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Autore: KatyCullen    07/11/2009    5 recensioni
La storia d'amore tra Ashley Greene e Jackson Rathbone, un mio delirio personale tra due personaggi che adoro...^^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ashley Greene, Jackson Rathbone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buondì…^^ Oggi è sabato e qui piove, voi penserete è allora? Bho volevo solo rendervi partecipi della mia noia mattutina, visto che non son potuta uscire e mi è toccato far le pulizie…Sob sob O.o  , ma siccome le pulizie son noiose ho deciso di aggiornare tutte le mie FF, ecco diciamo tutto pur di non pulire hihihi ^^

Questo capitolo sarà ricco di contenuti, per chi non lo sappia già scoprirete nuove cosine anche su Jackson, per chi si chiedesse se la storia tra Ashley e Chace  fosse vera, dico di si…cioè in realtà non lo so in prima persona, quando parlo con Ashley lei è sempre molto schiva sulla sua vita privata prima di Jay, ma a quanto pare i due hanno avuto una storia.

Prima di lasciarvi al capitolo come al solito vi ringrazio, dei preferiti, dei seguiti e per i commenti ^^ son contenta che la Velata minaccia, non poi tanto velata abbia funzionato ^^… Quindi recensite ancora...Grazie speciale va alla mia Beta Sara, e a Flo che anche questa volta ha contribuito al salvataggio della lingua italiana e dei trapassati.

 

 

Capitolo 5 Ashley

Sms

Cercavo  ancora di capire cosa realmente fosse successo quando lo avevo visto alzarsi e andarsene, il mio cuore mi aveva detto di corrergli dietro di fermarlo, di non farlo andare via, ma la mia mente aveva continuato a ripetersi il nome di Chace, così senza nemmeno accorgermene ero rimasta seduta ad ascoltare la moto allontanarsi.

Rimasi seduta su quel divano per non so quanti minuti, quando il suono del mio cellulare mi riportò alla realtà, così meccanicamente presi il telefono dalla borsa e vidi il messaggio lampeggiare sul display. In quel momento una scintilla di speranza si accese nel mio cuore, forse era Jackson, ma la scintilla si spense all’istante quando lessi il messaggio:

Nikki: “Ehi tesoro, come va? Quando puoi chiama e ci racconti tutto io e Kris siamo impazienti di sapere com’è andata!”

Feci un sospiro e mi rassegnai a rispondere al messaggio:

“E andata malissimo!=( “

Premetti il tasto invio e mi lasciai andare sul divano, sapendo che da un momento all’altro avrei ricevuto la telefonata di Nikki, che ovviamente non tardò ad arrivare. Il telefono iniziò a squillare tra le mie mani dopo pochi secondi, -Pronto- risposi con un soffio di voce.

-Ehi pronto, tesoro, ma che cavolo è successo? Che è quella voce? Senti, non ti muovere, io e Kris arriviamo subito!- Nikki mi assalì di domande e dopo pochi secondi chiuse la telefonata senza darmi nemmeno il tempo di rispondere. Rimasi a guardare il telefono senza parole, in fin dei conti non ci avrebbero impiegato molto ad arrivare, casa sua era sul mio stesso viale; gettai il telefono sul tavolino di fronte al divano e mi accucciai in attesa delle mie amiche, sperando che Kris decidesse di portare una scorta enorme di gelato.

Passarono una decina di minuti e il campanello mi fece quasi saltare in aria, riuscii ad alzarmi e quando aprii la porta mi ritrovai davanti Nikki e Kris che teneva in mano la tanto sognata vaschetta di gelato, -Allora, cos’è successo?- chiese subito Nikki e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere si fiondò in casa, seguita a ruota da Kris che mi fece una carezza sul braccio e si diresse direttamente verso la cucina. Mi richiusi la porta alle spalle e mi diressi verso il divano dove ad attendermi c’era già Nikki, mi misi seduta accanto a lei e mi lasciai andare con la testa sulla spalliera del divano, -Allora tesoro ti decidi, a parlare o devo chiamare Jackson e farmi raccontare da lui cos’è successo?- mi chiese.

