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Autore: Lady Numb    25/10/2009    1 recensioni
E se i Simple Plan non fossero una band famosa in tutto il mondo, ma solo cinque ragazzi alle prese con la normalissima vita di tutti i giorni? Questo è quello che ho immaginato io...Seb,Chuck,Pierre, Dave e Jeff alle prese con scuola, amori e tradimenti...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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We’re just kids (and the life is a nightmare)

 

 

DISCLAIMER:

 

Io non conosco i Simple Plan (e vi pare che sarei qui in caso? Risposta: ceeeerto che no... sarei fra le braccia di Sébastien, ovviamente… persa nei suoi adorabili occhioni blu... ok, la smetto subito... ^_^), in questa storia ho dato un’immagine di loro che non corrisponde, per quel che ne so io, al vero, tutto quello che leggerete è frutto della mia immaginazione e la mia storia non vuole in nessun modo offenderli o diffamarli in alcun modo.

Inoltre, come avrete modo di notare, per esigenze di “copione” ho livellato le età dei cinque ragazzi, mentre sono certa che tutti sapete benissimo che in realtà non hanno tutti quanti la stessa età...

 

Capitolo primo:

Coup de foudre

 

Ottobre 1997

 

Maya aprì la porta di casa e fu colpita in volto da una sferzata d’aria gelida: certe volte detestava profondamente vivere in Canada, specie se erano le otto di mattina di ottobre, tuttavia non aveva molta scelta, la scuola iniziava alle otto e mezzo ed era abbastanza certa che sua madre non avrebbe accettato come giustificazione per saltarla un banalissimo “ho freddo”.

Uscì dal suo giardino, evitando per un pelo di inciampare sull’ultimo gradino del vialetto, era decisamente troppo addormentata persino per camminare.

‘Buongiorno Maya!’.

La ragazza sobbalzò, a quell’ora di mattina e nel suo stato di coma profondo qualcuno che urlava nel suo orecchio sinistro era l’ultima cosa di cui aveva bisogno.

‘Pierre, non rifarlo mai più, sono stata chiara?’

‘Scusa...’ rispose lui, scompigliandosi i capelli dispiaciuto ‘Ricomincio: buongiorno Maya...tutto ok?’.

Lei sorrise, divertita: Pierre Bouvier era sempre il solito.

‘Tutto bene, grazie...tu?’

‘Benissimo, adesso...’ rispose lui, sorridendole.

‘Giorno Maya!’ urlò un’altra voce dietro di loro.

Maya era indecisa se sorridere o preoccuparsi alla faccia decisamente irritata di Pierre, ma alla fine decise di ignorarlo, in fondo ogni mattina era la stessa storia, nonostante il ragazzo sapesse benissimo che Chuck come sempre l’avrebbe aspettata in fondo alla via, lui continuava a sperare che l’altro non si presentasse, o per lo meno che una voragine si aprisse sotto di lui per inghiottirlo e lasciargli il campo libero con Maya: era infatti cosa nota che sia Chuck, sia Pierre avessero una cotta per Maya e fra di loro era in corso una battaglia senza esclusione di colpi.

‘Buongiorno a te Chuck...

‘Ciao Chuck’ disse Pierre, praticamente ringhiando, per far notare la sua presenza all’altro.

‘Pierre...’ rispose l’altro, più o meno con lo stesso tono.

‘Allora ragazzi, andiamo o facciamo tardi?’ chiese Maya per sciogliere la tensione.

‘Andiamo!’ rispose Chuck, iniziando ad ignorare Pierre come ogni mattina, indifferenza fra l’altro reciproca, e dirigendosi verso la scuola, rigorosamente a fianco a Maya, lui sulla destra, Pierre sulla sinistra.

La ragazza scosse la testa divertita: all’inizio era stato strano e anche abbastanza inquietante avere quella sottospecie di scorta tutte le mattine, ma alla fine ci si era abituata, anche se ogni tanto si chiedeva se permettere che quella situazione si trascinasse nel tempo non avrebbe reso più difficile di quanto già non fosse far capire ai due che per lei erano solo due amici, due carissimi, insostituibili amici, ma nulla di più.

