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Autore: Lady Lynx    28/10/2009    5 recensioni
Dolores Jane Umbridge e Alastor "Malocchio" Moody.
Non potrebbero esistere persone più diverse di loro.
Ma a volte anche due linee parallele possono trovare alcuni punti in comune.
Come in questa storia.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Dolores Umbridge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Alastor Moody è recentemente deceduto durante l'ultima missione organizzata per conto dell'Ordine della Fenice. L'obiettivo di questa spedizione, che consisteva nel trasporto del Prescelto in una locazione segreta per salvaguardarne la sicurezza, sembra essere stato raggiunto. Nonostante questo successo, i membri dell'Ordine della Fenice compiangono il loro collega... -
Interruppi la lettura, scuotendo la testa e appoggiando la Gazzetta del Profeta sulla scrivania del mio ufficio da Sottosegretario Anziano del Ministro.
Sorrisi apertamente al mio capo, emettendo un risolino civettuolo e naturale.
Rufus Scrimgeour ricambiò il mio moto d'ilarità, sembrando decisamente soddisfatto.
- E quindi, Dolores, il nostro caro vecchio Alastor se n'è andato... pace all'anima sua! -
- Spero che sia meno rivoluzionario, laggiù all'Inferno... il diavolo potrebbe non essere condiscendente come noi... - commentai con un pizzico di veleno.
- Ti hanno detto che ne è stato ritrovato l'occhio magico? -
Strinsi gli occhi, poi mi risistemai il fiocco rosa sulla testa con nonchalance per dare l'impressione di completo disinteresse.
- Ah, davvero? -
- Lo stanno analizzando proprio ora al Dipartimento Oggetti Misteriosi, non ho mai capito come facesse a vedere attraverso le cose con quell'aggeggio strano... - sbottò Rufus con tono irritato - ...è solo colpa sua se ho dovuto aspettare che andasse in pensione prima di diventare il Capo del Dipartimento Auror! -
Emisi un'altra sciocca risatina per esprimere il mio accordo con lui, poi mi alzai in piedi e rivolsi al mio capo una mezza riverenza.
- Se mi vuole scusare, Ministro, avrei molte pratiche e ispezioni da portare a termine... -
- Certo, Dolores, certo! - tuonò allora lui con tono allegro - Sono felice di avere una collaboratrice così laboriosa! A volte non so cosa farei senza di te! -
Gli rivolsi uno sguardo che esprimeva tutta la mia soddisfazione, lui capì quello che volevo comunicargli con quel gesto e si alzò in piedi a sua volta, uscendo poi dal mio ufficio.
Mi lasciai ricadere sulla sedia, riprendendo in mano la Gazzetta e fissando a lungo la foto dell'Auror che sembrava ricambiare con sfacciataggine il mio sguardo.
Come quando ci eravamo conosciuti la prima volta, come quando lui aveva entrambi gli occhi sani.

Avevamo la stessa età, io e Alastor, ma ad Hogwarts non ci eravamo mai interessati l'uno all'altra e viceversa.
Ogni tanto ci incrociavamo nei corridoi o partecipavamo alle stesse lezioni, ma niente ci aveva spinti mai a rivolgerci la parola o ad avere un tipo di contatto volontario.
Fino al giorno in cui, finita la scuola e superati i M.A.G.O., non ci ritrovammo entrambi nella Sala d'Aspetto dell'Ufficio Reclutamenti del Ministero della Magia.
La sua immagine portò a galla nella mia mente solo un piccolo avvenimento scolastico, quel giorno: il momento in cui aveva Trasfigurato in vipera una mia compagna di Casa che aveva tentato di colpire alle spalle il suo ex-fidanzato.
Una cosuccia da pettegolezzi, insomma. Ma si sa, le cose più sciocche sono sempre quelle che restano più impresse nella mente.
Dato che lui sembrava non avermi riconosciuta - e dato che eravamo seduti da due ore in quella stanza deserta senza alcuna compagnia se non quella che ci forniva il silenzioso compagno che avevamo di fronte - decisi di rivolgergli la parola.
- Sbaglio o hai frequentato Hogwarts? - sussurrai incerta, incrociando il suo sguardo direttamente per la prima volta in tutti quegli anni.
Aveva profondi occhi neri, distaccati e indagatori.
- Non sbagli - replicò lui con un sorriso sghembo - e io sbaglio o eri in Serpeverde? -
- Anche tu non sbagli -
Mi squadrò con discrezione, dandomi l'impressione che stesse guardando il muro che mi stava alle spalle più che la mia persona, poi si mise a giocherellare con la bacchetta che teneva in mano ormai da ore.
- Io non sbaglio mai - disse infine lui, rigirandosela abilmente tra le dita.
- Alla faccia della modestia - commentai sarcastica, cercando di incatenare i suoi sfuggenti occhi scuri ai miei, di un leggero celeste sbiadito.
- Per diventare Auror, non si deve essere modesti... dovresti saperlo, Serpeverde... - ringhiò lui con un pizzico di rabbia.
Non sapevo da dove provenisse quel suo repentino cambio di umore, mi sorpresi a rabbrividire.
- Io non voglio diventare Auror - precisai, facendo seguire le mie parole da una risata argentina - io ho intenzione di diventare il Primo Ministro della Magia di sesso femminile -
- Ah, interessante - osservò lui con un sorriso divertito, forse prendendosi gioco del mio tono orgoglioso - davvero interessante -
Dopo aver pronunciato quelle parole, mi puntò addosso la bacchetta con un'agilità inaspettata.
Un secondo dopo mi ritrovai il braccio destro pietrificato.

