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Autore: MrEvilside    13/11/2009    3 recensioni
La gelosia è una delle peggiori malattie.
Divora l'anima, corrode come veleno, porta il cervello a fare ragionamenti illogici ed induce a provare sentimenti d'odio nei confronti dell'oggetto di tale subdola sensazione, sebbene contrastati da un amore od un'attrazione spropositati.
Ti consiglio di far attenzione: giocando con le rose, prima o dopo ti ferirai. Quando avverrà, il predatore sentirà l’aroma del tuo sangue e ti troverà. Quel giorno, sarai finito per sempre.
[Sebastian x Grell; accenni Grell x Angelina]
[A RedFraction. Perché non se l'aspettava.]
Genere: Dark, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Angelina Durless, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A RedFraction.
Perché non se lo aspettava, perché alla sua domanda "Hai qualcosa in programma?" ho tralasciato questo scritto, perché mi ha regalato una rosa che ho appeso alla testiera del letto, perché ho potuto abbracciarla, perché ha osato torturarmi le guance ed esclamare "Puccissima!" un numero infinito di volte, perché ho ascoltato la sua voce tanto dolce sproloquiare, perché incontrarla a Lucca è stata un'emozione indimenticabile.
Ma anche perché, da quando ci siamo conosciute, il mio affetto per lei è cresciuto a dismisura sino a divenire "amore metaforico", perché se questa FanFiction non le piace la motosego perché ci ho sputato sangue sopra per una settimana, perché - come capirà a fine storia - io non voglio baciarla, dunque non fraintenda, perché è la mia Madamuccia, perché deve salutarmi il signorino Drozell, le signorine Undertaker e Grell e compagnia bella, perché è un'ottima amica, perché è tirchia e tuttavia usa i suoi soldi per me, perché se viene a Venezia deve assolutamente farsi portare nel mio paese ed infine a casa mia, perché con lei mi trovo straordinariamente a mio agio, perché se lo merita e perché non so che cos'altro aggiungere.
A te, Madame, che hai ispirato questa FanFiction.

Red Rose
[Temptation from Hell]

Lenti, si susseguivano fra l’erba, i suoi passi silenziosi.
Le mani, congiunte all’altezza della vita, si strinsero convulsamente l’una nell’altra quando gli occhi terminarono il loro assente vagare sulle aiuole e si soffermarono su quella piccola sezione di verde che la sua amata Signora in Rosso ed il maggiordomo della famiglia Phantomhive avevano occupato il pomeriggio precedente.
Aveva visto – aveva spiato – l’affascinante Sebastian inchinarsi al cospetto di Angelina ed increspare le labbra in uno dei suoi seducenti sorrisi; Madame Red aveva sollevato le estremità della lunga gonna color sangue – era stato lo stesso semi Dio a consigliargliela, quel mattino – ed aveva elegantemente ricambiato il saluto.
Grell aveva interrotto il patetico tentativo di potare un cespuglio – che stava pericolosamente avvicinandosi alle fattezze d’un teschio, peraltro – per studiare il servitore chinarsi sulle piante, cogliere una rosa ed offrirla alla donna.
A lei. Il Dio della Morte si morse un labbro nel percepire il sangue bagnargli i palmi, nei quali aveva inavvertitamente conficcato le unghie. È stato a lei che hai deciso di regalare il fiore della passione più rossa. Ti odio.
-Buongiorno, signor Grell. Vi siete svegliato presto, quest’oggi-.
Il filo delle sue riflessioni sembrò improvvisamente spezzarsi, tranciato dalla voce carezzevole di Sebastian alle sue spalle.
Hai preferito quello che, in fondo, è soltanto un misero essere mortale, a me.
-S-signor Sebastian.- balbettò – quanta fatica sentiva pesargli sulle spalle, ora, mentre cercava di mantenere la facciata di ridicolo umano –, volgendosi nella sua direzione. -Buongiorno a voi. Posso esservi utile in qualche cosa?-.
