Eccomi
qua. Sto postando velocemente questi capitoli visto che starete due mesi senza
alcun aggiornamento da parte mia…comunque bando alle ciance, questo è il
primo e vero capitolo poiché adesso si entra nel vivo della storia. Leggete e
recensite. Baci a tutti!!!!!
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2° capitolo: A strange
person
Dopo quella settimana in cui io e Ryan
eravamo andati per una breve vacanza in campagna, tornammo a Tokio, poiché,
come da un anno a questa parte usavamo incontrarci con le altre Mew , con Kail e
anche con Mark. Era come una tradizione, era un pretesto per ritrovarci e
parlare di come la vita fosse cambiata dalla conclusione del progetto.
Quest’anno, come l’anno scorso, Ryan aveva dato una festa che si sarebbe
tenuta nell’ex caffè Mew Mew che adesso aveva cambiato gestione e si chiamava
White Angel.
Arrivammo e il caffè era deserto. Non
era arrivato ancora nessuno. Ci sedemmo e notai che oltre io, Ryan e i camerieri
non c’era alcun cliente.
S: Ryan?
R: si.
S: hai notato che non c’è nessun
altro all’infuori di noi. E non mi riferisco ai nostri amici.
R: in effetti…ho affittato il locale
solo per noi.
S: cosa hai fatto??!!!
R: perché ti scaldi tanto?
S: lo sai che odio quando fai queste
cose da ricco sfondato!
R: a si…non mi risultava questo,
quando ti ho comprato quel vestito di Gucci, ieri.
Ryan mi su uno di quei sorrisi beffardi,
da sfida, che mi facevano andare in bestia, ma aveva ragione.
Quella mezza litigata tra di noi finì
tra le risate. Fui contenta. Tutti ci dicevano che io e Ryan eravamo simili, ed
era vero. Molte volte entriamo in contrasto, ma alla fine tutto finisce con un
sorriso, con un bacio o a letto…
R:
vorrei farti vedere una cosa.
Mi prese per il braccio e mi portò su
per le scale. Mi sorprese il fatto che c’erano ancora. Ma ancora di più mi
sorprese il fatto che c’era ancora la camera in cui Ryan dormiva ai tempi del
progetto Mew.
Vi entrammo e lui mi guardò
maliziosamente.
R: ti ricordi?
S: cosa? Feci finta di non capire.
R: forse è necessaria una ripassatina.
Così dicendo mi prese di peso e mi buttò
sul letto. Dove ci baciammo.
Saremmo andati oltre se non fosse stato
per la voce del cameriere che ci chiamò. Ci sistemammo e scendemmo.
Cameriere: sono arrivati il signor Asaka
e la signorina Midorykaua .
R: certo, li faccia entrare.
I nostri due amici entrarono mano nella mano. Io e Ryan sorridemmo. Quella coppia si sarebbe dovuta fare sin dall’inizio.
K: buon giorno!
Kail era cambiato. Si era tagliato i
capelli e adesso li portava a spazzola, scompigliati dal gel. Mentre Lory,
portava i capelli lungi sino alle spalle e le lenti a contatto. Stavano proprio
bene insieme.
Mentre Ryan, sotto mio ordine chiedeva a
Kail informazioni sulla storia con Lory, lei mi si avvicinò.
L: ma voi due…
S: si!
Lei mi sorrise. Un sorriso sincero.
Sapevo che ai tempi del progetto Mew aveva avuto una cotta per Ryan, ma
evidentemente le era passata.
L: sono proprio contenta per voi.
S: anch’io!
Dopo qualche minuto arrivarono anche
Paddy e Pam seguita a ruota da Mina.
Ci salutammo tutti affettuosamente. A
turno tutte mi chiesero se io e Ryan ci fossimo messi insieme. Nell’udire la
mia risposta quasi tutte non ci cedettero, tranne ovviamente Pam che mi di guardò
e mi disse semplicemente: “era ora!”.
Ci mancava poco che firmassi gli
autografi.
Poi arrivò Mark. Tra i presenti calò il silenzio. Ryan, con gran stupore da parte di tutti, fu il primo ad andarlo a salutare, seguito a ruota da me e dagli altri, i quali non sapevano come ci fossimo lasciati…
Dopo aver fatto colazione,
spiegai a Ryan che avevo un appuntamento con Mark. Lui si surriscaldò.
R: cosa???!!!
S: calmati.
La sua reazione mi fece
ridere.
S: devo andare a dirli che
adesso sto con te.
R: allora, se la metti così,
vai pure. Ma ti vango a prendere. Dove andate?
S: al bar vicino alla
scuola.
R: ho capito! Ci vediamo
più tardi.
Mi vestii e andai di corsa
all’appuntamento. Ero già in enorme ritardo.
Arrivai lì e Mark mi
stava aspettando. Mi avvicinai.
M: ciao.
S: ciao.
Lui si stava piegando per
baciarmi ma io girai il volto e li diedi con bacio sulla guancia.
Lui rimase un po’
sorpreso ma non ci fece caso. Entrammo nel locale…
S: senti Mark, oggi sono
qui, per dirti una cosa…
M: dimmi!
S: Ecco…vedi…io ieri
sera…dopo la festa, sono ritornata al caffè perché ci avevo lasciato la
borsetta…e …MI SONO ACCORTA DI AMARE UN ALTRO!!
Lo gridai. Quella frase
uscì dalla mia bocca come un fiume in piena. Temevo la reazione di Mark. Lui
rimase impassibile. Anzi, i suoi occhi diventarono leggermente lucidi. Ma poi
parlò…
M: è Ryan, vero?
S: si! Ma come fai a
saperlo.
M: certe cose si sentono.
Mettevi molta più passione quando litigavi con lui che quando mi baciavi. Poi
non hai mai visto le occhiatacce che mi mandava quando stavamo insieme, o quando
ti guardava, mentre parlavi, ti muovevi…
Comunque ricorda che prima
di essere il tuo ragazzo sono tuo amico. Quindi vai e si felice con colui che
ami.
S: grazie! Sei davvero una
persona speciale. Sono fortunata ad avere un amico come te!
Detto questo uscii dal
bar.
Lo vidi. Era sulla strade
di fronte. Mi sorrideva. Quel sorriso mi disarmò. Li corsi incontro e mi
aggrappai al collo. Lui mi mise giù e dalla mano che aveva dietro la schiena mi
porse una rosa rossa. Io la presi e lo baciai.
Eravamo tutti, lì e ricordare il
passato e ad informare gli altri del nostro presente. Quando all’improvviso le
porte del caffè si aprirono e vi fece ingresso un ragazzo con degli occhiali da
sole neri,i capelli castano chiari e vestito tipo un surfista.
Il cameriere li corse subito incontro.
Cameriere: mi scusi, ma oggi il locale
è riservato. Mi dispiace.
Ragazzo: voglio solo sapere se qui c’è…Ryan
Shirogane.
Ryan si alzò e andò incontro a quello
strano individuo.
R: sono io.
Il ragazzo si tolse gli occhiali. A quella vista tutti ci sbalordimmo, ma mai quanto Ryan. Il ragazzo avevo i suoi stessi occhi celesti come diamanti. A vederlo bene, era quasi identico a Ryan se non fosse stato per il colore e l’acconciatura dei capelli che portava lunghi sino alle spalle.
Ragazzo: io sono Richard…Richard
Shirogane. Tuo fratello.