Erano
passati quasi due mesi da quel giorno, quasi due mesi… e per tutto quel tempo
Solaria si era portata stretta al cuore la pozione anti – oblivius.
Perché?
Perché
non gliela aveva ancora data?
Semplice.
La
distruggeva il pensiero che quel sorriso che gli illuminava sempre il volto, e
che addolciva quegli occhi grigi che altrimenti sarebbero stati duri come il
metallo, scomparisse per sempre dopo la sua morte.
La
consapevolezza ha un duro prezzo. A volte è meglio stare nell’ignoranza.
Perché
dunque avrebbe dovuto riservare al suo amato un futuro decisamente triste,
mentre poteva dargliene uno assai più gradevole? Al diavolo il suo desiderio
egoistico di pretendere che qualcuno si ricordasse di lei anche dopo la morte e
piangesse sulle sue ceneri… Lei era nata per non esistere, e così sarebbe
stato. Non poteva essere insieme spettatrice e attrice della tragedia della
Vita, si era presa un ruolo che non le competeva…
Ma
ora c’era in gioco anche la figlia, diamine… cosa ne sarebbe stato di lei se
Sirius si fosse dimenticato della sua esistenza? Avrebbe accettato di tenere
una figlia di cui non conosceva la madre?
Suo
padre l’aveva fatto…
Ma
Sirius non era come lui. Sirius era completamente diverso. Sirius assomigliava
a lei. E lei, come si sarebbe comportata?
Indugiò
un pochino sulla risposta, cercando varie attenuanti, mentre la realtà alla
fine le pulsò dolorosamente nella mente: lei non avrebbe mai tenuto un figlio
del genere.
E’
brutto dirlo, è vero: ma questa era la verità. Non si sarebbe mai tenuta un
figlio di cui non conosceva il padre. Lo avrebbe dato via, lasciato a qualche
altra famiglia che certamente lo avrebbe amato più di lei.
Si
ritrovò addirittura a pensare che, in fondo, non sarebbe stata una cosa così
negativa fare crescere la figlia in un’altra famiglia… così Sirius avrebbe
potuto vivere tranquillamente, e lei, Selene, avrebbe compiuto il suo destino
portando a termine ciò che la cara mamma purtroppo non aveva avuto la forza di
fare.
Sarebbe
stata un’idea perfetta, senza dubbio, se lei on avesse avuto un cuore che le
faceva provare, purtroppo, sentimenti troppo forti che le impedivano di agire
in modo obiettivo e distaccato.
Diamine!
E’ vero che le maledizioni di Merlino avevano lo scopo di rendere le veggenti
una sorta di macchina a servizio dell’umanità… ma loro non erano macchine,
erano esseri umani! Come poteva pretendere così che la figlia accettasse di
buon grado la sua situazione, avviandosi verso il suo destino di morte senza
battere ciglio?
Avrebbe
sofferto… avrebbe sofferto tanto…
E
il solo ricordo di quei tristi occhi grigi le fece venire una stretta al cuore.
Non
poteva pensare solo al bene di Sirius o solo al bene di Selene.
Doveva
pensare ad entrambi.
E,
allora, forse la decisione migliore era dare a Sirius l’anti – oblivius. E
magari anche ai suoi amici… così avrebbero potuto stargli vicino e aiutarlo nel
dolore.
Sì,
questa era la cosa giusta da fare. E doveva muoversi ad agire.
Perché,
oramai, la Morte era pronta a bussare alla sua porta.
Erano nel piccolo salottino privato di casa
Potter. Lily era seduta sulle gambe di James, davanti al cammino ormai acceso,
mentre Remus cercava di avviare una discussione con Gardenia, tentando di non
farla arrossire ad ogni parola, ma invano…
Sirius era poggiato sullo stipite della porta
che dava alla cucina, sorbendosi la fervente chiacchierata di una ragazzina
magra, vestita con abiti senza dubbio babbani, e con una tremenda testa color…
boh… che colore era? Prato d’estate… già, i capelli sembravano tanti fili
d’erba verdi e gialli… incredibile quanto una persona potesse essere pazza!
Pazza…
Oh, forse era lei Tonks! Quella cugina
eccentrica di cui lui le aveva tanto parlato! E sì, effettivamente le stava già
simpatica! Però, Andromeda poteva anche cercarle un nome leggermente più
‘normale’, invece che Nimphadora… oddio, povera cara!
Appena Lily si accorse di lei, si alzò dalle
gambe di James e le andò incontro, abbracciandola e salutandola
affettuosamente.
