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Autore: baby dark    11/06/2005    15 recensioni
holla!!!!ecomi qui! allora, la mia storia è un pò diversa dalle altre perchè inizia che Ryan e Strawberry stanno insieme e sono felici. La situazione verrà turbata dall'arrivo di...Richard Shirogane, il fratello di Ryan...ne vedremo delle belle!!!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con una nuova ff come promesso. Non vi dico niente, solo RECENSITE!!!!!!!!

P.s. le parti di questo colore sono i ricordi

 

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My life is only you

 

1° capitolo-  sweet remember

Quella mattina, il sole splendeva luminosa nel cielo limpido primaverile. Io e Ryan eravamo seduti ad un tavolino di un bar fuori città,in campagna. Sorseggiavamo spensierati i nostri succhi di frutta.

D’un tratto, Ryan si voltò e prese ad ammirare il paesaggio circostante, così rigoglioso e fresco, rinato dopo l’inverno.

R: ti ricordi. L’anno scorso, io e te, al caffè…

I ricordi cominciarono a riaffiorare.

S: ricordo perfettamente tutto. Come potrei dimenticare…

Ryan raccolse un giglio bianco dal vaso vicino a lui e me lo porse. Lo annusai. Quel profumo mi aprì la mente e, insieme a Ryan, cominciai a ricordare quel giorno…

 

In occasione della sconfitta di Profondo Blu, al Caffè Mew Mew era stata organizzata una festa.

Arrivai lì, stranamente in anticipo, infatti non era arrivato ancora nessuno. Mi sedetti ed incrociai le gambe contrariata.

Passarono pochi minuti in cui la mia pazienza cominciò a vacillare. All’improvviso, dalla scale, scese Ryan. Fui estasiata dalla visione che mi si presentò davanti: era semplicemente meraviglioso nel suo smoking nero. Mi sorrise.

Uno di quei sorrisi radiosi e disarmanti che solo lui aveva la possibilità di fare. Da quando l’avevo conosciuto, ho sempre creduto che la bellezza dei suoi sorrisi risiedeva proprio nella loro rarità. Poiché solo i sorrisi che vengono direttamente dal cuore possono risplendere di tale lucentezza.

Mi accorsi che ero rimasta imbambolata a guardarlo, come in trance.

Mi ricomposi e sperai che lui non se fosse accorto.

Venne verso di me. Incrociai i suoi occhi, belli come il mare di Giugno. Non riuscii a sostenere il suo sguardo e chinai il capo arrossendo, stupendomi del mio stesso comportamento.

R: perché non mi guardi negli occhi?

S: non è vero! Ti sto…guar…guardando!

R: dicono che quando qualcuno non guarda negli occhi una persona, vuol dire che ha qualcosa da nasconderle.

S: ti sbagli! – controbattei irritata- Non ho nulla da nasconderti!

R: sarà…- non sembrò tanto convinto della mia risposta-

 

I suoi occhi color nocciola, non riuscivano a guardarmi. Mi nascondeva qualcosa. Mi consolai al pensiero che non  era la sola.

Ciò pensato a lungo e ho deciso che le dirò cosa provo al più presto possibile. Mi libererò finalmente di questo macigno che mi opprime il cuore.

Lei intanto si era voltata e guardava nel voto. Vedendola così indifesa, fragile, mi veniva voglia di stringerla a me. Di sentire la sua pelle vellutata contro la mia.

Quante notti l’avevo desiderata. Avrei potuto prenderla e fare di lei ciò che avrei voluto. Ma il mio problema, se così si può definire, e che avevo troppo rispetto di lei per farlo.

Ho soppresso i miei sentimenti. L’ ho fatto per troppo tempo. Ho vissuto nella sofferenza, ma una parte di me era felice, perché lo era lei. Ormai la mia vita è legata ad ogni suo sguardo, che sia felice, triste, lunatico…ad ogni suo sorriso anche se non è per me.

Ci ho pensato a lungo.

Devo dirle quello che provo.

Devo aprirle il mio cuore.

Forse soffrirò. Forse soffrirà. Ma alla fine sarò stato sincero.

Mi avvicinai. Lei non se ne accorse. La abbracciai, la strinsi a me più forte che potevo. Quasi a farle male.

 

Rimasi pietrificata. Il contatto della sua pelle mi infondeva sensazioni fino ad allora sconosciute.

Nella mia mente regnava il caos più totale. Il mio cuore era come impazzito. Rischiava di uscirmi fuori dal petto. Tutte le mie certezze crollarono. Forse avevo sbagliato tutto. Io stavo con Mark, ma le emozioni che Ryan mi provocava anche con un semplice abbraccio non potevano essere sorvolate.

