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Autore: Lady Numb    01/11/2009    1 recensioni
E se i Simple Plan non fossero una band famosa in tutto il mondo, ma solo cinque ragazzi alle prese con la normalissima vita di tutti i giorni? Questo è quello che ho immaginato io...Seb,Chuck,Pierre, Dave e Jeff alle prese con scuola, amori e tradimenti...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Tout se paie

Capitolo secondo:

Tout se paie

 

La mattina successiva, Pierre si stava dirigendo come al solito verso casa di Maya, ma si bloccò a distanza di sicurezza quando vide Seb fermo davanti al cancello della ragazza.

Rimase nascosto dietro un albero ad osservare quello che accadeva e dopo pochi minuti vide Maya uscire di casa, avvicinarsi a Seb e baciarlo.

Per poco non gli venne un colpo, decisamente la tattica di contrattacco che lui e Chuck avevano adottato faceva acqua da tutte le parti.

Immediatamente compose il numero del ragazzo che, ne era certo, li stava aspettando in fondo alla via.

‘Pierre?’

‘Chuck, fidati di me, sparisci’

‘E perché dovrei?’

‘Fidati di me Chuck...ci troviamo in cortile, riunione di emergenza’

‘E va bene, a dopo’ si rassegnò l’altro, riattaccando.

Nel frattempo, Seb e Maya si stavano dirigendo verso la scuola mano nella mano e la ragazza si guardava intorno preoccupata.

‘Che c’è?’ le chiese Seb, notando il suo atteggiamento.

‘Niente, è solo che...non trovi che sia strano che Chuck e Pierre non si siano visti stamattina?’ chiese la ragazza.

‘In effetti non è affatto normale...forse si sono rassegnati...’ azzardò lui, ricevendo in cambio un’occhiata scettica da parte della ragazza ‘Ok, ok, improbabile...non lo so Maya, so solo che credo mi vada meglio così...se ci vedevano per mano era la volta buona che mi facevano seriamente del male...’

‘Dai, non credo che arriverebbero a tanto...’ rispose lei e stavolta fu Seb che la guardò scettico ‘Ok, forse... comunque, ora abbiamo un problema più importante’

‘Sarebbe?’

‘L’uragano Laure, mi sembra ovvio’ rispose Maya ridendo, come se fosse la cosa più elementare del mondo.

‘Già, hai perfettamente ragione’ concordò Seb, divertito a sua volta, mentre si apprestavano ad entrare in cortile.

Maya e Seb per poco non scoppiarono a ridere davanti agli occhi sgranati di Laure e si diressero verso di lei, che già dallo sguardo chiedeva spiegazioni.

Essendo entrambi concentrati su Laure, fortunatamente non si accorsero di Chuck, cui per poco non veniva un colpo, e di Pierre, che aveva un’espressione più buia della notte.

‘Tutto ok Chuck?’ chiese Jeff all’amico, preoccupato.

‘Tutto sbagliato...abbiamo sbagliato tutto, tattica completamente sbagliata’ disse Pierre.

‘Bisogna passare al contrattacco’ disse Chuck, dopo essersi ripreso.

‘Perché semplicemente non lasciate perdere?’.

Sia Chuck, sia Pierre si voltarono verso Dave, confusi.

‘Andiamo ragazzi, siate realistici una volta tanto...sono mesi che morite dietro a Maya, lei vi ha sempre fatto chiaramente capire che eravate solo amici, voi avete insistito, ok, affari vostri, ma adesso lei è felice e glielo si legge in faccia e se ci tenete a lei quanto dite dovreste essere contenti per lei e lasciar perdere, possibilmente levarvi quest’ossessione dalla testa e perché no, tornare ad essere amici...non avete notato che negli ultimi due mesi siamo stati un bel gruppo? Mio Dio, eravate amici prima di Maya, possibile che per una ragazza vi dobbiate ridurre a farvi la guerra?’.

Pierre e Chuck rimasero a fissare David senza saper cosa dire: in effetti descritto così il loro comportamento degli ultimi mesi sembrava proprio assurdo.

‘In effetti eravamo una bella squadra ultimamente...’ ammise Chuck.

‘E anche prima di Maya...’ aggiunse Pierre.

‘E che senso ha perdere tutto questo tempo per una ragazza che ce lo ha sempre detto che non ce n’era?’ continuò Chuck.

‘Amici?’ disse Pierre, rivolto all’altro.

‘Ci sto!’ acconsentì Chuck, battendogli il cinque.

‘Bravi, questi sono il Pierre e il Chuck che mi ricordavo io!’ disse Dave, dando una pacca sulla spalla a Pierre, mentre Jeff faceva lo stesso con Chuck.

‘Ora non vi resta che parlare con Maya...’ disse Jeff.

‘Eh?’ chiesero Chuck e Pierre in coro.

‘Ragazzi, non è che potete evitarla ora...dovete mettere le carte in tavola e possibilmente farle capire che siete contenti per lei...lei ci tiene a voi come amici in fondo, questo è chiaro, non credete?’ spiegò Jeff.

