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Autore: HarrynHermione    12/06/2005    1 recensioni
Un punto di vista del tutto particolare a narrare questa 'one shot' in 2 capitoli. Il mio tributo ad Harry Potter, con accenni (ma non fatevi ingannare, non occupano l'intera fic) a Harry/Hermione e Ron/Luna. Una visione d'insieme sull'eroe che salverà il mondo dall'Oscuro Signore. Leggete, INTERPRETATE e..recensite!
Genere: Poesia, Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Point of view*    - Act 1 -

 

Erano la mia famiglia, ormai.

Potevo vederli, percepire il loro sentimenti.

Potevo ridere con loro, di loro.

Potevo piangere per loro, gioire per loro.

Il mio cuore ormai si riempiva d’amore ogni volta che entravo nelle loro esistenze, nella loro magia, in quel mondo assolutamente fantastico, così reale, così vivido, così...mio. E così nostro.

Mi scoprivo di giorno in giorno sempre più immerso in quello che erano, rappresentavano.
E la mia passione mi spingeva ad analizzarli, scrutarli, nei più minimi dettagli, a comprendere come pensavano, parlavano, agivano.

Cosa li contraddistingueva, cosa li rendeva tanto unici, magnifici ai miei occhi, irresistibili.

Sentivo la loro mancanza, ormai, molto spesso. Capitava, ultimamente, di continuo. Gli impegni mi costringevano a separarmi da loro, come era giusto fosse.

Ovviamente non potevo vivere la vita in loro funzione.

Eppure, era magnifico poterli incontrare ancora, ogni giorno una nuova sorpresa, un nuovo sogno, il cuore che batteva, ed essere ancora circondato da quell’atmosfera palpitante di fantasia, amicizia, amore, paure, lacrime, azione, avventure.

 

Entrai nella Sala Comune. Incredibile quanto ormai fosse famigliare, come il salotto di casa. Avrei potuto percorrerla ad occhi chiusi e ricordare ogni singolo particolare, tanto era scolpito nella mia mente.

Una stanza calda, un po’ scura, ma confortevole. Un tavolo, sedie, un tappeto che riprendeva i colori della casa, Grifondoro, le scale di pietra che conducevano ai dormitori, e poi poltrone, un divano, il camino.

Il fuoco, sempre scoppiettante, e il divano subito davanti, il luogo preferito dell’ormai famoso trio di Hogwarts. Il fuoco accanto al quale studiavano anche notti intere, il fuoco che fissavano con lo sguardo perso quando la tensione si impadroniva di loro, di lui, e sentivano il bisogno di restare immobili, a pensare, in silenzio, insieme...il fuoco attraverso il quale potè comunicare con lui, chiedere consiglio a lui, l’unica persona che gli era rimasta, l’unico punto di riferimento e legame che ancora gli dava l’illusione di avere una famiglia...lui che ora non c’era più...

 

Ron sarebbe sempre stato seduto al tavolo, a giocare a scacchi, o parlare rumorosamente con Seamus o Dean, ridendo, lamentandosi, o occupato nel suo sport preferito, litigare con Hermione. Oppure l’avrei trovato a russare sul saggio di Pozioni del quale non aveva scritto neppure una riga, a fissare con occhi vacui e sguardo ebete il libro di Trasfigurazione, e poi all’improvviso si sarebbe svegliato, avrebbe sbuffato, avrebbe imprecato contro Piton e avrebbe gridato ad Hermione di lasciarlo in pace, perchè se non voleva studiare non sarebbe stata lei ad impedirglielo. Era così Ron, sempre attivo, sempre a scherzare, sempre ad estremizzare i suoi stati d’animo, sempre buffo, impulsivo, a volte un po’ tonto ed ottuso, ma in realtà dolce, tenero, un amico come pochi ne esistono, ed irresistibile. Senza lui e la sua capacità di sdrammatizzare, di uscirsene con le frasi più assurde e fuori dal mondo, non so come avrei, come avrebbero fatto. Pensavo a lui, lo sentivo parlare, anche solo borbottare di essere affamato, e il sorriso tornava sulle mie labbra.

