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Autore: Utopy    31/10/2009    5 recensioni
“Ok ok allora. I Tokio hotel tra una settimana faranno una data qui ad Amburgo! Non è meraviglioso?!” Quasi potevo immaginarmela, nella sua camera tappezzata di poster di quei quattro, con gli occhi lucidi per l’emozione. Puah. “Sinceramente Ary, non vedo come io possa trovare meravigliosi quei quattro crucchi!” Non mi sono mai piaciuti, davvero. Soprattutto il chitarrista, quel mezzo rapper. Che schifo. Ary invece ne andava matta, poi se si parlava del suo “Bassista sessoso” Come lo chiamava sempre. Ribadisco, che schifo.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buuuooongiono a tutti!
Eccoci qui con un’altra fan fiction. So di non aver ancora concluso “Scommettiamo?”, non me ne vogliate u.u
Questa storia è un po’ particolare, è una round e la scriviamo io e Aria, ossia _Pulse_. La mia scrittrice sempina a cui voglio taaanto bene *___*
I capitoli ovviamente saranno alternati. Il primo capitolo è scritto da me secondo il mio punto di vista (Ale), il secondo è scritto da lei secondo il suo punto di vista (Ary).
Speriamo davvero vi piaccia, perché in questa storia ci siamo impegnate tantissimo e ci teniamo veramente tanto.. Buona lettura gente!
Un bacio enorme.. Ale&Ary *__*

 

PRIMO CAPITOLO. ( I Tokio Hotel no! )

Ho un nome che, detto per intero, mi irrita profondamente. Solo diciassette anni, me li tengo e grazie al cazzo. Vivo ad Amburgo, fottuta città. Non mi piace, davvero, qui ci sto male : voglio andarmene, raggiungere Chicago e vivere pure sotto i ponti se necessario. La Germania è un porcile.                                                                              Mi hanno sparata fuori con un carattere di merda, nel senso che abbondo di difetti quanto un bounty abbonda di cocco. Dicono che io sia egocentrica, volgare e fredda. Beh, hanno ragione : sono così.                                                            Detesto sentirmi ripetere le cose all’infinito. No, non smetto di fumare. No, non smetto di bere. No, non smetto di fare cazzate. No, non smetto di dire parolacce.                                                                                                                                                                                                                     A sentire certa gente, sarei moto abile a traviare le persone. Grande minchiata. Non dico di fare cose che effettivamente non faccio. Niente bravate che includano la prigione, niente sbronze tutte le sere. Fumo, una canna se mi va davvero di lusso, per il resto via di sigarette. Studio quanto basta, ora mi godo l’estate.                                 Mi fanno ridere quelli che si fingono trasgressivi, dei veri fighi, poi magari nemmeno sanno dirti il presente indicativo di mangiare. In compenso usano il loro cazzo per sfondare ragazze conciate in modi improponibili, sui muri delle discoteche. Accidenti, gratificante!                                                                                                                                                                                                      Sono costantemente immersa in periodi “grigi”, né bianchi né neri. Non so cosa voglio, non so cosa fare, quindi sono un peso un po’ per tutti. Per me fare progetti è troppo presto e , al momento, non ho intenzione di alzare il culo per fare ordine nella mia vita. Mi capita di farmi trascinare dagli eventi, lo ammetto. Non ho molti interessi. Leggo manga, soldi permettendo. Vado sullo skateboard e faccio graffiti, non mi hanno mai beccato fino ad ora. Se dovesse succedere sarebbe una bella rogna.                                                                                    Ho un aspetto trasandato e non mi piace curarmi più di tanto. Ho gli occhi scuri e i capelli sempre disordinati di un colore indefinito : un rossiccio misto a castano e viola. Beh, le tinte non sono proprio il mio forte.                                                                                                                                                                                   Mi vesto peggio dei barboni, con le mie camice scozzesi di tutti i colori, i pantaloni da hippie e le scarpe da skater. Ma mi piaccio così, non devo rendere conto a nessuno.                                                                                               Non ho amici, o meglio : non ne voglio avere. L’unica persona che posso considerare tale si chiama Arianna, il resto sono solo conoscenze. Ci siamo conosciute sui banchi di scuola, le uniche due italiane in una scuola di tedeschi, beh, mezze italiane. E’ stata la mia ancora di salvezza in tutti questi anni! Dopo la morte di mio padre, mamma ha deciso di trasferirsi da sua madre : mia nonna. Ho entrambi i nonni materni tedeschi. Ary invece abita in Germania con suo padre e suo fratello Davide. Dopo il divorzio dei suoi genitori Fabio ha accettato un offerta di lavoro ad Amburgo. Trasferendosi anche loro dai nonni (tedeschi).                                                                                                                                        Ha diciannove anni e si può dire che è il mio opposto. E’ alta qualche centimetro in più, i capelli lunghi e sempre curati, con dei ricci favolosi. Sembrano i boccoli di una bambola. Gli occhi castani e un paio di occhiali che, a mio parere, le donano moltissimo. Si veste come una ragazza normale, a volte penso di sfigurare stando di fianco a lei, ma è il pensiero di un istante, devo essere fiera di essere come sono. Amo quella ragazza, probabilmente senza di lei non avrei combinato niente in questa esistenza che mi ostino a chiamare vita. Non sono una bella persona, questo lo so. Ma quando sono in sua compagnia mi trasformo, divento un’altra. Nessuno mi ha mai vista veramente, eccetto Ary.     

