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Autore: Lenn chan    11/06/2005    6 recensioni
Una voce attraversa mille anni di storia per giungere fino a lei. E'davvero questo il suo destino? E'davvero questo ciò che vuole? Dove affonda le sue radici quel suo particolare potere? "La risposta...dovrai cercarla in te stessa, e solo quando l'avrai trovata potrai accettarti per quello che sei..." Aveva a che fare con quelle creature ancora prima di sapere della loro esistenza...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Takao Kinomiya, Max Mizuhara, Kei Hiwatari, Rei Kon, Hilary, Yuri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kai ed Hilary raggiunsero il resto del gruppo in giardino

Visto?? Questa volta ci ho messo poco a mettere un nuovo cap!! Questo sarebbe il terzultimo!! Eh si ormai manca poco alla fine! Allora come al solito passo a ringraziare chi ha commentato: LightAngel; Katia37; super gaia; solarial (spero continuerai al più presto la tua bellissima fic!); Leticia32; Carolina37 (grazie per avermi espresso la tua opinione ma non cambierò il mio modo di scrivere proprio perché è “il mio modo di scrivere”, né cambierò il contenuto perché piace a molti ma soprattutto piace a me!); Jaly Chan (mi chiedevo che fine avessi fatto!! Ogni tanto sparisci e poi ricompari!! Sono contenta che tu sia riuscita a commentare! Ah, se ti capita cerca di fare una capatina al forum, c’è Isa che ti cerca!). Ok, ora diamo inizio al cap!

 

 

Kai ed Hilary raggiunsero il resto del gruppo in giardino che probabilmente non era mai stato affollato come quel giorno. Avevano riunito tutti per il ritorno della brunetta ma soprattutto per conoscere Alena e sapere qualcosa in più su di lei e su Vagnus, farsi raccontare i fatti da qualcuno che aveva vissuto in prima persona quell’esperienza significava partire avvantaggiati, e di certo nessuno andava meglio di colei che aveva rivestito il ruolo dell’evocatrice in passato.

Come prevedibile la biondina fu ricoperta di domande a cui aveva pazientemente risposto cercando di essere il più chiara possibile, non era facile per lei parlare davanti ad un così alto numero di persone, persone che oltretutto non conosceva nemmeno. Aveva una personalità estroversa, almeno all’apparenza, però non erano poche le volte in cui preferiva la solitudine alla compagnia. La tranquillità dei suoi pensieri era l’unica cosa che riuscisse a rilassarla per quanto questi potessero essere confusi o tristi. Per lo stesso motivo non amava parlare molto di sé, o meglio non amava parlare di quello che provava, dei suoi sentimenti, per quanto invece riguardava vicende che magari le erano accadute, esterne in qualche modo, non aveva problemi a raccontarle…solo che tralasciava le sue emozioni. Si limitava all’esposizione dei fatti così com’erano, né più né meno. Erano poche le persone con le quali riuscisse ad aprirsi completamente. Tranquilla, non impulsiva, precisa, probabilmente erano quelle le parole che chiunque avrebbe usato per descriverla.

-Toglimi una curiosità…come fai ad essere qui? Voglio dire, tu appartieni al mondo di mille anni fa- domandò Takao curioso facendosi portavoce anche dei suoi compagni, che si stavano chiedendo tutti esattamente la stessa cosa.

-Ecco…ci sono cose che mi sono state impedite di rivelarvi- rispose scendendo da uno dei grandi sassi che tracciavano il contorno del piccolo stagno, sentendosi troppo al centro dell’attenzione per i suoi gusti.

-Impedite? E da chi scusa?-

-Insomma Takao, se ti ha detto che non può dirvelo non insistere!- lo rimproverò Hilary, che invece aveva già una mezza idea di chi potesse essere stato. Da tipi, per così dire, rigorosi e antiquati come loro c’era da aspettarselo. Probabilmente seguivano la filosofia del “meno gente ne è a conoscenza meglio è”.

-Tu sai qualcosa vero?- le chiese indagatore.

-Anche se fosse non te lo direi- ribatté mentre il capitano intrecciava le mani dietro la testa sbuffando. Solo allora si rese conto che le era davvero mancata in quei tre mesi che era stata via.

