Harry
Potter e il principe mezzosangue
Tre
babysitter alla riscossa (Parte II)
Capitolo
2°
Harry sentì un calore improvviso
alle gambe, che pian piano gli si diffuse per tutto il corpo, e quando aprì gli
occhi dovette subito richiuderli per non perdere la vista davanti a quel sole
così caldo che illuminava la sua stanza. Incredibile come da un giorno
all’altro il tempo potesse cambiare così, d’improvviso. Il giorno precedente
aveva piovuto tutte e quattro le 24 ore che lo formavano, e quella mattina era
iniziata con un sole splendente e, soprattutto, molto caldo. Posò il suo
sguardo sulla sveglia super-tecnologica poggiata sul comodino di legno di
castagno nuovo di zecca, e vedendo che erano quasi le otto si precipitò giù dal
letto, ma un brutto scherzo lo attendeva al suo risveglio. Infatti, appena
poggiò i piedi nudi sul pavimento di marmo bianco, scivolò su una sostanza
liquida ed oleosa, ed andò a sbattere contro la porta, che si aprì ed in un
batter d’occhio il moro si ritrovò con la testa piena di acqua e coperta da un
secchio azzurro di plastica. Le vene delle tempie presero a pulsare
convulsamente, mentre lo sguardo di Harry mentre si sfilava il secchio e si
rialzava sembrava scolpito nella pietra. Brutti pesti dei miei stivali, ve
la farò pagare io a voi. Ancora arrabbiato posò sul pavimento, ormai pieno
d’acqua che richiedeva di essere pulito, il secchio e dopo essersi velocemente
lavato e vestito, con uno straccio cominciò a pulire i residui d’acqua ed olio,
la sostanza che lo aveva fatto scivolare e che difficilmente se ne andava dal
pavimento, finendo dopo circa una mezz’ora. Scese di sotto, e trovò fratello e
sorella seduti sul tavolo che richiedevano cibo o qualcosa da mettere sotto i
denti. Si avvicinò a loro, ed osservandoli nel suo metro ed ottanta li squadrò
da capo a piedi con gli occhi iniettati di sangue.
“Provateci un'altra volta e vi
ritroverete all’altro mondo ancora prima di esservene accorti!”disse con voce
strascicata, dirigendosi lentamente verso la cucina. Ritornando “normale”, prese
un pentolino dall’enorme credenza, e ci immerse il latte fresco e non
scremato ne intero per i bambini, mentre su un altro fornello vi depose la
caffettiera, da cui stava già cominciando ad uscire una gran quantità di caffè.
I bambini, intanto, stavano ridendo di gusto cercando di camuffare la loro
felicità, e per fortuna loro il ragazzo non se ne accorse. Prima di trovare lo
zucchero dovette aprire come minimo cinque cassetti, quella cucina sembrava
immensa e quando si ritrovò nelle mani il barattolo di plastica con il tappo
rosso e pieno di polvere bianca con la scritta sugar a caratteri
cubitali, pensò che era stato davvero un mago a trovare quello che cercava in
mezzo a tutti quei biscotti, biscottini, e caramelle varie per i bambini. Lui
tutti quei dolci da bambino, non sapeva neanche che esistessero, dato che se
mangiava era pure un privilegio per i suoi zii. Che viziati. Prese la
caffettiera che aveva già cominciato a fischiare, riversando metà del liquido
nero sulla cucina, e la poggiò sul ripiano quando…
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN,
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN, DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!!!!!!!!!!!
Harry si voltò di scatto verso la
porta, intuendo già chi potesse essere. Un improvvisa felicità si impossessò di
lui, facendolo scappare verso la porta noncurante di quello che i ragazzini
potessero fare in sua assenza. In quel momento non gli interessava niente,
quelle pesti avrebbero potuto fare di tutto, lui nemmeno gli avrebbe dato retta
e sarebbe rimasto davanti alla porta. Ma perché non apriva?Facile, era talmente
eccitato che vedere i suoi amici dopo un intera, o quasi, estate lo metteva a
disagio, chissà come erano diventati, se erano cresciuti…sicuramente erano
cambiati, lui lo vedeva sulla sua pelle, non era più il ragazzino che aveva
abbandonato gli amici alla barriera dopo il quinto anno, il suo corpo era
notevolmente cresciuto ed insieme ad esso anche il suo animo. Improvvisamente
in quell’istante si ricordò del suo mal di testa e del raffreddore, e non lo
avesse mai pensato, perché si ritrovò a starnutire mentre una fitta lancinante
gli trapassava la testa. Cavolo, ma perché proprio a me. DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN.
Ed ecco che si ripresentava imperterrito quello squillo assordante che gli
faceva aumentare il mal di testa, ecco cos’era stato a risvegliare i suoi sensi
ancora addormentati. Poi il buio. Davanti agli occhi gli si ripresentarono le
scene dell’ufficio misteri, tutti quei mangiamorte incappucciati, Hermione, non
riusciva a trovare Hermione, e poi Silente, quando arrivava Silente?La luce
ritornò e la nebbia che si era levata davanti al suo sguardo si diradò come
colpita da una potente folata di vento, lasciando di essa solo vaghi ricordi.