 Erano le tre del pomeriggio e cavolo! Stavo ritardando al mio primo giorno di lavoro! Raccattai la mia borsa a tracolla che, non si sa come, era finita sotto al mio letto; mi fiondai al piano di sotto dove c’era mia madre che giocava con mio fratello più piccolo. Si chiamava Edoardo, e aveva quattro anni. Lui era la mia gioia più grande. Lo salutai schioccandogli un bacio sulla guancia.

“Tesoro per che ora torni?” Mi chiese mamma cercando di tenere ferme le manine di Edo che la tiravano per la manica del maglione.

“Boh, penso per cena.” Risposi indifferente accendendo il mio cellulare.

“Alessandra, perché non ti vesti in maniera più presentabile? Almeno il tuo primo giorno di lavoro!”

“Mamma non mi scocciare, e ti prego finiscila di chiamarmi Alessandra. Sai che lo detesto!” Così dicendo uscii di casa. Caspita, Ary mi aveva chiamato sette volte. Chissà cos’era successo. Composi il suo numero sulla tastiera, che ormai sapevo a memoria, e salendo sulla bicicletta aspettai che rispondesse.

“ALEEEEEE!!”  Fui costretta ad allontanare il cellulare dal mio orecchio, o i suoi urli disumani mi avrebbero sfondato il timpano! Pazientemente aspettai che si calmasse, quando mi sembrò più tranquilla mi riavvicinai l’apparecchio all’orecchio destro.

“Ary ma che hai?!” Sbottai divertita

“Tu non sai! Oddio Ale non puoi sapere!!”

“Certo che non lo so, se non me lo dici!” Roteai per aria gli occhi sbuffando.

“I Tokio hotel! I  Tokio hotel!!” Ma cos’era? Un messaggio in codice?!

“Ary mi stai facendo innervosire.”

“Ok ok allora. I Tokio hotel tra una settimana faranno una data qui ad Amburgo! Non è meraviglioso?!” Quasi potevo immaginarmela, nella sua camera tappezzata di poster di quei quattro, con gli occhi lucidi per l’emozione. Puah.

“Sinceramente Ary, non vedo come io possa trovare meravigliosi quei quattro crucchi!” Non mi sono mai piaciuti, davvero. Soprattutto il chitarrista, quel mezzo rapper. Che schifo. Ary invece ne andava matta, poi se si parlava del suo “Bassista sessoso” Come lo chiamava sempre. Ribadisco, che schifo.

