Qualche giorno dopo casa Wakabayashi
- Pronto? -
…
- Che piacere sentirla! Come sta? -
…
- Si, mi farebbe molto piacere! -
…
- Si, so dov’è! A che ora? -
…
- D’accordo! Allora ci vediamo lì tra poco! -
…
- Arrivederci! – dice Genzo riattaccando il telefono.
- Chi era? – chiede Alena.
- Il signor Mikami, è qui e vuole vedermi! -
- Viene qui? – chide Anja.
- No, al ristorante! -
- Che bello! – dissero le ragazze in coro.
- Io ci andrò, voi due resterete qui! -
- Cattivo! – dice Anja.
- Perché? – fa eco Alena.
- Perché si! -
Al ristorante
- Genzo! Sono felice di rivederti! -
- Anch’io! -
- Sono qui di passaggio e volevo tanto vederti! -
- Poteva passare a casa, anche le bambine la volevano vedere! -
- Lo immagino, ma prima sono passato da Yumi e lì c’era Yuki così ho invitato
anche lei per vedere entrambi! Spero non ti dispiaccia! -
- No perché dovrebbe? – dice Genzo con una faccia rassegnata.
- Perché, se non ricordo male, tra voi due non correva buon sangue! Oh, ma
eccola! -
Un abito nero corto che risalta le sue forme, lo scollo quadrato che lascia
intravedere il decolté, ai piedi un paio di scarpe nere con un tacco
vertiginoso ed i capelli raccolti sulla nuca.
Il trucco marcato, ma non eccessivo, a sottolineare la profondità dello
sguardo.
- Zio!… Che ci fa lui qui? – chiede con un tono tra il perplesso e lo stupito.
- Volevo vedere entrambi e questa mi è parsa una buona idea! – risponde l’uomo
con un sorriso serafico.
- Ah! – risponde Yuki scettica.
- Su non fare quella faccia!!! È come per la cena del mio compleanno! Ve la
ricordate? -
- Per forza con tutto quello che ho cucinato! – fa Yuki.
- Indimenticabile soprattutto il dolce! – dice Genzo
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- Però
quanta roba! – fece Genzo entrando in cucina.
- Dici? Io non sono sicura che basterà! -
- Con tutto quello che hai cucinato? – chiese sedendosi di fronte al piano di
lavoro della ragazza.
- Non guardare la quantità, ma all’appetito! Solo tu mangi per quattro! –
rispose la ragazza.
- Spiritosa! -
- Hai fatto il nodo storto! Lascia lo aggiusto io! – disse Yumi avvicinandosi
al ragazzo.
- Tu non vai a preparati? – chiese Genzo, mentre lei trafficava con la sua
cravatta.
- Più tardi! Verrò solo per la torta, prima devo finire qui! -
- Capisco! -
- Ecco fatto! -
- Grazie! -
- Sorellina come sto? – chiese Yumi entrando in cucina.
Indossava un vestito verde scuro con lo scollo non molto profondo e corto sino
al ginocchio.
I capelli erano raccolti sulla nuca e qua e là sfuggiva qualche ciuffo ribelle
dall’acconciatura.
- Cavolo, Yumi-chan sei uno schianto! – disse Genzo stupito, mentre Yuki faceva
il segno ok alla gemella.
- Anche tu stai benissimo,
senpai! -
- Non dirglielo o si monta la testa! – fece Yuki con le spalle rivolte hai due.
- Non vedo l’ora di vedere te Hirokawa, così poi ne riparliamo! -
- Sarà bellissima! Ha un vestito stupendo! -
- Sorella, io quel “coso” non lo metto! -
- Perché? Ti sta benissimo! -
- Questa non me la voglio perdere! Tu con un vestito! – fece il ragazzo
ridendo.
- Wakabayashi sei un somaro! – rispose Yuki voltandosi con fare minaccioso.
- Ragazzi muovetevi sta arrivando! – disse la signora Wakabayashi entrando in
cucina.