‘...Ma che caspita hanno oggi questi due che le sanno tutte?’ chiese Pierre a Chuck, stupito.

‘E state zitti!’ gli intimò David, dando una pacca in testa ad entrambi e dirigendosi verso l’entrata, ignorando le proteste degli altri due e seguito da Jeff, che si reggeva a malapena in piedi a causa delle risate.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Che carini!’ commentò Laure, una volta che Maya ebbe finito di raccontarle quello che era successo fra le e Seb la sera prima ‘Ma Pierre e Chuck lo sanno?’

‘Non lo so, ma credo che mi abbiano vista stamattina in cortile...in effetti non ci ho fatto caso, ma sono quasi certa che loro abbiano fatto caso a me e soprattutto a Seb...’

‘Altamente probabile...ehy, parli del diavolo...’

‘Dove?’chiese preoccupata Maya.

‘Dietro di te, a pochi secondi...’ rispose Laure.

‘Ehy Maya, possiamo parlarti?’ chiese Pierre, quando fu vicino alle ragazze, che si lanciarono uno sguardo confuse notando che il ragazzo aveva usato il plurale.

‘Ok...’ acconsentì Maya, seguendo Pierre e Chuck fuori dall’aula.

‘Allora Maya...’ iniziò Pierre.

‘L’abbiamo provato per un po’ il discorso, ma credo che improvviseremo...’ continuò Chuck.

‘...Sto iniziando a preoccuparmi, ragazzi’ disse Maya, squadrandoli confusa.

‘Ok, andiamo al dunque: abbiamo riflettuto...’ disse Pierre ‘O meglio, Dave e Jeff ci hanno fatto riflettere...’ precisò poi.

‘A seguito delle nostre riflessioni abbiamo capito che il nostro comportamento degli ultimi mesi è stato assurdo e infantile’ spiegò Chuck.

‘Esatto...e inoltre siamo contenti per te e Seb, sul serio, e vorremmo chiederti se pensi di essere ancora in grado di sopportarci e quindi potremo restare amici’ concluse Pierre.

Maya rimase a fissarli qualche istante, letteralmente senza parole, mentre i due la osservavano in attesa.

‘Ragazzi...ma certo che possiamo restare amici...sono dieci mesi che sto cercando di farvelo capire...io sono senza parole, sto farneticando, scusate...’

‘Quindi ricominciamo da zero?’ chiese Chuck.

‘Ma certo!’ rispose lei, sorridendo.

‘Fantastico...adesso direi che dobbiamo scappare Pierre, siamo già largamente in ritardo per chimica...’

‘Vero...ci vediamo allora Maya!’ disse Pierre, salutando la ragazza mentre veniva trascinato a forza da Chuck, che rivolse a sua volta un cenno di saluto a Maya, verso l’aula di chimica.

La ragazza rientrò in classe, dove la stava aspettando una curiosissima Laure, la quale rimase sbalordita quanto lei quando le riferì la conversazione avuta con i due ragazzi.

‘Incredibile...questa storia sembra un miracolo...’ commentò Laure.

‘Già...e sai qual è la cosa che mi ha fatto più piacere?’

‘Cosa?’

‘Finalmente si sono ricordati di essere amici...si facevano la guerra, ma loro prima erano amici e mi sono sempre sentita in colpa per essere la causa della loro rivalità...e fra l’altro, ora che ci penso...sai cosa significa se siamo tutti amici?’ chiese Maya, con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono, almeno secondo Laure.

‘Cosa?’ chiese dubbiosa l’altra.

‘Che tu e Dave dovrete necessariamente rivolgervi la parola...’ rispose l’altra.

‘Piantala Maya!’ le intimò Laure.

‘Vedremo chi avrà ragione...’ disse Maya.

Laure avrebbe voluto replicare, ma in quel momento entrò il professore e fu costretta a tacere, non prima di aver tirato un calcio sotto il banco a Maya, che sfoggiava un sorrisetto soddisfatto.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Ho parlato con Pierre e Chuck oggi’ esordì Maya a pranzo, non appena Seb si fu seduto al tavolo con lei, Laure si era infatti momentaneamente trasferita al tavolo con gli altri per dare modo ai due di affrontare il discorso.

‘...Dammi il tempo di sedermi almeno...’ commentò lui ‘Quindi? Quanto sono nei guai? Devo stargli alla larga?’

‘No, anzi...riassunta in poche parole, mi hanno detto che si sono resi conto di essere stati asfissianti, che sono tanto felici per noi e che sarebbero felici se potessimo essere tutti amici...’.

Seb inclinò la testa, molto perplesso.

‘Sicura di aver capito bene?’ chiese dopo qualche istante.

‘Sì, sicura...’ rispose lei, sorridendo divertita.

‘Direi che mi sembra più che ragionevole...sono incredulo’

‘Idem, credimi...e adesso che ne dici se li raggiungiamo tutti quanti?’

