MRS. WEASLEY – MOTHER-IN-LOVE
Questione di genetica
King’s Cross, Binario 9 e 3 ∕4
“… e mi raccomando Rosie, fagliela vedere a
quello Scorpius!”
“Oh Ron, ti prego ha solo undici anni!”
“Dai Herm,
dopotutto fortunatamente ha per metà i tuoi geni!”
Sei anni dopo…
Gliel’aveva fatta vedere eccome.
Eh sì, Rose Weasley l’aveva fatta vedere a Scorpius Malfoy. E c’è da dire che a Malfoy non era
dispiaciuta per niente.
Ormai ad Hogwarts nessuno
più si stupiva del fatto che il Prefetto, nonché Capitano della Squadra di
Quidditch di Corvonero Rose Weasley fosse fidanzata con il Cercatore migliore
che
La maggiore della famiglia
Weasley ed il pupillo del nobile casato dei Malfoy, si
erano trovati simpatici durante il secondo anno.
Rose, così simile a sua
madre – sia per la sua bravura a scuola che per il suo aspetto,con i riccioli color castano scuro e quello sguardo
nocciola che avrebbe rassicurato anche il più timido dei ragazzini appena
undicenni che varcavano la soglia di quel magico mondo – e Scorpius,
copia sputata del padre – biondo, alto, occhi grigi – si erano trovati a
lavorare in coppia durante un esercizio di Erbologia.
La politica del professor
Paciock era semplice, ma tuttavia efficace: durante le sue lezioni i ragazzi
dovevano cooperare con compagni delle diverse Case, affinché nascessero tra
loro amicizie e legami che superassero qualsiasi barriera o pregiudizio.
Così quella volta, nella
serra, Scorpius si accorse per la prima volta di come
gli piacesse vedere quella ragazzina scattare in piedi con la mano alzata,
pronta a rispondere a qualsiasi domanda; e Rose si innamorò subito del
caratteraccio incazzoso e scorbutico di quel Serpeverde, che proprio non
riusciva a sopportare il pianto isterico della Mandragola che dovevano
trapiantare.
Successivamente, si erano
ritrovati vicini di banco durante quasi tutte le lezioni che Corvonero e
Serpeverde avevano in comune ed era nata tra loro un’amicizia fatta di
battutine e finti battibecchi.
Spesso
Durante il quarto anno poi,
per una scommessa o una questione di orgoglio – qualità che abbondava in
entrambi – si erano ritrovati sotto il vischio appeso nel periodo natalizio
sulla porta dell’aula di Trasfigurazione e, sotto gli sguardi dei compagni, si
erano baciati.
Una settimana dopo Rose
Weasley e Scorpius Malfoy erano fidanzati.
La loro relazione era ormai
solida come le mura della prestigiosa Scuola di Magia e Stregoneria che frequentavano
e, visto che un certo Mago Oscuro era stato fatto fuori da ormai venticinque
anni, il fatto che una Mezzosangue stesse con un Purosangue – o meglio, il
fatto che quella Mezzosangue stesse con
quel Purosangue – non faceva né caldo
né freddo a nessuno.
Beh, a nessuno eccetto i
rispettivi genitori.
Perché sì, se è vero che il
tempo cura le ferite – e di ferite da rimarginare ce n’erano state parecchie
nel Mondo Magico – è altrettanto vero che alcune persone non si possono
cambiare e che anzi, con il passare del tempo non fanno che peggiorare.
Era quindi da circa un anno,
dieci mesi e sei settimane (minuto più, minuto meno) che Rose e Scorpius tentavano invano di far accettare il loro amore
alle famiglie, in particolare alla persona che portava i pantaloni in casa
Malfoy – Draco – e a quella che li portava in casa Weasley – Hermione.
Sorprendentemente il caro
vecchio Ronald Weasley, che un tempo avrebbe preferito diventare il pranzo del
compianto Aragog anziché vedere la sua unica figlia
tra le braccia dell’erede del nemico di sempre, aveva digerito la notizia.
Beh, non che ne fosse
totalmente al corrente in effetti.
La sua cara piccola Rosie aveva avuto l’accortezza di dirglielo una sera
durante le vacanze estive, al ritorno da una delle famosissime cene alla Tana,
dopo il bis di polpettone di nonna Molly ed una buona dozzina di bicchieri di
vino elfico di nonno Arthur, quello regalatogli da Xenophilius
Lovegood, per intenderci.
Diciamo quindi che il suo
“caro papino” – come amava definirlo schernendola Scorpius – sebbene per nulla cosciente quella notte, le aveva dato la sua benedizione e da quel giorno Rose si
era premurata di non toccare più l’argomento. Ma dopotutto, per le volte che lo
vedeva, non rappresentava un problema.
Astoria Greengrass invece,
aveva preso veramente bene la notizia.
Da inguaribile – e svampita,
aveva aggiunto Rose – romantica, aveva immediatamente abbracciato il figlio e
baciato la “nuora”, iniziando a parlare già della cerimonia, dei fiori e del
colore del vestito delle damigelle.
Ovviamente lei di questo era
un’esperta, giacché da inguaribile
romantica, era ormai al suo quinto matrimonio.
Il problema, o meglio i problemi – enormi e minacciosi – erano
rappresentati da Draco Malfoy ed Hermione Granger.
Il signor Malfoy – come lo
chiamava con una certa deferenza Rose – non sopportava proprio l’idea che il
suo unico erede si macchiasse la reputazione uscendo con la figlia di un
traditore del suo sangue come Lenticchia e che peggio ancora condivideva il suo
patrimonio genetico con
Per lui era stato un colpo
alle coronarie vederlo scendere dall’Espresso per Hogwarts l’anno prima mano
nella mano con quella che in tutto e per tutto somigliava alla Granger. Un vero
incubo!
