Anime & Manga > Alice Academy/Gakuen Alice
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Autore: _Pan_    07/11/2009    5 recensioni
Mikan è al suo primo anno di superiori, ma niente si prospetta come lei lo aveva immaginato: tra l'amore, inganni, e addii, la sua permanenza nella Alice Academy si preannuncia molto movimentata.
La storia tiene conto del manga (a tratti da capitolo 51 in su), quindi ci sono spoiler disseminati un po' ovunque. Inoltre, sarà raccontata alternativamente sia dal punto di vista di Mikan che che da quello di Natsume, ma non ci saranno capitoli doppi, nel senso che uno stesso capitolo non sarà raccontato da entrambi.
Coppie principali: Mikan/Natsume, Hotaru/Ruka (accennata)
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hotaru Imai, Mikan Sakura, Natsume Hyuuga, Ruka Nogi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 5 – Regali di Natale
(Mikan)


Quando uscii dalla cucina, mi venne voglia di saltellare per la contentezza. Ero felice che fosse tornato tutto a posto, anche se ancora non avevo capito con quale delle tante personalità del mio ragazzo avessi fatto pace. Mi guardai intorno, in cerca di Nonoko, che era venuta a chiamarmi poco prima. La vidi seduta a un tavolo insieme a quasi tutte le altre mie compagne di classe: tagliavano striscioni. Quando mi vide arrivare, mi rivolse un sorriso di scusa, ma io non capii perché.
«Allora, perché mi avete chiamata?» chiesi, guardandole una per una, sinceramente curiosa di ricevere una risposta. In mezzo a loro c'era anche Hotaru, che non mi degnò neanche di uno sguardo, troppo intenta nel suo lavoro di taglio. Sumire invece mi guardò come se volesse fulminarmi lì, esattamente dove mi trovavo; ero curiosa di sapere cosa le avessi fatto di male. Non ricordavo di aver parlato molto con lei negli ultimi tempi e mi ritrovai a rimuginare sul suo comportamento, se fosse quello di sempre oppure qualcosa di del tutto nuovo. La prima a prendere parola e a distogliermi da quei pensieri fu Anna, che aveva momentaneamente lasciato le cucine.
«Stavamo parlando dei regali di Natale.» mi spiegò e, subito, l'eccitazione per l'imminente festa si risvegliò in me, insieme alla fretta di comprare subito tutti i regali che avevo in mente. Certo, l'unico a cui ancora non sapevo che cosa regalare era Natsume, ma ero sicura che avrei saputo cosa comprargli una volta che l'avessi visto, magari in una vetrina fatta apposta per quelle come me, che non hanno neanche la minima idea di cosa regalare al proprio ragazzo. Una specie di colpo di fulmine. «E volevamo sentire se almeno tu avevi qualche idea, ma... ci dispiace di... ecco... aver interrotto...» lasciò la frase in sospeso, probabilmente perché sapeva che avrei immaginato la sua continuazione, ma non capii. Parlare dei regali era la cosa più importante, no?
«Pensavano che avresti preferito restare con Natsume.» dichiarò, caustica, Sumire, mentre continuava a tagliare il festone, evitando di rivolgermi lo sguardo. Rimasi stupita del fatto che lo facessero senza usare i loro Alice, come, invece, era successo gli anni passati. «Ma dato che sei una sciocca, dovevo supporre che l'avresti lasciato lì, da solo.» scosse la testa, indignata, come se la sola idea la ripugnasse. Sembrava anche arrabbiata per qualcosa. Pensai che io non avevo lasciato nessuno da nessuna parte: avevamo fatto pace e adesso dovevamo tornare a fare ciò che ci competeva. Tutto normale. Non potevamo restare a non fare niente, mentre tutti lavoravano sodo per il ballo di Natale!
«Ci chiedevamo se il giorno della Vigilia... volessi venire con noi a comprare i regali di Natale» mi rallegrai per il bel pensiero che avevano avuto. L'idea mi elettrizzava: era da un po' che non facevo shopping con le amiche, quindi non c'era altro da fare se non accettare immediatamente. E così non avrei neanche dovuto escogitare un piano per andare a Central Town senza Natsume quando avrei dovuto comprare il suo regalo. Era tutto perfetto, proprio l'occasione che mi ci voleva!
«Anna!» Nonoko le diede un colpetto sulla spalla , parlando con tono di rimprovero, come se avesse detto qualcosa di male. Neanche stavolta capii, e mi sorpresi di quanto strane fossero tutte quante da un paio d'ore. Beh, tutte tranne Hotaru, s'intende. «Magari lei vuole andarci con...»
Anna si coprì la bocca con entrambe le mani, come se avesse commesso il peggiore sbaglio della sua vita, ma cosa poteva esserci di così grave? «Oh, scusa, Mikan. L'avevo dimenticato!» io le guardai, confusa. Con chi avrei dovuto uscire se non con le mie amiche? «È che mi sembra tutto così strano... non ce lo vedo Hyuuga fidanzato, soprattutto con una ragazza solare come te. È sempre così scontroso...» sembrava intimidita al solo parlarne.
«Non è scontroso!» ribatté Sumire, infastidita, incrociando le braccia al petto, sempre con le forbici in mano. La pensavo così anch'io: Natsume non sapeva come comportarsi in pubblico, ma non era un cattivo ragazzo. «E credo che sia solo un po' ingenuo.» ci pensai su: Natsume... un ingenuo? Non sapevo perché ma le due parole, accostate, stridevano non poco. Non era un aggettivo che gli si addiceva. Io avrei detto... adorabilmente furbo. «Ha sempre detto che non è per le relazioni serie.» alzai subito la testa dai festoni, che mi avevano attirato per i loro splendidi colori, a quelle parole.
«Davvero?» sussultò, Nonoko, mostrando la propria curiosità sgranando gli occhi. Improvvisamente, mi feci più interessata anche io. «Vuoi dire che ha avuto altre fidanzate?» no. Sicuramente non ne aveva avute, altrimenti tutta la scuola l'avrebbe saputo, com'era successo con me. E poi, ero sicura che non fosse così.