Perché ricordava tutto quello che era successo l’anno precedente?Perché quel
mal di testa martellante non dava cenno di svanire da quando era tornato da
Hogwarts?Solo una risposta ci poteva essere…tutto quello era successo perché la
sua testardaggine gli aveva stupidamente suggerito di non dire niente a
Silente!
“Ron sei sicuro che stai bussando
alla porta giusta?Io credo che…”
“Hermione la porta è questa,
Harry ha detto che era una casa imponente, quelle stalle qui vicino ti sembrano
aderire alla descrizione?”
“Ma Ron se non risponde nessuno
vuol dire che…”
“Hermione ma la vuoi finire di
parlare a raffica, rischi di non capire più quello che dici!”
“Ron io so benissimo quello che
dico e se dico che questa non è la casa allora…”
“RON, HERMIONE!”Harry si era
finalmente deciso di aprire la porta e, come sempre, si ritrovò i suoi due
amici litigare. Ripensandoci, non erano cambiati per niente, anzi erano
peggiorati di brutto, se erano arrivati a litigare anche li davanti. I due
ragazzi si abbracciarono calorosamente, per un tempo che Hermione calcolò come
ore, e sarebbero rimasti in quella posizione in eterno se la ragazza non fosse
intervenuta. Essere l’unica ragazza “intelligente” del gruppo in mezzo a due
deficienti non era per nulla facile come compito per lei.
“Eh, ehm…esisto anche io!”disse
con le braccia incrociate al petto ed uno sguardo che esprimeva al meglio tutta
la sua finta noia, perché era finta, lei stessa sapeva cosa provava Ron a
vedere il suo migliore amico dopo tanto tempo, perché era la stessa cosa che
provava lei. I due si staccarono ed Harry quasi non svenne quando vide la
figura della sua migliore amica. Ok, forse doveva ripensarci, Ron non era
cambiato ma Hermione, era totalmente un'altra persona. Con un vestitino azzurro
che le arrivava sopra il ginocchio, i sandali anch’essi dello stesso colore del
vestito ed i capelli legati in una coda sbarazzina era veramente…wow!!!Lei gli
si avvicinò correndo, dato che si trovava ancora al cancelletto che lui stesso
aveva verniciato di rosso, e gli saltò addosso stringendolo in una morsa
letale. Lui si riprese velocemente stringendola leggermente.
“Oh Harry quanto ci sei
mancato!”sussurrò lasciandolo, mentre le luccicavano pericolosamente gli occhi.
Ron guardò l’amico come per dire “è impazzita di brutto”, ed Harry non potè
rispondere poiché Hermione, aveva cominciato a spostare lo sguardo dal rosso al
moro ed ancora dal rosso e al moro. Scosse la testa, erano rimasti sempre gli
stessi.
“Sempre a complottare alle mie
spalle voi due eh?!”gli disse con un finto cipiglio che non avrebbe ingannato
nessuno. Si diresse a prendere i bagagli mentre i suoi due amici parlavano davanti
alla soglia.
“Vado a prendere i bagagli ed
arrivo Harry!”
“Vengo con te, così vi aiuto”. I
due ragazzi si diressero verso il cancello dell’abitazione, e presero le due
valige nere, rientrando insieme alla ragazza dentro e chiudendosi la porta alle
spalle.
“Le vostre stanze sono di sopra,
vi accompagno!”e così dicendo il moro, seguito dagli amici che continuavano a
girarsi intorno, non tanto lei quanto Ron, che non aveva mai avuto saldi
contatti con il mondo babbano, nonostante suo padre amasse studiare tutti i
loro modi di fare, accompagnò i due ragazzi di sopra. Salirono l’elegante scala
con i passanti in ferro battuto e gli scalini di marmo, che Hermione trovò
molto belli, ed arrivati al piano di sopra Harry li fece entrare ognuno nella
stanza che aveva messo a posto esclusivamente per loro, tornando solo al piano
di sotto. La sua felicità era indescrivibile, il solo pensiero di passare
un’estate con i suoi amici invece che da solo con quelle due pesti lo faceva
morire di gioia. A proposito, dov’erano le pesti?Quando era uscito fuori per
aiutare gli amici a trasportare nelle loro camere i bagagli li aveva lasciati
seduti al tavolo in attesa della colazione, e quando era rientrato era come se
si fossero dileguati nel nulla, dato che di loro non c’era più nessuna traccia.
Ora che ci pensava, le cose non sarebbero andate poi così bene, era vero che
aveva vicino i suoi amici, ma non si era potuto liberare dei mocciosi, e non lo
avrebbe nemmeno potuto fare pur volendo, perché erano proprio loro la causa per
cui lui non era alla tana, seduto al tavolo enorme dei Weasley con una brioche
più grande della sua bocca in mano. Accompagnato dal suo incessante mal di
testa e da qualche starnuto, Harry cercò di uscire di casa per vedere se i
bambini fossero fuori, dato che i padroni avevano fatto costruire apposta per
loro un parco giochi provvisto di altalena e scivolo, ma si diede dello stupido
quando vide che nel piccolo giardino non c’era nemmeno l’ombra di un essere
vivente. Ovvio, chi di prima mattina, seppur bambino ed incosciente ed immaturo
e diavolo, penserebbe di andare a giocare?Nessuno. Anzi, forse qualcuno che lo
avrebbe fatto lo conosceva se ci pensava attentamente:Ron. Rientrò sconfortato
in casa, probabilmente, pensò, erano saliti sopra e si erano rinchiusi nella
loro stanza come facevano ogni volta che dovevano architettare un piano contro
di lui. Aspetta un secondo, un piano contro di lui?
“AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!”l’urlo
che risvegliò il moro dai suoi pensieri fu talmente forte, che per un attimo
pensò che suo zio Vernon lo avesse raggiunto anche li per incolparlo di
qualcosa che non sapeva. Poi, dal tono con cui era stato sprigionato l’urlo,
capì che si trattava di Ron, solo lui urlava a quel modo, come se fosse in
procinto di morte. Si diresse preoccupato alle scale e prese a salirle a
quattro a quattro. Era sicuro che quei due diavoletti ne avevano combinata
un’altra delle loro, poi perché avevano questa voglia di far rimbecillire la
gente Harry ancora non lo aveva scoperto, e sinceramente parlando, non lo
avrebbe mai voluto sapere. Quando giunse al piano di sopra, (mamma questo
poverino quante scale che fa Nda °o°)vi trovò Hermione, fuori dalla stanza, con
in braccio la bimba apparentemente dallo sguardo innocente, e dentro la stanza
del malcapitato, vide Ron dallo sguardo terrorizzato, come se avesse visto un
fantasma, ed un ragno nero ed abbastanza grosso sul suo letto. Ecco cos’era
successo, i tazmaniani ne avevano trovata un'altra per spaventare Ron, e come
previsto c’erano riusciti, dato che il poverino sembrava più morto che vivo!
“Uscite da questa stanza prima
che vi prenda o non so cosa sarei capace di farvi se vi avessi
sottomano!”biascicò il moro, mentre i bambini, capita l’antifona, uscivano di
corsa dalla stanza ridacchiando e scherzando ancora sulla riuscita del loro
piano. Una settimana?No, non cela avrebbe mai fatta a sopportare quei due per
una settimana, o li uccideva o si uccideva c’erano solamente
queste due alternative. Aiutò l’amico a riprendersi dallo shock subito, e
nuovamente una fitta alla testa lo fece barcollare, mentre Hermione si
avvicinava ridendo ai suoi amici. Avrebbe dovuto parlarne con qualcuno di quel
mal di testa, anche solo con i suoi amici, ma pensandoci era arrivato alla
conclusione che parlargliene proprio in quel momento, non avrebbe fatto altro
che rovinare la settimana allegra che gli si presentava davanti a tutti e tre,
e così rimandò il tutto a data da stabilire.
Dopo aver aiutato Ron a
riprendersi dallo shock, disfatte le valigie e sistemati tutti gli innumerevoli
volumi di Hermione che non rinunciava mai a portarsi dietro come se fossero una
sorta di portafortuna, tutti e tre i ragazzi scesero finalmente al piano di
sotto, e mentre Ron ed Harry cercavano di far funzionare l’antenna della
televisione, che per chissà quale fortuito caso aveva deciso di non funzionare
proprio in quel momento, Hermione era stata lasciata in cucina, con
l’importante compito di cucinare qualcosa di buono. A dire la verità Harry le
aveva anche consigliato di mettere del sonnifero nei piatti dei bambini così da
farli addormentare, ma conoscendo Hermione, sapeva che non sarebbe mai stata
capace di fare una cosa del genere, e così scartò subito l’idea quando vide lo
sguardo contrariato dell’amica. Ora lei si trovava davanti ai fornelli,
incredibilmente sudata dal caldo che c’era provocato sia dal fuoco della cucina
che dal caldo di quel periodo, infatti sembrava che l’estate non li volesse
affatto abbandonare da come il tempo si presentava. Aveva un delizioso
grembiulino rosa chiaro con su disegnati dei fiori, probabilmente mai usato
dalla padrona di casa, troppo impegnata a firmare carte e battere al computer
perizie per cimentarsi nella complicata arte della cucina, e se si dava
un’occhiata ai fornelli si poteva ben vedere che non ce ne era nessuno libero.
Durante le vacanze estive le piaceva molto cucinare, ed era anche per quello
che si era offerta volontaria, sapeva che ne Harry e ne Ron avrebbero
desiderato farlo, anche perché probabilmente non sapevano neanche da dove cominciare.
Quando era a casa, era lei che cucinava per la famiglia, nonostante i numerosi
rimproveri della madre che cercava di non farla affaticare troppo, infondo era
la sua unica figlia e in quanto tale non voleva che dovesse adempiere a dei
compiti così pesanti alla sua età. Però per lei quello non era mai stato un
peso, più che altro era solo una passione, un hobby che cercava di tenere
acceso durante quei pochi mesi in cui usciva da Hogwarts per passare un po’ di
tempo con i suoi genitori. Stava appena controllando che il pollo non si stesse
arrostendo troppo che le rimbombò nelle orecchie la voce di Ron ed Harry.
