[Dinner]
<<
Di un po’, Kai, mi porti tu in braccio fino
all’entrata? >>
<<
Taka, scusami tanto ma non c’era posto più vicino
>> -mi risponde
slacciandosi la cintura-
Ha
parcheggiato in un luogo dimenticato da dio perché non
c’era posto nel raggio
di mezzo chilometro dal ristorante.
<<
Almeno dopo tutta ‘sta strada a piedi mi verrà
fame >> -commento senza
fare i miei soliti capricci-
Però,
dico, veniamo almeno una volta alla settimana a mangiare
qua… un posticino vicino
all’entrata credo che ci aspetti di diritto, no?
<<
Alla buon’ora! >>
<<
Sai, Yuu, abbiamo voluto fare un po’ di jogging prima di
venire qui >>
-dico lanciandogli un’occhiataccia e riprendendo fiato-
Il
locale è, come sempre, stracolmo di gente e noi usufruiamo,
come sempre, del
solito tavolo prenotato, dove ormai ci abbiamo piantato le radici.
<<
Allora >> -inizia Kai appena ci accomodiamo -
<< Taka ha una cosa
da dirvi >> -dice rivolgendosi a Uruha e Yuu e poi si
volta verso di me-
<<
Siccome l’idiota dice di non sopportarmi più e io
non sopporto lui da una vita…
>>
<<
Ho detto di non sopportarti, non di non sopportarti più! Non
ti ho mai
sopportato, brutto… >>
<<
…Pensavo: perché non facciamo cambio letto per un
po’, Aoi? >>
<<
…Oh, ma mi hai ascoltato?! >> -no che non ti
ho ascoltato, Ryo- <<
E comunque io non sono d’accordo >>
Adesso
gli ficco le bacchette in gola.
<<
Per me va bene >> -mi risponde Yuu- <<
Però mi sa che ne devi
discutere con l’amore della tua vita che non mi sembra molto
d’accordo >>
<<
Aoi, non ti ci mettere anche tu! >> -sbotta Reita-
<< Senti, vai
Taka! Così non ti avrò tra i piedi per un
po’ in casa! >>
<<
Se mai sarà il contrario! >>
Si,
gli sto davvero puntando minacciosamente una bacchetta alla gola.
<<
Bastaaaa!! >> -Kai mi strattona il braccio per evitare di
assistere ad un
omicidio e per non dare troppo spettacolo- << Ora
più che mai penso che
la tua idea sia fantastica, Ruki! >>
<<
Quindi potrò davvero andare da Uruha per un po’?
>>
<<
Si >>
Credo
di avere gli occhi lucidi per la commozione in questo momento.
A
me, come sempre, nessuno ha chiesto il parere. Non che io sia
contrario, anzi,
però gradirei avere voce in capitolo, dato che la casa
è anche la mia e Takanori
non è esattamente quello che si può definire un
tranquillo e docile inquilino.
Ma credo proprio che dopo aver sopportato Aoi per ogni singolo giorno
degli
ultimi quattro anni, sarei pronto a tutto. Anche ad avere un petulante
Ruki che
scodinzola per casa.
<<
Bene >> -inizio- << Quindi
quand’è che verresti da noi? >>
<<
Anche subito! >> -sbottano all’unisono Ruki e
Reita-
<<
Si, ma prima devi passare a prendere le cose a casa, no?
>>
Annuisce
e ci alziamo per pagare il conto.
Tiriamo
tutti fuori la nostra parte, poi usciamo e ci dirigiamo alle macchine.
<<
Cazzo, Kai! Adesso mi devo rifare tutta la strada di prima!
>>
<<
Taka, smettila e comincia a camminare >>
Poi
si allontanano a passi svelti e io e Aoi ce la ridiamo.
<<
Quanto pensi che voglia portare avanti questo “cambio di
letto”? >> -mi
domanda Yuu mettendo in moto la macchina-
<<
Credo che dopo un paio di giorni si stuferà e
farà i capricci, ma non ammetterà
di voler ritornare a casa sua perché gli mancano le
discussioni con Ryo
>>
<<
Sei geloso Uruha? >>
<<
Geloso di quel coso? >>
Forse
un po’ si.
<<
Beh, infondo lui e Ruki sono culo e camicia… e io lo so
quanto ci tieni al
nanetto >>
Fa
un sorriso e torna a concentrarsi sulla guida.
[Pub]
<<
Mi spiegate perché abbiamo deciso di venire in questo
locale? >>
-domando- << E’ stracolmo di gente!
>>
<<
Ruki, l’hai scelto tu >> -mi ricorda Kai-
<<
Si, ma non pensavo che fosse così affollato >>
Scendiamo
dalla macchina e andiamo incontro a Kouyou e Aoi che hanno parcheggiato
qualche
metro più in là.
<<
Ok >> -inizia Aoi- << Ora dobbiamo solo
cercare di entrare-
E
non si preannuncia un’impresa facile.
Dando
qualche spallata qua e là e rischiando di farci rovesciare
addosso alcolici di
ogni tipo, superiamo l’ingresso e raggiungiamo
l’interno, dove ci attende
un’altra serie di spallate per arrivare al bancone.
Il
locale è abbastanza ampio, con deboli luci sui toni del blu.
In pratica non si
vede una ceppa. La musica, abbastanza assordante e categoricamente
rock, non
permette di portare avanti un dialogo con qualcuno per più
di cinque secondi e
la gente spintona un po’ troppo per i miei gusti, anche se la
cosa è
inevitabile e l’ho fatto pure io.
Finalmente
riusciamo ad ordinare qualcosa da bere e, sentendomi soffocare,
propongo di
andare a sederci fuori.
Miracolosamente,
troviamo posto. La musica ci raggiunge meno rintronante e ci
concede il dialogo.