Fanfic su attori
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Autore: Sognatrice85    30/10/2009    4 recensioni
Eccomi qui, come promesso, posto il prologo del seguito della fan fiction "Il cielo ha una porta sola". Ritroviamo i nostri due protagonisti, sposati. La vita gli riserverà inizialmente una bella sorpresa, per poi lasciare spazio ad una serie di problematiche, anche traumatiche che Marghe e Robert dovranno affrontare con tanta forza e tanto coraggio. Sceglierò un raiting arancione per i temi che tratterò, nulla di troppo forte, ma avverto le persone estremamente sensibili e amanti di Robert che ci sarà parecchio da soffrire. Vi chiedo scusa in anticipo per certe mie scelte, mi farò perdonare e spero che nonostante quello che accadrà, continuerete a seguirmi e a non accusarmi di niente. Vi lascio al prologo, pubblicherò ogni sabato come sempre. Ps: questa volta mi affianca una beta, Dark Angel, che voglio ringraziare dal profondo, perchè mi sta dando tanto e collaborerà anche lei con la stesura di alcuni capitoli. Ovviamente man mano vi avviserò. SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ecografia con sorpresa

So che sono le 23:27 di sera, ma ho deciso di postare ora, domani avrò una mattinata abbastanza movimentata per via della mia 

imminente partenza. No, tranquilli non vi abbandono, continuerò ad aggiornare, ovviamente se vi fa piacere e se vi interessa continuare

a leggere questa mia follia.

Ringrazio vivamente chi ha letto e Dod e Midnightsummerdreams che hanno recensito, mi avete fatto gioire e piangere, grazie di cuore! Inoltre un ringraziamento particolare oltre che un caloroso abbraccio, vanno alla mia adorata Jenny, nonostante tutte le sue cose, lei per me c'è sempre: mi incoraggia, mi supporta e sopporta ed io questo non posso dimenticarlo. Un bacio anche alla mia Doddie, sai quanto ti adoro piccolina mia? Beh da morire...dedico a te e a Jenny questo capitolo. Vi voglio bene...

Il mattino seguente mi alzai fischiettando, feci colazione, mi preparai e mi recai a lavoro. “Buongiorno Kate” “Ehi Marghe, buondì” ci sorridemmo, Kate era una ragazza che come me, faceva l’educatrice, ci eravamo conosciute un anno prima, quando avevo iniziato a lavorare nel centro di recupero londinese. Era stata lei a mostrarmi la struttura e a guidarmi nel mio lavoro, si era dimostrata gentile e disponibile. Fu proprio Kate a consigliarmi di fare il test di gravidanza, quando qualche giorno prima, non sentendomi bene, mi lamentai del fatto che il ciclo mi fosse saltato il mese precedente e sembrava che anche questa volta volesse fare ponte, non mi era balenata l’idea che potessi essere gravida, pensavo ad un ritardo dovuto allo stress, infondo mi era già capitato qualche volta.

“Kate…debbo confessarti una cosa” le sussurrai all’orecchio mentre ci dirigevamo verso la stanza del piccolo Mark. Mi guardò attonita, io le sorrisi per tranquillizzarla “Avevi ragione tu…sono incinta” “Oh Marghe, che cosa bellissima!!!” “Puoi dirlo forte, però per ora acqua in bocca” strizzai l’occhio e lei mi rispose facendo cenno di si con la testa.

“Buongiorno Mark, come va stamane?” “Be-be-bene” “Tesoro, ora giochiamo un po’ ti va?” gli dissi mentre ci dirigevamo verso la sala apposita. Mark soffriva di dislessia, un disturbo specifico dell’apprendimento che è presente sin dalla nascita, ma si evidenzia solo all’inizio del percorso scolastico. In pratica, il paziente presenta difficoltà oggettive nella lettura, nella scrittura e a volte nel calcolo. Il nostro compito era quello di farlo giocare, giochi intelligenti, ossia basati su software in grado di riprodurre suoni, parole, lettere, in modo che il bambino potesse memorizzarli. Nel nostro lavoro eravamo costantemente affiancati da un esperto, il logopedista che guidava il percorso d’apprendimento del bambino. Le ore passavano velocemente, amavo davvero quel lavoro, mi sentivo utile, anche se allo stesso tempo, mi rattristava vedere bambini così intelligenti, affetti da tali patologie, si sentivano “diversi”, soli, ciò anche perché gli altri li allontanavano o li prendevano in giro per il loro problema. Ripensai al mio bambino e pregai che potesse essere sano, forte e soprattutto felice…come ogni madre, desideravo il meglio…

