Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: DiKey    09/11/2009    2 recensioni
Quando tutto sembrava finito, nuovi nemici fanno la loro comparsa. Tra segreti e cose taciute troppo a lungo, i nostri eroi avranno davanti nuove sfide... Per favore, siate clementi ma onesti, è la mia prima fanfic
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
FFVIII-cap5 CAPITOLO 15

Quistis rimase come imbambolata, pietrificata. Il suono dell’esplosione riecheggiava nella sua testa. I SeeD che erano con lei si agitavano, cercano di mettersi in contatto con i propri compagni, ma lei si sentiva la testa vuota. Gli occhi le bruciavano, le ginocchia non furono più in grado di reggere il peso del corpo. Sentì le lacrime bagnargli il viso, non poteva crederci…tutti i suoi amici erano ancora lì. No, erano più che amici…erano la sua famiglia. Sentì che qualcuno la stava abbracciando e si voltò, incontrando lo sguardo di Seifer

“Seifer…?”

Non si aspettava certo un gesto così umano da uno come Seifer, che beninteso, l’aveva messa nella sua lista nera e cercato di ucciderla svariate volte. Adesso addirittura cercava di consolarla

“Professoressa non faccia la bambina…si ricordi che hanno la pellaccia dura almeno quanto la mia.”

Forse nemmeno Seifer credeva alle sue stesse parole, ma Quistis cercò comunque, anche se con risultati modesti, di darsi un contegno. Poi dalla radio di Quistis provenne un fortissimo ronzio

Bzz che gran botta di c..bzzz…ragazzi…”

Il fine dicitore alla radio probabilmente era Irvine. Quistis si sentì come se un flusso di energia le passasse dentro il corpo dandole forza. Afferro la radio con entrambe le mani.

“Qui Quistis…abbiamo dei feriti nei pressi del lago Obel…mandate qualcuno anche alla spiaggia Monday.”

“già fatto bellezza.” Si, quello alla radio era sicuramente Irvine “saremo da voi tra una ventina di secondi, abbiamo il Lagunarock.”

***

Al primo sparo Selphie aveva contattato il preside Cid che subito aveva chiesto ad Esthar di poter utilizzare il velocissimo Lagunarock. Il presidente non aveva sollevato obiezioni e dopo una rapida sosta al garden di Balamb per caricare tre squadre di SeeD ben addestrati e poi si era diretto verso Timber. Avevano caricato lì i feriti per portarli al migliore ospedale di Esthar, al cui confronto quello di Deling City non è altro che una infermeria scolastica. Mentre Quistis con i rinforzi SeeD stava inseguendo il Phalanx gli altri stavano caricando i feriti sul Lagunarock. Svolte in fretta queste operazioni avevano ricevuto gli SOS degli sfortunati SeeD messi KO dal Phalanx ed erano andati a recuperarli. Quando si erano alzati in volo, era esploso il municipio. Al suo posto adesso c’era solo un cratere. L’esplosione inoltre aveva frantumato i vetri delle abitazioni per centinaia di metri, causando ulteriori feriti. Il numero accertato dei morti aveva superato il centinaio di unità. Una delle tragedie più grandi della storia di Timber, ed i Timber’s Beast vennero ritenuti direttamente responsabili.
Due giorni dopo tutta la squadra d’assalto, tranne Rinoa che quel particolare giorno soffriva di nausea era riunita nell’ufficio del preside Cid. Stavano facendo il punto della situazione.

“Che i Phalanx fossero presenti, beh, direi che questo è un fatto accertato.” Disse Zell che aveva il braccio destro fasciato ed una benda intorno la fronte.

Irvine si inserì nel discorso

“Si, ma di sicuro non sono andati lì per divertirsi. Come ha detto Cid, agiscono solo se pagati. E non credo che i Timber’s Beast abbiano così tanti soldi da poter permettersi di pagarli!”

Squall era cupo. Un phalanx era stato abbattuto, ma come Cid gli aveva spiegato, ogni volta che una squadra subiva una perdita immediatamente subentrava un cadetto. Quante squadre ci fossero in giro era un fattore di grande importanza,perché sebbene ogni squadra fosse indipendente dalle altre, in casi eccezionali potevano formarsi delle coalizioni. Squall rabbrividì al pensiero di quello che solo sei di loro erano riusciti a fare e sperò ardentemente di non doversi confrontare mai contro una coalizione.
Il comandante passò poi la parola a Quistis e Seifer, che erano riusciti a sconfiggere un Phalanx, chiedendo di sentire il loro rapporto. Seifer parlò del primo scontro sulla nave e poi dello scontro sulla spiaggia.

