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Autore: briareos1982    12/11/2009    1 recensioni
Due amiche da una vita si scontrano con un sentimento più grande di loro, che cambierà il loro modo di vivere e percepire le loro stesse vite.
Genere: Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora era tornata al presente.Federica guardò il cellulare, era a corto di batterie. Si gettò sul trasformatore,cercandolo ovunque, poi dopo aver rivoltato la camera lo trovò in un cassetto e lo agganciò ad una presa. Nel caos si sedette per terra, accampandosi davanti al cellulare in ricarica e venerandolo come un dio pagano. Continuava a battergli forte il cuore,di fatto non era uscita dal mondo rivoltato da quell'esplosione, tutto era così nuovo e fulgido da far male agli occhi.
E ora?
E ora?
Doveva chiamarla, dovevano chiarirsi. Ma chiarire cosa? Cos'era succeso? Federica si sorprese a scoprire che nel mondo non tutto ha un nome. ci sono sensazioni che rimangono segrete,alla portata solo di coloro che non hanno il tempo di additare le cose.Sentimenti senza nome senza identificazione...oppure no? No, un nome ce l'ha eccome,si chiama "amore"...Amore?!

- OCCAZZO MA SONO LESBICA ?! -

Si chiuse subito la bocca con la mano, istintivamente,preoccupata che nessuno l'avesse sentita.Il pensiero la sconvolgeva, era una lesbica? lo era davvero? Ma a lei non piacevano le altre ragazze,a lei piaceva solo Valentina e già questo era assurdo. Ma perchè era assurdo? Perchè la cosa non aveva senso ecco perchè.Federica un ragazzo ce l'aveva avuto,poi si erano lasciati per noia, ma...che fosse questa la ragione? No, le altre ragazze non la attiravano.I ragazzi gli piacevano? Gli erano mai piaciuti? Si avvicinò al cassetto e tirò fuori una rivista piena di lustrini,e rimirò un paginone doppio di Scamarcio a torso nudo. Era bello, sensuale ma forse ora come ora l'esperienza che aveva avuto carbonizzava di netto qualsiasi confronto. Non aveva senso chiederselo ora. Fece un'altra prova e prese un catalogo di intimo. Le modelle vestite di piccole mutandine bianche non gli dicevano niente, e i seni delle tipe gli facevano solo rabbia visto che lei era piuttosto piatta. Cercò di prendere la cosa sul serio e si sforzò d'immaginarsi di fare l'amore con loro. La fantasia non le era d'aiuto, non le veniva in mente nulla.Come facevano l'amore le lesbiche? Forse accarezzandosi, o strofinandosi tra loro...cercò d'immaginarsi nuda a letto con una di quelle, ma la sua mente gli rimandava l'immagine di lei avvinghiata senza motivo ad una donna nuda.Cioè,due donne nude su un letto e niente più. La sua mente cercò di dare il meglio di sè proponendogli un tappeto di petali di rosa e bagni nel latte,ma vedeva tutto come fosse in una specie di centro estetico.
Ci avrebbe pensato dopo...poi gli venne un'ultima idea. E se avesse provato a immaginarsi Valentina? Chiuse gli occhi e cercò d'immaginarsela seminuda,ma ormai il suo cervello aveva preso a stampo i corpi abbronzati di quelle modelle e sembrava solo un manichino con la testa della sua amata. Riaprì gli occhi,iniziò a pensare che forse aveva qualche disturbo grave. Richiuse gli occhi e cercò di diluire i suoi pensieri nei ricordi. lentamente affiorarono ricordi concreti di quando dormivano insieme, e si ricordò Valentina nel suo pigiamone rosa, vestito per la quale Federica l'aveva ferocemente presa in giro. Azzardò la fantasia,e si vide mentre la spogliava teneramente,ma anche questo non gli dava nessun effetto.
Forse non era proprio lesbica. E allora? Cos'era quel battito feroce che la scombussolava, quel dolore pungente della sua assenza,cos'era? Affondò la mente nel ricordo di quel bacio così intenso. Com'era stato? Valentina la baciava....la baciava facendo scivolare le sue labbra sulle sue,accarezzandole dolcemente, le sue mani scivolavano in punta di dita sul suo seno e si scambiarono un contatto, con il velluto pulsante delle loro lingue. Poi Valentina era scesa,affondando nel suo collo,continuando a riempirla di baci e sospiri e le sue mani navigavano sul suo corpo accarezzandola e sorreggendola nello stesso modo, a consolarla, a guarirla, ad amarla ....Federica se ne tirò fuori a malincuore, ne aveva distintamente sentito il calore sulla pelle, ed era stato...coinvolgente.La ricostruzione aveva aggiunto particolari che non erano proprio accaduti Era imbarazzatissima, non sapeva assolutamente cosa pensare.Forse non c'era niente da dire,o da pensare.era solo qualcosa di bello da vivere e non se lo sarebbe lasciato sfuggire tra le dita solo perchè quello che provava non aveva un'etichetta.
Ora doveva chiamarla,doveva almeno sentirla. Chissà  come stava.
Il telefono era lì davanti a lei,pronto all'uso.Cosa avrebbe detto? Pronto come stai? Oppure "è stato bello" ? "Ti amo?" Proprio questa no.Oppure sì?
No meglio di no era troppo diretto. E poi cavolo, ma si poteva davvero dire una cosa così ? Alla propria migliore amica? E se poi lei non volesse più vederla? Se non volesse mai mai più sentirla? Che avrebbe fatto? Una serenata sotto casa,un bel mazzo di fiori alla porta? Come facevano gli uomini a conquistare le donne? Una poesia? Un film al cinema? Forse sì,qualcosa di romantico,ma prima una bella cena a lume di candela,con tanto di gamberoni all'aceto e vino bianco a fiumi, o meglio,qualcosa di rosato,sì tutto rosato e poi avrebbe prenotato il locale tutto per loro,con un bravo cameriere in giacca bianca che le coccolava versando il vino e sorridendo a quella coppietta. E poi sì sì,violini,un violinista che suonasse qualcosa di francese tipo...la "vie en rose". Ma un uomo che la canta stonerebbe . E allora? Sì,bellissimo,sarebbe stata lei a cantargliela immersa in mazzi di petali rossi...