‘Andiamo!’ disse lui, alzandoli e dirigendosi insieme alla ragazza verso il tavolo dove tutti gli altri erano impegnati in una discussione molto animata.

‘Mio Dio, Pierre, sei disgustoso!’ stava urlando Laure, nascondendo la testa dietro la spalla di Chuck.

‘Che succede qui?’ chiese Maya, attirando l’attenzione di tutti su lei e Seb.

‘Vi prego, fatelo smettere!’ li implorò David.

‘Che sta facendo?’ chiese di nuovo Maya, mentre tirava una gomitata nel fianco a Seb, che stava ridacchiando sommessamente.

‘Sta facendo commenti disgustosi sul cibo di ciascun vassoio!’ le rispose Chuck.

‘Io lo sapevo che non dovevo prendere il cibo al self-service!’ disse Laure, continuando a nascondersi dietro a Chuck.

Maya rimase qualche istante in silenzio, poi alzò le spalle.

‘Tanto noi abbiamo i panini!’ commentò infine la ragazza, sedendosi con Seb fra Chuck e Jeff.

‘Infami!’ gli urlò Laure, allungandosi addosso a Chuck per colpire i due.

‘Ahia!’ si lamentò Seb, dopo che Laure lo ebbe colpito piuttosto violentemente.

‘Mio Dio, Maya, Seb, non avrete mica intenzione di mangiare quei panini? Sembrano vecchie suole di scarpe!’ disse Pierre.

Maya e Seb si scambiarono un’occhiata perplessa, poi lanciarono un’occhiataccia a Pierre.

‘...Io in fondo non avevo poi tanta fame’ disse la ragazza.

‘Già...’ le fece eco Seb.

‘Ve lo avevo detto!’ disse David, dando poi una sberla in testa a Pierre, notando che stava per parlare di nuovo e facendo scoppiare tutti a ridere, mentre Pierre si massaggiava la testa dolorante squadrando molto male l’amico.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Quattro mesi dopo…

 

Aprile 1998

 

‘Io odio, odio, odio la biologia!’ si lamentò Maya, mentre si dirigeva verso la mensa.

‘Ok tesoro, ma per favore, calmati...’ le rispose Seb, circondandole la vita col braccio e tirandola verso di sé.

‘Non funziona Seb, non funziona, io odio la biologia, ma odio ancora di più le ricerche di biologia in gruppo con Caroline Dubois!’

‘Sarebbe quella che ci ha provato con me alla festa di Michel il mese scorso?’

‘Capisci perché la odio?!’ si lamentò lei.

‘Al massimo dovrebbe odiarti lei perché sto con te e non ho la minima intenzione di cambiare idea’ la rassicurò lui, dandole un bacio sulla fronte.

‘Adulatore...’ commentò lei, sorridendo e abbracciandolo a sua volta ‘Però continua per favore...’ aggiunse poi, facendolo ridacchiare.

‘Non me lo farò ripetere due volte...’ rispose  lui, stringendola maggiormente a sé ‘Oh cielo...’ disse poi lui, osservando qualcosa davanti a sé.

‘Che c’è?’ si informò lei.

‘Le facce di quei tre non promettono nulla di buono...’ le rispose, indicando Pierre, Chuck e Jeff, che si dirigevano a passo di marcia verso di loro.

‘Seb, dobbiamo sequestrarla un secondo’ disse Chuck, non appena furono arrivati di fronte a loro.

‘Pensate di riportarmela viva?’ chiese lui.

‘Non preoccuparti, ci serve viva...’ gli rispose Pierre.

‘Allora ok’ rispose Seb, ricevendo un’occhiata sconcertata da Maya.

‘Traditore!’ esclamò lei, mentre Chuck e Jeff la trascinavano verso il cortile.

‘Che c’è?’ chiese la ragazza, una volta che i tre l’ebbero fatta sedere su una panchina.

‘Dobbiamo affrontare un discorso serio’ disse Chuck, sedendosi alla destra della ragazza.

‘Un discorso serio e necessario’ aggiunse Pierre, sedendosi a sinistra.

‘...Ho paura Jeff’ disse Maya, rivolgendosi al ragazzo, che si trovava in piedi di fronte a lei.

‘Tranquilla...credo proprio che ti troverai d’accordo con noi...’ la rassicurò Jeff.

‘Quindi?’ chiese lei.

‘Tu pensi che a Laure interessi qualcuno?’ le chiese Pierre.

Sul volto di Maya si dipinse un sorriso inquietante, squadrò i tre, poi il suo sguardo si fissò su Pierre.

‘Qualcuno tipo Dave?’ chiese lei.

‘Vedo che ci capiamo alla perfezione...’ osservò Pierre, soddisfatto.

‘Quindi non siamo tutti impazziti’ commentò Chuck.

‘Io non ve l’ho mai detto, ma ci avete azzeccato in pieno...che mi dite di Dave piuttosto?’ si informò la ragazza.

‘Cotto alla perfezione’ le rispose Pierre ‘Manca solo la spintarella necessaria...’

‘E se tu dessi una spintarella anche sull’altro fronte...’ disse Chuck.

