Gestione recensioni
Ili91: grazie per la recensione, anche a me
dispiace un po’ che la storia sia finita, ma non disperare…
dirkfelpy89: mi
dispiace che l’aggiornamento non sia stato molto rapido, purtroppo ho avuto dei
problemi con la connessione, ma mi faccio perdonare subito…
le_montagnine:
scusa per l’attesa, non indugio oltre e ti lascio leggere la storia. Un bacio!
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N.D.A
Lo so, normalmente le
note d’autore si mettono al fondo del capitolo, ma questa andava assolutamente
inserita prima, non odiatemi…
Eccoci al dunque, il topo è stato catturato,
giustizia è stata fatta.
E poi? E poi credo proprio che ci vorrà un If_2 il
Ritorno (non vi libererete tanto facilmente di me). Ho lasciato troppe porte
aperte per esempio: come se la cava Bellatrix? Oppure come diventerà il piccolo
James Remus? ma soprattutto...
Se vi dico tutto adesso che gusto c'è?
Per quanto riguarda questo ultimo capitolo è nato
parecchio tempo fa quando ancora non avevo idea di cosa sarebbe successo in
mezzo, per questo spero non sia troppo slegato dal resto o meglio da come si
sono evoluti i personaggi.
Un giorno sentendo la canzone "In qualche
splendido giorno" dei Modena City Ramblers hanno
cominciato a frullarmi in testa immagini che si adattavano alla perfezione con
questa FF e con questa conclusione, per cui ho deciso di introdurre la canzone.
Se avete voglia ascoltatela mentre leggete, perchè
merita davvero. Il link è qui sotto
http://www.youtube.com/watch?v=0jo0_WTaobw
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In
qualche splendido giorno
Il
faro tagliava la notte, un filo d'acqua bagnava la strada.
Camminavano insieme in direzione del ponte.
Da un portone una tromba suonava.
Lei guardava in basso le scarpe, tra cicche
spente, giornali e lattine.
Lui fischiava un vecchio blues
e pensava ad una cosa qualunque da dire.
Era raro che loro due, si
ritrovassero a passeggiare tranquillamente in una notte d’estate.
Stavano rientrando da Diagon
Alley, Howard li aveva viziati con uno dei migliori vini che aveva. Avevano
lasciato passare il tempo in chiacchiere inutili e, quando era stato il momento
di andarsene, l’uomo si era reso conto che di tutto avevano parlato tranne che
di ciò che gli premeva. Sirius non sapeva come cominciare, a volte Mira
riusciva ancora a farlo sentire totalmente fuori posto, eppure era importante
ciò che aveva da dirle. La ragazza gli camminava di fianco saltellando come un
Elfo nel vecchio vicolo della Londra Babbana, sembrava quasi che danzasse, aveva
un modo di muoversi particolare: come un gatto che cammina sopra un cornicione,
attento, ma elegante.
- Mira, io devo parlarti.
- Abbiamo parlato tutta la sera,
se non sbaglio. – Rispose lei con una smorfia sbarazzina.
- Questa è una cosa importante.
- L’avevo immaginato, sapevo che
non saresti rimasto, anche se per te Harry è la cosa più importante al mondo.
Sai, nella letteratura Greca si parla di un eroe che dopo dieci anni di
combattimenti ed altri dieci di esilio riesce finalmente a ritornare a casa,
per trascorrere il resto della sua vita in pace e serenità. Sai lui cosa fa
dopo qualche tempo? Riprende il mare, perché quella è la sua casa, tu sei come
lui Sirius.
Mira aveva gli occhi lucidi
mentre finiva di parlare, ma guardava ostinatamente di fronte a sé.
- Non ti starai mica commuovendo,
vero? Mirzam Korat, la
ragazza dura come un pezzo di marmo, si sta squagliando in lacrime perché il
favoloso Sirius Black sta per andarsene?
In realtà Sirius non avrebbe
voluto essere così sarcastico, le parole che gli frullavano in mente erano
altre:
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui
intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido
giorno.
Lei gli soffiò contro come una
gatta arrabbiata, mentre cercava di trattenere quelle cavolo di lacrime che
erano lì lì per sfuggirle dagli occhi.
Sirius la trattenne per le
spalle: - Mira, tornerò, non vado mica via per sempre.
Lei gli lanciò un’occhiata
stizzita: - Se tornerai intero non è detto che comunque io sia rimasta qui ad
aspettarti.
Sperava di farlo arrabbiare in
quel modo, sapeva che non poteva neanche estrarre la bacchetta per minacciarla
come avrebbe voluto perché c’era gente intorno a loro.
Una vecchia indiana vestita di giallo li
osservava seduta a un balcone.
