E
rieccomi! Anche stavolta abbastanza puntuale… sapete, il
capitolo mi è venuto
giù in due serate, ieri e oggi! E io che temevo di essere in
ritardo… è un
pezzo molto dolce a mio parere, dove mi sono inventata
l’interno dello Chateau.
È stato divertente dai. Non sarà molto lungo, ma
secondo me è più che sufficiente.
Spero che vi piaccia!
anna96: Draco dice
che se glielo chiedi con servilismo ci fa una pensata per quanto
riguarda le
lezioni a cavallo! Ti regalo uno spoiler: nel capitolo dopo questo ci
saranno
lezioni di tiro con l’arco! Sono strafelice che ti sia
piaciuta la descrizione
finale, è molto importante per me.
Tanny: che bello,
quanti complimenti… grazie! Ti accontento e ti rivelo uno
spoiler: Harry e Ron
torneranno in gioco, prima l’uno e poi l’altro.
Sono curiosa di sapere cosa ne
penserai… sono contenta di non aver deluso le tue
aspettativa sulla giornata
Serpeverde, io mi fido moltissimo del tuo giudizio! Grazie ancora per i
tanti
complimenti, anche se la mia parte più umile non crede di
meritarne tanti… sei
così buona! Sono davvero onorata di avere la tua ammirazione
e di emozionarti
tanto. Bacio!
francydenis: grazie, che gentile! Sono contenta, e spero che ti piaccia anche questo!
-
Angel
Hermione
varcò il portone dello Chateau con un’aria
sognante, gli occhi ancora pieni di stelle per lo spettacolo che
l’aveva
completamente conquistata poche ore prima.
<<
Qualcosa mi dice che volare non le è
dispiaciuto poi tanto. >> commentò Daphne
sorridente, rivolgendole
un’occhiata in tralice.
Pansy sorrise in
risposta al commento, furba.
<<
Bene. >> proferì Blaise battendo le
mani sonoramente, così da addossarsi l’attenzione
di tutti. << Adesso noi
andiamo. Herm, Draco ti farà vedere il resto della casa e la
tua stanza.
>>
La riccia cadde
dalle nuvole in quel preciso
momento, come se la bolla di ammorbidente in cui si era sentita
avvolgere fosse
scoppiata di colpo. Avrebbe dovuto passare una notte con Malfoy, da
sola?
Cos’era, uno scherzo di pessimo gusto?!
<<
Sai, noi dobbiamo tornare a casa a
sistemare un sacco di roba. La chiamata di Draco è arrivata
così inaspettata
che abbiamo ancora tutto sottosopra… >> le
spiegò Pansy con
un’espressione angelica dipinta sul viso, le mani
attorcigliate innocentemente
dietro la schiena in segno di contrizione.
<<
Comunque tranquilla, saremo di ritorno per
domattina. >> la rassicurò Daphne.
<< Draco ti mostrerà un po’ la
casa, la tua stanza e poi tutti a nanna. >>
<<
Semplice e indolore. >> rincarò
Blaise, e intanto accompagnava le due amiche Serpi alla porta.
<< Non
scannatevi, ci vediamo domani! >>
Poi i grandi
battenti di legno si chiusero con uno
schianto felpato.
Draco ed
Hermione si guardarono.
La ragazza si
morse il labbro, combattuta. Non
sapeva mai cosa potersi aspettare da quel furetto scaltro…
chissà come riusciva
sempre a tirare fuori un asso dalla manica, e la sorprendeva tutte le
volte.
Inoltre sembrava soffrire di perdite della memoria, dato che cambiava
comportamento come se l’attimo prima non fosse mai nemmeno
esistito.
Il giovane
guardò l’incertezza dipingersi sul bel
volto fine di lei e alzò un sopracciglio, divertito. Prima
di tutto, il suo
piano stava andando bene ed era stato un vero spasso il tempo che aveva
trascorso con quella ragazza dai capelli morbidi e ribelli. Secondo,
non vedeva
l’ora che cominciasse la seconda parte… i suoi
amici avevano ragione: aveva un
secondo fine. Magari non ben definito, d’accordo, ma ci
sarebbe stato. Tese la
mano.
<<
Allora Granger, ti va di vedere la mia…
umile dimora? >> le chiese, ghignando sornione.
Hermione, dal
canto suo, tirò fuori la sua
espressione più pungente. << Modesto come
sempre, vedo. >> frecciò,
e gli prese la mano.
Il ghigno del
Principe delle Serpi si accentuò.