I tre fecero il loro ingresso nel cortile della scuola e videro Laure, la migliore amica di Maya, dirigersi verso di loro.

Buongiorno mia adorata!’ la salutò allegra la ragazza ‘Pierre, Chuck, salve a voi...chiederei troppo se vi domandassi di lasciarmi sola con Maya? Ci sono punti che io e lei dobbiamo discutere in privato...

‘Nessun problema...ci vediamo Maya!’ disse Pierre, sorridendole.

‘Vi lascio...ciao Maya!’ rispose anche Chuck, allontanandosi seguito da Pierre, che aveva atteso che l’altro si muovesse prima di lasciare la ragazza.

Laure scosse la testa, perplessa.

‘Quei due sono terribili a volte...

‘In fondo sono teneri...quando non esagerano, ovviamente’ aggiunse subito Maya, vedendo la faccia scettica dell’amica ‘Comunque, cosa volevi dirmi?’ chiese poi curiosa.

‘Niente, era solo un modo per levarteli di torno...ho fatto bene?’

In effetti non è stata una cattiva idea, stavano giungendo alla fase dell’esagerazione, per restare in argomento...’

‘Oggi li incroci a qualche lezione?’

‘Solo a francese e inglese credo...’ commentò Maya, sospirando.

‘Credi che lo capiranno mai che non ce n’è?

‘Cielo, mi auguro di sì, non so più come dirglielo, imparerò appositamente una nuova lingua se necessario...

‘Già...però...’

‘Non provarci nemmeno Laure, non darò corda a Pierre solo perché ti faccia da tramite con David, sono stata chiara?’ la interrupe Maya cercando di suonare seria, ma in realtà era divertita, sapeva benissimo che Laure non voleva che lei lo facesse sul serio, anche se era innegabile che David Desrosiers, il migliore amico di Pierre, le piacesse moltissimo.

‘Ok, ok...io ci provo sempre, non si sa mai...’ rispose l’altra, rassegnata.

‘Perché invece di ammirarlo da lontano non provi ad andare a parlarci?’ chiese Maya, ridendo quando vide Laure diventare rossa come un pomodoro.

‘No...come minimo perderei l’uso della parola e farei una figura terribile...e poi se dovesse dirmi che non gli interesso la prenderei troppo male, mi conosci...fobia da rifiuto’

‘Non ti porterà lontano (non MI porterà lontano, ndLadyNumb)

‘Lo so, ma penso di poter sopravvivere...’ rispose Laure.

‘Certo...e adesso andiamo, che facciamo tardi’ disse Maya, sentendo la campanella suonare e trascinando una riluttante Laure verso la scuola.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Cielo, quanto può essere noiosa una lezione di storia?!’ chiese esasperata Laure, uscendo dall’aula dove lei e Maya avevano appena seguito una lezione sulla storia medievale inglese.

‘Ma dai, non era così male...affascinante, per certi versi...’

‘Tu sei da curare, e anche urgentemente...’ rispose Laure, osservando l’amica incredula.

‘Sei tu che non guardi il lato affascinante...e poi pensare che questi eventi storici hanno dato origine ai capolavori della letteratura medievale...’

‘Ok, frena Maya, sai che io odio la letteratura e vivo per la biologia’

‘Giusto, siamo due pianeti diversi’ concordò Maya ‘Adesso che si fa?

‘Innanzitutto si pranza perché sto morendo di fame, poi se ci resta tempo improvviseremo...ci vuole molta perdizione prima di letteratura francese...’

‘Facciamo cambio? Ho giusto biologia dopo pranzo...

‘Magari...mio Dio, cosa dovrebbe essere quella poltiglia?’ chiese disgustata Laure, vedendo l’area self-service della mensa, dove nel frattempo le due erano arrivate.

‘Non lo so e non lo voglio nemmeno immaginare, io opto per il solito panino’ rispose l’amica, dirigendosi verso il banco frigo, dove si trovavano i panini.

‘Sì...buona idea...’ rispose l’altra, seguendola.

