Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo
2: La Tana -
Harry però
si pentì di aver urlato. Infatti zio Vernon si svegliò, andò in camera di Harry
e, noncurante della misteriosa luce, lo gonfiò di botte e Harry morì
dissanguato!
FINE! No ok,
stavo scherzando. Però non ho resistito a torturare Harry già dall’inizio.
Harry
inforcò gli occhiali, si alzò e si affacciò alla finestra. Molto lontano c’era
una luce, che viaggiava verso di Harry. Harry la scrutò per un po’, poi
esclamò: «Ohhhhhhhhhhhhhhh, chebbellooooooooooo…sta…!»
KRAK-HOOM
Purtroppo però il fulmine era più forte del previsto e Harry morì fulminato!
No, così non
ci siamo. Ma tu guarda se mi tocca aggiustare gli errori ancora. Ok, aspettate
un secondo.
HARRY:
Guarda che sei tu che scrivi la storia, quindi è tua la colpa
Harry, per favore, la fan fiction è
appena iniziata. Non iniziare a rompere le palle già dal secondo capitolo
HARRY: Ma è stata colpa tu…non è vero è stata colpa mia EHEHEHEHEHEH
Harry rimase
in contemplazione davanti alla finestra con il tipico sguardo da pervertito
assatanato morto di FASCIA PROTETTA apparato riproduttivo femminile FINE FASCIA
PROTETTA. Dopo un po’ vide che la luce proveniva da dei fari che somigliavano
tanto a quelli di una macchina.
Ma è impossibile, pensò Harry, le macchine non volano!
Ma in quel preciso momento una macchina passò fluttuando lì vicino. La
macchina davanti alla sua finestra fece una derapata mostrando l’abitacolo.
Dentro c’erano tre ragazzi, di cui uno alla guida, tutti e tre con i capelli
rossi. Due avevano la stessa età, l’altro era più piccolo di due anni.
«Ciao Harry» disse il ragazzo più piccolo, della stessa età di Harry.
«Ron?» fece Harry. «Ma che ci fai qui?»
«Siamo venuti a vedere se va tutto bene» rispose Ron. «Non rispondevi alle mie
lettere!»
«Non è stata colpa mia» si giustificò Harry. «E’ stato Bobby, l’Elfo Rincoglione»
Ron lo fissò a lungo, poi si girò per sussurrare a Fred e George: «Ragazzi, è
peggio dell’anno scorso»
«Non sono impazzito!» protestò Harry.
«Tranquillo, Harry» lo rassicurò Ron. «Nessuno ti farà del male. Sta calmo»
«Ma…oh vaffanCENSURED»
sbottò Harry, mantenendo comunque un tono di voce basso.
«Forza, prendi la tua roba» proseguì Ron. «Ti portiamo a casa nostra»
«Ma tutta la mia roba è nel ripostiglio del sottoscala!» ribattè
Harry.
«Levati dal cazzo, Harry» fece Fred scendendo dalla macchina. George lo seguì.
Si affaccendarono in due davanti alla serratura con una comune forcina per
capelli.
«Dove avete imparato a farlo?» chiese Harry
«Be’, dovevamo pure imparare un modo per scassinare le porte senza usare la
magia, no?» rispose Fred.
«Altrimenti come facevamo a scassinare i nego…voglio
dire ad entrare di nascosto nel Reparto Proibito quando non conoscevamo
l’incantesimo?» proseguì George. I due fratelli aprirono la porta e si recarono
di sotto. Harry sussurrò loro: «Fate attenzione, l’ultimo gradino scricch…»
CREEEEEEEK!
Harry bestemmiò e tese l’orecchio per sentire se qualcuno si fosse svegliato.
Ma i Coattley continuavano a dormire. Mentre Fred e
George andavano a recuperare la sua roba nel ripostiglio del sottoscala, Ron
scese per dare una mano a Harry a caricare ciò che c’era in camera sua. Prima
però che potessero iniziare, Ron fece a Harry:
«Harry, lo conosci Fidel?»
«Fidel chi?»