Sino ad allora, avevo sempre pensato che la mia vita fosse perfetta, che la mia storia con Mark fosse perfetta. Ma forse non lo era.

Mi voltai verso Ryan e li tirai il collo della camicia per avvicinarlo a me. A quel punto lo baciai. Un bacio tenero ma allo steso tempo passionale. Le nostre labbra si erano allungo cercate e desiderate, e adesso, finalmente, potevano soddisfare la voglia dell’altro.

Credo che in quel momento provai un sentimento forte e travolgente, amore? Credo proprio di si! Un amore bugiardo, celato dietro un’amicizia. Ugualmente, bello e puro come la neve.

Forse è questa la mia strada, adesso. Forse è questa la cosa giusta da fare. forse era lui il ragazzo che ho sempre amato…

 

Continuammo a baciarci con sempre maggior desiderio, tanto da far diventare i nostri respiri irregolari.

Fui sorpreso dalla sua reazione. Mi sembrava un sogno. era troppo bello e sensuale per essere la realtà, ma era ciò d’altronde are. Lei mi aveva baciato…potevo toccare il cielo con un dito…

Fummo interrotti da un rumore appartenente ad un motore, proveniente dal piazzale davanti al caffè. Giuro che chiunque fosse stato, l’avrei pestato a sangue.

Smettemmo di baciarci e dopo pochi8 istanti fece capolino dalla porta principale, un super gasato Kail.

 

Divenni paonazza, al solo pensiero che Kail ci avrebbe potuto scoprire. Ryan sbuffò visibilmente e girò sui tacchi per dirigersi vero la cucina.

Non avemmo modo di parlare per tutta la festa, con Mark che mi seguiva come un cane. Non lo sopportavo più. Ma riconoscevo che non era colpa sua. Lui si comportava come si era sempre comportato, sempre iper protettivo. Ero io che mi ero stancata. In tutto il trambusto della festa notai con piacere, per quanto poteva essere possibile, che a Ryan il comportamento di Mark dava enormemente fastidio. A dire la verità anche a me.

 

Non lo sopportavo più. Sempre tra i piedi a fare il coglione. Sorrisi. Dopo tutto in tutta quella faccenda qual cosa di positivo c’era. Mi accorsi di aver provato per la prima volta in tutta la mia vita la gelosia, e tutto questo grazie a quella buffa ragazzina che mi aveva fatto conoscere il dolce e il salato dell’amore.

 

Giunse finalmente la fina della festa. Tutti ce ne andammo e come da copione, una volta usciti dal caffè, Mark mi marcò stretto impedendomi di filarmela.

M: vuoi che ti accompagni a casa?

S: no, grazie lo stesso. Sai se, mi padre ci vede insieme ci fa una scenata e preferirei evitare.

M: ho capito. Ci vediamo domani però, ok?

S: certo.

Mark mi si avvicinò e fece per baciarmi. Io dovetti rispondere e lo baciai a mia volta. Il bacio fu a fior di labbra, molto casto.

Mi consolai nel sentire, in quei pochi attimi, ancora il profumo di vaniglia delle labbra di Ryan.

Vedendolo allentarsi, provai per Mark un profondo senso di colpa. Ma ormai avevo preso la mia decisione: l’indomani l’avrei lasciato.

Giunta davanti a casa, mi accorsi che non avevo più con me la borsetta. Forse l’avevo lasciata al caffè? Cominciai a correre come una matta. Dopo una lunga corsa, arrivai finalmente a destinazione. Tutte le luci erano spente e sull’edificio regnava il silenzio. Entrai, cercando di fare il meno rumore possibile.

 

Appena terminata la festa, mi era diretto spedito, nella mia camera. Cominciai a giocare con una pallina da basball.

Mentre la pallina rimbalzava sul muro davanti e mi ritornava , realizzai ciò che era accaduto. Forse lei, adesso, mi considerava più di un amico. Poteva perfino amarmi.

Smisi di giocare e chiusi gli occhi, cercando di rivivere quel bacio.

 

Riuscii a trovare la mia borsetta nonostante l’assenza di illuminazione. Stava cercando di uscire facendomi strada a tentoni. Urtai per caso una sedia che cadendo ne urtò altre due facendo cadere anch’esse. Caddi anch’io.

 

Fui svegliato da un forte fragore proveniente dal piano di sotto. Scesi di corsa, non curante di essere a torso nudo. Una volta sceso accesi la luce e vidi Strawberry per terra con l’immagine del terrore sul volto. Scoppiai a ridere. Era troppo buffo.

