Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Cassie chan    23/10/2009    12 recensioni
ATTENZIONE: non tiene conto degli eventi del settimo libro...!!Sono passati alcuni anni dalla fine della guerra, ed Hermione Jane Granger vive estromessa dal suo mondo, quello della magia, a causa di una condanna ricevuta tempo prima. Fidanzata delusa, disoccupata cronica, cinica perenne, Hermione ormai dispera dell'arrivo del principe azzurro. Ma quando arriva, non è facile riconoscerlo nelle fattezze affascinanti ma DECISAMENTE irritanti di Draco Lucius Malfoy, specie se babbano anche lui... ma la vita è decisamente strana e può anche capitare che ci si imbatta in una piccola fiaba, proprio quando si credeva di vivere in un incubo...:) PUBBLICAZIONE CAPITOLO 51 : 14 LUGLIO 2020
Per seguirmi con più costanza: https://www.facebook.com/groups/putaspellonhereyes/
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'THE "HAVE A LITTLE FAIRY TALE" SAGA. ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 17 – Rose cherry flavoured

Capitolo 17 – Rose cherry flavoured

 

“Cioè, alla fine, se davvero ci pensi... è proprio assurdo…”.

Silenzio prevedibile dall’altra parte, socchiudo gli occhi appoggiando la testa al muro. Riaprendoli, trovo la forza di continuare.

“Insomma, una settimana… è passata una settimana buona… ma niente…”.

Sospiro, allontanando con uno sbuffo la ciocca di capelli bagnata che mi è caduta sugli occhi.

“Non che mi aspettassi qualcosa…” proseguo, la mia mano che compie lenti movimenti circolari nell’acqua “Mi ci sono anche rassegnata… e il senso del mio discorso era anche abbastanza chiaro… ma non credi che qualcosa avrebbe dovuto dirmela?”.

Solo un gorgheggio di risposta.

“Già, lo penso anche io…” borbotto sconsolata “Volevo proprio che non mi dicesse più niente… di che mi lamento? E poi tra qualche settimana nemmeno lo vedrò più… eppure…”, mi sistemo meglio e continuo: “Eppure, comunque mi sembra sempre che ci sia qualcosa di strano sotto…”.

Sospiro nuovamente, abbandonando la testa all’indietro, per poi implorare: “Tu che ne pensi?”.

Serenity solleva leggermente il capo e mi guarda, sorridendo. Batte le mani paffute nell’acqua della vasca da bagno, ridendo gioiosa della schiuma che le accarezza il naso, facendole il solletico. Sorrido a mia volta, spostandomi indietro e stringendola più forte. La piccola si adagia contro il mio seno, i capelli bagnati che mi sfiorano piano. Non pensavo che fosse così bello e rilassante fare il bagno con una bambina piccola; vabbè, rilassante… ho sempre paura che se mi sfugge, affoga, ma la tengo stretta mentre gioca, quindi insomma non dovrebbe esserci questo pericolo, spero… e poi cavolo! Se Seth non le voleva fare il bagno e io ero in ritardo, come diamine dovevo fare?! Almeno ho accorpato la sua pulizia alla mia…

E poi il bagnoschiuma dei bambini è proprio buono… ciliegia… fa quasi venire fame…

Dolcemente, inizio a frizionare i capelli di Serenity, cercando di distrarre la mia mente dai miei inevitabili pensieri. Sospiro nuovamente, certo che essermi ridotta a confidarmi con una bambina di un anno… santo cielo, sono proprio da ricoverare.

Non che io non abbia confidenti, ma credo che a nessuno di essi parlerei in maniera agevole ed indolore della mia colpevole e assolutamente sgradita nuova attrazione per Draco Lucius Malfoy.

Insomma, andiamo… Ginny? Mi caverebbe gli occhi. Ron? Lavanda? Luna? Il centauro Fiorenzo???!!

Decisamente ogni componente del mondo magico è escluso: a parte l’assurdità della mia situazione, ci si metterebbe anche dover spiegare come sia diventata improvvisamente necrofila. Cavolo, per loro, Draco è morto.

E se anche mi improvvisassi kamikaze e facessi harakiri parlandone con Harry… diciamo che avrei anche la vita di un valente Ministro della Magia sulla coscienza… Harry avrebbe quattro infarti contemporaneamente… già non credo che abbia accettato che lavori qui e ci sia rimasta in attesa dell’esame, figuriamoci questo…

Se, poi, vado ad enumerare nella mia mente i personaggi che compongono il mio mondo babbano… le cose procedono diversamente, ma non meglio. Danny Ryan è vivo e vegeto e per molti non sarebbe il peccato originale, considerarlo un bel ragazzo. Anzi, per uno come Seth, sarebbe l’ammissione tardiva che ho gli occhi in faccia e gli ormoni a posto.

Ma anche parlarne con Seth non risolverebbe molto… probabilmente mi direbbe anche di provarci, in barba a Summer, che comunque esiste ed è un fatto. Sorrido tra me e me, probabilmente mi ipnotizzerebbe anche… ma, a parte la presenza di Summer, non saprei come spiegarli come questa mia scoperta sia così negativa per me.

Dovrei raccontare degli Auror, di Voldemort e di come la vita mia e di Draco siano così indiscutibilmente divise da un fossato, scavato dalla storia di parti opposte, decise da centinaia di persone prima di noi. Dovrei dire di come certe cose non cambiano mai. E di come sarebbe stato meglio che io e lui non ci fossimo mai rincontrati… e, solo a quel punto, con una punta di disperazione nella voce, potrei chiedere se esiste una maniera miracolosa, sia essa magica o babbana, per smettere di provare determinate cose per una persona.

Non è amore. E questo lo so… non ne sono innamorata… ma, per me, è già sufficiente aver sentito dentro quella dolorosa insoddisfazione prettamente fisica del non averlo più. Mi è bastata… mi basta, insomma… eppure, la continuo a sentire, folle la mente e pazzo il cuore.

Tiro su con il naso quasi in modo feroce per evitarmi di piangere, non ci sto proprio a piangere per Draco Malfoy.

Che diamine… un po’ di dignità ce l’ho ancora…

Ed, in fondo, chissenefrega che non mi parla da una settimana… si chiudesse pure nel suo silenzio, popolato di fantasmi, e gettasse anche la chiave in fondo all’oceano. Ci può anche affogare, per quello che mi importa. 

Non credo di avergli detto niente di così offensivo o assurdo, no?

Gli ho semplicemente detto la verità. Che me ne vado perché non ho motivi sufficienti per restare. La sintesi del mio discorso era questa… non ho con lui un rapporto così fatale ed esclusivo da rinunciare a tutto, per lui, fosse anche per amicizia. Specie se, per lui, io continuo sempre ad essere la solita Hermione di sempre, asservita a quel voi di cui parla sempre… quindi, anche se tornassi nel mondo della magia, non mi farebbe poi così male troncare ogni contatto con lui, visto che comunque lui nel nostro ambiente originario, non ci può mettere più piede.

Per gli altri, poi, il caso depone nella stessa direzione.

Seth lo posso continuare a vedere, ed anzi in questa ultima settimana, l’ho presentato con April ad Harry e Ginny come garanzia che diventassimo un gruppo unico, quando io avessi smesso di lavorare al Petite Peste.

L’esperienza è stata piacevole e i miei amici si sono integrati perfettamente: Ginny ha trovato una nuova alleata in April nell’organizzazione del matrimonio perfetto, con buona pace del mio apparato uditivo. Seth ed Harry vanno molto d’accordo, ridendosela di me e delle mie assurdità. E, se mettiamo assieme che qualche volta sono riuscita a trascinarmi dietro anche Trey e Corinne, gli unici che mi erano sembrati interessati all’idea, il quadro risulta del tutto positivo.

