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Autore: briareos1982    11/11/2009    3 recensioni
Due amiche da una vita si scontrano con un sentimento più grande di loro, che cambierà il loro modo di vivere e percepire le loro stesse vite.
Genere: Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I passi si rincorrevano,uno dietro l'altro, i piedi ballavano ansiosi dentro alle scarpe da ginnastica mentre portavano la ragazza verso casa.Per la strada non vedeva nulla,nè le auto,nè i lampioni,i marciapiedi o i gli altri pedoni,lei volava su tutto, saltando come un cerbiatto verso la propria cameretta.
Per poco non travolse la portinaia,e non rallentò neppure quando vide che l'ascensore era occupato,lei prese e si fece cinque piani di scale,a due a due fino a quando si trovò faccia a faccia con casa sua. Afferrò le chiavi, ma le mani gli tremavano, rideva come da sola come una matta.
Cercò di calmarsi,e infilò la chiave giusta nella serratura,e fu dentro.
In casa come al solito non c'era nessuno, le stanze erano vuote e silenziose, ma lei non vedeva nulla,gettò lo zaino su una sedia e corse in bagno. Lo specchio gli rimandava una ragazza sconvolta,accaldata,con i capelli tutti arruffati,e gli occhiali che gli cadevano sulla bocca.
Era miope,per cui per prima cosa si aggiustò quelli,poi vide che erano sporchi e li lavò diligentemente, in modo che non avessero aloni.
E si guardò ancora una volta.
Gli occhi...dietro le lenti i suoi occhi erano come non l'aveva mai visti,erano grandi e lucidi e brillavano in modo stranissimo.
E con gli occhi rideva la pelle bianca della faccia, il naso appuntito le labbra rosa e il mento spigoloso. E più su rideva con le sopracciglia bionde,e la fronte spaziosa;tutto il  suo riflesso continuava a brillare d'una luce nuova seguendo i capelli lisci che si chiudevano in una coda sulla nuca.
Non smetteva di sorridere,i muscoli del suo volto erano impazziti per conto proprio e si davano alla pazza gioia, la ragazza si toccò le guance meravigliandosi di poter emettere un'espressione così nuova,così indipendente.
chiuse gli occhi,e inspirò lentamente,poi rilasciò l'aria dai suoi polmoni; dentro fuori,dentro fuori, e nel sospiro del suo corpo parlò al cuore.

- Daì. Daì.Rallenta.Rallenta.Te lo ordino.Rallenta.Bravo,così...rallenta...calmati... -

