Love
Story
Mi ridestai dal mio
dormi-veglia e guardando la sveglia sul comodino mi accorsi che erano le sei
del pomeriggio...
Ma quanto cavolo
avevo dormito?
Mi voltai per
osservare il mio Rob, ma accanto a me non c’era nessuno.
Mi misi a sedere
cercando di fare mente locale, e non farmi prendere subito dall’ansia.
Potevano esserci
mille motivi per cui Rob non era più in camera ad aspettare che mi svegliassi.
Magari era sceso al bar per un caffè, oppure era andato a comprare un giornale.
Ma come al solito le
mie paranoie mi invasero il cervello. Infilai le mie infradito e andai a
cercarlo.
In bagno non c’era
nessuno. Solo uno spesso strato di vapore. Rob deve aver fatto la doccia prima
di uscire, ma per andare dove?? E non poteva mica lasciarmi sola in una città
di cui non conoscevo nulla e addirittura non sapevo nemmeno una parola di
francese.
Il suo comodino era
vuoto, in terrazza non vi era nemmeno l’ombra di Rob, così un po’ preoccupata
scesi nella hall per vedere se qualcuno lo avesse visto.
Fortuna che il
receptionist parlava inglese!
«Mi scusi, ha per
caso visto il signor Pattinson uscire?», chiesi cercando di moderare il mio
tono di voce d’un tratto colmo d’ansia.
«Oh, sì è uscito
mezz’ora fa. Ha preso una macchina dell’albergo con un navigatore satellitare.
Vuole che gli dia un messaggio appena rientra?», chiese gentile e disponibile
il receptionist.
«Oh, sì grazie.
Potrebbe riferire che la sua fidanzata è molto preoccupata per lui? Solo questo
grazie e poi gli dica di salire in fretta… la ringrazio», sorrisi al
receptionist che ricambiò e mi avviai in camera per cercare di calmarmi e fare
il punto della situazione.
Dunque, ero sola, in
una città che non era Los Angeles, dove si parlava una lingua diversa dall’inglese
e senza avere la minima idea di dove fosse Rob.
Arrivata in camera
decisi di perlustrare ogni centimetro della camera per vedere se Rob avesse
lasciato un messaggio per me, ma non trovai nulla.
Mi sedetti sul letto
con il cuore che batteva a mille e l’ansia che ormai non ne voleva saperne
niente di abbandonarmi.
Solo allora mi
accorsi di un foglietto che s’intravedeva un po’ da sotto la sveglia.
Lo presi. Era un
foglio di carta intestata dell’hotel.
Il mio cuore si
rasserenò un po’. Era la calligrafia, chiara e precisa di Rob.
“Tesoro, sono uscito per un paio d’ore.
Avevo delle commissioni da sbrigare.
Comunque sappi che tornerò presto.
Nel frattempo lavati e vestiti, stasera avrai
la serata migliore della tua vita…
Ti amo da morire
Tuo per sempre, Rob”
Mi tranquillizzai non poco, sapendo il motivo,
più o meno, della sua sparizione misteriosa.
Commissioni? Che
commissioni aveva da fare a Marsiglia??
Non sapevo perché ma
avevo la netta sensazione che stesse tramando qualcosa.
Allora decisi che
quella sera l’avrei stupito.
Mi fiondai sotto la
doccia aprendo l’acqua calda. Usai il mio shampoo al cocco e il mio esfoliante
alla crema di vaniglia sull’intera superficie del mio corpo.
Appena uscii dalla
doccia profumavo più io che un intero reparto di profumi per ambienti al
Wallmart!
Arrivai alla mia
valigia e iniziai a valutare i vestiti da indossare.
Alla fine scelsi un
abitino blu di seta corto fino al ginocchio, con un paio di decolté nere chiuse
con un braccialetto alla caviglia.
Poi passai al trucco.
Matita e mascara neri, lucidalabbra trasparente glitterato. Meglio non
esagerare o qualsiasi piano avesse in mente Rob sarebbe sfumato miseramente.
Finii alle diciannove
e trenta e nell’attesa mi misi a girare i canali della TV via cavo. Dal momento
che erano in francese non ne capivo nulla, ma sempre meglio che niente.