I due si
avviarono verso la scalinata centrale, i
loro sguardi intrecciati in una battaglia senza esclusione di colpi.
<<
Ti mostrerò solo le stanze principali.
>> le disse il biondino. << Il resto della
casa lo scoprirai con
Pansy e Daphne domani. Oggi abbiamo avuto una giornata dura.
>>
La ragazza
annuì, sentendosi stanca, e si lasciò
condurre dalla sua guida.
Presto
arrivarono in cima alla scalinata, da dove
partivano tre corridoi diversi: uno a destra, uno a sinistra, e uno
dritto
davanti che portava a un’altra rampa di scale.
<<
Saliremo ancora più tardi: da quella parte
si va alle camere, e ci sono un altro paio di sale che ti voglio far
vedere
prima. >> le disse Draco, guidandola con sé a
destra.
Il corridoio era
largo e ben illuminato, delimitato
da un corrimano che si costruiva a balconata lasciando così
la vista sul grande
salone del piano di sotto. Il lato della parete era ornato di tanti
quadri, che
però non erano ritratti pomposi di qualche nobile antenato:
c’erano invece
grandi dipinti di paesaggi, pennellati con talmente tanta cura da
sembrare
reali, a un passo da loro, come se fosse un passaggio tra due mondi.
<<
Mio nonno ha sempre avuto la passione per i
viaggi. >> spiegò il ragazzo, accorgendosi
dello sguardo meravigliato
della sua ospite. << Però è sempre
stato costretto a una vita di banca,
come diceva lui, e non ha mai potuto visitare il mondo alla sua
maniera. Perciò
collezionava quadri, e devo confessare che anche io li amo molto.
>>
Draco sorrise,
non visto.
**inizio flashback**
<<
Un’altra nonno, un’altra! >>
implorò un tenero bambino biondo, tirando
insistentemente la tunica di un signore anziano che era seduto sul
pavimento a
gambe incrociate.
<<
Ma come
un’altra?! >> rise quello. << Mio
piccolo Draco, ormai è ora di
andare a letto. >>
<<
Ti prego,
nonno! >> e qui il bambino tirò fuori la sua
arma preferita: gli occhioni
da cucciolotto abbandonato!
Il vecchietto
sorrise divertito. << E va bene. L’ultima
però! >>
Draco
annuì e
battè le mani, tutto contento. Il nonno sollevò
il nipotino e se lo fece
rannicchiare sulle ginocchia, poi cominciò a raccontargli la
storia che quel
quadro di cielo stellato gli stava ispirando.
<<
C’era
una volta… >>
**fine flashback**
Il biondo Malfoy
si riscosse quando sentì i passi di
Hermione arrestarsi di colpo.
<<
Questi quadri sono meravigliosi. >>
esalò incantata ad ammirare il dipinto di un cielo stellato,
così bello da
sembrare un brandello di notte strappato direttamente dalla volta
celeste.
<<
Sono d’accordo. >> annuì lui, la
nostalgia che gli stringeva il cuore in una morsa. Mise una mano sulla
spalla
della ragazza per ersortarla a continuare. << La porta
là in fondo
conduce alle cucine. Conoscendoti ho pensato che ti avrebbe fatto
piacere
saperlo, in caso ti venisse un attacco di fame notturno!
>>
La ragazza gli
piantò una gomitata pungente tra le
costole, fingendosi indispettita.
Una piccola
risata scappò a entrambi, segno che
l’atmosfera stava cominciando a sciogliersi.
Poi i due fecero
dietrofront, e stavolta imboccarono
il corridoio di sinistra. La porta in fondo era di pioppo, e dava su
una specie
di grande palestra. Hermione entrò, curiosa.
<<
È una specie di sala di allenamento, se
vogliamo essere generici. >> le stava spiegando il
biondino mentre lei si
guardava intorno. << Ci veniamo ad allenare qui, sia con
gli incantesimo
che con l’arco. >>
La riccia rise
tra sé e sé. << Sai cavalcare,
tiri con l’arco… attento Furetto, ti si potrebbe
scambiare per il Principe
Azzurro! >>
Draco la
guardò un secondo, poi si mise a ridere. Una
risata allegra, sincera, libera. Hermione non l’aveva mai
visto ridere così.
Anzi, non l’aveva mai visto ridere e
basta. Era molto più… umano, quando
rideva.
<<
Scusa Granger, ma l’unico titolo che sono
disposto ad accettare è quello di Principe delle Serpi.
>> le disse
ancora sghignazzando, e lei non potè fare a meno di ridere a
sua volta.
