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Autore: Hinata Hana    21/10/2009    2 recensioni
La pioggia invece piaceva molto a Fuji. Gli è sempre piaciuta, lo rilassava e riusciva a tranquillizzarlo anche nei momenti più critici. Diciamo che, quando piove, tutto lo stress accumulato scivolava assieme alla pioggia stessa. Era una specie di purificazione per lui, un mezzo per liberarsi totalmente dalle preoccupazioni. Spesso rimaneva a pensare fissandola per ore dalla finestra della sua stanza, quasi fosse ipnotizzato dal ritmo di caduta e dal rumore scrosciante di essa. Estasi pura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fuji Shusuke, Takashi Kawamura, Tezuka Kunimitsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jealousy


A FujixTezukaxTaka FanFiction




Il pleure dans mon coeur/ comme il pleut sur la ville”

Paul Verlaine, “Ariettes oubliées”





Dicono che la pioggia porti malinconia e tristezza, addirittura sfortuna e morte. O almeno, lo dice la maggior parte delle persone, quelle che non riescono ad apprezzarne invece la bellezza e la profondità, giudicando l'evento come qualcosa di passeggero ed effimero.

Fortunatamente, non tutte le persone la pensano così.



La pioggia invece piaceva molto a Fuji. Gli è sempre piaciuta, lo rilassava e riusciva a tranquillizzarlo anche nei momenti più critici. Diciamo che, quando piove, tutto lo stress accumulato scivolava assieme alla pioggia stessa. Era una specie di purificazione per lui, un mezzo per liberarsi totalmente dalle preoccupazioni. Spesso rimaneva a pensare fissandola per ore dalla finestra della sua stanza, quasi fosse ipnotizzato dal ritmo di caduta e dal rumore scrosciante di essa. Estasi pura.

-...Oh, piove...-. Eiji continuava a fissare la goccia caduta sul palmo della sua mano, dopodiché rivolse lo sguardo verso Fuji, che fece un impercettibile sorriso guardando il cielo ormai diventato grigio. -Nyaaaan! I gatti odiano l'acqua...! Mi vado a rifugiare sotto la panchina!- continuò incamminandosi e cercando di evitare le pozzanghere create dalla pioggia.

-Mi sa che l'allenamento finisce qui, per oggi...- disse Oishi con tono ironico giocherellando con una pallina da tennis che, fino all'attimo prima, si stava preparando a lanciare. -Prendila, Eiji-kun!- e dicendo così, lanciò la pallina ad Eiji, che, con una moina da gatto, rincorse fino a fine campo.

-Strano... Le probabilità di pioggia di oggi erano sotto il 15%...- mugugnò stranito Inui aggiustandosi gli occhiali -...sarà uno sbalzo di temperatura...?-

-Mada mada dane, Inui-senpai...- ridacchiò Ryoma passando davanti a Inui con aria sbruffona, come al suo solito. -Non è che ti sei sbagliato, per una volta?-.

Tutti i componenti della Seigaku si voltarono verso Ryoma con uno sguardo sbalordito, per non dire assolutamente schifato.

-...cosa ho detto di male...??-

-Dire che io sbagli è come dire che gli asini volino, Echizen... Vuoi mettere alla prova i miei dati...?-

-Volete mettere alla prova 40 giri di campo?- disse Tezuka con tono seccato, con le sue solite braccia incrociate e il suo sguardo freddo che puntava dritto contro Inui e Ryoma.

-Ah ah ah, non ti smentisci mai, eh?- disse Momo carezzando la testa al piccolo Echizen. -Vieni, tappo, ti riporto a casa...-

-Okay, ma questa volta cerca di non sbandare con la bici come ieri, Momo-senpai. E' per miracolo che sono vivo, mi hai schiacciato col tuo nobile peso...-

-Taci, Echizen.-.

-Fssshh, guarda te che casinari... Andiamo agli spogliatoi, invece di fare gli scemi...- disse Kaidoh terribilmente seccato dalla pioggia. -Diamine, per colpa di questa dannatissima pioggia oggi dovrò dire addio ai miei allenamenti pomeridiani...-

-A me non dispiace... Anzi, la trovo piuttosto bella- dichiarò Fuji sorridendo come suo solito, continuando a guardare il cielo. -E' dolce... Ipnotizzante... Ti prende totalmente.... Fosse per me rimarrei qua sotto ad osservarla...-

Fuji sentì un lieve peso sulla testa, e dopo qualche istante trovò appoggiata sulla sua testa una felpa dei regolari. Si girò di scatto.

-Si, ma se rimani tutto il tempo qua sotto, ti verrà una polmonite, Fuji... Non è prudente, non trovi?-

-Già... Hai ragione...-.

Fuji riprese a guardare il cielo, acciuffò una manica della felpa e la strinse forte, con l'intenzione di non volerla restituire, anche se sapeva che, prima o poi, avrebbe dovuto renderla. Il cuore iniziò a battere più velocemente, un lieve rossore apparì sulle sue guance. Dopodichè si rigirò.

