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Autore: apollo41    10/11/2009    3 recensioni
Harry torna da una missione all'estero e non riesce a riabituarsi al fuso orario di Londra. Si ritrova quindi a dormire di giorno e ad andarsene in giro di notte. Una notte in particolare però farà un incontro sorprendente.
Tratto dalla storia:
Si aspettava di vedere seduto nel tavolino all'angolo del locale il vecchio barbone che si ubriacava ma quella sera, a occupare quel posto, era un donna.
Indossava le calze a rete, un vestitino inguinale e molto scollato. Appoggiata accanto a lei c'era una pelliccia.
Era facile capire che fosse una puttana, ma aveva qualcosa di famigliare.
I corti capelli corvini, i tratti del viso sottili e delicati. E gli occhi. Profondi come pozzi. Pozzi neri in cui perdersi. Pozzi che fissavano la gente fuori dal locale senza vederla davvero.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Se ti piace nascere al tramonto puoi dormire insieme a me ~


Le sei e ventisei ~ Cesare Cremonini



Le sei e ventisei ci sono notti in cui non sai dormire
e più lo chiami e più Morfeo ti dice: "Non ce n'è!"


Harry Potter di certo non aveva mai pensato che lavorare come Auror gli avrebbe creato problemi d'insonnia, ma dopo aver affrontato una missione all'estero, tornato in Inghilterra, si era trovato a dormire di giorno e a rimanere sveglio la notte.
Erano solo le sei del pomeriggio ma il cielo di Londra era già scuro e le vie brulicavano di giovani che uscivano quando Harry si svegliò sbadigliando.
Si alzò svogliatamente dal letto e andò in cucina a prepararsi una tazza di caffè sporgendosi dalla finestra.
Viveva nella Londra babbana. Aveva fatto quella scelta solo per evitare di essere sempre torturato. Gli bastava già il continuo ronzare dei giornalisti attorno al suo ufficio al Ministero.
Bevve il suo caffè continuando a osservare i giovani ragazzi che passavano ridendo sempre più ubriachi man mano che le ore passavano.
Non erano rare le volte in cui si incantava a fissare ciò che lo circondava.
Il suo appartamento era sempre estremamente silenzioso quando non c'erano Ron ed Hermione che gli facevano visita.
Ma dubitava che i due si sarebbero presentati a quell'orario.
Infondo erano...
Harry osservò l'orologio.
Le 2 del mattino.
Sbuffò. Erano 2 settimane che era tornato, perchè non riusciva a riprendere i suoi orari?!


Scendere per strada in cerca di una birra e poi trovarsi
a raccontare a una puttana tutti i tuoi perché...


Lo stomaco brontolò facendogli capire che era l'ora del pranzo.
Mise un paio di jeans e una felpa a caso. Prese le chiavi, il portafogli e il cappotto e scese i 4 piani di scale che lo dividevano dalla porta del condominio.
Percorse quello che ormai era diventato il suo tragitto abituale ed entrò nel vecchio pub che stava poco distante da casa sua.
Non era mai molto frequentato quel posto. Era un locale malfamato, dove spesso si rifugiavano le prostitute d'inverno per ripararsi dal freddo. Ma lui ci andava proprio perchè in quel posto non ci andava quasi nessuno. Non che non si potesse permettere un posto raffinato e costoso, ma a lui non piacevano quei posti. Gli ricordavano la sera in cui aveva chiesto a Ginny di sposarlo.
La stessa sera in cui lei gli aveva confessato di tradirlo da mesi.
Scrollò la testa cercando di non pensare a quella sera di 6 mesi prima ed entrò accompagnato dal solito tintinnio del campanello appeso sopra la porta.

Hey Harry, ti si vede anche stasera.” lo salutò il vecchio al bancone.
Il moro sorrise sedendosi in uno degli sgabelli di fronte all'uomo.