- Fede, calmati,calmati. Stai ammattendo di brutto .Ti rendi conto che stai cercando di pensare come un uomo? -

Ea la sua stessa voce che la chiamava. Rabbrividiva di disgusto a vedersi come un uomo,era qualcosa che gli faceva venire la pelle d'oca. Lei non era un uomo,Valentina non era un uomo, e fra loro due non si poteva pensare una relazione allo stesso modo in cui funzionano le coppie "normali".Poi perchè normali? questo vuol dire che lei era "anormale".Era sbagliata.No ! Sì! Qualcosa NON era come DOVEVA essere,eppure tutto era come AVREBBE DOVUTO SEMPRE ESSERE...iniziava ad annodarsi su sè stessa come una matassa di fili annodati,tanto più cercava di districarsi tantò più ci si perdeva nel mezzo.Il telefono squillò prendendola di sorpresa.non aveva la suoneria,aveva i trilli,e al quarto di solito la gente staccava.

Un trillo . Era Valentina, Valentina la chiamava che glidiceva cheglipoteva dire? "Come stai cometisenti tiamoatiamo io.ti.amo "

Secondo trillo.  Rispondi a quel cazzo di telefono! Ci pensi poi a che digli,prima rispondigli,rispondigli,non lasciarla da sola! NON POSSO! NON SO CHE DIRE!

Terzo trillo NON PENSARE AGISCI! Se adesso non gli sei vicino penserà che si vergogna di te! Oddio no,mi manca mi manca mi manca Vale io ti amo tiamo tiamo ti amo

Quarto trillo.- PRONTO VALE TI AMO! -

La cornetta all'altro capo era muta. Valentina non rispondeva. Perchè non rispondeva? Perchè?
Fu lei alloa ad aprirsi.

- Valentina senti io non..non o cosa dirti,ero qui che mi spaccavo la testa e pensavo a me e a te...è da tanto che io....non respiro più quando non sei accanto a me io non so se è giusto,non so se è sbagliato,non me ne importa un tubo, ma ho bisogno di te,ho bisogno di baciarti ancora di stringerti,di..amarti ti prego ti prego rispondimi...-

- Fede,sono la mamma. Era solo per ricordarti di prendere il pane,che oggi non riesco a passare dal panificio...e...niente.Tutto qui. ciao.-