-Cos’è che puoi dirci allora?- il professore aprì il suo inseparabile computer intenzionato a prendere appunti, così non si sarebbe fatto trovare impreparato per qualsiasi evenienza.

-Lo scontro contro Vagnus, volete conoscere come sono andate le cose?- sorrise appena, certa della loro risposta. Sarebbe stato assurdo il contrario, e poi lei era lì proprio per quello, preparare l’evocatrice e gli eletti all’imminente discesa del signore del male sulla Terra.

-Sapere come si può sconfiggerlo sarebbe davvero un bel passo avanti. Senza contare che finalmente ci sarà qualcuno che ci dirà le cose senza filastrocche varie ed incomprensibili- commentò Lai alludendo chiaramente agli Scudi Sacri.

-Non sono filastrocche ma profezie! Ed inoltre sono chiarissime!- ribatté Mariam, l’unica presente della sua squadra in quel momento, sentendosi offesa.

-Se lo dici tu- replicò il cinese per niente convinto.

-Avrei una domanda!- interruppe Max alzando la mano, quasi come se stessero a scuola, in una classe –Perché Vagnus ci tiene tanto a sottomettere il nostro pianeta e gli esseri che ci abitano?- continuò rivolto all’ex-evocatrice.

-Perché il male vuole sempre avere qualcosa da sottomettere, è sempre stato così!- rispose Takao convinto che quello potesse essere l’unico motivo, in fondo non era la prima volta che qualcuno aveva tentato di fare qualcosa del genere, anche se non in maniera così grande, era ovvio.

-In realtà non è solo questo il motivo- lo corresse Alena attirando nuovamente l’attenzione su di sé. C’era dell’altro sotto…spostò lo sguardo sulla ragazza mora seduta sul portico in legno della villa, vicino al capitano dei Bladebreakers. Phoebe sostenne la sua occhiata in silenzio, immobile, era certa che la biondina non si fidava ancora di lei nonostante la scena a cui aveva assistito tra lei e Baltazar, pensando probabilmente che si era trattata solo di una commedia per farla cadere in trappola. In fondo chi al suo posto non avrebbe creduto lo stesso? E se avesse detto tutto, compreso ciò che lei era in realtà? Si chiese come avrebbero reagito tutti quanti…eppure una parte del suo cuore sperava che quella parte nascosta di lei venisse allo scoperto al più presto, si era stancata di mentire, avrebbe voluto spiegare tutto, come stavano realmente le cose, ma la paura glielo impediva. Paura perché nessuno le avrebbe creduto e probabilmente sarebbero stati solo spaventati da lei e l’avrebbero mandata via, se non addirittura combattuta…ma lei ormai non aveva più un posto dove andare…

-Scusate ma voi vi conoscete?- domandò Daichi riferendosi a Phoebe ed Alena, anche se prima di ottenere una risposta avvertì un pugno sonoro colpirlo dritto dritto sulla testa –Perché non ragioni, pidocchio? Come fanno a conoscersi se Alena appartiene al passato di un millennio fa?-

-E’ vero! Non ci avevo pensato…eh eh…però non c’era bisogno di colpirmi così forte Takao!- gli urlò massaggiandosi il capo sul quale era spuntato un visibile bernoccolo.

-Te lo sei meritato!-

-Cosa hai detto?!-

-Vuoi fare a botte scimmia?!-

-Con piacere, ti aspetto sul retro!-

-Basta voi due, calmatevi!- Rei intervenne a dividerli cercando di mettere pace tra loro prima che cominciassero a sbranarsi a vicenda –Se non sbaglio Alena stava per dirci qualcosa di importante- i due litiganti interruppero la loro discussione, mortificati, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Il loro amico aveva ragione, non era il momento più adatto per mettersi a discutere, avevano cose ben più importanti a cui pensare.

-Scusaci…- fecero dispiaciuti.