“EVVIVA, CE L’ ABBIAMO FATTA
HERM!”urlarono all’unisono raggiungendola in cucina. Il rosso era tutto sudato
e aveva un asciugamano intorno al collo mentre Harry, un tantino meno sudato
del suo amico, era comunque felice per essere riuscito a riparare la
televisione. In effetti era felice che aveva, riparato la
televisione, perché Ron non aveva fatto proprio niente, anzi, più che di aiuto
era funto da intralcio, ed anche se avesse voluto non avrebbe potuto poi fare
molto dato che mago al 100% com’era non avrebbe saputo nemmeno da dove
cominciare e avrebbe rotto irreparabilmente l’aggeggio, da lui così chiamato.
Hermione li osservò con cipiglio severo, poi rivolse lo sguardo nuovamente al
pollo che era al forno.
“Andate a farvi una doccia grandi
uomini, siete sudati come maiali!”disse senza dare il minimo cenno di
osservare i suoi amici e continuando ad osservare il pollo finché non aprì il
forno, e ne estrasse con due belle presine della stessa fantasia del grembiule,
il cibo.
“Andate a farvi la doccia!”la
scimmiottò Ron prima di scomparire da sulle scale con un divertito Harry alle
calcagna, certo che quei due erano incredibilmente pazzi, decretò Hermione
quando sentì le urla allegre di Ron. Per un attimo fu intimorita che quelle
grida così acute potessero essere sentite da qualche vicino di casa, e non
sarebbe stata cosa facile da spiegare, a modesto parere di Hermione, la
motivazione di tanta euforia, no, proprio no!Apparecchiò velocemente la tavola,
e Dio solo sa quanto ci mise a trovare tutti i piatti e le posate dato che in
quella cucina c’erano più cassetti che altro. Poi mise tutto in piatti da
portata che adagiò sul tavolo, togliendosi il grembiulino e chiamando i suoi
amici che si catapultarono di sotto. Nelle loro facce si poteva ben distinguere
la faccia di chi non mangia da giorni, ed Hermione fu molto felice quando vide
Ron ed Harry buttarsi a capofitto nella cena squisita. Persino i bambini
apprezzarono la cena, esclamando di non aver mai mangiato così bene in vita
loro, ed era positivo, almeno poteva dormire tranquilla con la consapevolezza
che stava simpatica ai due marmocchi e almeno non le avrebbero fatto niente di
quello che invece presumeva stessero organizzando per Harry e Ron.
“Hey, non trangugiate tutto così,
potrebbe venirvi una indigestione sapete?”esclamò divertita dalla improvvisa
voracità nata nell’animo dei due ragazzi, che continuavano a riempirsi i piatti
di tutte le prelibatezze che aveva preparato la ragazza. Un bel risotto ai
funghi come primo, pollo al forno con patate come secondo, un’insalata mista
per contorno e infine una buona e ricca di vitamine macedonia.
“Bhè Hemione, sono delli
alimani!”disse con un mezzo sorriso il bimbetto mentre si infilava in bocca un
cucchiaio di riso della cui metà cadeva regolarmente sui suoi pantaloncini.
Hermione lo osservò severa, mettendosi a ridere subito dopo dell’affermazione
appena detta. Conosceva quei due bimbi da poco meno di un giorno e già le
stavano simpatici, di sicuro si sarebbe divertita un mondo a vedere che cosa
avrebbero combinato ai suoi amici i giorni a seguire.
“Si dice degli animali, e
non delli alimani, e comunque concordo, sono proprio degli animali!”
“Vai Herm, coalizzati contro di
noi!”le rispose un Ron tremendamente impegnato in una lotta all’ultimo sangue
con la pelle del pollo, con tono sarcastico.
“In effetti Ron, è quello che sto
facendo!”esclamò convinta, con un sorrisino in bocca, prima di avvicinarsi
all’amico e aiutarlo nella ardua impresa quale consisteva nel togliere la pelle
a quella dannatissima coscia di pollo. Harry rise di gusto alla vista della sua
amica che quasi, quasi stava per imboccare il rosso come se fosse un bambino
piccolo, neanche i diavoletti erano arrivati a tanto, anzi, loro erano riusciti
a mangiare il pollo, anche se con tutti i pantaloncini sporchi.
“Noi siamo riusciti a togliele la
pelle da zoli e tu nooo!!!Na, na, nero!”disse la bimba facendo una linguaccia
al ragazzo. Ron le inviò un’occhiata omicida. Odiava i mocciosi!
“E allora?Almeno io non sono
tutto sporco come voi!”ribatté prontamente lui, con gli occhi che brillavano
per la risposta geniale. Hermione intanto, che aveva finito di tagliare la
carne di Ron, osservava la scena con rassegnazione, quel cretino non era
cambiato per niente potè constatare mentalmente, era rimasto il solito bambino
del primo anno. Però, nonostante questo, gli voleva bene come un fratello,
anzi, gli voleva bene come se fosse il suo fratellino più piccolo. I due
bambini, offesi per l’affronto compiuto da Ron, sbatterono i pugni sul tavolo
contemporaneamente, e il povero ragazzo intento ad infilare la forchetta in
bocca si ritrovò con il pezzo di carne invece che nella bocca in piena fronte.
