Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: keska    08/11/2009    25 recensioni
Tutto sommato stavo bene. Avevo solo bisogno di quello. Ormai, ne dipendevo.
Una volta soddisfatto il mio bisogno, sarei stata meglio, ne ero certa. O forse, no.
Una Bella e un Edward, al loro primo incontro. I personaggi rimangono identici, ma questa volta, hanno in comune, qualcosa in più.
Bella ha un problema grave, la bulimia, ma Edward le darà una mano a recuperare la salute.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Edward’s POV

Edward’s POV

 

Poggiai la testa all’indietro, sul muro. Unica distanza che mi dividesse da lei, da Bella.

Era un tipico gesto umano, chiaro. Uno dei tanti che ormai, con solerzia, ero abituato a fare per sfuggire dai suoi sempre più insistenti sospetti.

Mi fu facile, grazie al mio udito, udire un singulto. Un unico suono che mi fece accapponare la pelle, pressoché marmorea, e stringere forte il cuore, incuneato nel petto.

Era la prima volta, nella mia lunga esistenza, che ringraziavo la mia natura. La sola che mi aveva potuto far capire che dietro quegli occhi nocciola, freddi, dietro quel viso immobile, c’era in realtà molto di più. C’era liquida fragilità, dolore, angoscia e paura.

Allora avevo capito che la natura era stata più cattiva con lei che con me.

Era stata la natura, la sua fragile natura umana, ad offuscare la bellezza dei suoi bellissimi pensieri puri, pensieri che, fin dal primo istante, mi erano stati rivelati, grazie ad un’unione diretta fra i nostri cuori a cui non riuscivo ancora a dare un nome.

Sentii degli accessi di tosse e un orribile sentore mi arrivò al naso.

Strizzai gli occhi, come se davvero potessi arginare lacrime che ormai non esistevano più.

Era stato un destino così beffardo.

Unirci con una strana emozione, nata dal centro di noi stessi, da un inesplicabile amore silenzioso e muto, ma incommensurabilmente potente.

Dividerci. Perché io ero un mostro, e lei umana. Perché lei, per me, era la più incredibile tentazione. Perché la sua natura fragile si vendicava al suo esterno della distruzione che creava all’interno, allontanando tutti con una dura corazza!

Acqua e sale. Eravamo giunti alle lacrime, l’ultima fase, la più triste e la più dolorosa.

Mi voltai, fino a posare la fronte sul muro piastrellato dei bagni pubblici, meno freddo della mia fronte. Sono qui. Sono qui amore. Sono qui e penso a te. Mossi appena le labbra, ad un volume non udibile neppure da quelli della mia razza. «Ti amo». Immaginai che, realmente, le mie parole potessero in qualche modo farla sentire meglio.

Non poter agire. Sentirla soffrire e sapere di non poter fare niente era un dolore incommensurabile. Sapevo tutto, esattamente, ormai da troppo. Ma sapevo già, anche, che se avessi agito adesso molto probabilmente l’avrei persa per sempre. Grazie a mia sorella Alice, alla sua dote eccezionale anche per uno come me, potevo sapere che le possibilità di successo ora erano ancora troppo poche. Troppo poche per rischiare.

Dovevo aspettare. Se mi fossi già realmente proposto a Bella, apertamente, come aiuto, avrei ottenuto solo l’effetto opposto. Si sarebbe chiusa in se stessa, mi avrebbe scacciato, allontanato. Era così fragile. Una bolla di sapone. Un contatto sbagliato e sarebbe esplosa. Per prenderla in mano avrei dovuto usare la massima cautela.

Dovevo aspettare. Aspettare che si fidasse, che si affidasse completamente a me.

Sentii la porta del bagno cigolare e in un istante, ad una velocità non apprezzabile ad occhi umano, mi ricomposi.

Dovevo aspettare, ma intanto, la vedevo morire.

Nonostante si fosse lavata il volto, cosa evidente a causa delle minuscole goccioline che ancora permanevano attorno all’attaccatura dei capelli, sul suo viso rimaneva marchiato il segno del suo male. Era evidente come, giorno dopo giorno, la luce dei suoi occhi si spegnesse. Come il suo pallore fosse sempre più simile al mio. Come la linea degli zigomi si marcasse sempre più.