A fine cena
- Mikami, tua nipote è davvero brava! – disse il signor Wakabayashi all’amico.
- Già, è eccezionale! Peccato che solo suo padre non se ne accorga! – rispose
il signor Mikami.
- Ed ora l’ultima sorpresa! – disse Yumi sbucando dalla cucina – Yuki ha
passato tutto il giorno in cucina per fare questo ultimo capolavoro! -
La signora Wakabayashi fece spegnere le luci da una cameriera e Yuki entrò con
in mano una torta con sopra le candeline.
Le gemelle si avvicinarono all’uomo e gli misero davanti la torta.
- Dai zio, spegni le candeline! – dissero in coro le ragazze.
L’uomo fece un respiro e spense le piccole fiammelle.
La luce si riaccese e Genzo si ritrovo davanti Yuki con un vestito blu notte,
con lo scollo piuttosto profondo e dal taglio asimettrico.
- Accidenti che roba! – disse il ragazzo guardandola.
- Genzo, che dici? – disse stupito il signor Wakabayashi.
- Volevo dire che splendida torta! – fece imbarazzato.
Genzo stava appoggiato allo stipite della portafinestra della sua camera.
Il suo sguardo era impegnato ad osservare due figurette in giardino che stavano
ridendo.
All’improvviso le ragazze si voltarono e saltarono al collo di uno dei due
uomini che stavano arrivando alle loro spalle.
Una delle due ragazze salutò e si diresse verso la casa, mentre l’altra era
rimasta lì a chiacchierare allegramente.
Il ragazzo non riusciva a staccarvi gli occhi e quella voce squillante
risuonava come una dolce melodia, nella sua testa.
Un rumore furtivo proveniente dal corridoio lo incuriosì e andò a sbirciare
dalla porta: nell’oscurità vide una figura slanciata uscire dalla stanza del
signor Mikami.
D’istinto la prese per le spalle e la sbatte contro il muro.
- Hirokawa! – disse stupito.
- Ahi, che botta! Wakabayashi ti ha dato di volta il cervello? – disse la
ragazza passandosi una mano dietro la nuca a causa del colpo.
In quel momento si aprì la porta di una delle stanze che davano sul corridoio.
Genzo mise una mano sulla bocca della ragazza e la spinse contro il muro
facendo aderire il proprio a quello di lei per non essere visto.
Per via del buio la persona non vide nulla, così tornò dentro.
Il ragazzo, che era voltato verso la porta, si girò e il suo viso si ritrovò a
pochi centimetri da quello di lei.
La mano che Genzo le aveva messo sulla bocca scivolò lentamente lungo il fianco
della ragazza, mentre i loro corpi percepivano distintamente la tensione l’uno
dell’altra.
Yuki avvicinò le labbra all’orecchio del ragazzo per farsi sentire solo da lui.
- Se non vuoi che ti dia un pugno, staccati subito! – sussurrò.
Genzo rimase per un attimo fermo come se non avesse recepito, ma per fortuna i
suoi riflessi gli impedirono di prendersi un diretto in pieno stomaco.
- Non sei per nulla romantica! Senza contare che per merito mio non ti hanno
scoperta! – gli disse.
- Non farmi arrabbiare, Wakabayashi! Non ho voglia di giocare con te! – rispose
Yuki.
- Non puoi fare altrimenti, a meno che tu non voglia fonderti con il muro, io
non ti lascio scappare! -
Stavolta fu lui ad avvicinarsi a l’orecchio di lei.
- Profumi di biscotti, - sussurrò – biscotti e cioccolato! -
La mano di Genzo si mosse lentamente sulla schiena di lei, poi fece scivolare
la stoffa del vestito scoprendole leggermente una spalla.
- Mi piacerebbe assaggiare! – disse posandole un bacio, molto passionale,
nell’incavo tra il collo e la spalla scoperta.
Dal fondo della scalinata si sentirono delle voci e i due si staccarono.
- Magari un’altra volta! – disse lei sparendo dietro la porta della sua stanza.
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