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Autore: Scarlett Letter    11/11/2009    3 recensioni
Ichigo lo sapeva che avrebbero passato il resto della loro vita insieme. Solo che non era sembrato così 'attraente' blaterarlo nel bel mezzo della giornata. Missione: spiegare alla persona che sposerà come faceva già a saperlo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Bound to Happen

“Mi sposerai”.

L’evidenziatore di Rukia si fermò dal suo tratteggiare conigli che correvano per i campi. Ci fu un breve silenzio riempito dal suono della matita di Ichigo che scarabocchiava i compiti mentre la guardava furtivamente di sottecchi. Sollevò un sopracciglio con fare inquisitorio e sbuffò sdegnosamente.

“E’ una proposta? Poco romantica anche per un idiota come te”.

Fece la linguaccia al sostituto Shinigami prima di tornare alla sua opera d’arte, credendo che il discorso fosse chiuso. Ma non era abbastanza per il ragazzo dal sangue caldo.

“Non è una proposta. E’ quello che succederà. Tu non hai voce in capitolo”. Ichigo rispose in tono conciso e definitivo. Era lo stesso tono che aveva usato quand’erano sul ponte nella Soul Society, anni prima. Rukia fece una smorfia nel ricordare come il suo ‘eroe’ avesse sfacciatamente rifiutato il suo desiderio di interrompere quell’invasione idiota e stupida. Cavolo, che genere di salvatore ignora i desideri della persona che va a salvare? Era veramente un idiota.

Tutto ciò era abbastanza per irritare Rukia. Nessuno dice cosa fare a Kuchiki Rukia, neanche uno Shinigami forte abbastanza da distruggere facilmente un’intera armata di Shinigami recanti la loro Zanpakuto; perché era la fottutissima Kuchiki Rukia e, in realtà, aveva la suddetta persona in pugno.

Si sollevò da terra e si erse in tutta la sua altezza, che in realtà non era poi così imponente. Aprì la bocca pronta a sputare una tirata di imprecazioni e ordini, e pronta a tirargli un calcio negli stinchi quando Ichigo fece girare la sedia nella quale stava poltrendo e sollevò una mano.

Forse era rimasta sorpresa o forse era curiosa o forse aveva notato il fuoco nei suoi occhi, ma chiuse la bocca, abbassò la gamba e aspettò che iniziasse.

Ichigo si passò una mano fra i capelli mentre osservava cautamente le gambe magre, ma incredibilmente potenti (e sexy, ammise a malincuore con se stesso) attaccate alla nana di fronte a lui. Sapeva che era stata una pessima idea aver sollevato il discorso in quel modo, ma il suo istinto aveva preso il sopravvento prima che la sua mente se ne rendesse conto. Ichigo non sarebbe stato Ichigo se si fosse preso il tempo di esaminare le cose come quel finocchio di Ishida.

Stava scarabocchiando distrattamente equazioni e calcoli quando l’aveva detto. Idiota. Idiota. Idiota. Idiota. Era tempo di limitare i danni.

Ichigo abbassò la mano che aveva sorprendentemente messo a tacere Rukia.

“Ascolta. Io e te non siamo la coppia da cena a lume di candele con l’anello nel bicchiere di champagne ed i violinisti in sottofondo”, Ichigo gettò un’occhiata a Rukia per vedere se stesse ascoltando. Era ancora tesa, ma incrociò il suo sguardo in segno affermativo. Era un buon segno per continuare.

“E sappiamo entrambi che succederà prima o poi”, pensò di aver sentito Rukia ruggire, ma decise di ignorarlo e continuò, “siamo partners, ti ho salvato il culo un sacco di volte e prima che inizi a menarmi, ammetto che anche te hai salvato il mio. Mi hai cambiato la vita così come io ho cambiato la tua”. Ichigo fece un sospiro di sollievo nel notare che il pugno che stava lentamente per colpirgli il braccio, si era fermato.

Continuò, decidendo che la parte melensa era finita.

“Volevo solo dirtelo ora che sei mia, quindi faresti meglio a non scappare con qualche stronzo senza spina dorsale che pensa col cazzo, e se lo farai, lo prenderò a calci, poi prenderò a calci te e dopo ti riporterò a casa con me. Tu”, allungò un braccio e la indicò, “appartieni”, si indicò, “a me”.

Rukia sollevò entrambe le sopracciglia.

“Ouch!”.