Seth, all’inizio, mi ha messo il muso per due giorni, sapendo che me ne sarei andata da casa, in quanto ho deciso anche di tornare nel mio appartamento, trascorse queste quattro settimane prima dell’esame. Decisione che ho preso indipendentemente da come andrà l’esame; qualora non sarò ammessa, Harry mi ha già detto che si impegnerà personalmente per darmi un altro posto, fosse anche solo quello della sua segretaria.

Un’altra cosa decisamente positiva, ma che ovviamente a Seth non andava giù.

Poi ne ho parlato con lui, un pomeriggio, esponendo tutte le mie ragioni: il fatto che fare la cameriera a vita non fa per me, che ho bisogno di rinsaldare i rapporti con i miei vecchi amici e che li devo questo tentativo, oltre che comunque la mia vita, prima o poi, finirà inevitabilmente per portarmi in una direzione diversa. Potrei anche lavorare qui per altri due anni, ma a che pro? Non appena la condanna finirà e sarò tornata una strega, che farò? I miei amici, intendo quelli magici, mi accetteranno ancora, dopo che avrò rifiutato deliberatamente ed ingiustificatamente ogni loro sforzo per farmi tornare alla mia solita vita?

Sono nata per essere una strega. Non per essere una babbana in incognito.

Insomma, a conti fatti, ogni cosa depone in quella direzione, inutile negarlo.

Ogni cosa comporta solamente conseguenze positive.

Quando Seth ha capito che per me era una grande occasione (ovviamente celata in termini babbani), si è rassegnato, e mi ha detto che devo seguire la mia strada. Non appena poi ha visto che, comunque, io ero intenzionata a continuare a frequentare sia lui che April che gli altri del Petite Peste, non si è fatto più problemi e ha continuato a trattarmi come sempre.

Seth non ha più parlato con me di Draco.

Ed ho capito che le parole di quel giorno gli erano costate tanto, nonostante non ne recasse traccia nei gesti e nelle parole.

Forse è anche per questo che non gli parlo di lui. Seth è la tipica persona che fodera la sua anima di colori sgargianti e di frivolezze, pur di non mostrare a nessuno che dentro… dentro è tutto diverso.

Lui ci crede a quello che mi ha detto, lo vedo negli occhi che seguono me e Draco evitarci in ogni stanza, in quegli occhi che si abbassano repentinamente quando ho bisogno che Draco sappia qualcosa e la grido a voce alta, rivolgendomi a lui, in modo che anche l’altro senta.

Ma non mi ha chiesto il motivo di questo silenzio.

Credo… perché gli faccia male… forse immagina che sia successo qualcosa tra me e lui… non so… e pensare che io sia la persona giusta per Draco, anche se non so davvero come faccia, non esula comunque dal avvertire questa sua consapevolezza come dolorosa.

Magari pensa che, dopo quel bacio, continuiamo una meravigliosa quanto proibita relazione clandestina e, davanti a loro, facciamo finta di non guardarci in faccia per celarla.

Vorrei smentirlo, ma non credo che, allo stadio attuale delle cose, riuscirei a parlare serenamente di Draco, senza vomitare tutto quello che sento dentro. Quindi mi glorio della normalità con cui Seth, nonostante tutto, mi tratti.

E dentro, come lui, come Seth, sotto le risate indifferenti e il gioioso menefreghismo… come quadratini di celluloide, rivivo la serata del mio bacio con Draco e quella in cui gli ho detto intimamente addio.

Perché, nonostante tutto il senso di questo discorso, il fatto che io sia qui, a mollo, a parlare a Serenity di lui, è una prova più che sufficiente.

Una prova che va anche oltre il fatto di aver capito che, per lui, io sono rimasta quella della scuola, quella che faceva parte dell’Ordine della Fenice, quella che è stata il capo della gente che si è macchiata dell’omicidio dei suoi.

Quella che gli ricorda ogni giorno la gente che odia e la gente che ha amato e perso.

E questa prova che va oltre tutto… è che non riesco a smettere di pensare a lui.

Sospiro rumorosamente, accarezzando il capo di Serenity. Non ci siamo più parlati da quella sera, ci evitiamo come la peste, lui cerca di uscire sempre quando io sono in casa e io faccio lo stesso.

Il solo contatto che abbiamo avuto, è stato quando mi ha consegnato la mia richiesta di dimissioni, dicendomi solamente: “Non avevo ancora avuto il tempo di fare il contratto… non ce n’è bisogno…”. Ed anche allora ha evitato accuratamente di guardarmi in viso.

Non mi aspettavo che reagisse così, assolutamente.

Certo mi sono adeguata al suo silenzio, intimamente contenta che le mie ultime settimane qui non sarebbero state così meravigliose da farmelo rimpiangere in seguito. Non che tra me e Draco, l’aggettivo meraviglioso aggiunto a convivenza si potesse mai aggiungere, anzi… ma comunque io non lo capisco.

“Domandati perché dopo tutto quello che sta accadendo tra me e te, io sono sempre una di quei voi… e perché lo sarò per sempre…”.

Cosa c’è stato di così assurdo in questa frase? Per lui, intendo, da non potermi nemmeno più guardare in faccia? Ed anche se avessi detto qualcosa di così terribile, perché allora non mi ha contraddetto?

Come sempre, non ho risposte a queste domande e, come sempre, anche oggi mi dico che spero che queste quattro settimane passino in fretta. E come sempre mi dico che devo pensare a studiare e che ci sono un sacco di leggi da memorizzare per il concorso, anche se molte di esse già le conoscessi per sommi capi.

Ma come sempre… io so che, tra qualche ora, starò ancora qui a pensarci.

“Herm, devo entrare! Se sapevo che ci avresti messo tanto a fare il bagno a Serenity, glielo avrei fatto io!!” la voce di Seth mi raggiunge attraverso la porta chiusa.

“Ok, adesso esco!” urlo al suo indirizzo. Con attenzione, prendo in braccio la piccola che sta giocherellando con una papera di gomma e la poggio sul fasciatoio, attaccato alla vasca. Esco a mia volta io, avvolgendo Serenity in un asciugamano e indossando io l’accappatoio.

La asciugo piano, lei che ride contenta, facendo sorridere anche me. Quanto mi mancherà, quando sarò andata via… dubito che riuscirò a vederla, contrariamente agli altri. Specie se le cose tra me e Draco restassero così… lui è sempre con Serenity, in fondo. Se ora non c’è, è solo perché è uscito con Summer; quando me ne andrò, difficilmente potrò vederla.

Accarezzo piano la guancia paffuta della piccola, che prende tra le sue la mia mano, stringendola forte. Mi mordo il labbro inferiore per impedirmi di piangere, chi l’avrebbe mai detto che mi sarei affezionata tanto a questa bambina?

E chi l’avrebbe detto che mi sarei affezionata tanto anche a suo fratello, in fondo…

“Tranquilla piccola mia…” dico con un sorriso, stringendo il pugno “Scoprirò la maniera per venirti a trovare… non me lo potrà impedire, stanne certa!”. Lei quasi come se mi avesse capito, scoppia a ridere allungando le braccia, volendomi venire in braccio.

La prendo e stringo forte, l’odore di ciliegia che mi avvolge come una carezza calda.

Accidenti, i vestiti di Serenity… li ho dimenticati fuori… vabbè tanto in ogni caso devo uscire, sennò Seth sfonda la porta. E poi è una giornata calda, non si raffredderà per pochi secondi fuori.

Allaccio la cintura dell’accappatoio e prendo la piccola in braccio, per poi aprire la porta.

L’ombra di Seth davanti a me mi fa spazientire: “Sono uscita, dannazione! Cinque secondi in meno per depilarti l’addome non saranno na tragedia! Ormai potresti battere tutti i record per come sei efficiente… dovresti fare decisamente l’estetista…”.

“Veramente mi sto depilando di là!” urla Seth dalla cucina.

Non c’entrano niente i capelli bagnati con la sensazione di gelo che avverto dietro il collo.

Sollevo timidamente gli occhi, sperando con tutto il cuore che sia April, Trey, Corinne o chiunque altro. Mi andrebbe bene anche Ron, Dean, Lavanda o Calì. Ma che dico, mi andrebbe bene anche Lord Voldemort in persona.