«CASTRO!» urlò Ron dando una botta secca sulle palle di Harry, che si accasciò
e prese a lacrimare e a bestemmiare, mentre Ron rideva: «Forte sto giochetto,
eh? Me l’ha insegnato George!»
«Ron,» ansimò Harry, «sei un emerito testa di cazzo»(be’, gliel’avrei detto pure io)
Ma stranamente nessuno dei Coattley si era ancora
svegliato. Di sotto udirono Fred trafficare con la forcina in modo sempre più
rumoroso, quando alla fine sbottò: «Oh, andiamo, apriti porta di FASCIA
PROTETTA escremento solido! FINE FASCIA PROTETTA» e sferrò un calcio alla
porta, che cadde giù con un tonfo assordante. Subito se ne pentì, ma nessuno
ancora si svegliava. Fred e George presero
la roba di Harry, la portarono sopra e la caricarono in macchina nel
modo più rumoroso possibile, ma ancora nessun Coattley
si svegliava. Harry si chiese il perché, e in quello stesso momento entrò
ronzando un moscerino in camera di Harry. In camera sua, zio Vernon aprì gli
occhi e – pure lui! – si svegliò di
soprassalto. La prima cosa che pensò fu:
Un moscerino che ronza. Fa troppo rumore.
Non mi fa dormire. Ed è in camera di Harry. Ora sono FASCIA PROTETTA organi
riproduttivi maschili FINE FASCIA PROTETTA suoi!
Si alzò di scatto e, nel cuore della notte urlò: «HARRY POTTER!!!»
Su in camera sua, Harry stava caricando Merdige sulla
macchina, bestemmiò quando arrivò zio Vernon incazzato come un bue, ma ridicolo
come un Orso Coattone, e, ruggendo: «AAAAAAA AAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAA!» afferrò Harry, intento a salire sulla macchina, per la
caviglia e si tenne avvinghiato a Harry. Questi lottò con tutte le forze, ma
non riuscì a liberarsi. Alla fine optò per uno stratagemma, sperando che zio
Vernon abboccasse per la sua stupidità(senti
chi parla): «Guarda zio, una scimmia a tre teste!»
«AAAAAAAA AAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAA»
«Cazzo, non c’è cascato» sbottò Harry, deluso. «Hai ragione, è solo un muro di
mattoni»
Zio Vernon allentò la presa e si girò di scatto facendo: «Ohhhhhhhhhh
muro di mattooooooni EHEHEHEHEH»
Harry si affrettò a liberarsi, insieme ai fratelli Weasley
e partirono con la macchina. Harry si girò a guardare zio Vernon e provò
invidia: stava guardando una cosa estremamente bizzarra che lui, Harry, non
poteva guardare(ma è un muro di mattoni!)
Durante il viaggio Harry e Ron si scambiarono aneddoti sull’estate passata.
Harry raccontò delle varie volte che aveva tentato, senza successo, di far
credere a Dudley che gli stava scagliando un incantesimo, cosa che provocò le
risate di Harry solo. Ron raccontò invece che suo padre lavorava nell’Ufficio
per l’Uso Improprio ma Divertente delle Cazzate dei Babbani.
Poi Harry gli raccontò di Bobby. Nessuno parve crederci, anzi, ogni volta che
lo nominava tutti credevano Harry pazzo(e
non è molto lontano dalla verità). I Weasley,
chiaramente, sapevano che gli elfi domestici esistevano, ma dubitavano che uno,
per giunta Rincoglione, si fosse presentato dinanzi a
Harry per convincerlo a non tornare a Hogwarts.
«Insomma» concluse George, «se anche fosse vero, sarebbe troppo insensato che
un elfo domestico si presenti a casa tua, Harry! Gli elfi domestici non possono
lasciare la casa che servono senza un ordine esplicito, o comunque di propria
volontà. Deve avertelo mandato qualcuno. Qualcuno che non vuole che tu torni a Hogwarts quest’anno. Sempre se è successo. Fred, dove cazzo
vai?» chiese poi George quando in lontananza intravidero quello che sembrava
l’Oceano Atlantico.