-Ehm…non ce n’è bisogno…- li rassicurò ancora stupita, non si aspettava che gli eletti riuscissero ad essere così tranquilli nonostante ciò che stava per succedere, ovvero una possibile fine del mondo. Ma in fondo era meglio così, essere troppo in ansia non avrebbe giovato. Sorrise, doveva ammettere che quei ragazzi le piacevano.

-Allora, volevate sapere di Vagnus, giusto?- continuò preparandosi a raccontare sotto gli sguardi accondiscendenti dei suoi ascoltatori. Li invitò a sedersi comodamente perché quella sarebbe stata davvero una lunga storia…

 

-E’ passata dalla parte degli umani? Povera sciocca!- la risata diabolica di Vagnus risuonò irritante nell’aria. Baltazar abbassò lo sguardo rimanendo immobile, senza dire una sola parola. C’era una cosa che lo turbava e lo assillava dall’ultima volta che aveva parlato, o meglio, si era scontrato con Axe. Per quanto si sforzasse non riusciva a togliersi dalla mente le sue parole, quella sua domanda…perché continui a stare con Vagnus? Già, perché…non ci aveva mai pensato, non aveva mai sentito il bisogno di farlo, lui era sempre stato dalla parte dei demoni, dopotutto lui stesso era un figlio del male quindi per quale motivo non avrebbe dovuto portare il suo popolo al potere? Non era una cosa più che naturale garantire la sopravvivenza e la superiorità della propria specie? Eppure tempo prima era stata lei stessa a dirgli quelle parole, quando ancora non aveva strane idee per la testa, quando ancora non era passata dalla parte dei loro nemici, quando ancora non aveva conosciuto gli eletti e soprattutto lui…quel ragazzino…lui gliela aveva portata via.

-Non ho bisogno di smidollati al mio fianco, posso benissimo fare a meno di lei!- continuò non facendo caso all’insolito silenzio in cui si era immerso chi gli stava accanto.

-Anzi, è ora di andare ormai…finalmente il momento è arrivato- si sgranchì le braccia come si fosse appena svegliato da un lungo sonno. Dopo secoli di attesa sarebbe di nuovo tornato in scena e quella volta niente sarebbe andato storto.

-A proposito, vai a fare una visitina agli eletti e all’evocatrice, sai che mi piace che il mio arrivo sia annunciato-

-C’è anche Alena con loro- proferì atono Baltazar.

-Poco importa, lei non mi preoccupa. Avrei preferito che marcisse nelle prigioni per il resto dell’eternità ma non fa niente. E ora vai-

-Si…-ubbidì senza replicare, sapeva perfettamente a chi avrebbe fatto visita per primo…chiuse gli occhi cercando di captare la sua presenza mentre il suo corpo svaniva pian piano nel nulla, dissolvendosi come polvere al vento.  

 

-C’è qualcos’altro- dichiarò solenne, ne era certa, nella storia che aveva raccontato Alena c’era qualcosa che non la convinceva, ad essere più precisi, qualcosa che non le era chiaro, nascosta, come se l’ex-evocatrice avesse omesso volontariamente dei particolari. Nell’esposizione dei fatti era stata molto dettagliata, non aveva tralasciato niente, gli aveva detto esattamente come erano andate le cose durante l’ultimo scontro con Vagnus. Eppure qualcosa le suggeriva che non era tutto, Alena si era limitata a narrare la storia come se quella vicenda non l’avesse toccata più di tanto, non l’avesse riguardata da vicino ma fosse stata per lei come una semplice rappresentazione teatrale in cui il suo ruolo era semplicemente quello di spettatrice…ma Hilary sapeva che non era così, aveva provato una strana emozione, una sensazione mai provata prima e che era in grado di descrivere, anche perché la sentiva non sua, come se appartenesse a qualcun altro, come se appartenesse proprio a…

-Che intendi?- Kai interruppe il corso dei suoi pensieri facendola sussultare appena. La brunetta sollevò lo sguardo sul suo ragazzo, seduto in terra con la schiena posata tranquillamente alla parete di fronte a quella a cui era appoggiata lei. Il russo inclinò leggermente la testa da un lato in attesa di una risposta, vedendo la giapponese fissarlo come se avesse appena chiesto la cosa più assurda del mondo.

