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Autore: Temari    07/11/2009    7 recensioni
Precedentemente 'Pain' e in via di revisione.
- "Solo ora si rendevano veramente conto che c'era stato qualcosa prima della prigionia e mentre lo guardavano agitarsi, avevano iniziato a domadarsi cosa si nascondesse nel passato di Goku che fosse così angosciante e doloroso [...]" -
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Sha Gojio, Son Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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11/4/2012

Salve a tutti! =D
Pur scettica sul continuare questa fic oppure no, considerato che come tutti sapere il Gaiden è ormai disponibile dappertutto e che quindi i fatti qui raccontati non sono nulla di nuovo, per lo meno il rivedere i capitoli già scritti ed adattarli al mio stile attuale credo sia per lo meno dovuto--in caso qualcuno inciampi in questa storia per sbaglio. XD
Per ciò, intanto godetevi la revisione del 5° capitolo di 'Pain of the Past'!

Ja ne,
Temari

Pain of the Past




- "... E così è iniziato. Non vi fermerò, nè vi salverò.
—Perché questa battaglia appartiene a voi soltanto." -
 
(Kanzeon Bosatsu, Saiyuki Gaiden)



Chapter 5


        "Goku."

        "..."
        "Goku, apri gli occhi... So che mi senti."
        "... Chi sei...? E dove sono?"
        "Heh, due domande a cui non è facile rispondere..."
        "Vuoi rispondere...?! Dove sono?"
        "Temo sia complicato da spiegare... Ora come ora, non rimane molto tempo per parlare, purtroppo. Dimmi, Goku, perché credi di essere qui? Ricordi cosa ti ha portato in questo luogo?"
        "Uhm, l'ultima cosa che ricordo è... Non lo... So..."
        "Vediamo di rinfrescarti la memoria
: è passata una settimana da quando vi siete imbattuti in Ukoku; vi siete fermati in una cittadina a pochi giorni di distanza dal confine tra Cina ed India"
        "Siamo in India?!"
        "Sì, Goku. Ricordi qualcosa, ora?"
        "... Una voce. Un sussurro, debole... Da quando ci è sfuggito quel bastardo, una voce mi chiama... Ma, chi è?"
        "Bene, molto bene. Ciò che dici è la verità, qualcuno che appartiene al tuo passato ha iniziato a chiamarti, ma il desiderio di conoscere l'identità di questa persona ti ha portato a sforzarti più del dovuto. Il sigillo ha ceduto ed ora stai rivivendo il tuo passato. E come te, anche i tuoi amici."
        "Sanzo e gli altri... Dove sono? Stanno bene?"
        "Stanno bene, ma loro hanno bisogno di vedere il passato da soli. Presto vi riunirete, non temere."
        "Ma... Perché?... Perché fa così male?"
        "La risposta è più semplice di quello che credi, Goku. Questi sono ricordi dolorosi. Alcuni sono belli, altri no... Ma sono comunque dolorosi. Riviverli ed assimilarli dopo la rottura del sigillo comporterà dei cambiamenti. Ma per il momento, chiudi gli occhi: non manca molto alla conclusione."
        "..."
        "E quando il tempo giungerà e sarai nuovamente , non disperare: voi siete legati per molte vite ancora a venire."

-x-

        'Uccidilo.'