Lei sorrise appena e gettò una moneta al
mendicante dal cappello marrone.
Lui marcava i passi come Jimmy Dean,
masticando una frase d'addio.
"Ogni cosa è già fatta, ogni cosa è già
detta,
quando vedi che il racconto è finito."
- Mi stai lasciando Mira?
La domanda di Sirius la colpì
come una coltellata al petto, ma che diavolo farneticava?
- Perché quando mai siamo stati
insieme?
Sirius sussultò: - Pensavo che
per te fosse qualcosa di più di qualche incontro occasionale e di un paio di
bicchieri ogni tanto.
Un sussurro: - E per te cos’era?
- Ormai Mira non cercava neanche più di trattenerle, le lacrime avevano
cominciato a scorrere da sole.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui
intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido
giorno.
Avrebbe voluto prenderle il viso
fra le mani e cancellare quelle lacrime, avrebbe voluto tornare indietro e dire
a Silente che poteva andare a cercarseli lui quegli oggetti maledetti, i cimeli
dei fondatori perduti da secoli. Avrebbe voluto, ma sapeva che non l’avrebbe
fatto, sapeva di dover fare la sua parte, come aveva fatto suo fratello, quel
fratello di cui ora era così fiero.
La guardò dritto negli occhi: -
Mira, hai ragione, probabilmente io sono come quell’antico eroe, non posso
fermarmi, devo cercare qualcosa di nuovo, devo rischiare per sentirmi vivo e
soprattutto per dare a Harry la possibilità di vivere in pace, senza essere
braccato continuamente da Voldemort o dai Mangiamorte.
Lei annuì, poi sbuffò e rispose:
- Non è solo un passatempo il fatto di vederci, ma puoi pure scordartelo che adesso
ti dica languidamente che ti amo, perché tanto non lo farei mai.
Sirius sorrise con quel sorriso
sbilenco che le faceva venir voglia di avvinghiarglisi
addosso e non mollarlo più.
- Piantala, bastardo, che tanto
non ti salto addosso in mezzo alla strada.
Il marciapiede era grigio e deserto, nella
notte un lampione brillava.
Lui la strinse forte al suo fianco, mentre
lontano un cane abbaiava.
"Era tutto scritto da sempre sai. Era
racchiuso nel mazzo di carte.
Che la donna rossa si incontra col fante,
ma alla fine il giro riparte."
- Mira, ti prometto che tornerò.
– Il tono di Sirius era grave, un’espressione seria aveva rubato il posto al
sorriso malandrino.
- Mi stai chiedendo di
aspettarti?
L’uomo annuì: - Preferisco
passare tutta la vita a litigare con te piuttosto che avere tutte le donne del
mondo.
Mira, con un groppo alla gola
riuscì a formulare la domanda a stento: - P-perché?
- Perché ti amo sciocca testona,
e so che anche tu ami me anche se non lo ammetteresti nemmeno sotto tortura.
Mira strinse le labbra, cavoli,
aveva ragione, ecco perché faceva così male sapere che sarebbe partito per una
missione con tante incognite, molto probabilmente anche pericolosa, ecco perché
temeva che non tornasse: non per Harry, ma per sé stessa, la consapevolezza
della cosa la colpì in pieno. Quindi lei era Penelope?
Si erano fermati nei pressi del
ponte, aveva preso il suo viso tra le mani e l’aveva baciato con tutta la
consapevolezza che quello avrebbe anche potuto essere l’ultimo. Lui si era
stupito, non capitava spesso che Mira si lasciasse andare a simili gesti di
affetto. L’aveva sollevata, era così leggera, l’aveva appoggiata sulla
balaustra perché fosse più comoda, per quel bacio si erano presi tutto il
tempo.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Perché presto o tardi sai sarò di nuovo qui
intorno.
Ma non piangere per me, non piangere per me.
Ci troveremo ancora sai, in qualche splendido
giorno.
Lei gli disse: - Che il viaggio
sia buono.
Lui rispose soltanto: - Lo sarà.
Un attimo dopo si era
Smaterializzato, lei si cancellò le lacrime con una manata, doveva
tornare a casa, da Harry.
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Note finali
Se siete arrivati a leggere fino qui avete avuto
una bella resistenza ed ora vi tocca sorbirvi anche tutti i ringraziamenti.
Grazie a chi ha letto, a chi ha recensito, a chi
ha deciso di votare questa storia su Acciofanfiction,
a chi ha amato i miei personaggi ed anche a chi li ha odiati aiutandomi a
ridimensionarli un pochino.
Grazie a tutti perché sapere che ciò che si scrive
suscita emozioni non ha prezzo… per tutto il resto c’è mastercard