Mmh...là,tavolo libero!’ disse Maya, dirigendosi a passo spedito verso il suo obiettivo e riuscendo a sedersi prima che il tavolo venisse occupato.

‘Tu sei la migliore, Maya...ottima posizione, in caso di incendio ci lanciamo direttamente fuori dalla finestra!’ osservò Laure, facendo riferimento alla porta finestra esattamente a lato del loro tavolo.

‘Evviva l’ottimismo...

‘Salve ragazze!’.

Laure trattene a stento una risata quando vide Maya alzare gli occhi al cielo: anche questa volta Chuck le aveva beccate.

‘Ciao Chuck! Bella mattinata?’ chiese infine Maya.

‘Non male, c’è di meglio...possiamo?’ chiese, infatti non era solo, bensì col suo amico Jeff.

‘Sedetevi pure!’ rispose la ragazza: in fondo c’era anche Jeff, Chuck non era soffocante come al solito quando c’era anche il suo amico e poi sarebbe potuto accadere di peggio, per lo meno Pierre non era in vista, quella sì che sarebbe stata una situazione complicata.

Ehy, Maya, possiamo unirci a voi?’.

Maya si maledisse mentalmente, mai, mai pensare certe cose se non si era assolutamente certi che fossero già sicure.

Prima ancora di voltarsi indovinò dalla faccia sognante di Laure che Pierre era con David e infatti vide entrambi i ragazzi dietro di lei.

Ma certo, sedetevi pure!’ rispose lei, allora i due si sedettero al tavolo, con grande disappunto di Chuck e di Laure, quando vide David occupare una sedia il più lontano possibile dalla sua.

Ehy, dopo ci sei a francese?’ chiese Pierre a Maya, ricevendo un’occhiata al fulmicotone da Chuck, dal momento che per fare la domanda si era inclinato verso la ragazza.

‘Sì, sempre che io sopravviva a biologia...’ commentò ironicamente Maya.

‘Io odio la biologia...’ disse Chuck, attirando l’attenzione di Maya su di sé.

‘Esattamente quello che volevo dire!’ rispose lei, ricevendo un calcio sotto il tavolo da parte di Laure.

‘Ahia! Laure!’

‘Tu insulti la mia passione, io reagisco...anche tu mi fai la ramanzina quando insulto la Battle of Maldon

‘Beh, scusa se mi permetto Maya, ma non si può amare la Battle of Maldon...’ intervenne Jeff, ricevendo cenno di ringraziamento da parte di Laure.

‘Non rispondo nemmeno, Jeff...voi non potete capire, anime inferiori...’ rispose Maya, ricevendo occhiate di pura adorazione da Pierre e Chuck, tanto che sia David, sia Jeff dovettero riportare alla realtà i loro amici, fra le risate sommesse di Laure.

‘Almeno lei non rischia di far saltare in aria la scuola con i suoi esperimenti azzardati, Jeff...’ commentò David, facendo ridere Chuck, mentre Laure era combattuta fra il ridere e il contemplare David.

‘Curiosità scientifica, Dave...qualcosa che a te decisamente manca...’ rispose Jeff.

‘Sarà...ribattè Dave, molto poco convinto.

‘Non sarà, è...giusto Laure?’ chiese Jeff.

‘Giustissimo Jeff!’ rispose la ragazza, battendogli il cinque: i due erano entrambi molto appassionati di scienze, Laure di biologia, Jeff di chimica ed essendo gli unici nel gruppetto improvvisato si davano man forte a vicenda.

‘Molto bene, voi continuate a giocare ai piccoli chimici, possibilmente a distanza di sicurezza da noi’ disse Chuck, chiudendo la questione, anche se gli sguardi di Jeff e Laure non promettevano esattamente pace.

