Prima di dire o fare qualunque
cosa, devo assolutamente scusarmi per il ritardo con cui aggiorno.
Quando ho iniziato a scrivere questa fanfic non avrei mai pensato di
far passare tanto tempo tra un aggiornamento e l’altro,
perché io per prima, come lettrice, mi dispiaccio quando mi
capita di seguire una storia sospesa per tanto tempo. Purtroppo
però, quando ci si trova dall’altro lato, capita
di affrontare momenti in ci le cose non vanno come dovrebbero e la
storia resta ad un punto morto.
A dire il vero, in tutto questo tempo, ho provato diverse volte a
continuare a scrivere, ma ho incontrato parecchie
difficoltà, a causa degli errori commessi
all’inizio, che mi hanno causato delle discordanze tra i
tempi e gi avvenimenti della saga, e il filo che sto cercando di
seguire (in pratica ho fatto trasformare Sam troppo in fretta, e ora
sto cercando di allungare i tempi tra una trasformazione e
l’altra), e stavo addirittura pensando di abbandonare questa
storia.
Per fortuna, sono riuscita a non lasciarmi scoraggiare, ed ora ho
ripreso a scrivere qualcosa, che in ogni caso non è
ciò che mi aspettavo, né per lo stile,
né per il contenuto, né per la trama.
Spero di riuscire a proseguire senza più
intoppi, anche se probabilmente inizierò una revisione dei
vecchi capitoli, per far coincidere per bene, quel che scrivo con i
libri.
Ora che ho finito, prima di lasciarvi all’orrore che ho
scritto, al posto di un capitolo decente, vorrei dedicare qualche
parola a Drew_Labirinth, Hermione 93, sarapastu e Valeego per le
bellissime recensioni che mi lasciano: vorrei ringraziarvi,
perché uno dei principali motivi per cui non ho abbandonato
questa fic siete proprio voi, che
con i vostri commenti mi spronate ad andare avanti!
Ringrazio particolarmente Valeego, che mi ha inserita tra gli autori
preferiti: per me è stato uno shock scoprire che a qualcuno
piacesse tanto il mio modo di scrivere, e mi sento davvero lusingata
per aver raggiunto un risultato del genere.
Ovviamente ringrazio chi ha aggiunto la fic ai preferiti, chi la tiene
tra le seguite, e chi si limita a leggere.
A presto, si spera! E buona lettura..
Capitolo
13
Quando
avvertii finalmente la consapevolezza degli avvenimenti, ero convinta
di aver definitivamente chiuso del tutto con il mio passato, di aver
superato la separazione con Sam, di riuscire a sopportare meglio la
lontananza dagli amici di un tempo. Può sembrare un
controsenso,ma ad aiutarmi era proprio l’idea di essere
pronta. Forse non lo sono mai stata del tutto, e di sicuro in quel
periodo non avevo superato un bel niente, ma la volontà che
ci mettevo nel voler ricominciare mi dava la forza di farlo.
Per un breve periodo le cose andarono bene. Tornai a sentire alcune
amiche che frequentavano le mie stesse lezioni, e presi in
considerazione l’idea di frequentare
l’università locale, almeno fin quando le
condizioni di mio padre non fossero migliorate.
Mio padre, già.
Era già da qualche tempo che non stava proprio bene. Non
accusava alcun tipo di dolore, ma i medici sostenevano che le sue
condizioni non miglioravano affatto nonostante seguiva scrupolosamente
le cure che gli prescrivevano. Il suo vecchio amico Charlie passava
spesso a casa per vedere come stava, era molto preoccupato, e si
sentiva anche in colpa per non essere stato molto presente negli ultimi
tempi, ma anche lui aveva avuto i suoi problemi: sua figlia, dopo un
litigio col fidanzato (uno dei Cullen) aveva deciso di andare a
stare di nuovo dalla madre, comunque in poco tempo riuscì a
fare pace col fidanzato e tornò a stare a Forks; purtroppo
dopo poco tempo, fu la famiglia Cullen a doversi trasferire, e Charlie
doveva occuparsi di una figlia depressa, che oltre a frequentare la
scuola non si dedicava più a nulla. In effetti mi sembrava
una situazione alquanto familiare, e anche i miei genitori credevano
che sarebbe stato un bene per entrambe fare amicizia, ma Bella non mi
era simpatica da bambina, figurarsi come sarei riuscita a sopportarla
in modalità-depressa, considerando il basso livello di
sopportazione a cui ero arrivata.
Quindi non presi neanche in considerazione l’idea di fare
amicizia con lei.
Tanto più che venni a sapere che ci aveva pensato qualcun
altro a farsi carico dei problemi di Bella. Il figlio minore di Billy
Black, Jacob, che a quanto pare era suo amico già da qualche
tempo.
Coloro che invece mostravano più allegria del solito, dopo
questa improvvisa partenza erano proprio i ragazzi di La Push, che
smisero di girovagare con facce smorte e serie e ripresero un aspetto
risoluto e più adatto alla loro età.