«Beh, magari non ufficiali.» fu la risposta di Sumire. Raggelai, mentre una fitta di gelosia mi chiudeva lo stomaco. Lui non aveva mai parlato di ragazze, prima di me. «Sono certa, Mikan, che tu non sia la prima.» come faceva ad esserne così sicura? Immaginai che qualunque ragazza che fosse stata insieme a Natsume sarebbe andata in giro a vantarsene e, prima o poi, tutta la scuola sarebbe venuta a saperlo, a meno che non gliel'avesse vietato come aveva fatto con me. Mi morsi il labbro inferiore, in agitazione, ma non dissi una parola. Non mi ero mai fatta questo genere di problemi, ma ora non riuscivo a non pensare che lui potesse aver avuto qualcuna prima di me. Sarebbe stato del tutto lecito, ma allora perché sentivo tutto quel fastidio?
«E lo sai perché sei il capo del suo fan club...» le chiese Anna, anche lei molto interessata. Non sapevo che mandasse ancora avanti il fan club di Ruka e Natsume, perciò rimasi un po' sorpresa. «...o perché sei stata una di loro?» certo che i pettegolezzi non avrebbero fatto assolutamente fatica a diffondersi, se tutti reagivano come loro a questo genere di notizia. Sumire stava per rispondere, con un'espressione a dir poco compiaciuta e per un attimo ebbi paura di ciò che avrebbe detto, peccato che non lo seppi mai, perché fu interrotta.
«Certo che siete proprio prive di tatto!» intervenne la mia eterna salvatrice: Hotaru, che rivolse a noi la sua attenzione. «Parlare davanti a Mikan di queste cose.» avrei voluto tanto abbracciarla, ma già sapevo che si sarebbe scansata, e io sarei finita col naso a terra. E, quindi evitai di farlo: volevo assolutamente partecipare alla festa di Natale, e tutta intera, possibilmente. Avevo promesso tre balli, dopotutto. Il nonno mi ha sempre detto che è scortese non mantenere le promesse, soprattutto dal momento che avevo promesso di ballare! Se non avessi potuto, sarebbe stato un bel problema. «Immagino che se Natsume abbia avuto delle altre ragazze, Mikan lo sappia.» Hotaru tornò a tagliare la carta in strisce tutte uguali con uno strano misuratore, probabilmente inventato da lei. «Oppure la tua è tutta invidia, Sumire?» l'occhiata che le lanciò fu di ghiaccio. Pensai che, se fosse stata diretta a me, sarei scappata a nascondermi e non mi sarei fatta rivedere per almeno un decennio.
Sumire strinse le labbra tanto da farle diventare quasi bianche. Abbassò la testa sul suo lavoro e, senza dire una parola, continuò a tagliare strisce, meno precise di quelle di Hotaru. L'atmosfera gelida era palpabile, non solo per me, ma anche per Anna e Nonoko, che rimasero zitte per un po'. In effetti, neanche io credevo che quello fosse il momento per parlare, anche se Hotaru diceva sempre che non riuscivo mai a capire quando era il momento di chiudere il becco.
«Ehm...» Nonoko, titubante, cercando di attirare l'attenzione, ruppe il pesante silenzio che si era creato dopo le parole di Hotaru. Ci mise un po' prima di dire il resto della frase. «allora... andiamo a fare shopping il giorno della Vigilia?» si fece un po' più coraggio e sorrise, mentre tutte quante annuivamo. Se non altro, avrebbe sistemato i leggeri dissapori tra di noi. Un'uscita era senz'altro quello che ci voleva! «Un pomeriggio tra amiche.» io annuii con vigore: proprio vero.
«Amiche...» borbottò Sumire, con un'aria più depressa che mai. Mi dispiacque per lei, tanto che volevo davvero sapere quale fosse il suo problema. «Vado al bagno.» e, detto questo, si allontanò, per poi sparire dalla nostra vista. Avrei voluto avvisarla che il bagno era dalla parte opposta da quella in cui stava andando, ma il sospiro di Anna mi distolse da quel pensiero.
«Certo che è proprio strana.» commentò, poi, guardando nella direzione in cui la nostra compagna era sparita. «A volte non la capisco.» Nonoko assentì, allibita, mentre si metteva anche lei a lavorare, sedendosi al posto lasciato vuoto da Sumire.
«Qual è il suo problema?» volli sapere, mentre tutte quante mi guardavano con una strana espressione, poi sospirarono, e mi sembrarono sconsolate. Io non capii. «Che c'è?» beh, perlomeno, sembrava che loro sapessero che cosa turbava Sumire.
Hotaru sospirò di nuovo, ma stavolta sembrava rassegnata. Pensai che non le riuscisse tagliare la carta come voleva. «Mikan, sei un caso disperato.» asserì, lasciandomi allibita. In che senso? «Sei proprio una stupida.»
«Eh?» chiesi, senza capire. «Perché?» in fondo avevo fatto solamente una innocentissima domanda, poteva dirlo subito che Sumire non voleva che la cosa si venisse a sapere in giro, mi sarei fatta subito gli affari miei!
«Lascia stare e aiutami con questa roba.» tagliò corto lei, porgendomi delle strisce di carta. Mi chiesi che cos'avrei dovuto farci: avevo montato milioni di striscioni nella mia vecchia scuola elementare, ma non sapevo in che modo potesse essere utile il mio Alice dell'annullamento. «E come posso essere d'aiuto col mio Alice?» domandai, infatti, per chiarire tutti i miei dubbi. Hotaru mi guardò, spazientita e annoiata, salendo su una scala.
«È ovvio.» rispose, col tono di una maestra che sta spiegando un argomento che riteneva chiuso a un alunno particolarmente stupido. Non credo che volesse offendermi, ma non mi fece sentire comunque molto bene. «Non userai il tuo Alice.» la guardai, sconcertata. «Come no?» replicai, allora. Cioè, se non dovevo usare il mio Alice, che ci facevo lì? «Che significa?»
«L'addetto ai festoni si è diplomato l'anno scorso,» mi spiegò, paziente, mentre cominciava ad appendere il pezzo che aveva costruito. «subito dopo la festa di Natale. È una responsabilità delle Abilità Tecniche, ora.» io annuii: adesso avevo capito tutto, ma... «...io che ci faccio qui, se è un compito delle Abilità Tecniche?» diedi voce ai miei pensieri, mentre lei sbuffava. E perché Sumire era stata lì fino a due minuti prima? Neanche lei era nelle Abilità Tecniche.
«Già che sei qui, renditi utile.» fu la sua glaciale risposta. Io sorrisi, soddisfatta: potevo essere cinquecento milioni di volte più utile se non dovevo pensare ad un'opportuna applicazione del mio Alice. Il lavoro manuale è quello che rende di più, dopotutto. Il nonno lo diceva sempre.

