Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Ricorda la storia  |       
Autore: EffyBk    21/10/2009    3 recensioni
“Dillo ancora” “Che cosa?” “Dimmi che mi ami”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: questa FF è breve, sono tre capitoli più l'epilogo. Ogni capitolo è composto da due parti: una dal punto di vista di Sam e una da quello di Bill. E' una stupidata, ma è la prima FF che finisco di scrivere xD forse proprio perchè è corta. Non so se è bella o no, ma la posto lo stesso. Buona lettura ^^

DIMMELO, ANCORA UNA VOLTA.

Capitolo 1

Sam

“Sam, vuoi stare calma?”
“Niky, come faccio? Non troverò mai il coraggio.”
“Sì invece. Io lo so quello che provi, so che ci tieni davvero e so che per lui potresti fare qualsiasi cosa. Perciò andrà tutto bene, fidati”
Niky mi strinse la mano e mi sorrise rassicurante. Vedere i suoi occhi verde scuro così calmi e sereni, mi fece rendere conto che essere troppo ansiosa avrebbe solo peggiorato le cose. Dovevo essere decisa, fiduciosa e, soprattutto, dovevo avere tanto, tantissimo coraggio. Era la mia unica possibilità.
Scendemmo dall’autobus alla fermata davanti a quell’enorme hotel a cinque stelle. Era lì che avrebbe avuto luogo il tanto atteso, e da parte mia temuto, meet&greet; era quello il luogo in cui di lì a pochi minuti, avremmo incontrato la nostra band preferita: i Tokio Hotel. Erano tre anni e mezzo che li seguivo, per Niky erano pochi mesi meno di me, e mai eravamo riuscite a vincere un’incontro con loro, pur avendo tentato davvero qualunque cosa. Ma finalmente ce l’avevamo fatta, stavamo per incontrarli. Bè, meglio tardi che mai, no?
Io ero particolarmente nervosa perché avevo deciso di fare una cosa; niente di cui preoccuparsi, non volevo certamente rapire un membro della band o cose simili. Ma era una cosa che per me significava davvero tanto e avevo paura di non trovare la forza. Ma la presenza di Niky mi dava qualche certezza in più.
Nell’immensa hall dell’hotel trovammo la traduttrice dei quattro musicisti tedeschi insieme ad una guardia del corpo e alle altre due vincitrici del meet&greet. Evidentemente ci stavano aspettando. Ci guidarono su per tre piani di scale (probabilmente a noi comuni mortali non era permesso usare il lussuoso ascensore con omino-schiaccia-bottone incorporato) e arrivammo davanti alla camera 627. Il bodyguard bussò e dopo qualche istante ci fece entrare. La camera era immensa, anzi il salotto era immenso; il resto non ci era permesso vederlo. In ogni caso, ciò che interessava a noi stava in quella parte della suite: quattro ragazzi sorridenti che ci accolsero con un “Hallo!” amichevole.
Dopo le dovute presentazioni, la guardia del corpo si fece da parte, lasciandoci sole con la band e la traduttrice, dato che, benché io e Niky sapessimo quasi perfettamente il tedesco, le altre due ragazze parlavano solamente l’italiano.
Mentre la mia amica e le altre si facevano autografare i loro poster e i CD, facevano le foto con i ragazzi e si scambiavano qualche parola come avrebbe fatto chiunque, io me ne stavo in disparte, divorata da un conflitto interiore: la mia naturale codardia e lo smisurato desiderio di fare ciò che volevo fare.
Evidentemente Gustav si accorse che io non stavo partecipando per niente all’incontro, forse a causa di una grande timidezza, perciò mi chiese gentilmente se volevo una foto e un autografo. Ecco, era il momento. ‘Ora o mai più’ pensai dentro di me. Feci un gran respiro e poi finalmente presi coraggio.
“No grazie. In realtà non mi interessano quelle cose. Vorrei solo chiedere un favore a Bill.” Il cantante mi guardò con aria interrogativa. ‘Oh, ti prego. Non guardarmi con quegli occhi o mi sciolgo’ dissi nella mia mente.
