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Autore: Rota    08/11/2009    2 recensioni
Una piccola storiella su di un futuro ipotetico riguardante la coppia ShinoTemari.
Piccoli spaccati di vita quotidiana di una coppia decisamente particolare, inconsueta, per nulla scontata.
Spero possa allietarvi ^^
[a Roro]
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Nuovo Personaggio, Shino Aburame
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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clan aburame 6
D'allieve dubbie e baci rubati


Non che fosse un segreto da tenere racchiuso in quelle quattro mura domestiche tanto spesse, non che una cosa simile provocasse seriamente vergogna e onta al nome di uno dei Clan più in vista dell’intera Konoha,  certo era che al signor Hyuuga non faceva tanto piacere dover palesare in giro – dirlo con quanta tranquillità la cosa richiedeva – che la sua amata secondogenita aveva preso a modello niente di meno che Shino Aburame.
Per carità, Hanabi si era sempre dimostrata degna della più profonda fiducia, era una ragazzina pienamente responsabile e cosciente, non aveva mai dato segno di quella stupidità caratterizzante gli adolescenti, così come, raggiunta la matura età, non aveva avuto la benché minima intenzione di recuperare quanto non fatto negli anni passati.
Certo, andare dietro ad un uomo sposato, con tre figlie, che amava coprirsi d’insetti da capo a piedi nel momento della battaglia non era visto di buon occhio dal padre integerrimo, proprio per nulla.
Hiashi non aveva mai provato emozioni tanto forti come in quell’ultimo periodo.
-Hanabi, figlia mia… perché non ricerchi una guida degna in Naruto, il nostro nuovo Hokage? Dopotutto, egli stesso è stato a suo tempo allievo del grande Jiraya, riusciresti sicuramente a diventare grande…-
La fanciulla, ventunenne nel pieno della propria giovinezza, lo guardava con i suoi grandi occhi bianchi per qualche secondo, prima di sbottare, estremamente scocciata da quella parvenza di falsità che ogni santa volta velava le parole del padre d’insopportabile ipocrisia.
-Padre, il marito di mia sorella ora ha due marmocchi a cui badare oltre che l’intero Villaggio. Certo non mi metterò a occupargli la mente con altro!-
Ma il padre non demordeva, non così velocemente.
-Anche il signor Aburame ha tre figlie a cui badare, e certamente il suo lavoro da Anbu non gli renderà più semplici le cose…-
Così come il padre anche Hanabi dava, sempre, prova di grandissima testardaggine.
-Sicuramente è meno impegnato del signor Hokage dal momento che mi ha accettato come allieva!-
A questo punto, come era consuetudine da qualche tempo, le urla cominciavano a fioccare impietose da una parte all’altra dell’abitazione, facendo sorridere ogni tanto le donne della Casa, così abituate a quel silenzio tetro tanto simile alla morte che pareva un sollievo tutta quella vitalità gratuita.
Ogni tanto, si poteva sentire la signora Hyuuga sospirare soddisfatta, e continuare come se nulla fosse la sua cerimonia del tè.