-Ehm... Graz...-

-Ehiiiiiii!! Scusate, avete finito questo colloquio sotto la pioggia, voi sette laggiùùù?? Kaidoh e io stiamo entrando, non vogliamo morire congelati... Oishi, daiiii!! E' tardi, poi non possiamo più andare lì!! Sbrigati!!-,

urlò Eiji facendo muovere a destra e sinistra le braccia e facendo segno ad Oishi di andare.

-Arrivo, Eiji-kun!!- disse Oishi mandando un occhiolino al suo compagno di doppio. Intanto gli altri membri incamminandosi guardavano curiosi il ragazzo.

-Dov'è che dovete andare tu ed Eiji...?- disse Inui sfogliando il suo quaderno dei dati.

-...Eh? Io, ehm... Da nessuna parte...- rispose Oishi in maniera sbrigativa. -Perché me lo chiedi...? Eh??-

-Pura curiosità... Tu ed Eiji chissà cosa combinate insieme... Siete fin troppo strani....-

-Ah ah ah, ma non dire sciocchezze...- continuò Oishi scuotendo su e giù la mano. -E cosa dovremmo fare, scusa?-

-Eh, chissà...-

Ci fu un piccolo sottofondo di risate creato da Momo, Fuji, Inui e Taka. Tezuka continuava a sbuffare e Ryoma continuava a non capire.

-Perché ridete, scusa?? Momo-senpai, cosa dovrebbero fare Eiji ed Oishi?- chiese Ryoma davvero curioso della risposta.

-Taci, Echizen. Non è roba per te.- rispose seccato Momo. Intanto le risatine continuavano a fare da colonna sonora.

-Mada mada dane...- sussurrò scocciato Ryoma. -Perché non è roba per me, scusami?-

-Un giorno lo capirai... E se mai dovrà venire il giorno in cui capirai, te lo spiegherò io...-

-Continuo a non capire, Momo-senpai...- Momo diede una pacca sul sedere di Ryoma.

-Cammina, che è meglio...-

-Nessuno ti ha dato il permesso di toccarmi...-

-Ma sono pur sempre un tuo senpai, tappo...- disse Momo alzando con orgoglio la testa in alto.

-E smettila di chiamarmi tappo. Sai chi hai di fronte??-

-...un puffo.-

-Come osi...?-

Mentre la discussione proseguiva così, Taka, rivolto a Fuji, commentava la scena.

-Certo che Momo e Ryoma sono davvero divertenti...-

-Eh, già...- rispose Fuji ridacchiando. La felpa era ancora sulla sua testa, arrossì di nuovo e deglutì a fatica.

-Taka...-

-Si? Dimmi...-

-...la felpa... Grazie...- Il ragazzo porse lentamente l'indumento all'amico. Non appena Taka sfiorò la sua mano, Fuji iniziò a tremare, quindi la ripose subito indietro.

-Di nulla...-. Fuji sorrise amaramente, sperando che l'amico non abbia notato il cambiamento.



-Aaaah, finalmente...!- Esclamò Eiji non appena vide Oishi entrare nello spogliatoio, tutto bagnato. -Oishi, ma sei pazzo?!!? Sei tutto bagnato, vatti subito ad asciugare...!!-

-Subito, Eiji-kun!- disse il ragazzo togliendosi frettolosamente la maglietta; intanto gli altri ragazzi, lanciandosi sguardi di intesa, ridevano alle spalle di Oishi.

-Guardate che se non la finite vi faccio lavorare nella palestra al chiuso...- borbottò Tezuka rigido.

-...sissignore...- dissero tutti quanti con un filo di voce, per poi cadere in un gran silenzio.

Fuji si sentiva in imbarazzo quando si trovava lì: quella assenza di privacy lo opprimeva e il sapere che Taka era lì vicino, e che al contrario non si faceva tanti problemi, lo faceva andare completamente in tilt. Quindi, come suo solito, prese la sua roba e si cambiò in bagno.

Diamine, ho fatto un'altra figuraccia...” pensò mentre chiudeva a chiave la porta del bagno. Si tolse la maglietta, aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia velocemente, dopodiché fissò la sua immagine riflessa nello specchio. I suoi occhi trasmettevano serietà e irrequietezza e talvolta addirittura lo spaventavano. Per questo li tiene perennemente chiusi. Per nascondere quella fastidiosa espressione. La cosa che più odiava di sé.

-Io...- sussurrò lentamente continuando ad esaminare il suo volto, -Io che sono il Tensai... Perché non riesco a trovare un modo per essere sincero con me...? Sincero con gli altri... Con i miei amici... Con lui...-

Nella sua mente comparì l'immagine del ragazzo, col suo sorriso smagliante e i suoi capelli dal colore caldo ed energico.