“Ecco” continuai “è difficile da spiegare. Potremmo rimanere un minuto da soli?”
Subito mi resi conto che la mia richiesta era piuttosto ambigua ed allarmante.
“No, non volevo…” risi nervosamente cercando di rompere quell’atmosfera imbarazzante “vorrei solo chiederti un favore, ma non davanti a tutti. Se.. se vuoi, stiamo qui fuori, davanti alla porta. Un minuto soltanto, non ti faccio niente” precisai. Non volevo pensasse che progettavo uno stupro, un rapimento, un attentato o chissà quale altro gesto perverso. Si vede che la mia richiesta così timida ed esitante lo convinse che non ero affatto un pericolo.
“D’accordo” mi disse sorridendo.
“No, va tutto bene” esclamò poi fermando il bodyguard che voleva seguirci, il quale fece un piccolo cenno con la testa e tornò al suo posto.
Bill aprì la porta e mi fece uscire, mi seguì e la richiuse alle sue spalle. Ci fermammo appena fuori dalla stanza, uno di fronte all’altra, io con lo sguardo basso. Il mio cuore martellava contro il mio petto con una violenza incredibile e sentivo che le forze stavano per abbandonarmi.
“Allora? Cosa mi volevi chiedere… Sam, giusto?” mi chiese il moro con la sua voce di velluto.
“Sì, Sam…” annuii debolmente. Alzai lo sguardo e lo puntai nei suoi occhi scuri, così simili ai miei. “In realtà non ti devo chiedere nulla in particolare, vorrei solo fare una cosa…”
“Ok, cosa? E io cosa devo fare?”
“Niente. Devi stare così come sei, immobile”
Non mi ero neanche accorta che stavamo sussurrando, ma non ci badai. Ora che avevo trovato il coraggio, non potevo nemmeno fermarmi a pensare, avrei rovinato tutto.
“Fermo…” ripetei. Alzai le mie mani e sfiorai leggermente il suo viso, il suo collo. Lui mi obbedì e rimase immobile. Avevo quasi paura che sparisse, temevo si dissolvesse in una nuvoletta, con un puff. La sua pelle era calda, morbida e liscia, proprio come l’avevo sempre immaginata. Un turbine di emozioni mi sconvolse dentro, il cuore batteva sempre di più, quasi volesse scappare via dal mio corpo. Ero in una sorta di trance, tra sogno e realtà, tra piacere e dolore. Una lacrima sfuggì dai miei occhi e Bill fece per asciugarmela bisbigliando “Perché piangi?”, ma lo fermai.
“Sssh, immobile. Mi basta un minuto. Soltanto un minuto. Mi basta… per sempre” e con queste parole chiusi gli occhi e mi appoggiai lievemente al suo petto, inspirando il suo profumo che mi ribaltò tutti i sensi.
Subito sentii le sue braccia stringermi un po’ e trattenni un attimo il respiro: non glielo avevo chiesto, gli avevo detto di stare fermo! Prima che me ne rendessi conto, la maglietta di Bill si stava già inzuppando delle lacrime che sgorgavano abbondanti dai miei occhi. Avvicinai la mia bocca al suo orecchio e dissi piano “Ti amo”. Fu come una liberazione; era la prima volta che lo dicevo, anche perché non mi ero mai innamorata di nessun altro. Ero fiera di me, ero riuscita a dirglielo, ero riuscita ad ammetterlo, ma ora faceva male. Troppo.
Sciolsi l’abbraccio, mi scostai da lui e mi coprii la bocca con una mano, come per nascondere il pianto, per nascondere me, orgogliosa com’ero.
Ero talmente imbarazzata, volevo sparire. Non avrei resistito un secondo di più lì con lui. Avevo avuto il mio minuto, e quel minuto mi sarebbe bastato davvero, per l’eternità.
“Bill, grazie.. grazie di cuore” riuscii a dire tra i singhiozzi.
“Ma…” iniziò una frase, ma lo interruppi.
“Torna dentro, ti aspettano. Io… devo andare” e corsi via, senza più preoccuparmi di trattenere le lacrime di gioia e dolore insieme.