E chiuse .Sul display del suo cellulare, accanto al numero c'era scritto"mamma",ma lei non l'aveva neppure guardato.Che incubo orrendo. La sua mente ancora non riusciva ad accettare una cosa simile, gli sembrava di sentire i suoi neuroni che puzzavano di gomma bruciata,nell'intento di dimenticare quello che era appena successo. non era pronta,non ci aveva nemmeno pensato a dirlo alla madre. Entrambi di famiglia cattolica, entrambi credenti praticanti, a quella povera donna che era sua madre gli si doveva essere spezzato il cuore. In questo periodo poi, con la chiesa che era tornata a darsi all'inquisizione morale...gli girava la testa e aveva la nausea. Avrebbe voluto diventare un formichina piccola piccola,talmente da poter vivere in groppa ad un'altra formica.Il telefono squillò ancora. Chi era adesso? Rispose al primo trillo, ormai quasi anestetizzata dalla botta di vergogna che aveva preso. Non osava spingersi oltre a immaginarsi le conseguenze.

- Pronto...? -

- Pronto sono...Vale...-

- Vale,stavo per..chiamarti ?-

- Mi volevi chiamare ?-

- Sì... -

- Bè ti ho chiamato prima io...-

- Io avrei tante cose da dirti...ma...-

- ...cosa volevi dirmi ?-

- ...io...-

- Tu cosa? Forza dimmelo ! -

Valentina stava ridendo all'altro capo del telefono,la stava punzecchiando,e anche Federica tornava a sciogliersi un pò.

- Vale ma sei stata tu a chiamarmi,parla prima tu,no? -

- Sì', ma tu volevi chiamarmi prima di me! Allora parla tu per prima! -

- Che vuol dire?! Sei stata tu a chiamare! Se mi volevi chiamare allora di cosa volevi parlare? -

- Io non ho detto proprio nulla di nulla,ho solo chiamato! sei stata TU a dirmi che volevi parlarmi di tante cose ! che volevi dirmi ? -

- Vale io volevo...dirti se anche tu...-

Ora il tono era serio.

- Se anche io cosa?...Federica, guarda che tocca a te fare il prossimo passo,non è che devo fare tutto io ! Non è mica facile! -

- Volevo chiderti se anche tu non hai capito un tubo nei compiti di matematica !-

Si misero a ridere

- Sei una stronzarella! Guarda,anch'io non ho capito un tubo nei compiti di mate, anzi,io la statistica non so nemmeno che cavolo sia! -

- Vale, io sto messa peggio di te! -

- Ma che brava! E allora che si fa?! -

- Secondo me siamo troppo sceme per questa materia! -

- E lo so! -

Risero insieme per un buon quarto d'ora.

- Vale...ti andrebbe di venire a studiare statistica a casa mia? -

- Se finalmente ti decidi ad aprirmi la porta...-

- MA SEI GIA' QUA FUORI !? -

Federica buttò il cellulare sul letto e si lanciò alla porta, ma poi tornò subito indietro, allo specchio del bagno. i capelli i capelli,stavano male così chiusi,si sciolse la coda e si aggiustò i ciuffetti. Più avanti,più indietro? schifo di doppie punte, e le mani le mani e le labbra. come stanno come stanno?

- Fede io sto a fare la muffa qua fuori! -

Aprì la porta e Valentina gli saltò addosso strigendola a sè come se non la vedesse da anni.Si stringevano,si abbracciavano e si baciavano, parlavano un codice segreto che parlava di amore senza mai pronunciarlo, e non smettevano di cercarsi,nonostante fossero lì una di fronte all'altra. ancora si aggiungevano piante e fiori nei loro mondi invisibili e personali.Federica era persa in un vortice tutto suo, quando riuscirono a calmarsi si sedettero nel divano e cercarono di parlare.

- Vale...ma allora noi siamo lesbiche? -

- MA CHE TI VIENE IN MENTE ?! -

- Bè,ma ci sono gli uomini che vanno con le donne...e le donne che vanno con gli uomini...no?-

- Sì,le basi le conosco,Federica...-

- E gli uomini che vanno con gli uomini si chiamano omosessuli,no?-

- Ok. e le donne donne che vanno con altre donne si chiamano lesbiche, secondo te? -

- perchè te le hai sentite chiamare in qualche altro modo,sapientona? -

- Federica ragiona...ma noi due ci siamo mai messe con altre donne? -

- ...No.o almeno,io no... -

- Neppure io -

- E allora? -

- E allora Fede,io so solo una cosa.Io ti amo. Ma questo non fa di me una lesbica.-

- Anch' io ti amo,ma quello che dici è una contraddizione! -

- No, non lo è! Cerca di seguirmi:l'individuo esula dalla classificazione,dalla semplificazione. Ognuno di noi NON rappresenta la specie umana,ma solo sè stesso! Pensa ai termini stupidi come i "neri" i "bianchi" i "gialli"... se non entri in una categoria,se senti qualcosa altri non sentono....o VICEVERSA,se quello che per gli altri è importante per te non lo è diventi aumaticamente un'estranea.E perciò sei in errore,anche se non hai fatto nulla di male...