“Come ha fatto il Bloodfest a combinarsi con l’onda cosmica?” chiese Zell

Squall aveva subito quell’attacco sulla propria pelle, anzi li aveva subiti entrambi, fortunatamente non contemporaneamente. Pensò di poter spiegare

“Il Bloodfest apre una frattura dimensionale per un breve lasso di tempo. Nulla può sfondare la sfera dell’Onda Cosmica, ma la frattura creata da Seifer ha aperto una sorta di portale che ha permesso alle magie di passare. Magie che al contatto con l’onda cosmica hanno aumentato la loro intensità.
Ma questo non è importante. Vorrei che Seifer spiegasse meglio quello che è successo sulla nave.”

“L’avrei spiegato meglio se l’avessi capito signor comandante. Ha solo detto che lui combatte insieme al proprio Guardian Force.”

Vennero sollevate le ipotesi più disparate, ma alla fine non conclusero nulla. Prima di sciogliere la riunione Cid comunicò che il funerale dei due SeeD caduti si sarebbe svolto al Garden e non a Timber e tutti erano invitati a presenziare.
Squall rientrò nel suo appartamento che ormai divideva con Rinoa, e gettandosi sul letto cercò di fare il punto della situazione, trovandosi con più domande che risposte. Una frase in particolare gli girava in testa: avete gli stessi occhi aveva detto Rinoa.

(gli stessi occhi…)

Prese dal cassetto l’anello con raffigurato il drago e lo guardò.

(Griever…conosceva Griever.)

Prima dello scontro contro Artemisia solo lui e Rinoa sapevano che l’anello avesse quel nome. E dopo lo scontro,nessuno degli altri ne aveva fatto parola.

suvvia, non mi hai ancora riconosciuto?

Perché mai avrebbe dovuto riconoscerlo? Chi era?
Ma le sue riflessioni vennero interrotte da Rinoa che usciva dal bagno privato del suo appartamento. Essere il comandante aveva i suoi privilegi.

“Dovresti farti vedere dalla Kadowaki, Rin.”

“Dovresti farti vedere dallo psicologo, Leonhart.” Ribattè acida.

Ecco, era arrabbiata. Che cosa aveva fatto di male adesso? Rinoa capì quello che passava per la mente del SeeD e provò un grande imbarazzo. Stava per mettersi a piangere

“Scu-scusami Squall. E’ che…non lo so…perdono…”

Rinoa si sedette accanto Squall sul letto che dividevano e si portò le ginocchia al petto, stringendole a sé con le braccia. Squall capì che era suo dovere consolarla. Forse era il momento dell’evergreen ‘braccio intorno alla spalla’. Impacciato, il braccio di Squall si posò sulle spalle di Rinoa che gli poggiò la testa sul petto. Sforzandosi, Squall capì il perché Rinoa fosse così preda degli sbalzi d’umore ed avesse la nausea.
Quella che aveva visto a Timber doveva averla sconvolta. Vedere la propria città, i propri amici ridotti in quello stato…Selphie aveva avuto una reazione simile a Trabia, ma molto più blanda grazie all’addestramento SeeD. Addestramento che Rinoa non aveva mai avuto.

“Non scusarti, capisco quello che provi.”

(o comunque capisco almeno il perchè)

(credo…)

“piuttosto Rin” continuò “dove hai imparato ad usare il Gunblade? E che modello è? Non ricordo d’averlo mai visto nella rivista Armi Mese.”

“Mi chiedevo quando avresti fatto questa domanda.”

Rinoa asciugò rapidamente le lacrime e saltando prese il fodero in cui era contenuto il suo Gunblade. Lo estrasse e lo mostrò a Squall che lo esaminò. La lama era lunga, più di quella del Lionhart, ma leggera e resistente. Anche il sistema di fuoco era diverso, sembrava l’impugnatura di fucile più che di una pistola, e l’inclinazione della lama rispetto al fucile era minima. Era quasi una spada.

“L’ha fatto Joker, sai, il membro del Club CC.”

(mi chiedo se ci sia qualcosa che non sia in grado di fare)

Squall fece come per vibrare qualche colpo trovando l’arma estremamente efficace e ben costruita. Squall riconsegnò l’arma a Rinoa

“E dove hai imparato ad usarlo?”