Tutti risero divertiti, tranne il malcapitato, che continuava a dire che gliela
avrebbe fatta pagare, un giorno o l’altro. Appunto, un girono o l’altro,
probabilmente non li avrebbe più rivisti e quindi la vendetta sarebbe rimasta
incompiuta. Dopo cena, Hermione sparecchiò velocemente, cimentandosi nell’arte
del lavaggio dei piatti, in quanto non avrebbe mica potuto lasciarli sporchi, e
Ron ed Harry salirono di sopra, con la scusa di dover lavare i denti quando poi
rimasero nella loro stanza a parlottare di Dio solo sapeva cosa. I due mocciosi
invece, stranamente aiutarono la ragazza a sparecchiare, atto che lasciò
perplesso Ron, ma soprattutto Harry. Quando mai hanno fatto una cosa del genere
con me?Pensò il moro con uno sguardo alienato, poi pensò che quella sicuramente
era una cosa normale, dato che i due bimbi vedevano in Hermione una sorta di
madre, quella che invece non avevano mai avuto accanto perché troppo impegnata
nel suo lavoro. Tsk, lavoro, se fosse stata un po’ più intelligente avrebbe
capito che tra il lavoro e i figli avrebbe di sicuro dovuto abbandonare il
lavoro, e non i suoi pargoletti come li chiamava ogni volta che parlava
con Harry per sapere il resoconto della giornata. Resoconto della giornata,
resoconto della giornata…o Dio, il resoconto della giornata!Harry si catapultò
al piano inferiore, seguito da un accigliato Ron e sotto lo sguardo di una
Hermione perplessa, persino i due bambini lo guardarono come se fosse impazzito
ed uno addirittura si avvicinò all’orecchio di Hermione, che si era abbassata
perché il bimbo l’aveva tirata per un lembo del grembiule, e le disse in modo
che nessuno lo potesse sentire:
“Scusa Hemione, è sempre così
stupido o lo è solo a volte?”
“Bhè, direi che lo è solo quando
è a stretto contatto con quello con i capelli rossi, Ron!”rispose con un
sorriso materno Hermione, mentre il bimbo davanti a lei rideva come un matto.
Matto, matto, proprio quello che sembrava Harry in quel momento.
“Harry che devi fare?Sembri un
pazzo te ne rendi conto vero?”constatò il rosso con uno dei suoi soliti sguardi
terrorizzati.
“Ron stai zitto, devo chiamare la
signora Mc Canzy, per il resoconto della giornata!”chiarì con la cornetta
all’orecchio mentre digitava velocemente il numero. Il rosso inviò un’occhiata
alquanto disgustata nel vedere l’oggetto di fronte a lui, poi mentre ancora
Harry aspettava che rispondesse qualcuno all’ufficio, Ron gli disse:
“Ho capito cos’è questo, è un
feletono!”con sguardo trionfante e un sorriso da orecchio a orecchio. Si che
l’hai capito, come io ho capito che sei intelligente!Pensò il moro dicendo:
“Ron, è un telefono, e meno male
che lo avevi capito?!”
“Va bene, siamo sempre lì,
telefono feletono!”proprio in quel momento Harry mutò espressione, accortosi
che la cornetta del telefono a cui stava chiamando si era sollevata.
“Avvocato Reachel Mc Canzy, mi
dica!”
“Ahem, sono Potter, Potter
signora!”
“Cosa?!Ah, Potter l’imprenditore
della causa di…”
“No signora, Potter. Harry. Harry Potter, il babysitter!”
“Oooooh, il babysitter, mi scusi
ma tutto questo lavoro mi ha travolto anche il cervello, allora, cos’è
successo?”
“O niente di particolare, i suoi
figli fanno come sempre i bravi bambini, hanno appena mangiato e i miei amici
sono arrivati e mi stanno aiutando, qui va tutto a gonfie vele non si
preoccupi!”
Ron tossicchiò fortemente
beccandosi un bel calcio assestato alla caviglia che lo fece urlare dal dolore.
Harry si dette dello stupido mentalmente poi tornò a parlare con la signora:
“Cos’è stato quell’urlo?È
successo qualcosa che non dovrei sapere?”
“No signora, non si preoccupi,
vede è caduto il mio amico e si è fatto male!”
“Oh, bene allora, stanno
mangiando i miei adorati pargoletti?”
“Si, la mia amica Hermione ha
cucinato quindi non ci sono problemi, è una cuoca esperta!”
Hermione sentendosi messa in
causa si affacciò dalla finestrella che c’era nel muro che divideva la cucina
dal salotto ed inviò uno sguardo di ringraziamento all’amico mentre le sue
guance si infiammavano come poche volte succedeva. Certo, sapeva che cucinava
abbastanza bene, ma sentirselo dire da Harry non sapeva perché, ma la metteva
in agitazione. Ron intanto fece un bel “ehop”, nel sentire quello che l’amico
aveva detto alla madre dei diavoli ed Hermione si limitò a fargli una
linguaccia prima di tornare al suo lavoro di lavaggio-piatti. Intanto il povero
Harry continuava a parlare con la signora al telefono, consapevole ormai che
sarebbe dovuto stare almeno minimo altri dieci minuti attaccato a quel coso
infernale.