-Credo che Alena non ci abbia detto tutto- gli rispose dopo aver fatto mente locale di quanto gli aveva domandato il blader e aver elaborato la risposta.

-Cosa te lo fa credere?-

-Non lo so…- era difficile da spiegare a parole, forse impossibile. Era certa che il russo non potesse comprendere quello che provava, era qualcosa che sentiva legato solo all’ex-evocatrice ma non riusciva a capire, non tanto il perché, ma il come. Probabilmente era un nuovo potere, in fondo ne aveva scoperti diversi da quando se ne era andata da Tokyo, non aveva mai smesso di imparare. Oppure era per merito della Crystal, d’altra parte non doveva dimenticare che tutte quelle capacità decisamente sovraumane e che solo lei possedeva  derivavano tutte da quel piccolo oggetto. Si slacciò la catenina dal collo rigirando il ciondolo tra le mani e passandoci sopra le dita come se quello in qualche modo potesse rispondere a tutte le sue domande, e chissà, forse era davvero così. La sua faccia assunse un’espressione interrogativa, corrugò appena la fronte provando a riflettere…dunque, i suoi poteri provenivano dalla Crystal, la Crystal le era stata data da suo padre, che però non era a conoscenza di cosa in realtà fosse…o si? E se fosse stato proprio per quello il motivo per cui i suoi genitori erano stati uccisi? Non lo avrebbe mai saputo, non poteva più chiederglielo…scosse la testa, no, non poteva farsi prendere dai ricordi tristi, quello era davvero il momento meno adatto, se si fosse distratta avrebbe rischiato di fare la loro stessa fine e non avrebbe tardato a raggiungerli e per quanto lei desiderasse rincontrarli sapeva che loro non sarebbero stati affatto d’accordo, non così presto almeno. Cercò di rilassarsi tornando ai suoi ragionamenti, sapeva di sicuro che la Crystal non era arrivata a lei per caso ma per opera di Lògos stando a quanto aveva capito. Restava solo da comprendere perché l’Essenza Suprema aveva scelto proprio lei tra tanti. Sbuffò, tirando le somme giungeva alla conclusione che il viaggio nel Giardino Delle Luci Eterne non era servito a granché, di certo non a schiarirle le idee già confuse.

-Ehi, ma è incredibile!-

-Cosa Takao?- domandò Hilary al ragazzo che aveva appena spalancato la porta della palestra e l’aveva fatta tornare immediatamente con i piedi per terra costringendola involontariamente a mettere da parte per un momento i suoi pensieri.

-Eravate in palestra da soli e non vi stavate sbaciucchiando? Non ditemi che tra voi è già finita!-

-Takao!- lo ripresa la brunetta con le guance lievemente rosse. Ecco un’altra cosa che Hilary avrebbe assolutamente dovuto fare appena sarebbe finita la faccenda di Vagnus, non c’era neanche bisogno di appuntarlo scritto da qualche parte perché se lo sarebbe sicuramente ricordato: uccidere Takao, magari insieme a Daichi, come si diceva? “Prendere due piccioni con una fava!”

Kai si alzò dirigendosi verso il compagno, a cui rivolse un’occhiata indifferente prima di sorpassarlo e uscire.

-Ti diverte tanto farlo innervosire?-

-Dai Hilary! Sai come è fatto! Non è colpa mia, è lui che si innervosisce sempre per niente!- si giustificò il moretto –Quel ragazzo è troppo serio!-

-Tu invece sei troppo poco serio!- replicò alzandosi anche lei.

-Almeno sono simpatico!-

-Su questo avrei i miei dubbi!-

-Ma hai sempre la risposta pronta tu? Beh…lasciamo stare. Per caso hai visto Phoebe?- le domandò, dopo che Alena aveva terminato il suo racconto non l’aveva più vista da nessuna parte, in casa non c’era di sicuro.