Nel frattempo Kris, di ritorno dalla cucina, mi offrì un cucchiaio e si mise a sedere accanto a me aprendo la vaschetta di gelato al cioccolato e offrendomela. -Dai su, vedrai che dopo un po' di gelato tutto sembrerà un po’ meno grave- mi disse invitandomi a prenderne un po’ e così feci; dopo un paio di secondi sbuffai rumorosamente e iniziai a raccontare loro cosa era successo quel pomeriggio con Jackson.

Dovetti sopportare i loro sorrisi quando raccontai del bacio, descrivendolo com’era stato perfetto e sensuale, e vidi le loro espressioni trasformarsi in enormi punti interrogativi quando, subito dopo, raccontai loro di come Jackson si fosse staccato e mi avesse chiesto di Chace, e poi si fosse allontanato per andare via. Quando conclusi il mio racconto sospirai e presi una cucchiaiata di gelato, buttando ancora la testa all’indietro, -Beh in effetti sappiamo tutti quanto Jay sia corretto ed è normale che lui voglia sapere di averti tutta per lui, prima di impegnarsi in qualche modo-

A proseguire fu Kris.-In effetti, tu e Chace non state più insieme insieme, però questa pausa di riflessione sembra più una presa in giro che altro...-

Seguita a ruota da Nikki, alzai la testa per osservarle e annuii -Avete ragione solo che adesso, come faccio con Jay? Cioè, io avrei dovuto fermarlo e dirgli che avrei parlato con Chace, ma sono stata una stupida, non sono stata capace nemmeno di alzarmi da questo maledetto divano... io non voglio perderlo, qualsiasi cosa ci sia tra me e lui, non voglio che finisca prima ancora di iniziare!- dissi d’un fiato poggiando la testa sulle ginocchia, rassegnata a non sapere assolutamente cosa fare.

Mentre ancora mi disperavo -Bhe chiamalo!- irruppe improvvisamente Nikki, gustandosi un cucchiaio di gelato.

Mi voltai sgranando gli occhi, -Come sarebbe, chiamalo?- domandai incredula.

La vidi avvicinarsi al tavolino e prendere il mio cellulare, -Semplice, chiamalo e digli quello che hai detto a noi!- disse porgendomi il telefono. La guardai quasi spaventata da quell’oggetto, ma era la cosa giusta da fare, parlare con lui e sistemare le cose; deglutii e presi il cellulare, cercai nella rubrica il suo numero e quando lo trovai, prima di schiacciare il tasto per la chiamata, mi voltai a guardare Nikki e Kris, annuirono entrambe e mi decisi a schiacciare quel tasto, quando portai il telefono all’orecchio in attesa, sentii il gestore del numero dirmi che il numero non era momentaneamente raggiungibile, feci un sospiro e chiusi la telefonata.

-Non è raggiungibile- dissi scuotendo la testa dispiaciuta.

-Dai, vedrai che magari appena si sistema la linea ti richiama lui!- disse Nikki cercando di consolarmi.

-Beh potresti sempre mandargli un messaggio!- s’intromise Kris, provocando l’approvazione di Nikki che annuì di fronte a quella proposta.

-Un messaggio?- chiesi stranita.

-Certo! Pensaci potrebbe essere anche meno imbarazzante di una telefonata!- rispose Nikki.

-Ovviamente però, visto che il telefono è spento non ti aspettare che ti risponda subito!- fece eco Kris.

-Forse non è una brutta idea, ma adesso passatemi il gelato!- dissi togliendo a Kris la vaschetta. Restammo a chiacchierare su quel divano per un po’. Quando poi il gelato finì, Nikki e Kris decisero di tornare a casa, non dopo avermi chiesto almeno cento volte se non preferissi che rimanessero a farmi compagnia, le convinsi che non era necessario e le salutai.