“Beh…non lo so. Cercavo solo di pensare come ti saresti mosso tu, tutto è venuto fuori spontaneamente.”

Strabiliante. Non si aspettava una tale abilità, soprattutto da Rinoa che era completamente sprovvista di addestramento SeeD.

“Che dire? Hai tenuto testa ad un guerriero che ha quasi messo KO Seifer e me….non vorrei proprio averti come avversaria, dopo che avrai fatto un po’ di pratica!”

Rinoa saltò in braccio a Squall

“Non credo che io e te potremmo mai essere avversari…” gli sussurrò

***
Seifer camminava spavaldo per i corridoi del Garden, con il Gunblade poggiato sopra la spalla. Lo portava più che altro per abitudine, perché si sentiva legato a quella sua arma, consapevole del fatto che se avesse affrontato qualcosa di più ostico di un Lesmathor la lama si sarebbe spezzata. Il sistema di fuoco era stato compresso e quando aveva frapposto la lama tra la lancia scagliata dal Phalanx e Quistis, questa si era quasi spezzata. Ma non era nulla d’irreparabile, finchè non aveva scagliato il suo Bloodfest, sovraccaricandola.
Gli avevano detto che avrebbe dovuto cambiare arma, ma non si sarebbe separato da quel pezzo d’acciaio ormai inutile per niente al mondo. E poi,c’era tempo.
Non indossava più il suo sgualcito e strappato cappotto, ma portava una semplice giacca bianca con colletto di pelo scuro mentre i pantaloni erano di un nauseante(per lui) color crema. Quando si era guardato allo specchio gli era sembrato di vedere il negativo di una foto di Squall. Si diresse verso il Garage e lì scoprì che lei lo stava già aspettando.

“Professoressa…sono sorpreso della sua puntualità!”

Quistis aveva riposto la sua tenuta da battaglia sostituendola con un abito da sera nero.

“Sei in ritardo Seifer. Gli altri ci stanno già aspettando.”

Non sapeva perché aveva invitato Seifer per quell’uscita tra sole coppie. E Seifer non sapeva perché aveva accettato. In primis, l’idea di passare una serata col gallinaccio, il vaccaro e Squall con le rispettive ragazze non era certo allettante, e poi perché era stata Quistis a chiederlo. Perché diavolo aveva subito detto di si a questa strana idea di uscire tutti insieme il venerdì sera al ristorante di Balamb?
Seifer aprì la sportello a Quistis facendola accomodare accanto al posto di guida.

“Che gentile…non sapevo che anche tu conoscessi il galateo!”

E neanche lui lo sapeva. Parlarono del più e del meno per la breve durata del tragitto, e dopo aver parcheggiato la macchina si diressero verso il resto del gruppo che li attendeva di fronte la casa della madre di Zell. Zell indossava la sua divisa SeeD ed aveva un braccio intorno alla vita della ragazza con la treccia. Irvine aveva sostituito il suo impermeabile con un cappotto in pelle ma aveva sempre in testa l’immancabile cappello. Selphie parlottava con i piccioncini che invece si erano mantenuti sul casual: jeans e maglietta per Rinoa, solito completo per Squall. Quando videro Quistis e Seifer arrivare si lamentarono solo del ritardo. Avevano già digerito la notizia, sebbene Zell fosse stato sul punto di svenire.
Irvine guidò il gruppo verso un locale vicino il porto di Balamb, ed il posto era tutto sommato elegante. Ma Squall notò qualcosa in fondo alla sala che lo fece rabbrividire: un amplificatore, un pianoforte ed un’asta con microfono. Squall guardò Irvine

“Non è quello che penso, vero?”

“Sorpresa Squall! Ho scoperto che anche qui organizzano serate Karaoke!”

(fregato…)    

Squall si lasciò cadere sulla sedia, perdendo quel poco di colore che aveva in viso. Ma in fondo non potevano mica costringerlo? O potevano? Avrebbe potuto dire no ad un’esplicita richiesta di Rinoa? Ultimamente era di umore molto instabile…forse non avrebbe accettato un no.
Per tutta la durata della cena non gli furono richiesti interventi per cui un monosillabo o un cenno del capo non fosse sufficiente, e ciò gli diede non poco sollievo. In fondo gli piaceva stare con i suoi amici, ma sul parlare…diciamo che si stava allenando. Incrociò lo sguardo di Seifer che sorridendo gli indicò con un movimento della testa il microfono.