Non ci fu praticamente un attimo di pace o di riposo, non ebbi neanche il tempo di sedermi da qualche parte e prendere un bicchiere d'acqua. Primo perché i bicchieri erano tutti quanti finiti e Hotaru mi aveva vietato categoricamente di bere dal suo, e secondo perché mi chiamavano da ogni parte, prima Hotaru, poi Anna e infine Nonoko. Nessuno aveva più visto Sumire per il resto della giornata.
«Magari si sente male.» ipotizzai, preoccupata. Credevo che sarebbe tornata in pochi minuti, invece era già pomeriggio inoltrato. «Forse dovrei andare a cercarla, sembrava che fosse arrabbiata per qualcosa. Magari parlare dei suoi problemi, potrebbe farle bene.» vidi le mie tre amiche scuotere la testa, ma nessuna delle tre mi degnò di una risposta. Io non sapevo dove cercarla, ma se nessuno veniva con me... avrei potuto andarci da sola.
«Se davvero lo facessi,» mi rispose Hotaru, quando esposi i miei pensieri. «ti perderesti sicuramente, con lo scarso senso dell'orientamento che ti ritrovi.» mi sentii un po' offesa: insomma, per chi mi aveva presa?
«Guarda che sono in questa scuola da quasi sette anni!» protestai, piccata. Insomma, ritenevo di averne una certa conoscenza dopo tutto quel tempo. «La conosco come le mie tasche!»
Hotaru alzò gli occhi al cielo. «Sinceramente ne dubito.» confessò, facendomi sospirare spazientita per via della scarsa fiducia che dimostrava nelle mie capacità. «L'altra sera, quando sei venuta a studiare da me, mi hai chiesto dov'era la tua stanza e anche quella è la stessa da sette anni, se ben ti ricordi. Non credo proprio che riusciresti a trovare Sumire.» arrossii. Quello era successo perché, momentaneamente, avevo perso il senso dell'orientamento! Non c'entrava niente. Quando aprii la bocca per spiegarglielo, Tsubasa venne a prendermi per trascinarmi da un'altra parte, impedendomi di chiarire il malinteso con Hotaru.
«Tsubasa-senpai!» mi lamentai, mentre venivo trascinata non sapevo dove. Quando ci fermammo eravamo davanti a quel coso, di cui in quel momento non ricordavo il nome, da cui partivano tutti i fili della corrente. Ma più preoccupante di ciò, JinJin era insieme a noi. Guardai Tsubasa-senpai con terrore: a JinJin non ero mai andata a genio.
«Perché siamo qui?» bisbigliai, in modo che Jinno-sensei non sentisse. Lui sospirò, e notai che oggi lo stavano facendo tutti troppo spesso. «Qualcosa non va?»
Tsubasa-senpai scosse la testa. «No,» mi rispose allo stesso modo, mentre anche altri ragazzi, tra cui Misaki-senpai ci raggiungevano. «devi usare il tuo Alice dell'annullamento per bloccare parte dei poteri di Jinno-sensei, altrimenti salta tutto l'impianto, dato che si è intestardito. Ha detto che se il suo Alice può essere di qualche utilità, allora lo userà.» ah, beh, se neanche le Abilità Tecniche avevano potuto fermarlo, perché avrei dovuto riuscirci io?
Deglutii. Sinceramente, non mi andava di assumermi una così grande responsabilità: insomma per colpa mia poteva saltare tutto quanto e addio ballo di Natale. No. Infatti, scossi la testa. «Non posso.» chiarii, prima che qualcuno potesse dire qualsiasi cosa che mi avrebbe convinta, con l'arma del rimorso. «Guarda che non è una richiesta.» ci interruppe Jinno-sensei, con la sua profonda voce fredda come il ghiaccio. Rabbrividii, anche peggio di quando Hotaru mi guardava con lo sguardo-freezer. «Se vuoi il ballo di Natale, devi aiutarmi, Sakura.» no, non era per niente una richiesta.
Deglutii di nuovo, rumorosamente; le mie mani cominciarono a sudare per la tensione. Non riuscivo a smettere di pensare che potesse saltare tutto quanto a causa mia. «Devo proprio?» posi la mia domanda, titubante, accorgendomi che, per via del nervosismo, avevo chiuso gli occhi e stavo tendendo le braccia verso JinJin.
«Sakura, per tutti i fulmini!» sbottò lui, infastidito e completamente spazientito, non che JinJin fosse famoso per la sua pazienza, però... «Devi solo limitare il mio Alice, cosa ti spaventa tanto?» ci voleva troppo a capire che era proprio quello? Era risaputo in ogni angolo del mondo che ero un'imbranata e che, se una cosa poteva andare male, con me sarebbe sicuramente andata peggio.
«Sei pronta, Sakura?» mi chiese JinJin, pronto a usare il proprio Alice in qualunque momento. Io presi un respiro più profondo che potei. Mi ripetei più volte che la calma è l'arma per vincere, dopotutto Hotaru riusciva sempre in tutto, e non conoscevo nessuno più calmo di lei. Annuii, più sicura di quanto mi sentissi. «Ottimo.»
Mi avvicinai a lui e cercai di fare come avevo fatto quella volta per limitare l'Alice di Nobara; anche in quell'occasione era stato per la festa di Natale. Mi concentrai, respirando velocemente. Temevo che sarebbe potuto esplodere tutto, mentre JinJin era attaccato a quell'affare. Chiusi gli occhi, per non vedere quella che sarebbe potuto succedere e non li riaprii finché il professore non richiamò la mia attenzione, schiarendosi la gola. Lo guardai, confusa e speranzosa che fosse tutto finito.
«Ebbene?» mi rivolse il suo consueto sguardo omicida. Mi feci piccola piccola e tremai, cercando di fare un sorriso disinvolto, chiedendomi che diamine volesse. Mi fissò come se fossi stata un'idiota. «Sakura, stai annullando completamente il mio Alice. Così mi sei inutile.» spalancai la bocca per lo stupore: non me ne ero neanche accorta.
«Ecco... io... non lo sapevo.» confessai, facendo fremere JinJin per la rabbia e indietreggiai, pensando che avrebbe fritto tutti quanti. «Mi... mi dispiace!» assicurai, nascondendomi il volto fra le mani. «Riproverò e andrà tutto bene!»
Lui mi guardò, scettico ed emise un sibilo spazientito. Per la terza volta, deglutii per il terrore. «Sakura, se esplode tutto, ti farò espellere.» mi minacciò, pensando, forse, che questo mi avrebbe fatto sentire meno sotto pressione. Totalmente l'opposto: adesso sì che ero anche più nervosa! Presi un altro respiro profondo, ripetendomi la formula della calma, e rimisi le mani sul braccio di JinJin. Quando vidi che la quantità di energia che stava sprigionando era minima, mi risollevai un po' il morale, anche se stetti particolarmente attenta a non distrarmi dal mio obiettivo. Non capivo come potesse lui risolvere il problema, ma non feci domande.
