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Autore: Grindellaik    26/10/2009    1 recensioni
Questo è il primo capitolo di una serie di fanfiction che sto tuttora finendo di scrivere. E' una fanfiction riguardante la saga di Underworld, il film di Len Wiseman sui vampiri e i licantropi. Per la lettura e massima comprensione di questa serie è consigliata la conoscenza della storia di Underworld (trovate qui i trailer in italiano dei film: http://www.youtube.com/watch?v=CbPKJ_sVE7I http://www.youtube.com/watch?v=cvHBye0Yymo ) Se volete scrivete non solo per commenti ma anche per chiarimenti se non capite qualcosa :) ***** Tutti i commenti sono moooooooolto ben accetti ***** Buona lettura
Genere: Azione, Fantasy, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La tavola calda all’ora di pranzo era mediamente affollata, la gente ai tavoli mangiava e chiacchierava conferendo all’ambiente un’atmosfera apparentemente rilassata. Aileen buttò giù l’ultimo boccone di lasagne e si poggiò soddisfatta allo schienale della panca; cucina italiana quel giorno: adorava la cucina italiana.
Con la coda dell’occhio notò che al bancone era ancora seduto un tizio che la fissava. La stava scrutando, Aileen se n’era accorta, da quando era arrivato; la guardava credendo di non essere visto e distoglieva lo sguardo appena lei si girava. All’inizio aveva cercato di non farci caso, come si dice, “guardare ma non toccare”, ma ora iniziava davvero ad innervosirla, aveva voglia di andargli vicino e sbottare: “si può sapere che diavolo hai da fissare così?”.
Come se le avesse letto nel pensiero, il tipo si allontanò dal bancone e passò oltre il tavolo di Aileen senza degnarla di uno sguardo. Sollevata dal comportamento dello sconosciuto, la ragazza tirò un sospiro di sollievo e fece segno al ragazzo che serviva i tavoli di portarle il conto, meglio levare le tende in ogni caso. Ma poco dopo si accorse che era troppo presto per sentirsi al sicuro.
- Aileen Corvin? – chiese una voce al suo orecchio
Il solo sentir pronunciare il suo vero nome le fece raggelare il sangue nelle vene. Si voltò per vedere lo sconosciuto in faccia, ma lui evitò lo sguardo spostandosi fuori dal campo visivo.
- Mi spiace, hai sbagliato persona – rispose dissimulando la sua paura
- Strano, perché tu le somigli molto. Sai, io la conosco molto bene… -
- Ripeto, devi aver… -
- … sono suo fratello –
Quell’affermazione lasciò Aileen a bocca aperta. Suo fratello? Possibile che Betram fosse lì? Eppure… quando lei era stata rapita suo fratello aveva undici anni…
- Sei sicura di non essere Aileen Corvin? – incalzò il ragazzo
- Come ti chiami? –
- Betram Corvin. Nato ad Ordoghaz, nel 2114. Mia madre si chiama Selene, mio padre… -
- Ok, ok – lo interruppe. Le bastava così, la valanga di emozioni che l’aveva appena travolta era già abbastanza sconvolgente. – Posso vederti? –
Il ragazzo si alzò dalla panca alle spalle di Aileen e si andò a sedere di fronte a lei. Era strano vederlo: il Betram che ricordava era un ragazzino di undici anni; il ragazzo che aveva avanti ne dimostrava più di venti. Ma nonostante l’età, non fece nessuna fatica a riconoscerlo: i lineamenti e l’espressione del viso erano proprio quelli di suo fratello; gli occhi azzurri così simili ai suoi ma più chiari, i capelli castani e arruffati proprio come li ricordava...
- Ma quanti anni hai? – gli chiese sorpresa del suo aspetto
- Venticinque. Sono stato rapito molti anni dopo di te, a quanto pare con te non aveva funzionato –
- Non riesco a crederci… hanno rapito anche te… -
- Sono felice di averti trovata e che stai bene. Sei esattamente come ti ricordavo… -
- Per me non è passato neanche un anno… Cos’è successo dopo che sono stata rapita? Come stavano mamma e papà l’ultima volta che li hai visti? –
- Aileen… in teoria non potrei dirtelo, insomma se vogliamo che torni tutto come prima… -
- Hai ragione. Dimmi solo se mamma e papà stavano bene, solo questo –
- Sì - Betram abbassò lo sguardo sul tavolo – stavano bene –
- Non mi sembri molto convinto –
- Stavano bene – il ragazzo sorrise rassicurante - non preoccuparti –
- Ok – sorrise anche lei, - mi ci vorrà un po’ per abituarmi all’idea… ma sono felice che mi hai trovata –
Il cameriere arrivò da loro e posò il conto sul tavolo sorridendo alla ragazza per poi allontanarsi per continuare il suo lavoro. Aileen guardò distrattamente il conto
- Sei impegnata? Hai da fare? – chiese Betram
Nella confusione del momento, Aileen aveva completamente dimenticato il resto,
- Sono di turno in centrale tra un’ora… - ricordò dopo averci pensato per qualche secondo
- Centrale? Sei una poliziotta? –
- Sì –
- Certo che lo sei! Cos’altro potevi fare – sghignazzò Betram
Aileen scrollò le spalle, - carriera militare – rispose ridendo. Pagò il conto e uscì dal locale seguita dal fratello.
- Da quanto tempo sei qui? – esordì Aileen mentre camminavano
- Intendi nel 2002? –
- Sì –
- Credo circa due mesi, ho perso la cognizione del tempo da quando sono arrivato –
- Ma ora uso un altro cognome, come hai fatto a trovarmi? –
Il ragazzo le sorrise: - semplice: ti ho cercata -
Aileen si fermò e lo guardò finalmente negli occhi, dopo averlo scrutato di sottecchi per tutta la strada; aveva davvero bisogno di qualche giorno per abituarsi all’idea che anche suo fratello fosse lì. Le dispiaceva da morire che lui avesse avuto la sua stessa sorte, ma una parte di lei non poteva fare a meno di sentirsi egoisticamente felice di averlo di nuovo accanto. Ora non era più sola, aveva di nuovo una famiglia; certo non al completo, solo una parte, ma ce l’aveva. Si voltò completamente verso di lui e lo abbracciò forte affondando il viso nella sua spalla. Betram fu colto inizialmente alla sprovvista, ma dopo qualche istante le restituì l’abbraccio e le accarezzo affettuosamente la testa,
- Mi sei mancata anche tu, Aily -
  
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