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Autore: angiechan 92    19/10/2009    5 recensioni
In harry Potter la coppia RemusxTonks è una delle più amate e dolci... ma la Row ci dice veramente poco su loro due e sulla loro relazione. Come ha fatto il tranquillo e razionale Remus Lupin ad innamorarsi di una pestifera ma dolcissima Ninfadora Tonks? Leggendo questa storia entrerete in un mondo di retroscena che hanno dato origine alla loro relazione e che ha portato a far sbocciare l'amore tra due persone all'apparenza così diverse eppure entrambe accomunate da un sentimento incontrastabile come l'amore...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve!! Scusate, non ho proprio idea del perché aggiorno dopo tanto tempo.. E non ho scusanti ne giustificazioni…

Quindi lasciamo perdere… diciamo solo che aggiornerò puntualmente al massimo entro due settimane.. =3

Bene, come vi avevo preannunciato adesso entriamo nel vivo della sotria perché una trama (anche complicata ammetto) sotto sotto c’è.. XD

Remus come ricordate ha dato la sua parola ed entrerà in missione per Silente infiltrandosi tra i mannari di Greyback, ma potrà davvero andarsene così, senza nemmeno dire addio.. A LEI?

A voi scoprirlo.. Spero tanto in una vostra recensione.. Mi farebbe davvero piacere…

Buona lettura e al prossimo aggiornamento..

Angie

xxx

*grazia infinite a Lucy94, Kamen, Melf e alla mia cucciola Gre!! Grazie per le recensioni a voi e a tutti quelli cher spero lasceranno un commento!! GRAZIE!!

 

CAPITOLO 31: TIME TO SAY GOODBYE

Grimmauld Place non era mai apparsa così buia, così fredda, così vuota, così silenziosa…

Tonks avrebbe dato qualsiasi cosa, ora, per vedere uscire fuori Sirius da qualche anfratto, sorridente, magari con una delle sue stupide ma divertenti battute a portata di mano, e vederlo dirigersi verso di loro, spavaldo e sicuro di sé, riuscendo perfino a strappare un sorriso al suo amico Lunastorta…

Ma, una volta varcata la soglia di casa, su entrambi calò un pesante e insostenibile silenzio, un silenzio denso, soffocante, spezzato dal ticchettio dell’antica ed elaborata pendola che segnava ormai da due ore lo scorrere del nuovo anno…

Nel buio che li avvolgeva, Tonks poteva scorgere la figura di Remus, rigida e impassibile che le faceva strada, accendendo con un colpo di bacchetta le antiche lampade ad olio di casa Black; la debole e soffusa luce che ora illuminava la casa mostrava i residui segni dell’allegria che poche ore prima albergava in quella casa, in quella stanza…

Le decorazioni ancora appese, le candele rosse, ormai consumate, poggiate sul tavolo della cucina, ancora imbandito e con i pochi resti della cena lasciati senza troppi complimenti nei rispettivi piatti, quella bottiglia semi vuota di Whisky, poggiata sul tavolino del salotto, i racconti di avvenimenti passati, il sorriso di Remus, la sua risata…

Sembrava passata un’eternità sul volto dell’uomo, ora cupo, le cicatrici profondamente incise a forza tra i lineamenti ancora giovani, gli occhi persi nel vuoto e un senso di malinconica rabbia che circondava la sua persona e che si diffondeva in tutta la casa.

Il respiro di Tonks era così intenso e agitato, così inquieto, così profondo e così percepibile in mezzo a tutto quel silenzio… e Remus ne percepiva il ritmo, la lentezza snervante con cui la ragazza si sforzava di inspirare aria nei polmoni, quasi qualcuno stesse cercando di soffocarla…

Percepiva la sua paura, la sua ansia, la sua preoccupazione e non voleva farla soffrire oltre, non aveva intenzione di procurarle altro dolore, non voleva nemmeno pensare a cosa le sarebbe successo se Greyback avesse aggredito lei e non Edward; non avrebbe lasciato che qualcun altro, specialmente Tonks, soffrisse a causa di quel mostro, lui lo sapeva bene cosa si provava, l’aveva provato sulla propria pelle… non l’avrebbe mai permesso.

Come aveva potuto pensare, anche solo per un momento, di poter vivere per sempre felice e contento con lei al suo fianco? Che idiota…

Doveva andarsene da quella casa, doveva fare qualcosa, doveva farlo al più presto… anche per lei…

-Remus…- la voce di Tonks era così bassa, ma perfettamente udibile in quel silenzio…

La sua voce non l’avrebbe fermato, non gli avrebbe impedito di andarsene, non questa volta…

Come se non avesse sentito niente, come se la voce supplichevole di Ninfadora fosse stata frutto della sua immaginazione, Remus si avviò a passi rapidi e decisi su per le scale, evitando in tutti i modi di incrociare lo sguardo di lei perché, ne era sicuro, vi avrebbe sicuramente trovato solo dolore e abbandono, perché, se l’avesse fatto, non avrebbe avuto la forza di andarsene senza stringerla a sé, un ultima volta.