«Sì, poverina.» sentii, da dietro di me. Due ragazze stavano parlando tra di loro e ridacchiavano. «Chissà, magari Natsume si stancherà di lei tra qualche giorno.» appena sentii il suo nome, drizzai subito le orecchie, non interessandomi più del resto.
«Di sicuro, guarda com'è imbranata.» fu il commento dell'altra ragazza. Raggelai, mentre mi venivano in mente anche le parole di Hotaru sulla mia stupidità, quelle che proprio il giorno prima aveva pronunciato, forse, per prendermi in giro.
«SAKURA, DATTI UNA SVEGLIATA!» gridò JinJin, ma prima che potessi chiedermi a che si stava riferendo, sentii uno scoppio assurdo, che mi fece balzare il cuore in gola e rammollire le gambe. Non ebbi neanche l'occasione di respirare che venni velocemente trascinata via, senza avere il tempo di capire che stesse succedendo. Qualcuno mi stava stringendo in modo protettivo, ma avevo gli occhi contro la sua spalla e non riuscii subito a capire chi fosse, anche perché c'era un trambusto immane e io non avevo né capito né visto gran parte di ciò che era successo. Tremai per lo spavento, mentre il mio salvatore mi accarezzava i capelli per tranquillizzarmi. Era successo tutto così in fretta che ero orribilmente confusa e spaventata.
«Stai bene?» la sua voce mi arrivò alle orecchie ovattata, ma capii subito che si trattava di Natsume. Sospirai di sollievo e tentai di ricambiare la sua stretta, ma non avevo abbastanza forza nelle braccia. «Ehi, Mikan, stai bene?» mi allontanai un po', per guardarlo in faccia e annuii, cercando tutti gli altri con lo sguardo. Tsubasa-senpai si stava togliendo la polvere dalla fronte e dai capelli che sfuggivano dal cappello, scuotendo la testa.
«Chiamate le Abilità Tecniche, qui c'è bisogno del lavoro di un genio, o niente ballo di Natale.» disse, scoppiando a ridere. Mi domandai cosa ci trovasse di piacevole, io ero quasi morta di paura. «Non avrei mai pensato che sarebbe stato così divertente!»
«Divertente?» ripeté Misaki-senpai, incredula e concordai tacitamente. Poi, però, anche lei scosse la testa, e sorrise, probabilmente cogliendo il lato positivo della cosa. Avrei voluto esserne in grado anch'io. Sentivo le gambe tremare come se fossero state cartone al vento. «In fondo poteva andare peggio.» di sicuro, sapevo che dovevo diventare un po' più come loro.
«Dai, calmati.» mormorò Natsume, allentando un po' la presa sulla mia vita, ma mi sorressi a lui per non cadere. «Non è successo niente di grave.» fissai la scatola degli orrori, da quel momento in poi avrei cominciato a chiamarla così, e vidi solo una cosa: disastro. In pratica, tutto quello che avevo temuto si era avverato, e adesso il ballo rischiava di saltare perché mi ero distratta. Ero così mortificata che non riuscivo neanche a piangere. «Non fare quella faccia.» alzai lo sguardo per incontrare il suo. Non avrebbe potuto essere più calmo. Lì, l'unica ancora agitata ero io. «E non piangere, si può risolvere. La tua amica troverà di sicuro una soluzione.»
«Davvero?» chiesi, speranzosa. Lui annuì, ma non sapevo se lo pensava davvero oppure se lo diceva solo per consolarmi. Arrivò Hotaru, in fretta e sbuffando. Mi tranquillizzai almeno un po', di sicuro se ci lavorava lei, sarebbe tornato tutto a posto.
«Sempre la solita.» commentò, rivolgendomi uno sguardo esasperato. «Possibile che quando ci sei di mezzo tu, finisca sempre così?» io abbassai lo sguardo, mortificata. Non era stata mia intenzione!
«E smettila.» fu la risposta gelida di Natsume. Dopodiché lo sentii trattenere il respiro e stringermi più forte, come se volesse proteggermi da qualcosa. Non ebbi neanche il tempo di chiedermi che stesse succedendo che il preside delle elementari si fece strada tra tutti gli alunni che erano venuti a vedere cosa fosse tutto quel trambusto.
«Dov'è il problema?» chiese, con la sua voce calma. Quel bambino mi spaventava a morte, soprattutto perché, in tutto il tempo che io ero rimasta all'Accademia, lui non era mai cresciuto. Chissà quanti anni aveva.
«Cercavamo di sistemare la corrente.» spiegò brevemente JinJin, lanciandomi un'occhiataccia. Rabbrividii, di nuovo: che uomo terribile. «Ma qualcosa è andato storto, vero, Sakura?» improvvisamente, mi ricordai della promessa che mi aveva fatto: mi avrebbe fatto espellere. Mi feci prendere dallo sconforto: non volevo essere buttata fuori! Ero tesa come la corda di un violino, e la reazione di Natsume non mi aiutava particolarmente a sentirmi meglio.
«Mi dispiace tanto.» assicurai, allora, cercando di impietosire uno dei due. Lo sguardo del preside si addolcì improvvisamente, ma non mi fece sentire più tranquilla: dei brividi di disgusto mi percorsero la schiena. Che brutta sensazione! Volevo solo che la smettesse di fissarmi. «Oh, Jinno-sensei, non avrebbe dovuto chiedere una cosa così impegnativa a una studentessa inesperta.» mi sorrise in modo inquietante, mentre rivolgeva un'occhiata a Natsume che mi fece immobilizzare per la tensione. «Non si preoccupi, Sakura-san, nessuno verrà punito. Questo è il mio regalo di Natale. E poi, di certo le Abilità Tecniche troveranno un modo per risolvere il problema. Non pensi che sia colpa sua.» poi si rivolse di nuovo a JinJin. «La prossima volta, cerchi di fare più attenzione, Jinno-sensei.» JinJin annuì e il preside si dileguò, così com'era venuto. Quando scomparve dalla nostra vista, Natsume si rilassò di nuovo e allentò la presa, sospirando di sollievo.
«Cosa c'è?» volli sapere, preoccupata, lui scosse la testa e non mi rispose. Mi faceva arrabbiare quando si comportava così. «Natsume?»
«Niente.» disse, posandomi un bacio tra i capelli. Stranissimo: non amava darsi a certe manifestazioni d'affetto in pubblico. «Sta' tranquilla.»