<<
Magari uno di questi giorni mi insegni?
>> gli chise la riccia mentre tornavano alle scale e
cominciavano a
salire.
<<
Certo. >> annuì lui. << Sai
è
una valvola di sfogo fantastica. Frustrante all’inizio, lo
ammetto, ma poi
migliori e ci prendi gusto. >>
Si fermarono poi
di fronte a una stanza, che stava a
due porte dalla scalinata. Hermione mise una mano sulla porta e,
incoraggiata
da un cenno affermativo del biondo, entrò. E rimase senza
fiato.
La camera era
una reggia in miniatura. Il pavimento
era ricoperto da pregiata moquette color crema, dall’aspetto
sofficissimo. Le
tende erano a due veli: uno strato pesante, color porpora, e uno
più leggero di
un chiaro tono di panna. L’armadio, il cassettone, la
scrivania, il comodino e
le assi erano tutti in un legno caldo sfumato da venature rossastre.
Una porta
a vetri dava sul balcone, mentre una bianca incastonata in una delle
pareti
conduceva al bagno. Ma la parte in assoluto più lussuosa era
il letto: a
baldacchino, con un doppio strato di tende, dalle coperte in raso di un
rovente
color vinaccia. Sulle coperte erano posata un valigia. E poi, ai piedi
del
letto, c’era una cuccia.
Hermione, con la
meraviglia ancora dipinta sulle
labbra piccole e piene, si diresse con delicatezza verso la cuccia. Un
tenerissimo
gattino color champagne era rannicchiato tra i cuscini blu zaffiro,
ronfando
della grossa. Eppure, quando la ragazza si inginocchiò di
fronte ad esso,
socchiuse impercettibilmente un occhio.
<<
Come mai c’è un’adorabile palla di pelo
in
camera mia? >> chiese la riccia, gli occhi grandi e
luccicanti di
pagliuzze dorate.
Draco sorrise,
rallegrato da quelle scaglie d’oro
puro che baluginavano in quelle iridi castane. << Ti
stava aspettando. L’ho
trovato ieri sera che gironzolava accanto alla stalla di Blake e ho
pensato che
ti avrebbe tirato su il morale dopo quello sfogo. >>
<<
Come hai fatto a sapere che ho avuto uno
sfogo prima di questa mattina? >> chiese Hermione
immediatamente, dando
prova della sua ancora impressionante scaltrezza. Le ci volle un
secondo per
rispondersi da sola: probabilmente a cantare i fatti suoi era stata la
stessa
persona che si era premurata di andare a casa sua, prepararle le valgie
e
metterle in bella vista sul letto a baldacchino. <<
Pansy. >>
Il biondo
annuì e ghignò, poi si andò a sedere
sulla
moquette accanto a lei. << Il micio è tuo,
puoi mettergli il nome che
vuoi. Ti posso far fare collare e medaglietta entro domani.
>>
Hermione gli
rivolse un sorriso di gratitudine
mozzafiato, poi riportò la sua attenzione sul tenerissimo
gattino che stava
sfregando la testolina contro la sua mano, in cerca di coccole. Il pelo
era di
un invitante color champagne, soffice e lucente come seta. La coda
alta,
piegata a punto interrogativo, che aleggiava morbidamente
nell’aria in segno di
tranquillità. Il gatto sollevò il musetto e
spalancò gli occhi, piantando uno
sguardo furbo in quello della padrona. I suoi occhi grandi, espressivi,
di un
blu elettrico stupendo, la riempirono di meraviglia.
<<
Angel.
>> soffiò la ragazza senza distogliere lo
sguardo da quelle iridi feline.
<< Questo bel micino si chiamerà Angel.
>>
Draco
annuì e sorriso, incantato dall’espressione di
gioia pura che irradiava il viso della bella Grifondoro.
ANGOLETTO!
Allora??
Confesso, l’idea di Draco che regala un gatto a Herm mi
frulla in testa dall’inizio
della storia, anche se ho sempre voluto metterla giù in
maniera diversa… però
non stava con gli sviluppi imprevisti degli ultimi capitoli!
L’idea originale
prevedeva Hermione che si alza una domenica mattina e si trova il gatto
in una
cesta sulla porta di casa, come regalo anonimo. Ma poi ho pensato che
lei è
troppo intelligente per non capire, anche se magari dopo un
po’, chi gliel’avesse
mandato. Ho paura che Draco risulti un po’ troppo OOC. Boh,
non so… spero che
vi piaccia anche così! Commentino?
Clarisse