«Sì che è successo!» sbottò Harry. «Be’…ora che ci penso…Malfoy!»
Ron sapeva a chi si riferiva: Peppe Malfoy, noto a
tutti però come Draco, e Harry si detestavano sin dal
primo giorno di scuola, anche lui decise di ignorare Harry come Fred e George.
Arrivarono che stava albeggiando. Ci misero tutto quel tempo perché quello che
avevano intravisto prima era davvero
l’Oceano Atlantico. Mentre atterravano, George disse: «Bene, Ron, ecco il
piano. Appena arriviamo saliamo nelle nostre camere di soppiatto, poi quando la
mamma ci chiamerà per fare colazione, tu scenderai con Harry e le dirai:
‘Mamma, guarda chi è uscito fuori dal cesso mentre lo usavo?’. La mamma sarà talmente
contenta di vedere Harry che non farà domande. Non fare quella faccia» aggiunse
dinanzi all’espressione offesa di Harry. «La scusa l’ha inventata Ron»
Ron fece per protestare, ma George lo zittì con una gomitata al diaframma e
Harry lo fissò truce(Ron, non George). Atterrarono e parcheggiarono la macchina
in un capanno dietro la casa. Quando scesero Harry ne approfittò per studiare
meglio la casa. Sembrava un enorme capanno per animali, ingrandito con qualche
piano di legno che probabilmente si reggeva per magia. Tutto il giardino era
selvatico e popolato da alcune pasciute(che
poi non so manco che vuol dire)galline.
«Harry!» chiamò Ron a bassa voce. «Smettila di fare quella faccia da ebete e
muoviti!». Harry si riscosse – era rimasto tutto il tempo fermo imbambolato,
con espressione inebetita, a fissare la casa di Ron – e li seguì.
Entrarono furtivi, come dei ladri, ed Harry si sentì emozionato.
«Bene» sussurrò Fred. «Dormono tutti ancora. Ora ognuno n…»
«Cheffigataaaaaaaaaaaaaa!» esclamò Harry a pieni
polmoni. «Stiamo entrando in una casa troppo ffiga
come dei veri laaaaaaaaaaaaadri! EHEHEHEHEHEH»
Ron, Fred e George lo placcarono in un modo da fare invidia ai giocatori di
rugby, ma ci misero comunque un po’ per azzittirlo. Troppo, in effetti. Quando
finalmente Harry smise di urlare, perché il pugno di Ron gli tappò la bocca e
gli ruppe qualche dente, la signora Weasley entrò
nell’ingresso, che sembrava un misto tra un salotto e una sala da pranzo, dalla
cucina e li fissò. Era una donna rotondetta, dell’espressione gentile, che
adesso però era perplessa.
«Ron? Fred, George…Harry?» Poi, il lampo di
comprensione. «Ma allora era vero che avevo sentito la macchina partire stanotte…credevo di essermi sbagliata vedendovi partire…invece…» prese fiato. «Dove siete stati?» urlò.
Fred e George si guardavano inorriditi, Ron fissava atterrito la madre senza
smettere di mollare qualche calcio a Harry se questo si rialzava da terra.
«Letti vuoti, nessun biglietto. Potevate morire! Potevate essere visti!»
«Salve signora Wea…» fece per salutare Harry, ma si
beccò un anatema in piena faccia
«Mamma, dovevamo salvarlo!» tentò Ron. «Lo stavano facendo morire di fame!
C’erano le sbarre sulla sua finestra!»
Al che la signora Weasley, riponendo la biografia di
Gandhi che aveva in mano e applicando i suoi 7 anni di studio in Tibet, con la
calma di un monaco buddista rispose:
«NON ME NE FREGA UN CAZZO! Filate subito in camera sennò mi lancio una scarpa e
la faccio roteare per la stanza! - <-- Tiziano
Ferro dice cose più sensate - ».