'Sera Oscar. Il solito.” gli disse prima di osservarsi intorno.
Si aspettava di vedere seduto nel tavolino all'angolo del locale il vecchio barbone che si ubriacava ma quella sera, a occupare quel posto, era un donna.
Indossava le calze a rete, un vestitino inguinale e molto scollato. Appoggiata accanto a lei c'era una pelliccia.
Era facile capire che fosse una puttana, ma aveva qualcosa di famigliare.
I corti capelli corvini, i tratti del viso sottili e delicati. E gli occhi. Profondi come pozzi. Pozzi neri in cui perdersi. Pozzi che fissavano la gente fuori dal locale senza vederla davvero.
Oscar tornò dalla cucina con un piatto con
fish&chips e una birra bionda ghiacciata.
Ti piace la tipa lì?” gli chiese ridacchiando l'uomo visto che Harry non le toglieva gli occhi di dosso.
Cosa? Oh no... Solo... Ha qualcosa di familiare. Mi sembra di conoscerla ma non riesco a capire chi sia.” borbottò mettendosi a mangiare.
Magari ci hai fatto una scopata e non te lo ricordi.” disse il barista con un'alzata di spalle.
Non sono il tipo di uomo che va con le puttane.” sibilò acido prima di bere un sorso di birra.
Sospirò continuando a mangiare silenzio pensando intensamente alla ragazza.
Era rimasto un ultimo sorso di birra nel suo bicchiere e lui lo fissava con sguardo vacuo.
Pensò per l'ennesima volta a quegli occhi profondi e d'improvviso si ricordò chi fosse.
Pansy Parkinson.
Portò di nuovo lo sguardo su di lei.
Non aveva dubbi. Era proprio la Parkinson.
Ma che ci faceva lei lì? E sopratutto perchè era conciata a quel modo?


Non pensavo di esser stato divertente invece guarda
come ride, sembra anche felice, molto più di me.


Grazie per il pranzo Oscar, metti tutto sul mio conto e tieni questi come mancia.” disse lasciando un paio di banconote sul bancone e andando verso la ragazza.
Posso sedermi qui?” le chiese.
Lei alzò lo sguardo e capendo chi le stava di fronte sobbalzò.

C-certo” sussurrò sperando di non essere riconosciuta.
Non avrei mai pensato di trovarti qui.”
Mi dispiace, non credo di conoscerla.” rispose indifferente guardano nervosa altrove.
Lo so che sei tu Parkinson. Non sono stupido. E non sono neppure sul piede di guerra. Niente insulti per stasera, ok?” propose lui.
Pansy lo osservò con sguardo minaccioso per qualche istante poi con un sospiro annuì.

Immagino che vuoi sapere che ci faccio qui.”
Umm... anche no. Se non ti va di parlarne non importa.” borbottò con un'alzata di spalle.
Lei sospirò sorridendo amaramente.

Non sai mentire. Ti si legge la curiosità in faccia.” Bevve un sorso della cioccolata ormai tiepida che aveva di fronte a sé e poi continuò a parlare. “Sono stata costretta a fare questa vita. I miei erano Mangiamorte e con la fine della guerra sono stati arrestati e i loro beni confiscati. Mi sono ritrovata su una strada. All'inizio facevo la barbona, poi ho fatto amicizia con una puttana che mi ha ospitata. Non mi piaceva però pesarle quindi ho iniziato a vendere il mio corpo anche io. Stasera però non mi andava di lavorare quindi sono venuta qui.” spiegò senza mai fermarsi con tono quasi inespressivo.
Mi sento quasi in colpa.” sussurrò Harry guardandola negli occhi. “Infondo è colpa mia se i tuoi sono finiti ad Azka-” lei però lo interruppe.
Cazzate. Se la sono voluta. Nessuno li costringeva a stare dalla parte del male.” sibilò. “E comunque voglio sapere tu invece che ci fai in un postaccio del genere.” aggiunse.
Non riuscivo a dormire.” ammise con semplicità lui guadagnandosi uno sguardo perplesso da parte sua.
Sono tornato da una missione all'estero e non riesco a riabituarmi al fuso orario diverso quindi dormo di giorno e sono sveglio di notte. Vengo qui a pranzare tutte le sere.”
Lei sogghignò.

E ti cerchi anche la compagnia?” chiese con malizia.
Harry arrossì visto che lei gli fece il piedino.

Smettila! Non è così!”
Pansy smise ridacchiando.