Non sono stata mai fortunata con le preghiere.

I suoi occhi mi scrutano freddamente, soggiunge solamente un: “Granger…”.

Sussulto, rabbrividendo, ed impercettibilmente stringo Serenity per ricavarne il calore che ora mi manca e che mi scivola dal corpo, disperdendosi come in una rovinosa entropia. Gli occhi mi si annebbiano in un secondo, il mio cognome che rimbomba nelle orecchie, permeato dell’odio che ci ha calcato sopra con decisione.

Non è la prima volta, no? Già, ma è la prima volta che fa male.

Alzo il mento, guardandolo fisso negli occhi. Il suo volto cambia espressione solo per un secondo, bruma confusa negli occhi, poi ritorna una maschera indurita dal risentimento.

“Draco…” sussurro, superandolo.

Con la coda dell’occhio, lo vedo restare immobile per qualche attimo, la mano incerta poggiata sulla maniglia della porta del bagno. Io mi siedo sul letto, pronta a vestire Serenity, silenzio ovattato dai miei pensieri. 

Qualsiasi cosa accada, io, mio malgrado, non saprò dire più null’altro che… Draco…

Guardo la sua schiena, mentre mi dà ancora le spalle, ancora immobile.

Ti prego, dimmi qualcosa… qualsiasi cosa, Draco… io non voglio andarmene così. Quattro settimane sono così lunghe… ma in realtà saranno brevissime. Passeranno come un soffio, e non ci vedremo mai più.

Mi eviterai ancora se verrò a vedere Serenity?

Ti eviterò ancora se passerò a prendere Seth?

Ci eviteremo per sempre? Codardi, non sapremo mai risolvere questo nodo tra di noi? Io non voglio amore, non lo voglio.

Voglio solo che ti giri e mi chiami Hermione. È la sola cosa che desidero al mondo. È la sola cosa che ho davvero desiderato nella vita.

Ti prego, girati… e chiama il mio nome… è così… bello… quando lo dici tu…

La sua mano indugia sulla maniglia, poi la spinge con risolutezza, entrando.

Abbasso gli occhi.

Non sono stata mai fortunata con le preghiere.

 

 

“Wonderland?” chiedo con una punta di disappunto, arricciando il naso “Originale come nome per un parco divertimenti…”.

Poggio l’evidenziatore giallo con cui stavo studiando il paragrafo del giorno, la Legge contro lo sfruttamento delle creature marine a scopo di lucro, e guardo Seth con nervosismo. Ho un sacco di pagine da studiare oggi, e lui ciancia su giostre e montagne russe.

“Non è che lo devi pubblicizzare e lanciare oltreoceano…” mugugna Seth “Dovremmo solo andarci… oggi, per precisione…”.

“Fossi matta, ho un macello da studiare…”.

“EDDAI!!”.

“Ma non sarai un po’ cresciutello per i parchi divertimento?!” borbotto innervosita, guardandolo storto.

“E tu non sarai un po’ troppo acida per avere solo ventitre anni?!” mi risponde a tono Seth, incrociando le braccia.

“Andiamo Seth…” imploro con un sospiro “Ho già ringraziato mentalmente Dio che oggi non abbiamo tanto da fare…” e getto un’occhiata eloquente alla sala deserta.

“Ma dai, studierai domani! E poi è per Serenity, mica per me!” mugugna quella sottospecie di animale lamentoso “Si annoia, povera piccola…”. Ed ovviamente mi lancia uno di quegli sguardi tipici di un cucciolo abbandonato sotto la pioggia che ti fissa mentre stai mangiando un succulento hamburger.

Già so di essere pronta a cedere, in fondo non ci stavo comunque capendo nulla del paragrafo in questione. E so che domani, essendo mercoledì, il giorno di chiusura, ho tempo per rifarmi.

Va bene tutto… ma ci sarebbe un punto da chiarire…

“Seth…” esordisco, guardandolo fisso negli occhi “C’è una cosa che mi preme chiarire…”.

Lui, incuriosito dal mio tono, si avvicina, sedendosi accanto a me e sporgendosi verso il mio viso: “Dimmi”.

Respiro profondamente per poi dire tutto d’un fiato: “Io non posso venire se c’è Danny… ti prego, Seth, non mentirmi, dicendomi che non c’è per poi farmelo trovare…”.

Seth sgrana gli occhi, colpito, per poi distogliere bruscamente gli occhi da me. È la prima volta, da quella volta in camera mia, che parlo di Draco con lui.

Quando Seth torna a guardarmi, come sempre, ha nascosto sotto mari di luce opalina la tristezza che solo per un attimo gli aveva velato lo sguardo. Con un sorriso, mi chiede in un sussurro: “Che è successo, Herm? Ne vuoi parlare?”.

Sorrido, so quanto gli costa chiedermi di parlarne. Ma mi vuole bene e l’ha fatto lo stesso… grazie Seth…

“Non tantissimo…” dico sinceramente, anche perché sarei davvero una sadica bastarda. Lo vedo rilassare la tensione che gli aveva preso le spalle, e guardarmi intensamente.

Gli occhi bassi, ho solo la forza di aggiungere: “Tra me e Danny le cose vanno male… molto… e dubito che miglioreranno. Forse peggioreranno ancora… quindi, preferisco non restare con lui più del dovuto… spero che tu capisca…”.

“Certo, tesoro… figurati…” mi dice comprensivo, accarezzandomi la schiena “Danny e Summer sono fuori… non so dove siano andati, ma non torneranno mai in tempo per accompagnarci… saremo solo io, te e Serenity… ti va?”.

Annuisco con il capo, sollevata. Se si tratta solo di loro due, allora non ci sono problemi.

“Ok, allora nessun problema…” sorride Seth, poi il suo sguardo si rannuvola per un attimo, giada grigia. Abbassando lo sguardo, mi chiede se può chiedermi una cosa. Annuisco sospettosa.

“Non voglio spiegazioni… e dopo questa domanda, non ce ne saranno altre, Herm…” mi dice, guardandomi seriamente. Stona così tanto quell’espressione con il suo viso che mi costringo al silenzio, acconsentendo solo con il capo.

Poggia la sua mano sulla mia, sospirando: “E’ per questa cosa con Danny che vai via?”.

Sgrano gli occhi, colpita dalla schiettezza della sua domanda, ed immediatamente il mio cuore manca un battito. Certo che è per questo, vorrei rispondere… l’odio era così maledettamente rassicurante, Seth. Odiavo Draco e tutto mi sembrava facile, anche lavorare con lui. Allora probabilmente non mi sembrava così… ma ora so che vivevo in uno stato di grazia… ora che invece non solo non lo odio, ma addirittura sento qualcosa per lui… qualsiasi cosa sia… io… non posso permettermela…

Questo vorrei dire.

Confessare come sulle pagine di un diario il mio tormento nascosto, riversare lacrime che non verso e spasmi che non ammetto.

Ma Seth non è un foglio di quaderno, non ha l’anima di carta stampata a caratteri in rilievo.

Seth è un ragazzo. Seth è un mio amico. Seth è innamorato del ragazzo che io, a mio modo, disperatamente vorrei. Anche solo per uno stupido bacio. Ed urlare il mio dolore a lui, sarebbe come prendere il suo cuore e calpestarlo.

Strano a dirsi, ma tra noi la fortunata sono io.

Di questo strano sentimento, io almeno un bacio l’ho avuto. Un bacio maledetto che mi ha strappato l’anima in mille coriandoli di velluto.

Ma l’ho avuto.

Mentre Seth… quella dolceamara soddisfazione non l’avrà mai…

Quindi, come quasi sempre quando c’è di mezzo l’amore e tutto quello che c’è attorno, una bugia vale più di mille verità.

“Certo che no…” sbotto scandalizzata, guardandolo storto “Ti pare che gli darei questa vittoria a quell’idiota?!”.