Federica si diresse in cucina e si prese dal frigo un cartoncino di succo di pera, staccò la cannuccia e la gettò nel cestino. Poi bucò il tondino argenteno con l'unghia e succhiò direttamente da lì,stringendo la scatolina mano a mano che il liquido finiva. Lei lo beveva così,perdeva meno tempo e poi gli dava un casino fastidio quel suono che faceva la cannuccia quando tirava l'aria,per lei era come se fossero unghie su una lavagna.Poi si buttò nel suo letto e chiuse gli occhi, i compiti li avrebbe fatti dopo . Dentro di sè riviveva quel momento, a scuola...e così partì, nella sua testa priva di confini ogni cosa poteva essere ricostruita all'infinito,e rivissuta secondo dopo secondo con il tatto, i colori i profumi...le emozioni...
Partì dal principio,così che fosse tutto ancora più emozionante. Da quanto tempo conosceva Valentina? Più o meno da un secolo,da tanto di quel tempo che lei appariva in ogni istante del suo passato; all'asilo, quando giocavano con le Barbie,impalcando allucinati storie con Ken che combattevano a suon di missili contro i Puffi e il Big Jim, poi alle elementari,quando studiavano la prime lettere dell'alfabeto. Si ricordò che scoprirono Il Piccolo Principe assieme,pagina dopo pagina, e ad ogni frase sembrava di sentirselo sempre vicino che leggeva lì con loro. Poi le medie, scegliendo insieme i vestiti, i primi catastrofici abbozzi con il trucco, il rossetto esagerato, il fard, il gel...poi i primi ragazzi ,completamente rincoglioniti dai videogiochi e loro che aspettavano il ragazzone bastardo che viveva appeso nei poster delle loro camere. I pianti che facevano insieme, le litigate furiose e poi gli abbracci commossi che si davano dopo dieci minuti...avevano vissuto insieme, giorno dopo giorno.
Entrambe le famiglie si divisero, spezzate da i rispettivi divorzi,e loro si fecero ancora più vicine, mentre intorno a loro scorreva il fiume patetico dei tribunali,delle denunce e degli accordi. I padri presero la loro strada,e loro rimasero con le madri,che dovettero pensare a loro stesse e alle loro figlie.
E così le case si svuotarono,il lavoro non cedeva neppure un briciolo di tempo per stare insieme,e le due ragazze si avvicinarono ancora di più, a trovare qualcosa di sincero,di puro che non si sgretolasse con una firma.
E poi le superiori...lei era terrorizzata, Valentina era più risoluta e sicura di sè, affrontarono la scuola insieme, nella stessa classe,nello stesso indirizzo di ragioneria. Si trovarono piuttosto bene,anche se non legarono con nessuno come fra di loro. Uscivano, avevano le loro prime storie ma nessuna era veramente importante,era più una corsa al punteggio,certe cose andavano fatte "perchè sì",  per non emarginarsi per vivere,ma il mondo ruotava intorno a loro due senza intaccarle troppo.E loro non intaccavano troppo il mondo.
Poi qualcosa  cambiò ,come se ci fosse sempre stato.
..Sempre...
Come un seme che attende nel calore della terra,attende che passi l'inverno e che venga la primavera e poi teneramente mette su piccole radici, minuscoli filamenti ciechi a riempirsi di vita...e piano piano il seme si apre,cambia colore e germoglia e fra l'erba monotona e verde appare senza che nessuno se ne accorga un fiore, una piccola margherita gialla e bianca. Incredibile, sembra che ci sia sempre stata, eppure eppure solo ieri non c'era...ma sapevi che la terra stava cullando qualcosa di bello.
Di potente.
Se ne accorse quando era troppo tardi per controllarlo,iniziò ad esserne cosciente quando qualcosa d' indipendente iniziò a muovere l'umore delle sue giornate senza un'apparante motivo. Valentina non veniva a scuola per un motivo o per un'altro,e quella diveniva una giornata nuovolosa e triste se non per i messaggi sul cellulare che scambiava sotto il banco. E all'uscita la prima cosa che faceva era andare da lei,ovunque fosse...altrimenti gli scappava da piangere.
C'era qualcosa di sproporzionato nel suo comportamento, ogni cosa che riguardava Valentina era qualcosa di straordinario,quasi come...come qualcosa di letale,se si specchiva troppo a lungo nei suoi occhi sentiva il suo seme dentro di lei che premeva contro il petto e che voleva farsi strada dentro di lei.Voleva essere libero.
Valentina non si accorgeva di nulla, almeno così sembrava. Tutto era continuato così,confuso e...sconosciuto.
Poi qualche ora fa il mondo era esploso.

Federica rideva nel letto,e si premeva le mani sulla faccia,come a nascondersi da sè stessa.Il suo viso era rigato da un fiume di lacrime che flueva calmo a getto continuo, come se ci fosse una sorgente magica dietro i suoi occhi. Le lacrime rendevano la cosa ancora più strana,ma volle tornare a quel momento.