‘Ci posso provare...ma non sarà facile, Laure è una testa dura...’

‘Mai quanto David, fidati di noi...’ le rispose Jeff.

‘Certo che anche Dave potrebbe avere un atteggiamento diverso...ammetto che ha fatto progressi rispetto a quando la evitava come la peste, però potrebbe dimostrarsi un po’ più intraprendente...’

‘Dave?’ disse Chuck scettico.

‘David Desrosiers intraprendente?’ gli fece eco Pierre, usando lo stesso tono ‘Bella battuta, Maya...’

‘Ok, ok, ricevuto il messaggio...comunque, buono a sapersi, io ci metterò tutto il mio impegno...e credo che Seb potrebbe tornarmi utile...’

‘Brava, coinvolgi chi di dovere...’ approvò Chuck.

‘E dopo che abbiamo sistemato quei due, sistemiamo te e Marie!’ gli disse Maya, facendo scoppiare a ridere Pierre e Jeff, mentre Chuck la guardava molto, molto male.

‘Maya, ti prego, no...’ la implorò lui: un mese prima Chuck aveva conosciuto ad una festa una ragazza del terzo anno, Marie appunto, che indubbiamente lo aveva molto colpito e da quando Pierre e gli altri se ne erano accorti, per il povero Chuck non c’era più stata pace.

‘Ok, la smetto...adesso andrei a mangiare, vi unite a noi?’

‘Magari...ho una verifica di storia dopo, vado in classe a ripassare...’ disse Jeff, salutandoli e dirigendosi verso l’ingresso.

‘Noi dobbiamo raggiungere David, lo abbiamo mollato con una scusa’ disse Pierre.

‘Patetica, fra l’altro’ commentò Chuck, beccandosi una sberla sulla spalla da Pierre, poi tutti e tre si diressero verso l’ingresso e si salutarono, i ragazzi andarono alla ricerca di David e Maya si diresse verso la mensa, dove trovò Seb e Laure già seduti ad un tavolo che pranzavano.

‘Ehy, che volevano?’ chiese Laure, alla quale Seb aveva raccontato del sequestro di Maya ad opera dei tre ragazzi.

‘Niente, questioni private’ rispose lei.

‘Devo iniziare a preoccuparmi?’ le chiese Seb, circondandole le spalle col braccio.

‘Piantala...’ rispose lei, appoggiando la testa sulla sua spalla.

‘Voi due siete adorabili, lasciatevelo dire...’ commentò Laure, osservandoli.

‘Grazie...ma più che altro è merito suo’ rispose Seb.

‘Maya, vedi di marcarlo stretto, questo ragazzo è semplicemente adorabile’ commentò Laure.

‘Ecco, allora vedi di guardare da un’altra parte, grazie’ le intimò scherzosamente Maya, coprendo poi la faccia di Seb con un tovagliolo ‘Ecco, così va meglio’ commentò soddisfatta.

‘Posso toglierlo almeno in classe?’ chiese lui, scuotendo la testa rassegnato.

‘No! Frequenti la metà delle lezioni con la Dubois, non provarci!’ rispose Maya.

In quel momento suonò la campanella che decretava la fine della pausa pranzo, allora i tre si alzarono e Maya non sembrò approvare il fatto che Seb si fosse levato il tovagliolo dalla faccia, ma il ragazzo la ignorò e le stampò un bacio sulle labbra, ottenendo di distrarla dalla sua ossessione di nasconderlo al mondo il tempo necessario per arrivare in classe.

 

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Seb suonò il campanello di casa Voisier alle nove in punto e dopo qualche istante una trafelata Maya gli aprì.

‘Sono in terrificante ritardo, scusami...vieni pure, ci metto dieci minuti al massimo’ gli disse lei.

‘...Ci sono i tuoi?’ chiese preoccupato Seb, che aveva un certo timore nei confronti del padre della ragazza.

‘A meno che non gli sia venuta voglia di fare una traversata dell’oceano a nuoto, no...sono in crociera Seb, ricordi?’

‘Non si sa mai...’ rispose lui, entrando in casa.

‘Certo, come no...arrivo, giuro!’ disse lei, correndo al piano di sopra a finire di prepararsi, mentre Seb si sedette sul divano e accese la televisione, iniziando a fare zapping alla ricerca di qualcosa di interessante da guardare per passare il tempo: conoscendo Maya, dieci minuti significava molto di più.

Contrariamente alle sue aspettative, tuttavia, quindici minuti più tardi Maya scese in salotto, pronta ad uscire.

‘Allora, dove si va?’ chiese allegramente lei.

‘Shh!’ le disse lui, indicando la televisione.

‘Seb? Da quand’è che ti interessi ai documentari sugli squali?’ chiese perplessa la ragazza, sedendosi vicino a lui e osservando lo schermo, confusa.

‘Caspita, è incredibile...sai che gli squali non si fermano mai, altrimenti muoiono?’ le chiese lui, stupefatto.