“Ciao Solaria!”
“Ciao Lily! Come stai?”
“Oh… bene, grazie! Ti stavamo aspettando!
Sirius ci ha detto che avresti ritardato perché lui non poteva passare a
prenderti, essendo in servizio e non sapendo quando avrebbe finito il turno!”
Disse la giovane donna, prendendole il giubbotto e poggiandolo
sull’appendiabiti.
“Quindi anche il mio caro maritino è già
arrivato…
Puff, sempre con questa storia… io riesco ad
arrivare in orario anche se non c’è lui, e che continuo a comportami così per
fargli credere che abbia ragione: sai, non voglio farlo sentire completamente
inutile, poverino: mi fa pena…” Rispose lei, acidissima.
“Oh, ma come sei perfida, Soly!” La rimproverò
Lily, tenendo però un sorriso sulle labbra.
“Ciao
a tutti, comunque!” Disse in quel momento la biondina, rivolgendosi a tutta la
sala.
Mentre tutti rispondevano, la ragazza dai
capelli strani le si avvicinò, guardandola con gli occhi di una bambina
curiosa.
“Finalmente ti conosco!” Gridò poi, mostrando
l’espressione più felice che fosse riuscita a trovare nel suo repertorio.
“Sei Tonks, vero?!”
“Sì! E tu sei Solaria?!”
“Sì!”
“Che piacere conoscerti!” Gridò la ragazzina,
buttandosi letteralmente sulle sue braccia.
“Non sai per me! Sirius mi ha parlato tanto
della sua cara cuginetta!”
“Oh, anche a me ha parlato tanto della sua
dolce fidanzata!”
Si guardarono negli occhi in silenzio per un
attimo, poi scoppiarono a ridere.
“A dire il vero ha detto che sei una pazza
egocentrica rompiscatole dai gusti pessimi in fatto di moda!” Disse Solaria.
“E a me ha detto che sei una terribile
casinista rompiscatole, e che riesce a sopportarti a malapena!” Disse Tonks.
“Ehi, l’avete finita voi due?!” Gridò loro
Sirius, stizzito, mentre si avvicinava alla sua cara mogliettina e la
allontanava da Tonks.
“Sta lontano da quella, altrimenti peggiori!”
le disse, serissimo.
“Oh, ma piantala!”
“Sì Sirius, piantala!” Le fece l’eco Tonks.
“Per Merlino, ma chi mi ha fatto fare di farle
incontrare… Remus, perché hai portato mia cugina!” Gridò Felpato, esasperato.
“E dai, non vedeva l’ora di conoscere tua
moglie!” Rispose Remus, tranquillamente.
“E poi non penso che Soly possa peggiorare più
di così…” Puntualizzò divertito James, mentre Lily tornava a sedersi sulle sue
ginocchia.
“Ramoso, da te un commento del genere non me
lo sarei mai aspettata!” Lo rimproverò Solaria.
“Oh, Lucciola, ma era un complimento!”
“Sei sicuro?! Guarda che se no ti tolgo tua
moglie per un mese intero!”
“Sicurissimo!” Assentì con decisione il
giovane dai capelli perennemente in disordine. Stare un mese senza la moglie…
oddio… Sarebbe impazzito!
“Comunque, penso sia meglio parlare del perché
siamo qui, non trovi Soly? Prima si fa, meglio è!” Disse Gardenia in quel
momento, guardando con decisione la cugina.
Il silenzio pervase la sala. Le parole della
sacerdotessa avevano riportato tutti alla triste realtà, e più visi si fecero
scuri mentre Solaria e Tonks, insieme a Sirius, prendevano posto davanti a loro
su delle sedie.
“Vi è stato detto tutto?” Chiese
tranquillamente Solaria.
“Sì, tutto quanto.” Disse James, con voce
flebile.
“Mi dispiace avervi fatto pervenire notizie
così tristi tanto improvvisamente… ma era giusto che anche voi sapeste. Ed era
giusto dunque che anche voi beveste questa pozione.” Disse la ragazza,
tirandosi la catenina appesa al collo e poggiandola sul pavimento in mezzo a
loro. Dopo aver pronunciato alcune parole, subito il piccolo oggetto si
trasfigurò in un grande calderone, pieno di una strana sostanza fumosa.
Gardenia si avvicinò ad esse, facendo
comparire un lungo bicchiere nelle sue mani, e riempiendolo della sostanza.