In quel momento suonò la campanella e i ragazzi, seppure a malincuore, si alzarono, Maya si diresse a biologia, ovviamente scortata da Pierre e Chuck, mentre Laure si trascinò a letteratura francese insieme a Jeff, osservando per un’ultima volta quella giornata David, che stava entrando nell’aula di fisica.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Tre ore più tardi, finita la lezione di francese, Maya stava uscendo dall’aula accompagnata da Pierre, che si sentiva particolarmente allegro perché sapeva che Chuck aveva lezione esattamente dall’altra parte della scuola e questo significava che aveva buone probabilità di seminarlo prima che trovasse lui e Maya.

Facciamo la strada insieme?’ le chiese il ragazzo, allegro.

‘Mi dispiace, oggi ho il turno in biblioteca Pierre’ rispose lei.

‘Ah, vero...ok, ci si vede domani’ rispose lui, un po’ deluso.

‘Buona serata, a domani!’ rispose lei, sorridendo, poi si diresse verso la biblioteca, dove lavorava teoricamente come addetta ai prestiti, in pratica come tuttofare.

‘Ciao Maya!’ la salutò Mrs Davon, la responsabile della biblioteca.

‘Buongiorno Mrs Davon!’ le rispose la ragazza, correndo al suo posto al banco dei prestiti dove, nonostante il ragazzo prima di lei fosse appena andato via, si era già formata una coda non indifferente.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Maya si stava dirigendo verso la biblioteca reggendo in mano una pila enorme di libri: il club di tedesco aveva preso in prestito alcuni libri per un incontro pomeridiano e Mrs Davon aveva chiesto a Maya di andare a riprenderli e riportarli in biblioteca.

La ragazza aveva pensato di evitare un doppio viaggio e di portarli tutti in una volta, ma la cosa si stava rivelando più complessa del previsto e Maya temeva che non sarebbe arrivata incolume in biblioteca.

Come volevasi dimostrare, dopo qualche istante nel corridoio vuoto risuonò il tonfo dei libri che cadevano e il borbottio delle imprecazioni soffocate di Maya.

‘Maledetti libri...’ si lamentò la ragazza, raccogliendoli e tornando a dirigersi verso la biblioteca.

‘Credo che questo sia tuo’ disse una voce maschile dietro di lei, che incredibilmente non apparteneva né a Chuck, né a Pierre.

Maya si voltò e la prima cosa che vide fu uno splendido paio di occhi azzurri che la scombussolarono non poco.

‘Sì...probabile...’ rispose lei sorridendo, una volta che si fu ripresa ‘Grazie...’

‘Accipicchia, tu sì che ami leggere!’ commentò lui, sorridendole.

‘Questo è vero, ma questi in particolare non sono miei...club di tedesco, pare che si siano dedicati profondamente alla lettura della Montagna Incantata...hanno preso in prestito tutte le copie che abbiamo in biblioteca!’ rispose lei.

‘Serve una mano?’ si offrì lui.

‘Mi salveresti la schiena, davvero...io sono Maya, comunque...ti stringerei la mano, ma non credo che sarebbe una buona idea, a meno di non voler far cadere di nuovo tutto un’altra volta’

‘Tranquilla, capisco...io sono Sébastien, anzi, Seb

‘Piacere di conoscerti Seb...sei nuovo? Non mi pare di averti mai visto prima’ gli chiese Maya, pensando che se non era nuovo, oltre a fare una pessima figura, lei doveva essere completamente cieca.

‘Sì, sono arrivato solo un paio di giorni fa...’ rispose lui, prendendo alcuni dei libri che Maya trasportava e dirigendosi con lei verso la biblioteca.

‘E già ti costringono a stare qui il pomeriggio? Povero te...’ disse lei.

‘Solo un test di letteratura inglese, per controllare il livello a cui sono...’

‘Capisco...Larson?’ si informò lei.

‘Già’ confermò lui.

‘Può sembrare pignolo,ma è molto bravo...’

‘Non sono ancora stato ad una sua lezione, ma effettivamente mi ha fatto un’ottima impressione...’

‘Se la letteratura ti interessa, allora sarà uno dei tuoi corsi migliori...ecco, appoggiali lì, su quel tavolo, poi li smisto io’ disse Maya a Seb, indicandogli un banco della biblioteca.

‘Lavori qui?’ chiese lui.

