Buondì…^^ Oggi è sabato e qui
piove, voi penserete è allora? Bho volevo solo rendervi partecipi della mia
noia mattutina, visto che non son potuta uscire e mi è toccato far le pulizie…Sob
sob O.o , ma siccome le pulizie son
noiose ho deciso di aggiornare tutte le mie FF, ecco diciamo tutto pur di non
pulire hihihi ^^
Questo capitolo sarà ricco di
contenuti, per chi non lo sappia già scoprirete nuove cosine anche su Jackson,
per chi si chiedesse se la storia tra Ashley e Chace fosse vera, dico di si…cioè in realtà non lo
so in prima persona, quando parlo con Ashley lei è sempre molto schiva sulla
sua vita privata prima di Jay, ma a quanto pare i due hanno avuto una storia.
Prima di lasciarvi al capitolo come
al solito vi ringrazio, dei preferiti, dei seguiti e per i commenti ^^ son
contenta che la Velata minaccia, non poi tanto velata abbia funzionato ^^… Quindi recensite ancora...Grazie
speciale va alla mia Beta Sara, e a Flo che anche questa volta ha contribuito
al salvataggio della lingua italiana e dei trapassati.
Capitolo 5 Ashley
Sms
Cercavo ancora di capire cosa realmente fosse
successo quando lo avevo visto alzarsi e andarsene, il mio cuore mi aveva detto
di corrergli dietro di fermarlo, di non farlo andare via, ma la mia mente aveva
continuato a ripetersi il nome di Chace, così senza nemmeno accorgermene ero
rimasta seduta ad ascoltare la moto allontanarsi.
Rimasi seduta su quel
divano per non so quanti minuti, quando il suono del mio cellulare mi riportò
alla realtà, così meccanicamente presi il telefono dalla borsa e vidi il
messaggio lampeggiare sul display. In quel momento una scintilla di speranza si
accese nel mio cuore, forse era Jackson, ma la scintilla si spense all’istante
quando lessi il messaggio:
Nikki: “Ehi tesoro, come va? Quando puoi chiama e ci racconti tutto io e Kris
siamo impazienti di sapere com’è andata!”
Feci un sospiro e mi
rassegnai a rispondere al messaggio:
“E andata malissimo!=( “
Premetti il tasto invio e mi lasciai
andare sul divano, sapendo che da un momento all’altro avrei ricevuto la
telefonata di Nikki, che ovviamente non tardò ad arrivare. Il telefono iniziò a
squillare tra le mie mani dopo pochi secondi, -Pronto- risposi con un soffio di voce.
-Ehi pronto, tesoro, ma che cavolo è
successo? Che è quella voce? Senti, non ti muovere, io e Kris arriviamo subito!- Nikki mi assalì di domande e
dopo pochi secondi chiuse la telefonata senza darmi nemmeno il tempo di
rispondere. Rimasi a guardare il telefono senza parole, in fin dei conti non ci
avrebbero impiegato molto ad arrivare, casa sua era sul mio stesso viale;
gettai il telefono sul tavolino di fronte al divano e mi accucciai in attesa
delle mie amiche, sperando che Kris decidesse di portare una scorta enorme di
gelato.
Passarono una decina di minuti e il
campanello mi fece quasi saltare in aria, riuscii ad alzarmi e quando aprii la
porta mi ritrovai davanti Nikki e Kris che teneva in mano la tanto sognata
vaschetta di gelato, -Allora, cos’è
successo?- chiese subito Nikki e senza darmi nemmeno il tempo di rispondere
si fiondò in casa, seguita a ruota da Kris che mi fece una carezza sul braccio
e si diresse direttamente verso la cucina. Mi richiusi la porta alle spalle e
mi diressi verso il divano dove ad attendermi c’era già Nikki, mi misi seduta
accanto a lei e mi lasciai andare con la testa sulla spalliera del divano, -Allora tesoro ti decidi, a parlare o devo
chiamare Jackson e farmi raccontare da lui cos’è successo?- mi chiese.