Tonks lo vide sparire su per la stretta rampa di scale, come un ombra da un passato ormai irraggiungibile; per la prima volta dopo mesi si sentì completamente e veramente sola, sola con sé stessa, sola ad affrontare le proprie paure, le proprie angosce, sola con i propri sentimenti e sola con la speranza di un amore che era stata così sciocca da illudersi si potesse avverare…

Si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, le sembrava di non respirare sul serio da secoli…

Distrattamente si voltò verso lo specchio nell’ingresso che una volta le aveva mostrato il suo riflesso rosa e dorato, il riflesso di una ragazza raggiante e solare, il riflesso di una ragazza innamorata e felice…

L’immagine che si rifletteva ora, però, era quella di una ragazza triste e cupa, con gli occhi velati di lacrime mai cadute e lo sguardo colmo di desideri urlati al vento, i capelli corti che le ricadevano cupi sul viso, privi di colore, privi di quella gioia di vivere che solitamente la caratterizzava…

Non c’era alcuna traccia di rosa, adesso, né di blu, di verde, di rosso, di giallo o di arancio… solo un cupo e spento color topo che le incorniciava il viso e che le cadeva davanti agli occhi…

Fu come se la Tonks riflessa nello specchio le stesse gridando un messaggio, come se le stesse chiedendo aiuto, perché voleva uscire da quella lastra, voleva smettere di essere un riflesso e correre da Remus, che ormai era prossimo a partire, chissà per quanto tempo, impedendogli in qualche modo di partire, di andarsene, di lasciarla da sola con un cuore che batteva inutilmente…

La cosa strabiliante fu che tutto ciò accadde davvero: Tonks si destò dallo stato di malinconico torpore nel quale si trovava e corse su per le scale, rischiando di inciampare innumerevoli volte, con il respiro affannato, come se temesse che Remus potesse scomparire da un momento all’altro…

Raggiunse, in quella che a lei sembrò un eternità, la soglia della stanza di Remus, trovandola aperta, anzi, spalancata; si bloccò alla vista dell’uomo che le dava le spalle, chino sul letto, intento, a quanto sembrava, a radunare gran parte delle sue cose e a metterle in una sacca apparentemente vecchia e logora, incredibilmente piccola ma che riusciva a contenere una quantità enorme di oggetti…

A quella vista le lacrime tornarono a minacciare di scendere e bagnare quel volto così ingiustamente intristito, mostrando ciò che in cuor suo la ragazza provava; lo osservò in silenzio, sicura che, indaffarato com’era, Remus non si era minimamente accorto della sua presenza.

Dal canto suo, infatti, Lupin non si rese conto della presenza di Ninfadora e continuò a radunare tutto il necessario prima di partire, buttando vestiti vari alla rinfusa nella sacca e continuando ad ignorare, inconsapevolmente, la presenza della ragazza alle sue spalle…

-Suppongo che chiederti di non andare sia fiato sprecato, non è vero?- Remus sobbalzò, il suo cuore si bloccò per qualche frazione di secondo, ma non lo diede a vedere e, dopo essersi fermato per qualche secondo, riprese a mettere via le proprie cose, in silenzio, ignorando ancora una volta la voce della ragazza…

Tonks cominciava a spazientirsi, per quale maledetto motivo non le rispondeva? Era diventata davvero così invisibile ai suoi occhi?

-Pensi di riuscire a rispondere prima di partire o un troll ti ha mangiato la lingua?!- disse con tono irritato Tonks, ferma ancora sulla porta, con le braccia incrociate e con uno sguardo che, se solo Remus l’avesse visto, forse le avrebbe risposto all’istante, senza esitare.

Ma il licantropo ci mise un po’ prima di rispondere, pensò e rifletté a lungo prima di inspirare profondamente e, con uno sforzo enorme, rispondere a Ninfadora, con tono piatto e continuando a darle le spalle…

-Ho preso una decisone, Tonks…- il suo cognome pronunciato in quel modo, fece adirare ancora di più Tonks la quale, per una volta, odiò con tutta sé stessa il suo cognome…

Lui non l’aveva mai chiamata così…

-E non tornerai indietro, vero?- rispose la ragazza, cercando di mantenere tutto l’autocontrollo di cui era capace -Certo, sei sempre il solito stupido testone…-

-Questa scelta non dipende da me…-

-A me è sembrato il contrario…-

-Non posso permettere che venga fatto del male ad altre persone! Non capisci che non ho scelta?!-

-Si può sempre scegliere, Remus! Sempre!! E, sinceramente, scegliere di andare a morire cercando di fare l’eroe mi sembra una cosa stupida!- urlò Tonks, ormai in preda alla collera…

