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Autore: LalyBlackangel    11/11/2009    7 recensioni
“Scommetto quello che volete che entro la fine del liceo avrete tutti la ragazza, e tu sarai il primo!” aggiunse indicando suo fratello.
Suigetsu guardò Sasuke e scoppiò a ridere.
“Sasuke è un puttaniere, alla fine del liceo ne avrà avute come minimo quaranta!”
E Sasuke arrossì, iniziando ad imprecare in modo molto colorito contro tutti i suoi amici, che nel frattempo avevano seguito Suigetsu in una sguaiata e alcolica risata di gruppo.
Itachi, prima di addormentarsi sul divano per l'eccessiva bevuta, sorrise.
Cazzo se la vincerò io questa scommessa.
Seconda classificata parimerito con Ainsel al contest "Questa Scuola è una Giungla" indetto da Superkiki92 e Roro-chan
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sì, lo so, sono imperdonabile.

Non aggiorno da una vita e mezza.

Ma ci sono tre validissime ragioni:

non avevo voglia di mettere l'html (e ringrazio slice per avermi insegnato il metodo per sbarazzarmi di questa noia),

sono quasi sempre in pianta stabile dall'uomo,

è ricominciata l'università, e con essa gli impegni a lei correlati.

Sì, ok, avete ragione, sono pigra.

Ringraziate Slice, ecco.

A voi.






Terzo Anno


Cinque (ShinoShiho)


La prima volta l'aveva vista alla gara di fisica a livello scolastico.

Si disse subito che doveva essere la fantomatica “ragazza genio” appena trasferitasi, quella che avrebbe dovuto portare il “Sarutobi” nella graduatoria dei migliori licei per quanto riguarda la fisica.

Era a due sedie da lui, aveva la testa china sul banco e gli occhiali le scivolavano ogni due secondi lungo la linea del naso dritto.

Aveva perso, senza rendersene conto, dieci minuti buoni a guardare lei con quei capelli rossicci e i grandi occhi castani dietro le lenti spesse, lei che lo aveva guardato e aveva distolto lo sguardo, arrossendo.

Aveva scosso la testa ed era tornato sul compito.

La seconda volta l'aveva incontrata nell'aula computer.

Ancora senza rendersene conto si sedette accanto a lei (l'avrebbe capito solo poi che con lei si trattava d'istinto).

“Tu devi essere Shiho Asaba, giusto?”

Lei lo aveva guardato, aveva sorriso lieve ed era arrossita.

“E tu devi essere Shino Aburame, giusto?”

Si erano sorrisi e avevano continuato il loro lavoro al computer tranquillamente.

La terza volta si erano scontrati in corridoio.

Lei era caduta.

“Ti sei fatta male?”

“Non preoccuparti, sto bene.”

“Stai sanguinando al ginocchio.”

“Ah.”

E senza chiederle nulla l'aveva presa in braccio e portata in infermeria, sotto gli sguardi stupiti di metà scuola. Nessuno si sarebbe aspettato da Shino Aburame un gesto tanto cavalleresco e atletico.

Nemmeno Shiho.

Forse fu per questo che arrossì terribilmente.

La quarta volta erano davanti al tabellone dei risultati del concorso di fisica.

Erano passati alle provinciali.

“Siamo tutti e due nella squadra che rappresenterà il “Sarutobi”. Sono davvero contenta!”

Era carina in quel momento, felice per il proprio risultato e esaltata dalla prospettiva della nuova gara. Gli occhi le brillavano, le labbra rosse sorridevano raggianti e dolci.

“Anch'io sono contento.”

Shiho l'aveva guardato e aveva sorriso, solo per lui.

“Magari studiamo insieme un giorno, ti va?”

Shino si sentì arrossire.

“Ok.”

Shiho aveva abbassato la testa e aveva alzato la mano in segno di saluto prima di andarsene veloce: probabilmente era arrossita ancora più di lui (solo dopo avrebbe scoperto la sua timidezza e quanto le era costato quel semplice invito).