Ero insieme a Natsume quando i preparativi per il ballo, per quel giorno, erano finiti. Stavamo per tornare in camera e io non sapevo bene come affrontare l'argomento che mi ronzava in testa da un paio d'ore. Lo fissai di sottecchi, anche perché non aveva detto una parola, cioè, di norma non sarebbe stato un problema se non fosse stato più taciturno del solito e non avesse fatto neanche una battuta per farmi sentire in imbarazzo. Mi chiesi se fosse colpa dell'incontro col preside o fosse semplicemente una nuova personalità che stavo scoprendo. Magari, erano un po' tutte e due le cose.
«Ehm...» se non altro, era meglio intavolare una conversazione, altrimenti non avrei mai chiarito il mio dubbio. «stavo pensando che... si avvicina il Natale.»
«Davvero?» chiese lui, non fingendosi neanche stupito. «Sei arrivata prima.» mi trattenni dal dargli uno schiaffo sul braccio, come facevo di solito, solo perché mi sembrava un po' giù.
«Lasciami finire!» protestai, allora. Voleva farmi anche perdere il filo del discorso? Allora, non sarei mai riuscita a chiederglielo! «Ecco... mi chiedevo se... ci fosse qualcosa in particolare che... sì... insomma...» pensavo che avrebbe alzato le spalle e non mi avrebbe degnato di una risposta, per questo cominciai a balbettare. Presi un bel respiro: in fondo, strappo secco fa meno male. Dirglielo non avrebbe potuto peggiorare la situazione, dato che eravamo arrivati al mutismo. «mi stavo chiedendo se ci fosse qualcosa che vuoi per Natale.» lo dissi tutto d'un fiato.
«Niente.» mi rispose, con lo stesso interesse che ci si mette nel dare da mangiare a un canarino, se non si è un amante degli animali. Mi chiesi che volesse dire con “niente”, non potevo mica lasciarlo senza regalo a Natale! Ma che gli passava per la testa?
«Ci sarà pur qualcosa che posso comprare.» insistetti, ottenendo solo un sospiro da parte sua. Che antipatico! «Pensaci su, dai.»
«Niente.» ripeté, stavolta spazientito. Sbuffai: sembrava che non ci fosse proprio niente che potessi fare per indurlo a conversare e a dirmi cosa gli sarebbe piaciuto, dato che non avevo la minima idea di cosa regalargli. Aveva i gusti più difficili da capire in tutto il mondo.
«Bene, ma non osare lamentarti del regalo che ti farò.» gli comunicai, chiaro e tondo, dato che già sapevo che avrebbe detto: “è inutile” oppure “cosa dovrei farci con questo?” una volta che gliel'avessi dato, speranzosa che mi dicesse “grazie” per la prima volta nella sua vita, dato che nei momenti meno opportuni ero un'inguaribile ottimista. «D'accordo?»
«Sì, sì.» rispose, distratto. Mi irritava non poco che neanche mi stesse a sentire, poteva anche andare avanti da solo, se stare in compagnia gli era così fastidioso, almeno avrei potuto evitare di arrabbiarmi.
«Fai come ti pare.» gli dissi, allora, indignata. «Io la vigilia di Natale vado a Central Town con Hotaru e le altre a comprare i regali.» gli feci la linguaccia ma, probabilmente, lui neanche se ne accorse. Questa cosa mi mandò in bestia anche di più. «Buonanotte!» me ne andai via borbottando quanto fosse stupido e insensibile, a voce abbastanza alta perché anche lui potesse sentirmi, sempre se stava prestando almeno un po' d'attenzione a ciò che lo circondava.
Lo sentii sbuffare: pure! «Mikan,» mi chiamò, con fare condiscendente. Non mi fermai, come era solito fare lui, e continuai sulla mia strada, diretta verso la mia camera. Dopo poco sentii di nuovo la sua voce. «Mikan, ti sbagli se pensi che ti verrò dietro a riprenderti.»
«Non pensavo niente di tutto questo, stupido!» mi girai, avevo intenzione di gridare anche più forte. «Siccome stavo discutendo praticamente con me stessa, pensavo che sarebbe stato meno irritante se fossi stata veramente da sola. Sto andando in camera, sono stanca! Buonanotte.»
Sospirò pesantemente, quando l'unica che doveva essere spazientita ero io. Mi indicò la direzione opposta a quella in cui stavo andando. «La tua stanza, genio, è da quella parte!» quella frase ebbe il potere di farmi completamente saltare tutti i nervi. Mi chiesi perché ero così stupida da preoccuparmi del suo regalo, quando l'unica cosa di cui si preoccupava lui era l'offesa più grossa che poteva farmi.
«Volevo fare il giro più lungo!» mentii spudoratamente, solo per il gusto di non dargliela vinta. «Dicono che camminare aiuti a calmarsi!»
Natsume sogghignò. «Balle.» arrossii, sentendomi colta sul fatto. Non risposi perché non volevo continuare quell'inutile discussione. «Dai, ti accompagno.»
«Non ti preoccupare.» mi finsi altezzosa, anche se l'idea non mi dispiaceva, anche perché sembrava che gli fosse tornata la voce. O forse era solo la personalità gentile e romantica. «Posso andare da sola.» certo che potevo, in barba a quello che pensavano lui e Hotaru.
«Guarda che lo faccio per me.» mi spiegò, e sperai che non dicesse sul serio, se non voleva davvero quello schiaffo che gli avevo risparmiato poco prima. «Svuoterò un tuo cassetto per portare alcune delle tue cose in camera mia, dato che sembri avere la brutta abitudine di fare la doccia da me.»
«A parte il fatto che io non ho proprio nessuna brutta abitudine, dato che è stata tutta una tua idea, quella di portarmi in camera tua, ieri.» cominciai, offesa. Non credevo che gli desse fastidio e poi la sua doccia era almeno due volte la mia. «Se la cosa non ti va a genio, non ti preoccupare, non lo farò più.»
Lui sorrise, ma non rispose alla provocazione. «Per lo meno, non dovrò attraversare tutta la scuola, passando dalle finestre.» era successo solo una volta, quante storie! «E spero di non dover rivedere più camera tua ridotta in quello stato.» come se lui fosse stato ordinato! Però, la constatazione mi fece arrossire, anche perché non ero tornata in camera da quando lui era tornato e non l'avevo, dunque, sistemata.
«Scemo.» fu la mia risposta, mentre abbassavo lo sguardo per l'imbarazzo. Poi, all'improvviso, solo guardandolo di nuovo, mi venne in mente che cosa potevo regalargli, e mi parve una fantastica idea. Gioii senza darlo a vedere, temendo che potesse sospettare qualcosa.