        Per quanto fosse una parola così comune nella vita quotidiana del Gruppo di Sanzo, mai prima d'ora aveva avuto un peso tanto insostenibile; mai aveva provocato in loro il bruciante desiderio di attaccare alla cieca, urlando e gettandosi contro quell'essere spregevole che aveva appena ordinato l'eliminazione di una creatura tanto innocente qual'era Goku. Gojyo sentì le mani tremare dalla rabbia - sarebbe stato facile richiamare lo Shakujou e tagliare la testa a quel bastardo -, ma si rese conto che sarebbe stato completamente inutile: lì persone di nome 'Gojyo', 'Hakkai' e 'Sanzo' non esistevano... E anche se così non fosse stato, dei mortali come loro non avrebbero avuto molte chance contro le centinaia di Dei presenti.
        "... Odio essere qui..." Disse il mezzo demone. Gli altri due non risposero ma concordarono in silenzio.
        Nel frattempo, Goku e Nataku si fissarono, entrambi scioccati. Poi il primo serrò la mano e, girandosi d'improvviso, colpì Ritouten in pieno viso facendolo cadere a terra. "Bastardo! E' tutta colpa tua! Non devi dire cose così strane a Nataku!!" Accusò il ragazzino, facendo un passo in avanti ed alzando il pugno per colpire nuovamente il padre del suo amico; prima che Goku potessa fare altro, però, Nataku lo afferrò per il braccio e lo bloccò.
        "Sta' lontano da mio padre. Non importa cosa mi dica o cosa mi faccia; mio padre è la sola ragione per la quale esisto." Disse Nataku, mentre l'aura introno a lui si infensificò e diventò improvvisamente minacciosa. "Chiunque gli faccia del male, io lo uccido. Non importa chi sia." In pochi secondi, la spada del Dio della Guerra si materializzò nelle sue mani e si avventò contro Goku, quando dal nulla spuntò Kenren che, con la sua katana, bloccò il fendente di Nataku.
        "Ken-nii...!"
        "Scappa, Goku!" Disse Kenren, mentre tentava di resistere alla forza superiore del Dio della Guerra.
        "Hai deciso di intrometterti, Generale Kenren?!" Chiese Ritouten, visibilmente soddisfatto. "Ti ringrazio, mi hai fatto un favore. Uccidilo, Nataku, uccidi anche lui!"
        Non appena Ritouten finì la frase, Nataku non perse tempo e con un singolo fendente scaraventò Kenren lontano, addosso agli spettatori che ancora affollavano la sala del trono. Kenren sapeva benissimo di non essere all'altezza del Dio della Guerra - per quanto il moro fosse uno dei soldati più forti dell'Esercito Celeste, non rappresentava comunque un grande pericolo contro un avversario del genere -, ma le grida disperate di Goku che imploravano la fine di quella pazzia, non fecero altro che rafforzare la sua determinazione a far rinsavire il ragazzino che si trovava davanti.
        "Non posso lasciare che il ragazzino combatta con Goku! Non posso!!" Pensò Kenren, e i tre mortali poterono sentire la disperazione del Dio mentre, nonostante l'evidente svantaggio, continuava a respingere gli attachi di Nataku con la sola forza che il pensiero del dolore che Goku stava provando in quel momento gli donava.
        Il piccolo eretico non capiva perché stesse succedendo tutto quello... Lui e Nataku erano amici, no? E allora perché...? Goku non poteva fare altro che guardare Kenren perdere sempre più terreno a mano a mano che i minuti passavano; il  moro ansimava sempre di più e rialzarsi gli era sempre più difficile... Eppure continuava a farlo, si rialzava perché se si fosse dato per vinto, Nataku si sarebbe scagliato immediatamente contro Goku, e lui non se lo sarebbe mai perdonato.
        "... Mio Dio." Sussurrò piano Hakkai, una mano al petto.
        Ad ogni contrasto tra i due combattenti, la voce sempre più rotta di Goku iniziò ad indebolirsi; il senso di impotenza che si stava diffondendo nel suo piccolo corpo gli impediva di farsi sentire come avrebbe voluto, le lacrime che scendevano dagli occhi dorati, senza accennare a fermarsi. La vista di quello sguardo smarrito e disperato, non poté che catturare gli occhi di Sanzo, incatenandolo in una morsa di annichilimento
qualcosa dentro di lui gli urlava di fare, di agire, di non rimanere lì impalato; Goku aveva bisogno di lui.
        Sembrava fosse l'anima stessa di Sanzo a non riuscire a sopportare quella vista, e il monaco poteva sentire il suo corpo fremere, a stento capace di frenarsi dal correre in avanti. "Non dovrebbe vedere tutto questo..." E' il pensiero che ricorreva nella mente del biondo. "... Non voglio che veda questo... Perché non posso fare niente?!" Sentiva la rabbia salire, rivolta quasi più verso se stesso che non allo 'spettacolo' di fronte a lui.

        (A volte desiderare non è abbastanza, Sanzo, dovresti saperlo.)