Eppure, nell’ultimo periodo mi pareva che qualcosa fosse cambiato!

Notando in mio sguardo su di lei abbassò gli occhi, a disagio. Chissà se si rendeva conto di quello che faceva. Un tenue rossore si diffuse sulle sue guance, portando alle mie narici la fragranza del suo delizioso nettare.

Sentii la gola bruciare, inondata da un veleno che richiedeva voluttuosamente il suo sangue. La mia natura mostruosa. Un vampiro. Mi costrinsi a sorridere con naturalezza ignorando la lama ardente che mi bruciava la gola. «Andiamo, Alice ci raggiungerà fra un’ora» dissi tranquillo, passando un braccio intorno alla sua vita.

Sentii delle scintille calde e il bruciore accentuarsi, ma non ci badai. Dovevo fare molta più attenzione per dosare la mia forza e non farle del male.

Eravamo al centro commerciale di Port Angeles, perché secondo Carlisle stare in mezzo alla gente poteva aiutarla, e Alice non si era lasciata scappare occasione di pregarmi per concederle di venire con noi; tuttavia non volevo che Bella fosse travolta dai suoi modi di fare, lei, che si rapportava con cautela con chi gli stava attorno, che era schiva e non parlava con piacere con altri.

Tuttavia, dopo che ero andato a caccia l’ultima volta e che Bella era venuta a trovarmi a casa mentre io non c’ero, sembrava essersi creato uno strano cameratismo fra lei e mia sorella. E qualsiasi cosa la facesse stare meglio faceva decisamente stare meglio anche me.

Sollevai la sua mano bianca, sottile, fragile, e abituandomi pian piano al suo odore soave la portai alle labbra, baciandola. Lei mi sorrise timidamente, stringendosi su di me, posando il suo capo sul mio petto e tornando con lo sguardo verso il film che stavamo guardando. Vedevo la luce della proiezione riflettersi nelle sue iridi color cioccolato, i suoi occhi liquidi che tanto adoravo.

Interrompendo la contemplazione della sua deliziosa bellezza, staccai la sua mano dalle labbra e scorsi il segno scuro sul suo dito indice, sentendo automaticamente un’altra fitta al cuore.

Abbronzatura. Così mi aveva detto. Come se non avessi già notato il colore scuro dei suoi denti o come stringeva con forza la sua borsa, evidentemente piena di cibo. Vedere il modo in cui mangiava e successivamente, i controlli di mio padre, furono solo una conferma.

La mia natura mi suggeriva di farla avidamente via, succhiandole la vita. La mia razionalità, invece, mi diceva di allontanarmi da lei, da preservarla dal mostro che ero. Il mio amore mi imponeva di rimanerle accanto ed aiutarla in ogni modo.

Fu così che lasciai vincere l’amore. La razionalità non era abbastanza potente e la natura affatto incantevole.

Era ovvio che tutta la mia famiglia venisse a conoscenza di quello che era accaduto. Dei miei pensieri, dei problemi in cui ero incorso; accennai a Bella, così Rosalie e Alice litigarono.

Ah, Rosalie. Sentii le mie mani stringersi in due pugni. In ogni modo tentavo di preservare Bella dal suo sguardo infuocato, perché non riuscivo ad immaginare cosa sarebbe accaduto, se, per caso, l’avesse incontrato. Non sarei riuscito a rispondere della mie azioni. Neppure con mia sorella.

Sentii dei piccoli singhiozzi sul petto: stava piangendo, una delle ennesime volte. La strinsi con più forza, sempre attento a preservare la sua immensa fragilità, tenendola stretta a me e lasciando che si aggrappasse alle mie spalle con le sue manine piccole e delicate. Fra noi non c’erano abbracci stretti e calorosi, ma nei pochi millimetri che ci separavano si sprigionavano come mille piccolissime e minuscole scosse elettriche.

Speravo che il pianto le concedesse una certa pace, cosa che, purtroppo, accadeva molto raramente.

Ultimamente la situazione sembrava seriamente peggiorata. Da un lato mi ero accorto, grazie anche al potere di Alice di vedere il futuro, che aveva cercato di contenersi, di ridurre le sue crisi, addirittura a sole due volte a settimana, e proprio per questo ero stato incoraggiato da mio padre a non intervenire, ad aspettare, ancora. Ma Bella peggiorava. Peggiorava ed era già peggiorata. E quello che mi faceva più paura era non poter conoscere le sue esatte condizioni.