Harry e i Weasley andarono di sopra. Ma avevano
appena fatto pochi passi che la signora Weasley li
richiamò: «Anzi no! Ci ho ripensato! Andate in giardino e ripulitelo
dagli gnomi» Ron fece una faccia disperata, come per dire ‘oh no, che palle!’,
ma Fred e George ghignarono. Harry rimase tuttavia perplesso: ripulire il
giardino dagli gnomi? Anche i Babbani, pensò, avevano
gli gnomi da giardino, ma anziché ripulirlo ne abbondavano. Si recarono in
giardino mentre Ron spiegava a Harry in che consisteva il ripulire il giardino
dagli gnomi:
«Gli gnomi sono delle creature brutte, basse e pelose, simili ai Goblin. Sono
anche molto bastardi, infatti devi essere veloce a sbarazzartene» si chinò un
attimo, e tirò fuori da un cespuglio una creatura che corrispondeva
perfettamente alla sua descrizione. «Questo è uno gnomo. Per sbarazzartene,
ecco come devi fare». Lo afferrò per i capelli, ruotò il braccio come una ruota
panoramica impazzita, e poi lo lasciò andare. Lo gnomo volò per parecchi metri
e atterrò con uno schianto di testa. Harry guardò Ron sconvolto, stupito da
tante brutalità.
«Oh, non ti preoccupare» lo rassicurò Ron. «Non si fanno male. Devi solo
stordirli affinchè non ritrovino la strada di casa. O
almeno è quello che mi hanno sempre detto» aggiunse dopo aver scoccato uno
sguardo allo gnomo, che non si era ancora rialzato. Harry provò a lanciarne
uno, ma rimase indeciso per un po’. Lo gnomo parve accorgersene, infatti ne
approfittò per mordergli il dito e rimanerci avvinghiato. Harry provò a
scrollarselo, sempre più forte, finchè quello non
volò via per almeno dieci metri. Stava per riatterrare quindi si udì un
fragoroso BLAM. Lo gnomo esplose in mille pezzi, e il sangue si riversò al
suolo. Harry fissò inorridito la scena, e Ron, vedendolo, spiegò: «La variante
di Fred e George. Per questo prima ghignavano»
La mattina
passò così nella disinfestazione dagli gnomi, e verso le undici i Weasley e Harry rientrarono dentro casa, sfiniti. La
signora Weasley aveva finito di preparare la
colazione. Harry, Ron, Fred e George si sedettero affamati, proprio mentre una
ragazzina, anche lei con i capelli rossi(ma non mi dire)e più piccola –
sembrava – di un anno rispetto a Ron appariva sulla soglia della sala da
pranzo.
«Mamma, hai visto il mio vibratore?» chiese.
«Oh, se l’era messo il gatto» rispose la signora Weasley
con noncuranza. La ragazzina ringraziò la madre, poi quando vide Harry si
paralizzò. Lo fissò un po’, incredula. Harry, un po’ imbarazzato, per
sciogliere la tensione fece: «Ciao», ma quella sobbalzò, inciampò, per poco non
si ammazzò e poi se ne andò.
«Ma che ho fatto?» chiese Harry.
«Ginny» rispose Ron, mentre Fred e George
sghignazzavano. «Per tutta l’estate non ha fatto che parlare di te e fare sogni
erotici su di te. E pensare che ha undici anni» Fortunatamente, la signora Weasley non sentì le parole di Ron, anche perché furono
seguite da qualcuno che bussava alla porta. La signora Weasley
andò ad aprire ed entrò il padre di Ron. Anche lui aveva i capelli rossi, e
quando entrò disse: «Ciao, Molly, pensa se oggi ci venisse a trovare Harry
Potter!». Poi scorse Harry e lo fissò paralizzato. Si portò una mano al cuore e
cadde a terra con un tonfo.
