Piego lentamente la
lettera in due, la metto dentro una busta blu e la sigillo.
Ecco fatto, ora devo
solo spedirla. Spedirla a chi?Bella domanda..chissà se sei tornato più a Forks,
se abiti ancora in America, se sei fuggito chissà dove..
Decido che la cosa
migliore e inviarla al tuo vecchio indirizzo, se sarà destino te la ritroverai
fra le mani, e se ancora il mio nome comparirà fra i meandri della tua memoria
,capirai: capirai che abbandonarmi non mi ha salvato, mi ha solo dannato.
E se davveri hai
smesso di amarmi quel giorno lontano di dieci anni fa,almeno potrai assicurarti
che una tua vecchia fiamma, una fra le tante che magari dopo di me hai avuto, è
ancora viva, è sana ma malata dentro e non è mai riuscita ad estirparti da se.
Mi incammino verso le
poste ed imbuco il tutto.
Non mi sento meglio,
anzi è come se la lama secerna nel mio cuore stia scavando più in profondità
del solito, ma devo farlo: devo, devo provarci un'ultima volta, sperare in un
tuo ritorno so bene che è inutile e superfluo,ma sento il bisogno, la necessità
di credere che un giorno, magari fra dieci anni, forse fra venti, avrai modo di
ricordarti di quella pallida figura che seppur per poco ha fatto breccia nel
tuo cielo , così da poter essere un tassello, anche se infinetisimale, della
tua esistenza eterna.
Torno a casa e sorrido
a Mary che sta preparando la cena per me e Anna,stasera ha un appuntamento con
un chitarrista biondo conosciuto ad un concerto, è tutta emozionata, canticchia
qualcosa di incomprensibile mentre ondeggia nel vestitino nero, corto e
semplice, proprio come lei.
-Bella, fatto
tutto?Inviata?-
Annuisco piano e
leggero, le ragazze sanno solo la storia in superficie : me lasciata poche
settimane dopo il mio diciottesimo compleanno dal famoso Edward, bellissimo e
stronzissimo, come lo denomino loro, pazzo per essersi fatto sfuggire un
"gioiellino" come me, come azzarda sempre a dire Paolo, il fidanzato
storico di Anna.
-Bene, questa è
l'ultima volta che ne parliamo, da domani si rinizia tesoro mio, da domano sei
costretta tassativamente ad uscire con mio cugino!-
Iniziamo a ridere
immaginandomi insieme a quell'energumeno di Giulio, pazzamente innamorato di me
verso cui però non provo altro che simpatia e affetto.
Impossibile riprovare
ad amare qualcun altro, sarebbe accontentarsi,e ci si può accontentare dopo che
si ha avuto il massimo?No.
Mi getto sul divano e
affondo fra i cuscini, attendendo che
Anna torni dagli Atenei, da domani..da domani non cambierà nulla, sono
consapevole di questo.
Ma dovevo farlo.
Mangiamo allegramente
scherzando su di tutto finchè il capanello della porta ci fa saltare: chi
potrebbe mai essere a quest'ora?Sono le undici passate di lunedì sera e non
aspettiamo nessuno.
All'improvviso un nodo
mi prende, mi afferra e mi fa quasi
collassare sulla sedia,un odore si infiltra fra le mie narici..è mai possibile
che..?
Vedo Anna alzarsi e
sparire dalla cucina,diretta alla porta di ingresso.
Apre lentamente il
portone che si richiude con un tonfo,mentre non odo alcuna voce.
Chi è?Chi è?Se.. se
fossi..
Ed ecco che ti vedo
spuntare,dall'antro della cucina,esattamente come ti ricordavo.
Più bello che
mai,grondante di pioggia , con uno sguardo nero e invalicabile.
-Bella..Bella c'è uno
che ti vuole parlare..ehi ehi aspetta ma chi sei?Dove vai?-
Sento Anna sbraitare
ancora prima di vederti davanti a me e focolazzire la tua figura,dannata
meraviglia .
-Ed..Edward.-
-Bella..-
Sussurri
indistintamente,ed io desisto da ogni forza e crollo.
Crollo a terra.