        Nel frattempo, gli altri due componenti del Gruppo vennero distratti dalla battaglia quando, alle loro spalle, due uomini presero a commentare la scena con un rivoltante tono divertito, come se uno scontro all'ultimo sangue in cui si sa già il nome del perdente fosse un intrattenimento dei più pregiati. "Haha!!! Guarda qua che spettacolo: il Dio della Guerra e il generale Kenren!!" Disse uno, un ghino stampato in faccia.
        "Questo sì che è divertente!!" Rispose l'altro con altrettanto entusiasmo, sfregandosi le mani come uno scommettitore che pregusti la sua vincita.
        "... Mi fanno schifo! Guarda che musi..." Commentò Gojyo, il tono a malapena controllato, per poi girarsi verso i due - che ovviamente non potevano né vederlo né sentirlo - e sputargli in faccia. "Se avete intenzione di farvi una sega. sparite immediatamente da qui!"
        "Gojyo!" Lo rimbeccò Hakkai.
        "Oh andiamo, Hakkai! Non dirmi che non avresti voluto fare lo stesso!" Si difese il mezzo demone, sapendo benissimo che sotto sotto il suo amico non disapprova affatto il suo gesto. "E' solo che non è nel tuo stile!" Aggiunse con un ghino benevolo. Hakkai, suo malgrado, si voltò e sorrise a Gojyo prima di cogliere con la coda dell'occhio una figura comparire a poca distanza da loro: Tenpou.
        Il maresciallo stava cercando Goku, un brutto presentimento che gli stringeva la bocca dello stomaco in una morsa tutt'altro che confortevole. Poco dopo, il Dio dagli occhi verdi li notò: Kenren, ingaggiato in battaglia con Nataku, e Goku. "Che cosa...?!" Pensò Tenpou, prima di sentire la risata crudele e divertita di Ritouten.
        "Haha!! Bravo Nataku! Mi rendi fiero, figlio mio!!"
        "Ritouten
!!" Tenpou fissò il volto dell'uomo con odio. Un odio viscerale nato ancor prima dell'arrivo di Goku nelle loro vite: quell'uomo non gli era mai piaciuto ed ora, vederlo fare una cosa del genere a due delle persone a lui più care, gli faceva letteralmente ribollire il sangue.
        Il solo nome gli faceva salire la
bile in bocca. Senza pensarci un attimo, Tenpou allungò una mano, afferrò la spada di uno degli uomini davanti a lui - mormorando poche parole di scusa - e con due passi di rincorsa, si lanciò verso l'istigatore di tutto quello che stava accadendo; Ritouten gli dava le spalle e Tenpou sperava di prenderlo di sorpresa, sicuro che Nataku fosse troppo impegnato con Kenren. Il ragazzino invece, veloce come un lampo, si materializzò di fronte a Tenpou, bloccando con facilità il fendente diretto al padre e scaraventando il maresciallo contro il muro con una minima pressione sulla sua spada.
        "Ten-chan!!" Goku accorse, inginocchiandosi di fianco al suo amico. "Stai bene?!"
        "Heh, certo che sei stato imprudente; come al solito." Arrivò anche Kenren, che aiutò il suo 'superiore' dolorante a rialzarsi.
        "Ow ow ow... Beh, ho pensato che,
come prima cosa, avremmo dovuto eliminare la causa di tutto." Spiegò Tenpou con un piccolo sorriso ed una scrollata di spalle.
        "Lo sai che adesso non possiamo più tornare indietro..." Fece notare il il generale, serio in volto.
        "Non ne ho mai avuto intenzione." Rispose Tenpou, altrettanto serio e determinato.

        Ad interrompere la discussione arrivò la voce di Nataku che in un tono ben diverso da quello usato fino a prima, prese ad intonare la litania di un incantesimo, la forza che sprigionava tangibile ed in aumento. Nessuno nel Regno Celeste aveva mai visto con i propri occhi il potere del Dio della Guerra; la tremenda aura di Nataku fece tremare il suolo ed il candido pavimento di marmo si spezzò sotto quel peso.
        Gli osservatori involontari di quello spettacolo erano scioccati, pietrificati dal terrore.
        Kenren e Tenpou si resero conto ancora una volta che il Dio che avevano davanti era un qualcosa di diverso. "E' su una scala completamente diversa... Questo è il potere del Principe Dio della Guerra!" Fu ciò che pensarono i due, e con loro anche Sanzo, Hakkai e Gojyo capirono qual era il vero potenziale che Homura avrebbe potuto raggiungere - già perché Homura, pur solo un mezzo Dio, era stato tutt'altro che debole -.
        Il ragazzino abbassò di scatto la spada, e solo quel movimento fu sufficiente per mandare Kenren e Tenpou
a terra, tanta era la forza nascosta dietro quel minimo spostamento d'aria. Nessuno sapeva che fare, tutti restarono immobili ad osservare il principe Nataku far sfoggio dei suoi poteri.