C’erano state diverse occasioni in cui, con diversi pretesti, l’avevo fatta visitare da Carlisle.

Aveva molti problemi: lo smalto dei denti era evidentemente corroso, era in visibile e crescente sottopeso, il colore dei suoi occhi tendeva verso il giallo, chiaro segno di problemi epatici, il suo quadro clinico non era affatto dei migliori. Ma quello che mi preoccupava era che questa era la situazione di un mese fa.

«E’ passato?» le chiesi porgendole un fazzoletto.

Lei guardò dispiaciuta l’alone di lacrime che mi ha lasciato sulla camicia, non sapendo che Alice l’adorava anche per questo. «E’… non è niente…» tentò di giustificarsi.

Serrai la mascella, ma non dissi nulla, perché non le chiedevo spiegazioni, mai. Sarebbe stato solo peggio, indurla a trovare nuove scuse. Mi avvicinai, piano, smettendo per qualche istante di respirare e posando le mie labbra sulla sua fronte calda e soffice.

Sentii in lontananza i pensieri di mia sorella Alice. Si, potevo leggere nel pensiero di tutti, indistintamente. Tranne del mio unico amore, ovviamente, per il continuo gioco a cui il destino ci aveva sottoposti.

«Bella! Come sono contenta! Possiamo andare a comprare dei vestiti? Su, su, ti prego!».

Bella s’irrigidì, arrossendo.

Vidi nella mente di mia sorella formarsi l’immagine di me che la rimproveravo per la sua esuberanza e che andavo via insieme a Bella. «No, no, non farmi questo Edward, sarò buona, lo giuro!» mi disse attraverso i suoi pensieri.

«Si, si. Va bene» disse infine Bella, con un sorriso.

Mi beai di quella dolce e incantevole curva sulle sue labbra. Vederla sorridere era una perla rara e di bellezza incredibile che mi faceva capire ancor di più perché l’amassi.

Lasciai che mi sorella la costeggiasse, abbracciandola e incamminandosi verso la boutique più vicina. Aspettai tre passi e poi mi mossi anch’io. Concederle di avere altre amicizie era fondamentale. Per ora avevo agito rapidamente, guidato, appunto, dall’amore, ma se ci fosse stato un tempo in cui la ragione avrebbe dovuto vincere Bella avrebbe dovuto avere amici, amici umani soprattutto. Come, per esempio, Angela Weber, ragazzina, figlia del pastore, disponibile e dal cuore buono e generoso.

Non che avessi l’intenzione o la forza di lasciare Bella. In questo momento il mio sostegno le era indispensabile, e chissà quali ricadute avrebbe potuto avere se l’avessi lasciata dopo che, speravo che accadesse presto, fosse guarita. Essere così importante per lei, non era un bene, perché, lo sapevo, stavo diventando la sua nuova malattia. Ma come potevo allontanarmi da lei quando sapevo di desiderarla allo stesso modo? Almeno io non le facevo del male. Per ora.

«Bella! Accidenti, ma non ti avevo detto di ingrassare un po’? Mi farai impazzire, non troverò mai nulla che vada a entrambe!».

M’irrigidì, colpito dalle parole di mia sorella. Subito dopo, però, emisi un sospiro di sollievo, sentendo la meravigliosa risata di Bella.

«No, Alice, non ti costringerò a metterti a dieta! Tu sei perfetta così, sai?».

«Infatti, lo so. Rimediamo per te» mia sorella si piantonò nel largo corridoio in marmo della galleria, illuminato dalle bianche luci artificiali. «Edward, valle a prendere qualcosa da mangiare, su, marsch!».

Scrutai la mia piccola umana, cercando segni di tensione sul suo volto.

Lei mi sorrise, facendo spallucce.

Beh, considerando che quello che aveva mangiato per pranzo era finito nei gabinetti dei bagni pubblici…

Mi lasciai trascinare dal mio istinto verso l’odioso odore del cibo umano. Storsi il naso di fronte alla fila di umani in coda per mangiare. Ci avrei messo un po’.

