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Autore: Cip93    20/10/2009    2 recensioni
"Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatta eri felice." Questa frase ormai era diventata la mia filosofia di vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1st chapter
Life is always a surprise.






Succede sempre così. Le cose belle arrivano quando meno te l’aspetti. Più le vuoi, e più tardano ad arrivare. Sono proprio le sorprese che spezzano la monotonia della vita e a volte la cambiano per sempre. La vita stessa è una continua sorpresa, il domani è una sorpresa. Perciò non aspettarti nulla dal futuro, o potresti rimanere deluso. Lasciati semplicemente trasportare inerme dal destino, dalle coincidenze. Vivi pensando solo e solamente al presente, perché l’euforia della cosa inaspettata è una delle cose più belle che esista.


Ero stesa sul letto, con le cuffie nelle orecchie, a occhi chiusi. Era il mio modo di estraniarmi dal mondo. Non chiedevo altro, dopo una lunga giornata passata tra i banchi di scuola, la musica era quello che ci voleva. Finalmente un po’ di tranquillità: l’indomani sarebbero iniziate le vacanze natalizie che mi sarebbero servite per rilassarmi un po’.
Canticchiavo dentro di me la canzone “Read my mind” dei Killers, cercando di ricordare le parole, quando squillò il mio cellulare. Lessi velocemente il nome sul display.
“Pronto?”
“Ehi Cri! Come va?”. La voce era rimasta la stessa, squillante, anche se non la sentivo da mesi.
“Nina! Da quanto tempo. Tutto bene, tu?”
“Non mi lamento. Ti ho chiamata per invitarti al mio compleanno, è la vigilia di Natale, ma tu sai che ogni anno lo anticipo sempre di un giorno...”. Fece una pausa prima di continuare la frase, e in quell’intervallo di tempo, collegai tutto. Questo voleva dire che l’avrei rivisto. Merda. “… e niente. Allora verrai? Dimmi di si”. Il suo invito era diventato quasi una supplica.
“Io…”. Cominciai la frase ma lei mi interruppe subito. “So che per te è difficile, ma…”. Difficile? No, non credo proprio. Ero riuscita a superare quella fase, ero riuscita a dimenticarlo. Ricominciai la frase dove l’avevo interrotta. “Cosa? Nono, io invece volevo semplicemente dirti che vengo con molto piacere”
“Oh bene!”
“E comunque Nina, lui non ha più niente a che fare con me. E’ semplicemente tuo fratello, lo è sempre stato. Ma lasciamo stare, dai. Spiegami piuttosto dov’è la festa”.
Parlammo per altri dieci minuti e dopo aver chiuso mi sentivo spaesata. Lo avrei rivisto, ma ancora non mi ero ben abituata all’idea. E invece dovevo cercare di abituarmici in fretta, perché la festa sarebbe stata solo tra due giorni.


“Nicoleee sono iooo, dove sei?!” Salii le scale, la musica era assordante: stava suonando la batteria. Da qualche mese era diventata la sua passione e la considerava un modo per sfogare la proprio rabbia su quei piatti di metallo, che tutti insieme riempivano la stanza di un ritmo davvero coinvolgente.
Provai a suonare il campanello inutilmente, ma fortunatamente trovai la porta aperta. Entrai e arrivai nel salone.
“Ma dove diav…”. Eccola lì, seduta sullo sgabbellino, con le cuffie in testa e concentrata nei movimenti di gambe e polsi. Alzò lo sguardo, mi vide e sorrise.
“Ehi Cri! Perché non hai suonato?”
“Ho suonato per due minuti interi il campanello. Forse ti sei dimenticata che fino a due secondi fa stavi suonando musica che a dir poco spaccava i timpani?”
“Ah, già”, ghignò e si tolse le cuffie.
Arrivammo in camera sua e io mi stesi sul letto.
“Dopo domani lo rivedo” dissi tutto d’un fiato.
“Lo avevo immaginato, Nina mi ha chiamata poco fa per invitarmi”
Avrei dovuto saperlo, Nina era anche sua amica.
“A che pensi?”, mi chiede educatamente.
“Non voglio andarci…”
“Non credi sia ora di andare avanti?”. Si sedette vicino a me. “E’ proprio questo il problema! Rivedendolo è come se tornassi indietro nel tempo…”
“Sei tu che ci vuoi tornare... cerchi di sfuggire al passato ma non ti rendi conto che solo affrontandolo potrai dimenticarlo, anzi riuscirai a metterlo da parte... non credi che per una volta dovresti essere più strafottente?”
“Hai ragione. Sì, ci vado. Gli farò vedere che sono cambiata, che ormai fa parte del mio passato”. Più di convincere lei, cercavo di convincere me stessa che la scelta di accettare l’invito fosse stata quella migliore.
“Sei sicura di non mentire a te stessa? Non voglio farti venire dubbi, però non vorrei che la tua ferita si riaprisse... sento che c'è in fondo qualcosa che vuoi reprimere... hai paura?”
“Sì… e tanta. Ho paura che rivedendolo si riaprirà quella ferita che ero riuscita a ricucire con cura, anche grazie al tuo aiuto.”, confessai. Era stata una delle poche persone mi era stata sempre accanto. Ormai la consideravo come un porto sicuro: quando avevo bisogno di conforto e protezione andavo da lei.
"Hai ragione ad aver paura e anche io ne ho a dir la verità. Tutto sommato dalle ferite si passa alle cicatrici, dalle lacrime si passa ai ricordi... fa parte del tuo passato, ma nulla vieta che spunti di nuovo." Si fermò e poi aggiunse: "Stai tranquilla, andremo a quella festa, ci divertiremo e ti chiarirai un po' le idee"
“Ok…” la abbracciai e inspirai a fondo il suo profumo. “Grazie. Ora devo andare, devo essere a casa per l’ora di cena.”
Mi accompagnò alla porta.
“Oh! Prima che mi dimentichi. Domani shopping! Devo trovare un bel vestito per la festa. Vieni?”
“Perfetto, anche io dovrei cercare qualcosa di carino da mettere!” Ci salutammo e mi avviai allo scooter, pronta per tornare a casa, pronta a un’altra serata come le altre: stesa sul letto, con la musica nelle orecchie e con qualche lacrima che scende sul mio viso fino ad arrivare al mio cuscino, pronto a catturarle e farle sue per sempre.
  
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