‘Seb, io odio la biologia, questo significa che più del necessario io non apprendo...’ rispose lei, accoccolandosi vicino a lui, che le circondò la vita col braccio.

‘E poi ci sono un sacco di specie...’ riprese Seb.

‘Seb, se vuoi diventare appassionato di scienze dovresti iniziare ad uscire con Laure...’ gli disse lei, riuscendo finalmente ad ottenere la piena attenzione del ragazzo.

‘Non dire idiozie...’

‘Non dico idiozie...’ ribattè lei.

‘Sai che questa maglietta ti sta molto bene?’ le disse lui, avvicinandola a sé.

‘Grazie...’ rispose lei, avvicinandosi ulteriormente per baciarlo.

‘Però gli squali sono interessanti...’

‘Piantala!’ ridacchiò lei, cercando di colpirlo sul braccio.

Seb però la bloccò prima, spostandole le mani dietro la schiena.

‘Ahia!’ si lamentò lei.

‘Scusa’ disse lui, lasciandole andare le mani.

‘Povero ingenuo...’ commentò lei, abbracciandolo.

‘Mi hai preso in giro!’ disse lui, fingendosi risentito.

‘Sono brava, eh?’ rispose lei, baciandolo però prima che potesse rispondere.

‘Sei un piccolo diavolo, altroché...’ commentò lui non appena si furono divisi.

‘Potrei offendermi profondamente...’

‘Suvvia, un po’ di senso dell’umorismo...’

‘Ha parlato...’ ribattè Maya, prima di baciarlo di nuovo.

‘Piccola, io ti avviso, se continui a fare così stasera finisce che non usciamo più’ le disse Seb.

 ‘E chi lo ha detto che dobbiamo per forza uscire?’ ribattè Maya, sorridendogli.

‘Mmh...giusto, possiamo guardare il documentario sugli squali!’ rispose Seb, ridacchiando.

‘E piantala...’ gli intimò lei, spegnendo la televisione e baciandolo per l’ennesima volta.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Sveglia, è mattina, buongiorno!’ urlò Maya, saltando sul letto della sua stanza e ricevendo come risposta un verso non meglio identificato da parte di Seb.

‘Seb?’

‘Sonno...dormire...presto...’ riuscì ad articolare lui, tirandosi le coperte fin sopra alla testa e voltandosi dall’altra parte.

‘Tesoro mio, sono le sette e mezza, devi ancora passare a casa a prendere i libri, che almeno in teoria ti servono a scuola, in più se vuoi che il tuo alibi regga dovrai informare Lucas che stanotte hai dormito da lui...’ gli disse lei, sorridendo divertita ‘Su, che ti ho fatto il caffè, così ti svegli!’

‘...Caffè?’ disse infine lui, apparendo per la prima volta interessato.

‘Cosa c’è di meglio per iniziare la giornata?’

‘Concordo...ehy, quella è la mia maglietta!’ disse Seb, riferendosi alla maglia che stava indossando Maya.

‘Sta meglio a me, non trovi?’ chiese lei.

‘Mmh...no...’ rispose lui, prendendola per la vita e facendola sdraiare accanto a sé ‘Ma devo ammettere che ti sta bene quasi quanto a me...’ aggiunse poi, dandole un bacio sulla fronte.

‘Ti sei salvato in corner...’ rispose lei, abbracciandolo.

‘Sono bravo a salvarmi in corner...’ rispose lui ‘Questo famoso caffè?’ si informò poi lui.

‘Arriva!’ rispose lei, mettendosi a sedere e prendendo la tazzina di caffè che aveva appoggiato sul comodino.

‘Io vado a vestirmi, dovresti fare lo stesso, sai?’ gli disse poi lei.

‘Se mi ridai la maglietta...’ la provocò lui, ridacchiando.

‘Più tardi forse!’ rispose lei, dirigendosi verso il bagno canticchiando, mentre Seb rideva senza ritegno.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Buongiorno a tutti!’ urlò Maya, entrando nel cortile della scuola e salutando gli altri, che erano già arrivati e stavano chiacchierando nel loro solito punto di ritrovo.

‘Buondì Maya!’ la salutarono Pierre e Jeff.

‘Ciao!’ gli fecero eco Chuck e Dave.

‘Buongiorno carissima...mmh...posso parlarti un secondo?’ le chiese Laure, saltando giù dal muretto dove Pierre e Chuck l’avevano strategicamente fatta sedere, proprio a fianco di Dave, e trascinando in disparte l’amica.

‘Problemi?’ le chiese Maya.

‘Non proprio...dunque, espressione raggiante, buon umore di prima mattina e senza Seb...devi raccontarmi qualcosa?’ le chiese l’amica, sorridendo allusivamente.

‘Forse...’ rispose vaga Maya.

‘E dai!’ insistette Laure.

‘Mettiamola così: Seb sta arrivando, doveva passare da casa per prendere lo zaino...’

‘L’hai capita Maya...appena ti lasciano casa libera...’ disse Laure, ridendo.