Speravo solo che andasse tutto bene e che riuscisse a mangiarlo con calma. Di solito, quando ero con lei, la imboccavo, in modo dal farle prendere il mio ritmo e di farla mangiare lentamente senza che se ne accorgesse. Molto spesso, dopo mangiato, la trattenevo prima che andasse in bagno e a volte riuscivo a farla rimanere con me.

Tuttavia, altrettanto spesso, non ci potevo fare nulla. Ero davvero impaziente di vederla guarita, sana, in forma. Ma, lo sapevo, dovevo aspettare.

Perché, l’ultimo passo da compire per farla fidare di me era raccontarle il mio segreto. Il mio e quello della mia famiglia. Rosalie già mi odiava per questo, ma io non potevo permettermi di tradirla così, celandole una cosa di tale importanza. Avevo più volte tentato di dirglielo, ma poi, sia per il mio terrore della sua reazione sia per vari altri motivi, le circostanze erano state avverse. Infine eravamo venuti a conoscenza, tramite Alice, di una straordinaria visita da parte dei Volturi, la casata italiana reale dei vampiri.

Se Aro, il leggitore di pensieri presenti e passati, fosse venuto a sapere che Bella conosceva il segreto, l’avrebbe uccisa. Questa era la legge.

Così, prima di poterla aiutare concretamente c’erano tanti passi da compiere. Per poterla aiutare, c’era bisogno che si fidasse di me. Perché si fidasse di me, c’era bisogno che le raccontassi del mio segreto. E prima di poterle raccontare del mio segreto, c’era bisogno che aspettassimo la visita dei Volturi.

Intanto, almeno, ero riuscito a comprendere la causa e l’origine di tutti i suoi mali.

La separazione dei suoi genitori. Fin da piccola, dall’età di quattro anni, quando aveva assistito ad una loro lite, si era assunta la responsabilità di tutto quello che era successo. Ancora non sapevo con precisione quando avesse cominciato ad avere dei problemi alimentari, ma tutto doveva essere cresciuto, sempre più, nel tempo. Il suo dolore l’aveva invasa da dentro, consumandola e sgretolandola, rendendola friabile, fragile. Compattare il male, voleva dire riconoscere il vuoto.

Ma una cosa  riconoscere il vuoto e riempirlo.

Un’altra è riconoscere il vuoto e accorgersi della sua immensità, inserendo nuovo spazio vuoto.

Pagai quello che avevo preso. Un panino, insipido, con lattuga e formaggio: poco pesante e non troppo saporito, proprio quello che ci voleva per lei.

Improvvisamente sentii, come una forte e dolorosa scarica elettrica, i pensieri ansiosi di mia sorella. Vidi, attraverso la sua mente, la mia dolce, graziosa Bella, il viso imperlato di sudore, le guance arrossate, una mano portata appena sotto lo sterno.

M’immobilizzai. Stava male, era evidente. Non era la prima volta che accadeva, ma ogni volta era peggio per lei come era peggio per me. Perché non sapevo cosa fare. Sarei corso da lei, prendendola fra le braccia, rassicurandola, baciandola, aiutandola, andando anche incontro a tutti i miei propositi di aspettare. E l’avrei fatto…

Ma. Ma… Le sue parole, le sue lacrime, durate la crisi peggiore che avesse mai avuto. «Edward… ti prego non venire…». Così aveva detto, mi aveva pregato di non andare da lei. Piccolo amore con un dolore così grande.

Mentre mi muovevo, a sostenuta velocità umana, verso di lei, vidi il suo volto schiarirsi, lasciandole un sempre più accentuato e grigio pallore. Fece un debole sorriso a mia sorella, preoccupata e disorientata. Non sapeva come comportarsi.

Senza dire nulla entrai nella boutique, costeggiando immediatamente Bella e passando con cautela un braccio intorno alla sua vita, accertandomi delle sue condizioni e contemporaneamente  tentando di non apparire troppo teso.

«Edward, hai visto? Che cos’ha? Sembrava avesse dolore… Dobbiamo accelerare i tempi, ho un brutto presentimento».

Annuii impercettibilmente. Notavo che la temperatura di Bella aveva avuto un aumento di quasi mezzo grado e che il suo respiro era più affrettato a stanco.