“Allora Squall, che ne dici di deliziarci con qualcosa? Magari un duetto..”

“Eh no! Prima io!” provvidenziale intervento di Selphie che balzando in piedi e trascinando Irvine per un braccio si portò sul palco. Almeno per il momento la tortura era rinviata.
Gli altri ridevano mentre Selphie dava istruzioni al pianista ed Irvine accordava la sua ormai inseparabile chitarra. Poi Selphie si esibì in una cover di “Girls Just wanna have fun”. Persino Squall dovette riconoscere che la sua voce, spesso irritante, si adattava bene a quella canzone. Seguirono altre tre canzoni che Squall non seppe identificare, poi Irvine dovette portarla via a viva forza dal palco. Zell e la ragazza con la treccia di cui solo Squall e Seifer non avevano ancora imparato il nome presero il posto di Selphie.
Zell era stonato come una campana incrinata, ma tale era la passione che comunicava cantando che ricevette comunque un applauso finale. Squall guardava l’orologio, mentre un altro cliente del locale si esibiva in un celebre pezzo rock. Irvine notò la sua apprensione e da buon amico qual era decise di infierire

“Forza Squall, dopo di lui tocca a te e Rinoa.”

“E’ tardi, dobbiamo andare. Ricordatevi che c’è il coprifuoco..”

“…che di sicuro non vale per il comandante SeeD e la sua squadra a cui si deve il fatto d’aver salvato il pianeta! Dico bene Zell?”

“Gurf?” Zell aveva addentato un pezzo di pane e non aveva seguito il discorso.

Squall comunque non aveva intenzione di cedere.

(Allora non avete capito…)

“Non se ne parla.”

Seifer rise “Forse l’impavido Squall ha paura?”

“Perché non ci vai tu allora?” fu la risposta di Squall

Seifer si guardò intorno con aria spavalda, poi il suo sguardo tornò a posarsi su Squall.

“D’accordo.”

(…che?)

“Ma ci vai davvero?!?” chiese Zell lasciando andare la bistecca su cui si era avventato una volta lasciato il microfono.

“Dopo la tua esibizione ci vuole qualcuno che rialzi la media dello spettacolo…Gallinaccio.”

“SMETTILA-DI-CHIAMARMI-COSI’!!!”

Ridacchiando Seifer si dirigeva al microfono mentre Squall sudava freddo…finchè il suo cercapersone trillò, ed il messaggio richiedeva esplicitamente la sua presenza. Squall si congedò senza nemmeno prendersi la briga di fingersi dispiaciuto e se ne andò accompagnato da Rinoa. Era stata proprio lei a chiamarlo di nascosto al cercapersone, togliendolo dalla spiacevole situazione in cui si trovava. I due passeggiarono per il lungomare di Balamb finchè si gettarono sulla spiaggia a vedere insieme le stelle.

“Guarda, una stella cadente!”

Sorridendo Squall osservò il punto indicato da Rinoa. Quella era la sua idea di serata ideale.

CAPITOLO 16

Che bella notte. Piena di stelle, tranquilla. La notte perfetta per stare soli a fare il punto della propria esistenza o da passare insieme ad una persona speciale…peccato che lui, il leader di questa squadra di Phalanx non potesse fare né l’una né l’altra cosa. Si passò una mano tra i capelli neri e guardò lo schermo davanti a lui. In quanto caposquadra era suo compito compilare i rapporti. Fece un profondo respiro prima di inserire la voce seguente

Status Componenti:
-Ray Wolf (lancia): KIA.
GF: none


Forse con un GF si sarebbe potuto salvare…o no? Inviò i dati al Server e si alzò dalla sedia di metallo per dirigersi verso l’infermeria. Lì Odine stava curando (o era più corretto dire esaminando?) Crisis. Lui, che aveva preso il controllo della nave ed aveva combattuto contro Almasy, utilizzando la nuova forma di evocazione GF spiegatagli da Odine. Risultati? Scontro vinto, ma Almasy ancora vivo e lui attaccato ad un respiratore. Ma era il momento di chiedere al dottore un rapporto.
Non che la morta del suo compagno di squadra l’avesse toccato più di tanto; sebbene fosse raro che un Phalanx fosse Killed In Action lui metteva sempre in conto la possibilità di non rivedere i suoi colleghi vivi alla fine della giornata. Per questo evitava di creare legami superiori al normale rapporto di lavoro: che senso ha farsi degli amici col rischio che vengano ammazzati? Non era sicuro ne valesse veramente la pena.