-Per quale assurdo motivo dovrei smettere di frequentare casa Aburame?-
Hanabi era molto spesso di malumore specialmente di Lunedì, dopo aver passato l’intero week end a casa propria, lontano dagli allenamenti e dal suo amatissimo maestro.
Sbuffava di continuo, era irascibile persino con Shino, anche se, a dir la verità, bastava che questi alzasse appena il sopracciglio destro perché lei tornasse al suo bravo posto.
In compenso, Miyako e Karura si divertivano un mondo ad ascoltarla mentre si lamentava con loro. Il lavoro ingrato della babysitter le toccava sempre e comunque, qualsiasi cosa avesse fatto durante il giorno.
-Cos’ha questa casa che le altre non hanno?-
E ogni tanto, malignamente, si divertivano anche a commentare quanto la poverina frustrata soffrisse.
-Forse una quantità industriale d’insetti e altri esseri tanto simpatici…-
Hanabi, ogni volta, sembrava non ascoltare minimamente le due, continuando i suoi monologhi. Per l’esattezza, in quel momento stava cambiando il pannolino a Midori, che la guardava tutta seria, come a prestarle attenzione.
A lei Hanabi si rivolgeva.
-Non capisco seriamente cos’ha mio padre col fatto che io venga qui ogni giorno! Mi alleno, no? Mi esercito per il mio compito di ninja! Cosa vuole di più?-
Le gambe di Midori vennero alzate con una certa stizza, il pannolino aperto levato prontamente.
Nell’aria, un commento sghignazzato.
-Magari a donargli la Luna è più contento…-
La bimba venne portata al lavandino, perché Hanabi la potesse lavare con cura. Così come la Hyuuga parlava, la piccola Aburame continuava nel suo silenzio tombale, gli occhietti lucidi attentissimi.
-Sul serio, non capisco! Sto facendo di tutto perché sia fiero di me! Almeno mi lasci scegliere il maestro che desidero io! Cosa gli cambia se preferisco Shino a quella piattola mortale che è Naruto?-
Midori scosse la testa, sbuffando a sua volta, come a voler dar segno di aver perfettamente inteso cosa l’altra le stesse dicendo. Le sorelle trattennero a stento le risa che sgorgavano dalle loro gole.
Hanabi riportò la piccola sul fasciatoio, e la guardò in viso.
-Quando fa così proprio non lo sopporto! Davvero, non lo sopporto!-
Midori agitò le manine, per venirle incontro; lo sguardo, ormai, era truce almeno quanto quello dell’altra.
Preso il borotalco, Hanabi lo spruzzò un poco sulla pelle della bambina, continuandole a parlare, imperterrita.
-Vorrei strangolarlo con le mie mani alcune volte, lo giuro!-
Il fatto che le due altre avesse smesso di sghignazzare avrebbe dovuto metterla sull’attenti, ma da questo episodio Shino capì fin troppo chiaramente quanto i suoi allenamenti avessero peccato in quell’aspetto.
Truce, decisamente più truce della sua bambina, avanzò nel bagno. E a quel punto anche Hanabi lo vide.
Il suo viso si illuminò totalmente, il pensiero dell’odiato padre si volatilizzò subito.
-Salve, signor Aburame…-
Shino indicò, impietosamente, la sua ultima figlia.
-Ora so cosa dire a Temari quando mi chiede chi le insegna a sbuffare così bene…-