-Veramente no- sorrise –Quando tutta questa storia sarà finita dovrai raccontarmi parecchie cose, come ai vecchi tempi-

Il blader le sorrise di rimando prima di tornare alla ricerca della sua ragazza, era strano che fosse sparita così all’improvviso senza avvertire nessuno, non era sua abitudine farlo. Non sapeva spiegarsi il perché ma aveva una brutta sensazione addosso, come se stesse per succedere qualcosa da un momento all’altro, e purtroppo non era una cosa bella…

 

-Insomma si può sapere io cosa c’entro in questa storia? Phoebe è la tua ragazza, mica la mia! Perché dovrei venire con te a cercarla?- si lamentò Daichi intrecciando le mani dietro la testa e sbadigliando sonoramente. Aveva appena pranzato e dopo aver mangiato era solito per lui farsi un bel pisolino, invece quella volta aveva dovuto rinunciarci perché il suo capitano lo aveva “gentilmente invitato” ad accompagnarlo. In realtà lo aveva preso di peso trascinandoselo dietro senza lasciargli nemmeno il tempo di opporsi.

-Perché in due abbiamo più possibilità di trovarla- gli rispose stranamente serio.

-Si può sapere perché ti preoccupi tanto? Sarà andata a fare quattro passi- la buttò lì il rossino, non capiva il motivo di tutta quell’ansia.

-Oggi mi è sembrata un po’ strana…- per tutto il tempo in cui Alena aveva parlato gli era parsa piuttosto irrigidita come avesse avuto paura di qualcosa, o fosse preoccupata. E non era per via di Vagnus, non del tutto almeno. Si ricordava di essersi voltato verso di lei e di aver visto il suo sguardo…uno sguardo assorto, immerso nel mondo dei suoi pensieri, ma non disteso e incantato, piuttosto…deluso, amareggiato, o per meglio descriverlo, colpevole. Perché? Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si accorse che il suo compagno lo stava chiamando già da un pezzo. Il giapponese gli rivolse l’attenzione, Daichi stava puntando con il dito qualcosa poco distante davanti a loro. Spostò lo sguardo nel punto indicatogli, un ragazzo, che entrambi conoscevano, sembrava li stesse aspettando, sulle labbra però aveva un sorriso poco rassicurante.

-William!- esclamò il capitano dei Bladebreakers quando gli fu più vicino.

-Salve Takao-

-Sei venuto a cercare tua sorella? Perché a dire la verità non riesco a trovarla-

-Anche…- il moretto assunse un’espressione interrogativa, il tono con cui gli aveva risposto, pur essendo pacato, aveva un qualcosa di inquietante.

-Sai Takao, c’è una cosa che dovresti sapere riguardo a me e ad Axe…o scusami,avevo dimenticato che tu la conosci con il nome di Phoebe-

Il moretto lo guardò senza capire, perché aveva usato quel nome prima? E soprattutto cosa intendeva dire che lui la conosceva con il nome di Phoebe? Si irrigidì, non gli piaceva affatto la piega che stava prendendo la situazione, c’era qualcosa di diverso nello sguardo e nella voce del ragazzo che si trovava di fronte, sembrava quasi che gli fosse ostile in qualche modo.

-Ascolta, non mi piace fare tanti giri di parole per dire quello che mi interessa…perciò credo proprio che non lo farò!- non aggiunse altro, in un attimo si sollevò da terra, in levitazione, e scagliò una sfera di energia luminosa contro i due bladers.

-Ma che cavolo significa questo?- urlò Daichi rialzandosi da terra , dove si era buttato per evitare il colpo.

-Vai a chiamare gli altri-

-Come?- domandò rivolgendosi a Takao.

-Vai a chiamare gli altri!- ribadì lui non prestando troppa attenzione all’amico, guardando William che dalla sua altezza osservava soddisfatto con le braccia incrociate al petto e un sorriso raggelante le facce preoccupate e stupite dei ragazzi. Il rossino non ribatté notando l’espressione del suo amico…era tremendamente e insolitamente serio. Senza aggiungere altro cominciò a correre a perdifiato verso la residenza Kinomiya.

Il giapponese si alzò in piedi continuando a tenere lo sguardo fisso in quello del demone, le labbra serrate sembravano non voler chiedere spiegazioni, aspettando solamente che fosse l’altro a continuare.