“Bene, allora è tutto a posto!A
proposito, quasi dimenticavo, nella credenza, dietro una tazzina di porcellana,
vi ho lasciato dei soldi, così da poter fare la spesa se ne avrete bisogno,
sono vostri, credo che vi bastino per il cibo, e se così non fosse chiamami
perché te li manderò via posta!”
“Va bene signora, allora
arrivederci!”
“Arrivederci!”
Terminò la chiamata, se così
poteva essere definita dato che era durata ben venti minuti, Harry, dirigendosi
verso la credenza con passo frettoloso sotto lo sguardo ancora più intontito di
Ron. L’aprì e dietro la tazzina trovò ben…cosa?????Gli aveva lasciato 500$
(credo che “$” voglia dire dollari, se così non è per favore ditemelo e lo
correggeremo!Nda J) solo per fare la spesa?Ma con quelli avrebbe fatto
la spesa per almeno due mesi!!!
“Harry, non vorrai mica rubare
soldi, sai che…”
“Ron, secondo te perché sono
venuto spedito qui appena ho chiuso il telefono?Forse perché lo ha detto la
signora non credi?”rispose il moro a Ron, sollevandolo molto, tanto che potè
distinguere il suo respiro, che fino a quel momento aveva abilmente trattenuto,
uscire fuori velocemente.
“Scusa, a cosa ci servono tutti
questi dollari?Per fare la spesa?”chiese ironicamente il ragazzo.
“Proprio così Ron, mi sorprendo
come ci sei arrivato così velocemente!”
“Ma…non è possibile, con tutti
questi soldi la spesa ce la fai per due mesi!”
“Bravissimo Ron, vedi che quando
fai muovere le rotelline del tuo cervello riesci a pensare correttamente a
formulare pensieri corretti?Comunque dice che possiamo farne quello che
vogliamo, quindi potremmo usarli per la spesa e se ce ne rimarranno, cosa molto
probabile, li useremo per…ehm, scopi personali!”sul volto del rosso si dipinse
un sorriso affabile, susseguito da un “yuuu” che fece accorrere Hermione al
salotto tutta preoccupata, trovandosi davanti un Ron saltellante e un Harry…un
Harry normale a confronto del suo amico.
“Ma, cos’è successo?”chiese
perplessa lei, inarcando entrambe le sopracciglia. Certo che vedere Ron
saltellare come un bambino di tre anni, con tutto rispetto per i bambini di tre
anni che sono molto più intelligenti, era uno spettacolo che ti traumatizzava
per il resto della vita lasciandoti il segno. Ripresasi Hermione tentò di
riformulare la domanda più semplicemente in modo da far capire a Ron, ma fu
fermata da lui che disse:
“Abbiamo 500$ tutti per noi!”la ragazza
lo guardò allibita, poi si voltò verso l’unica persona che abitasse in quella
casa, oltre lei, con un cervello leggermente più “ampio” per poter dare delle
spiegazioni plausibili senza saltellare continuamente per la stanza:Harry!
“Bhè Hermione, non è proprio come
dice Ron, abbiamo 500$ che ci ha lasciato la signora Mc Canzy, ma ci servono
per la spesa, e dato che sono molti soldi probabilmente ce ne rimarranno per
noi!”spiegò calmo, andando a mettere i soldi dove li aveva tirati fuori
precedentemente. Hermione, finalmente venuta a conoscenza di come “veramente”
stavano le cose, rivolse uno dei suoi tanti sguardi di disapprovazione al
rosso, prima di dirigersi verso la cucina e risistemare tutti i piatti asciutti
nel loro apposito cassetto e finire di pulire la zona cottura.
Circa un’ora dopo, Hermione, che
aveva terminato la sua pulizia accurata della cucina, era salita sopra per
addormentare i bambini mentre Ron ed Harry, scansafatiche com’erano, stavano
comodamente seduti sul divano bianco che c’era di sotto, alle prese con la
visione di un film d’azione particolarmente interessante.