Lui mi guarda con un sorriso tra il rassegnato ed il sollevato, e so di aver detto la cosa giusta. In fondo, tra poco, questa maledetta storia sarà terminata e con Seth non ci saranno più segreti o cose non dette.

Seth mi dice che dobbiamo prendere la navetta per Wonderland alle undici precise alla fermata della metropolitana e quindi mi ingiunge di andare immediatamente a prepararmi, penserà lui a vestire Serenity. Poi, mentre mi sto per alzare, dice una frase strana che mi fa voltare, storcendo le labbra: “Che hai detto?”.

“Ho detto solamente…” esordisce lui alzando gli occhi al cielo “… che è meglio che mi prenda io i rimproveri di Danny per la cura di Serenity che tu… con la situazione tra voi, un nonnulla può far rimpiangere un bel fungo atomico su tutto il Petite Peste…”.

“Perché, scusa, mi avrebbe rimproverato per come curo Serenity?!” urlo arrabbiata, quest’altra ci manca e lo prendo a testate!

Seth si gratta la testa interdetto e mi chiede se non avessi sentito nulla stamattina.

Nego con il capo, incrociando le braccia, e lui mi spiega che Draco ha iniziato ad urlare per l’orribile odore del bagnoschiuma che avevo usato per Serenity, dicendo che faceva vomitare e che solo abbracciare la piccola gli faceva venire mal di testa.

Sospiro disgustata: “Cavolo un bagnoschiuma alla ciliegia era! Mamma mia… che idiota… d’accordo, vestila tu Serenity!”.

Ringrazio Dio che almeno io, per evitare il casino del locale di mattina e le voci starnazzanti di Summer e Seth che litigavano per qualche motivo, mi ero sparata i Linkin Park a palla nelle orecchie, mentre studiavo, preferendo la voce del cantante ai loro gentili colloqui.

Altrimenti era la volta buona che lo uccidevo… pure Serenity mi vuole togliere, accidenti a lui!

E poi che cavolo c’è da lamentarsi di uno stramaledetto bagnoschiuma alla ciliegia?! È da bambina! Insomma che la dovevo lavare con il suo invitante bagnoschiuma al pino silvestre?!! La prossima volta chiederò quello di Summer, made in Christian Dior, per compiacere il suo delicato olfatto… ma andasse a quel paese…

Salgo decisamente innervosita al piano di sopra, spalancando con un calcio la porta dell’appartamento, e mi affretto a cambiarmi, gettando i miei vestiti sul letto ed indossando di malagrazia quelli nuovi, una semplice camicia azzurra ed un paio di short kaki.

Sì, da quello che avete capito precisamente, so diventare molto disordinata se molto nervosa!

E Draco Malfoy ha la capacità di rendermi una furia, quindi insomma un concetto abbastanza più ampio del mero nervosismo.

Mi spazzolo i capelli, completando il tutto con una fascia che trattenga la mia zazzera incolta, e usando solo un velo di cipria e di mascara. Chissene, tanto oggi più che fare la babysitter a Serenity e Seth non farò, mio malgrado. E poi i parchi divertimento, cavolo… ragazzini con le mani sporche di zucchero filato che corrono come tarantolati, mascotte cretine che tratterebbero anche un novantacinquenne come un moccioso desideroso di avere uno stupido cane palloncino e famiglie esaurite che non fanno altro che urlare, per non parlare di attrazioni acquatiche dove ti inzuppi dalla testa ai piedi, riducendoti ad una candidata perfetta per il concorso di Miss Maglietta Bagnata.

Sai che divertimento!

Dean li adorava quei posti, ma io mi ero sempre erta insormontabile, dicendogli che non se ne parlava. Lui faceva l’aria da cucciolo ed allora mi piegavo semmai a vedere una maledetta partita di calcio, ma sempre meglio di un odioso parco divertimenti.

Lui metteva il muso, diceva che ero poco elastica  e poi accettava, facendomi un largo sorriso e stringendomi in un abbraccio.

Dean… che strano che ogni tanto ci continui di nuovo a pensare… probabilmente perché, di fronte a questi nuovi… sentimenti… maledico sempre quell’errore, fatto in metropolitana, che mi portò qui… qui, lontano da lui…

Ora magari, sarei con lui in Francia, avrei trovato un lavoro e mi sarei anche innamorata di lui.

Sì come no… sveglia Hermione… ancora ci credi a sta favoletta?

Mi siedo sul letto, la testa piegata a fissarmi le ginocchia.

Chissà che fa adesso, in Francia… lo immagino che cammina impettito come sempre, nelle strade di Parigi, per le mani buste griffate, un perenne sorriso sul viso. Guarda il cielo, pensa un secondo a me, abbassa lo sguardo e poi accende gli occhi luminosi alla ragazza bionda che lo ha appena fissato languidamente. Mi viene curiosamente da ridere, immaginandomelo con quell’aria da playboy che assumeva sempre.

Per favore, prenditi cura di te stessa, ora che io non posso più farlo…

Questo mi ha detto… mi sollevo piano, raggiungendo il mio comodino. Apro un cassetto e, sotto qualche maglietta, compare luccicante, come l’avevo lasciato, il braccialetto di Dean, quello con le mie iniziali. Lo soppeso tra le dita per qualche istante, prima di indossarlo. In fondo le iniziali sono le mie… ed in fondo Dean, nonostante tutto, è rimasto un bel ricordo. Effettivamente, è come indossare un bel ricordo.

Mi stendo sul letto nuovamente, un braccio piegato sugli occhi a proteggermi dalla luce del sole.

“Dean… “ sussurro con un filo di voce alle pareti della mia stanza “Vorrei tanto sapere se prima o poi potrò smettere di farlo… di prendermi cura di me stessa… un giorno, vorrei tanto che qualcuno lo facesse per me…”.

Io mi sono presa cura di Ron. E di Dean. E a loro modo anche di Harry e Ginny.

Qualcuno, un giorno… si prenderà cura di me?

Sono così stramaledettamente stanca di… essere forte…

Ma fino a quel giorno, io, nel bene e nel male, mi dovrò alzare sempre. Continuare ad andare avanti, sorridendo.

Nonostante riconosca che non so quanta forza sia rimasta in questo corpo, nonostante sembra che il mio cuore si sia fatto di pastafrolla…

Nonostante questo… andrò avanti. Come sempre. Fosse anche per forza d’inerzia.

Perché non sopporterei l’onta di cadere. E forse anche perché non so vivere in modo diverso.

Non saper vivere in modo diverso. Non saper pensare a cose diverse. Non saper dare cose diverse.

Il mio cuore si ferma.

Stringo il lenzuolo tra le dita, spalancando gli occhi contro il sole. Draco…

Si sovrappone il mio pensiero al suo. Ricordo le mie parole crudeli di quella sera, le sue spalle serrate, i suoi occhi sconvolti. Stamattina il sussulto al suo nome…

…lui… forse, non mi può dare quello che cerco. Qualsiasi cosa essa sia.

Ed è così assurdo che mi sia venuto in mente solamente adesso.

Quello che cerco… in fondo… è… che lui smetta di essere forte… e che lasci che mi prenda cura di lui…

Qualcosa che rivolterebbe dalle fondamenta tutto quel mondo che, nonostante tutto, lui deve continuare a difendere.

Perché è la sola cosa che ha.

La sola cosa che gli consente di restare in piedi.

Ed appoggiarsi a me, anche solo per un istante, ammettere di essere fragile… non potrebbe più tornare indietro.

Mi porto le mani scioccata alla bocca, chiudendole in un soffio, una lacrima che si affaccia a rimirare la mia stupidità.

La stupidità che si riflette anche nel mio ultimo scioccato pensiero… possibile che… anche per lui… sia lo stesso che per me?

 

 

“Fammi capire…” dico arrabbiata, tamburellando le dita in modo isterico sullo stipite della porta “… io nella tua testa bacata ora che cosa dovrei fare?! Mutilarti, no?!”.

Seth si contorce su sé stesso, mugugnando: “Non è una tragedia, insomma…”.