Nel
frattempo Kris, di ritorno dalla cucina, mi offrì un cucchiaio e si mise a
sedere accanto a me aprendo la vaschetta di gelato al cioccolato e
offrendomela. -Dai su, vedrai che dopo un
po' di gelato tutto sembrerà un po’ meno grave- mi disse invitandomi a
prenderne un po’ e così feci; dopo un paio di secondi sbuffai rumorosamente e
iniziai a raccontare loro cosa era successo quel pomeriggio con Jackson.
Dovetti sopportare i loro sorrisi quando
raccontai del bacio, descrivendolo com’era stato perfetto e sensuale, e vidi le
loro espressioni trasformarsi in enormi punti interrogativi quando, subito dopo,
raccontai loro di come Jackson si fosse staccato e mi avesse chiesto di Chace,
e poi si fosse allontanato per andare via. Quando conclusi il mio racconto
sospirai e presi una cucchiaiata di gelato, buttando ancora la testa
all’indietro, -Beh in effetti sappiamo
tutti quanto Jay sia corretto ed è normale che lui voglia sapere di averti
tutta per lui, prima di impegnarsi in qualche modo-
A proseguire
fu Kris.-In effetti, tu e Chace non state
più insieme insieme, però questa pausa di riflessione sembra più una presa in
giro che altro...-
Seguita
a ruota da Nikki, alzai la testa per osservarle e annuii -Avete ragione solo che adesso, come faccio con Jay? Cioè, io avrei
dovuto fermarlo e dirgli che avrei parlato con Chace, ma sono stata una
stupida, non sono stata capace nemmeno di alzarmi da questo maledetto divano...
io non voglio perderlo, qualsiasi cosa ci sia tra me e lui, non voglio che
finisca prima ancora di iniziare!- dissi d’un fiato poggiando la testa
sulle ginocchia, rassegnata a non sapere assolutamente cosa fare.
Mentre ancora mi disperavo -Bhe chiamalo!- irruppe improvvisamente
Nikki, gustandosi un cucchiaio di gelato.
Mi voltai sgranando gli occhi, -Come sarebbe, chiamalo?- domandai incredula.
La vidi avvicinarsi al tavolino e
prendere il mio cellulare, -Semplice,
chiamalo e digli quello che hai detto a noi!- disse porgendomi il telefono.
La guardai quasi spaventata da quell’oggetto, ma era la cosa giusta da fare,
parlare con lui e sistemare le cose; deglutii e presi il cellulare, cercai
nella rubrica il suo numero e quando lo trovai, prima di schiacciare il tasto
per la chiamata, mi voltai a guardare Nikki e Kris, annuirono entrambe e mi
decisi a schiacciare quel tasto, quando portai il telefono all’orecchio in
attesa, sentii il gestore del numero dirmi che il numero non era
momentaneamente raggiungibile, feci un sospiro e chiusi la telefonata.
-Non è raggiungibile-
dissi scuotendo la testa dispiaciuta.
-Dai,
vedrai che magari appena si sistema la linea ti richiama lui!- disse Nikki
cercando di consolarmi.
-Beh
potresti sempre mandargli un messaggio!-
s’intromise Kris, provocando l’approvazione di Nikki che annuì di fronte a quella proposta.
-Un
messaggio?- chiesi stranita.
-Certo!
Pensaci potrebbe essere anche meno imbarazzante di una telefonata!- rispose Nikki.
-Ovviamente
però, visto che il telefono è spento non ti aspettare che ti risponda subito!- fece eco Kris.
-Forse
non è una brutta idea, ma adesso passatemi il gelato!- dissi
togliendo a Kris la vaschetta. Restammo a chiacchierare su quel divano per un
po’. Quando poi il gelato finì, Nikki e Kris decisero di tornare a casa, non
dopo avermi chiesto almeno cento volte se non preferissi che rimanessero a
farmi compagnia, le convinsi che non era necessario e le salutai.