“Alla pozione manca un solo ingrediente: il vostro sangue. Perché dovrà essere
nutrita dei vostri stessi ricordi, affinché essi possano perdurare anche
dopo…anche dopo la morte di Solaria.”
Tutti ebbero un sussulto a quelle parole,
mentre le lacrime, che Lily era riuscita a malapena a scacciare prima, durante
il racconto della sacerdotessa, riprendevano a scorrere sul suo bel viso. James
le poggiò una mano sulla spalla, e lei scosse la testa mestamente.
“Scusami Soly, scusami tanto… ma non riesco ad
essere forte come te.” Disse la ragazza.
“La mia forza è solo frutto dell’abitudine,
Lily.” Disse tranquillamente la Nimbus, tenendo lo sguardo fisso a terra.
“Comunque, se la notizia ti può aiutare a stare un po’ meglio… lascerò una
piccola traccia della mia presenza prima di andarmene!”
Gardenia, che stava versando l’ultimo
bicchiere di pozione destinato a se stessa, rimase immobile e voltò lo sguardo
verso la cugina, come del resto tutti gli altri nella sala.
Anche Sirius la fissava interrogativamente,
anche se un barlume di cognizione splendeva nei suoi occhi.
“Sono incinta!” Disse poi, con un sorrisone a
trentadue denti.
All’inizio sei facce sbigottite la fissarono…
poi, lentamente, la consapevolezza che quella era davvero una bella notizia
raggiunse il cervello di ognuno di loro, e Sirius per primo le saltò addosso,
prendendola in braccio e baciandola in continuazione senza lasciarle nemmeno la
possibilità di respirare, mentre gli altri facevano baccano tutt’intorno.
“Da quanto lo sai?!” Le chiese Sirius, allegro.
“Beh… esattamente dal nostro primo incontro
dopo tanti anni di separazione!” Gli disse Solaria, sorridendo.
“Cosa?! E hai tardato così tanto a dirmelo?!”
“Beh, non ne ero sicura!”
“Mollala subito, cagnaccio rognoso!” Gridò
James in quel momento. Sirius non fece nemmeno in tempo a voltarsi e guardarlo
torvo che un paio di mani gli strapparono letteralmente la moglie dalle
braccia, chiudendola in uno stretto abbraccio.
“Oh, Soly, mi hai reso l’uomo più felice della
Terra!” Gridò, facendola volteggiare per la stanza mentre lei rideva divertita.
“Mi hai reso l’uomo più felice della Terra un
corno, Ramoso! Molla subito mia moglie o ti stacco le braccia a morsi!” Gridò
Sirius, furioso.
“Sei solo geloso!” Disse James, fermandosi e
guardandolo con un musone.
“Ma geloso di cosa?! Sono io il padre!”
“Sì ma io sono lo zio!”
“No, tu sei solo un grande rompipalle! Torna
da tua moglie e vedi di darti da fare con lei!”
“Ma lui si da da fare…” Disse una vocetta in
fondo alla sala.
Tutti si voltarono, fissando Lily che diveniva
lentamente sempre più rossa, consapevole che i presenti avevano inteso male il
senso delle sue parole.
“Per
caso hai deciso di descriverci le prestazioni a letto di tuo marito, Lilian?!”
Gli chiese infatti pungente Sirius, con un ghigno in faccia.
“No Felpato, anche se so che ti piacerebbe ricevere lezioni per migliorare le tue.” Rispose provocatoriamente la ragazza, fissandolo accigliata. Purtroppo, ogni tanto, fra la Evans e Black continuava a non scorrere propriamente del buon sangue…”Intendevo dire semplicemente che anche io aspetto un bambino, che dovrebbe nascere esattamente… verso la fine di luglio!” Disse lei, dopo aver fatto mentalmente il calcolo.
Silenzio.
“Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!”
Gridò James, mollando Solaria, che non cadde a terra solo grazie al repentino
intervento di Sirius (il quale ormai era pronto a scagliare una Maledizione
Senza Perdono a quello che fino a pochi attimi prima considerava il suo
migliore amico), e correndo ad abbracciare la moglie.
“tiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamo…”
“James, e togli il disco!” Gli gridò Tonks,
mezzo stordita da quel fiume di parole.
“James, penso che dovresti dare ascolto a Dora…!”
Gli disse Lily, sorridente.
“Tiamotiamotiamotiamotiamotiamo…”
E dato che il marito non accennata a smettere
con la sua cantilena, interruppe il flusso infinito di parole con un passionale
bacio, che lasciò James completamente senza fiato.