“Il principe azzurro baciò la sua
bella sposa e vissero tutti…”Hermione aveva appena concluso di raccontare la
sua fiaba per far addormentare i bambini quando, rivolgendo il suo sguardo
verso di loro, si accorse che lo erano già da un pezzo. Li coprì per bene con
le coperte, e con un bacio l’uno li lasciò da soli nei loro sogni più belli e
fantastici. Nutriva molto affetto per quei due marmocchi, anche se erano così pestiferi,
e il fatto che la loro madre non fosse mai in casa a raccontargli una fiaba
come aveva fatto lei o semplicemente a degnarli della sua presenza la faceva in
qualche modo, soffrire, facendole provare se non del tutto, almeno la metà del
dolore che provavano i due bambini. Probabilmente quella che indossavano era
solamente una maschera, e se era come pensava lei, allora aveva capito perché
quei due graziosi “angioletti” erano così ostili verso chiunque entrasse in
quella casa. Cercavano di far impazzire ogni babysitter che veniva incaricato
di tenerli d’occhio, in modo che i loro genitori, in assenza di ulteriori
persone disposte a vigilare sui bambini, prendessero la “stupida” idea, stupida
almeno per loro, di tornare a casa e occuparsi dei propri figli come ogni
coppia fa. Infondo non era poi una cosa così pesante, chiunque desidererebbe
tornare a casa ed essere accolto dall’abbraccio caloroso di un figlio, o di più
di un solo figlio. Era vero quello che diceva sua madre, a volte è proprio
chi ha la fortuna sotto gli occhi che non se ne rende conto e non la apprezza!Parole
sante, di solito non era molto propensa ad ascoltare quello che le diceva la
madre, cioè, non che fosse una ragazzina spocchiosa o maleducata, amava sua
madre e chi non ama la propria madre, ma semplicemente voleva ragionare con la
sua mente, solamente che questa frase le era rimasta impressa nella mente e non
se ne sarebbe andata via così presto. A volte è proprio vero, le madri sono
indispensabili per farci crescere, per insegnarci a farci capire qual è la
buona e la brutta strada, e senza di loro probabilmente crescere sarebbe molto
più faticoso. La madre è come un appiglio, un ancora quando si è in balia delle
onde del mare, una corda dove aggrapparsi quando stai per precipitare in un
burrone senza fine o ancora una mano che ti aiuta a rialzarti quando cadi a
terra e non riesci a percorrere l’oscuro e misterioso percorso della tua vita.
Non potremmo mai dire di non aver bisogno di nostra madre, anzi, dovremmo dirlo
solo quando riusciremo a schivare degli ostacoli da soli e senza il suo aiuto.
Però sfortunatamente, non tutti possiedono una madre del genere, come nel caso
dei bambini che stavano accudendo, ed Hermione sapeva che di sicuro avrebbero
commesso molti errori prima di riuscire a crescere e capire i veri valori della
vita, se sarebbero riusciti a farlo da soli!Mai come in quel momento si accorse
di quanto fosse felice di avere una madre come la sua, la tipica madre che si
ucciderebbe per la figlia, la madre classica e non quella che abbandona
la sua famiglia solo per uno stupido lavoro che può darti soldi, si, ma mai
potrà darti la felicità e il ricordo di aver cresciuto i tuoi figli e averli
fatti diventare due persone mature, con la consapevolezza che mai riuscirebbero
ad abbandonarti. Hermione, ancora sulla soglia della porta, si riscosse dai
suoi pensieri, e asciugandosi una lacrima invisibile che le era dolcemente
scivolata sulla guancia, raggiunse i suoi due amici, che scherzavano e ridevano
come pazzi seduti sul divano. Finalmente aveva compreso una cosa di vitale
importanza, lei era una ragazza molto fortunata, più di quanto immaginasse,
perché oltre a possedere una madre che le voleva un bene indescrivibile,
possedeva due amici che mai, mai l’avrebbero abbandonata, perché il legame che
li univa era più saldo di qualsiasi metallo e di qualsiasi forza, il legame che
li univa era l’amicizia pura, quel sentimento che tiene due persone unite per
sempre, come l’amore, l’amore incondizionato.
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Ciao tessssorucci nostri, siamo commosse di vedere tutto il successo che abbiamo riscosso, cinque recensioni per solo il primo capitolo non sono poche!!! Comunque volevamo dirvi che noi siamo due ragazze, Herm e Gin, e questa storia è stata scritta solo da Gin, ovvero da me, quella che in questo momento sta scrivendo, tutte le altre che ci sono nel nostro account le abbiamo scritte insieme però, questa è l’unica che fa l’eccezione!!! Quindi quando risponderò ai ringraziamenti risponderò da sola, solamente io, Gin!!! Allora, sono felicissima, e ve lo ripeto scusate ma è la pura verità, non credevo che questa storia sarebbe potuta piacere a qualcuno e sentirmi dire che scrivo bene per me è davvero una cosa bellissima!!! Ora, non uccidetemi per l’incredibile ritardo che c’è stato nell’aggiornare, non so se qualcuno di voi è in periodo di esame di terza media, ebbene io si, e mi risulta molto difficile aggiornare velocemente, anche perché dopodomani c’è lo scritto d’italiano e ho una paura incredibile di farlo, auguratemi buona fortuna e pregate per me mi raccomando!!! Comunque vi prometto che dopo il periodo “esami” aggiornerò con più regolarità e velocemente, per ora spero vi arrangerete a leggere una volta ogni 15 giorni, dipende dall’ispirazione e dallo studio anche se la storia ce l’ho tutta nella mia testolina che va a 100 all’ora!!! Ora passiamo ai ringraziamenti uno ad uno:
