Waa che bello due commenti!! *si agita come un'esaltata e batte le manine*. Scusatemi, mi emoziono con poco xD
NICEGIRL: Mi fa paicere che ti incuriosisca la mia ff !! Spero che continui a leggerla ^^. Appena postato, leggo anche qualcosa di tuo ^^
Devil96: Martina giusto? Scusa non sono molto brava con i nomi xD. Wow! Ci ritroviamo!! Sicuramente passo anche da te a leggere qualcosina ^^ (sul sito dei th ho postato il quinto capitolo se interessa ^^)
Se vi va di contattarmi,
trovate il mio indirizzo di MSN nel mio profilo ^^
Un bacione a entrambe Alessia <3
Capitolo 2
Il campanello
suonò, facendo
balzare Alessia in piedi. Finlamente, Joe era arrivato. Corse ad
aprire la porta, contenta di andarsene da casa sua, che già,
cominciava a riempirsi di persone.
“Joe!! Vieni, prendo la chitarra e
arrivo!”
Il ragazzo, attraversò la soglia
del appartamento. Tutto era addobbato a festa. Una pacchianissima
palla da discoteca scendeva dal soffitto, e un'assordante musica
penetrava nelle orecchie, spaccando quasi i timpani.
Alessia prese la chitarra acustica dal
suo piedistallo, e chiuse a chiave la porta di camera sua, per essere
sicura che nessuno entrasse; l'ultima volta, aveva trovato due
ragazzi, intenti a fare l'amore sul suo letto: potete immaginarvi la
sua reazione.
Tornò dal ragazzo, che intanto,
guardava scandalizzato ogni persona che gli passava vicino.
Alessia lo vide e scoppiò a
ridere.
“Ahaha! Ti capisco! Andiamo va, prima
che ti svieni!!”
Intanto Bill e Tom ,passarono di fianco
ai due.
“Vai via?” Chiese Bill.
“Si, non resisterei qua dentro più
di due minuti!! Va bè, Ciao!”
“Ciao!” Salutarono Tom e Bill in
coro, facendo cenno di saluto con la mano.
Alessia si chiuse la porta alle spalle;
lasciando un po' sbigottiti i due ragazzi.
“Bha... strana la ragazza..”
Commentò Tom, alzando un sopracciglio. Bill rimase a fissare
la porta. Sarà anche stata strana, però, gli era
sembrata dal primo momento, come dire...diversa.
Non era apparsa ai suoi occhi, come
tutte le ragazze in quel momento nell'appartamento, cioè
vuote, finte...
Lei no, era sembrata spontanea, senza
peli sulla lingua: vera.
“Chi erano quei due che hai
salutato?” Chiese incuriosito Joe, dando una gomitata ad
Alessia,
che subito arrossì violentemente.
“Nessuno.” Rispose secca. “Sono i
nuovi inquilini del piano di sotto... Delle assolute teste di cazzo,
se sono andati alla festa di mio fratello...”
Sbuffò innervosita incrociando
le braccia al petto, e guardando il ragazzo di fianco a lei, che non
era del tutto convinto di quello che la ragazza, aveva appena
affermato.
“e non guardarmi con quella faccia a
sgorbio!” Mugolò Alessia, mentre Joe, rideva
divertito,
vedendola ragazzina arrossire.
Lei gli lanciò un'occhiata di
ghiaccio. Odiava apparire la ragazzina stupida di turno, essendo,
spesso e volentieri, la più piccola. Anche il quel caso era
così: lei 17 anni; Joe, 20.
Uscirono dall'ascensore. Davanti
all'entrata del palazzo, era parcheggiata la vecchia auto malridotta
di Joe. Ogni volta, diventava sempre più brutta: quando
partiva un po' vernice, quando un cerchione delle ruote, e quando uno
specchietto.
Joe, si rattristava sempre a vedere la
sua povera auto ridotta in quelle condizioni, ma del resto, vedere
fumetti, non rendeva bene.
Alessia guardò la cima
dell'altro palazzo, da dove proveniva un flebile frastuono,e si
intravedevano delle luci psichedeliche. Scosse la testa, pensando in
che condizioni sarebbe stato l'appartamento.
Si sedette sul sedile del passeggero,
che sprofondò, anche se il suo peso, non era poi molto
elevato.
Dopo cinque minuti arrivarono davanti
alla fumetteria. Gli altri ragazzi, non erano ancora arrivati, ma di
sicuro, sarebbero stati li tra poco.
“Ma che fai? Tieni aperto tutta la
notte, e metti il cartello di chiusura?”
“Tengo aperto, nel caso passasse
qualcuno!”
Joe aprì la porta a vetro del
locale, e accese la luce. I neon illuminarono immediatamente il
grande monolocale.
“Che tristezza che fa sto posto
vuoto...” Disse con una strana smorfia sul volto il ventenne.