“Ezzere tutto semplice. Foi non usare GF di norma, ja?”

(non ci servono)

“alcuni di noi li hanno, ma non li usiamo mai”

“Perché foi stupidi! Non capiren? Foi non potete fare nuofo junction ze afete scarza affinità con Guardian!”

Odine lesse lo sguardò interrogativo sulla faccia del suo nuovo cliente e continuò a spiegare

”Zerve forten lecame per poter unirzi con GF! Se foi non efoca, niente lecame, ed energia GF distrugge organismen! Zucconen!”

(…non ci ho capito granchè…)

“Non sono certo d’aver capito…”

“Ze GF non fiene efocato, lui rifiuta di stare con efocatore!”

Forse aveva afferrato il concetto. Quindi, fare questo nuovo Junction con GF era una manovra pericolosa se non si aveva alta affinità. Il che vuol dire che era del tutto inutile: nessuno usava mai i guardian force, perché non ne avevano bisogno. Li usavano per i junction, nulla di più, dato che non credevano che un GF potesse avere tutto questo potenziale nascosto, sebbene il fatto che un GF allo stato brado era spesso più potente d’un GF evocato l’aveva fatto pensare..

“Ci sono novità sugli altri studi?”

“Ja! Grandi Nofità!”

Odine lasciò l’infermeria dirigendosi velocemente verso il grosso computer, contenente tutti i dati che aveva ad esthar, più gli ultimi sviluppi. Premette qualche tasto e sullo schermo comparvero i risultati.

(Per me sono solo lettere messe a caso…)

“Fantastiken!” disse Odine “Tu fede schermo? Dati indica che più tempo una strega condivide con il suo cafaliere più alta è la propapilità che uno assuma abilità dell’altro. Finchè sono ficinen si cenera un’aura di energia. Così nascono i Cafalieren Mistiken und Maghen Rossi. ”

“Non sono solo personaggi di libri di fantasia?”
Nel libro “Eroi di Centra” i protagonisti erano appunto un cavaliere mistico, ovvero un guerriero in grado di poter usare anche qualche magia ed una maga rossa, il suo opposto, cioè una strega in grado di combattere.

“Nein und Nein! La fantasia derifa sempre da ein base di realtà”

Il che vuol dire che la compagna di Leonhart stava imparando a tirar di spada…il che spiega molte cose. Ma chissà come avrebbe reagito Squall quando si accorgerà di….diavolo, era una cosa che il Phalanx dai capelli neri voleva assolutamente vedere! Peccato che sarebbe impegnato in tutt’altra attività. Non ascoltava più Odine che ancora parlava finchè una frase non attirò la sua attenzione

“Quindi, con qvesto tu può kompattere poteri magiken…”

Odine mostrò un lingotto di metallo. Sembrava un comunissimo pezzo di alluminio.

“…”

“Non lasciare ingannare da apparenze, nein! Qvesto metallo emana potente aura anti-magiken. Io krede può fare buona armatura…”

“Perfetto. La faccia. La voglio pronta entro due giorni.”

Lo spigoloso viso di Eirich comparve alle spalle del Phalanx.

“Brother, messaggio dalla sede centrale.”

“Dì che arrivo.”

Forse era cinico pensare quello che effettivamente stava passando per la sua stessa, ma l’unico motivo per cui gli dispiaceva che i suoi colleghi venissero uccisi era perché dopo gli toccava fare rapporto ai capi, e dover attuare il protocollo…si presentò davanti allo schermo, ed osservò le facce di chi gli dava ordini contrarsi infastidite alla parte del “Successo Parziale”. Parole mai dette prima d’ora.
Venne rimproverato, umiliato, e gli ordinarono di seguire il protocollo standard. Chiuse la comunicazione arrabbiato ma sorridente

(se sapessero..)

Ma non lo devono sapere, e per ora avrebbe dovuto continuare a giocare con le loro regole.
Protocollo standard in caso un Phalanx venisse Killed In Action.
Vendetta.