‘Solo tre pomeriggi a settimana...è il massimo, mi pagano per stare in mezzo ai libri, non credevo sarebbe mai successo’ rispose lei, facendolo ridacchiare.

‘Ok, quindi il mio lavoro ideale è già occupato’ osservò lui, ottenendo uno sguardo incredulo da Maya.

‘Ti piace la letteratura?’

‘Moltissimo’

...Santo cielo, tu sei un alieno, vero?’

‘Non sei la prima a chiedermelo, sai?’ osservò lui divertito.

‘Scusa, è solo che la mia migliore amica vive per la biologia e in generale non ci sono molti fans della letteratura fra i miei amici...’.

Maya fu interrotta da Mrs Davon, che le fece notare che aveva finito il suo turno da più di un quarto d’ora, allora Maya la salutò e si diresse con Seb verso l’uscita.

‘Beh...grazie per l’aiuto Seb...ci vediamo in giro’

‘Per l’aiuto, figurati, per il resto, senz’altro Maya!’ rispose lui, sorridendole di nuovo e provocandole seri problemi di stabilità: non sapeva cosa le stesse prendendo esattamente, ma lo trovava incredibilmente affascinante.

‘Ok...ciao’ ripeté lei, poi si diresse verso casa sua.

Dopo pochi metri, tuttavia, sentì qualcuno che picchiettava sulla sua spalla.

Seb?’ chiese stupita lei, trovandoselo davanti.

‘Non ti sto seguendo, ma ho la vaga impressione che stiamo facendo la stessa strada’ spiegò lui.

‘Tu dove vivi?’ chiese lei.

‘Rue Saint Germain’ rispose lui.

‘Beh, che tu ci creda o no, io vivo in Boulevard de la Liberté’ rispose lei.

Praticamente vivo dietro di te, giusto?’ chiese lui.

‘Precisamente’ rispose lei, riprendendo a camminare con lui a fianco.

‘Beh, se devo dirti la verità mi fa piacere...voglio dire, non conosco ancora nessuno in pratica, direi che ho avuto un colpo di fortuna’

‘Felice di essere stata giudicata positivamente...beh, se ti va possiamo fare la strada insieme domani mattina, che ne dici?’ propose Maya, chiedendosi dove avesse trovato il coraggio di uscirsene con una frase del genere.

‘Volentieri, grazie...alle otto in fondo alla via?’

‘Perfetto...ah, senti, se dovessero esserci due ragazzi che ti guarderanno come se volessero farti del male non ti preoccupare, è una storia abbastanza lunga...te la spiegherò, ok?’

‘Ok’ rispose lui, divertito.

‘Beh, io giro qui...di nuovo piacere di averti conosciuto Seb, ci vediamo domani mattina’

‘D’accordo, buona serata Maya’

‘Altrettanto, ciao!’ lo salutò lei, imboccando la strada dove abitava.

Maya sorrideva smodatamente mentre camminava verso casa sua: quella giornata aveva avuto una svolta decisamente interessante e molto, molto gradita.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Maya uscì di casa decisamente di buon’umore, destando notevole preoccupazione in sua madre, che non era affatto abituata a vederla sorridente e allegra alle otto di mattina.

‘Ciao Maya!’ la salutò Pierre, che come al solito la aspettava pochi metri fuori casa.

‘Buongiorno Pierre!’ lo salutò lei ‘Tutto ok?

‘Non c’è male, grazie’ rispose lui, chiedendosi come mai la ragazza fosse tanto allegra.

I due si diressero verso la fine della via e Pierre aveva già pronta la sua espressione seccata per Chuck, ma dovette modificarla in una shockata quando vide un ragazzo che non aveva mai visto di fianco a Chuck, il quale osservava il nuovo arrivato piuttosto sorpreso.

‘Ciao Maya!’ disse Seb alla ragazza.

‘Ciao Seb! Loro sono Pierre e Chuck, ragazzi, lui è Seb, è arrivato da poco qui a Montréal

‘Piacere di conoscervi’ disse Seb.