“Che schifo…” Commentò Sirius, sedendosi e
facendo accomodare la moglie sulle sue gambe.
“Sono così carini!” Disse invece Solaria.
“Sembrano due polipi.”
“Anche noi lo sembriamo quando ci baciamo!”
“No, noi abbiamo molta più grazia di loro!”
“Non è vero, siamo esattamente identici!”
“Non dire scempiaggini… e poi guardali… MA VI
SIETE SCORDATI CHE NON SIETE SOLI IN CAMERA DA LETTO?!” Gridò Sirius, vedendo
che il bacio continuava a perdurare e James aveva iniziato ad accarezzare in
modo provocante la moglie.
Subito i due si staccarono, Lily rossa per l’imbarazzo
e James allegro come non mai, e dopo aver chiesto scusa ai presenti tornarono a
sedersi nel loro posto.
“Finalmente! Siete davvero disgustosi!” Gridò
Sirius.
“Quanto sei noioso!” Gli disse Tonks.
“Sta zitta, peste.”
“Ehm…” Mugugnò Gardenia, schiarendosi la voce
e arrossendo subito quando l’attenzione di tutti si fu di nuovo voltata verso
loro. “P-Penso
che dobbiate i-iniziare a preparare la vostra personale pozione…”
Nella stanza calò di nuovo il silenzio, e
ciascuno dei presenti prese il proprio bicchiere, aggiungendo al liquido già
presente una goccia del proprio sangue.
“Solaria, consiglierei anche a te di berlo.”
Disse Gardenia, dopo aver bevuto il suo.
“Perché, Gardy?”
“Perché così tua figlia si ricorderà di te.”
“Sai già che è una femmina?!” Chiese Sirius,
gli occhi scintillanti, mollando subito la sua pozione.
“Ehm… sì, sarà una bambina!” Rispose Solaria,
mentre Gardenia le versava la pozione in un nuovo bicchiere.
“Allora la chiameremo Selene davvero!”
“Certo, se è questo che vuoi…” Disse,
afferrando il bicchiere e mettendoci dentro una goccia di sangue.
“Come fai a saperlo?” Le chiese Sirius, mentre
lei si scolava tutto l’anti – oblivius.
Broooooooooooooowwwww Craaaaaaaaaaash Sdreeeeeeeennnnnnnnn
La stanza
si riempì di strana polvere nera, mentre una presenza aleggiava maligna in
essa.
Poi ci
furono due lampi verdi, e due corpi caddero sul pavimento.
Sirius
costrinse Solaria dietro di se, proteggendola da ciò che nemmeno lui riusciva a
vedere.
Un raggio
azzurro lo colpì, e Sirius stramazzò a terra, immerso nei dolori più atroci che
mai avesse trovato.
Solaria
gridò.
“Mia
piccola veggente, ci rincontriamo finalmente.” Disse una voce strascicata. Solaria
alzò gli occhi, mentre il terrore lasciava velocemente spazio all’ira. Due
occhi rossi, come fari, risplendevano nel buio più immenso.
“Pezzo di
stronzo!” Gridò poi, lanciandogli subito un Avada Kedavra, che Voldemort riuscì
a scansare molto velocemente. Subito però, la colpì uno schiantesimo,
proveniente da un’altra direzione.
Solaria
finì scaraventata per terra. “Troppo vigliacco per venire da solo, non è vero
Riddle?”
“Volevo
solo darti il bentornato che ti meritavi, Nimbus.” Rispose lui. “Ti do un’ultima
possibilità. Se ti unisci a me, il tuo amato avrà salva la vita. Altrimenti,
morirà anche lui, come già i tuoi stupidi amichetti.”
Solaria
quasi soffocò nel sentire quelle parole. I suoi amici… erano morti.
Un brivido freddo
la percorse.
Non poteva
stare a piangerli ora. Doveva agire.
Si rialzò
in piedi.
Era l’ora
della battaglia finale.
“LUMOS”
Gridò, e subito la luce tornò nella stanza.
C’erano
quattro Mangiamorte, e, davanti a loro, Voldemort. I cadaveri di tutti i suoi
amici erano riversi in strane posizioni per terra, mentre Sirius si contorceva
ancora per terra.
“Saremo
solo io… e te.” Sibilò Solaria, e subito i quattro Mangiamorte si accasciarono per
terra privi di vita. Poi guardò un attimo Sirius, alzando una mano verso di
lui, e i suoi dolori cessarono, mentre il suo corpo veniva rinchiuso in una
bolla azzurra.