 

-Aspetta un attimo- si mise in ascolto facendo cenno alla sua interlocutrice di rimanere in silenzio per qualche istante, aveva percepito un’aura particolare nell’aria, un’aura che lei conosceva fin troppo bene e purtroppo non era sola, era con la persone sbagliata.

-Che c’è?- le domandò Alena spazientita, dopo il non breve racconto della sua esperienza con Vagnus, Axe le aveva chiesto di seguirla, lontano dagli eletti e dall’evocatrice, voleva risolvere la sua situazione una volta per tutte e farle capire che quanto le aveva detto, riguardo al fatto che lei non stava più dalla parte del signore del male, era vero, anche se non aveva la minima idea di come convincerla; probabilmente le sarebbe stato più facile farglielo credere se lei stava davvero solo fingendo, con le frottole se la cavava alla grande ma a quanto pareva il destino voleva che nel momento in cui doveva dire la verità ottenesse l’effetto opposto.

-Baltazar…-

-Dove?- chiese guardandosi intorno mettendosi in guardia.

-E’ qui vicino ed insieme a lui c’è Takao- aveva addosso un brutto presentimento e non era per niente tranquilla sapendo che il blader era da solo con lui. Cominciò a correre nella loro direzione concentrandosi per non perdere le tracce mentre urlava alla biondina, che fino a poco fa stava parlando con lei, di seguirla. La ragazza rimase sconcertata, la loro conversazione era stata interrotta e doveva ammettere che non le riusciva di fidarsi del demone dopo tutto quello che le aveva fatto passare mille anni prima. Come dimenticarsi quegli occhi color ghiaccio penetranti e perfidi? Quello sguardo soddisfatto nel provare sofferenza negli altri…non poteva scordarselo, non poteva cancellare come se non fosse mai accaduto quell’episodio…

 

-Shin! Shin! Riprenditi, come stai?- si era avvicinata a lui, sbattuto in terra da un’energia potentissima che lo aveva colpito in pieno senza dargli possibilità di salvezza. Il colpo era stato troppo violento perché un essere umano potesse resistergli. Lei si era inginocchiata accanto al ragazzo e gli aveva dolcemente sollevato la testa.

-Shin…-

-Alena…- aveva sussurrato poco prima di riaprire gli occhi affaticato, non riusciva a muovere una sola parte del suo corpo senza provare un forte dolore.

-Ce la fai a rialzarti?- gli aveva chiesto tra le lacrime anche se sapeva già la risposta, ma voleva una frase, una semplice frase che avesse potuto affermarle il contrario…

-Ascolta- le aveva detto sollevando lentamente la mano per sfiorarle il viso, anche se per compiere quel gesto gli mancavano le forze tanto che avrebbe lasciato andare il braccio a terra se lei non gli avesse afferrato la mano e stretta nella sua –Non usare l’Energia Pura…per nessun motivo…ti prego…- erano state queste le sue ultime parole, le ultime prima di lasciare andare il corpo inerme tra le sue braccia.

Aveva alzato gli occhi sempre più offuscati dal troppo piangere e incrociato quello sguardo…aveva giurato di fargliela pagare, a tutti quanti, a costo della sua vita, a costo di andare contro la volontà di Shin…in fondo cosa aveva da perdere ormai? La vita? Ma che vita era quella se doveva continuare a vivere senza l’unica persona che contasse veramente qualcosa per lei? Senza la persona più importante della sua esistenza?

 

Se ci ripensava si stupiva del fatto che non provasse odio nei loro confronti. Un atteggiamento freddo e indifferente, come logico, ma non di odio, perché al suo posto lasciava spazio la compassione. Provava pena verso di loro…

 

-La colpa non è loro…ma del male che li ha sedotti, non posso fare a meno di provare pietà nei loro confronti-

 

Anche quelle erano state sue parole…scosse la testa, non poteva perdersi nei ricordi proprio adesso, anzi doveva impedire che una cosa del genere potesse accadere di nuovo. Si decise a seguire Axe pensando che quella fosse l’unica cosa giusta da fare al momento…      

 

-Ragazzi!- Daichi si precipitò alla casa del capitano dei Bladebreakers fermandosi per riprendere fiato solo quando ebbe varcato il cancello della villa. Si piegò sulle ginocchia, affannato per la corsa che aveva fatto partendo dal parco senza fermarsi neanche una volta.

