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Autore: LubyLover    31/10/2009    3 recensioni
Stagione nove: Luka è in fase autodistruttiva, Carter ed Abby stanno insieme e Carter è a Boston dal padre. ... perché quando Luka si presenta alla tua porta e ha una valigia e ti dice che parte c'è solo una domanda, una, che si srotola, da sola, sulla lingua di Abby...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Abby Lockhart, Luka Kovač
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Visita notturna

 

Sente distintamente qualcuno bussare alla porta, ma decide di non muoversi. E' comoda; il maglione morbido e un po' sformato, i piedi allungati sul divano e il riscaldamento acceso sono tutte motivazioni più che sufficienti alla sua immobilità. Non vuole alzarsi, la giornata è stata pesante e stancante. Non ha fatto altro che parlare e stare con altre persone e adesso desidera solo starsene un po' in santa pace. In più, sa già che non può essere Carter, visto che è partito il giorno prima per andare a Boston da suo padre.

Ma il bussare la disturba ancora. E' più insistente, adesso, e,  Abby lo potrebbe anche giurare, è macchiato da una nota di disperazione. Quasi come se la risposta della donna fosse necessaria alla salvezza della persona sul pianerottolo. Abby mugola infastidita, molto infastidita, ma si alza, sconfitta. Trascina i piedi fino alla soglia, sentendo già che il suo corpo sta disperdendo il calore accumulato.

Gira la chiave ed apre un po' la porta: "Sì?"

Nessuna risposta dall'altra parte, ma lei riconosce l'uomo che si nasconde parzialmente alla sua vista. Perché, lei lo realizza improvvisamente, c'è solo una persona che si può materializzare alle dieci di sera. Soprattutto dopo il casino infernale che ha combinato ieri.  Con un gesto rapido toglie il chiavistello e spalanca la porta. Bingo, Abby!

Lui la osserva, in religioso silenzio, con lo sguardo di un bambino che sa di meritarsi una punizione. Uno strano contrasto, il suo corpo statuario e slanciato e forte, ma avvolto da fragilità e debolezza indescrivibili.

Abby gli fa un gesto con la mano, invitandolo ad entrare, ma lui non si muove. Sta aspettando, Dio solo sa cosa, visto che non si è ancora deciso ad aprire bocca e che non sembra minimamente intenzionato a farlo. Ed a quel punto lei nota la valigia blu scuro accoccolata ai piedi dell'uomo con il suo bel cartellino per l'identificazione ancorato alla maniglia. Abby solleva le sopracciglia in modo interrogativo e poi torna a fissarlo. Il colore dei suoi occhi è qualcosa di indefinito, un verde scuro mischiato al grigio, un colore riscontrabile solo nelle sue iridi; la carnagione è pallida, spenta, il tipico colore di chi si sta trascurando e due occhiaie bluastre disegnano archi profondi e drammatici sotto i suoi occhi. Sembra quasi un morto. Da quanto tempo starà così? Da prima di ieri, ma io non ho prestato troppa attenzione, anzi ci ho pure scherzato su.

"E quella?" Non può non domandare. Ne ha il diritto. D'altra parte è lui che si è presentato inaspettato alla sua porta.

"Sto per partire" E basta, non ritiene necessario aggiungere altro.

Lei continua a fissarlo per cercare una risposta oltre le sue orbite stanche, il viso un po' emaciato e le labbra screpolate. Ovviamente non ne sapeva nulla; ma quando mai ha saputo qualcosa di lui? Quando lui l'ha resa partecipe? Sbuffa, con un moto di stizza: è così tipico da parte sua metterla di fronte al fatto compiuto. Lo fa in continuzione. Lo faceva quando stavano insieme e ha continuato a farlo poi. E lo fa anche adesso, tante grazie. E' un comportamento così da Luka che a lei viene quasi da ridere.

Eppure qualcosa solletica la sua mente, un altro pensiero, un'altra conclusione, qualcosa capace di cancellare la stizza e lasciare spazio ad una sorta di orgoglio perverso. Si può senz'ombra di dubbio affermare che nessuno sa praticamente nulla di Luka. Nulla del suo passato, nulla dei suoi hobbies, nulla delle sue amicizie e frequentazioni. Ma lei è una specie di eletta, perché almeno lei è messa al corrente delle sue azioni irrazionali, Ed è sempre lui a volerla mettere al corrente, perché lei sa, lei può capirlo. Non ha bisogno di spiegare, non a lei.

"Parti?", solo un po' sorpresa.

Lui la fissa per qualche istante, le parole che ha pronunciato da contare sulla punta delle dita. Così da copione, così da lui, così familiare. Poi le afferra una mano, un gesto delicato ma deciso. E per nulla inaspettato. Lo sapevo. E lo aspettavo.

"Vieni con me"

Non è una domanda. E' risoluto nella sua affermazione, così come lo era lei nella stanza d'albergo, mille anni fa, quando gli ha sussurrato che non c'era bisogno di parlare. Ed era vero.

Lei gli stringe la mano, sentendo la sua pelle fredda in contrasto con la sua. La fissa con gli occhi spalancati ed il timore che lei si possa arrabbiare e lo possa mandare via. D'altronde ne avrebbe il diritto. Non è stato invitato lì. E lei non ha ancora chiaro il motivo della sua non-richiesta.

Abby pensa a John, il suo fidanzato, pensa che ha voluto mettersi insieme con lui, che hanno scelto il momento giusto. Pensa che ci sono stati tantissimi momenti belli tra di loro e che altri ce ne potrebbero essere, ma pensa che non è esattamente tutto come si aspettava. Ed è una lama fredda, più fredda delle mani di Luka, che non ha mai preteso nulla da lei, che non ha mai provato a giudicarla, aggiustarla o salvarla. Luka, che è lì, in quel momento, con una valigia chiusa ed il cartellino col nome. Luka che sta per partire e le ha fatto una proposta, che non sembrava una proposta, ma sotto sotto lo era, perché lei lo sa che è terrorizzato e fragile ed ha bisogno di conforto, lo stesso identico conforto che lei gli ha dato anni fa. E lei ha un ragazzo adorabile che, però, non è lì. Lo sa cosa sta per chiedere Abby, perché al destino non si può sfuggire, perché quando Luka si presenta alla tua porta dopo aver rischiato di buttare a puttane la sua carriera, essersi quasi ammazzato (ed aver quasi ammazzato Erin), e ha una valigia e ti dice che parte c'è solo una domanda, una, che si srotola, da sola, sulla lingua di Abby:

"Quando partiamo?"

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