“Ehi siamo crucche anche noi!”

“Per metà!”

“Oh fa lo stesso! Allora.. Vero che ci vieni insieme a me?” No, no. Categoricamente no! Non se ne parlava proprio. Non era nemmeno da prendere in considerazione. Io, al concerto di quattro deficienti, non ci sarei mai andata.

“Stai scherzando vero Ary?”

“ Eddai Ale ti prego!! Ti pregotipregotipregotipregoti…”

“Piantala per carità! Senti, ci penserò..”

“Evvaiiiiiiiiiiiii!!!!” La sentii esultare dall’altro capo del telefono e non riuscii a reprimere un sorriso.

“Non ho mica detto si scema”Ridacchiai

“Ma tanto alla fine ci verrai! Anche perché ho già comprato i biglietti.”

“TU COSA?!”

“Beh.. non potevo mica rischiare di non trovarne più..”

“Sono arrivata al lavoro. Passi a prendermi alle sette? Dobbiamo fare una lunga chiacchierata io e te.” Conclusi lapidaria.

“Certo tesoro mio bello! Sarò li puntuale! Ti voglio bene saiii?”

“Pfff ruffiana..” Sorrisi e chiusi la chiamata. Quanto adoravo quella ragazza.

Entrai nel piccolo bar di un simpatico ometto basso e con gli occhiali : Il signor Bruno. Era stato gentilissimo con me il giorno del colloquio, e sembrava non disturbarlo il mio look un po’.. Appariscente.

“Oh Ale cara.. Vieni.” Mi avvicinai a lui a lo salutai stringendogli la mano.

“Allora, te la senti di stare dietro il bancone a prendere le ordinazioni? O preferisci stare in cucina?” Mi chiese con un sorriso stampato in faccia.

“Penso di potermela cavare a servire i clienti!” Ricambiai il sorriso gentile.

“Meraviglioso, allora ti lascio al tuo lavoro, io torno in cucina.” Si avvicinò di più al mio orecchio. “ Prima che mia moglie combini qualche pasticcio.” Sussurrò divertito.

Ridacchiai. Avevo conosciuto anche la signora Ada, una signora cicciottella e gentilissima.

Mi misi al lavoro vedendo qualche persona avvicinarsi a me e cominciare a ordinare. Non mi piaceva particolarmente quel lavoro, avrei preferito fare qualcosa per cui ero davvero portata. Mi ronzarono in testa le parole di mia madre “Se non hai il lavoro che vuoi, comincia a volere il lavoro che hai!”. Che gentile.                              Volevo bene a mia mamma certo, ma era sempre stata una gran rompiscatole!

 

Il pomeriggio passò tranquillo, ero davvero brava a socializzare con i clienti, mi divertivo un sacco  poi a preparare i caffè! In un battito di ciglia arrivarono le sette, così mi tolsi il grembiule e lo appoggiai nel ripiano sotto alla cassa.

“Sei stata bravissima oggi Ale, complimenti. Ci vediamo domani alla solita ora!”

“Certamente signor Bruno. E’ stato un piacere, a domani!” Salutai con la mano e uscii dal negozio, vedendo parcheggiata la mini di Ary dall’altra parte della strada. La raggiunsi e salii dalla parte del passeggero. Stava ascoltando un cd che aveva messo nella radiolina, e canticchiava allegra una canzone dei suoi adorati Tokio hotel. Si girò verso di me e mi fece un sorriso a trentadue denti.

“Ti prego, blocca questa lagna, o mi verrà il diabete!” Sibilai tappandomi le orecchie e sprofondando nel sedile allacciandomi la cintura di sicurezza.

“Ehi non si usa più salutare? E comunque “Rette mich” NON è una lagna!” Sbottò tamburellando le dita sul volante.