Sempre il solito santarellino. Come sta la Weasley?” chiese poi.
Non ne ho idea. Dovresti chiederlo al tuo vecchio amico Zabini.” sibilò rabbioso osservando fuori mentre stringeva le mani a pugno.
Oh. Argomento sbagliato.” sussurrò mortificata lei.
Tranquilla, non importa. Non è colpa tua. Forse sono solo sbagliato io.” ammise con un sospiro. “Probabilmente non le dedicavo abbastanza attenzioni o non ci so fare a letto.”
Pansy si trattene per qualche istante ma poi scoppiò a ridere.
Aveva una risata cristallina ed Harry fu costretto ad ammettere che fosse davvero carina quando rideva.

Quanto sei idiota. Sono sicura che non dipenda da come fai sesso Potter, ma che semplicemente lei si sia innamorata di Blaise. La capisco sai. Ho amato Draco con una intensità incredibile. Per anni l'ho corteggiato ma io non gli interessavo. Siamo anche stati a letto un paio di volte, ma per quanto io cercassi di accontentare tutte le sue fantasie, lui non mi considerava altro che la sua bambola gonfiabile. Per voi credo fosse diverso. Lei mi sembrava innamorata di te. Magari i suoi sentimenti sono solo cambiati. Anche io ormai ho girato pagina. Nonostante non sia il modo migliore per farlo diventare una prostituta...” disse diventando mano a mano più seria.
Rimasero in silenzio per un paio di secondi.


Ma se ti piace nascere al tramonto puoi dormire insieme a me.

Ti va di farti un giro con me?” le chiese Harry all'improvviso.
Non sapeva neppure lui da dove gli fosse uscita quell'idea cretina, ma quando lei accettò sorridendo sentì una strana felicità avvolgergli le viscere.


Guarda un po' dove ti porta la vita!
In questa notte sbagliata la birra è finita si
ma tu puoi essere mia a
mica?


Passeggiarono per un po' nel freddo della notte parlando come vecchi amici. Dopo un po' si rifugiarono nell'appartamento di Harry per ripararsi dal freddo penetrante di quella notte che era diventata limpida e stellata.
Continuarono a bere birra per ore finché non né rimase neppure una bottiglia nel frigo del moro.
Erano entrambi un po' alticci quando ormai stava albeggiando.

Mi ha fatto piacere chiacchierare con te” sussurrò Pansy sulla soglia prima di uscire per tornare a casa sua.
Suonerà strano, ma è piaciuto anche a me.”
Lei sorrise facendo per andarsene quando lui la bloccò per un polso.
“Ehm... sentì, ti va se ci troviamo anche domani per chiacchierare di nuovo?” domandò leggermente rosso in viso.

Mi stai chiedendo di uscire?” rispose lei.
No no... solo... vuoi essere mia amica?”
Rimasero in silenzio.


Ci penserò magari tutta la vita!


Lei sorrise enigmatica senza rispondere iniziando a scendere le scale.
Harry rimase lì imbambolato a guardarla.
Era un sì o un no?
Quella domanda lo torturò fino al momento in cui Morfeo finalmente lo chiamò a sé.


Se Dio sapesse di te sarebbe al tuo fianco.
Direbbe: "Son io! Quel pittore son io!"
Facendosi bello per te.
Ma è troppo occupato a dipingere nuvole in cielo
per badare anche me..


Sognò lei per tutto il tempo.
Avvolta da una luce intensa, vestita di un leggero abito estivo che le arrivava alle ginocchia. Correva in un campo di girasoli ridendo come una bambina scappando da lui.
E poi cadevano entrambi a terra e mano nella mano osservavano le nuvole bianche correre in cielo.
Quando si svegliò sorrise d'impulso ripensando a lei e a quanto bella fosse.
Immediatamente sperò di trovarla anche quella sera al locale per poter chiacchierare ancora con lei.


L'asfalto mentre corri sembra un fiume verso il mare
il panorama se ti volti è spazio e tu sei l'astronave.