Mentre
salutavo Kris, mi diede un bacio sulla guancia -Manda quel messaggio Ash, e sta tranquilla- mi disse all’orecchio.
Dopo aver
dato loro la buonanotte mi misi a sedere ancora sul divano, non volevo andare a
dormire senza aver fatto qualcosa... l’idea del messaggio cominciava a non
dispiacermi. In fondo, conoscendo Jackson, magari a quell’ora era ancora in
giro con gli altri della band e non si era accorto del telefono staccato, o
magari scarico... decisi allora di inviare un messaggio, ma presto fui assalita
di dubbi su cosa scrivere. C’erano tante di quelle cose che volevo dirgli che
sarebbe stato un poema, non un sms; così, indecisa su come cominciare,
continuavo a fissare lo schermo del cellulare vuoto, dopo un paio di esitazioni
e frasi cancellate decisi di scrivere quello che realmente sentivo e che
desideravo:
Sono una stupida! Avrei dovuto
fermarti e non farti andare via, parlerò con Chace il prima possibile, non
voglio perderti, qualsiasi cosa sia quella che c’è tra noi.
Senza
pensarci un minuto di più inviai il messaggio, ovviamente sapevo che non
sarebbe arrivata nessuna risposta immediata, ma non potevo fare a meno di avere
una piccola speranza. Dopo una decina di minuti trascorsi rigirandomi il
telefono tra le mani decisi finalmente di andare a dormire, anche se sapevo benissimo
che avrei stentato a prendere sonno, così senza pensarci ancora troppo mi alzai
dal divano e andai verso la camera da letto a cambiarmi. Quando finalmente fui
in pigiama mi misi a letto e abbandonandomi sui cuscini non potei non ripensare
all’intera giornata appena trascorsa; ogni tanto buttavo l’occhio sul comodino
verso il cellulare sperando di veder lampeggiare la bustina dei messaggi sul
display, ma ovviamente non avvenne, così, senza nemmeno accorgermene, mi
addormentai.
Il
mattino seguente, anche se era domenica, la sveglia iniziò a suonare verso le
7.30. Fu davvero un trauma svegliarsi dopo una notte trascorsa a sognare le
labbra di Jackson, così meccanicamente mi alzai dal letto e mi diressi in bagno
per farmi una doccia, altrimenti non sarei riuscita a prepararmi nemmeno il
caffè; tornando dal bagno, però senza’
avere troppe speranze, mi ributtai sul letto ancora in accappatoio per
controllare il telefono, ero quasi sicura di non trovare nessun messaggio,
conoscendo Jackson era anche possibile che non si fosse ancora accorto di avere
il telefonino spento, ma fui costretta a ricredermi ben presto. Seduta sul
letto con il telefono tra le mani, osservavo la bustina lampeggiare sul display
e avevo quasi paura a premere il tasto per la lettura, paura di illudermi,
magari era un messaggio del mio agente o di Nikki... però poteva anche essere
suo, così feci un profondo respiro e lo
aprii. Quando vidi il nome del mittente non potei non sorridere, Jackson aveva
risposto al mio sms con tre semplici parole, che però furono capaci di farmi
sentire immediatamente meglio:
Jackson: Non mi perderai…
D’istinto
chiusi il telefono e con entrambe le mani lo strinsi sul cuore, non potevo
ancora crederci, mi aveva risposto solo con tre parole ma erano le più belle
che potesse scrivermi... in quel momento però fui assalita da un dubbio: come
dovevo comportarmi? Lo dovevo chiamare? Mi avrebbe chiamata lui? Decisi di
pensarci dopo essermi preparata il caffè, sicuramente a mente lucida sarei
riuscita a ragionare meglio, così scesi in cucina portandomi il cellulare
dietro e mi misi ad armeggiare con la macchinetta del caffè. Mentre aspettavo,
sentii vibrare il cellulare sul tavolo, era appena arrivato un nuovo messaggio,
senza farmi troppe domande aprii il telefono per leggere:
Jackson:
Buongiorno! Spero di non averti svegliata
Sorrisi, non mi aspettavo certo che mi
mandasse il buongiorno, comunque senza perdere un minuto di tempo risposi al
messaggio:
Buongiorno
a te! No tranquillo, ero già sveglia!=)
Come una ragazzina di fronte alla sua
prima cotta ero impaziente di sentire la risposta che mi avrebbe mandato,
ovviamente ero convinta che avrebbe risposto e in effetti non mi sbagliavo,
dopo pochi secondi il telefono vibrò ancora:
Jackson: Allora non ti
dispiace venirmi ad aprire ;)
Continuavo a guardare lo schermo del
telefono, senza capire cosa realmente volesse dire. Mentre ancora cercavo una
spiegazione, sentii il campanello di casa suonare e all’improvviso capii, corsi
alla porta mi fermai un istante e mi diedi un'occhiata veloce allo specchio
vicino l’ingresso, mi maledissi per essere ancora in accappatoio, ma ormai non
potevo farci nulla -Chi è?- chiesi con voce tremante.