«Tachicardia?» chiesi, velocemente e a bassissimo volume a mia sorella.

Lei lanciò un’occhiata apprensiva a quella che già considerava come sua sorella. «No, il suo cuore stava bene».

«Avete trovato qualcosa di carino?» chiesi, scrutando il volto di Bella.

Lei si morse il labbro. «S-si… Alice mi ha mostrato un vestito molto carino… Ma n-non… Non mi va di prenderlo ora…».

Sorrisi, nonostante tutta l’inquietudine che sentivo dentro. «Va bene, ti ho preso qualcosa da mangiare. Però andiamo ai tavolini, va bene? Qui c’è troppa confusione».

Andammo a sederci a dei tavolini predisposti appositamente, scegliendo una zona appartata del grande centro commerciale. La tenevo sulle mie ginocchia, ignorando tutte le sue proteste. Le spezzettavo con le mani il panino in piccole porzioni, in modo che i bocconi fossero sempre misurati. Le riempivo il bicchiere d’acqua, assicurandomi che bevesse abbastanza.

Parlavamo, tranquillamente, aveva anche sorriso un paio di volte; volevo a tutti i costi alleggerire l’atmosfera e intanto mi godevo, come avevo imparato a fare, i rari momenti solo per noi, in cui tutto sembrava andasse bene. In cui non c’era la mia natura mostruosa. In cui non c’erano i suoi problemi. Eravamo solo noi.

Mia sorella, stranamente, stava in silenzio. Era davvero rimasta scossa da quello che era successo. Era vero che tante volte le avevo raccontato dei problemi di Bella, a quello che poteva assistere, che tante altre volte lei stessa si era ritrovata a vederlo per mezzo delle sue visioni. Ma non aveva mai assistito. Adesso sapeva a cosa andava incontro volendo Bella come amica.

Luce e Buio.

Lei sessa me l’aveva detto, quando, ad ogni costo, aveva preteso che facessimo un patto svantaggioso per me, in cui dovevo accettare la sua luce, non fare domande sul suo buio e donarle tutto me stesso.

Non avevo potuto non accettare. Appartenevo a lei.

Avevamo anche, come avevo fatto una volta da ragazzino, stretto un patto. L’avevo portata in una pineta, non magica, forse, con i pezzettini di legno umido e di carboni fastidiosi sotto i piedi, ma che per me era un posto naturale in cui potersi sentire allegri e in pace.

Ovviamente, sarebbe stato impossibile utilizzare il sangue per svariati motivi. Nonostante stessi sviluppando una certa resistenza al suo odore, era pur sempre la mia cantante, il mio unico pasto più succulento. Inoltre, non avrei avuto, pur riuscendo a tagliarmi, sangue da utilizzare.

Quindi avevamo preferito farlo con delle piccole chiocce di capelli.

«Alice, che hai? Non ti senti bene?» chiese timorosa, vedendo mia sorella stranamente silenziosa, con la testa poggiata sui gomiti.

«Come? No… non ho niente Bella, non ti preoccupare» mormorò giocherellando con le dita sottili con un pezzetto di carta.

Lanciai un’occhiata apprensiva a mia sorella. Sentivo i suoi pensieri, tristi e turbinosi e anche piuttosto incoerenti. «Accompagnala un po’ fuori, io vi raggiungo subito». Rimasi fermo, seduto al tavolo, vedendole uscire fuori.

Quando furono abbastanza lontane agii d’impulso e chiamai Jasper, mio fratello, che anche tanto, nascosto un po’ dietro le quinte, mi aveva aiutato con Bella servendosi del suo potere di riconoscere e manipolare le emozioni altrui. «Jasper, dovresti venire a prendere tua moglie. Credo che sia necessario…».

Non appena Jasper mi raggiunse andai insieme a lui all’esterno dell’edifico, sul retro, nel grande parco verde. Alice e Bella erano sedute a capo chino, ferme su due altalene, in silenzio.

Quando Alice vide Jasper si sollevò immediatamente e si avviò velocemente verso di lui, ringraziandomi mentalmente. Le sorrisi dolcemente. Anche se non eravamo veramente fratelli non avrei mai potuto immaginare una sorella con cui avere un rapporto migliore; le volevo bene.