“Dai su! Che tra poco arrivano gli
altri cretini!”
Gli altri cretini, ai quali si riferiva
Alessia, erano come Joe, ventenni. Gli unici ragazzi della sua
età,
con cui andava d'accordo, erano Daniel, Brad e Josh, ma dato che loro
erano in vacanza, si doveva accontentare.
Alessia si mise a sedere su uno
sgabello dietro il bancone, mentre Joe, metteva in ordine la cassa,
in attesa dell'arrivo degli altri ragazzi.
-Intanto alla festa-
Bill si sentiva un pesce
fuor d'acqua.
Tutta quella gente, di cui non conosceva il nome. Tutta quella gente
che lo guardava male. Era tutto così nuovo, e allo stesso
tempo, così uguale.
In Germania, si facevano le feste tra
compagni di scuola, ovvio; ma non erano esagerate come quelle.
nonostante il numero di persone, fosse ben maggiore, tra quelle, non
c'era persona che non lo guardasse male; nessuna persona, che
provasse ad avvicinarsi a lui.
“Cazzo, non ho mica la lebbra!”
Pensò innervosito Bill. Possibile, che tra quelle persone,
nessuno, avesse avuto voglia di parlare con lui, senza il secondo
scopo di prenderlo in giro? Era come un dejà-vue. Sempre la
stessa storia, la stessa, noiosa, snervante e triste storia.
Il fratello gemello, non aveva mai
avuto problemi a integrarsi tra la gente, forse, perché si
confondeva tra la massa. Bill, era totalmente diverso: introverso,
timido, impacciato... si riconosceva anche tra centinaia di persone;
aveva la sua personalità, e non ci avrebbe mai rinunciato,
solo per far parte di un gruppo.
Il fratello si atteggiava già da
“capo branco” proprio come faceva in Germania;e la
cosa dava
davvero sui nervi a Bill: lo odiava quando faceva in quel modo!
Se ne stava seduto, con il suo drink i
mano, del quale, non aveva bevuto più di un insignificante
sorso.
Si alzò scocciato dal divano,
diede una pacca al fratello e uscì velocemente
dall'appartamento; non sarebbe rimasti li dentro un attimo di
più.
Passò per il suo appartamento; prese l'i-pod, e
uscì
dal grande palazzo, in cerca di un po' di pace.
Uscì in strada. Il marciapiede
era illuminato da alti lampioni, alcuni emanavano una luce
più
fioca di altri. Alcune macchine passavano veloci, non curanti del
limite di velocità.
Tutto era così triste. Aveva
sperato, che arrivando in America, avrebbe trovato, non moltissimi
amici, ma almeno un paio, che non lo prendessero in giro, ma amici
veri.
Dopo quell'ora scarsa che aveva
trascorso alla festa, però, ogni sua speranza era sfumata.
-In fumetteria-
Alessia sedeva sul bancone, con accanto
Joe. I ragazzi, avevano portato con se, tre casse di birra, ma una,
era già finita, e la ragazza, era arrivata a quota due.
Teneva
in braccio la chitarra acustica, e sotto richiesta dei ragazzi,
suonava qualche brano, ovviamente, mentre loro cantavano, o meglio
stonavano.
Ridevano, scherzavano, si prendevano in
giro: erano felici. Quella felicità, raramente era provata
da
Alessia.
“Oh, però Ale! È ora
che ti sblocchi un po'! Cioè, hai 17 anni!”
Sbraitò
Joe, vedendo comparire un'aria minacciosa sul volto della ragazza.
“Dai, io ho un'idea! Facciamo
un'orgia!!!” Urlò ancora più forte Ed,
saltando
addosso ad Alessia, che si dimenava tra le sua braccia ridendo. Si,
era decisamente, già ubriaco.
Alla fine, Alessia pestò il
piede all'amico, facendolo urlare e facendo ridere tutti i presenti.
Odiava, quando le persone facevano quei discorsi infantili. Avrebbe
fatto sesso, quando se la sarebbe sentita, e soprattutto, con la
persona giusta; che però tardava ad arrivare. Tutte le
volte,
che qualcuno trattava con lei di quell'argomento, si irrigidiva, e,
si sentiva tremendamente in imbarazzo. Forse, perché era
l'unica ancora vergine.
Joe, continuava a stuzzicarla, ma lei,
cercava di trattenersi e di non rispondere alle sue provocazioni.
La porta del negozietto si aprì,
lasciando tutti si stucco: non entrava va nessuno di giorno,
perché
qualcuno avrebbe dovuto entrare di sera?
Alessia rimase un po' sconcertata
vedendo la persona, che, con fare timido e impacciato varcò
la
soglia.
“Ciao Bill!”
Note finali: Abituatevi ai capitoli che finiscono a cavolo, perchè io lui adoro xD
Adesso ho finito davvero!!! Ciau ciau =)