Ma il peggio del peggio era
stato quando il suo caro Scorpius aveva baciato – nel
modo in cui lui stesso gli aveva consigliato di baciare una donna, quindi con
lingua e palpatina alla merce annessi –
Ogni volta che Scorpius glielo ricordava, lei si metteva a ridere e diventava
contemporaneamente rossa come un peperone.
D’altro canto la madre della
sua adorata Rose – Scorpius non si permetteva nemmeno
di chiamarla per nome – aveva dato in escandescenze lo stesso giorno al Binario 9 e 3∕4 ed era
solamente grazie ai suoi riflessi di Cercatore che aveva evitato il lampo dall’inquietante
colore verde che gli aveva scagliato.
Certo che quando quella
donna perdeva le staffe era proprio una belva! Una belva i cui geni erano per
metà gli stessi della ragazza di cui era innamorato.
Ed era proprio per la sua
Rose che lui aveva accettato di spedire quella
lettera.
Così, insieme nella Guferia della scuola, affidarono speranzosi agli animali i
messaggi.
Toc toc toc
Il rumore di qualcosa che
sbatteva sul vetro, disturbò la quotidiana lettura della Gazzetta del Profeta
di Draco Malfoy.
“Per la bacchetta avvizzita
di Merlino! Ora non si può più nemmeno leggere in santa pac…”
Toc toc toc
“Cracker! Dove diavolo sei!”
Toc toc toc
Un crack annunciò l’arrivo di un vecchio elfo domestico. Il suddetto
barcollava e puzzava tremendamente di naftalina mista a firewhisky.
“Padrone… hick! Cracker al suo…hick! servizio… hick!”
Draco roteò gli occhi al
cielo e solo perché era un Malfoy e – grazie a Salazar – aveva ricevuto una
ferrea e rigorosa educazione dai suoi genitori, non si schiaffò la mano sul
viso.
“Cracker, quante volte devo
dirti di stare alla larga dall’armadio svanitore di
zia Walburga?!? Quello porta solo guai…”
Toc toc toc
“Padrone… hick! Cracker stava ripulendo l’armadio da
orrendi…hick! antipatici… hick! Doxy!”
Morisse sotto Cruciatus il
Ministro della Magia e con lui chi si era premurato di concedere agli elfi
domestici sani di mente una giornata
di riposo la settimana! Maledetto C.R.E.P.A.!
Toc toc toc
E fosse venuto un crampo
all’ala a quell’odiosa bestiaccia che aveva avuto la brillante idea di
presentarsi a sfracellargli le pluffe proprio quel
giorno!
Toc toc toc
Appunto.
“Cracker! Idiota! Apri quella finestra!”
L’elfo domestico si affrettò
– per quanto glielo concedesse la sua traballante andatura – a raggiungere
l’enorme vetrata dello studio e la spalancò.
In quel momento un giovane
gufo piuttosto esaltato e probabilmente al suo primo “incarico di una certa
rilevanza” – suppose Draco – fu scaraventato dal freddo vento autunnale
all’interno della stanza.
Ovviamente il povero e
vecchio – nonché brillo – Cracker non riuscì ad intercettarlo ed il volatile
finì dritto contro la vetrinetta dei liquori.
Crash!
Ci mancava solo questa.
“Padrone…hick! non preoccupate…hick! Cracker ora pul…”
“Non-muovere-un-muscolo. Gratta e netta! Reparo! Accio gufo!”
Bene. Per il momento aveva
arginato il problema; gliel’avrebbe fatta pagare in seguito agli elfi per aver
seguito quella ridicola e fastidiosa regola del giorno libero.
“Ed ora vediamo chi mi manda
questa lettera. Prega pennuto che sia una buona notizia.”
L’elegante e diafana mano
del mago levò dal becco dell’animale la busta. Riconobbe subito dalla cera
lacca il luogo e il mittente.
Hogwarts, Scorpius.
Prometteva solo guai.
Difatti, pochi minuti dopo
un nuovo crash frantumò nuovamente la
vetrinetta dei liquori, questa volta a causa dell’urlo disumano del – sempre
più raramente, dacché era diventato un padre single – algido e composto Draco
Malfoy.
Nello stesso momento a casa
Weasley, una civetta consegnava una missiva su cui Rose avvisava i genitori che
il suo fidanzato Scorpius Malfoy avrebbe passato con
loro le vacanze di Natale.
Salve a tutti!
È doveroso innanzitutto che
io ringrazi di cuore Lhoss,
che mi ha sopportato e nonostante gli impegni, ha betato
il capitolo. Grazie davvero di cuore carissima amica,
perché per me è un motivo di immensa soddisfazione avere a disposizione i tuoi
consigli e le tue dritte!
Seconda cosa, dedico questo
capitolo a tutte le meravigliose persone che ho avuto il piacere di conoscere
grazie a questo bellissimo sito, in particolare a Mirya e Lhoss appunto! ;)
Grazie Erika, webmistress
fantastica e gentilissima, per tutto questo!
Come potete ben notare
tutti, mi sono imbarcata in una nuova avventura!
Brevemente è una “post war”, con la presenza ad Hogwarts della Next Generation! Ma i protagonisti, come si vedrà in
seguito, saranno soprattutto delle nostre vecchie conoscenze…
Note al capitolo:
Ho pensato di chiamare
l’elfo Cracker (come il cibo), per farne una parodia del nome Kreacher, l’elfo domestico di Grimmauld
Place!
Forse Draco é un po’ troppo
OOC e sull’orlo di una crisi di nervi, ma più in là si scoprirà perché!
Ringrazio sin da ora chi
passerà a dare un’occhiata!
Giulia J