“Infatti…” accondiscendo con tono materno, sorridendo in modo mellifluo “Effettivamente questa situazione assume maggiormente la connotazione di catastrofe…”.

“Ma dai! Non esagerare come sempre!” cerca di difendersi Seth, guardandomi persino scioccato, ma la sua faccia testimonia l’esatto contrario del suo ostentato disinteresse. Se la sta facendo sotto. Ed ovviamente ora cerca di scaricare la cosa su di me.

Sospiro stancamente, guardando l’orologio. Le undici meno venti. Serenity, ignara di tutto, nel passeggino batte le manine continuamente, sicuramente contenta della prospettiva di andare nel “paese delle favole”, come le ho descritto il parco divertimenti. Peccato che poco prima di uscire, Seth si sia accorto che non aveva i biglietti… e, fin qui, la cosa potrebbe anche essere accettabile. Nel senso, l’avrei riempito di male parole, l’avrei preso a sberle ed avrei consolato Serenity, portandola al parco giochi a giocare con quegli orribili animali di plastica colorata che si possono cavalcare, cosa che lei tutto sommato avrebbe anche adorato, che avrebbe portato via solo un’oretta, consentendomi anche di tornare a studiare, anticipandomi molto della mia mole di lavoro.

Ma invece no… Seth non li ha dimenticati, non li ha lasciati nei pantaloni che ha messo in lavatrice, tantomeno li ha gettati per sbaglio.

No… li ha lasciati sulla scrivania della camera di Draco…

Come noi, lui non può entrare nella camera del supremo signore del Petite peste. Eppure, l’altro giorno, era entrato per una questione di vita o di morte… non so che cosa sia ovviamente, e dubito che i concetti di urgenza di Seth saranno mai i miei.

Fatto sta che è entrato, ha detto sta dubbia cosa a Draco e gli ha anche chiesto, già che c’era, se voleva venire a Wonderland.

Li ha mostrato i biglietti, ma Draco ha detto di no, dicendo che aveva da fare con Summer, ma mentre ficcanasava su cosa dovessero fare Malfoy e la sua fidanzata, aveva dimenticato di farsi ridare i biglietti. Ora suppone che siano ancora lì.

Ma il peggio è che, ora, invece di flagellarsi con una frusta a nove code ed implorare perdono dalle schiere angeliche, lui sostiene che dovrei andarci io in camera di Malfoy!

“Tu sei scemo…!” urlo con tutto il fiato che ho in gola “Come cavolo te ne esci?! Contrariamente a te, io non sono un’autolesionista… non mi piace il masochismo… e nemmeno bramo suicidarmi!”.

“Ma dai, Danny non c’è nemmeno in casa…” piagnucola lui “E se capisce che ci sono stato io daccapo in camera sua, davvero che mi licenzia… tu almeno te ne vai in ogni caso…”.

“E certo!” lo contraddico “Per questa ragione, io dovrei prendermi tutti i suoi rimproveri! Non volevi che mi occupassi di Serenity e ora mi vuoi spingere nelle fauci del lupo?!”.

“Ma è una questione di vita o di morte!”.

“E dalle!”.

“Non mi dire che non sei curiosa di vedere la camera di Danny?” cerca di allettarmi con una lieve gomitata insinuatrice.

Ovvio che sono curiosa… ma non sono poi così curiosa tanto da affrontare la morte per direttissima.

“No” nego incrociando le braccia.

“Bugiarda!” si lamenta lui, poi decide di sfruttare un’altra carta: “Io non ci vado… quindi nessuno ci andrà… quindi Serenity resterà mortalmente delusa…guarda che bel faccino!” e prende in braccio la piccola dal passeggino, mostrandomela con aria afflitta. La bambina continua a ridere contenta, divertita dal nostro battibecco, mentre ballonzola nelle mani di Seth.

Gliela strappo di mano, rimettendola nel passeggino, urlando ancora che non se ne parla nemmeno.

“Uffa! Ma insomma… ti lasci dare ordini da lui?!” tenta Seth per l’ultima volta.

“Io non mi faccio dare proprio ordini da nessuno, che dici!”.

“Invece sì!” urla ancora, agitando le braccia, poi, imitando goffamente una voce femminile, inizia a squittire: “Danny mi ha detto di non entrare quindi io me ne sto buona buonina a cuccia. Sì, così un giorno Danny mi sposerà e vivremo nella casetta delle Barbie… io ho tanta paura di Danny! Mi metto lo smalto rosa shocking sulle unghie dei piedi!”.

“Dannazione!” mi metto ad urlare, gettandogli contro il volantino della serata in stile Michael Jackson delle settimane prossime. Lui frigna ancora un po’ con quella orribile voce da sorcio, quindi mi affretto a replicare: “Va bene, accidenti a te!”.

Ritorna normale in quattro secondi netti: “Grazie, sapevo di poter contare su di te! Stai tranquilla, Danny non se ne accorgerà mai…”.

“E se non se ne accorgerà mai, allora, non potevi farlo tu?!” inveisco nervosa, guardandolo storto. Lui si limita semplicemente a sorridere sornione, fingendo di non aver sentito, mentre fa giocherellare Serenity.

Ma tutte a me dovevano capitare!

Persino il Protocollo 3 bis di riforma dell’Uso della Magia per legittima difesa sarebbe stato meglio! Ma se io me ne stavo bella tranquilla a studiare!

Salgo le scale con il passo di un serial killer, la faccia scura e le mani artigliate attorno al corrimano, continuando a borbottare improperi all’indirizzo di Seth, fino a quando arrivo davanti alla tanto temuta porta. Deglutisco un paio di volte, se Draco mi vedesse altro che licenziarmi… ingoio l’amaro boccone della paura.

Da Auror, so di aver affrontato cose peggiori, che diamine! Ed infatti la mia mente ed il mio orgoglio mi dicono che non dovrei spaventarmi per una sciocchezza simile ed anzi dovrei spalancare la porta della camera di Malfoy con dispetto e farne risuonare il rumore fino a dove si trova lui, sfidandolo poi a farmi qualcosa.

Tanto quello più che sibilare insulti che altro mi potrebbe fare?

Ma, invece, dentro davvero provo paura all’idea di aprire quella porta. Non per la reazione di Draco… ma per quello che c’è dietro quella porta.

Come se mi trovassi ad aprire un vaso di Pandora che non so che cosa contiene. Ok, d’accordo, non penso che ci sia niente di così strano, se anche Seth è entrato senza problemi… e non penso nemmeno che, qualunque cosa ci potrebbe essere da nascondere, Draco la terrebbe in bella vista. Inoltre, il suo divieto potrebbe solo per privacy, per restarsene da solo a pensare ai fatti suoi…è perfettamente il tipo da trascorrere ore in solitudine e di intimare divieti per non vedere infranta la sua tranquillità.

E poi con Seth nei paraggi, innamorato perso di lui, probabilmente anche io avrei fatto lo stesso.

Eppure non riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione.

Resto per qualche istante con la mano bloccata sulla maniglia della porta, il sudore gelido che mi inzuppa la schiena. Resterò solo qualche secondo, non mi devo preoccupare, non toccherò nulla a parte i biglietti e non mi guarderò nemmeno attorno; Draco non se ne accorgerà mai. In fondo sono sempre un’ex Auror, no? Di perquisizioni in incognito, ne ho fatte a decine. Sono anche abbastanza cauta ed agile se mi ci metto. Mi chiamavano il felino di Worcester… Worcester perché, quando mi addestravo, avevo sempre la fissa di mangiare le patatine con la salsa Worcester, contrariamente a quanto ci era prescritto, ed un giorno poi che ce l’avevano vietata espressamente, io… ma a che cavolo sto pensando?!

Deglutendo ancora, abbasso la mano sulla maniglia della porta che si apre immediatamente con un cigolio, tipo film dell’orrore.