Uno dei più grandi shock della vita del povero Shino Aburame fu quando, inconsapevolmente, come un fulmine a ciel sereno, gli venne in mente che le sue figlie avevano anche una sessualità.
In specie, gli venne in mente quando vide la sua primogenita, Miyako Aburame, sei anni da poco compiuti, baciare sulla guancia un suo compagno di classe. Per la precisione, uno dei piccoli Inuzuka.
Gli mancò un battito, a dir poco, e per quanto la sua pelle fosse già pallida in quel momento divenne cadaverica, tanto che persino la bimba, uscita da scuola e venuta a lui incontro, quando lo vide così si preoccupò non poco.
-Papà… stai bene?-
Shino la guardò, decisamente spiazzato. Se avesse parlato certamente un rantolo sarebbe uscito dalla sua bocca, per cui preferì prenderle semplicemente la mano e dirigersi verso casa sua.
Una volta lasciata la sua manina - che la bimba andasse con giusta ragione a ruzzolare nel fango assieme alle sue sorelline – lui si precipitò dalla moglie e, trovandola affaccendata nel preparare la cena, gesticolò come un forsennato sulla soglia della porta senza dire nulla.
Temari lo vide, bloccandosi lì dov’era; sospirando, si rilassò.
-C’è di nuovo un gatto sul tetto, tesoro?-
Shino aveva terrore dei felini, ma certo in quel momento all’uomo non importava un fico secco.
Farfugliò, cercando in un qualche modo strano di contenersi, abbassando le braccia lungo i fianchi.
-Nostra figlia… nostra… figlia…-
Temari si avvicinò all’uomo, asciugandosi le mani sporche nel grembiulino rosa che aveva allacciato in vita.
-Quale, amore?-
L’Aburame non si rilassò all’innocente domanda, anzi, sembrò davvero che la sua ansia ne accrebbe ancora di più.
-Miyako… Miyako, nostra figlia…-
Temari ancora non capiva, e man mano si avvicinava al suo uomo tanto più questi sembrava preso da una strada agitazione.
-Nostra figlia Miyako cosa, amore?-
Non che si divertisse, a suo modo, nel vederlo così oscenamente diverso dal solito – altre volte aveva visto il suo viso alterato da ben più piacevoli cause – certo, il fatto che non volesse dar termine a quella tortura sottile la dipinse come creatura sadica e piuttosto impietosa.
Ma, così come del gatto, nemmeno questo particolare interessava a Shino Aburame.
-Miyako… bacio… il piccolo Inuzuka…-
Oh, la donna cominciava a capire. Miyako s’era fatta scoprire dal padre.
Sorrise, affabile, prendendo una sedia e offrendola al marito perché si sedesse.
-Amore, finalmente te ne sei reso conto anche tu…-
E qui, se era possibile, Shino divenne ancora più bianco, paralizzandosi all’istante.
-Perché, tu lo sapevi?-
Temari sorrise, mentre con un gesto piuttosto eloquente ordinava al marito di sedersi.
Quando il sedere di questo raggiunse il cuscino morbido della sedia, Temari cominciò a massaggiargli le spalle; sentiva la tensione dell’Aburame tutta annidata lì, nei muscoli contratti.
Povero tesoro…
Temari baciò Shino sulla guancia, prima che questi si inclinasse pericolosamente di lato e la guardasse stravolto. La donna sbuffò, ora scocciata.
-Senti un po’, signor Aburame! Tua figlia ha i suoi bei sei anni, ormai! E’ normale che lei provi le prime cotte della sua vita, accidenti!-
Shino stava per replicare qualcosa, ma Temari fu più lesta di lui.
-E no, tu non eri normale quando non le provavi alla sua età! Te lo posso assicurare!-
L’uomo la fissò a lungo, prima di proferir verbo ancora. Timidamente, è vero, quasi avesse timore della risposta in sé, ma ci riuscì lo stesso.
-Ma lo picchiava, quel bambino…-
Vide comparire un sorriso sornione sul viso di Temari.
-Vuoi scommettere che io e te assisteremo alle nozze di quei due? Non è per dire, Shino, ma è normale che una bimba come Miyako interpreti la parola “relazione” come un menarsi continuamente con la gente che le interessa!-
Shino ancora non capiva, ma ci rinunciò molto volentieri a quel punto.
Tornò ritto, fissando un attimo il vuoto.
Per un solo attimo, l’immagine di una Temari- Miyako attraversò la sua mente, facendogli curvare leggermente la curva delle labbra all’insù. Poi, si ricordò di una cosa.
Si alzò in fretta e furia, dirigendosi velocemente alla porta dell’ingresso, così velocemente che Temari ebbe paura di quello che andava a fare.
-Amore, dove stai andando?-
Lui si voltò appena a guardarla, col fare più serio che gli era possibile.
-A trattare sul cognome dei bimbi che la mia Miyako e il piccolo Inuzuka avranno. Kiba deve sapere che saranno Aburame!-
Si, la tentazione di fermarlo era veramente forte a quel punto, ma il pensiero di fare da spettatrice a quella che sarebbe stata la scena più esilarante degli ultimi sei anni fece desistere la donna.
-Aspetta! Vengo anche io!-





No, non è come pensate. Hanabi NON è ooc. Semplicemente spiegherò nel prossimo capitolo perchè sta così dietro a Shino.
Si, avete capito bene. Ci sarà un altro capitolo ^^ sorpresina **
Detto questo, mi scuso d'avervi fatto attendere così tanto. Ho fatto tante altre cose nel frattempo, e l'ispirazione per questa ff è calata nel tempo per poi riaffiorare ultimamente **
Spero possiate perdonarmi <3
ordunque, arrivederci al prossimo capitolo ^^
Ciao ciao
   
 
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