Fissai il mio arto offeso con orrore e un pizzico di imbarazzo. Era stato dannatamente veloce!
- Liberami subito! - strillai istericamente, alzandomi in piedi per minacciarlo con la mano sinistra.
Mi ignorò, riprendendo a giocherellare con la sua bacchetta.
Iniziai a tossicchiare a intervalli regolari per richiamare la sua attenzione, ma solo dopo il cinquantesimo colpetto secco decise che ero degna della sua considerazione.
- Sai, Serpeverde, c'è una cosa che credo tutti dovrebbero seguire... sì, anche gli aspiranti Ministri della Magia come te... - esordì lui con tono estremamente serio - ...dato che sono solo due parole, non esiterai a impararle a memoria e a stamparle nella tua testolina da ingenua figlia di papà... -
Gli lanciai un'occhiataccia, indicando con rabbia il mio braccio immobilizzato.
- VIGILANZA COSTANTE! - urlò all'improvviso lui, facendomi sobbalzare e provocando un aumento esponenziale dei battiti del mio cuore.
Quando mi ripresi dallo shock di quel rumore rimbombante nel silenzio della stanza, notai che finalmente potevo muovere a mio piacimento il povero braccio rimasto pietrificato per lunghi minuti.
- Ma sei pazzo? -
- No, Serpeverde, sono gentile a dirti queste cose... credimi... - disse lui mantenendo il suo tono terribilmente serio.
Stavo per rispondergli che non avevo bisogno del consiglio di un giovane arrogante che non si degnava neppure di chiedere il nome di una ragazza con cui stava parlando ormai da minuti, ma l'apparizione di una donna vestita in modo severo mi interruppe.
- Chi di voi due è qui per il posto di Segretario dell'Ufficio Oggetti Misteriosi? -
- Io, signorina... - intervenni con tono compito, afferrando la mia borsa contenente il curriculum.
- Allora tra due minuti può entrare! -
La donna sparì da dove era venuta, sentii lo sguardo del mio pazzo compagno di sventura restare fermo su di me.
- Beh, che vuoi? -
- Solo sapere come ti chiami, Serpeverde... -
Mi sorprese di nuovo. La dolcezza con cui pronunciò quella frase sembrava più adatta a una dichiarazione d'amore eterno piuttosto che a una semplice richiesta di informazioni.
- Dolores Umbridge - risposi con voce tremante - e tu? -
- Alastor Moody... piacere di averti conosciuta... -

Cosa mi restava di quei momenti, degli anni che avevamo passato ad incontrarci prima che lui andasse in pensione, prima che io avessi una promozione tanto attesa?
Cosa potevo avere come reliquia del nostro rapporto travagliato, quando ancora lui non era stato chiamato come insegnante da Silente, quando io non sapevo che avrei inconsapevolmente seguito le sue orme?
Scherzi del destino, davvero.
Alastor Moody, Difesa contro le Arti Oscure, anno 1994.
Dolores Umbridge, Difesa contro le Arti Oscure, anno 1995.
Sorrisi amaramente davanti a quel collegamento improvviso di idee, erano anni che non pensavo a noi due come a qualcosa di simile o lontanamente accomunato da un sottile filo di eventi.
Nonostante tutto, la morte di Alastor mi aveva portato alla mente un passato che non avrei potuto dimenticare - anche a discapito di tutti i dissapori che avevamo avuto dopo l'elezione di Cornelius Caramell come Ministro della Magia.
Volevo qualcosa di lui, una parte di quella persona che aveva dato un pizzico di sapore alla mia giovinezza.
Ma sapevo che il corpo di Alastor giaceva chissà dove, in qualche campo dell'Inghilterra Babbana, e forse le autorità stavano già indagando su quel misterioso ritrovamento.

Se volevo un ricordo fisico del mio nemico, avrei potuto impossessarmi solo di una cosa.
E naturalmente avrei usato come scusa il mio dovere di controllare i miei dipendenti.
- Sì, Alastor, mio adorabile rivale... - mormorai tra me e me - ...credo che dovrò proteggere il tuo Occhio Magico, come ringraziamento per tutti gli attimi che abbiamo passato insieme quasi secoli fa -
Poteva sentirmi? Non ne ero certa, ma lo speravo.
Perchè lo volevo ricordare? Perchè avevo bisogno di sentirlo al mio fianco?
Perchè proprio in quel momento, quello in cui non avrei più potuto averlo?
Non lo sapevo.
Ma, sorretta dalla decisione e dalla convinzione di fare la cosa giusta, uscii dal mio ufficio per andare a riconquistare l'unica parte fisica che restava dell'uomo della mia vita.
Riposa in pace, Alastor Moody.

  
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