- ...abbi pietà Valentina,ma non sei stata molto chiara... -

- allora te lo dico in parole povere:tu esisti,sai quel che provi,ma il fatto che nessun altro senta quello che senti tu fa sì che tu inizi a dubitare dei tuoi stessi sensi.

- Ora è molto peggio di prima... -

- Volevo dire che anche i propri pensieri e sentimenti rischiano di venire schiacciati da noi stessi. Ad esempio,se ti dico che il cielo è color zucca,tu che mi rispondi ?-

- ti rispondo:"che cavolo di colore è il color zucca"...?-

- Ora,ipotizzando che tu sia un pochino più sveglia....-

- MA VALE,QUANDO MAI HAI SENTITO "COLOR ZUCCA"? -

- ....ed abbia capito che il color zucca è una specie di arancio molto chiaro....lasciamo perdere,facciamo conto che ti dicessi che il cielo è verde,tu che faresti?-

- Ti direi di no,che il cielo è blu -

- Vedi? non ti è passato neppure per la testa d' andare a controllare se fosse effettivamente verde. Nel medesimo istante in cui nasce il dubbio,lo ammazzi,perchè non è contemplato nella realtà comunemente accettata. E così,se tu vedessi il cielo verde,ma tutti dicono che è blu,tempo qualche anno e arriveresti anche tu a vederlo come blu,per semplice spinta di aggregazione.-

- Ma il cielo è blu...e una donna che ama un'altra donna sono lesbiche,questo non ha molte interpretazioni...-

- ASCOLTAMI! IO NON AMO "UN'ALTRA DONNA" IO AMO FEDERICA ! Cerca di capire che nel gioco dei raggruppamenti tu sei PRIMA Federica e POI sei anche una donna. Ora ci siamo? Ora capisci perchè io non sono una lesbica? -

- ...inizio a seguirti..bè è...corretto.Il discorso torna! -

- MA QUANTO SARAI DURA! A MARTELLATE BISOGNA FICCARTELA IN TESTA LE COSE...-

Si strinsero l'una all'altra intrecciando le loro mani, e si coccolarono ancora un pò, l'una immersa nell'altra. Stando vicine,così appoggiate una sulla spalla dell'altra ad ascoltare i ritmi dei loro curi che battevano all'unisono. Intanto fuori la luce scivolava lieve,scandendo le ore del pomeriggio,smussano le ombre e i colori della sera. Avevano finito per addormentarsi insieme, e fu Federica svegliarsi per prima.

. Valeeeee...Valeeeee -

- MMmgr...-

- Valeeee....Valeeentiii...naaa...

- Fede non rompere..stiamo così bene..-

- valentinaaaa...vedo..la..gente...mortaaaahhh -

- E sì allora salutamela...che ore sono? -

- e' tardi e noi non abbiamo fatto un tubo. -

- come no? abbiamo fatto matematica! -

Federica arrossì.

- Daì non fare la stupida tra poco torna la mì mamma e devo almeno rassettare un pò in giro -

- Ti dò una mano .Tu pensa alla casa mentre io faccio i compiti -

- Per tutti e due? -

- Sì,ma non è gratis... -

- che vuoi dire? -

- ...non ti preoccupare... -

Federica lasciò correre,ora nel suo cervello si levava l'ansia di come affrontare la madre. Che le avrebbe detto? Avrebbe fatto finta di niente ? Provare a coprire tutto dicendo che era uno scherzo? Non ,non avrebbe mai funzionato. Mentre lavava i piatti e rimetteva meccanicamente in tono qua e là la casa continuava a macinare i pensieri, uno dopo l'altro.Poi condivise il suo problema con la sua compagna,in fondo Valentina era più intelligente di lei. Magari era anche un pò spocchiosetta...ma almeno non si infangava su tutto .

