milioni di gare che averti come partner!"
"Ed è quello che desideri?"
"No! Si! Accidenti!" Micheal era confuso. Possibile che Alejandro gli facesse questo effetto? Era l'alcol bevuto? O la luce della luna?
"Non vuoi nemmeno provare per vedere cosa so fare in coppia?" Il tono di Alejandro era squisito e gentile.
Micheal grugnì seccato.
"E va bene..."

Passarono dei mesi, in cui stare semplicemente a contatto era divenuta per loro un esigenza primaria. Alejandro aveva insegnato a Micheal tutto ciò che sapeva, le giornate alla scuola di ballo di Alejandro scorrevano serene e camminare tra gli altri ballerini alle gare ufficiali, Micheal non vi dava peso.
Era merito dell'amore delicato e puro di Alejandro a riempire un vuoto, un vuoto inspiegabile. E allora Alejandro era solito abbracciarsi il suo ragazzo, in un tenero congiungimento che faceva piangere un giovane Micheal.
"Mi ami?"
"Con tutto el mi corazon." Gli sussurrava l'argentino.

Ed era l'amore che li univa, la passione che li bruciava; anche nel ballo si poteva percepire.
Le mani solenni  che si intrecciavano, la vicinanza dei loro corpi che creava un alchimia diversa, sia il pubblico che gli altri ballerini si meravigliarono davanti a quel chiaro atto non solo di ballare, ma di esplicito amore.

A volte Micheal non si spiegava di quanto gli piacesse quell'uomo. Era proprio vero che gli opposti si attraggono.
Micheal era un vero casinista.
Alejandro un uomo di parola.
Micheal dormiva sempre scoperto.
Raramente Alejandro dormiva senza pigiama.
E dire che erano avversari. Quante volte Alejandro, con le sue vittorie, aveva inferto a Micheal dolore e sofferenze?
Ma ora che erano insieme, che vincevano insieme quelle ferite erano ormai sparite.
Alejandro Ramirez inoltre era stupendo.
Alto, corpo snello, capelli neri e profondi occhi verdi, classica carnagione latina e un sedere davvero invitante.
Era l'incarnazione del ballerino perfetto. Quel bizzarro danzatore da qualche tempo però, guardava Micheal con occhi diversi che in passato, perchè? Si chiese Micheal.

"Micheal."
"Dimmi."
"Te quiero."
"Ti amo anch'io Alejandro."

Non ottenne altro che questa risposta, quando Alejandro si sentì male sul serio.
Una corsa all'ospedale e un Alejandro sofferente venne portato d'urgenza nel reparto di medicina.
Una, due, tre, quattro d'ore d'agonia ad aspettare... Sperare che Alejandro uscisse da quella stanza sano e salvo.
Ma il suo cuore aveva cessato di battere.
"Aveva una malformazione cardiaca. Il ballo lo faceva stare bene, ma era sempre in pericolo. Non poteva operarsi, mi dispiace." Aveva detto il dottore.
Una parte dell'anima di Micheal morì con lui.
Lo pianse abbastanza da rendersi conto che il suo unico amore non avrebbe voluto così. Gli aveva dato una nuova vita e non poteva sprecarla. Quindi impiegò la sua nuova forza nella scuola di ballo aperta in suo onore, "El baile del mi corazon."

"Sei pronto? Ti faccio fare la giravolta, eh?"
"No, Micheal! Aspetta! Aspe..."

Leonard eseguì una piroetta perfetta.
"Visto? Non era difficile."
"Accidenti. Non l'avevo mai fatta così bene."
"Forse perchè la tua partner non sa guidare. Guarda che ogni tanto vi vedo che invertite i ruoli."
"Lo faccio per capire bene come devo far muovere la mia partner."
"Tecnica interessante, ma memorizzare non basta." Sussurrò Micheal.
Posò la sua mano sullo stomaco di Leonard. Era allenato certo, ma sembrava trattenesse il respiro.
"Devi far scaturire il sentimento da qui. Non c'è solo la testa in questa danza, ma anche il cuore e devi lasciarti trasportare. Perchè la tua partner è più flessuosa, ti chiederai?"
"Già!" Si illuminò Leonard, voltando la testa per guardare Micheal. Quest'ultimo sorrise.
"Perchè sente di più il trasporto e la passione. Lasciati andare Leonard, lascia che ti guidi io."

Leonard emise un lungo respiro.
Mise la mano sopra quella dell'istruttore e chiuse gli occhi.
-Non è solo questione di testa...- Si ripetè Leonard.
Micheal gli fece ripetere il passo precedente e Leonard lo compì meglio di prima.
In quel momento, gli sembrò di rivedere Alejandro, il suo Alejandro. Leonard riaprì gli occhi, più consapevole e più motivato ad imparare.
Micheal si perse momentaneamente in quei pozzi verdi che Leonard possedeva.
Leonard, dal canto suo, pensava a quanto tristi fossero gli occhi di Micheal. Un blu terso e ombroso, davvero sensuale. Chissà quale pena portava nel suo cuore e di certo non poteva confortarlo.
Ma decise ugualmente di provarci.
Avvicinò il suo volto all'istruttore di ballo e sfiorò le sue labbra con un candido bacio. Micheal rispose appena a quel timido inizo.
"Vuoi continuare a ballare?" Incitò Micheal, in un sospiro.
Il viso di Leonard divenne rosso dalla vergogna e dall'emozione.
"Si, si..."
E Micheal lo ribaciò con più impeto, in una danza calda e sensuale, che in quell'istante non era il solito tango argentino.

OWARI
  
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