Premevo i pulsanti
del telecomando svogliatamente e alla fine mi fermai su un programma di gossip.
Tutt’ un tratto un
servizio attirò la mia attenzione e mi fece rimanere di stucco. Dell’audio non
ci capivo niente quindi era come se stessi guardando un film muto, ma i miei
occhi funzionavano benissimo.
Il servizio mostrava
Nikki e Kellan abbracciati per le vie di Seattle.
Lo sapevo!!!! E io
non mi sbaglio mai! Fin dall’inizio mi ero accorta che tra i due c’era un
feeling particolare, si vedeva da chilometri e chilometri di distanza.
Appena tornata
l’avrei assaltata per i particolari. Sperava di tenermelo nascosto solo perché
io ero in un altro continente??? E no le notizie corrono veloci e non c’è
niente che si possa nascondere a Kristen Stewart.
A parte i piani di
Rob! Quando decideva di non farmi sapere nulla era davvero un maestro.
Questo mi fece
ricordare che non era ancora tornato, e dal momento che erano quasi le venti mi
feci riassalire dall’ansia.
Perché ci metteva
così tanto!!!
Mentre continuavo con
le mie paranoie sentii bussare piano alla porta.
Mi precipitai alla
porta e quasi non presi di petto la poltroncina che stava a fianco al divanetto
dove ero seduta prima.
Aprii la porta di
scatto e mi ritrovai Rob davanti con una rosa rossa in mano e un’enorme sorriso
stampato in faccia.
«Macciaoooo cucciola!
Dormito bene?», mi sussurrò ad un orecchio mandandomi in tilt.
Ero pronta a fargli
la più memorabile sfuriata di tutta la sua vita per l’ansia in cui mi aveva
abbandonato quel pomeriggio, ma nel momento stesso in cui incontrai il suo
sguardo dimenticai subito l’arrabbiatura e i miei sentimenti ripresero possesso
della mia mente.
Lui mi fissava con
gli occhi sgranati, totalmente fuori dalle orbite. Ovviamente non si aspettava
che mi conciassi in quella maniera.
I suoi occhi
scorrevano dall’alto verso il basso e se fosse stato Edward a quest’ora li
avrebbe avuti neri come il carbone.
«Perché mi guardi
così?», chiesi, la voce intrisa di un’innocenza che non avevo proprio.
A lui mancò la
parola. Poi si sforzò a distogliere lo sguardo dalle mie gambe mezze nude e mi
puntò lo sguardo sul viso. «Se- sei… bellissima!», disse con la sua voce calda
e sensuale. Poverino non era colpa sua se aveva la voce più meravigliosa che
avessi mai sentito in diciotto anni di vita!
Mi avvicinai a lui
molto lentamente. Ma alla fine non resistetti e mi avvinghiai ai suoi fianchi e
per poco non mi strappai il vestito. Fortuna che aveva lo spacco.
Mi sarebbe servito da
lezione, la prossima volta pantaloni elastici!
Lui mi baciò con
foga, con una mano mi teneva salda in braccio e con l’altra mi accarezzava
delicatamente i capelli.
Si chiuse la porta
alle spalle con il piede e io andai a finire contro un muro, non so bene quale,
ma senza farmi male.
Continuavamo a
baciarci come se non ci vedessimo da secoli, le nostre lingue erano
letteralmente attorcigliate.
Avevo il fortissimo
desiderio di sentirlo mio ancora una volta, ma forse lui aveva altri programmi
per noi quella sera.
E infatti qualche
minuto moooolto più tardi si staccò delicatamente da me e baciandomi la fronte
mi fece scendere a terra.
Io mi diedi una
sistemata tocca e fuggi e lo guardai negli occhi.
Anche lui cercava di
darsi un po’ di contegno.
«Kris, dai dobbiamo
andare se non vogliamo arrivare tardi», disse con la voce ancora un po’ roca
per il momento di poco fa. Mi sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e
mi sorrise.
«Sei uno schianto
stasera», disse facendomi perdere definitivamente le mie facoltà mentali.
Allora lo presi per
mano e con un sorriso ci dirigemmo alla macchina che ci aspettava fuori
dall’hotel.
Continua…
Miss Simy Pattinson