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Autore: gapples    02/11/2009    5 recensioni
Questa è la storia della saga di Twiligt dal punto di vista di Leah. Dall'arrivo di Bella a Forks agli ultimi avvenimenti di Breaking Dawn, tutto raccontato da Leah. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue esperienze.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di dire o fare qualunque cosa, devo assolutamente scusarmi per il ritardo con cui aggiorno.
Quando ho iniziato a scrivere questa fanfic non avrei mai pensato di far passare tanto tempo tra un aggiornamento e l’altro, perché io per prima, come lettrice, mi dispiaccio quando mi capita di seguire una storia sospesa per tanto tempo. Purtroppo però, quando ci si trova dall’altro lato, capita di affrontare momenti in ci le cose non vanno come dovrebbero e la storia resta ad un punto morto.
A dire il vero, in tutto questo tempo, ho provato diverse volte a continuare a scrivere, ma ho incontrato parecchie difficoltà, a causa degli errori commessi all’inizio, che mi hanno causato delle discordanze tra i tempi e gi avvenimenti della saga, e il filo che sto cercando di seguire (in pratica ho fatto trasformare Sam troppo in fretta, e ora sto cercando di allungare i tempi tra una trasformazione e l’altra), e stavo addirittura pensando di abbandonare questa storia.
Per fortuna, sono riuscita a non lasciarmi scoraggiare, ed ora ho ripreso a scrivere qualcosa, che in ogni caso non è ciò che mi aspettavo, né per lo stile, né per il contenuto, né per la trama.  Spero di riuscire a proseguire senza più intoppi, anche se probabilmente inizierò una revisione dei vecchi capitoli, per far coincidere per bene, quel che scrivo con i libri.
Ora che ho finito, prima di lasciarvi all’orrore che ho scritto, al posto di un capitolo decente, vorrei dedicare qualche parola a Drew_Labirinth, Hermione 93, sarapastu e Valeego per le bellissime recensioni che mi lasciano: vorrei ringraziarvi, perché uno dei principali motivi per cui non ho abbandonato questa  fic siete proprio voi, che con i vostri commenti mi spronate ad andare avanti!
Ringrazio particolarmente Valeego, che mi ha inserita tra gli autori preferiti: per me è stato uno shock scoprire che a qualcuno piacesse tanto il mio modo di scrivere, e mi sento davvero lusingata per aver raggiunto un risultato del genere.
Ovviamente ringrazio chi ha aggiunto la fic ai preferiti, chi la tiene tra le seguite, e chi si limita a leggere.
A presto, si spera! E buona lettura..

Capitolo 13

Quando avvertii finalmente la consapevolezza degli avvenimenti, ero convinta di aver definitivamente chiuso del tutto con il mio passato, di aver superato la separazione con Sam, di riuscire a sopportare meglio la lontananza dagli amici di un tempo. Può sembrare un controsenso,ma ad aiutarmi era proprio l’idea di essere pronta. Forse non lo sono mai stata del tutto, e di sicuro in quel periodo non avevo superato un bel niente, ma la volontà che ci mettevo nel voler ricominciare mi dava la forza di farlo.
Per un breve periodo le cose andarono bene. Tornai a sentire alcune amiche che frequentavano le mie stesse lezioni, e presi in considerazione l’idea di frequentare l’università locale, almeno fin quando le condizioni di mio padre non fossero migliorate.
Mio padre, già.
Era già da qualche tempo che non stava proprio bene. Non accusava alcun tipo di dolore, ma i medici sostenevano che le sue condizioni non miglioravano affatto nonostante seguiva scrupolosamente le cure che gli prescrivevano. Il suo vecchio amico Charlie passava spesso a casa per vedere come stava, era molto preoccupato, e si sentiva anche in colpa per non essere stato molto presente negli ultimi tempi, ma anche lui aveva avuto i suoi problemi: sua figlia, dopo un litigio col fidanzato (uno dei Cullen) aveva deciso di andare  a stare di nuovo dalla madre, comunque in poco tempo riuscì a fare pace col fidanzato e tornò a stare a Forks; purtroppo dopo poco tempo, fu la famiglia Cullen a doversi trasferire, e Charlie doveva occuparsi di una figlia depressa, che oltre a frequentare la scuola non si dedicava più a nulla. In effetti mi sembrava una situazione alquanto familiare, e anche i miei genitori credevano che sarebbe stato un bene per entrambe fare amicizia, ma Bella non mi era simpatica da bambina, figurarsi come sarei riuscita a sopportarla in modalità-depressa, considerando il basso livello di sopportazione a cui ero arrivata.
Quindi non presi neanche in considerazione l’idea di fare amicizia con lei.
Tanto più che venni a sapere che ci aveva pensato qualcun altro a farsi carico dei problemi di Bella. Il figlio minore di Billy Black, Jacob, che a quanto pare era suo amico già da qualche tempo.
Coloro che invece mostravano più allegria del solito, dopo questa improvvisa partenza erano proprio i ragazzi di La Push, che smisero di girovagare con facce smorte e serie e ripresero un aspetto risoluto e più adatto alla loro età.    Non riuscivo a comprendere il motivo di tanta gioia, ma in fondo non provavo particolare interesse per ciò che riguardava loro.
Avevano tagliato i contatti con tutte le persone che frequentavano precedentemente, prima di chiudersi a cerchio tra loro e non dare la possibilità a nessun altro di integrarsi. E avevo risolto che non mi interessava. Non era affar mio. Dovevo semplicemente far finta che non esistessero. Cosa che mi riusciva piuttosto bene, poiché non avevamo più nulla in comune e non mi capitava mai di incontrarli, neanche per sbaglio.