Se avevo capito bene il senso dell’sms
sapevo già la risposta, ma quando lo sentii rispondere -Sono io, Jackson- non potei non esultare di gioia, così feci un
respiro profondo e aprii la porta. Quando lo vidi il mio cuore prese a fare le
capriole, era bello da togliere il fiato, con una mano appoggiata allo stipite
della porta, i capelli che gli ricadevano sul viso con lo sguardo basso sul
quale brillava il più sexy dei sorrisi... avrei voluto parlare, dire qualcosa,
ma le parole mi morirono in gola per l’emozione. Deglutii cercando di
riprendere contatto con la realtà ma fu lui a precedermi.
Alzò lo sguardo lentamente -Spero non ti dispiaccia, ma ho pensato di
portarti la colazione- disse mostrando una busta. Scossi la testa
sorridendo, ancora incapace di parlare, e mi spostai dalla porta per invitarlo
ad entrare.
Dovevo ammettere che in quel momento mi
stavo sentendo davvero in imbarazzo, e non solo perché ero vestita soltanto con
il mio accappatoio, ma soprattutto perché avrei voluto dire qualcosa ma non
sapevo da che parte cominciare. Così, come se nulla fosse, mi diressi verso la
cucina, sentivo i suoi passi poco distanti e pregavo di trovare la forza e il
coraggio di cominciare a parlare.
Quando arrivai di fronte la caffettiera
presi un profondo respiro e mi voltai, era poco distante da me intento a
togliersi il giubbotto di pelle. -Ti va una
tazza di caffè?- chiesi,
mentre già ne versavo una.
-Certo!- rispose tranquillo
avvicinandosi. Quando lo vidi accanto a me, sentii il mio cuore cominciare a
correre al galoppo; prese la tazza e mi sfiorò leggermente le dita, sentii un
brivido percorrermi tutto il corpo e fermarsi tra le mie gambe, quel semplice
tocco e quella vicinanza riuscivano a sconvolgermi. Lo sentii sospirare -Ash senti, io… vorrei chiederti scusa per
ieri sera!- disse con la sua voce calda e sensuale.
Alzai lo sguardo e vidi la sua
espressione dolce -No aspetta Jay, non
devi chiedermi scusa. La colpa è mia, avrei dovuto fermarti in qualche modo e
avremmo dovuto parlarne, invece sono rimasta immobile senza riuscire a
muovermi- lo interruppi prima che riprendesse a scusarsi, ma prima che
potessi riprendere a parlare mi zittì dandomi un bacio a fior di labbra.