Il giorno della Vigilia, alle due del pomeriggio, mi ritrovai alla fermata dell'autobus diretto a Central Town con tutte le altre, anche Sumire che, però, non sembrava particolarmente contenta di essere lì. «Buongiorno, ragazze!» strillai, raggiante, mentre le raggiungevo. Era una splendida giornata e gli autobus erano stati messi a disposizione per tutto il giorno. L'ultimo era quello delle sei del pomeriggio, così che potessero tornare tutti prima che si fosse fatto troppo buio. Sprizzavo gioia da tutti i pori: avevo raccolto tutti i miei rabbit, guadagnati in previsione di questo evento, e non vedevo l'ora di spenderli.
«Buongiorno, Mikan!» mi risposero Nonoko e Anna, sorridenti. Hotaru mi rivolse un cenno della testa, mentre Sumire mi ignorò e basta: tutto normale. Le prime due si guardarono intorno, circospette; mi chiesi chi o cosa stessero cercando. «Sei qui da sola?» fu Nonoko a chiedermelo.
Io annuii, confusa. «Con chi sarei dovuta venire?» volli sapere, curiosa. Non avevamo deciso di fare shopping tra amiche? Loro due si guardarono, scuotendo la testa.
«Niente,» assicurò Anna, con un sorriso nervoso. «non ti preoccupare. Meglio così.» io sbattei le palpebre un paio di volte, in attesa che mi arrivasse l'illuminazione. Invece di quella, arrivò l'autobus e ci salimmo sopra, eccitate.
«Mikan, ti do un avvertimento.» esordì Hotaru, con il suo sguardo di ghiaccio peggiore. Mi feci piccola piccola sotto quello sguardo terribile. «Se combinerai un guaio anche solo lontanamente simile a quello dell'altro giorno, che mi ha fatto passare mezza giornata a lavorare, giuro che ti userò come cavia.» deglutii: ogni promessa di Hotaru è debito. Questo è vero in ogni caso, anche se la promessa in questione è di squartarti con i più crudi metodi.
Quando arrivammo a Central Town, contai mentalmente tutti i regali che mi restavano – quello di Natsume era quasi pronto e potevo dire che fosse molto carino – e quanti rabbit potevo spendere per ognuno. Per le Abilitià Tecniche era abbastanza facile, potevano fabbricare qualcosa col loro Alice, ma il mio non poteva essere usato per niente di utile, in questo contesto. Sospirai, cominciando a elencarli: Hotaru, Ruka-pyon, Anna, Nonoko, Tsubasa-senpai, Misaki-senpai, Youichi e Narumi-sensei... mi sembrò di aver dimenticato qualcuno. Mi sforzai di più, e poi mi venne in mente, ma solo quando la vidi: Sumire. Così, magari, si sarebbe tirata un po' su di morale. Non c'era niente di meglio di un regalo per sentirsi meglio! E sapevo esattamente anche cosa faceva al caso suo. Dovevo prendere tutti i regali nello stesso negozio, tranne che il suo.
«Dove andiamo prima?» chiesi, curiosa. Almeno, ci avrei messo poco a comprare tutti i regali.
«Beh, i regali più ovvi sono degli oggetti con Babbo Natale, dovremmo provare lì.» mi rispose Nonoko, pensierosa. Io annuii, comprensiva.
«Io ho un'altra idea.» dichiarai, indicando la direzione in cui sapevo che avrei trovato il negozio che faceva per me. Anche le altre fecero lo stesso, ma puntarono il dito da tutt'altra parte. La cosa mi mise un po' in difficoltà. Risi, un po' in imbarazzo.
«Perché non ci ritroviamo alla fermata dell'autobus?» propose Anna, capendo che non saremmo mai riuscite a metterci tutte d'accordo.
«Tra due ore e mezza, se ce la facciamo, c'è un autobus. Possiamo prendere quello.» ci informò Hotaru, guardando tutti gli orari. «Non so se per prima sia possibile.»
«D'accordo!» assentimmo tutte insieme, mentre Sumire, Anna e Nonoko andavano nella via opposta rispetto a quella che avevamo imboccato io e di Hotaru. «Allora, Hotaru,» dissi, saltellando per la contentezza. «dove andiamo prima?»
«Dove ti pare.» tagliò corto Hotaru, controllando una sua lista che non mi lasciò guardare in nessun modo, facendomi presumere che avesse qualcosa da nascondere: il mio regalo, ad esempio! Il mio sorriso si allargò anche di più.
«Va bene! Mi serve il negozio di abbigliamento.»
