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Autore: KyleMcDale    13/06/2005    0 recensioni
Le avventure di Lazarus
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ogni generazione nasce una cacciatrice, una ragazza dotata di straordinari poteri... Purtroppo"

 

La notte più buia dell'anno, senza stelle ne luna. Una leggera nebbia intorbidiva il parco.
La pioggia; leggera, pungente, fastidiosa, come piaceva a lui. Viene proprio da chiedersi com'è che in serate come questa una ragazza sola, disarmata, indifesa e dall'inconfondibile odore di verginità, possa decidere di avventurarsi da sola per un percorso così tetro e pericoloso, a quest'ora di notte poi...
Probabilmente di ritorno da una festa, propbabilmente sorpresa dalla pioggia, probabilmente affannata.
L'odore della paura, una delle caratteristiche più accattivanti degli umani.
Il calpiccio affrettato dei passi sull'erba, il respiro corto, e l'odore della paura, sempre più forte.
Lui rimase immobile e attese che la vittima fosse a tiro. Non si era mai spiegato come mai le vittime sacrificali si fermassero sempre nei pressi del suo nascondiglio sentendo rumori provenienti da chissà dove, nel tempo era giunto alla conclusione che esisteva, forse, una giustizia maligna. Come si soleva dire..."A caval donato..."
Probabilmente se fosse capitato a lui non si sarebbe fermato ed avrebbe continuato la sua corsa verso casa.
Ma lui tirò quel bastoncino nel cespuglio poco lontano, e la ragazza si fermò, come da copione, e si voltò, consentendogli di scivolargli, silente, alle spalle. Lei si voltò di nuovo e quasi morì dallo spavento.
' Le cose fatte bene ' pensò lui sorridendo dentro di se...
La ragazza rimase impietrita, lui allargò le falde del mantello nero, e la avvolse, mordendola con tutta la furia che aveva in corpo.
Era un vampiro all'antica, e prediligeva le entrate plateali.
Prosciugò quel giovane corpo in pochi minuti, lasciando esanime la povera vittima, riversa sul terreno come un tetrapac spremuto dall'ultima goccia. Si allontanò di qualche passo, poi si arrestò di colpo. Avvertì l'arrivo di un tuono, e decise che l'avrebbe atteso.
Il tuono arrivò, fragoroso e roboante, accompagnato da un lampo di luce che lo illuminò sinistramente.
Gridò il suo nome, a monito per le creature che lo circondavano, che tutti i figli delle tenebre avessero timore di lui: Lazarus, la bestia.
<< Non sei troppo vecchio per questo tipo di cose? >>
Una voce interruppe il suo ego in espansione.
Lazarus abbassò le braccia ed espirò pesantemente. Si girò e scorse una figura in piedi su una panchina.
Un lampione poco lontano si illuminò, probabilmente la corrente era stata ripristinata, e la figura di una ragazza atletica e snella si stagliò nella notte.
<< Io sono la ca... >>
<< Si si, la cacciatrice, bla bla... Ma non sapete dire altro voi. >>
Lazarus era deluso, nei secoli non era mai cambiato nulla, ogni volta che ci si accingeva a dare spettacolo, a nutrirsi, a divertirsi, ne spuntava una come per magia, con le stesse fattezze, gli stessi modi di fare. Gli stessi slogan.
<< Ma è mai possibile che spuntiate come i funghi? Ne ho uccisa una la settimana scorsa. >>
<< E ne sei felice vero? Beh questa volta non ti sarà così facile, ce l'hai un nome oppure ti devo eliminare da anonimo? >>
Non la sopportava. In realtà non le aveva mai sopportate. A suo modo di vedere le cacciatrici erano il cancro del mondo, come le formiche.
<< Lazarus, mi chiamo Lazarus, e ti consiglio caldamente di dimenticarmi. Stasera non ho voglia di litigare, e sono in vena di assoluta bontà, ti lascio andare. >>
Detto questo si girò e fece per andarsene.
La ragazza restò di sasso, non credeva ai suoi occhi, il vampiro l'aveva snobbata. E se ne stava andando.
<< Dove credi di andare, torna qui e fatti palettare! >>
La ragazza lasciò la panchina e si lanciò sul vampiro, saltando per colpirlo con un calcio alla schiena.
Ma Lazarus era troppo lesto per lei, era un vampiro vecchio, molto, quasi troppo per la verità.
Scansò il calcio della cacciatrice e la prese per il collo stringendo con tutte le sue forze.
<< OK, piccina, l'hai voluto tu, sia chiaro, ero in vena di gentilezze, ma tu mi hai attaccato alla schiena, non ti ha insegnato l'educazione il tuo osservatore? >>
La ragazza era quasi cianotica, ma un calcio al basso ventre riuscì a scagliarlo, raccogliendo tutte le forze che aveva. Si ruppe la caviglia.
<< Ben ti stà, sai - disse lui con sprezzo e scherno - ho imparato ad uscire con la conchiglia d'acciaio, da quando una tua predecessrice (si dice?) tentò di evirarmi. >>
Il fiato della ragazza venne meno, e lei svenne, penzolante dalla mano del vampiro.
<< Non sei così resistente, ti facevo meglio preparata, probabilmente hai cominciato ieri, e sei stata sfortunata. >>
Lazarus depose la ragazza sull'erba, le sistemò i capelli, le abbottonò il golfino, e le diede una postura consona. Poi con un raptus le sfondò la testa con un calcio.
Gridò verso il cielo scuro la sua rabbia ed il suo nome.
Lazarus... la bestia!

  
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