Iniziamo bene, quasi quasi mi auguravo che fosse chiusa a chiave invece… effettivamente è un po’ contradditorio che la lasci anche aperta, poi. Bah…

Faccio qualche passo, la stanza è completamente avvolta nella penombra, rotta solamente da qualche raggio di luce proveniente dalla serranda abbassata, esattamente come la prima ed unica volta che ci ho messo piede, quando Draco mi trascinò per le scale quando ci rivedemmo, pensando che fossi venuta per un’indagine su di lui.

Sembrano passati secoli… quasi come se temessi che la porta si chiuda alle mie spalle, non lasciandomi più uscire, la accosto solamente, rendendo la stanza ancora più buia di quanto già non fosse. Mi muovo piano, tenendomi attaccata al muro, alla ricerca dell’interruttore della luce ma non lo trovo.

Maledizione!!!

Le mie maledizioni aumentano quando urto qualcosa, causandomi un dolore lancinante al piede, cosa anche trascurabile alla luce dell’enorme fracasso che ho provocato. Qualcosa sembra essere caduto e rovesciato, ho avvertito un tonfo e altri rumori. All’anima di Seth!! E pure alla salsa Worcester!

Per fortuna, perlomeno, nella mia enorme sbadataggine ho urtato proprio la scrivania di Draco, quindi adesso sono in grado di avanzare a tentoni alla ricerca di una lampada che mi sembra di ricordare sia su di essa. Trovo con sollievo l’interruttore e lo premo, una lieve luce bluastra avvolge le ombre della stanza che si fanno più minacciose attorno a me.

La stanza semi-illuminata non mi fa vedere granché dei grandi misteri di Draco Lucius Malfoy, sembra una stanza come tante altre. Mura bianche che sembrano appena stuccate, lampadario bombato di ferro e vetro, un letto singolo con una trapunta vagamente rossa, la culla di Serenity avvolta da tulle rosa e giallo.

Niente di strano, quindi.

Nessun quadro alle pareti, nessuna fotografia incorniciata, nessun segno effettivo che questa stanza sia viva… non morta.

Getto uno sguardo distrattamente curioso alla scrivania; a parte i biglietti per Wonderland, lasciati qui da Seth e che subito mi affretto a mettere in tasca, non c’è nient’altro di particolare. Fogli di carta che riportano colonne di dati e cifre, un portapenne, un block notes verde.

Niente, insomma… deduco che sia la privacy a far vivere Draco come un segregato.

Qualsiasi cosa nasconda, non è nella sua stanza.

Sto già per uscire, quasi sollevata, quando urto qualcosa con il piede. Abbasso lo sguardo, intuendo che deve essere la cosa che ho fatto cadere prima involontariamente.

Una scatola rossa. Una scatola rossa di cartone.

Doveva stare sulla scrivania, evidentemente. Meglio rimetterla a posto. Alla faccia del felino di Worcester! Assomiglio più al pagliaccio di McDonald’s…

Mi chino a raccoglierla, il coperchio è scivolato di lato, ma non riesco a vedere il suo contenuto. Nell’oscurità sembra un enorme buco nero e mi fa quasi paura; non ne sono incuriosita, la rimetto a posto e basta. E me ne vado di qui.

Sollevandomi, lo spostamento d’aria dà alito a qualcosa, dolce come l’eco di un ricordo. Un… profumo che, all’inizio, fatico a riconoscere.

Lo sguardo vigile come quando ci si concentra, cerco di ricordarmi dove l’ho sentito.

Poi… il cuore mi salta in gola…

Ciliegia.

L’odore penetrante ed intenso della ciliegia, solo leggermente soffuso dalla scatola chiusa. Lo sento espandersi leggero, ostaggio di un tempo lontano, e quasi stagnare sulle pareti, come se respirasse tutto attorno a me.

“Cavolo un bagnoschiuma alla ciliegia era! Mamma mia… che idiota… d’accordo, vestila tu Serenity!”

Sgrano gli occhi, la scatola ancora nelle mani. La scena inspiegabile di stamattina… l’odore della ciliegia che ha sentito su Serenity... gli ha dato fastidio…

Forse gli ricordava questo…

È più forte di me poggiare la scatola sotto il cono di luce della lampada e guardarci dentro, il buco nero che ormai avviluppa la sua oscurità attorno alle mie membra, impedendomi di andare via, catturando ogni raggio di luce attorno a me. Imponendomi di restare… e di guardare…

Le mani sono fredde e mi tremano, anche se non capisco perché. Dentro alla scatola, il profumo della ciliegia che quasi mi fa impazzire, ci sono solo pochi oggetti.

Tutti diligentemente conservati e riposti con cura.

Tocco la superficie liscia di un qualcosa di morbido ma compatto, ed estraggo una piccola agenda rossa. La soppeso nelle mani, la data impressa in copertina a caratteri dorati è di tre anni fa. Perché conservare un’agenda di tre anni prima?

A disagio, spostando il peso da un piede all’altro, alla fine la apro, sfogliando le pagine delicatamente, quasi come si trattasse di una reliquia.

La prima pagina reca una scritta in rosso brillante… il nome del proprietario. Come immaginavo, non è né Danny Ryan, né tantomeno Draco Malfoy.

Ed è una fitta dolorosa che avverto dentro, la nego immediatamente, anche se comunque non posso smettere di provarla.

Rachel Leigh.

Rachel Leigh… l’agenda è di una tale Rachel Leigh. Non è un nome magico, decisamente. Non ho mai sentito parlare di una famiglia, purosangue o no, che si chiami Leigh. Ed insomma tra maghi, più o meno si sa a che famiglia si appartenga.

Quindi una babbana…

Razionalmente questo riesco a pensare, il mio spirito pratico che tenta di prendere il sopravvento.

Eppure, l’eco di quel nome si ripete nella mia testa, facendo crepitare un pensiero che diventa sempre più grande, minuto dopo minuto.

Un pensiero tutto sommato ovvio, ma che mi sento in dovere quasi di chiarire a me stessa.

È il nome di una donna. 

E già, questo dovrebbe bastare a farmi fermare.

Ogni uomo che conserva un’agenda di tre anni prima di una donna, potrebbe farlo solamente per un motivo.

Eppure, la stessa smania di sapere che spesso mi è tipica, mi rende quasi feroce. Mi sento come quel giorno di tanti anni fa, mentre leggevo il rapporto sulla fuga notturna di Ron da Lavanda. So che probabilmente leggere equivale a soffrire, e potrei evitarlo, facendo finta di niente.

Ma so che non lo farò mai.

E mi rassegno al fatto che inevitabilmente finirò a breve per maledire questa foga.

Sfoglio le pagine velocemente, quasi maltrattandole, trovando solo impegni annotati dalla stessa mano femminile. Ci sono molti nomi di riviste di moda, Vogue, Vanity Fair, Cosmopolitan, accompagnati dal nome del fotografo e del truccatore del giorno.

Una modella… babbana, ovviamente. 

E quel qualcosa dentro continua a sbriciolarsi, inesorabilmente, polvere rosso sangue che si disperde come in una tempesta di sabbia, annebbiandomi gli occhi.

Non so cosa sia… terremoto che mi scuote i sensi sapere che, nella vita del purosangue Draco Malfoy, c’è stata un’altra babbana.

D’accordo, ora c’è Summer.

Ma lei non mi ha mai dato di una persona che, nella vita di Draco, poi, conti così tanto, nonostante tutto.

Questa donna, invece… questa… Rachel…

Appartiene a quelle categoria di donne di cui conservare un’agenda a tre anni di distanza, una categoria che, per un uomo, conterà in tutta la vita al massimo un componente.

E, da quest’agenda, emerge solo che donna impegnata e bellissima dovesse essere.

Mi mordo inquietamente il labbro inferiore, con nervosismo, immaginandone il volto. Se già Summer è bellissima, figuriamoci questa Rachel che troneggia in una scatola indimenticata ed indimenticabile. Goffamente, incrocio il mio riflesso disordinato e poco curato nel vetro della lampada da tavolo.