Lei mi guardò scettica, mentre ci avviavamo verso il negozio. Fu difficile trovare qualcosa in mezzo a tutta quella roba, ma alla fine comprai la maggior parte dei regali di cui avevo bisogno. Quindi, mancava soltanto Sumire. Avevo le mani così piene di borse che non ero quasi neanche capace di tenerle tutte in mano. Hotaru si rifiutò di aiutarmi perché era certa che io poi avrei confuso le buste e avrei preso i suoi regali per i miei. Io sbuffai: che bella fiducia!
«Hotaru, Mikan-chan!» sentimmo la voce di Ruka-pyon che ci chiamava. Ero attaccata al braccio di Hotaru e quando lui ci chiamò la sentii stranamente irrigidirsi. Non credevo che le stesse così antipatico. «Anche voi fate spese di Natale?»
«Sicuro!» risposi, prendendo col braccio libero quello di Ruka che non era occupato a tenere le buste. «Anche tu, vedo!» lui annuì, in imbarazzo. Era davvero strano vederlo così. «Stavo cercando un regalo speciale, per una... persona speciale...» distolse lo sguardo da noi. Era così in imbarazzo! «Hai una persona speciale, Ruka-pyon?» domandai, stupita. Non sapevo che Ruka-pyon fosse innamorato di qualcuno. Pensavo che avesse solo il suo grande amore per gli animali.
«Che mi consigliate?» chiese, fissandoci speranzoso, in particolare Hotaru, probabilmente perché lei ha sempre una risposta per tutto.
«Credo che le farebbe piacere un portafortuna. Magari ne ha sempre voluto uno.» fu la sua risposta. Avrei tanto voluto sapere come poteva esserne così sicura. Sorrisi: Hotaru era davvero un pozzo di scienza!
Ero troppo curiosa per non fare la mia domanda. «Chi è questa persona speciale, Ruka-pyon?» non riuscivo a credere che fosse innamorato! Che bella notizia!
«Perché non ti fai gli affari tuoi, Mutande-a-Pallini?» la voce di Natsume mi arrivò alle orecchie, irritante come ogni volta che usava quel nomignolo. Lo guardai, offesa: io non mi stavo facendo gli affari di nessuno!
«Natsume, dai!» lo sgridò Ruka-pyon, sospirando. «Non ha fatto niente di male.» gli feci un sorrisone riconoscente: lui sì che era gentile e comprensivo!
«Dato che non vuole che la gente si impicci dei suoi affari, dovrebbe imparare a fare lo stesso.» rispose Natsume, guardandomi. Io gli feci una linguaccia.
«Sei un antipatico e un pervertito!» dichiarai, riferendomi al fatto che, incredibilmente, anche oggi sapeva che mutande portavo, nonostante non lo vedessi dalla sera prima, a cena. «Devo comprare ancora un regalo, Hotaru. Mi accompagni?»
Lei mi guardò, sbattendo lentamente le palpebre, poi indicò Ruka-pyon e Natsume. «Li lasciamo qui?» io mi finsi indifferente quanto lei e alzai le spalle.
«Facciano come vogliono. Non siamo qui con loro.» le feci notare, cominciando a camminare, finché Natsume non mi afferrò, impedendomi di continuare.
«Che scortese.» mi rimproverò, stringendo la presa e trattenni il respiro. Era irritante che mi facesse quest'effetto, ma non si poteva evitare. «Allora, che regalo mi hai comprato?» pensava davvero che gliel'avrei detto? Si sbagliava di grosso.
«Niente, esattamente come mi hai detto tu.» gli rinfacciai, in effetti non era proprio del tutto falso. Lui mi guardò dubbioso, gettando un'occhiata alle buste che avevo in mano. «Tu, piuttosto, non hai comprato niente! Che regalo hai intenzione di farmi?»
Lui si limitò ad inarcare un sopracciglio. «Perché avrei dovuto comprarti un regalo?» io rimasi allibita: davvero non mi aveva comprato niente? «Io non faccio regali a Natale.» che cosa? E questo quando aveva pensato di dovermelo dire?
«Che significa?» Non potevo assolutamente credere che non mi avrebbe regalato niente per Natale. La sola idea era inconcepibile: il Natale è Natale perché ci sono i regali!
«Esattamente quello che ho detto.» Non so che avesse in mente, ma non potevo credere a una cosa del genere: sarebbe stato un terribile affronto per me. Mi allontanai da lui con uno strattone.
«Allora siamo pari.» dichiarai, girandomi nella direzione opposta. «Adesso scusami, devo comprare il regalo a Sumire!» gli feci la linguaccia e mi avviai nella direzione opposta.