***

Squall si svegliò di soprassalto nella camera di Rinoa. Era madido di sudore e sentiva il cuore battergli all’impazzata. Rinoa acconto a lui dormiva ancora e la sua cagnolina, Angelo, era accucciata sotto il tavolo. Vedere Rinoa dormire ebbe l’effetto di tranquillizzare il comandante SeeD. Da quanto tempo non aveva un incubo?

(Perfetto. Ci voleva proprio un incubo.)

Si poggiò la mano sulla fronte cercando di ricordare cosa l’avesse turbato così tanto.
Allora…c’era Griever. Non l’anello, non il medaglione, ma proprio lui il leone alato che aveva combattuto insieme(letteralmente)ad Artemisia. Squall vedeva tutto come se fosse lui Griever…che si trovava nelle Rovine di Centra, nella sala del trono dove i SeeD avevano preso il potere di Odino. Sopra il trono c’era il cielo stellato e Griever si scontrava contro un drago dotato di quattro paia d’ali, le cui fauci grondavano sangue, come le zampe del Griever.

(tutto qui?)

Si, non c’era nient’altro. Ed allora perché quella sensazione?
Diavolo, se anche la mente iniziava a fargli scherzi era veramente alla frutta. Preoccuparsi per un sogno…forse erano gli “effetti collaterali” del passare troppo tempo con Rinoa, che al contrario di lui era una che credeva che i sogni fossero importanti. Lui non li ricordava mai, e non se n’era mai dispiaciuto.
Preso da uno strano pensiero, tirò fuori dalla tasca della sua giacca l’anello col drago…era freddo e lucido, come sempre.

(Che mi aspettavo?)

Ma qualcosa successe. L’anello col drago esercitava una sorta di attrazione magnetica sull’anello di Griever, appeso al collo di Rinoa. Vedeva la catena d’argento tendersi nel tentativo di far toccare i due anelli…no! Non era il caso di farlo, non qui. Tirò via l’anello Drago esercitando una discreta forza.
Non sapeva se era il caso di parlarne o meno dato che c’erano due rischi: essere preso per pazzo o essere preso troppo seriamente. Ne avrebbe parlato l’indomani con la madre. Aveva più esperienza di tutti loro, era certo che avrebbe dato alla cosa il giusto valore.

***

“E’ questo è quanto…”

Squall aveva appena finito di raccontare il sogno alla Madre che aveva ascoltato con aria solo vagamente interessata. Finchè Squall non le aveva detto dell’anello col Drago e della sua reazione all’anello di Griever.

“E’ ben strano in effetti. E probabilmente Griever non ha mai avuto reazioni simili con altri metalli vero?”

“Me ne sarei accorto…”

“Infatti. Quindi c’è qualcosa che va ben oltre il magnetismo. Uno qualche relazione…farò delle ricerche.”

Squall ringraziò e si congedò. Adesso non aveva tempo di approfondire la cosa, doveva dividere i SeeD in squadre per l’assalto alla Lunatic Pandora.
Radunò i SeeD di livello più alto in presidenza, ed affiancato da Shu spiegò quello che bisognava fare.

“La missione è incredibilmente lineare, e quindi dannatamente complessa. Distruggere la Lunatic Pandora. Avremo bisogno di varie squadre: la squadra di demolizione A userà il Lagunarock e penetrerà all’interno della struttura. Lì dovrà piazzare dei detonatori nei punti prestabiliti, che adesso vi indicherò.”

Sullo schermo comparve l’immagine della Lunatic Pandora e dei puntini rossi iniziarono a lampeggiare.

“Ma attaccare lì non è sufficiente. Bisogna mirare anche alla base, Tear’s Point. Il pianto lunare non si è ancora interrotto, Tear’s Point è piena di mostri estremamente pericolosi, quindi qui verranno mandate tre squadre: Demolizione B, Difesa 1 e 2. Il compito della squadra di demolizione sarà quello di piazzare delle cariche alla base dell’anello che sorregge la Lunatic Pandora. Le squadre di difesa dovranno solamente badare ai mostri e difendere la squadra di demolizione.”

Shu subentrò a Squall

“è essenziale non andare a caccia di mostri, ma mantenere la posizione. I detonatori non esploderanno tutti insieme, prima infatti sarà la base a saltare. In questo modo…”

“li si fa cadere come un castello di carte.” Disse Zell.