Mentre loro andavano a sedersi su una panchina poco distante, decisi di cogliere di sorpresa Bella, avvicinandomi da dietro e spingendola gentilmente.

Lei trasalì e potei sentire il sussulto del suo cuore e l’odore prepotente del suo sangue. Mi sorrise, notandomi. Un sorriso bello, luminoso, spensierato. Uno di quelli che mi faceva pensare che la vita era fatta di bellissime e intense emozioni.

Le diedi un’altra spinta, contenendo ampiamente la mia forza, e volò leggermente più in alto. La sua risata cristallina fu miele prelibato per le mie orecchie.

«Edward… Edward… più su!» rise, contenta, come una bambina.

La sua euforia contagiò anche me, che continuai a spingerla, ancora più su, sentendo nuove melodiose risate, godendo appieno di quel momento così bello e felice.

Come l’amavo.

Mi aveva fatto rinascere completamente.

L’afferrai, attento a non farle male, gettandola a terra, sul mio corpo, e rotolando sull’erba insieme a lei, in un coro di risate spensierate.

Ci trovammo faccia a faccia, troppo vicini per tirarci indietro. Così, con un immensa forza di volontà, ignorai il bruciore ardente alla gola e mi avvicinai, piano, con cautela, alle sue labbra, sfiorandone e lambendone delicatamente la punta, rosea. Mi concessi un brevissimo respiro, avvicinando, tremante, ancora di più le labbra e facendole perfettamente coincidere.

Qualcosa di orribile ruppe quel magico momento. Nuove immagini, agghiaccianti, veloci, turbinarono nella mente di mia sorella.

Non c’era più tempo.

Dovevamo agire, in fretta.

 

Emm… toc, toc… C’è nessuno?!

Lo so!! Sono passate due settimane. T.T

Giuro, lo giuro, sto tentando di velocizzarmi! Ma questa storia mi porta via una marea di energie ogni volta! Okay, okay, non ci sono scusanti, passiamo direttamente ai fatti.

 

Allora. Un pov Edward. Perché? Perché questo capitolo, l’unico in tutta la storia col pov Edward, mi serve a far capire sia come tutti vedono esternamente Bella. Sia a chiarire i motivi per cui Edward non sta facendo nulla, a rispondere alle vostre legittime domande quando mi chiedete “ma lui sa?” ecc ecc… Spero vi sia piaciuto e che sia stato abbastanza triste ^^

 

Altra cosa. Charlie sta cominciando a capire qualcosa… ma… la vera domanda è… cosa capirà? Quello che è  quello che pensa e vuole che sia?

 

Ultima riflessione… molte di voi hanno detto che i compagni di Bella sono stati cattivi. Ora… sto tentando di togliere da questa storia la patina bambinesca buono-cattivo. Già ho toppato con Jessica e Lauren, in futuro concederò loro maggiore spessore. Dicevo. I ragazzi non sono stati propriamente cattivi. Non vi è mai capitato di ridere mentre l’insegnante richiamava bonariamente un compagno? Magari facendo una battuta? E’ successo questo. Il problema è Bella… è troppo fragile, si sente esposta… una minima cosa la fa reagire in quel senso.

 

Spero di aver chiarito tutto. Anche il problema Volturi che aveva scatenato un certo panico.

Alla prossima, spero, presto!

 

PS. Grazie, perché nonostante tutto continuate a leggere questa storia e a lasciarmi magnifici commenti!

 

(fatto da Elena)

«--BLoG!!!--»

 

www.occhidate.splinder.com

 

Sognatrice85 Grazie mille! E’ davvero importante per me riuscire a comunicare quello che provo e che sento, e quando capisco che qualcuno apprezza ciò che faccio non posso fare a meno di sentirmi appagata e lusingata. Il tempo e l’impegno per scrivere questa storia sono tanti. Ma… è importante per me, e continuo a farlo. Grazie ancora.

abcdes Accidenti, grazie. Ti posso davvero comprendere se mi dici che senti quello che prova anche Bella. E’ difficile, lo so, a volte mi sembra che la vita voglia solo ostacolarci. Poi però, quando vivo dei momenti davvero felici penso che ne valga la pena di vivere, di soffrire anche. Ti posso capire. Spero tanto che la vita ti regali luce! Grazie ancora, davvero.