“Kate io vado, tra un’ora ho l’appuntamento dalla ginecologa. A domani” “In bocca al lupo, Marghe. Riposa” “Crepi, poi domani ti racconto.” Fuori trovai Simona e Steph che mi aspettavano e insieme ci dirigemmo verso l’ospedale. Ero in ansia, desideravo che Rob fosse lì con me, mi strinsi alla spalla di Simo che mi guardò pensierosa, capì che ero agitata, mi accarezzò la testa “Tranquilla Marghe. È solo un controllo”

“La prossima è la Signora Pattinson” sussultai udendo il mio nome, tutte e tre ci alzammo e entrammo nello studio “Buonasera. Accomodatevi…mmm allora Lei è qui per un ecografia. Bene, si stenda pure sul lettino” Simona guardava nervosamente l’orologio, mettendomi ancora più ansia. La dottoressa iniziò a muovere piano la sonda sul mio ventre e sul monitor apparvero le prime immagini della nostra creatura; proprio mentre i miei occhi si stavano perdendo in quelle immagini, un rumore improvviso mi spaventò, facendomi saltare “Stia tranquilla Signora, è il battito del cuore del bambino” “Ma è normale che sia così?” “Si, è tutto nella norma. La gravidanza procede bene. Se vuole posso dirle con esattezza quando è avvenuto il concepimento e quando dovrebbe partorire” “La notte del concepimento credo di ricordarmela, è stato prima che mio marito partisse per l’America, un mese e mezzo fa…” arrossii al pensiero di quella serata

<<”Amore, non essere triste. Ci sentiremo tutti i giorni…” “Tranquillo Rob, sto bene…conterò i giorni che ci separeranno…Ti Amo…” “Anche io…”  eravamo stesi sul nostro letto a guardarci…Rob mi accarezzò piano la guancia, rabbrividii, incredibile che nonostante il tempo passasse inesorabile, il sentimento che provavo restasse intatto…mi girai verso di lui e gli sorrisi, mentre una lacrima solcò il mio viso, Rob spalancò gli occhi, corrugò la fronte, s’imbronciò e con un dito asciugò quella lacrima…cercai di sorridergli ancora, ma la mia bocca non riusciva ad eseguire i miei comandi, si era increspata, disegnando sul mio volto una smorfia di dolore che cercavo invano di trattenere…ma qualche secondo dopo ero ormai in preda alle lacrime, così affondai la testa sul petto di Rob che mi strinse forte. Quando rialzai lo sguardo, anche lui piangeva, sobbalzai, mi avvicinai ai suoi occhi e piano li asciugai, baciando ogni punto del suo viso, volevo che quella sera gli restasse impressa nel cuore, in modo che lo accompagnasse in quei mesi in cui sarebbe stato lontano da me…”Marghe…” “Rob…” ancora una volta occhi dentro occhi, fronte contro fronte...lentamente posò le sue labbra sulle mie, poi si staccò per guardarmi di nuovo…come a chiedermi il permesso…lo sapeva che poteva farmi sua quando e come voleva…non avrei mai protestato…gli sorrisi e lui si convinse…

Fu un fare l’amore dolce, piacevole, ma allo stesso tempo, intriso di dolore e nostalgia…sapevamo entrambi che ci saremmo mancati e quel gesto era un modo per salutarci e per dimostrarci che eravamo completamente parte integrante dell’altro…>>

Sentivo che le lacrime stavano per ripresentarsi, ma riuscii a controllarmi “Ok, in ogni caso dovrebbe partorire nel mese di luglio e…” la dottoressa venne interrotta da qualcuno che bussò alla porta “Mi scusi Signora, probabilmente è la segretaria. Aspetti un attimo” andò dall’altra stanza ad aprire la porta, udii solo delle voci, poi chiusi gli occhi e quando li riaprii davanti a me apparve una visione celestiale: Robert. Richiusi gli occhi, pensavo di sognare, poi mi ricordai che stavo stessa sul lettino dalla ginecologa e spalancai di colpo gli occhi e lo rividi: lui era lì che mi sorrideva. Un misto di emozioni mi colmò il cuore e la testa, non sapevo che fare o dire, lui mi sorrise…quanto avevo sentito la mancanza di quel meraviglioso gesto “Sono venuto, amore, non potevo mancare” “Signor Pattinson, stavo spiegando a sua moglie che partorirà nel mese di luglio e che la prossima visita è fissata al terzo mese di gravidanza, in modo da controllare come proseguono le cose” “La ringrazio” poi si rivolse a me che ero ancora stesa sul lettino incredula e si voltò verso il macchinario, osservò quasi commosso stringendomi forte la mano, quel piccolo esserino che si muoveva dentro di me.

Quando fummo fuori dall’ospedale, riuscii ad aprire bocca “Ditemi la verità” mi rivolsi a Simona “Voi sapevate tutto?” mi sorrise, come al solito, Rob aveva telefonato a lei per organizzare questa sorpresa “E dai non avercela con noi, volevamo solo farti un regalino” le abbracciai “Ora è meglio che tu vada a casa, sarai stanca” sbadigliai “Effettivamente si. Ci sentiamo domani” “Certo.”