Mentre salutavo Kris, mi diede un bacio sulla guancia -Manda quel messaggio Ash, e sta tranquilla- mi disse all’orecchio.

Dopo aver dato loro la buonanotte mi misi a sedere ancora sul divano, non volevo andare a dormire senza aver fatto qualcosa... l’idea del messaggio cominciava a non dispiacermi. In fondo, conoscendo Jackson, magari a quell’ora era ancora in giro con gli altri della band e non si era accorto del telefono staccato, o magari scarico... decisi allora di inviare un messaggio, ma presto fui assalita di dubbi su cosa scrivere. C’erano tante di quelle cose che volevo dirgli che sarebbe stato un poema, non un sms; così, indecisa su come cominciare, continuavo a fissare lo schermo del cellulare vuoto, dopo un paio di esitazioni e frasi cancellate decisi di scrivere quello che realmente sentivo e che desideravo:

Sono una stupida! Avrei dovuto fermarti e non farti andare via, parlerò con Chace il prima possibile, non voglio perderti, qualsiasi cosa sia quella che c’è tra noi.

Senza pensarci un minuto di più inviai il messaggio, ovviamente sapevo che non sarebbe arrivata nessuna risposta immediata, ma non potevo fare a meno di avere una piccola speranza. Dopo una decina di minuti trascorsi rigirandomi il telefono tra le mani decisi finalmente di andare a dormire, anche se sapevo benissimo che avrei stentato a prendere sonno, così senza pensarci ancora troppo mi alzai dal divano e andai verso la camera da letto a cambiarmi. Quando finalmente fui in pigiama mi misi a letto e abbandonandomi sui cuscini non potei non ripensare all’intera giornata appena trascorsa; ogni tanto buttavo l’occhio sul comodino verso il cellulare sperando di veder lampeggiare la bustina dei messaggi sul display, ma ovviamente non avvenne, così, senza nemmeno accorgermene, mi addormentai.

Il mattino seguente, anche se era domenica, la sveglia iniziò a suonare verso le 7.30. Fu davvero un trauma svegliarsi dopo una notte trascorsa a sognare le labbra di Jackson, così meccanicamente mi alzai dal letto e mi diressi in bagno per farmi una doccia, altrimenti non sarei riuscita a prepararmi nemmeno il caffè; tornando dal bagno,  però senza’ avere troppe speranze, mi ributtai sul letto ancora in accappatoio per controllare il telefono, ero quasi sicura di non trovare nessun messaggio, conoscendo Jackson era anche possibile che non si fosse ancora accorto di avere il telefonino spento, ma fui costretta a ricredermi ben presto. Seduta sul letto con il telefono tra le mani, osservavo la bustina lampeggiare sul display e avevo quasi paura a premere il tasto per la lettura, paura di illudermi, magari era un messaggio del mio agente o di Nikki... però poteva anche essere suo, così feci un profondo respiro e lo aprii. Quando vidi il nome del mittente non potei non sorridere, Jackson aveva risposto al mio sms con tre semplici parole, che però furono capaci di farmi sentire immediatamente meglio:

Jackson: Non mi perderai…       

D’istinto chiusi il telefono e con entrambe le mani lo strinsi sul cuore, non potevo ancora crederci, mi aveva risposto solo con tre parole ma erano le più belle che potesse scrivermi... in quel momento però fui assalita da un dubbio: come dovevo comportarmi? Lo dovevo chiamare? Mi avrebbe chiamata lui? Decisi di pensarci dopo essermi preparata il caffè, sicuramente a mente lucida sarei riuscita a ragionare meglio, così scesi in cucina portandomi il cellulare dietro e mi misi ad armeggiare con la macchinetta del caffè. Mentre aspettavo, sentii vibrare il cellulare sul tavolo, era appena arrivato un nuovo messaggio, senza farmi troppe domande aprii il telefono per leggere:

Jackson: Buongiorno! Spero di non averti svegliata

 

Sorrisi, non mi aspettavo certo che mi mandasse il buongiorno, comunque senza perdere un minuto di tempo risposi al messaggio:

 

Buongiorno a te! No tranquillo, ero già sveglia!=)

 

Come una ragazzina di fronte alla sua prima cotta ero impaziente di sentire la risposta che mi avrebbe mandato, ovviamente ero convinta che avrebbe risposto e in effetti non mi sbagliavo, dopo pochi secondi il telefono vibrò ancora:

 

Jackson: Allora non ti dispiace venirmi ad aprire ;)

 

Continuavo a guardare lo schermo del telefono, senza capire cosa realmente volesse dire. Mentre ancora cercavo una spiegazione, sentii il campanello di casa suonare e all’improvviso capii, corsi alla porta mi fermai un istante e mi diedi un'occhiata veloce allo specchio vicino l’ingresso, mi maledissi per essere ancora in accappatoio, ma ormai non potevo farci nulla -Chi è?- chiesi con voce tremante.

Se avevo capito bene il senso dell’sms sapevo già la risposta, ma quando lo sentii rispondere -Sono io, Jackson- non potei non esultare di gioia, così feci un respiro profondo e aprii la porta. Quando lo vidi il mio cuore prese a fare le capriole, era bello da togliere il fiato, con una mano appoggiata allo stipite della porta, i capelli che gli ricadevano sul viso con lo sguardo basso sul quale brillava il più sexy dei sorrisi... avrei voluto parlare, dire qualcosa, ma le parole mi morirono in gola per l’emozione. Deglutii cercando di riprendere contatto con la realtà ma fu lui a precedermi.

Alzò lo sguardo lentamente -Spero non ti dispiaccia, ma ho pensato di portarti la colazione- disse mostrando una busta. Scossi la testa sorridendo, ancora incapace di parlare, e mi spostai dalla porta per invitarlo ad entrare.

 

Dovevo ammettere che in quel momento mi stavo sentendo davvero in imbarazzo, e non solo perché ero vestita soltanto con il mio accappatoio, ma soprattutto perché avrei voluto dire qualcosa ma non sapevo da che parte cominciare. Così, come se nulla fosse, mi diressi verso la cucina, sentivo i suoi passi poco distanti e pregavo di trovare la forza e il coraggio di cominciare a parlare.

Quando arrivai di fronte la caffettiera presi un profondo respiro e mi voltai, era poco distante da me intento a togliersi il giubbotto di pelle. -Ti va una tazza di caffè?- chiesi, mentre già ne versavo una.

-Certo!- rispose tranquillo avvicinandosi. Quando lo vidi accanto a me, sentii il mio cuore cominciare a correre al galoppo; prese la tazza e mi sfiorò leggermente le dita, sentii un brivido percorrermi tutto il corpo e fermarsi tra le mie gambe, quel semplice tocco e quella vicinanza riuscivano a sconvolgermi. Lo sentii sospirare -Ash senti, io… vorrei chiederti scusa per ieri sera!- disse con la sua voce calda e sensuale.

Alzai lo sguardo e vidi la sua espressione dolce -No aspetta Jay, non devi chiedermi scusa. La colpa è mia, avrei dovuto fermarti in qualche modo e avremmo dovuto parlarne, invece sono rimasta immobile senza riuscire a muovermi- lo interruppi prima che riprendesse a scusarsi, ma prima che potessi riprendere a parlare mi zittì dandomi un bacio a fior di labbra. All’inizio fu dolce, solo uno sfiorarsi, ma poi lo sentii schiudere la bocca e istintivamente lo  feci anch’io, quando le nostre lingue si incontrarono sentii qualcosa di metallico sulla sua, ne fui piacevolmente sorpresa, non mi ero mai accorta che avesse un piercing e non ricordavo di averlo sentito la sera precedente, ma non ci pensai un istante di più e non seppi resistere. Fu subito un fuoco, senza rendermene conto allungai le braccia e le avvolsi intorno al suo collo lasciandomi trasportare da quelle sensazioni, baciarlo era la cosa più naturale ma allo stesso tempo straordinaria che avessi mai fatto.