patu4ever  Tesoro. :) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Questo è altrettanto triste e inquietante, ma spero, comunque, ti sia piaciuto lo stesso. Mi sto impegnando davvero molto per questa storia, anche se non sembra considerando che aggiorno ogni morte di papa! Ahahah!

luisina Tesoro! Grazie mille per la tua recensione, per me è preziosissima, come sempre. Allora… il fatto che Bella non riconosca la sua immagine… mmm… ho pensato che magari, visto che si era chiusa in se stessa, in una dimensione in cui esisteva solo la sua solitudine e il suo dolore, tutto fosse immutabile. E che si accorgesse solo a livello inconscio dei cambiamenti che stavano avvenendo. Ma ovviamente io posso solo averlo immaginato! Mi dispiace se ho scritto qualcosa che non fosse prettamente realistico. Per il resto, sono contenta di averci preso. Ovviamente tu, che sei dotata di ottimo giudizio e perspicacia hai ben inteso cosa volessi comunicare nel testo. Grazie mille tesoro, spero di portare avanti questa storia nel migliore dei modi. Un bacio! :*

anna_dreamwalker Grazie! Le tue parole mi riempiono di sincera felicità! Sicuramente avrai capito con che spirito cerco di affrontare quello che scrivo, mettendo me stessa, e spero di avertelo comunicato. Non voglio smettere di migliorare, e mi sto impegnando per farlo. Grazie ancora per la tua bellissima recensione!

Checca Cullen Grazie! Come sono contenta che tu stia leggendo anche questa! Sei un vero tesoro e le tue parole sono sempre più belle. Tento di rendere realistici i pensieri dei miei personaggi, e in fondo penso che un giorno, ognuno di noi, anche tu magari, abbia pensato le stesse cose che pensa Bella. Non con quei problemi, certo, ma… la fragilità fa parte della natura umana. E’ questo che penso. ;) Ciao cara! :* Francesca.

Noemix Cuore! Mi sei diventata la poetessa che stende inni all’amore? ahahah. Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto. Di passaggio… mmm… beh, diciamo che in questa storia ogni capitolo ha la sua totale importanza, non si può lasciare nulla al caso e si deve raccordare tutto perfettamente! E’ una cosa ben complicata… già. Spero di non sbagliare! :P  

00Stella00 Grazie! Sei sempre molto dolce con me… Mi dispiace se ci metto così tanto, ma, come ho detto, scrivere questa storia non è un’esperienza troppo semplice purtroppo; e poi c’è anche l’altra storia che mi porta via tantissimo tempo, quindi…! Povera me! :P Per quanto riguarda Bella… non è così facile. Ti dico già che non accadranno molte cose belle, e prima di guarire… la strada è molto lunga. :)

kikkikikki Grazie cara! E’ importate per me avere qualcuno come te che mi recensisca ogni volta in maniera così gratificante! Le tue recensioni sono sempre più preziose per me. In questa storia ho racchiuso tutti i sentimenti più profondi, anche se spesso non troppo felici, che ho potuto provare nella mia esistenza. E’ vero che molto spesso non sono facili da scrivere, ma è anche vero che una volta scritti ti danno una grande soddisfazione.

barbyemarco Cara! Troppo realistica?! Ahahah… Grazie! Lo spero davvero, mi impegno per esserlo, per entrare nella sua mente… ma poi dopo un po’ mi sembra come se fosse lei ad entrare nella mia, non il contrario! Ahahah…

Shinalia Grazie mille! Sono contenta che ti siano arrivate queste, seppur negative, emozioni. Riuscirai sicuramente a sentirne altre!

beuzz94 ecco, in effetti Charlie sembra che stia cominciando a capire. Sembra. Chissà a che conclusioni arriverà… Credo che in questo capito, vedendola dall’esterno, si posso comprendere ancora meglio cos’è che logora la nostra Bella. I problemi non sono finiti.