‘Ciao...’ risposero in coro i due, sotto shock: questa proprio non se l’aspettavano e non gli piaceva affatto.

‘Bene, andiamo?’ chiese Maya, dirigendosi verso la scuola insieme a Seb e prontamente affiancata da Pierre e Chuck, piuttosto perplessi.

Poco prima del cancello, il cellulare di Seb iniziò a squillare, allora il ragazzo si scusò con gli altri e si fermò per rispondere, mentre Maya, Chuck e Pierre entrarono nel cortile.

‘Ragazzi, aria, ho bisogno di Maya, adios!’ disse Laure non appena ebbero varcato la soglia, prendendo Maya per il polso e lasciando i due molto perplessi sul cancello.

Ehy, che c’è?’ chiese Maya.

‘Grande notizia: ho saputo che c’è uno nuovo e pare che sia incredibilmente bello...

‘Laure...

‘Ho chiesto a Maelle, ma non mi ha saputo dire molto...

‘Ah, mi chiedevo dove fossi finita Maya!’.

Laure si voltò e si trovò davanti a Seb, allora si voltò verso Maya, poi di nuovo verso il ragazzo, incredula.

‘Laure, lui è Seb, è arrivato un paio di giorni fa...Seb, lei è Laure, la mia migliore amica’

‘Piacere di conoscerti...tu saresti quella che vive per la biologia, giusto?’ chiese lui, stringendole la mano.

‘Precisamente...piacere mio, comunque...’ rispose Laure, sorridendo a sua volta.

In quel momento suonò la campana della prima ora, allora i tre si diressero verso l’entrata.

‘Cosa ti aspetta alla prima ora, Seb?’ chiese Laure al ragazzo.

‘Geografia...

‘Avverto un notevole entusiasmo nella tua voce...’ commentò la ragazza ironicamente.

‘Io odio con l’anima la geografia...’ rispose lui.

‘Beh, alla prossima ora c’è Larson, direi che è meglio, no?

‘Oh sì, decisamente...’ rispose lui.

‘Oh no, anche tu topo di biblioteca?’ chiese Laure.

‘E fiero di esserlo’ confermò lui.

‘Perfetto, ci mancava solo quello che le dà corda...’ rispose Laure, facendo ridere Seb e beccandosi una gomitata nel fianco da parte di Maya, poi le due entrarono nella loro classe mentre Seb si diresse a geografia.

‘Tu mi devi raccontare tutto!’ intimò Laure a Maya, una volta che si furono sedute al loro banco.

‘Non c’è molto da raccontare...ieri sera l’ho incontrato in corridoio, abbiamo scoperto di abitare uno dietro all’altro e stamattina siamo venuti a scuola insieme’ spiegò Maya.

‘Frena, frena, frena...stamattina? E come l’hanno presa Pierre e Chuck?’ chiese curiosa Laure.

‘Mi sembravano leggermente shockati, ma mi aspettavo una rissa, per cui direi che l’hanno presa bene...’

‘E tu che mi dici?’

Cosa intendi?’

Andiamo Maya...ti piace, vero?’ chiese la ragazza, sorridendo allusivamente all’amica.

‘Lo conosco da meno di ventiquattr’ore, come faccio a dirti se mi piace...’ iniziò Maya.

‘Quindi se ci provassi io non ti darebbe fastidio...’ la provocò Laure.

...E va bene, forse un po’...’ fu costretta ad ammettere Maya ‘Tieni giù le mani, l’ho visto prima io!’ aggiunse poi scherzosamente.

‘Tranquilla...ci vuole ben altro per togliermi tu sai chi dalla testa...’

‘David?’

Shh! Abbassa la voce!’ le intimò Laure, tappandole la bocca, ma fu costretta a liberare subito l’amica perché la professoressa di matematica era appena entrata in classe e le aveva lanciato un’occhiata poco rassicurante.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

Chuck e Jeff entrarono in mensa a pranzo e dopo aver comprato qualcosa da mangiare si guardarono intorno per cercare un tavolo, o meglio, Jeff cercava un tavolo, Chuck cercava il tavolo di Maya.