 

Quell’incontro tra le nostre bocche mi fece tremare le ginocchia, avevo paura di crollare a terra da un secondo all’altro; quando ci staccammo mi ritrovai imprigionata tra le sue braccia appoggiate sul ripiano della cucina, ci guardammo per un secondo e poi lo vidi sorridere -Scusami, è che… sei così sexy… forse è meglio se ti vesti e poi magari parliamo!- disse abbassando lo sguardo sul mio accappatoio.

Mi sentii imbarazzata da morire, ma allo stesso tempo lusingata, -Hai ragione, vado a cambiarmi, forse è meglio... però prima posso chiederti una cosa?- dissi cercando di rimanere seria, ma dovevo togliermi quella curiosità, anche per smorzare un po’ di tensione.

-Certo!- rispose lui un po’ preoccupato.

-Ecco, mi chiedevo... ma da quand’è che hai il piercing alla lingua? Scusa la sfacciataggine, ma ieri sera non mi pareva che ci fosse!- lo vidi scoppiare a ridere, forse si aspettava chissà cosa e di fronte a quella mia domanda inaspettata non riuscì a trattenersi.

-Beh ce l’ho da un bel po’... e hai ragione, ieri non c’era. Non lo metto mai quando lavoro, vedi stonerebbe un po’ un vampiro con il piercing- rispose continuando a sorridere, vederlo sorridere in quel modo mi tolse ancora il fiato, era sensuale da morire, scossi la testa sorridendo anche io e poi lo vidi spostarsi -Soddisfatta? O vuoi chiedermi altro?- mi chiese cercando di tornare serio.

-No va bene, vado a vestirmi così possiamo fare colazione!- risposi dirigendomi verso la porta della cucina. Appena prima di uscire gli rivolsi un’altra occhiata, mi piaceva troppo vederlo lì, avevo paura che fosse solo un sogno e che da un momento all’altro tutto svanisse. Ma sospirai e decisa a far durare quel sogno il più a lungo possibile andai in camera a cambiarmi.

 

Davanti alla cabina armadio rimasi immobile per un paio di minuti, non sapevo cosa indossare, poi decisi di optare per qualcosa di semplice, in fondo dopo la colazione con Jackson sarei dovuta andare a lavoro. In quel momento maledii di dover andare a fare la prova per i vestiti da indossare in un servizio fotografico, ma non potevo rimandare, avevo già rimandato troppe volte... comunque indossai velocemente un paio di jeans ed una camicetta rossa, infilai le ballerine rosse e scesi le scale di corsa, avevo ancora paura di trovarmi in un sogno, così quando lo ritrovai dentro la cucina intento a leggere il giornale, non potei non sorridere. Lui si voltò a guardarmi -Spero non ti dispiaccia se nel frattempo ho preso il giornale- mi chiese titubante vedendomi ancora davanti alla porta.

-No non mi dispiace affatto!- risposi avvicinandomi e mettendomi a sedere sullo sgabello vicino a lui. Mentre mi vestivo aveva sistemato i cornetti su di un piatto e quando gli fui accanto immediatamente me ne offrì uno, lo presi e lo addentai, mentre lui beveva un sorso di caffè; pensai che prima o poi uno dei due avrebbe dovuto iniziare a parlare e dato che ero io quella a dover concludere definitivamente la sua storia in pausa di riflessione decisi che era arrivato il momento di affrontare l’argomento.

                                                                                                                                                                                 

Ps. Vi do qualche fotina extra oggi…

Ecco le prove sul Piercing di Jay…^^

 

 

  
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