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Autore: Kastania    13/06/2005    1 recensioni
*COMPLETO* Ecco qui la mia terza Fic...più intimista e riflessiva.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 9:

CAPITOLO 9:

 

Madame Giry uscì in fretta dalla camera.

Ritrovò Christine a metà del corridoio,e la prese per mano.

“Perdonami per poco fa,bambina. Non volevo essere sgarbata…è solo che questo argomento non lo tocco da tempo,e speravo di poterlo seppellire con tutti gli altri brutti ricordi. Non ero preparata,tutto qui.”

 

Le due donne tornarono negli appartamenti di Madame,e la donna mise a bollire l’acqua per il tè.

Quando la bevanda fu pronta,ne versò una tazza per sé ed una per la ragazza.

Si accomodarono l’una davanti all’altra, intrappolate in un imbarazzante silenzio.

 

Madame non avrebbe voluto far sapere a Christine che Erik era ancora vivo…ma a quanto pare lei lo aveva intuito. Non sarebbe stato prudente mettersi fra loro per la seconda volta,anche se sarebbe stata la cosa intuitivamente migliore da fare.

Aveva già rischiato la vita una volta,dopo tutto…

Stava per mettersi a raccontare lo strano incontro avvenuto nel vicolo, quando Christine parlò.

E disse qualcosa di inaspettato.

 

“Madame…vorrei conoscere anch’io la storia del mio Angelo. A quanto pare Raoul conosce molto bene i suoi trascorsi,e non può averli appresi che da voi.”

I suoi occhi erano lucidi di pianto e colmi di sofferenza.

“Mi sono chiesta spesso in questi mesi cosa può spingere un uomo a fare…ciò che lui ha fatto. Vi prego, aiutatemi a dare un senso alla sua follia!”

 

Madame si rilassò.

Non sa nulla di lui…crede davvero sia morto! Devo fare attenzione e non darle adito a sospetti.

“Ma certo,ti capisco. Ho sbagliato a non raccontarti nulla prima… ma l’ho fatto per proteggerti. Tu lo idolatravi come un angelo,e i miei racconti te lo avrebbero reso uomo. Non toccava a me rivelarti la sua vera natura…anche se a posteriori devo ammettere che sarebbe stato meglio. Non importa,il passato è passato. Preparati Christine..ciò che ti racconterò ha dell’incredibile,ma ti posso giurare su Meg, e tu sai che è ciò che ho di più caro al mondo, che si tratta della pura verità.”

 

Ed iniziò il suo incredibile racconto.

Un racconto che partiva dalla repulsione e dall’orrore con cui sua madre lo feriva di continuo,da bambino, negandogli ogni affetto, per arrivare ai lunghi anni di solitudine e paura di fiera in fiera, esibito come figlio del Diavolo. Le botte,gli insulti, gli sputi delle persone che lo consideravano come una bestia.

Il primo omicidio,la fuga… l’efferata crudeltà richiesta dal suo incarico al servizio dello Shah di Persia..ed infine il suo arrivo all’Opera Populaire.

 

Quando Madame terminò il suo racconto,era pallida e sconvolta.

Riportare in vita,narrare ad un altro quegli orrori le aveva fatto riprovare le sgradevoli sensazioni di molti anni prima, quando per la prima volta le aveva udite raccontare dallo stesso Erik.

 

Christine,davanti a lei,sembrava come morta.

Solo le lacrime che le inondavano il viso denunciavano che in lei vivesse ancora un’anima.

Non un sospiro,non un movimento l’avevano tradita durante tutto quel racconto.

La sua mente lavorava febbrilmente, ricostruendo tutti i comportamenti folli del suo angelo alla luce di quanto aveva appena udito. Nulla le sembrava più incomprensibile alla luce di quanto aveva subito…tranne una sola, unica domanda che continuava a martellare nella sua mente…

 

…come ha potuto,dopo tutto questo,essere ancora in grado di amare,,,,???

 

Si alzò lentamente in piedi, aiutata da Madame.

“No, davvero..sto bene. Ora sto bene” ripetè,e si diresse alla porta.

“Grazie ancora, Madame Giry. Ora posso smettere di odiarlo per i suoi crimini, ed iniziare a perdonarlo. E’il minimo che si può fare,per i nostri morti.”

Uscì rapidamente dalla stanza, pur se barcollando.


Con nel cuore una nuova consapevolezza, scese di nuovo in cappella.
Non avrebbe lasciato lì la maschera. Chiunque avrebbe potuto trovarla e distruggerla.

No, doveva conservarla. Conservarla come un tesoro…

Un giorno ai suoi figli avrebbe raccontato la favola di quell’uomo distrutto dal destino… avrebbe insegnato loro a non odiare il diverso,a non temerlo,a non disprezzarlo..

 

Ma quando si trovò di fronte all’altare,ebbe una brutta sorpresa.

La maschera bianca era di già sparita. Provò un tuffo al cuore.

Era sparita la maschera,ed erano spariti i fragranti fiorellini che aveva deposto accanto ad essa.

 

Al loro posto, una rosa rossa.

 

Il cuore di Christine perse un battito,mentre la ragazza spalancava incredula gli occhi.

Quel semplice fiore dai petali di acceso color cremisi le portava alla mente ricordi dolcissimi,che credeva di avere ormai perduto.


Nei lunghi anni in cui il suo Maestro, il suo Angelo le era stato accanto,non dimenticava mai di lasciarle una rosa nel camerino, dopo ogni loro lezione.

Era un modo per esprimerle il suo affetto, il suo orgoglio per i grandi inarrestabili progressi che compiva nell’arte del canto.
Era un modo per rivelarle il suo amore,ma all’epoca lei non lo aveva compreso.

Sono stata davvero una stupida a non interpretare correttamente quei doni floreali…. Lo aveva pensato spesso.

 

Ma non aveva mai creduto di ritrovarsi faccia a faccia con uno di quei fiori ardenti di passione.

 

Raoul non le regalava quasi mai delle rose, considerate fiori comuni e di poco valore, e quando lo faceva prediligeva le tinte tenere e primaverili del bianco,del rosa,del giallo.

Rose dai colori infantili e dolci, adatte ad una ragazzina come lei.


La rosa rossa invece portava con sé una passionalità,una ricca atmosfera di mistero e seduzione che a malapena aveva saputo assaporare… quella notte….

Fra le sue braccia, aveva compreso il valore e il significato di quelle rose.

E aveva anche compreso il significato di quel meraviglioso nastro di seta nera con cui ornava sempre i suoi doni floreali.

Se la rosa rossa era espressione dell’amore che aveva provato per lei, quel fiocco nero aveva macabramente predetto la fine tempestosa di ogni speranza per il loro amore.

 

Prese in mano il fiore, e solo allora si accorse che era strettamente avvolto con un nastro. Di seta. Nera.

Solo lei e Madame Giry erano a conoscenza del significato di quei fiori… e madame non le avrebbe mai giocato un tiro simile.

Del resto,era rimasta in sua compagnia fino a pochi momenti prima…in nessun caso avrebbe potuto scendere in cappella, trafugare la maschera e lasciare quella rosa.

 

Strinse il fiore, non accorgendosi neppure delle spine che le ferivano le dita delicate.

Il sangue stillò, imporporandole il vestito candido,lacrime di sangue sulla sua nuova consapevolezza.

 

L’Angelo era ancora vivo, e non si era dimenticato di lei.

 

Caro amore
i fiori dell'altr'anno
caro amore
sono sfioriti e mai più
rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi sono le foglie.

                                              Fabrizio de Andrè,Caro amore

 

  
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