Lo guardò compiaciuta mentre si strofinava la spalla ora rossa. “Te lo sei meritato, così la pianti di fare il broncio”.

“Non sto facendo il broncio! Lo fanno solo le ragazze!”, replicò, ma non prima di gettare una veloce occhiata allo specchio sulla scrivania per controllare se davvero stesse facendo il broncio. Cazzo. Lo stava facendo.

“Sta zitto e fammi parlare, prima che ti colpisca di nuovo”.

Si zittì velocemente.

All’improvviso Ichigo si sentì in apprensione. Aveva dato per scontato che Rukia avrebbe detto di sì e poi sarebbe tornata ai suoi disegni. Non aveva messo in conto che sarebbe stato un discorso più lungo. Idiota. Idiota. Idiota. Il mantra continuava a ripetersi nella sua mente.

Lo sguardo gli si fece ancora più torvo. ‘Se quella stronza si azzarda a dire la parola no, la ammazzo’, borbottò fra sé e sé. Mise le insicurezze da parte. I veri uomini non si sentivano insicuri…allora perché diavolo stava guardando la piccoletta davanti a lui come se potesse distruggerlo facilmente?

Perché può, una voce disse dentro la sua testa. “Vattene via, stupida voce”, sussurrò.

“Hai detto qualcosa?”, gli chiese bruscamente Rukia.

Scosse la testa in segno di diniego ed evitò il suo sguardo.

“Ichigo, guardami per favore”.

Gelide dita gli sollevarono il viso e le guardò il volto di porcellana.

“Se questo è un modo barbarico per farmi la pipì addosso come per marcare il tuo territorio…credo che preferirei un anello carino. E’ più acculturato che puntarmi il dito addosso”. Lo imitò.

I suoi occhi di ambra riacquistarono immediatamente il fuoco che gli era proprio. Il suo cuore non era stato spezzato da una donna grande la metà di lui.

“MA”, disse improvvisamente, “non ora. Ricordati, quella non era una proposta. Solo un ordine”, lo prese in giro.

“Basta che hai capito che Renji o un altro stronzo non possono avanzare pretese su di te…”.

“Non sono una proprietà, Ichigo. Non appartengo a nessuno”.

“Come no…e io non ho una testa piena di capelli arancioni”.

“Ti suggerisco di tenere la bocca chiusa se vuoi continuare ad avere quella testa”.

Ichigo sorrise e poi ritornò al suo compito di chimica. Rukia sogghignò, si risedette sul pavimento e riprese a disegnare. Tutto era normale, tranquillo e in pace…fino a che Rukia realizzò qualcosa.

“Lo sai vero che non abbiamo nessun tipo di relazione romantica di cui io sia a conoscenza e che mi hai appena ordinato di sposarti? Ti muovi in fretta per essere un timido”.

Ad Ichigo andò la saliva di traverso e guardò malamente Rukia.

“Ho…ho…ho solo pensato che non avessimo bisogno…è solo che…”.

Rukia sorrise quel suo splendido sorriso che gli toglieva il respiro e si sentì mancare.

“Lo so. Non devi spiegarmelo perché io e te lo sappiamo. Prima o poi succederà. Me lo dirai quando sarai pronto ed io te lo dirò quando sarò pronta”. Rukia gli fece un altro sorriso prima di tornare a disegnare.

Il cipiglio di Ichigo si rilassò e le linee dure del viso si distesero.

Non c’era bisogno di parole.

La pioggia era destinata a fermarsi così come loro erano destinati a stare insieme.

Sarebbe accaduto e

Lo avrebbero capito al momento opportuno.

Perché avevano sfidato i confini della vita e della morte.

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Note di lithtys: è solo da qualche mese che sono entrata nel vortice di Bleach, ma sono già diventata dipendente! Dall'anime, al manga, alle fanfictions (rigorosamente IchiRuki, ovvio XD), il passo è stato breve. E ora mi ritrovo a tradurre una delle mie one-shot preferite. Spero davvero che vi piaccia quanto è piaciuta a me!

Questa fanfiction è tradotta con il permesso dell'autrice.

Grazie a Mirtle, Sarugaki92 e arisa_14 per aver lasciato un commento *-*
Mirtle, quando ho tradotto la ff, ho cercato di renderla il più scorrevole possibile, ma effettivamente alcune frasi non suonano proprio benissimo =_= Ps:Un idiota era riferito ad Ichigo ^_-

  
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