‘Sono una ragazza molto cattiva...’ commentò Maya, ridendo a sua volta.

‘Stai iniziando a fare paura...guarda, è arrivato, è là con gli altri’

‘Torniamo o hai altre domande?’ le chiese Maya.

‘Possiamo tornare cara!’

‘No, anzi, aspetta...sbaglio o eri seduta vicino a Dave quando sono arrivata?’ le chiese Maya.

‘Andiamo!’ ripeté Laure, prendendo l’amica per il polso e trascinandola verso il resto del gruppo.

 

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‘Io ho deciso: mollo tutto, è inutile che provo ad arrivare all’esame, tanto è impossibile che passi’

‘...Il motivo di tanta negatività, Pierre?’ chiese Seb al ragazzo, mentre aspettavano in cortile che anche gli altri uscissero.

‘No, ma le hai viste le domande modello? Sono incomprensibili! Che diamine ne so io qual è il significato metaforico dei mostri all’interno del Beowulf e il perché della scelta dei mostri?’

‘Pierre, non per contraddirti, ma basta studiare gli appunti di Larson...’ commentò Maya, ricevendo un’occhiata disperata di Pierre che fece ridere Seb.

‘Maya, se tu sei un genio non significa che lo debbano essere anche gli altri...ed io soprattutto non sono mai stato e mai sarò un genio!’ le rispose infine Pierre.

‘Se ci credi tu...’ commentò Maya.

‘Aiuto! Lasciami stare Chuck!’ sentirono urlare a Laure, che andò a nascondersi dietro Seb, dal momento che nascondersi dietro Pierre avrebbe significato passare dalla padella alla brace.

‘Che le state facendo ancora?’ chiese Maya, rivolta a Chuck e  Jeff, che stavano cercando il modo di aggirare Seb e arrivare a Laure.

‘Mi vogliono disegnare qualcosa sul braccio!’ spiegò Laure.

‘Un piccolo tatuaggio, che vuoi che sia...’ disse Chuck.

‘Infatti...’ gli diede manforte Jeff.

‘Voi due siete irrecuperabili...’ gli disse Maya, scuotendo la testa.

‘Lo hai capito adesso, Maya?’ le chiese Dave, che era appena arrivato.

‘Ci siamo tutti, possiamo andare?’ chiese Pierre.

‘Se questi due mi lasciano stare...’ rispose Laure.

‘Dove andiamo?’ chiese Seb.

‘Seb, non te lo ricordi?!’ chiese sconvolta Maya.

‘La partita di hockey!’ disse Chuck, che distolse finalmente la sua attenzione da Laure.

‘Vero, perdono, memoria corta’ si giustificò Seb.

‘Andiamo, abbiamo una squadra da distruggere!’ disse Dave, partendo a passo di marcia verso il campo da gioco.

 

Due ore dopo..

 

‘Ahia...’ si lamentò Dave, zoppicando.

‘Serve una mano?’ chiese Pierre.

‘Sostienimi, grazie’ gli rispose l’altro.

‘Cavolo, quelli erano violenti...’ commentò Laure.

‘Violenti? Erano dei barbari Laure, mi hanno letteralmente preso a mazzate!’ disse Dave.

‘A me lo dici? Mi è arrivata una mazza sul braccio!’ si lamentò Chuck, poco dietro di loro.

‘In effetti ci sono stati momenti in cui ho temuto per voi...’ disse Maya.

‘Io avevo già pronto il telefono per l’ambulanza...’ intervenne Seb.

‘Specie quando quelli ti hanno squadrato malissimo per aver osato dire che dovevano andarci piano’ commentò Jeff.

‘Ho visto la vita passarmi davanti...’ rispose Seb, ripensandoci.

‘No ragazzi, mi fa un male dell’anima, ci possiamo fermare un secondo?’ chiese Dave.

‘Dici che dobbiamo portarlo a far vedere?’ chiese preoccupato Pierre, vedendo la faccia dolorante dell’amico.

‘Non lo so, ma forse sarebbe il caso...’ rispose Seb.

‘Ti dispiace se do un’occhiata?’ chiese Laure, facendo sì che tutti si voltassero verso di lei, stupiti.

‘Beh, che avete da guardare? Io stavo attenta alle lezioni di primo soccorso...’ disse la ragazza.

‘Ok, fai pure, ma se puoi evita di toccarmi la caviglia, altrimenti urlo’ disse David.

‘Vedrò quel che si può fare...’ disse lei, sedendosi vicino al ragazzo e osservandogli la caviglia ‘Secondo me hai solo preso una bella botta, il fatto che tu riesca ad appoggiarla a terra significa che non è rotta, se fosse una storta sarebbe più gonfia, quindi direi che una volta che ti è passato il trauma dovrai solo convivere per qualche giorno col dolore’ concluse Laure e né lei, né Dave si accorsero delle occhiatine altamente allusive che il resto del gruppo gli stava lanciando.

‘Bella consolazione...’ commentò Dave ‘Ma seriamente al corso di primo soccorso hanno detto queste cose?’