“Esatto. Ma dato che non detto che la caduta sia sufficiente ad abbattere l’intera struttura allora abbiamo deciso di piazzare detonatori anche sulla parte superiore. I detonatori sono stati forniti da Esthar, e…”

“un attimo, un attimo..”disse Zell “ci sono mostri anche all’interno della Lunatic Pandora. Niente squadra di protezione per loro?”

“Ci stavamo arrivando,Zell.” Rispose Squall “continua Shu”

“I mostri all’interno della Lunatic Pandora non sono da considerarsi una minaccia per i SeeD esperti, ma dovrebbero essere un buon banco di prova per i cadetti. Kinneas, tu sarai il loro coordinatore.”

“Chiamami pure Irvine, bellezza!”

“Bene.” Concluse Squall mentre Irvine schivava un calcio di Selphie. “Ci vorrà ancora qualche giorno prima di arrivare ad Esthar, avremo tutto il tempo di preparare gli studenti. Quistis, Selphie, potrei parlarvi un attimo in privato?”

Le due ragazze si avvicinarono al comandante SeeD che era a disagio. Squall prese fiato

“Sentite…non è che parlereste con Rinoa? E’ di umore alquanto instabile, ma non mi vuole dire cos’abbia, inoltre credo che sia rimasta traumatizzata da quello che è successo a Timber..e non lo so…”

Chiedere il loro aiuto era costato a Squall meno di quanto si aspettava. Certo non era facile, però erano sue amiche,no? Almeno, gli avevano fatto una testa grande quanto un archerosaurus per fargli capire questo concetto, quindi non era troppo questa richiesta. O lo era? Maledizione! Una volta la sua filosofia era così lineare!

(mi sono confuso da solo…)

Quistis rise guardando il volto spaesato di Squall, e gli promise il suo aiuto. Selphie dal canto suo andò a scrivere nel suo diario aperto l’avvenimento, e canticchiò per il resto della giornata travolta dalla gioia che questo straordinario fatto le aveva procurato.
Squall però non ci fece caso

CAPITOLO 17

Il Garden di Balamb era ripartito. Avevano tagliato i ponti e lasciato l’isola per dirigersi ad Esthar, dove i SeeD avrebbero aiutato Laguna a ripulire Tear’s Point ed a distruggere definitivamente la Lunatic Pandora. Fatto questo, avrebbero poi cercato il disperso Garden di Galbadia coordinando le ricerche tra Garden e Lagunarock. Trabia avrebbe aspettato, dato che i fondi che Caraway voleva destinare a loro sarebbero invece andati a Timber. Scelta dettata dalla politica.
Seifer era rimasto a Balamb con due squadre ben armate, come misura precauzionale nel caso i Phalanx si presentassero.
Tutto ciò sarebbe dovuto rimanere top secret, ma le parole volano ed ogni Phalanx era stato addestrato all’arte del raccogliere informazioni senza farsi notare. Non era stato difficile capire che dei soldati del Garden alloggiassero all’Hotel di Balamb, e fu ancora più facile capire come regolavano i loro turni di guardia. Ma quelli non erano importanti, non era lì per loro. Aveva dovuto prendere il traghetto da Dollet per non farsi notare, sarebbe stato uno dei tanti turisti attirati dalle leggende sullo splendido mare di Balamb. I SeeD avevano la sua foto, ma gli era bastato un cappello ed una cartina di Balamb per raggirare le guardie…sul serio, avevano bisogno di una svegliata.
C’era un cimitero, a ovest di Balamb, alle base delle montagne. Una donna dai capelli grigi e con la benda sull’occhio andava lì ogni giorno, ed a volte era accompagnata da Seifer, riconoscibile solo attraverso le cicatrici che aveva in fronte, dato che aveva smesso di radersi e non portava più quel suo cappotto grigio.
Aveva visitato quel cimitero, scoprendo che era diviso in due parti: una destinata agli abitanti di Balamb, l’altra a tutti quei soldati/studenti del Garden passati a miglior vita prematuramente.
L’avrebbe atteso lì.