Quando la trovò dovette ingoiare un boccone decisamente amaro: Maya e Laure erano al tavolo con quel Seb e sembravano entrambe molto allegre e divertite.

Chuck si scusò con Jeff, dicendo che aveva dimenticato il cellulare nello zaino e si diresse verso l’uscita della mensa, guardandosi attentamente intorno.

Non appena vide Pierre e David dirigersi verso la mensa, si diresse verso di loro, prese Pierre per un braccio e lo trascinò lontano dalla folla mentre David e Jeff, che aveva seguito l’amico, li osservavano preoccupati.

‘Che diavolo vuoi Chuck?’ chiese Pierre, piuttosto seccato.

‘Credo che io e te dobbiamo fare una chiacchierata...’ rispose l’altro.

‘A che riguardo? Guarda che non sarò io a lasciar perdere...’

‘Credo proprio che se le cose vanno avanti così dovremo lasciar perdere entrambi...’

‘Che vorresti dire?’ chiese Pierre, incuriosito.

‘Maya sta pranzando con Seb e mi sembra che ci si trovi molto bene...

...Sì?’

‘Sì...quindi ho una proposta: per il tempo necessario ci alleiamo...direi che conviene ad entrambi...dopo di che rivali come prima, che ne dici?’

...Quale sarebbe il piano d’azione?’ chiese Pierre.

‘Di questo ne parliamo con calma...siamo d’accordo?’ chiese Chuck, porgendogli la mano.

‘D’accordo’ rispose l’altro, stringendogli la mano.

Dall’altro lato della stanza, Jeff e David guardavano la scena stupefatti, poi si lanciarono un’occhiata preoccupata: qualunque cosa quei due avessero in mente, era matematicamente certo che anche loro ci sarebbero finiti in mezzo.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

La mattina successiva, Pierre e David erano seduti sul muretto del cortile della scuola e Pierre era intento ad osservare Maya, Laure e Seb che chiacchieravano: lui e Chuck avevano stabilito che la prima mossa era studiare il nemico e l’unico modo era osservarlo.

‘Certo che io le donne proprio non le capisco...voglio dire, ne ha due ai suoi piedi che fanno la guerra per lei e appena arriva un altro...’

Mmh mmh...’ annuì David.

‘Che poi che ci troverà...simpatico, ok...osiamo pure carino, anche se non è che me ne intenda...’

Mmh mmh...’.

Pierre si voltò verso l’amico e lo squadrò per un attimo, perplesso.

‘Ieri sera io e Jay ci annoiavamo a morte e abbiamo deciso di rompere la routine facendo bunjee jumping dal tetto di casa...uno spasso...’

Mmh mmh...

Dave!’

‘Eh? Che c’è, perché urli?’ chiese David, riscuotendosi.

‘Si può sapere dove diavolo hai la testa?’ chiese Pierre.

Ma io ti stavo ascoltando!’

‘Sì? E di che parlavo?’

...Di Maya?’ chiese l’altro, alzando un sopracciglio.

‘Se stai cercando di dirmi che sono prevedibile, non è divertente...e comunque no, non parlavo di lei’

‘Maledetta sfortuna...’ rispose l’altro: proprio l’unica volta che non parlava della ragazza lui doveva distrarsi.

‘Piuttosto, a che stavi pensan...’ iniziò Pierre, ma improvvisamente ebbe un’illuminazione e si voltò verso David con un sorrisetto.

‘Qualcuno qui ha una cotta per Laure...’ disse il ragazzo, ricevendo un’occhiataccia da parte di Dave.

‘Stai zitto Pierre’ gli intimò.

‘Ci ho azzeccato, vero?’

‘Pensa a Maya, che agli affari miei ci penso io’

‘Solo una domanda...ti prego!’ implorò Pierre.

‘Ok, ok!’

‘Perché la eviti come la peste se ti piace?

‘Io...’ iniziò David, evidentemente in imbarazzo ‘Non lo so...quando me la trovo vicino...non lo so, inizio a comportarmi da idiota’

‘Beh, penseremo anche a questo...