Come se avessi bisogno di guardarmi per sapere che…

Dio, stava con una modella… me la raffiguro nella mente con lunghissimi capelli biondi, occhi azzurri circondati da ciglia nerissime, sorriso angelico, corpo da favola. Tutto il contrario di quella che sono io… intimamente sento quasi una spina di vergogna per ogni momento in cui mi ha guardato, in questi lunghissimi giorni.

Deve avermi soppesato con lo sguardo, notando solamente tutti i miei difetti, enormi in confronto a quelli inesistenti di Rachel o di Summer.

Io che esco dal bagno, senza asciugarmi i capelli.

Io che vado a passeggiare, sempre con gli stessi jeans.

Io che mi mangiucchio le unghie, senza lo straccio di una manicure.

E potrei continuare… la scena della maglietta da calcio, la prima sera che sono stata qui; il coma di quindici giorni; la sera in terrazza con le ciabatte rosa.

Non ci posso pensare… per non parlare poi del giorno in cui mi ha baciato… doveva avere una paura matta per osare farlo.

Ancora sono così dannatamente sbagliata che vorrei non aver mai lasciato traccia nei suoi occhi.

Vorrei che non mi avesse mai guardata, nemmeno per un attimo…

Scivolo senza volere a sedere per terra, le gambe che non mi reggono più in piedi, ogni cosa che scopro di lui è un ulteriore argine a me, un monito a restare lontana, un campanello d’allarme che trilla senza sosta.

Sempre di più… devo andarmene via da qui… prima che davvero io non possa più tornare indietro…

Ora posso ancora farlo. Tra poco… quando sarò… innamorata… non potrò più. Quando un altro particolare di lui si sarà conficcato nella mia anima, aprendomi un ancora più profonda crepa nel cuore, io accetterò qualsiasi compromesso, umiliazione, mediazione, sofferenza, bugia o dolore per restare un solo secondo, ancora qui.

Con lui.

Che sarà sempre lontano da me, anni luce.

Quasi per darmi ancora quel necessario dolore, continuo a frugare nella scatola rossa, ciliegia amara che mi annebbia la testa. Poggio l’agenda dentro, estraendo poi una serie di fotografie legate assieme da un nastro rosso. Ancora rosso. Rosso come la scatola. Rosso come ciliegia. Rosso come l’amore dannato che mi sbatti in faccia.

Non tolgo il nastro per non rischiare di lasciare tracce.

Ma è una bugia… in realtà una foto basta ed avanza.

Eccola, Rachel.

Eccola, e già so che come sempre la mia mente aveva ragione.

Rachel sorride nella foto, ferma, immobile, come nelle foto babbane. Guarda fisso l’obiettivo, come se dietro di esso ci fosse la persona più importante del mondo, e non credo che c’entri il fatto che probabilmente è abituata ad essere fotografata.

Dietro l’obiettivo, c’è sicuramente Draco. Non so come, ma credo di saperlo da quando ho visto la foto.

I suoi occhi azzurri sono sereni, dolcissimi e chiari. E, curiosamente, ancora, io so che il loro colore preciso l’ho già visto.

Come sapevo che la loro sfumatura deriva dal guardare Draco.

Perché, quelli stessi occhi io li vedo da giorni. E so che diventano di quel colore, quando incrociano gli occhi grigi di Draco.

Sono gli occhi di Serenity.

Rachel deve essere la mamma di Serenity, della bimba dolcissima che tenevo poco fa tra le braccia, che mi chiama Mione e che ho ricoperto di ciliegia poco fa.

Questi occhi, gli occhi di Rachel, hanno avuto tutto quello che io non avrò mai.

Hanno trattenuto nei propri quelli di Draco, riempiendoli della luce che Seth erroneamente attribuisce a me.

Ed hanno plasmato quelli di una bambina meravigliosa.

Deve avere solo qualche anno più di me, credo sui ventotto o ventinove; indossa un vestito scuro che le lascia scoperte le spalle sottili ed abbronzate, appena celate dai capelli castano chiaro, lasciati sciolti e liberi, ma comunque assolutamente lisci. Non è truccata, eppure è permeata di quella perfezione che io non credo che conoscerò mai.

Una perfezione interiore, oltre che esteriore, ecco.

Serenità… come il nome che ha dato a sua figlia.

Sono sicura che Serenity sia sua figlia. Non so perché, ma lo so. Anche se avevo il sospetto che Serenity fosse una strega, visto il coinvolgimento di Harry, ora so che la normalissima Rachel sia sua mamma.

E l’altra cosa che, guardandola, non so perché suppongo, sia la connessione anche con Summer.

La forma degli occhi, le linee del volto, la regalità ed eleganza dei modi che traspare anche da una semplice foto… non sono cose comuni. Sono cose particolari che in pochi hanno. Tipo io no… e tutto di Rachel, mi dice di Summer. Forse sono parenti… e così Draco ha conosciuto Summer. Tramite Rachel.

Sono molto simili. Tranne per il sorriso.

Summer non ride nemmeno per sbaglio. Ed è fredda come il ghiaccio.

Rachel è un sorriso incarnato. Ed è rossa come il fuoco che spesso passa repentino negli occhi di Draco.

Sarai stata tu l’ultima che l’ha chiamato Draco? Vero? Ti ha raccontato tutto di sé, Rachel?

Scusami allora se, chiamandolo io così, ho tolto quella traccia di te.

Chissà dov’è adesso… se è davvero la mamma di Serenity, perché non è con lei? Con Draco?

Si saranno… lasciati? E perché allora non viene nemmeno a trovare la bambina? E con Draco, poi… perché sarà finita?

E…allora… Draco… è davvero il papà di Serenity?

Sono centinaia le domande che solo la visione di questa donna può provocarmi. Domande che, lo so, resteranno senza alcuna risoluzione, enigmi che lei, quasi come la sfinge, ha messo in me, lasciandoli a marcire irrisolti.

Mi porto stancamente la mano nei capelli, fiaccata dentro, come se avessi studiato mille pagine da assimilare e memorizzare. Appoggio stancamente la testa sulla cassettiera della scrivania, artigliandomi ad essa, le nocche che diventano bianche a furia di stringere.

Sollevo il viso, cercando la forza per finire questa perquisizione stupida che mi sono trovata a fare. Sotto le foto, legate assieme, c’è solo un'altra cosa.

Una cartolina di carta lucida che reca l’illustrazione di tanti piccoli fiori bianchi con la corolla aperta, il nettare giallo.

Curiosa, la volto ancora. La stessa mano dell’agenda, le stesse lettere allegramente cicciottelle, i stessi puntini accentuati su ogni i.

Solo poche righe, scritte ancora di rosso. Come se non si fossero già stampate a fuoco nella mia testa ed avesse bisogno di accentuarle.

Le leggo freneticamente: So che non sopporti le cartoline e che le trovi odiose ed inutili, ma insomma a questa non potevo resistere, non credi? Vienna è bellissima… ma con te sarebbe stata più bella ancora. Cerca di stare attento. Ci vediamo a casa. Rachel.

Nella parte dell’indirizzo, il destinatario è ovviamente Danny Ryan. Mordendomi il labbro, cerco di concentrarmi solo sull’indirizzo, che non è quello del locale.

Lancaster Road n76.

Non è lontano da qui. Draco viveva lì tre anni fa? Lei… Rachel… sarà ancora lì? Ha scritto, ci vediamo a casa, quindi forse vivevano assieme.

Ha scritto Danny… e allora non sapeva che lui, in realtà, è un mago?

E poi, facendomi un po’ di calcoli… se non ricordo male, ciò che mi disse Harry settimane fa, quando mi parlò di Draco… lui, alla fine della guerra, aveva vissuto un po’ come sé stesso, tanto che gli era stato teso un agguato. Aveva un posto al Ministero dove era rimasto per ben un anno e mezzo.

Quindi… tre anni fa, quando Rachel scrisse questa cartolina…

Danny Ryan ancora non esisteva.

Esisteva solo Draco Malfoy.