“Si si come no. Allora, ciao Ary! Com’è andata la giornata?” Sorrisi divertita vedendola tutta imbronciata. Mai e dico MAI offendere i Tokio hotel o le loro canzoni in sua presenza.

“Uhm.. Benino, mi sono annoiata un po’. Adesso tu lavori, non so più che fare.”

“Perché non vieni a lavorare anche tu con me?” Le chiesi con gli occhi brillanti,  averla li con me sarebbe stato magnifico!

“Dici che potrei?” Si girò di scatto guardandomi sorridente

“Eccome! Basta chiedere al signor Bruno. Ma non penso sia un problema. A lavorare li ci siamo solo io, lui e sua moglie!”

“Oh sarebbe meraviglioso!” Unì le mani al petto.

“Domani vieni con me al bar e glielo chiediamo, d’accordo?”

“D’accordissimo!”

Ary mise in moto e partì, io mi girai a guardare fuori dal finestrino. Era giugno, le vacanze erano cominciate da poco e così la scuola era finita. Finalmente, non ne potevo più. Arianna aveva finito l’ultimo anno, io invece lo avrei frequentato l’anno successivo. Avevo un po’ di paura, soprattutto per la maturità..Andavo molto bene a scuola, i miei voti erano più che sufficienti. Ma avevo paura di non essere pronta ad affrontarla.

“Pizza?” Sentii la voce di Ary in lontananza destarmi dai miei pensieri, mi girai verso di lei.

“Andata!” Una sana pizza era proprio ciò che serviva!

 

“Signorina! Lo vedi che ore sono?!” Urlò mia madre non appena misi piede  in casa.

“Si mamma, sono le dieci e mezza. Cos’è, ho il coprifuoco adesso?” Chiesi andando vicino a mio fratello prendendolo in braccio e sedendomi sul divano.

“Mi avevi detto che saresti tornata per cena! Perché non mi hai avvisato che mangiavi fuori?!”

“Perché me ne sono dimenticata! Caspita, come la fai lunga.”

“Come la faccio lunga? Come la faccio lunga?! Questa casa non è un albergo, ci sono delle regole e tu devi rispettarle! Ora fila in camera tua!” Strillava..strillava.. Vidi Edoardo portarsi entrambe le manine a coprirsi le orecchie, chiudendo gli occhi.

“Vieni piccolo, andiamo di sopra..” Mormorai teneramente. Senza aggiungere una parola mi caricai mio fratello in spalla e lo portai nella mia stanza, adagiandolo sul letto.

“Mamma è arrabbiata” Mi disse Edo mettendosi un dito sul mento.

“Lo so Edo, è arrabbiata con me!” Sorrisi nella sua direzione.

“E pecchè?”

“Perché hai una sorella pestifera!” Ridacchiai avvicinandomi a lui e facendogli il solletico.

“Basta, basta” Rideva a crepapelle, soprattutto quando gli presi i piedini e lo alzai a testa in giù. Il mio tenero fratellino.

Lo rimisi sul mio letto e andai davanti allo specchio, cominciando a pettinarmi i capelli arruffati, come sempre. Andai nel piccolo bagno comunicante con la mia stanza e mi lavai i denti, sciacquandomi poi il viso e le mani. Quando ritornai nella mia camera vidi che Edoardo si era addormentato nel mio letto. Allora mi avvicinai a lui e con leggerezza gli levai le scarpe, alzando la coperta e infilandocelo dentro. Mi coricai al suo fianco e spensi la luce, andandogli a baciare la guancia, coperta da qualche ciocca di capelli biondi. Mi addormentai presto, abbracciata al mio piccolo uomo.

 

Fine primo capitolo! Speriamo vi sia piaciuto.. *.*
Il prossimo sarà quello scritto da Ary, vi ricordo xD.. Un saluto a tutti, anche a quello che leggeranno senza commentare, sappiamo che ci siete anche voi! ^__________^

 

  
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