«Oh, non farci caso» disse Ron. «Fa sempre così. Fra poco si riprenderà»
Harry era turbato, ma nessuno dei Weasley fece caso
al padre, così Harry lo ignorò, anche quando questi cominciò a schiumare e
tremare convulsamente. In quel momento Percy, il
terzo figlio dei Weasley, che ultimamente aveva preso
la rognosa abitudine di comportarsi come un francesino
snob, infatti tutti ormai lo chiamavano Fransy, entrò
nella stanza e disse: «Sono i gufi per Hogvàrts. Silonte deve avor saputo che sei
qui, Arry’, porquoi sce anche il tuo». Harry
prese la sua lettera e, oltre alla solita lettera di benvenuto scritta con la
calligrafia obliqua di Silente, c’era un altro foglio con i libri necessari per
l’anno a seguire. Erano quasi tutti gli stessi dell’anno precedente, ad
eccezione di:
Manuale
degli Incantesimi, Volume Secondo di Miranda Gadula
A merenda con la Morte, di Gilderoy Allock,
Cena al San Mungo, di Gilderoy Allock,
A spasso con gli spiriti, di Gilderoy Allock,
Risaluto la Morte, di Gilderoy Allock,
Conversazione con gli Orsi Coattoni, di Gilderoy Allock,
Ricoverato d’urgenza con fratture multiple, di Gilderoy
Allock,
In viaggio con i vampiri, di Gilderoy Allock,
A.V.I.S.: Associazione dei Vampiri Inglesi e Stronzi, di Gilderoy
Allock,
A spasso con i pirla(come me), di Gilderoy Allock,
A passeggio con i lupi mannari, di Gilderoy Allock,
Sonata al chiaro di luna e toccata e fuga, di Gilderoy
Allock,
Un anno da solo con lo yeti, di Gilderoy Allock,
Aiuto, di Gilderoy Allock,
Stupidamente Io, di Gilderoy Allock,
«Mamma,
Silente si è fumato molte più canne quest’anno» commentò Ron.
«Perché?» chiese la signora Weasley.
«Ci ha detto di comprare mezza libreria di questo…Allock!»
«Oh, non dire minchiate» disse la signora Weasley.
«Comunque, c’è solo un posto al mondo dove trovare tutta questa roba»
«Dove?» chiese Ron.
«Boh»
Ok ragazzi,
ecco qui il secondo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma in seguito dei miei
impegni socio-scolastici, ho dovuto rimandare di una settimana. Ma ora è il
momento delle risposte alle recensioni:
Dark
Dancer: Be’, che dire, poche parole che vanno
dritte al punto. Rispondo con altrettante poche parole: ti ringrazio, e spero
che continui a seguirmi!
Clara111294: Oh, sono
contento che la fic ti abbia fatto ridere. E nota
bene, non come una scema, perché ridere fa bene e soprattutto non è da scemi(al
massimo è scemo il modo in cui ridi xD). Ma considera
che è solo l’inizio, quindi conserva il fiato!
Veronica
Potter Malandrina:
Ohilà, di te mi ricordo: avevi recensito qualche capitolo di HP 1 pure, e sono
contento di vedere che stai seguendo la trama del maghetto
più coglione che esista
HARRY: Senti chi parla
Sì bravo Harry, vai a vedere i Teletubbies, su,
su. Tornando a noi, sono contento che ti sia piaciuto il pezzo di Scherzi a
Parte, che mi è venuto in mente rivedendo su YouRub
uno sketch
Tawara: Anche per te ripeto la stessa cosa, sono contento
che ti sia piaciuto questo primo capitolo. John Cena sul triciclo è saltato
fuori perché era il nome della prima persona da mettere sul triciclo che mi è
venuta in mente(pensa un po’ che mente contorta). Comunque, sono i Mitici 8,
non Fantastici ;)
Bene, qui noi
dobbiamo salutarci
“Addio, addio, amici addio! Noi ci dobbiamo lasciare!”
BLAM
Muori, orso di merda. Come dicevo, dobbiamo salutarci. Ci vediamo Lunedì per il
prossimo capitolo: Minkia’n Alley! E
ricordatevi le recensioni!
“Ma io…vi dico…che è tutto o…!”
BLAM
“Voglio ritor…!”
BLAM CLA-CLAK BLAM
“Parlè?”
BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK BLAM CLA-CLAK