‘Lo sapreste anche voi, se foste stati attenti anziché giocare a battaglia navale...’ rispose la ragazza, sorridendo.

‘Piano con le offese, Laure...’ disse Chuck.

‘Infatti, noi stavamo giocando a tris!’ continuò Dave.

‘Il che richiede molto più cervello...’ riprese Chuck.

‘Certo!’ ribattè lei, serissima, facendo scoppiare a ridere tutti gli altri.

‘Pierre, invece di ridere come un idiota quale sei, vieni qui e aiutami a camminare’ disse Dave all’amico ‘E prima di rispondere qualsiasi cosa, ricordati che se non mi fossi messo in mezzo sarebbe la tua caviglia a soffrire ora, non la mia’

‘Ok piccolo martire’ rispose Pierre, ricevendo un’occhiataccia dall’amico.

‘Sai che la tattica della crocerossina potrebbe anche funzionare?’ sussurrò Maya all’amica, mentre il gruppo ricominciava a camminare ‘Tu che ne dici tesoro?’ chiese poi a Seb.

‘Indubbiamente un ottimo sistema’ confermò lui.

‘No, Seb, non ti ci mettere anche tu, ti scongiuro...’ gli intimò Laure.

‘Ma Dave ti piace o no?’ le chiese Maya.

‘Sì...però sai benissimo come la penso, per cui ti scongiuro...’ gli rispose l’altra.

‘Come credi Laure, come credi...’ rispose Maya, lanciando però un’occhiata complice a Seb, che si mise a ridere e ricevette per questo una gomitata nel fianco da parte di Laure.

 

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Un mese dopo...

 

Maggio 1998

 

‘Ho sonno!’ si lamentò Maya, appoggiando la testa sulla spalla di Seb, mentre stavano tornando a casa dopo essere usciti da scuola.

‘Vai a casa e dormi, piccola...’ le rispose lui cingendole la vita col braccio.

‘Non posso, devo studiare, domani ho l’ultima verifica, poi devo iniziare a ripassare per l’esame...’

‘Maya, è una verifica di letteratura francese, c’è qualcosa che tu già non sappia di letteratura francese?’

‘Sicuramente sì’

‘Io ci rinuncio...’ disse Seb, rassegnato.

‘Stasera allora ti vedi coi tuoi amici?’ chiese Maya, cambiando discorso.

‘Sì, è già da un po’ che dicono di volermi venire a trovare...eravamo un danno tutti insieme’

‘Consolante...’

‘Farò il bravo, promesso’ disse lui, sorridendole ‘Bene, questa è casa tua, quindi io ti abbandono alla tua amata letteratura francese e vado a ripassare chimica...a domani’ la salutò lui, dandole un bacio.

‘A domani’ rispose lei, avviandosi verso l’ingresso ‘Ah, Seb?’ lo richiamò lei.

‘Che c’è?’ chiese lui, voltandosi.

‘Fai il bravo, lo hai promesso’ gli ricordò lei, sorridendo.

‘Agli ordini, comandante!’ rispose lui, mettendosi sull’attenti e facendola ridere, poi lei rientrò in casa e lui si avviò verso casa sua.

 

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Il giorno successivo, Maya dovette fermarsi a scuola il pomeriggio per il turno in biblioteca, che in quel periodo era un luogo particolarmente frequentato dagli studenti dell’ultimo anno come lei, che stavano preparandosi per gli esami finali.

‘Questi due, per favore’.

Maya si sforzò di trattenere l’espressione irritata sentendo la voce di Caterine Dubois e quando alzò lo sguardo dal modulo che stava compilando era persino riuscita a stamparsi in volto un sorriso di circostanza.

‘Certo...allora, questo entro sette giorni, l’altro invece entro quindici giorni’

‘Grazie Maya...sta andando bene la preparazione degli esami?’ le chiese la ragazza.

Perfetto, ci mancava solo che Caterine Dubois avesse voglia di fare conversazione, pensò Maya.

Lanciò un’occhiata dietro la ragazza e maledisse la sorte, infatti in quel momento non c’era nessuno in attesa.

‘Non male, grazie’ si rassegnò a rispondere Maya, sperando che il fatto di non essersi mostrata interessata ai progressi dell’altra le facesse capire che non aveva voglia di parlare con lei.

‘Immagino che tu stia uscendo molto poco ultimamente...’ continuò Caterine: evidentemente il messaggio non era stato recepito.

‘In effetti no, preferisco studiare più che posso’ le rispose Maya, chiedendosi dove volesse arrivare l’altra: conosceva abbastanza Caterine da  sapere che il suo interessamento era molto strano.

‘Seb non la pensa come te, no?’.

Ecco dove voleva arrivare, a Seb.

‘E questo cosa vorrebbe dire?’ le chiese Maya, mostrandosi leggermente seccata.

‘Ieri sera l’ho visto al Wellington mentre ero fuori con delle amiche’

‘Beh, ha incontrato degli amici, non ci vedo nulla di male’ ribattè Maya.