-Daichi, che succede?- i ragazzi gli andarono incontro.

-Takao…- riuscì solamente a dire in un soffio dopo aver inspirato a fondo.

-Gli è successo qualcosa?- gli domandò Rei.

-Insomma parla!- lo incitò Hilary vedendo che il ragazzino non continuava. L’espressione del rossino non lasciava presagire nulla di buono.

-Non c’è tempo per le spiegazioni! E’ al parco…e credo che Vagnus non tarderà a farsi vedere…-

La reazione dei presenti fu facilmente prevedibile, a quanto pareva lo scontro finale sembrava ormai essere alle porte.

-Dobbiamo sbrigarci altrimenti Takao sarò nei guai- suggerì il professore voltandosi verso i suoi compagni, che nonostante lo sgomento di una notizia così improvvisa si trovarono d’accordo con lui.

-Allora non c’è tempo da perdere- dichiarò l’evocatrice risoluta. La battaglia decisiva, quella che avrebbe stabilito una volta per tutte i vincitori e i vinti, l’unica perché non ce ne sarebbe più stata un’altra…per i prossimi mille anni, almeno. La brunetta stava per andare ma la mano di Kai le cinse il polso costringendola a fermarsi e girarsi verso di lui incrociando così i suoi occhi. Non le disse una sola parola ma le fece comunque capire, grazie ad un solo sguardo, che non avrebbe combattuto quella lotta da sola… 

 

-Takao!- Phoebe lo raggiunse, seguita da Alena. Gli si avvicinò e alzò lo sguardo incrociando quello del suo ex-compagno. Lo sapeva…strinse i pugni, poteva immaginare perfettamente quello che lui avesse in mente e in fondo se lo sarebbe dovuto aspettare prima o poi, era consapevole del fatto che non sarebbe riuscita a tenerlo nascosto ancora a lungo…

-Guarda quanti spettatori! Non pensavo di dover parlare davanti a tanto pubblico!- fece ironico.

-Piantala Baltazar!-

-Ma come? Non vuoi che spieghi al tuo amichetto come stanno realmente le cose?-

La mora ebbe un sussulto. Spostò l’attenzione sul blader che nel frattempo aveva abbassato la testa e fissava in silenzio il cemento della piazzetta.

-Ti ascolto- proferì atono rimanendo immobile.

La ragazza mosse un passo verso di lui ma Takao la bloccò con un gesto della mano, facendole chiaramente capire di rimanere ferma dov’era.

-Allora…da dove posso cominciare? Per farla breve io e quel dolce visino laggiù- fece alludendo ad Axe –siamo demoni a servizio di Vagnus. I più potenti. Il nostro scopo era quello di guadagnarci la vostra fiducia per colpirvi alle spalle quando meno ve lo aspettavate-  

-Ma cosa stai dicendo?- lo interruppe bruscamente infiammandosi immediatamente e uscendo da quello stato di trance in cui sembrava essere caduto -Se fosse come hai detto allora Phoebe dovrebbe avere…- si bloccò di colpo sgranando gli occhi mentre la sua mente fu colpita in pieno da un’immagine che gli impedì di terminare la frase lasciandolo quasi incapace di respirare. Si ricordò delle parole di Daichi di quando aveva chiesto ingenuamente se lei ed Alena si conoscessero…no, non poteva essere così, non poteva…

Molto lentamente si voltò verso l’ex-evocatrice cercando in lei un qualche segno che gli confermasse che quanto aveva appena detto quel demone fosse la verità, solo lei poteva farlo. La biondina gli si avvicinò recependo al volo ciò che Takao voleva chiederle anche se era rimasto in silenzio, muto, come fosse diventato improvvisamente incapace di mettere insieme le parole per formare una frase di senso compiuto.