Si vestì ad una velocità incredibile e corse a perdifiato per arrivare al locale.
L'asfalto sotto i suoi piedi scorreva veloce e quasi gli sembrava che stesse andando nel senso contrario, come a volergli impedire di andare a vederla. Ma non si arrese.
Più volte si voltò a chiedere scusa a qualcuno che aveva urtato. Quando finalmente vide l'insegna del locale rallentò.
Fece dei respiri profondi per riprendere fiato e poi finalmente entrò.
Lei non c'era.
Amareggiato si sedette al bancone e ordinò un caffè.
Oscar lo tartassò di domande su di lui e la puttana della sera precedente, ma Harry non gli rispose mai rimanendo con lo sguardo fisso sull'entrata sperando di vederla apparire da un momento all'altro.
Avrebbe aspettato tutta la notte se necessario per parlarle ancora una volta.
Aveva ormai bevuto 7 tazze di caffè lungo quando finalmente Pansy varcò la soglia.
Indossava un semplice paio di jeans a sigaretta con un cappottino nero in pelle e degli stivaletti dai tacchi alti.
Gli sorrise sedendosi affianco a lui ordinando una cioccolata calda senza panna.

Scusa il ritardo. Ero andata a fare un giro con la mia coinquilina.” sussurrò quando Oscar sparì borbottando in cucina dopo un'occhiataccia di Harry.
Tranquilla, non ero qui da molto.”
Per qualche istante cadde il silenzio ed entrambi bevvero un po' a disagio.
E ora di che potevano parlare?
“Non lavori più?” chiese lei all'improvviso.

Cos- oh no no, lavoro ancora ma mi sono preso un paio di settimane di ferie. Ero un po' stanco dopo la missione in America.”
Wow, in America? Che tipo di missione? Sei Auror se non sbaglio.”
Sì. Cercavamo un criminale che prima stava qui a Londra e che ha tentato di rifugiarsi negli Stati Uniti ma l'abbiamo beccato dopo un paio di settimane. Niente di particolarmente impegnativo ma il mio caposquadra è un po'... come dire... volubile.”
Che intendi.”
“Bhè, ha idee un po' strane. A volte mi ricorda Xeno Lovegood.”
“Il padre di Lunatica?” chiese lei dubbiosa.

Esatto. Ha come lui una fervida immaginazione ma è molto bravo come Auror. E poi è divertente lavorare con lui anche se a volte ti fa girare le scatole. Ron invece non la pensa come me. Si lamenta sempre perchè ci fanno lavorare più delle altre squadre.” ridacchiò.
Ovvio che lavorate di più. Probabilmente sarete la squadra migliore, no? Sopratutto se con voi c'è anche la Granger.”
“No, lei non è Auror. Ha deciso di buttarsi in legge. Fa la Magi-avvocatessa.”

Pansy rise. “Ce la vedo proprio davanti al Wizengamot mentre cerca di salvare i suoi clienti. Quella è un diavolo di donna.”

Anche Ron lo dice. Io invece credo che lei sia fantastica. La invidio in un certo senso.”
“Non ne hai motivo. Cosa ti renderebbe peggiore di lei?” chiese seria guardandolo negli occhi.

Hai frainteso. La invidio perchè è felice. Lei e Ron si sono sposati 2 mesi e mezzo fa. Io invece... beh, sono tutto solo...” borbottò amareggiato.
Come sei melodrammatico. Avrai una marea di ragazze che ti muoio dietro, basta che te ne porti a casa una e non sarai più solo.” esclamò lei con una punta di rabbia nella voce.
Non è quello che voglio.” rispose sincero lui osservando la tazza vuota che ancora stringeva tra le mani. “Portarmi a letto una qualsiasi non cambierebbe nulla. Vorrei trovare qualcuno da amare e che ami me. Ma sembra impossibile. Tutte quelle con cui esco sono interessate alla fama che possono avere stando accanto a me. Sono destinato a restare single a vita.”
“Stupidaggini. Devi avere solo pazienza. Troverai di sicuro una ragazza che ti ami sinceramente. Sarebbe una pazza a lasciarsi scappare un uomo sincero, coraggioso e dannatamente bello come te.” disse senza rendersi conto delle sue stesse parole.

Allo sguardo stupito di lui infatti arrossì.

G-grazie per i complimenti ma non credo ch-”
Smettila di negare. Sto dicendo solo ciò che penso e visto che sono una donna è ciò che pensano anche le altre donne.”
Di nuovo lei arrossì dandosi della stupida.
Perchè gli stava dicendo tutto quello?
Lui non doveva sapere che le piaceva! E invece gli stava praticamente confessando tutto.
Si diede di nuovo della cretina.