Ed Hermione, con il naso immerso non in uno, ma almeno cinque libri diversi, che consulta freneticamente come se non fosse mai convinta di aver letto le parole in modo giusto...è sul divano, i libri appoggiati in grembo, ogni tanto distrattamente accarezza Grattastinchi che dorme acciambellato accanto a lei...i capelli sono illuminati da riflessi ambrati, complice la calda luce che proviene dal camino, ed è graziosa, dolce con quell’espressione concentrata e leggermente ansiosa dipinta sul viso. Hermione...la più brillante strega della sua età e dell’intera scuola...un esempio per tutti...a volte vorrei davvero poter essere come lei...nel frattempo mi accontento di ammirarla, so che se avessi bisogno di qualsiasi cosa lei sarebbe pronta ad aiutarmi.

Basta guardarla...tra una pagina e l’altra alza lo sguardo per controllare i suoi amici, per assicurarsi che compiano il loro dovere, ed è pronta a rimproverarli o a correggere i loro errori...anche quando è totalmente assorta nei suoi studi, non riesce a trattenersi dal pensare agli altri...alle due persone che più le stanno a cuore...e non solo quando si tratta di compiti.

Hermione è l’amica che tutti vorrebbero avere, è sveglia, intelligente ed attenta...Hermione è la ragazza che passa le notti in bianco per dare una mano alla persona a cui è più affezionata, Hermione si butterebbe nel fuoco per i suoi amici, darebbe la sua stessa vita in cambio della loro...Hermione che sceglie addirittura di infrangere le regole, per i suoi amici...a volte può sembrare insopportabile, e i suoi stessi amici non riescono a tollerare di averla sempre alle calcagna, pronta a rimproverarli ad ogni passo falso e a correggerli...ma Hermione è molto di più, è semplicemente indispensabile, e in un modo o nell’altro, Hermione non sbaglia mai...è una costante, senza di lei qualcuno sarebbe davvero perso.

Soprattutto Lui, Lui che non potrebbe vivere senza di lei e il suo costante appoggio...c’è anche Ron, è vero, il rapporto tra due amici è quasi fraterno e dunque inscindibile...ma Ron è leggermente più instabile, Ron si lascia prendere troppo spesso dall’orgoglio e dall’invidia...

Non Hermione. Hermione per Lui c’è sempre, e riesce a comprenderlo con un solo sguardo e a donargli quella calma e razionalità che a volte gli mancano, quella prudenza e serenità di cui Lui ha un bisogno estremo.

E’ lì, proprio seduto accanto a lei, che tenta di compiacerla studiando. Ultimamente è diventato più diligente, me ne sono accorto facilmente anch’io. Dopo tutto quello che ha dovuto passare, dopo alcuni errori che Lui è ancora convinto gli siano costati la morte di Sirius, ha deciso di studiare seriamente ed impegnarsi in ogni cosa che fa. Ron lo guarda come fosse un alieno, e credo si chieda spesso se Hermione non gli abbia lanciato una maledizione Imperius e lo stia usando come un burattino.

A volte però anche Lui perde la concentrazione, non può farne a meno, e i suoi occhi verde smeraldo si velano improvvisamente di tristezza ricadendo in pensieri dei quali ancora non riesce a liberarsi. Si passa una mano tra i capelli già scompigliati e sospira rumorosamente. Questo attira l’attenzione della sua compagna, che si volta verso di Lui con un’espressione preoccupata sul viso. A quel punto Lui accenna un sorriso, come per rassicurarla, e lei gli sorride di rimando. Un tacito “Non preoccuparti, sto bene”. Sorrido tra me e me, guardandoli.

E il ragazzo scaccia via dalla mente quell’ombra viscida che lo tormenta, il peso che ormai da anni gli è stato caricato sulle spalle dal destino.

Lui, l’eroe. Il nostro, il mio eroe.

E non solo perchè si chiama Harry Potter.

E’ un eroe per quello che rappresenta, per come incarna ciò che è diventato, o è stato costretto a diventare.

Harry, il ragazzo uguale a James con gli occhi di Lily, il ragazzo che  riesce sempre a trovarsi nei guai anche se sostiene che sono i guai a trovare lui.

Harry, UN ragazzo, un ragazzo qualsiasi, un ragazzo pieno di debolezze e dal passato triste, terribile. Un ragazzo marchiato dal suo passato. Marchiato a vita dal suo carnefice, dal suo alter ego, da Colui Che Non Deve Essere Nominato e Con Cui Non Può Convivere.