Saliti in macchina io e Rob non fiatammo, mi incantai a guardarlo “Come sei silenziosa stasera, cos’hai?” “Ancora non ci credo che sei qui. Dimmi che non sto sognando” mi diede un pizzicotto ridendo “Ahia” “Non ti lamentare, volevi o no la prova che sei sveglia?” rise ancora…”Continua a ridere amore, fallo ancora. Ridai vita al mio cuore…” “Stupido. Come hai fatto con il lavoro?” “Mi sono preso una settimana di ferie” lo guardai sbalordita “Te l’hanno permesso?” annuì “Gireranno le scene in cui non ci sono” ero euforica, poggiai la testa sulla sua spalla “Ora si che sono felice, anzi…” mi toccai la pancia “…siamo felici!” gli sorrisi e lui rispose al mio sorriso, con uno sguardo che non potrò mai dimenticare: un misto tra gioia, euforia, commozione. Giunti a casa, ci dirigemmo in cucina “Allora, cosa ti preparo?” “Amore dovresti riposare…” “Stop, stop! In realtà prima di riposare, dovrei mangiare qualcosa” “Hai ragione, ma faccio io, tu siediti, cosa ti va assaggiare?” “Mmm, ho voglia di un uovo” “Iniziamo già con le voglie” rise “No, non credo che la mia voglia di uova sia dovuta alla mia gravidanza, è ancora presto”. Mi misi ad ammirarlo, mentre litigava con il tuorlo dell’uovo, era uno spasso, ridevo tra me e me “E così aspettiamo un bambino…” disse improvvisamente senza voltarsi “Così pare…” continuai a guardarlo “Rob…” si voltò, mi fissò dritto negli occhi, come solo lui sapeva fare “Tu lo vuoi questo bambino?” sbarrò gli occhi, poi corse da me, si accovacciò ponendo il suo volto ad un centimetro dal mio “Ma che domande sono? Certo che lo voglio…è nostro figlio, frutto del nostro amore” abbassai lo sguardo rossa d’imbarazzo “Ma io so che non ami i bambini…” mi sollevò il volto “Marghe, forse non amo i bambini degli altri…ma questo…” e mi accarezzò delicatamente il ventre, facendomi rabbrividire “…è mio…è nostro…ed io lo amo già da morire” e mi baciò. Non lo aveva ancora fatto, quel bacio mi risvegliò, gli lanciai le mani al collo e lo strinsi forte…”Ora è meglio che ti cucini l’uovo e dopo dritta a letto” “Agli ordini” dissi ridendo, ancora confusa da quel bacio. Ancora non mi spiegavo come potevo sentirmi così con lui, come faceva a prendermi in quel modo così assurdo? In balia dei miei pensieri, non mi accorsi che Rob aveva anche apparecchiato “Signora, ecco a Lei il suo uovo” risi mettendomi le mani davanti alla bocca, era un po’ bruciacchiato “E non ci lamentiamo” “No, no e chi si lamenta” continuai a ridere, lui si sedette di fronte a me e iniziò a mangiare, si fermò qualche secondo dopo “Mmm…mi sa che non ci ho messo il sale” risi ancora più forte “Imbranato” sbuffò, passandosi quella mano tra i capelli, fermandomi il cuore; si alzò e mi venne vicino, prese la forchetta e me la porse “Mangia, invece di ridere. Devi tenerti in forze!” annuii

Dopo cena, Rob mi prese in braccio con qualche difficoltà, fisicamente non era così abile, nonostante avesse un fisico da atleta, io ricominciai a ridere “Ma mi hai preso per un pagliaccio?” “Ma dai Rob, che ci posso fare se sei un spasso eheheheh” “Ah e così sarei uno spasso, ora ti faccio vedere io!” mi stese sul letto e iniziò a farmi il solletico “No, no ti prego basta, basta” “La smetto se la finisci di ridere di me” “Ma come sei permaloso, non mi permetterei mai di ridere di te” dissi cercando di trattenere una risata, lui se ne accorse e ricominciò a farmi il solletico…ci ritrovammo vicinissimi…ci fermammo, tornando seri e perdendoci nei nostri sguardi, lentamente la testa di Rob scese sulla mia pancia, alzò la maglia e la guardò accarezzandola, quel gesto così naturale e tenero mi commosse “Qui c’è il mio bambino…” sembrava incredulo “Hai visto com’è piccolo?” “Si…piccolo come un fagiolo” dissi ancora tra le lacrime, il mio tono di voce lo costrinse a guardarmi “Non piangere, andrà tutto bene, io sono qui…” mi abbracciò, ci addormentammo in quella posizione, entrambi con le mani sul mio ventre…

   
 
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