Devo andare.” disse alzandosi e facendo per andarsene.
Lui come la mattina precedente la fermò afferrandola per un polso.

Aspetta. Ti prego. Vieni con me.” la supplicò quasi.
Pansy deglutì abbassando lo sguardo.
Annuì arrosendo e dandosi ancora della stupida. Si stava comportando come un'adolescente innamorata!
Quella constatazione le tolse il respiro.
Cazzo, si era innamorata di Potter.
Ma com'era potuto accadere?!


Perderti nei vicoli, domani non svegliateci
c'è la luna da esplorare, la stella polare dov'è?

Non seppe neppure come ci erano arrivati, ma quando finalmente ricominciò a respirare si ritrovò nell'appartamento di Harry.
Lui era in piedi di fronte a lei dandole le spalle.
Sembrava indeciso su qualcosa.
Pansy si perse a osservare la sua figura che si stagliava nella semioscurità della cucina dell'appartamento. Aveva le spalle solide, la schiena dritta e il sedere sodo. E delle gambe forti, muscolose, scattanti. Semplicemente mozzafiato.
Mai si sarebbe immaginata anni prima di sentirsi attratta da Harry, ma in quel momento desiderò con tutta sé stessa di potersi stringere a lui e di sentire il moro stringerla a sua volta.
Harry dal canto suo desiderò esattamente la stessa cosa.
Si voltò e la guardò negli occhi per qualche istante. Le si avvicinò carezzandole il viso. Aveva la pelle freddissima e le labbra sottili erano vermiglie a causa della bassa temperatura.
Desiderò immensamente baciarla in quel momento ma aveva paura.
Come avrebbe reagito lei?
Dopo lunghissimi attimi di silenzio Pansy sospirò insoddisfatta.

Cos'ho che non va?” gli chiese. “Ti faccio così pena? Non vuoi baciarmi perchè sono sporca? Perchè sono una puttana?” continuò sentendo quasi le lacrime pungerle gli occhi.
Lui fece un cenno di negazione con la testa e le sfiorò il naso con il suo.

No. Ho solo paura di rimanere scottato di nuovo.” sussurrò sincero.
Rimasero fronte contro fronte per qualche attimo poi anche lei gli carezzò il viso.

Anche io. Anche io ho paura.” sussurrò prima di sfiorargli le labbra con le sue. “Non voglio essere tua amica, Harry. Mi piacerebbe essere qualcosa di più.” aggiunse prima di baciarlo di nuovo cercando una risposta in lui.
Per alcuni istanti non rispose sentendo il cuore prima fermarsi e poi battere furiosamente in pochi secondi di distanza. Non credeva che potesse esistere una sensazione del genere.
La felicità che aveva provato la prima volta che lui e Ginny si erano baciati non era neppure lontanamente paragonabile.
Improvvisamente rispose con un impeto, una passione e una dolcezza che Pansy non si sarebbe mai aspettata. Anche per lei quel bacio era diverso.
Aveva sempre creduto che i baci di Draco sarebbero stati i più belli della sua vita. Li aveva sempre desiderati ed erano così rare le volte che lui l'aveva baciata che ogni singolo bacio aveva uno spazio speciale, tutto suo, nella sua memoria.
Ma il solo sfiorare le labbra di Harry le aveva fatto dimenticare come fossero quelle del biondo.
Erano quelle le labbra che voleva.
Quelle le mani che dovevano sfiorarle il corpo.
Voleva solo lui.
Lo aveva sempre voluto.
Ed era sicura che anche Harry, in quel momento, mentre la guardava negli occhi sfiorandole le braccia, stesse pensando le stesse cose.
Non seppero neppure come successe ma si trovarono nella camera da letto del moro spogliandosi a vicenda con estrema lentezza, scoprendo l'uno il corpo dell'altro quasi con timidezza, paura...
Fu la notte più bella della loro vita.
Fu il sesso migliore della loro vita.
Era la prima volta che facevano l'amore entrambi.
Quando Morfeo li avvolse tra le sue comode braccia, Harry stringeva forte a sé Pansy per la vita e lei ascoltava i battiti del suo cuore con la testa appoggiata sul petto scolpito dell'Auror.
Lo stesso pensiero però li colse un attimo prima di addormentarsi.
Non volevano che il sogno finisse.
Non volevano svegliarsi il giorno dopo.
Temevano che tutto potesse finire...