-E non dire che non è vero! Non dirlo neanche!!- riprese Ninfadora senza lasciare il tempo a Remus di ribattere -lo so benissimo che è il tuo stupido senso di colpa nei confronti della tua condizione che ti spinge a fare questo!! Tu ti senti in qualche modo responsabile di quello che è accaduto ma non è così! Stai cercando di riscattarti da una colpa che non hai Remus!!-

Silenzio.. Lui che ancora le dava le spalle.. Per tutto questo tempo non aveva avuto nemmeno il coraggio di voltarsi e guardarla, perché non avrebbe resistito, sapeva che, incrociando il suo sguardo, avrebbe visto la verità, avrebbe visto la ragione nei suoi occhi e, forse, non se ne sarebbe andato, non in quel modo e non in quel giorno in ogni caso…

Silenzio.. Lei che, furente di rabbia, fissava l’uomo che le dava le spalle, con le lacrime agli occhi, ora forse più per l’ira che le cresceva dentro che per la tristezza vera e propria…

-Qualunque siano i miei motivi…- disse improvvisamente Remus, con lo sguardo fisso agli indumenti sul letto -io parto lo stesso, lo hai detto anche tu che non cambierò idea…-

-Pensaci almeno, Remus…- lo supplicò inutilmente la ragazza…

-Ci ho già riflettuto e…-

-Questo non è vero! Non hai riflettuto, hai agito in modo impulsivo e basta!!- Tonks gli urlò ancora contro, possibile che, dopo tutto quello che gli aveva detto, Remus non avesse battuto ciglio?

Perché non ragionava, come al suo solito e non si rendeva conto che la missione che aveva accettato significava rischiare la propria vita ogni secondo?

-Questa… questa non è una faccenda che ti riguarda, Tonks…- concluse il licantropo stringendo tra i pugni i vestiti che aveva in mano e maledicendosi per quello che stava facendo…

-Non mi riguarda? Non mi riguarda?!- la misura era colma e ormai Tonks non riusciva più a trattenersi -come fai a dire una cosa del genere?! Come osi anche solo pensarla?-

Gli si avvicinò velocemente, arrivandogli dietro le spalle, distante pochi centimetri dalla sua schiena perennemente voltata; voleva che la sentisse, voleva che sentisse chiaramente la sua voce, voleva urlare così forte che Remus sarebbe stato costretto a voltarsi per forza.

-Una delle persone a cui tengo di più e a cui voglio più bene parte per una missione lunga chissà quanto, rischiando la vita in mezzo ai licantropi e la cosa non dovrebbe riguardarmi?! Tu… tu non capisci niente… e non capirai mai… e…- aveva voglia di prenderlo e scuoterlo per la veste, voleva che si voltasse a guardarla, voleva che la smettesse di ignorarla e fare come se non ci fosse -e perché diamine ti ostini a non guardarmi in faccia maledizione?!-

Remus si voltò di scatto, deciso a chiudere una volta per tutte quella conversazione che non avrebbe portato a niente, ma le parole gli morirono in bocca quando vide, a pochi centimetri da lui, il viso rigato di lacrime di Tonks, i capelli color topo flosci bagnati dal pianto, le guance rosse e gli occhi gonfi…

La barriera di ghiaccio che Remus aveva inutilmente cercato di innalzare, si sciolse davanti agli occhi tristi della ragazza e lo sguardo del licantropo tornò pieno di dolcezza, pieno di affetto e comprensione per quella fragile creatura di fronte a lui…

-Tu non… non puoi andartene, Remus… non puoi…- disse Tonks singhiozzando pesantemente, la mente annebbiata dalle stesse lacrime che le offuscavano la vista -non puoi, perché io… io…-

La voce le si smorzò improvvisamente, muoveva le labbra senza emettere un suono davanti a lui che ora la fissava incredulo…

-Io… ti… -

Le parole che ormai da tanto tempo desiderava dirgli, la frase che aveva represso a forza e che, per tutto questo tempo, aveva celato nel suo cuore, adesso minacciavano di uscire dalla sua bocca, desideri repressi del suo cuore…

-Dora…- il suo nome, finalmente pronunciato nuovamente da lui…

Con dolcezza, Remus le si avvicinò, tendendo un braccio, come per accarezzarla, ma fu scostato bruscamente dalla ragazza che, al contrario, si allontanò da lui, indietreggiando e osservandolo, con gli occhi ancora colmi di lacrime e il pianto che le percorreva il viso, per poi voltarsi e correre fuori dalla stanza, chiudendosi con un tonfo la porta alle spalle…

Entrò nella sua stanza e si lasciò andare sul suo letto, stringendo a sé il cuscino, sfogandosi in un pianto liberatorio; era inutile, non sarebbe mai riuscita ad impedirgli di andarsene e non sarebbe mai riuscita a dirglielo, non sarebbe mai riuscita a dire quelle tre parole che ora continuava a ripetersi, sperando, forse, che lui riuscisse a sentirla…

-Io ti amo…-

   
 
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