Ecco, quel che invidiava di Taka era il sorriso: un sorriso sincero e aperto a tutti; non come il suo, usato come maschera per nascondere i sentimenti.

-La verità è che sono un emerito bugiardo...- continuò poggiando delicatamente le dita sullo specchio, all'altezza delle labbra, -Io... Sono un imbroglione che non conosce la solitudine...-

Fuji si voltò di scatto, come se fosse spaventato, e iniziò ad infilarsi la divisa. Intanto la pioggia continuava incessante a cadere sopra Tokyo.

Finito di vestirsi, Fuji prese tutta la sua roba e uscì dal bagno, cercando di sembrare disinvolto come suo solito. Lo spogliatoio profumava leggermente di sapone e, dirigendosi verso la sua borsa, continuava ad assaporare quel dolce profumo che presto sarebbe svanito nel nulla pensando a cosa avrebbe detto a Taka, dopo quel dolce quadretto sotto la pioggia creato per la sua stessa testardagine.

-Hai finito, Fuji?- chiese Tezuka col suo solito tono serio. -Andiamo?-. Il ragazzo porse a Fuji un ombrello azzurro, con un disegno a ghirigori nero.

Fuji tese la mano verso l'ombrello, fissando lo sguardo ghiacciante del suo capitano.

Tezuka...” pensava, “...sei sempre il solito... Cerchi di negare l'evidenza? Beh, io ho già capito tutto. Quindi perché non mi dici subito quel che pensi? Perché rodersi così tanto? Perché torturarmi con questo terribile ritornello che va avanti ogni giorno? Avanti... Dimmi tutto... Così potrò finalmente...”

-Sei senza ombrello, Fuji? Se ti va, puoi rimanere da me finché non spiove, ti va? Posso offrirti qualcosa, oggi mio padre ha trovato dell'ottimo pesce al mercato...-

Fuji si girò di scatto.

Taka...”... Il cuore di Fuji sobbalzò, e si rigirò per vedere lo sguardo di Tezuka, che si era impercepibilmente irrigidito. Fuji si ritrovò per l'ennesima volta immerso dai dubbi: non sapeva cosa fare.

Taka o Tezuka? Un dilemma che l'aveva oppresso già da qualche tempo...

Tezuka... Il suo capitano, il suo amico, una delle persone che più lo avevano colpito in tutta la sua vita, per quanto potesse essere lunga... Da quando era tornato dalla Germania, lo trovava cambiato... Anche se gli altri non se n'erano accorti, lui sapeva perfettamente quali erano le sue intenzioni nei suoi confronti. E stranamente non lo infastidivano per niente; dopotutto, stiamo parlando di un'amicizia molto profonda, e l'affetto non era mai mancato.

Tuttavia...

...c'era un'altra persona a cui era eternamente grato, e quella persona non era Taka, bensì Ryoma.

Ryoma... Se non fosse stato per quel prodigio presuntuoso del tennis, forse, non avrebbe mai potuto conoscere Taka.

Lo conobbe solo dopo i match per la classifica interna, che servivano a dare il benvenuto ai nuovi regolari della Seigaku: un ragazzo all'apparenza timido e riservato che, non appena sfiorava il manico della sua racchetta da tennis, veniva preso totalmente dal furore e iniziava a mostrare una parte di sé davvero inaspettata. Lo capì solo sentendo quel "BURNING!" che era una persona davvero speciale.

Sesto senso?

Beh, chiamatelo pure così, ma per Fuji era qualcos'altro...

Una sensazione totalmente diversa mai provata fino a quel momento. Qualcosa che è quasi impossibile descrivere, ma che Fuji sentiva sua già.

Si sentiva come se stesse ridendo nel pianto: un sentimento che affanna nell'uscire fuori allo scoperto che non è facile ad esprimere con le sole parole.

Era qualcosa che lo faceva sentire vivo, pieno di forza, ma che a volte lo sfiniva talmente tanto da fargli uscire le lacrime. Travolgente... Estasiante... Bollente...

Già, era amore. E non se n'era reso conto fino a qualche mese dopo, mentre era con lui a mangiare al negozio di suo padre dell'ottimo Wasabi. Taka era davvero contento, non faceva altro che dire -Waaah! Sei la prima persona che conosco che esce totalmente pazza per il Wasabi di mio padre!! Ma è fantastico!- e mostrava senza esitazione quel bellissimo sorriso di sempre.

Da allora fece sempre più attenzione a quel sentimento che cresceva, e lo curava quasi fosse una pianta... Un piccolo bonsai: piccolo fuori, grande dentro...

Ora, quel piccolo bonsai era crescuito molto, sebbene fosse passato poco tempo.

E non aveva nessuna vaga intenzione di voler mollare tutto ora.

-Scusa, Tezuka... Oggi vado da Taka-san... Ho voglia di wasabi.-

Nello spogliatoio calò un slenzio tombale nella maniera più brusca possibile, lasciando risuonare il dolce rumore della pioggia...

  
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