“Cosa gli
hai fatto?!” Gridò Riddle. La sua voce tradiva il suo nervosismo.
“Ciò che
farò ora anche a te.” Disse semplicemente Solaria, fissando i suoi occhi d’ambra
su quelli rossi suoi.
Si
concentrò, e tenendo fissi gli occhi sul nemico cercò di invadere la sua mente
con i suoi poteri, per prenderne completo possesso.
Voldemort
scosse un paio di volte, con violenza, la testa, cercando di scacciare l’intruso
captato. Lanciò anche un’Avada a Solaria, ma questa riuscì a scansarlo e a
mantenere perfetto il contatto.
Dopo poco,
la mente di Voldemort cedette. E, una volta dentro essa, Solaria pronunciò
finalmente il mortale incantesimo.
“Sei una
stupida se pensi che io me ne andrò così…” Riuscì però a sibilare Riddle.
E, pochi
istanti dopo, qualcosa bloccò il flusso del suo potere che tornava nella sua
mente.
Riddle era
riuscito a creare un contatto.
E con
grande orrore della ragazza, era riuscito anche a trasmetterle l’infausto tarlo
che ora lo stava rodendo.
Ma mentre
Voldemort oramai moriva, lei rimase distesa a terra, scossa da violenti
brividi.
Questa
volta la sua mente non ce l’avrebbe fatta a respingere un’Avada Kedavra, non
tanto facilmente almeno
L’ultima
immagine che ebbe Solaria prima di svegliarsi fu quella di Sirius, solo,
rinchiuso per il resto della sua vita in una stanza del san Mungo, mentre
invano i medi-medici cercavano di curare la pazzia che il Cruciatus lasciava
sulle sue vittime.
Sirius
era solo. Pazzo. E non si ricordava di lei, perché non aveva finito di bere la
sua pozione.
Al
suo capezzale, una ragazza dai lunghi capelli neri e i tristi occhi argentei lo
guardava piangendo.
Anche
lei era sola, senza madre né padre.
Sola,
con un immenso potere da controllare.
Sola,
con un nemico ancora da distruggere.
Perché
Voldemort non era morto, no… il suo spirito, troppo forte, era riuscito a
salvarsi e aveva ritrovato un corpo grazie ai suoi adepti.
E
ora, stava riprendendo potere.
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Ciao a tutti
quelli che ancora mi seguono!!!! Allora, volevo dare delle piccole spiegazioni:
i ragazzi si
sono riuniti tutti quanti a casa Potter, perché Solaria si è decisa a rivelare
tutto di se stessa (loro non sapevano ancora nulla), e ha lasciato questo duro
compito a Gardenia, che essendo una sacerdotessa di Avalon è molto più abile di
lei nel descrivere la condizione delle veggenti dopo le maledizioni di Merlino.
Voldemort è
riuscito a sopravvivere, come del resto è successo con Harry Potter, perché è
diventato forte più o meno come Solaria, e come lei, riesce a sopportare il
peso del primo Avada Kedavra che gli viene rivolto. Il secondo debilita troppo
l’apparato nervoso, costringendo il malcapitato ad una lenta morte cerebrale, com’è
poi successo per Solaria.
Prima di
morire però Lucciola è riuscita a portare innanzi la gravidanza (soprattutto
grazie ai Medimedici), e così Selene è riuscita a nascere ugualmente.
Quel pirlone
di Sirius, siccome non ha bevuto tutta la pozione, non si ricorda nulla di
Solaria, né tanto meno di avere una figlia. E così, nemmeno nei momenti di
lucidità riesce a riconoscerla.
Selene dunque è
completamente da sola, non c’è nessuno della sua famiglia che possa aiutarla.
E, alla sua
vita già di per se orribile, si aggiunge il suo destino di morte sicura.
Maggiori
esplicitazioni nel prossimo capitolo!!!!!!!! Ciaoooooooooo!!!!!
E, come
sempre, GRAZIE INFINITE A JOY E DONNASOLE CHE CONTINUANO IMPERTERRITE A SEGUIRE E RECENSIRE
LA MIA FF!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!
E grazie,
naturalmente, anche a coloro che continuano solo a leggerla: se potete,
commentate anche, grazie!!!!!
Kishal
(P.S x Joy: il mio Nick non ha un senso particolare… è lo stravolgimento del nome di un personaggio di una mia vecchia storia, Shakil. Sai, adoro i nomi che iniziano per s, o che contengono suoni sh… non so perché, li trovo semplicemente deliziosamente musicali!!!! Ciaooo! ;P)