Emma: Ciao Emma, o Dio due recensioni, ma allora ti piace davvero la mia storia!!! Sono super, mega, arci felice che ti piaccia, non sai quanto, grazie tante per il “stupendo”, per la “B-E-L-L-I-S-S-I-M-A” e “l’incredibile”, non mi aspettavo tutti questi complimenti, grazie mille, e sapere che addirittura ti sei riletta il primo chap. Mi fa sentire al settimo cielo, scusa per l’attesa opprimente ma come ho scritto prima, ho gli esami e cercare di scrivere a studiare nello stesso è molto difficile, soprattutto per una come me che quando scrive ha bisogno di tranquillità invece che essere oppressa da questi stupidi test, sono sicura che Ron penserebbe la stessa cosa, anzi credo proprio che pensa la stessa cosa, fortuna che loro quest’anno non sono al settimo ma ancora al sesto, non hanno esami!!! Bene, fammi sapere se questo chap. Ti è piaciuto, ho cercato di accorciare i tempi di aggiornamento quando ho visto la tua seconda recensione, sembravi davvero prostrata e allora ho detto “Mettiamo da parte il mio sadismo incontrollato (scherzo) e aiutiamo Emma, che sta fremendo dalla voglia di sapere!”, peccato che come hai visto in questo chap. Non c’è molto, ma ti assicuro che nei prossimi ci sarà da divertirsi, ti do solo un indizio ‘sole’, fai tu ora le deduzioni e fammi sapere cosa ne pensi!!! Bacetti tesssssorino By Gin
Marco: Bene, bene…chi mi ritrovo qui? Marco!!! Odio grazie mille per aver letto e soprattutto recensito, e grazie per aver scritto che l’idea dei babysitter è forte, grazie, grazie, grazie!!! Me con lucciconi agli occhi, scusa per l’arcissimo ritardo ma…aehm, gli esami, Dio che paura, aiutooooo!!! Ok, spero continuerai a recensirmi e io cercherò di aggiornare più velocemente così da non farvi attendere troppo!!! Grazie ancora… Bacetti By Gin
PICCOLO INDIZIO: ‘sole’ fai tu le tue supposizioni su come
secondo te voglio farla continuare questa ff con la sola parola ‘sole’, buon
divertimento!!! *_____________*
Elizabeth Potter: Wow!!! “Stupenda”, davvero reputi la mia ff così? È strabiliante, hai presente la mia faccia piena di lacrime e i miei occhi che sembrano fari tanto sono rossi? Dio mio non credevo la mia storia potesse piacere così tanto, grazie per i complimenti e scusa il ritardo, come ho detto prima gli esami, sono pressanti ed estenuanti e lo studio, Dio quanto vorrei averli già fatti, sto impazzendo a furia di studiare, va bene lasciamo perdere i miei esami, non voglio fare impazzire te come sto impazzendo io, è meglio credimi!!! Comunque ti do un piccolo indizio dato che sei così ansiosa di sapere come proseguirà nei prossimi chap. ‘sole’!!! Allora?Secondo te cosa centra sole con la ff? Buona fortuna nella caccia al tesoro, Bacetti By Gin
Kia85: Tessssssorinoooooooooo mio bellooooooooo, ma che bello vedere che mi hai recensito, grazie infinite, anzi, Infinite graziem, una potente luce arriva davanti a Kia lasciandola esterrefatta quando vede davanti a lei mille “Grazie” scritti nell’aria!!! Grazie per l’originale della mia idea, sono felicissima che tu mi abbia recensito, se poi penso che hai scritto nella rec. Che scrivo bene, wow, grazie, sono felice che tu lo pensi, per me è molto importante che voi lettori pensiate prima di tutto che la storia sia scritta bene, perché io da grande confesso che vorrei fare la scrittrice, e prima di qualsiasi cosa è bene che io sappia che voi pensate che io scrivo bene, sono contentissima!!! Scusa la data d’aggiornamento lunga ma…ehm, vedi, (Kia si dirige verso Gin con un bazuka in mano, aiutooooooooooooooo!!!) ho gli esami e quindi è difficile conciliare tutto, per ora cerca di farcela leggendo un chap. Ogni settimana, almeno credo se non di più, quando però finiranno gli esami aggiornerò più assiduamente parola mia!!! Intanto, per non farti stare troppo sulle spine, gliel’ho detto anche agli altri, ti do un indizio per uno dei prossimi due chap. ‘sole’, cosa pensi succederà? Bene, aspetto tue risposte, spero il chap. Ti sia piaciuto, e sta tranquilla, aggiornerò appena possibile!!! Bacetti By Gin
Ok, ho finito di ringraziarvi tutti e lo faccio ancora adesso, GRAZIE!!! Grazie perché non credo che senza le vostre recensioni avrei mai proseguito la ff, invece sono felice perché ho notato che la ff non vi è indifferente, anzi vi ha coinvolto molto, sono contenta di questo e spero continuerete a recensirmi, inoltre ringrazio anche tutti quelli che non recensiscono ma leggono e vi chiedo un favore: Recensite ragazzi, fate felice una povera ragazza che cerca di sapere se la sua ff piace, dai non fate i timidi!!! (ehop!)
Guardate, prendete il mouse…FATTO (“fatto” detto con voce alla Giovanni Mucciaccia di Art Attack)…bene, ora cliccate su inserisci recensione…FATTO? Bene, ora scrivete il vostro nome o il vostro nick…FATTO? Bene, ora scrivete tutto quello che credete ci sia da scrivere sulla mia ff e premete invia, FATTO? Bene, se lo avete fatto io me ne accorgerò perché vedrò se le rec. Aumenteranno, se invece non aumentano, me piange disperata in questo caso per almeno un mese, PER FAVORE RECENSITE RAGAZZI, VI PREGO!!!
Bacetti,
JBy GinJ