E allora perché c’è scritto Danny Ryan?

Possibile che Draco, per stare con lei, vivesse già una doppia vita?

Quasi posseduta, mi sollevo, rimettendo tutto nella scatola e risistemandola sulla scrivania, poi strappo un foglio dal block notes, annotandomi l’indirizzo che metto in tasca.

Non mi importa che sia strano, non mi importa. Io questa donna, la… devo trovare…

Liberarmi dell’ossessione di vederla, da oggi, per sempre, negli occhi di Serenity. E poi in quelli di Draco.

Se sei la chiave che Draco ha gettato in fondo al suo cuore, io ti afferrerò Rachel. Fosse anche per darmi un po’ di pace, fosse anche per scordarlo, per capire che pensa ancora a te… io lo farò.

Al momento farei di tutto per stare solo un po’ meglio.

E tu, questo, dall’alto del tuo paradiso dorato, popolato di tutto ciò che luccicante bramo con ogni fibra del mio essere, questo non me lo puoi negare.

No, dannazione…  almeno questo non mi sia negato.

Spengo repentinamente la luce e scappo fuori da quella maledetta stanza. La porta sbatte alle mie spalle, quasi intimandomi di tornare più.

Scendo le scale, correndo, la voglia nei piedi di mettere quanta più distanza tra me e la Rachel che ancora respira nella stanza di Draco, ma sento l’odore della ciliegia che mi prende persino i capelli, impregnandomi come un’esalazione nociva.

“Ce l’hai fatta!” mi urla Seth, appena mi vede, stringendo Serenity in braccio.

Respirando a fatica, distolgo lo sguardo dalla bambina, la cui immagine si sovrappone a quella di Rachel. Mi sento colpevole, ma non riesco a evitarmelo.

“Che è successo?” mi chiede Seth, preoccupato, avvicinandosi a me e poggiando una mano sulla mia guancia gelida.

“Nulla” mento, poi sollevo lo sguardo, puntandolo nel suo: “Seth, conosci Lancaster Road? Dov’è precisamente?”.

Lui sbatte le ciglia senza capire e mormora che è qui vicino, poi mi chiede curioso: “Devi andare da Summer?”.

“Cosa? No… che c’entra Summer, scusa?!”.

“Bè, Summer abita lì, no? È per lei?”.

Sgrano gli occhi. Il collegamento tra Summer e Rachel esiste davvero allora.

“Al civico 76?” chiedo con un filo di voce. Non faccio nemmeno finire Seth di annuire con il capo.

“Ascoltami, Seth…” dico trafelata, afferrando la giacca dall’attaccapanni ed infilandola alla bell’e meglio “Io devo fare una cosa prima… aspettami alla fermata della metropolitana… ok?”.

“Ma che cosa devi fare adesso?!” piagnucola Seth.

“Tornerò presto, te lo prometto…” sorrido, poi scappo via, spalancando la porta prima che mi dica qualcos’altro.

Corro fuori, il vento freddo che mi sferza il viso.

Sto arrivando, Rachel.

 

 

Taddadà, il nuovo capitolo! Questo può essere decisamente definito come un capitolo di transizione, in attesa che succedano delle cose molto più interessanti nei prossimi, quindi spero che non vi deluda…! Questo personaggio, come forse avrete intuito, sarà molto importante, anche se diciamo che è venuto fuori quando la mia storia era già bella che cominciata… quindi nel caso dovreste trovare o ricordare delle contraddizioni con quello che ho detto poi in seguito, non esitatelo a farmelo sapere, cercherò di risolvere!

Il titolo significa press’a poco “Rosa al sapore di ciliegia”.

Passo ai ringraziamenti:

Cygnus Malfoy: la mia cara Helder! Non ti preoccupare per i capitoli precedenti e per le mancate recensioni con questa ti sei abbondantemente rifatta! Ti ringrazio per i complimenti ed anche per avermi rassicurato sull’essere o meno IC dei miei personaggi, cosa di cui mi preoccupo spesso. La mia storia deve essere su Draco ed Hermione, non su due che hanno lo stesso nome ma poi non c’entrano nulla con loro! Quindi grazie!! Le risposte di Draco, al momento, sono il silenzio ma nel prossimo capitolo si muoverà qualcosa, promesso!! Un bacio!!

Nyappy: ciao!! Grazie dei tuoi complimenti! La differenza su attrazione ed amore era una cosa che mi premeva molto chiarire… e spero che anche in questo sia evidente che Hermione sì prova qualcosa, ma non è ancora amore! Grazie ancora!!

Seven: quanto aspetto le tue recensioni! Sono autentici capolavori!! Eheheh!! Allora partiamo dall’inizio; come hai giustamente sottolineato tu, Hermione è sempre lei, quindi è chiaro che ci metta molto per capire le cose. Per come la immagino io, è una che tende sempre a razionalizzare, a voler tenere le cose in ordine nella sua testa e, quando una cosa fa saltare quell’equilibrio, la teme e cerca di tenerla fuori, come sta facendo ora con Draco. Ma è anche chiaro che, nonostante lei lo neghi e cerchi di metterlo a tacere, sa perfettamente che ormai il biondino non le sta più indifferente… nei primi capitoli, basta che apriva bocca e si scannavano, ora le cose lentamente stanno cambiando… per Draco le cose sono meno evidenti, nel senso che lui non è così cristallino come Hermione, ma anche per lui le cose stanno cambiando, e quel voi che frappone tra sé e lei, è quasi l’ultima roccaforte che mette per difendere sé stesso, come se dicesse “Ma tu guarda io che penso ad una che è un’Auror, un membro dell’Ordine, eccetera!”. Cosa che, però, chiaramente la ferisce perché lei, proprio grazie a lui e al racconto della fine dei suoi, ormai non crede più in queste divisioni… per l’attrazione di Hermione per Draco, diciamo, che effettivamente anche essa è peculiare: non è che lei guarda all’involucro, ma ricorda quel bacio e notare come le sia piaciuto, la fa sentire confusa. I loro caratteri credo che si scontreranno sempre, alla fine, non sono persone fatte per andare d’accordo, ma si spera che si trovi un compromesso!! Eheheh!! Grazie ancora dei tuoi complimenti, davvero aspetto sempre le tue recensioni con ansia!! Un bacio!!

Baby_ san: ciao!! Tranquilla, basta che alla fine hai recensito!!:D grazie delle tue rassicurazioni su Draco, ne avevo davvero bisogno!! Un bacio!!

Vesper: evviva una nuova lettrice!! Grazie dei tuoi complimenti, mi hanno riempita d’orgoglio!! benedico il caso che ti ha portato a leggere la mia fic!! Eheheh!! I titoli dei capitoli cerco sempre di farli meno scontati possibili… e non ti sto a dire questo che fatica m’è costato!! Eheheh!! Spero che recensirai ancora la mia storia!! Un bacio!!

Emmettì: la mia cara MT!! Compagna di scorribande su L&L!! poveretta, che si è dovuta sorbire 16 capitoli tutti d’un fiato!! Effettivamente, quando ho riletto tempo fa i capitoli iniziali, mi sono accorta che la mia Hermione è un po’ nevrastenica e, come caratteristica, non credo che la perda mai… me lo giustifico mentalmente, dicendomi che un po’ anche l’Hermione originale sia tanto dolce di sale, anzi… e un po’ perché alla mia davvero è successo di tutto. Sono contenta che non ti sei fermata, comunque nel leggere, un’altra persona lo avrebbe fatto quindi un grazie triplo!! Ormai tutto il Petite peste è quasi un mio figlio adottivo, specie Seth…e tranne Summer… il suo rapporto con Draco sarà uno dei nodi di questa vicenda! E scoperto quello, tutto verrà di conseguenza!!:D anche se premetto che non sarà un bellissimo momento per Hermione!! Ti ringrazio davvero tanto!! Un bacio!!
saluti anche a chi legge e non recensisce!!

A presto Cassie chan!!

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Cassie chan