        Nel frattempo, le guardie imperiali e i soldati dell'esercito dell'Ovest sparsi per i corridoi si affrettarono a raggiungere la sala del trono, dove i loro servigi erano richiesti per sedare una battaglia. All'entrata della sala, era appostato un gruppo di militari e quando
Konzen, ansimante, raggiunse infine il fulcro del subbuglio causato dall'entrata improvvisa di Goku, il Dio tentò di vedere al di là del mare di teste, inutilmente; decise quindi di rivolgersi ad una delle guardie, mentre questa impartì l'ordine di andare ad avvertire il Re dei Mari dell'Overst, Goujin. "Hey!"
        "Ah! Konzen Douji!!" Esclamò la guardia, ovviamente sorpresa di vedere un 'funzionario d'ufficio' davanti alla sala del trono dell'Imperatore.
        "Cos'è successo qui?!" Chiese Konzen, preoccupato.
        "Ecco... Durante l'udienza dell'esercito, il Principe Nataku ha ricevuto l'ordine di eliminare il generale Kenren, il maresciallo Tenpou ed un bambino di nome Goku..." La risposta lasciò il Dio dai lunghi capelli biondi impietrito, un senso di gelo gli invase le viscere mentre, meccanicamente, iniziava a farsi strada tra la folla che attorniava i catalizzatori di tutta quella morbosa attenzione.
        Dal canto loro, Tenpou e Kenren non avevano assolutamente il tempo di provare soggezione di fronte alla potenza di Nataku: erano impegnati a proteggere Goku mentre detriti del soffitto e delle mura della sala piovevano su di loro ad ogni fendente della spada del Principe; funzionari di corte, membri di famiglie altolocate, persino alcuni sodati, cercarono di scappare e di evitare di essere coinvolti. Le grida riempivano la stanza e riecheggiavano, rimbombando nei timpani di tutti. Da un lato, la calma fatta persona, Ritouten osservava suo figlio avanzare sempre più, costringendo i 'ribelli' ad arretrare.
        "Fermatelo, Ritouten!!" Gridò una voce alla destra del Dio. "Non potete lasciare che accada questo davanti all'Imperatore Celeste!!"
        "Perché no?" Rispose l'interpellato, con una freddezza che rasentava l'apatia.
        "Cos
!"
        "Ti ho chiesto, perché no?" Ritouten si voltò, sul suo viso un sorriso appena accennato che però non sminuì l'evidente soddisfazione che provava.
        A pochi passi da Ritouten, i tre del Gruppo di Sanzo - troppo impietriti per far altro se non guardare - videro Kenren finire ancora una volta a terra e venire affiancato dal piccolo Goku che cercò di aiutarlo a rialzarsi, incurante del fatto che Nataku si stesse avvicinando sempre più a loro, la spada pronta a colpire, ad eseguire quell'ordine. Quella sentenza.

        'Uccidilo.'

        Ritouten continuava a sogghignare maligno.
        Kenren tentò invano di convincere Goku ad andarsene da lì.
        Nataku accelerò il passo, riducendo la distanza.
        Goku, determinato, si voltò per fissare lo sguardo sul suo amico, senza arretrare di un passo.

        'Uccidilo.'

        La corsa di Nataku si interruppe bruscamente. La punta della spada toccò con un leggero -tic l'anello della catena dorata che pendeva dal collo di Goku ed il ragazzino eretico sorrise leggermente, vedendo lo sguardo pietrificato del Dio della Guerra, ed infine gli rivolse la parola, nella speranza di farlo tornare in sé.
        "Nataku. Il mio nome
" Sussurrò piano Goku. "è Goku. Piacere di conoscerti."
        Davanti agli occhi di Sanzo, Hakkai e Gojyo, Nataku abbassò la lama di qualche centimetro mentre i suoi occhi di un pallido oro si allargarono ed iniziarono a versare lacrime. La voce di Nataku era flebile, appena udibile mentre mormorava "G... O... Ku...", quasi con reverenza. Ma la felicità di Goku nel sentir pronunciare il suo nome all'amico venne presto schiacciata quando, nemmeno un battito di ciglia più tardi, quella stessa spada che era appena stata puntata alla sua gola venne sollevata nuovamente, e rivolta contro il suo stesso possessore.
        L'unica cosa che il cervello di Goku registrò, mentre osservava Nataku cadere a terra come a rallentatore, fu la sensazione del calore improvviso sulla guancia destra: il sangue del suo amico che gli scivolava lungo il volto pallido dallo shock.

        L'unica cosa che Gojyo registrò, osservando la scena, fu il sangue del giovane Dio che imbrattava il viso di Goku
un brivido gli percorse la schiena, al ricordo di un episodio simile della sua infanzia.
        L'unica cosa che Hakkai registrò, incapace di distogliere lo sguardo, fu la spada che penetrò la carne di Nataku
un brivido gli attraversò il corpo, mentre un nome prese forma sulla punta della sua lingua.
        L'unica cosa che Sanzo registrò, tenendo gli occhi fissi su Goku, fu come quello sguardo gli fosse fin troppo familiare
il ricordo di quella stessa espressione lo perseguitava da sempre, nel passato e nel presente.

        (Troppe volte avete dovuto vedere persone a voi care cadere davanti ai vostri occhi, senza poter fare nulla...
        Per quanto sia doloroso, questo non è stato che il preludio.)





- "... Forse non è il pugno in sé a far male...
Forse, quello che fa più soffrire...
E' non poter dire 'Fa male!'." -
 
(Kenren, Saiyuki Gaiden)

 
   
 
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