Era l'ultim'ora della mattina, gli ultimi minuti di scuola in quelle rare occasioni quando l'insegnate regala gli ultimi minuti agli studenti, chiudendo la faccia in qualche libro o in qualche pensiero. Federica e Valentina si erano dileguate con la scusa d'andare in bagno, e li rimasero a chiaccherare,aspettando il suono della campanella. Incredibilmente erano sole, e l'argomento verteva sulla musica. Una però era completamente assente e parlava in modo meccanico;Federica non osava avvicinarsi troppo,era troppo coinvolta e a stento tratteneva quel seme che protestava rabbioso dentro il suo petto, ancora mai nominato,mai,neppure per un momento, ma il suo corpo era un tempesta di contraddizioni,con i muscoli che si lamentavano per l'ordine dell'immobilità. Era un richiamo necessario, le sue braccia,le sue dita, la sua faccia, le sue gambe  tutto quanto racchiudeva la sua anima spasimava d'avvicinare quella creatura che stava lì davanti a lei,e che conosceva così bene. Non era qualcosa come gravità, non era desiderio, era semplice necessità come quando dopo un tuffo si cerca di risalire. O meglio ancora era come la vertigine,quando guardi giù da una grande altezza e qualcosa di spinge a oltepassare la soglia.
Ma era tutto così sbagliato,così capovolto,non...non era "normale",se solo Valentina fosse stata un uomo,allora il mondo sarebbe stato più giusto, ma a questo mondo tutto è fatto alla cazzo di cane e t'intrappola in queste situazioni. Ti sbatte in faccia dei muri,e pretende che tu li abbatta.
Ma non tutti possono sfondare i mattoni a mani nude,anzi...è molto più facile tornare indietro,aprire altre porte,anche se per tutta la vita ti chiederai cosa ci fosse aldilà di quella barriera.
Federica costrinse il proprio corpo a girarsi, dando le spalle al suo muro, doveva scappare,scappare,uscire da quella situazione. A occhi chiusi,mentre tratteneva i singhiozzi vedeva una linea bianca e dritta come un meridiano che camminava avvicinandosi ad un'incrocio...era la consapevolezza della sua vita che in quel momento si stava formando. Tanto più si avvicinava alla porta e fuggiva via, tanto più il suo percorso evitava migliaia di nodi che portavano a meravigliose ragnatele di possibilità. Quando la sua mano fu sulla maniglia la sua linea era sola,correva nuda e sola in uno spazio vuoto e freddo.Non sarebbe mai tornata indietro,sentiva il seme dentro di lei che veniva corroso da un veleno tiepido e necessario.

- Fede che hai..? -

- ...niente,non ti preoccupare ora mi passa...-

- Perchè piangi ? -

- Non ho nulla, ho solo un gran mal di testa... -

- Dai,non fare la stupida! Cos'hai, dimmelo che mi preoccupo! -

Ora lei era così vicina...le aveva messo le mani sulle spalle,per tranquillizzarla, aiutarla come dovrebbe fare ogni amica...ma il seme dentro di lei non c'era già più. Non si torna indietro quando distruggi qualcosa di te stesso, ora dalla cenere iniziavano ad alzarsi delle edere grige e dure...e già mostravano dei grossi spini.Federica diede uno strattone per liberarsi, irritata; non la voleva più intorno,non la sopportava più la sua presenza.L'avrebbe presa per i capelli e riempita di sberle,iniziava quasi ad odiarla. Provò ancora a liberarsi ma quelle mani non la mollavano anzi sembrava che la stringessero con più forza.
Si girò d'improvviso, con l'intenzione di mollarle uno schiaffo,ma Valentina l'aveva colpita con un bacio. 
Il suo corpo s'irrigidì,poi dopo qualche attimo i muscoli si rilassarono...e dalle piccole radici che stavano sepolte nel veleno si ridestò il seme,che semplicemente esplose. Si contrasse per un'attimo,soffermadosi su quelle labbra gentili e tenere,che accarezzavano la sua bocca con dolcezza e poi fu ovunque, espandendosi all'aria aperta dentro e fuori di lei, avvolgendo la scuola in alberi fioriti,con i rami che inghiottivano le nuvole,e salivano su su,fino alla luna d'argento e oro, e l'abbracciavano teneramente, come facevano loro due, con le loro braccia che afferravano le stelle e il corpo che ancora non bastava più e affiorava sotto la pelle un corpo nuovo, qualcosa di eterno e fulgido, e tutto questo amore scuoteva le sue ossa e il suo cuore come se non potessero sostenerne il peso.
L'eternità durò qualche secondo, poi lontanissima si udì il suono della campanella. Si staccarono e rimasero in silenzio, ascoltando le proprie anime cantare. Valentina la superò e corse via, e Federica aspettò che venisse il grosso della fiumana di studenti che scappavano via dall'edificio per inserirsi e nascondere meglio le lacrime.

continua...presto
   
 
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