All’inizio fu dolce, solo uno sfiorarsi, ma poi lo sentii schiudere la bocca e
istintivamente lo feci anch’io, quando
le nostre lingue si incontrarono sentii qualcosa di metallico sulla sua, ne fui
piacevolmente sorpresa, non mi ero mai accorta che avesse un piercing e non
ricordavo di averlo sentito la sera precedente, ma non ci pensai un istante di
più e non seppi resistere. Fu subito un fuoco, senza rendermene conto allungai
le braccia e le avvolsi intorno al suo collo lasciandomi trasportare da quelle
sensazioni, baciarlo era la cosa più naturale ma allo stesso tempo
straordinaria che avessi mai fatto.
Quell’incontro tra le nostre bocche mi
fece tremare le ginocchia, avevo paura di crollare a terra da un secondo
all’altro; quando ci staccammo mi ritrovai imprigionata tra le sue braccia
appoggiate sul ripiano della cucina, ci guardammo per un secondo e poi lo vidi
sorridere -Scusami, è che… sei così sexy… forse è meglio se ti vesti e poi
magari parliamo!- disse abbassando lo sguardo sul mio accappatoio.
Mi sentii imbarazzata da morire, ma allo
stesso tempo lusingata, -Hai ragione, vado a cambiarmi, forse è
meglio... però prima posso chiederti una cosa?- dissi cercando di rimanere seria,
ma dovevo togliermi quella curiosità, anche per smorzare un po’ di tensione.
-Certo!- rispose lui un po’
preoccupato.
-Ecco, mi chiedevo...
ma da quand’è che hai il
piercing alla lingua? Scusa la sfacciataggine,
ma ieri sera non mi
pareva che ci fosse!- lo vidi scoppiare a ridere,
forse si aspettava chissà cosa e di fronte a quella mia domanda inaspettata non
riuscì a trattenersi.
-Beh
ce l’ho da un bel po’... e hai
ragione, ieri non c’era. Non lo metto
mai quando lavoro, vedi stonerebbe un po’ un vampiro con il
piercing- rispose continuando a sorridere, vederlo sorridere in quel modo
mi tolse ancora il fiato, era sensuale da morire, scossi la testa sorridendo
anche io e poi lo vidi spostarsi -Soddisfatta?
O vuoi chiedermi altro?- mi chiese
cercando di tornare serio.
-No
va bene, vado a vestirmi così
possiamo fare colazione!- risposi dirigendomi verso la porta della cucina.
Appena prima di uscire gli rivolsi un’altra occhiata, mi piaceva troppo vederlo
lì, avevo paura che fosse solo un sogno e che da un momento all’altro tutto
svanisse. Ma sospirai e decisa a far durare quel sogno il più a lungo possibile
andai in camera a cambiarmi.
Davanti alla cabina armadio rimasi
immobile per un paio di minuti, non sapevo cosa indossare, poi decisi di optare
per qualcosa di semplice, in fondo dopo la colazione con Jackson sarei dovuta
andare a lavoro. In quel momento maledii di dover andare a fare la prova per i
vestiti da indossare in un servizio fotografico, ma non potevo rimandare, avevo
già rimandato troppe volte... comunque indossai velocemente un paio di jeans ed
una camicetta rossa, infilai le ballerine rosse e scesi le scale di corsa,
avevo ancora paura di trovarmi in un sogno, così quando lo ritrovai dentro la
cucina intento a leggere il giornale, non potei non sorridere. Lui si voltò a
guardarmi -Spero non ti dispiaccia se nel
frattempo ho preso il giornale- mi chiese titubante vedendomi ancora
davanti alla porta.
-No
non mi dispiace affatto!- risposi avvicinandomi e mettendomi a sedere sullo
sgabello vicino a lui. Mentre mi vestivo aveva sistemato i cornetti su di un
piatto e quando gli fui accanto immediatamente me ne offrì uno, lo presi e lo
addentai, mentre lui beveva un sorso di caffè; pensai che prima o poi uno dei
due avrebbe dovuto iniziare a parlare e dato che ero io quella a dover
concludere definitivamente la sua storia in pausa di riflessione decisi che era
arrivato il momento di affrontare l’argomento.
Ps.
Vi do qualche fotina extra oggi…
Ecco
le prove sul Piercing di Jay…^^