- Vale...tu quando hai intenzione di dirglielo? -

- Dire cosa? -

- Quando hai intenzione di dire alla tua mamma che sei lesbica? -

Gli volò addosso un quaderno pieno d'appunti.

- AHIO! VALE MA SEI SCEMA!? -

- Fede, Io ti già ho detto CHE NON sono lesbica. -

- ...allora, quando dirrai a tua madre che ti "piace una donna"? -

- Non glielo dico! -

- Come? E perchè? -

- Perchè sono fatti miei! Io mica gli chiedo con chi va a letto! -

- Ma comunque lo verrà a sapere! -

- E che cazzo cambierà?  Vorrà impedirmi di frequenterti? Non credo... -

- Secondo te la mia come reagirà ?! -

- Farà finta di niente... -

- E se così non fosse? E se la prendesse male? -

- Non ti può mica fucilare... -

- Sì ma che potrebbe fare...? -

- E calmati Fede,se t'incasina tanto che lei lo sappia basta non diglielo! -

- ...Già.. -

Era proprio questo il problema.Federica pensò da una frase che comprendesse tutte le opzioni, e alla fine optò per "mamma, ma che dici,era solo una parte tatrale,stiamo studiando Romeo e Giulietta,e gli insegnanti vogliono che proviamo tra di noi. Deve essere un modo che hanno inventato per aumentare i rapporti sociali in classe,sai,siamo tutti un pò freddini". Sì,questo poteva funzionare,era perfetto.Era geniale.Però nonostante avesse la risposta pronta gli si strinse il cuore di paura quando sentì sua madre che saliva le scale.Voleva che quel momento tardasse ancora un pò,magari per inventarsi qualcosa,ma invece la porta si aprì in fretta,e prima del corpo furono gli occhi ad entrare in casa.

La signora Lucia puntava seria il suo sguardo su tutta l'entrata,da cui si vedeva sia la cucina che la sala,e sembrava che si preoccupasse di scorgere qualcosa che non voleva vedere. Ma non c'era nulla di strano in casa,o meglio ,c'era eccome.Vide la figlia,che veniva incontro verso di lei rossa come un peperone che cercava di nascondere gli occhi sotto un ciuffo di capelli.
E in sala c'era Valentina che sorrideva con un sorriso troppo ampio. E dunque non ebbe più dubbi. E poi c'era il divano sfatto, che gli fece emettere uno sbuffo di sconfitta,era stanca; nel suo ufficio faceva la segretaria,la contabile e il "servizio informaclienti" Aveva la testa piena piena di frustrazioni e di gente stronza e rompipalle. La risposta allucinata che la figlia gli aveva dato al telefono arrivava come una doccia d'acqua fredda. Il primo pensiero era stato:

Dove ho sbagliato?

Ma Federica non lo avrebbe mai saputo.Non si dicono certe cose,mai mai mai, altrimenti come genitore non vali niente.Ora però era stanca. Ora sua figlia era lì, ma non aveva la forza mentale di affrontare il discorso.Valentina si preparava ad andarsene.

- Ciao Lucì,io vado, casa la mì mamma ormai dovrebbe essere a casa. Fede, ci si vede a scuola! -

Federica gli fece segno che l'avrebbe chiamata,ma sua madre gelò la situazione.

- ...Valentina,non stare attaccata al telefono,che oggi io e mia figlia abbiamo da parlare.-

- Signora le è successo qualcosa? -

- No, è una cosa di famiglia,non ti preocupare. Salutami Chiara,mi raccomando! Dille che in settimana ci prendiamo un caffè insieme. -

Valentina rivolse uno sguardo interrogativo alla ragazza e poi sparì dietro la porta. Ed ora Federica era sola,senza sapere che dire o fare,dove nascondersi. Sua madre entrava nella propria camera,e mollava i vestiti da lavoro,come era suo solito fare, lei ne approfittò per iniziare a preparare cena. Era un modo per tenere le distanze,lei non avrebbe affrontato l'argomento, magari si poteva rimandare la discussione. Ma invece dopo poco sua madre era lì, accanto a lei. la posa era di quelle che facevano iniziare un discorso con un " Fedina,come stai?".Lucia chiamava la sua figlia così.Fedina
e invece iniziò con,

- Fedina ti sei dimenticata di comprare il pane..-
   
 
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