Harry destinato ad una scelta imposta. Harry che dovrà uccidere o essere ucciso, Harry incatenato ad una Profezia.

Harry che da quando è nato ha solo doveri, solo responsabilità.

Harry che non è sicuro di farcela, che sbanda, che si accascia, e piange, e ha paura.

Perchè è solo un ragazzo, e vorrebbe poterlo essere interamente.

Perchè Harry ride, gioca a Quidditch, si affeziona, studia, si innamora della ragazza sbagliata, è imbranato e privo di tatto, come tanti.

Questo è il suo sogno, il sogno più grande, il sogno di un eroe. Deve tenerlo per sè, adesso, deve custodirlo gelosamente, deve fare in modo che gli dia la forza di lottare, di vincere. Assolvere al suo compito per poter essere una persona qualunque, normale.

E lui ce la farà, ne sono sicuro, tutti ne sono sicuri, a partire da chi lo circonda e lo vede ogni giorno a chi lo conosce solo superficialmente.

Lui ha la possibilità di scegliere, lui non ha come unico obiettivo il Male e la distruzione. Lui ha un cuore ed ha amici, ed è circondato dalla più grande forza in assoluto, dall’arma più distruttiva.

Harry ha l’amore.

Ha l’amore di chi crede disperatamente in lui, Ron ed Hermione, ha l’amore di chi è diventato la sua famiglia, come ogni membro dell’Ordine e i Weasley, ha l’amore di coloro che l’hanno seguito con fiducia nell’ ES, ha l’amore della speranza nutrita da un intero mondo, il mondo della magia, ha l’amore di lui, l’unica persona che Voldemort teme, l’uomo dagli occhi blu e dalla saggezza infinita, Albus Silente.

E ha l’amore, quello inestinguibile e fattosi una sola cosa con il suo corpo, di chi non c’è più.

L’amore di James e Lily, che per conseguenza di quello stesso amore non possono essergli accanto, e di Sirius, che è perso in un luogo ignoto ed indefinito, Sirius che non può essere morto.

 

Indugio ancora, a qualche passo dal ritratto, mantendomi a distanza, mentre il calore inizia ad avvolgermi e mi sento sempre più accolto e a mio agio, in quell’atmosfera.

Sì. E’ proprio come essere a casa.

Mentre vago ancora nei pensieri più disparati, mi accorgo di essere osservato.

I suoi occhi mi scrutano, con interesse e curiosità.

Quegli occhi verdi, penetranti, che mi riconoscono e mi sorridono, e mi invitano ad entrare, avvicinarmi.

La sensazione di disagio scompare, quei sentimenti strani di non-appartenenza mi abbandonano e scivolano via quando quel ragazzo sorride proprio a me. E’ uno sguardo che mi dice di non aver paura, che cancella ogni mio timore e indugio.

E’ come se mi dicesse ‘Questa è davvero casa tua’.

Non mi accorgo di Hermione, che è ormai a pochi passi da me, e sorride anche lei, e mi prende per mano. Quasi avesse intuito i miei dubbi, si avvicina ancora e mi abbraccia, e mi dona la tranquillità di cui avevo bisogno. Un piccolo gesto di affetto per dimostrarmi accoglienza e gratitudine.

E’ poi Ron ad avvicinarsi. Con un sorriso leggermente imbarazzato ma sincero mi offre una cioccorana. Tipico di Ron.

All’improvviso avverto qualcuno entrare attraverso il ritratto, dietro di me. Noto di sfuggita Harry, Ron ed Hermione scambiarsi sguardi complici e poi mi ritrovo direttamente al cospetto di Minerva McGrannitt. Nonostante il suo portamento severo e impettito, il suo volto assume un sorriso benevolo, non appena si accorge di me. Mi osserva per qualche minuto, poi annuisce in direzione dei tre amici che continuano ad avere un’espressione illeggibile e misteriosa sul volto.

Si rivolge direttamente a me:

“Ero stata informata del suo arrivo dal nostro preside, naturalmente. Per esprimerle il nostro benvenuto, sono stata incaricata di invitarla – abbassò leggermente la voce- alla festa di Natale che si svolgerà nel luogo e con le persone che voi ben sapete –ammiccò verso Harry- I suoi amici la informeranno e ragguaglieranno per ulteriori particolari. Arrivederci.”

Sorride ancora una volta e poi esce dalla Sala Comune.

 

  
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