‘No Pierre, no, agli affari miei ci penso io, ok?

‘Ok, ok, calma... se cambi idea...

‘Non credo proprio!’ rispose David, prendendo il suo zaino e dirigendosi verso l’ingresso, seguito dall’amico, che non si era ancora levato dal volto il sorrisetto soddisfatto di poco prima.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Spiacente, siamo chiusi’ disse Maya a chiunque volesse prendere un libro in prestito in quel momento, era troppo stanca persino per pensare di compilare la scheda per il prestito.

‘Ed io stasera che faccio senza libro?’ chiese una voce familiare.

‘Ciao Seb’ rispose Maya, sorridendo ‘Per te potrei fare un’eccezione...non sia mai che ti faccia morire di noia stasera’

‘E se invece ti proponessi di uscire con me stasera?’ chiese il ragazzo.

Maya rimase stupita da quella proposta, erano quasi due mesi che ci sperava, ma non credeva che potesse succedere davvero.

‘Direi che per quanto i libri siano i migliori amici dell’uomo, è necessario esplorare nuove frontiere...

‘Lo prendo per un sì?’

‘Sì’ rispose Maya.

‘Ok...per le otto?’

‘Se mi dai una mano a chiudere qui potrei anche farcela...’ rispose lei.

‘Su, al lavoro!’ la incitò il ragazzo, facendola scoppiare a ridere.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Oh mio Dio, non mi sveglierò mai domani mattina...’ disse Maya.

‘Vuoi dire stamattina...è mezzanotte e mezzo, sai?’ le fece notare Seb.

‘Perfetto, non mi alzerò, è deciso’ decretò Maya.

‘Sei arrivata, credo...’ disse Seb, fermando l’auto davanti a casa della ragazza.

‘Già...beh...

‘Mi sono divertito stasera...molto’ la precedette lui, sorridendole.

Lei abbassò appena lo sguardo: non era assolutamente possibile che ogni volta che lui la fissava con quei suoi straordinari occhi azzurri lei andasse completamente in tilt.

Anch’io...molto’ rispose, sorridendo a sua volta.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, entrambi indecisi su cosa dire.

‘Beh...visto che a quanto pare ci siamo divertiti entrambi, posso sperare in un bis?’ chiese il ragazzo.

Maya sorrise appena, poi lo colse di sorpresa sporgendosi verso di lui e sfiorandogli appena le labbra con le proprie.

‘Certo’ riuscì a rispondere lei prima che lui l’attirasse di nuovo a sé per baciarla.

‘A domani...’ lo salutò lei, una volta che si furono divisi, mantenendo però le loro mani intrecciate.

‘A stamattina, te l’ho già detto...’ le rispose lui, appoggiando la sua fronte contro quella della ragazza.

‘Scusa, hai ragione...pignolo...’ ribattè lei, aprendo la portiera per scendere ‘Notte’

‘Notte’ rispose lui, lasciandole andare a malincuore la mano.

Seb aspettò che lei rientrasse in casa e poi partì, decisamente su di giri: quel trasferimento a Montréal si era rivelato la cosa migliore che potesse capitargli.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Salve a tutti!

E fu così che dopo essere sparita per una decina di ere glaciali Lady Numb riapparve dal nulla! Cosa volete farci…un po’ Internet non mi permetteva di pubblicare, un po’ avevo cause di forza maggiore che mi impedivano di dedicarmi alla scrittura (la chiamano laurea…)…

Comunque… dopo avergli attribuito un ruolo marginale nelle precedenti storie (e dopo essermi sentita un verme per la pessima figura fatta fare al caro Pierre) Lady Numb ha deciso di dedicare una storiella anche ai Simple Plan!

Come credo sia chiaro, ci proiettiamo in una dimensione in cui i cinque sono dei ragazzi normalissimi, non la famosa band che conosciamo oggi...

Spero che la storia vi intrighi... sarà piuttosto breve, quattro minicapitoli, ma spero di ricevere le vostre recensioni comunque...dai, ditemi cosa ne pensate!^__^

Baci!

 

 

   
 
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