-Quello che ha detto Baltazar è vero…Phoebe è un demone ed il suo vero nome è Axe. Ho combattuto contro di loro mille anni fa, erano i demoni spalla di Vagnus, quelli su cui contava di più- gli disse –Ma lei adesso dice di non stare più dalla parte del male e che vuole aiutarci. A dire la verità non so cosa le abbia fatto cambiare idea e soprattutto se dice la verità, però…- si interruppe vedendo il blader allontanarsi senza nemmeno guardare dove andava, pareva sotto shock.

-Dovresti seguire il tuo istinto…- continuò in un sussurro la frase anche se il suo interlocutore non poteva più sentirla ormai. Phoebe esitò ma alla fine si decise a seguirlo, non poteva lasciarlo andare così, doveva spiegargli, non poteva finire tutto in quel modo assurdo.

-Basta poco a distruggere le certezze dei mortali- commentò soddisfatto Baltazar con un sorriso cinico sulle labbra, assistendo alla scena –A questo punto non rimane che attendere la sua entrata in scena…-

 

-Takao…- stava per avvicinarsi a lui ma qualcosa la bloccò. Lo sguardo del ragazzo. Terribilmente serio, come mai gliene aveva visti, fissava il fiume scorrere inconsapevole davanti a lui. Avrebbe voluto essere quell’acqua in quel momento che continuava a seguire il suo corso, ignara di ciò che le sarebbe potuto accadere, senza problemi, senza pensieri. Ma lui non poteva, non ci riusciva, più si sforzava di non pensarci più i suoi pensieri lo assillavano, incessanti, senza sosta, senza lasciargli un minimo di tregua.

Sollevò il viso sentendo che qualcuno lo chiamava, sentendo che lei lo chiamava…ma non rivolse gli occhi nella direzione di Phoebe, continuò a fissare un punto indefinito davanti a lui, come fosse in trance.

-Takao io…-

-Vattene- replicò senza nemmeno lasciarle terminare la frase. La mora sussultò, non tanto per quello che le aveva appena detto, in fondo si aspettava una reazione simile da parte sua ma per il tono in cui l’aveva detto. Non era arrabbiato, non era urlante, era solo…deluso. L’arrabbiatura dopo un po’ sbolliva ma la delusione no, per quella occorreva tempo, occorreva ristabilire e riacquistare una fiducia ormai persa e che forse non si sarebbe più riusciti a recuperare; e se veniva a mancare la fiducia crollava la base di qualsiasi tipo di relazione, non potevano più esistere sentimenti quali l’amore e l’amicizia.

-Mi hai usato solo per raggiungere i tuoi piani, solo questo ti importava-

-No!- si affrettò a ribattere –All’inizio forse…però poi con il tempo io…ho finito per affezionarmi davvero a te…- disse in un soffio.

-E dovrei crederti?- il moretto non accennava minimamente a guardarla in faccia –Ho bisogno di tempo per farlo…se mai accadrà-

-Lo so, però…il tempo non c’è, Vagnus potrebbe essere qui da un momento all’altro!- si portò una mano al viso accorgendosi di avere le guance bagnate. Stava piangendo? Quando era stata l’ultima volta che aveva pianto? Non se lo ricordava…forse perché non c’era mai stata una prima volta…

-Ascolta: puoi anche non credermi ma io combatterò lo stesso contro Vagnus, e dovresti farlo anche tu, insieme ai tuoi amici!- vide il blader alzare leggermente la testa –Altrimenti non potremo mai sconfiggerlo, lui è molto più potente di quanto si possa immaginare-

-Su questo hai perfettamente ragione Axe…o preferisci che ti chiami Phoebe?- quella voce improvvisa fece voltare immediatamente i due ragazzi. Capelli rosso fuoco, occhi neri come le tenebre senza luce, e quella profonda cicatrice…

-Vagnus!- esclamò la ragazza indietreggiando. Takao si alzò squadrando attentamente colui che aveva di fronte, dopo averne tanto sentito parlare era là, proprio davanti a lui, e adesso…l’inizio della storia e della guerra che si sarebbe conclusa con dei vincitori e gli altri…gli altri solamente vinti…

 

TO BE CONTINUED…

 

E ci risentiamo nel prossimo cap!! ^__^ Ciao, ciao!!!

  
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