*****

Bill

Quel giorno eravamo in Italia per un programma televisivo e avevamo deciso di organizzare un meet&greet per l’occasione. Io e i ragazzi eravamo in camera aspettando l’arrivo delle quattro vincitrici del concorso. Eravamo sempre un po’ agitati in quei momenti; ci piaceva incontrare le nostre fan, vederle un po’ più da vicino, magari scambiare due parole con loro, ma non si sapeva mai come potevano reagire. Si sa, l’emozione…
Finalmente Ralph bussò e le fece entrare. Due erano piccole e tenere, quattordici anni ed espressioni esaltate. Le altre due erano più grandi, avevano quasi diciotto anni ed erano molto particolari. Si chiamavano Niky e Sam.
Sam… probabilmente non mi sarei neanche ricordato della sua presenza se non fossi rimasto così colpito dai suoi occhi grandi e meravigliosi; infatti, dopo aver detto il suo nome e una piccola presentazione, non aprì più bocca. Se ne stava un po’ da parte senza fare nulla, con un’espressione confusa e spaventata. Pensai che fosse molto timida e stavo per farle una domanda per cercare di coinvolgerla un po’, quando Gustav mi precedette. Le chiese se voleva un autografo e una foto, ma lei disse di no. Rimasi molto sorpreso e la sua richiesta mi stupì ancora di più: voleva chiedermi un favore.. a me! E voleva farlo fuori dalla stanza, da soli io e lei.
Devo ammettere che all’inizio mi spiazzò, di solito non era una cosa raccomandabile stare da soli con le fan. Ma quella ragazza era così timida ed insicura; non riuscivo in alcun modo ad essere spaventato da lei, anzi mi faceva solo venire voglia di proteggerla. Per questo acconsentii. Fermai Ralph che voleva venire con noi. Sinceramente mi diede un po’ fastidio quel suo gesto automatico di alzarsi per seguirmi: ero un uomo, anche se fosse stata una pazza scatenata, potevo difendermi benissimo.
Quando fummo da soli fuori dalla stanza, Sam non fiatò. Stava lì davanti a me fissando per terra. Dopo un po’ decisi di parlare e le chiesi quale fosse questo favore. Mi spiazzò di nuovo; puntò i suoi occhi nocciola nei miei e disse “In realtà non ti devo chiedere nulla in particolare, vorrei solo fare una cosa…”.
Era così criptica in ogni sua parola, in ogni suo gesto. Mi attraeva in un modo quasi assurdo, non la capivo assolutamente. Le chiesi cosa dovessi fare io.
“Niente.” mi sussurrò “Devi stare così come sei, immobile”
Ero curioso e le obbedii; non avevo paura di nulla, non sembrava avesse cattive intenzioni. Era solo molto imbarazzata. Rimasi fermo mentre lei iniziava a sfiorare il mio viso con la punta delle sue dita un po’ fredde. Mi toccava leggermente, quasi per paura di rompermi; con mani tremanti disegnava il profilo delle mie guance, il contorno delle mie labbra. Mi accarezzò il collo e un brivido mi percorse la schiena. Non avevo la minima idea di ciò che stava facendo, ma mi piaceva. Provavo qualcosa di strano, forse a quel punto c’era anche un po’ di ansia, ma non volevo che smettesse.
Qualche istante dopo un paio di lacrime le rigarono il viso.
“Perché piangi?” le chiesi a bassa voce avvicinando la mia mano a lei per frenare quelle gocce nere di mascara. Ma mi fermò.
“Sssh, immobile. Mi basta un minuto. Soltanto un minuto. Mi basta… per sempre”
La sua voce era un po’ rauca e quelle sue frasi mi lasciarono senza parole. Capii tutto. Il favore che voleva che le facessi era rimanere un minuto con lei. Era il suo unico desiderio. Mi fece un’immensa tenerezza, era così fragile e dolce in quel momento.
Sam chiuse gli occhi e si appoggiò a me, respirando profondamente. La punta del suo naso mi faceva un po’ di solletico al collo, ma non mi dava fastidio. Non riuscivo a capire bene quello che stava succedendo; tutta quella situazione aveva un effetto strano su di me. Forse perché era da tanto che non mi trovavo così vicino ad una ragazza. Forse era per il fascino che quella ragazza sconosciuta esercitava su di me. Il punto è che senza neanche pensarci, istintivamente, la abbracciai e la strinsi un po’ a me.
‘Bill, che cosa fai? Ti ha detto di stare fermo, lasciala!’ mi rimproverai, ma era più forte di me.
Sentii le sue lacrime aumentare e bagnarmi la spalla; sentii le sue mani stringere un po’ la mia maglietta, finché non si tirò in punta di piedi, si avvicinò al mio orecchio e mormorò “Ti amo”.
Subito sciolse l’abbraccio e si allontanò un po’. Mi fissava con quegli occhi pieni di lacrime e una mano davanti al viso, come per trattenersi, come per sparire e non farsi vedere, come per non farmi capire tutto il suo imbarazzo. Mi disse di tornare dentro e corse via, lasciandomi lì impalato, sconcertato e con un leggero senso di nausea. ‘Che mi succede?’ pensai e con gli occhi ancora sgranati rientrai nella stanza.
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: EffyBk