Poi sentirsi liberi, prigionieri e simili.
Torneremo liberi! Ma liberi da che?


Pansy aprì gli occhi con lentezza infinita.
Per un attimo sperò di non aver solo sognato ciò che era successo la notte precedente.
Ma era sola nel letto. Lo aveva capito da un pezzo e per questo aveva aspettato per un'infinità prima di aprire gli occhi.
L'ambiente che la circondava le era sconosciuto, eppure ormai si era abituata a risvegli del genere visto il
lavoro che faceva. Solo... quella volta sperò di non essere stata usata.
Ricordava lo sguardo di Harry la notte prima ma non poteva fare a meno di temere di averlo solo immaginato presa com'era dalle sensazioni che le avevano fatto batte davvero il cuore.

Buongiorno.” sussurrò la voce calda del moro.
Pansy sussultò mettendosi a sedere e guardando alle sue spalle.
Harry se ne stava seduto su una poltroncina con addosso solo un paio di jeans slavati e una vecchia felpa consumata bevendo tranquillamente da una tazza.
Osservava il nulla respirando profondamente.
Rimasero in silenzio a lungo.
L'unico rumore che si sentiva era quello del traffico che bloccava le strade di Londra a quell'ora.

Sono le cinque del pomeriggio.” aggiunse lui con tono inespressivo.
La ragazza sentì il cuore incrinarsi.
Quindi era vero... aveva solo immaginato la dolcezza nei gesti dell'uomo che le stava di fronte.
Silenziosamente scese dal letto recuperando i suoi vestiti e indossandoli velocemente.
Voleva andarsene il prima possibile. Dimenticarlo il prima possibile.
Non avrebbe mai pensato di potersi sentire libera come era successo nella notte prima e ora che le catene tornavano a stringerla le pareva di morire.
Sperò che lui si sentisse almeno un po' come lei. Voleva che soffrisse.
Magari così si sarebbe sentita meglio, un po' più libera di nuovo.
Libera da cosa poi?
Non si sarebbe mai liberata di lui. Non si sarebbe mai liberata delle sue catene senza lui.
Una lacrima. Due. Tre. Dieci. Cento.
Non poté impedirsi di piangere, ma non si lasciò sfuggire neppure un singhiozzo.
Harry non doveva capire che stava soffrendo.

La prossima volta ti faccio pagare il servizio.” borbottò prima di uscire dalla camera da letto del moro cercando di andarsene con almeno un po' di dignità.
A quelle parole anche il cuore di Harry si spezzò.
Strinse forte la tazza ormai vuota. Così forte che qualche istante dopo rimanevano solo i cocci tra le sue dita tagliate e sporche di sangue e caffè.
Bruciava. Bruciava immensamente.
Si sforzò di pensare che fosse il caffè nelle ferite sulla mano a bruciare ma sapeva che non era così.
Era il suo cuore a bruciare.
Si sentiva in colpa. Ma che altro avrebbe dovuto fare?
Loro erano... diversi... troppo...


Se ti piace nascere al tramonto puoi dormire
Se ti piace nascere al tramonto puoi dormire
Se ti piace nascere al tramonto puoi dormire insieme a me.


Era un bugiardo. Loro erano le due metà della stessa mela.
E lui stava facendo la cazzata più grande della sua vita lasciando andare così.
Scese le scale 4 scalini alla volta e subito si diresse verso il locale di Oscar.
Era sicuro di trovarla lì.
Si sbagliava.
Lei era così sconvolta che non era riuscita a camminare per più di un paio di metri.
La vide mentre correva e all'improvviso si fermò voltandosi a guardarla.
Era fantastica. Una visione. La luce del sole faceva dei riflessi incredibili sui suoi capelli e le lacrime che scendevano lente lungo le sue guance brillavano come rubini mentre se ne stava seduta sugli scalini di una fontana che riluceva di mille fiammelle liquide.
Si avvicinò con passo calmo sperando che lei non fuggisse.
Doveva dirle la verità.
Dirle che non sapeva perchè e come fosse successo ma che si era innamorato perdutamente di lei e che non poteva pensare di perderla.
Quando la raggiunse si sedette accanto a lei.
Pansy sussultò capendo chi fosse e sgranò gli occhi vedendo il sangue colare dalla mano sinistra del moro.