 

Lui scese dalle scale e accese la luce. Mi vide per terra sconvolta e scoppiò a ridere. Non lo avevo mai visto ridere così di gusto. La sua allegria mi travolse e in poco anch’io mi ritrovai a ridere. Improvvisamente mi accorsi che indossava solo un pantalone di tuta. Arrossii per questo e lui se ne accorse.

 

Ancora in preda alle risa, notai che lei si era accorta che io non avevo la maglia e si era ammutolita arrossendo.

S: senti, io...doveri dirti…ecco…una cosa importante…

R: guarda, se vuoi chiedermi di dimenticare quello che è successo prima, non ci sono problemi.

Lei mi guardò allucinata.

S: ma cosa dici??!! Io volevo solo dirti…TI AMO!

Fui sconvolto. Mi sentii mancare e cercai una sedia dove potermi sedere. La trovai e mi ci sedetti, mantenendomi la testa con la mano.

 

Nel vedere la sua reazione, alcune lacrime galeotte cominciarono a percorrermi il viso. Forse il mio sentimento non era corrisposto come credevo.

Poi, all’improvviso,lui ricominciò a ridere. Questo mi irritò molto.

 

Cominciai a ridere. Tutta quella situazione era troppo inverosimile. Sollevai lo sguardo verso di lei.   Stava piangendo. In quel momento realizzai che l’avevo ferita. Mi sentii un verme.

Ritornai serio e mi diressi verso di lei. Le presi il mento con le dita e la baciai. Con il pollice le asciugai le lacrime.

R: mi dispiace. Questa situazione è così surreale che…

S: ho capito! Non c’è bisogno che mi dici altro!

Con i noduli alla gola continuai a parlare.

S: evidentemente il ragazzo dolce e sensibile di cui mi sono innamorata nojn esiste. È stata una follia pensare che Ryan Shirogane non sia soltanto freddo e cinico. TI ODIO!!!

 

Quelle parole mi ferirono più di mille spade. Le corsi dietro e la voltai bruscamente e la guardai. Lei scattò in avanti e mi baciò.

 

Tutto il mondo scomparve. In quel momento c’eravamo solo io e lui. tutta la mia tristezza,il mio risentimento, il mio odio, verso di lui svanirono solo guardandolo negli occhi, come per magia.

R: ti amo.

S: meglio tardi che mai.

 

Cominciai ad accarezzarle il volto. A quel contatto lei rabbrividì. Lei in quel momento mi fermò.

 

Non so perché lo feci, ma lo fermai. Quando mi toccava, un irrefrenabile desiderio di diventare sua per sempre, mi inondava.  Ero sicura che non sarebbe stato solo sesso, sarebbe stato amore…

S: voglio farlo!

R: cosa?!

S: voglio essere parte di te, stanotte.

R: non vorrei che dopo te ne pentissi…

S: non succederà.

Detto questo, mi baciò e mi prese in braccio. Salimmo al piano di sopra e mi adagiò sul letto. Ci guardammo e lui mi cominciò a baciare il collo.

Io invece, li morsi affettuosamente l’orecchio e poi passai la mano sui suoi pettorali scolpiti.

 

Cominciai a toglierle il vestito e rimase soltanto con la biancheria intima. Poi lei, ancora impacciata, mi tolse i pantaloni. Lei arrossì.

Per toglierla dall’imbarazzo, mi avvicinai e li slacciai il reggiseno. Le lo tolsi e li accarezzai il seno.  Al contatto lei rabbrividì.

Mi fermai e ammiri il suo corpo perfetto. Quel corpo, tanto bramato e desiderato, metteva a dura prova la mia lucidità.

 

Dopo esserci tolti gli  ultimi indumenti a vicenda, lui mi guardò…

R: sei sicura? Puoi ancora tirarti indietro.

S: non ci pensare neanche. Avanti!

Lui mi sorrise armoniosamente e mi baciò, incoraggiandomi. Mi fece stendere e mi rimontò. Mi guardò ancora prima di entrare in me. Diventammo una cosa sola.

Fu molto dolce. Non sentii alcun dolore.

 

La mattina seguente mi svegliai presto. Lei era addormentata al mio fianco. Mi alzai senza svegliarla e scesi giù in cucina.

Preparai la colazione, come piaceva a lei: cappuccino e cornetto al cioccolato.

Ritornai di sopra. Lei stava ancora dormendo. Mi curvai e con un bacio la svegliai. Lei sbadigliò e sorridendomi mi disse “buon giorno”.

Le mostrai il vassoio e i suoi occhi brillarono di felicità.

Fu quella la prima volta che mi sentii importante per una persone. La prima in tutta la mia vita che facevo sorridere di gioia qualcuno e fui contento che sia proprio lei: il sole nella mia vita. 

 

 

  
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