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Autore: KyleMcDale    08/06/2005    3 recensioni
Le avventure di Lazarus
Genere: Dark, Horror, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ogni generazione nasce una cacciatrice, una ragazza dotata di straordinari poteri... Purtroppo"

 

Borgo Pass (Transilvania) 1900

La osservava da giorni.
Ed ora lei era lì a pochi passi dal suo destino.
Ma stavolta sarebbe andata meglio dell'ultima.
Non aveva fretta.
L'oscurità era il suo rifugio, la sua salvezza, il suo regno.
Mentre lei camminava lui ne osservava i movimenti aggraziati, l'incedere ondeggiante ed incerto, quasi guardingo.
Quei posti non godevano di buona fama, la gente era diventata guardinga e timorosa, e sapeva difendersi.
Dal suo nido scuro, riusciva a scorgere tutti i movimenti della fanciulla, pronto a ghermirla come un falco.
Questa volta non avrebbe commesso lo stesso errore, avrebbe atteso il momento giusto, sarebbe stato paziente, e letale.
Non ci sarebbe stata un'altra cacciatrice nei paraggi. L'ultima l'aveva fatta fuori la settimana prima.
E il consiglio non avrebbe mai potuto rimpiazzarla così in fretta.
Stavolta non si sarebbe spostato tanto in fretta, avrebbe sicuramente approfittato della " vacanza ".
Stavolta le avrebbe prosciugate tutte, quelle dannate contadine. Lui era una bestia, e ne era fiero, se lo ricordava bene la cacciatrice appena uccisa, aveva pensato lui a ricordarglielo, trucidandogli la famiglia dinanzi agli occhi mentre lei, esanime quasi priva di sangue, aveva il suo bel da fare a raccogliere ciò che restava delle sue interiora sparse per la stanza. Appollaiato su uno spuntone di roccia, si stizzì di nuovo al pensiero che una di quelle dannate cacciatrici aveva osato disturbarlo di giorno durante il suo sonno.
Un'umiliazione così erano secoli che non la provava. Lei entrò furtiva e scoperchiò la sua cripta, destandolo di soprassalto.
' Io odio essere svegliato così ' pensò ' Mi vengono le rughe. '
La battaglia fu impari e lui quasi perì nel tentativo di resistere a quella moretta impetuosa piena di spocchia.
Il torpore gli impedì di difendersi e quasi ci lasciava le penne.
Per miracolo scampò, la cripta cedette sotto un calcio della cacciatrice ad una trave e lui restò sotto le macerie, protetto dall'abside convesso. Le ferite e le bruciature del sole lo tennero bloccato per giorni.
Senza poter uscire da la sotto, senza potersi nutrire, coi vestiti logori e la puzza del cimitero a fargli compagnia.
Il livore che gli si accumulò dentro fu grande a tal punto che attese che la madre della cacciatrice fosse in casa da sola, e si fece invitare passandosi per un prete. Quanto gli costò l'indossare quell'abito disgustoso.
Attese il rientro di tutta la famiglia, madre, padre, sorellina e fratellino piccolo. Una volta che furono tutti riuniti si fiondò in casa come un fulmine e con una unghiata aprì
lo stomaco della sua persecutrice, ma senza ucciderla, giusto perchè potesse assistere allo spettacolo che lui aveva preparato.
Dopo la festa tornò dalla cacciatrice in lacrime, e prima di succhiarla alla morte le recitò il suo epitaffio:
" A che serve il rancore... quando c'è la vendetta? "
Ma ora era passato, nulla lo avrebbe distolto dal suo pasto. Era affamato, dannatamente affamato. La luce dei lampioni sussultava ad ogni folata di vento, la solitudine accompagnava la ragazza. La strada era deserta, il sentiero che dal villaggio portava alla cappella era lungo e lugubre, e lui non capiva perchè le ragazze si azzardassero a compierlo da sole.
In realtà se lo era sempre chiesto, ma che differenza poteva fare ormai?
La giovane vittima era a portata di mano. Un volo, un fruscio, un alito di vento.
Il suo pasto.
Lesto ed invisibile, Lazarus scese sulla sua preda divorandola senza pietà.
Già, la pietà, quella che lui non ebbe dalla vita.
Coi denti affondati in quel collo vergine, mentre la lingua assaporava le carni dilaniate, comprese che forse,la sua ferocia derivava dal fatto che non aveva avuto la piet‡ che meritava da piccolo.
Ma si distrasse subito, inebriato com'era dalla fame e da quel sangue caldo come il magma, dolce come lo zucchero, e denso come la melassa, chissà come sarebbe stata come amante.
Mentre si cibava di lei, non potè fare a meno di apprezzarne le forme generose, la pelle liscia e profumata.
Pensò che probabilmente era l'unico vampiro poeta, che rimuginava così tanto durante la sua mensa. Ma la ragazza finì.
Esalò l'ultimo respiro e si raffreddo. Lazarus si staccò e gettò il cadavere a terra con sprezzo.
" Puà, se c'è una cosa che mi disgusta è succhiare sangue freddo da un cadavere freddo."
Ruttò, poi diede un calcio al cadavere e decise che era ora di tornare al suo nascondiglio.

  
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