C-cosa hai fatto alla mano?” chiese asciugandosi le lacrime.
Nulla... Ho solo cercato di dimenticare il dolore che mi attanagliava il cuore provocandomi altro dolore... Ma è ancora troppo forte la stretta al cuore. Non sento assolutamente nulla.” rispose sincero guardandola negli occhi.
La ragazza guardò altrove ricominciando a piangere.

Solo se morissi toglierei il dolore probabilmente...” continuò.
Non fare il melodrammatico.” sibilò scontrosa la ex Serpeverde.
Dico solo la verità. Ci sono solo due cose che mi toglierebbero il dolore. Tu o la morte. Ti amo troppo.”
Pansy fece una finta risata amara.

Tu deliri.” aggiunse smettendo di piangere. “Mi sento già abbastanza stupida senza che tu continui a mentire. Smettila. Sei peggio del Serpeverde più crudele.”
Si alzò in piedi iniziando a camminare osservando terra.
All'improvviso si fermò. Indecisa.

Se ti piace nascere al tramonto... puoi dormire insieme a me.” sussurrò.
Harry alzò lo sguardo.
Aveva sentito le sue parole ma non ne capiva il significato.

Dici di essere innamorato di me. Se è così devi essere pronto a vivere con me. Il che vuol dire che dovrai vivere di notte come faccio io... Nasconderti come faccio io... Sei disposto a rinunciare alla tua vita per me?” gli chiese guardandolo negli occhi.


Se Dio sapesse di te sarebbe al tuo fianco.
Direbbe: "Son io! Quel pittore son io!"
Facendosi bello per te.
Ma è troppo occupato a far piovere il cielo
dare vita a uno stagno e forza all'oceano
ed io come un vecchio scienziato
l'ho scoperto.
L'ho scoperto.

Il moro le sorrise alzandosi e andandole incontro.
Non sapeva perchè ma si sentiva l'uomo più fortunato del mondo.
Perchè lei era rimasta nascosta. Neppure Dio l'aveva vista altrimenti le sarebbe sempre stato accanto vantandosi di aver creato la creatura più bella del mondo.
Ma era sempre stato troppo occupato a far piangere il cielo di Londra, a far muovere le acque tranquille del Lago Nero, a creare tempeste nell'Oceano...
Solo lui l'aveva scoperta.
Era solo sua.
E non aveva alcuna intenzione di rinunciare a lei.

Mi è sempre piaciuto il tramonto e lo trovo il momento migliore in cui svegliarsi.” le sfiorò il viso con la mano sana. “Rinuncerò a tutto per te.”
Pansy sorrise senza riuscire a impedirsi di piangere di nuovo.
Il cuore scoppiò di nuovo nel suo petto, liberandosi delle pesanti catene che da tempo le stringevano l'anima.
Lui era la sua libertà.
Lui era la sua metà mancante.
Lui era tutto.

Non sarà necessario cretino... Ti stavo solo mettendo alla prova. Non voglio più nascondermi. Voglio stare con te alla luce del giorno e sotto il cielo stellato della notte. Sempre.”
Si sorrisero baciandosi ancora una volta mentre di nuovo la luce del tramonto lasciava posto allo splendore delle stelle.
Era una notte limpida a Londra. Ed erano rare le notte limpide nella città della pioggia.
Forse quella sera Dio si era reso conto finalmente di aver perso la sua creatura più bella. Ma era troppo tardi per riprendersela.
Harry ora l'avrebbe difesa a qualunque costo.


Spazio dell'autrice.

Che dire. Ho scritto questa song-fic in un momento di ispirazione da ansia pre-compito di geografia. Sono consapevole di essere in un ritardo incredibile con gli aggiornamenti della mia long-fic ma l'idea di questa shot mi è piaciuta così tanto che non sono riuscita a trattenermi dal scriverla.
Spero gradirete questa cosa che ho scritto senza alcun impegno particolare. Lasciatemi i vostri commenti se vi va.
Con la speranza di trovare il tempo e l'ispirazione per scrivere il capitolo della mia long-fic, vi mando mille baci e ringrazio in anticipo coloro che commenteranno.

   
 
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