I mesi passarono veloci, le mie giornate erano caratterizzate da una certa monotonia.
Non me la passavo male come quando avevo rotto con Sam, ma mi ero creata una regolarità tra le lezioni all’università e gli impegni a casa. Tutto era sempre tranquillo.
A preoccuparmi era soltanto la salute di mio padre.
Ogni volta che la mamma chiedeva ai medici se avesse riscontrato qualche miglioramento, se avesse avuto bisogno di un intervento o cose del genere, essi non si sbilanciavano minimante, lasciandoci sempre più confuse. L’unico che non si preoccupava di nulla era proprio papà: non aveva cambiato niente delle sue abitudini precedenti, passava il tempo esattamente come faceva una volta, senza pensare neanche un po’ alla sua salute. Ovviamente non faceva cose che potessero aggravare la sua situazione, ma non rinunciava alle sue abitudini. Non un finesettimana a casa a riposare, dopo una settimana di lavoro. Naturalmente Charlie e Bill stavano sempre con lui, mostrando la stessa apprensione della mamma, cosa che riusciva solo a farlo arrabbiare.
Un po’ lo capivo, insomma, se fossi stata al suo posto avrei reagito allo stesso modo, anche io avrei cercato di sdrammatizzare per non preoccupare ulteriormente gli altri, ma si trattava di mio padre, non sarei mai riuscita a lasciar correre. E in più il suo comportamento mi faceva arrabbiare anche di più.
“Smetti di preoccuparti, Leah. Sto solo andando a pescare.”
“Potresti restare a casa per una volta.”
“Tesoro, se vuoi passare un po’ di tempo con me potresti venire anche tu.”
“Non  se ne parla.”
“Eppure una volta ti piaceva..”
“Non è vero papà.”
“Ma si! Ricordo che da piccola ti svegliavi prestissimo per venire a pescare con me.”
“Papà, da piccola avrei fatto qualsiasi cosa pur di stare con te” lo vidi sorridere mentre si allontanava. 
“Ci vediamo più tardi.” E chiuse la porta, lasciandomi quell’ansia che sarebbe sparita solo una volta rientrato.
“Non ha ceduto neanche stavolta?”
“Mamma! Non mi ero accorta che fossi arrivata anche tu”
“Speravo che riuscissi a convincerlo, di solito ti ascolta.”
“No, niente da fare. È così testardo!”
“Mm, non importa. C’è Charlie con lui, farà attenzione che non si sforzi troppo.”
“Già. A proposito di Charlie, come sta sua figlia, ancora depressa?”
“Hai deciso di correre in suo soccorso?”
“Semplice e pura curiosità. Lo sai che non sono in grado di fare la crocerossina. Magari potrebbe riuscirci Seth, ma non io.”
“Non ti preoccupare, non ne ha bisogno. Jacob la sta frequentando assiduamente, soprattutto da quando anche Embry ha cambiato amicizie..”
“Eh? Che vuol dire?”
“Niente.. va a svegliare tuo fratello”
“Mamma!”
“Lee, il gruppo di Sam si sta allargando, tutto qui.”
“Cosa?? Ma che intendono fare?”
“Leah non devi preoccuparti, non fanno nulla di male. Pensa che si fanno chiamare i Protettori”
“I protettori? E che cavolo dovrebbero proteggere?!”
“Lascia stare. Dai, adesso vai a svegliare Seth.”
Mia mamma non mi avrebbe detto altro,  tanto valeva andare a svegliare Seth, così andai da lui. Intanto pensavo.
Anche Embry. Da quel che ricordavo era un ragazzino tranquillo, con una madre molto apprensiva. Non avrebbe mai scelto di frequentare gente pericolosa, era piuttosto responsabile. Allora era chiaro che non potessero fare nulla di male, altrimenti non avrebbe mai scelto di stare insieme a loro. Allora che diavolo facevano di così importante da non poterlo far sapere anche agli altri? E perché sceglievano i ragazzi uno per volta? Era una selezione? E chi sarebbe stato il prossimo?
In più si facevano chiamare i protettori! Che pericoli ci possono mai essere in una riserva piccola e tranquilla come La Push?!? L’unica cosa che mi sembrava proteggessero era il loro stupido segreto!
E in tutto questo, gli anziani non sembravano affatto preoccupati, anzi. Sembravano decisamente tranquilli. Come se il loro modo di fare li rincuorasse. Non ci capivo niente.
Buoi totale.
Ma sarebbe durato ancora poco...

  
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