‘Amica, al massimo...’ disse Caterine, guardando l’altra per vedere la sua reazione.

Maya non se lo aspettava, decisamente no, tuttavia aveva abbastanza buon senso da non far capire a Caterine quanto quella notizia l’avesse sorpresa.

‘Caterine, credo che questi non siano affari tuoi, comunque grazie dell’informazione, se hai finito io avrei del lavoro da fare’

‘Ok, ok, calma...io te l’ho solo detto...buona preparazione’ le rispose Caterine, andandosene.

Maya aspettò che la ragazza fosse fuori dal suo campo visivo e solo allora permise alla preoccupazione di affiorare sul suo volto: Caterine era una di quelle persone che amavano mettere zizzania, ma di una cosa era certa, non si inventava le cose, per cui era assolutamente necessario un chiarimento con Seb.

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

‘Ciao piccola!’ disse Seb quando Maya salì in auto, chinandosi verso di lei per baciarla, ma la ragazza si scostò, lasciandolo sorpreso.

‘Tutto a posto, Maya?’ le chiese lui, spegnendo l’auto e voltandosi verso di lei.

‘Dimmelo tu’ rispose lei.

‘Prego?’

‘Dov’eri ieri sera Seb?’ chiese Maya, fissandolo seria.

‘Lo sai benissimo dov’ero, fuori con i miei amici’ rispose lui.

‘Sai Seb...oggi ho incontrato Caterine Dubois in biblioteca...e lei dice di averti visto con una ragazza...e guarda un po’ che strano caso proprio nel pub in cui mi hai detto che avresti incontrato i tuoi presunti amici...’.

Seb abbassò istintivamente lo sguardo e Maya ebbe la conferma che Caterine non si era inventata nulla.

‘Il fatto che tu non dica nulla devo interpretarlo come una conferma?’ chiese lei.

‘Maya...non è come può sembrare...’ iniziò lui.

‘Certo...’ commentò lei, sarcastica.

‘Ok...è la mia ex, ci stavo solo parlando...’

‘La tua ex?’

‘Sì... sono tre settimane che sto cercando di farle capire che deve lasciarmi in pace, ma...’

‘Frena...tre settimane hai detto?’ chiese lei, mentre lui si rendeva conto di essersi fatto scappare un paio di parole di troppo ‘E toglimi una curiosità Seb, in queste tre settimane oltre ad averci parlato è già successo che tu la vedessi?’ chiese lei, ad un passo dall’essere davvero furiosa.

‘Io...’ esitò lui, pensando però che a quel punto non gli conveniva più mentire ‘Solo un paio di volte, è successo solo un paio di volte Maya ed era solo perché lei ha ricominciato a telefonarmi, dice che vuole venire a studiare a Montréal l’anno prossimo e che saremmo dovuti tornare insieme...’

‘Un paio di volte?! Un paio di volte, Seb?! E dimmi un po’, pensavi di dirmelo prima o poi?!’ urlò lei.

‘Maya, non è successo nulla, ci ho solo parlato’

‘Non è questo il punto, non è questo! Mio Dio Seb, io ti credo, ma il punto è che non me lo hai detto, non ti sei fidato di me abbastanza per dirmelo, come faccio io a fidarmi di te?’

‘Mi dispiace Maya, mi dispiace, ma ho pensato che fosse meglio così...’

‘Meglio così come?! Che lo venissi a sapere da quella serpe, che lo farà sapere a tutta la scuola?! Bel piano davvero Seb!’

‘Maya, calmati, parliamone con calma...’ provò a calmarla lui, ma invano.

‘Calmarmi? Non ci penso nemmeno a calmarmi, Seb! Sai qual è il problema? Che mi hai delusa, terribilmente e non so se potermi fidare ancora di te o meno...’

‘Cosa vorresti dire?’ le chiese Seb, alzando lo sguardo sulla ragazza.

‘Che forse è il caso di darci un taglio, ora...se non riesco a fidarmi di te, non credo che abbiamo un gran futuro...’

‘Maya...ti prego...’

‘No, finisce qui Seb... adesso è meglio che torni in casa’ disse lei, scendendo dalla macchina prima che il ragazzo avesse il tempo di replicare e rientrando in casa.

Il ragazzo pensò per un attimo di seguirla, ma concluse che non avrebbe ottenuto nulla, per cui mise in moto l’auto e si diresse verso casa sua, non potendo fare altro che maledire se stesso.

 

You look so innocent

But the guilt in your voice gives you away

 

(Your love is a lie, Simple Plan)

 

°°°°°°°°°°°°°°°°

 

Hello world!

Eccomi col secondo capitolo...

Mi sento incredibilmente sadica...e incredibilmente triste per aver fatto soffrire il mio adorato Seb, anche se solo per finta...

Baci e recensite, please!

 

THANKS!

 

 

Dada88: ciao!

Beh, che dire, ti ringrazio per i complimenti!!

Guarda, Pierre è tanto bello e me gusta, però prendilo pure, io preferisco sempre Seb!!XD

   
 
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