Non riuscivo a comprendere il motivo di tanta gioia, ma in
fondo non provavo particolare interesse per ciò che
riguardava loro.
Avevano tagliato i contatti con tutte le persone che frequentavano
precedentemente, prima di chiudersi a cerchio tra loro e non dare la
possibilità a nessun altro di integrarsi. E avevo risolto
che non mi interessava. Non era affar mio. Dovevo semplicemente far
finta che non esistessero. Cosa che mi riusciva piuttosto bene,
poiché non avevamo più nulla in comune e non mi
capitava mai di incontrarli, neanche per sbaglio.
Non me la passavo male come quando avevo rotto con Sam, ma mi ero
creata una regolarità tra le lezioni
all’università e gli impegni a casa. Tutto era
sempre tranquillo.
A preoccuparmi era soltanto la salute di mio padre.
Ogni volta che la mamma chiedeva ai medici se avesse riscontrato
qualche miglioramento, se avesse avuto bisogno di un intervento o cose
del genere, essi non si sbilanciavano minimante, lasciandoci sempre
più confuse. L’unico che non si preoccupava di
nulla era proprio papà: non aveva cambiato niente delle sue
abitudini precedenti, passava il tempo esattamente come faceva una
volta, senza pensare neanche un po’ alla sua salute.
Ovviamente non faceva cose che potessero aggravare la sua situazione,
ma non rinunciava alle sue abitudini. Non un finesettimana a casa a
riposare, dopo una settimana di lavoro. Naturalmente Charlie e Bill
stavano sempre con lui, mostrando la stessa apprensione della mamma,
cosa che riusciva solo a farlo arrabbiare.
Un po’ lo capivo, insomma, se fossi stata al suo posto avrei
reagito allo stesso modo, anche io avrei cercato di sdrammatizzare per
non preoccupare ulteriormente gli altri, ma si trattava di mio padre,
non sarei mai riuscita a lasciar correre. E in più il suo
comportamento mi faceva arrabbiare anche di più.
“Smetti di preoccuparti, Leah. Sto solo andando a
pescare.”
“Potresti restare a casa per una volta.”
“Tesoro, se vuoi passare un po’ di tempo con me
potresti venire anche tu.”
“Non se ne
parla.”
“Eppure una volta ti piaceva..”
“Non è vero papà.”
“Ma si! Ricordo che da piccola ti svegliavi prestissimo per
venire a pescare con me.”
“Papà, da piccola avrei fatto qualsiasi cosa pur
di stare con te” lo vidi sorridere mentre si allontanava.
“Ci vediamo più tardi.” E chiuse la
porta, lasciandomi quell’ansia che sarebbe sparita solo una
volta rientrato.
“Non ha ceduto neanche stavolta?”
“Mamma! Non mi ero accorta che fossi arrivata anche
tu”
“Speravo che riuscissi a convincerlo, di solito ti
ascolta.”
“No, niente da fare. È così
testardo!”
“Mm, non importa. C’è Charlie con lui,
farà attenzione che non si sforzi troppo.”
“Già. A proposito di Charlie, come sta sua figlia,
ancora depressa?”
“Hai deciso di correre in suo soccorso?”
“Semplice e pura curiosità. Lo sai che non sono in
grado di fare la crocerossina. Magari potrebbe riuscirci Seth, ma non
io.”
“Non ti preoccupare, non ne ha bisogno. Jacob la sta
frequentando assiduamente, soprattutto da quando anche Embry ha
cambiato amicizie..”
“Eh? Che vuol dire?”
“Niente.. va a svegliare tuo fratello”
“Mamma!”
“Lee, il gruppo di Sam si sta allargando, tutto
qui.”
“Cosa?? Ma che intendono fare?”
“Leah non devi preoccuparti, non fanno nulla di male. Pensa
che si fanno chiamare i Protettori”
“I protettori? E che cavolo dovrebbero proteggere?!”
“Lascia stare. Dai, adesso vai a svegliare Seth.”
Mia mamma non mi avrebbe detto altro, tanto
valeva andare a svegliare Seth, così andai da lui. Intanto
pensavo.
Anche Embry. Da quel che ricordavo era un ragazzino tranquillo, con una
madre molto apprensiva. Non avrebbe mai scelto di frequentare gente
pericolosa, era piuttosto responsabile. Allora era chiaro che non
potessero fare nulla di male, altrimenti non avrebbe mai scelto di
stare insieme a loro. Allora che diavolo facevano di così
importante da non poterlo far sapere anche agli altri? E
perché sceglievano i ragazzi uno per volta? Era una
selezione? E chi sarebbe stato il prossimo?
In più si facevano chiamare i protettori! Che pericoli ci
possono mai essere in una riserva piccola e tranquilla come La Push?!?
L’unica cosa che mi sembrava proteggessero era il loro
stupido segreto!
E in tutto questo, gli anziani non sembravano affatto preoccupati,
anzi. Sembravano decisamente tranquilli. Come se il loro modo di fare
li rincuorasse. Non ci capivo niente.
Buoi totale.
Ma sarebbe durato ancora poco...