Wind Già lo so benissimo che è molto doloroso. All’inizio ho pensato che la reazione potesse passare come esagerata, ma non credo sia così, mi sarei comportata come Bella. Forse perché mi sento tanto, troppo, nei suoi panni, ogni tanto. Come dici tu, la strada è lunga. Infinita forse.

cullengirl Bene allora. :) Si, Bella cambierà, ma io non la farei così facile… la cosa è molto complessa…

silvia16595 beh, si, daranno fastidio in maniera indiretta. Va bene così?! ^^ Allora sei tu la ragazza delle emoticon! Ahahah, mi sono scervellata! Ok, ok, si sono carine ^^ Si, ho aggiornato un giorno prima perché sono riuscita a finirlo. Che brava no? ahahah, vabbè, mica tanto… Non ti preoccupare, Bella migliorerà… Fidati! ^^

Jordy Klein Grazie mille, lo farò. Spero di poter comunicare ancora i pensieri di Bella al mondo, non è così semplice, e non sono bei pensieri, ma penso che molta gente possa ritrovarcisi. Grazie ancora.

ale03 beh si, la situazione con Charlie si evolverà ancora, si arriverà ad un punto importante della narrazione in cui penso tutto sarà chiarito. Ma la storia è comunque un pochino triste… già ti informo… ^^ Anche Edward e Alice faranno la loro :)

bigia si si, e li meriti tutti gli applausi, te li faccio anch’io! ahahah! Sono contenta che l’angoscia di Bella ti sia arrivata. Spero che i suoi pensieri siano stati coerenti. Dovrebbero ^^

lindathedancer Grazie davvero! Mi fai felice tu a dirmi queste parole… Si, con questa storia sto andando molto, molto piano con i tempi, voglio rendere tutto realistico, e magari preferirei sbagliare in “lentezza” che non in “velocità”. Non voglio trattare dell’argomento in maniera superficiale, ben lungi da me. Edward si muove molto prudentemente, Alice le darà una mano concreta con il tempo e Charlie… prima risolverà i problemi con lui e con la madre e prima riemergerà dalla voragine. Grazie ancora!

endif Certo che si, ormai siamo in confidenza. :) Ti ringrazio molto, spero vivamente si sia notato l’impegno che ho messo e che sto mettendo in questa storia. Non che non ne metta nell’altra, ma… sono profondamente diverse. Questa è nata con una coscienza d’insieme e con le idee ben chiare fin da subito, l’altra è cresciuta con me, me la sono portata dietro nelle mie giornate e attraverso i miei stati d’animo. Non permetto a nessuno di toccare questa! Ahahah… No, sul serio… voglio veramente bene a questa storia. Avevi ragione per l’Edward POV; avevo già in mente di scriverlo, e appena ho trovato il modo giusto per inserirlo l’ho fatto.  ;) Grazie infinite, sono contenta che la musica ti sia piaciuta. Un bacio! Francesca.

single93 Ma no figurati, non me la potrei mai prendere per così poco dopo quello che ho passato! Ahahah! Figurati… Dicevo… Si, cercherò di adattare lo stile allo stato d’animo dei personaggi, mi piace fare così. Le vie di mezzo non fanno per me, che amo il bianco e il nero. Purtroppo. Per quanto riguarda il problema di Edward alla fine mi sono rassegnata a mettere un suo POV. Spero di non aver fatto male.

Crystal90 Ahh, mi spiace! Mi rendo conto che posto con i tempi di un elefante! Grazie mille per la recensione, ci ho messo tutta me stessa e tentare di comprendere questa Bella non è qualcosa di troppo semplice. Penso che dopo aver finito questa storia andrò in psicoanalisi! Ahahah… grazie.

Bella_Cullen_1987  beh, meno di una 40 in teoria… Ci voleva un po’ di intervento di Alice per movimentare le acque…

lilly95lilly cattiveria da parte mia? … ma no… :D Solo realismo dai, col tempo ogni cosa migliorerà. Vedrai. :) Peggiorerà ma poi migliorerà…

Lau_twilight Grazie mille. :) Beh, ci tengo a precisare che non vorrei che voi vedesti gli altri come i “cattivi”. Penso che bisogna anche prendere in considerazione quale è stato il comportamento di Bella verso il mondo finché non si è aperta. E’ vero, era asociale. Non credo che ci siano persone buone e cattive. Ognuno ha le sue colpe. :)

 

   
 
Leggi le 25 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: keska