***

Seifer accompagnava Fujin alla tomba di Raijin sempre più spesso. Era sconvolto da come una vera dura come Fujin fosse rimasta scioccata dalla morte di Raijin. Anche Seifer si era sentito diverso, eppure lui aveva tolto la vita a non pochi uomini. Forse le cose cambiano quando le si osserva da quest’altra prospettiva. O forse Seifer aveva veramente bisogno d’un nuovo gunblade per ritornare il vecchio sé stesso.
Erano usciti all’alba, seguendo la strada per non incontrare mostri. Fujin entrò per prima, senza dire una parola e passò la mano sulla foto di Raijin, come per accarezzarlo. Seifer era certo che tra i due vi fosse qualcosa, ma non si era mai intromesso, dato che era del parere che queste cose avrebbero dovuto sbrigarsele da soli..ed improvvisamente non c’era più tempo.
Fujin rimase in quella posa per diverso tempo, finendo con l’irritare Seifer che le mise bruscamente una mano sulla spalla per tirarla via. Ancora nessuna reazione. Strano. Si spostò in modo da guardarla negli occhi e vide che non sbatteva le palpebre.

“Fujin..che cosa diavolo…?”

“Una comune magia Stop.” Disse una voce

Seifer si girò, vedendo che appoggiato ad un albero c’era il phalanx che lo aveva sfregiato. Poteva essere qui solo per un motivo.

“Vuoi vendicarti, piccoletto?”

“Vendetta? Ti sbagli.” Si allontanò dall’albero e si portò di fronte a Seifer. “La sua vita m’interessa meno della tua. E poi sono nella media..”

“Ed allora cosa vuoi?”

“Devo ucciderti. Ma perché mi è stato ordinato. Tuttavia credo che da vivo tu sia più utile che da defunto.”

Seifer assunse una posa da battaglia.

“Non avrai niente da me!”

“Voglio solo un’informazione…dimmi dov’è il Garden di Galbadia.”

“Dovrei saperlo?”

“Suvvia non scherziamo…sei stato tu a guidarlo via da Centra. Devi sapere dov’è finito.”

“Credo che non accetterò la tua offerta.”

L’altro fece una smorfia di fastidio e stretching al collo. Poi si avventò su Seifer, brandendo una spada argentata. Seifer intercettò il colpo con l’Hyperion…che si spezzò. L’acciaio della spada si abbattè su Seifer, ferendolo gravemente.
Il Phalanx lo guardò sorpreso. Si aspettava uno scontro ed invece l’ex cavaliere non aveva opposto la benché minima difesa…deludente. Con la sua amica in stop, il biondo non aveva speranze di sopravvivere. Il phalanx rinfoderò la spada e fece per andarsene, ma sentì Seifer ridere e si fermò

“Dicono che il mio senso dell’umorismo è particolare, eppure non credo ci sia molto da ridere per te in questo momento.”

“Pensavo…a cosa si dirà di me…il cavaliere della strega…uno dei più forti guerrieri del pianeta…morto così…come un fesso qualunque..”

Mentre parlava cercava di rimettersi in piedi, operazione che gli costò non poca fatica. Sentiva il sangue uscire a fiotti dal petto, la vista sempre più appannata e la testa sempre più pesante. Ciò nonostante guardò il suo assassino in faccia prima di scagliargli contro una magia Firaga, che l’altro non fece in tempo ad evitare. Venne scaraventato a terra, ma non perse tempo e si rialzò. Seifer non aveva la forza di proseguire l’attacco, riusciva a malapena a restare in piedi. I suoi occhi si incrociarono con quelli del suo assassino

“Allora, come vogliamo finire?”

Il Phalanx guardò Seifer con ammirazione: è così che bisogna affrontare la propria morte. Era un guerriero, certo meno abile di lui, ma con gli stessi principi. Meritava una morte da guerriero.
Estrasse la spada che portava legata alla schiena, e questa spada iniziò a brillare di luce nera.
La lama affondò e si ritirò.
Il phalanx rinfoderò e chiuse gli occhi al guerriero che aveva abbattuto, prima di andarsene. Lo status stop inflitto alla sua amica sarebbe scomparso da lì a qualche minuto, lui doveva sparire in fretta, prima che quella riuscisse a dare l’allarme.
Quando Fujin gridò il suo dolore, lui aveva già preso il treno per Deling City.

(Cos’è questa sensazione?)

(L’ho già fatto, anche in modo molto più brutale…perché mi sento vuoto?)

Era la prima volta che guardando negli occhi di un nemico non aveva visto tracce di paura, ma di ostinata rassegnazione.

(sapeva? Sapeva che sarebbe morto?)

Il pensiero lo turbava, e lottò per scacciarlo.

(Non importa. Alla fine, se sei fortunato, tutto quello che rimane è un semplice participio passato..)
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: DiKey