Alla fine tornammo con l'autobus delle sei, insieme a Ruka-pyon e Natsume, a cui vietai categoricamente di seguirmi in camera. Non potevo permettere che entrasse e vedere così il suo regalo! Non volevo che la sorpresa si rovinasse.
«Perché mi stai seguendo?» gli chiesi mentre eravamo nel cortile, vicino al dormitorio delle ragazze. Non potevo permetterlo.
«Qual è il problema?» Aspettava una risposta, solo che io dovevo ancora pensarne una, in modo da non dirgli la verità. «L'ho sempre fatto.»
«Sì... solo che... adesso non puoi.» tentai di spiegargli. Come potevo trovare una scusa in così poco tempo? Lui inarcò entrambe le sopracciglia, lo faceva sempre quando credeva che gli stessi nascondendo qualcosa. Cavolo come mi conosceva bene! «Te lo spiego domani, promesso!»
Lui sospirò e alzò gli occhi al cielo. «Come ti pare.»
Quando entrai in camera, sospirai di sollievo, chiusi le finestre e tirai le tende, prima che gli venisse voglia di entrare da lì. Accesi la luce e lo vidi: lo splendido regalo che avevo in mente per Natsume mi aspettava pazientemente adagiato sul letto. Non vedevo l'ora di darglielo e vedere che faccia avrebbe fatto!

*****

Risposte alle recensioni:

nimi_chan: davvero? Mi riescono molto meglio i capitolo di Mikan, in qualche modo mi risultano più facili. Sarà perché lei è una ragazza XD
marzy93: hanno fatto pace ;) mi piace proprio descrivere momenti come quello. XD
marrion: bene, sono contenta XD. Spero che continuerai a seguirla.

Inoltre, ringrazio tutte le persone che hanno inserito la mia storia tra i preferiti:

1.bella95
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3.Kahoko
4.mikamey
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6.rizzila93
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10. sakurina_the_best


E anche chi ha inserito la mia storia tra le seguite:

1.Mb_811
2.punk92
3. naruhina 7
4. MatsuriGil


In particolare, la new entry:

5. Miki89

  
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