La quinta volta erano in biblioteca a studiare la relatività assieme, come stabilito.

Shiho era molto rossa in volto, quasi avesse caldo. Però era gennaio, e i termosifoni della biblioteca notoriamente funzionavano poco.

“Stai bene, Shiho?”

“Si, certo, non preoccuparti.”

Era diventata ancora più rossa. Erano da soli.

“Non è che hai qualche linea di febbre?”

“N-no, davvero. Sto benissimo.”

Si avvicinò e appoggiò la mano sulla sua fronte. Era fresca, ma sempre più rossa.

Shiho abbassò la testa di scatto.

E Shino capì tutto, come se gli si fosse tolta una benda dagli occhi.

“S-senti, non è che ti va di chiudere i libri e di farti un giro con me?”

Shiho lo guardò e sorrise, con quel sorriso dolce che in solo cinque volte gli era entrato dentro e non si era più tolto.

Fu lì che capì che con lei si trattava d'istinto: quando, senza darle il tempo di alzarsi, appoggiò le labbra sulle sue.


Fradicio (ShikaTema)


Driin!

Un urlo si alzò, sembrava che anche le pareti della scuola strillassero.

L'ultima campanella dell'anno.

Tutti si fiondarono fuori, al parco a duecento metri dalla scuola, per il classico bagno nella fontana.

Dagli zaini, neanche fossero di Mary Poppins, comparirono asciugamani, coperte, bottiglie di coca e di spumante (e di vodka), patatine, panini, pizzette e torte.

Shikamaru sbuffò, si sdraiò sull'asciugamano da mare e iniziò a guardare.

Non le nuvole, ma lei.

Lei che l'anno prossimo sarà in quinta e farà la maturità, passando a pieni voti e lasciandolo senza la sua seccante presenza per un intero anno.

O forse per sempre.

E la cosa gli faceva paura. Da matti.

La guardava togliersi la maglietta rimanendo in pantaloncini e reggiseno del bikini scuro, guardava il suo sorriso allegro sul volto olivastro e femminile, i capelli biondi sciolti e ribelli.

La guardava gettarsi da sola nella fontana assieme ai compagni e al fratello e uscirne fradicia e bella.

Chiuse gli occhi e sospirò.

Era innamorato perso.

Dannata Seccatura.


Una goccia, due gocce.

E poi una cascata sulla maglietta.

Lui non voleva bagnarsi, cazzo. Che palle.

Cry-baby non si vuole bagnare?”

Lei.

Temari, stavo facendo un riposino.”

Povero cucciolo, Temari-cattiva ti ha svegliato...”

Il reggiseno aderente dall'acqua, lei fradicia.

Stronza...”

Però secondo me non sei ancora abbastanza bagnato, sai?”

La ragazza fece per prendere una bottiglia vuota, ma lui fu più veloce.

Gettò la maglietta bagnata da qualche parte e la prese in braccio con uno scatto.

Che bravo, Pigrone. E ora che mi hai presa che vuoi fare?”

Shikamaru fece spallucce, Temari sogghignò.

Hai ragione, non sono abbastanza bagnato.”

E si gettò nella fontana con lei tra le braccia.

Lei rideva.

E lui la zittì baciandola, d'istinto, senza pensare a nulla.

Solo al fatto che più i giorni passavano e meno tempo avrebbe potuto vederla.

E sperare.

Si staccarono e Temari sorrise.

E' una dichiarazione, Cry-baby?”

Lui sbuffò.

Dannata splendida Seccatura.

Lo prenderò come un sì.”

E gli gettò le braccia al collo, trascinandolo in un altro, fradicio, bacio, attirando gli sguardi di tutti (fratello geloso compreso).

In verità quella che aveva più paura di perderlo era lei, Temari.

Ma Shikamaru lo avrebbe scoperto solo molto tempo dopo.

Quando già avevano le fedi al dito.

  
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