Voglio farti a pezzi, ridurti al pari delle prostitute che ammazzo e che inutilmente provi a salvare; voglio smettere d’indossare questa stupida maschera di mortale, voglio che ti renda conto di quanto tu sia imperfetto. Sei cieco, dannatamente cieco. Giudichi davvero tanto strano che l’inutile maggiordomo di Madame Red possa essere Jack lo Squartatore? Davvero così impossibile che un simile, incompetente servitore possa amarti ed essere amato da te? Ti odio.
-Non disturbatevi, ve ne prego: ho già svolto i compiti più impellenti.- assicurò il demone – meno lo Shinigami si sarebbe prestato ad aiutarlo, minori sarebbero stati i danni ai quali avrebbe dovuto rimediare –, si spostò con lentezza al suo fianco e si lasciò scivolare su un ginocchio al di sopra delle piante. -Stavate osservando le rose?- chiese, accarezzando pensosamente uno dei boccioli; poi, serrando indice e pollice attorno al gambo, lo separò dalla radice.
-Ne ammiravo lo splendore.- ammise Grell, stringendosi timidamente nelle spalle.
Se soltanto non fossi costretto a mentirti, a fingere, tu saresti mio. Ti desidero. Odioso, insensibile, stupido demone.
-Sarebbe un piacere offrirvene una.- replicò Sebastian, conducendo una mano dietro la schiena e tendendogli il fiore con la gemella in un morbido gesto intriso d’eleganza.
La stai dando a me perché la porti a lei? Sei disgustoso. Ti odio.
-Ah, Madame Red ne sarà molto contenta. Siete davvero un gentiluomo.- fu quel che contrariamente disse, abbozzando un cortese sorriso nell’allungare il braccio per accettare la pianta.
-Temo che abbiate frainteso le mie intenzioni. Ho fatto dono d’una rosa alla vostra signora su ordine del mio Bocchan, ieri pomeriggio.- commentò il maggiordomo, permettendogli con pacatezza d’intuire che l’aveva scoperto ad assistere alla scena. -Questa intendo regalarla a voi di mia volontà-. Levò un indice a sfiorargli delicatamente il mento e sorrise nel vederlo affondare un dente nel labbro superiore mentre le guance si imporporavano. -Trovo che il suo stelo si adatti alle vostre iridi verdi e che il bocciolo sarebbe perfetto appuntato sulla camicia, sotto il fiocco del medesimo colore-. Proseguendo nel discorso, tracciò un sentiero sulla pelle sino al nastro carminio dal quale il bavero veniva avvolto.
Un sospiro spezzato abbandonò la bocca socchiusa del semi Dio quando avvertì altre due dita carezzargli il collo e gli occhi si chiusero leggermente in un’espressione mista fra la sorpresa ed il piacere.
Ma forse sono io il più ripugnante – oppure tu diresti patetico? – fra noi. Perché ti voglio.
Intrecci le tue ragnatele di sensuali lusinghe come un ragno velenoso – te lo devo concedere, che sei davvero un abile maggiordomo –, eppure desidero ancora illudermi che questi fili d’argento possano essere la verità.
Voglio sentire le tue mani sbattermi su un letto, voglio udire la tua voce stillante gocce di pura lussuria sussurrarmi all’orecchio le oscenità delle quali hai intenzione di sporcarti insieme a me e voglio gridare, gemere il tuo nome ed aggrapparmi alle lenzuola quando mi lacererai con violenza la carne, avido di avermi, di appropriarti del mio corpo.
E voglio ucciderti all’apice del piacere, strappare ogni più piccolo frammento di pelle da quel tuo splendido viso. Voglio vederti cadere in pezzi come uno specchio, soltanto per me, a causa mia…
La tua morte sarà un trionfo di rosso e di bianco, amore mio.
-Siete molto valente come mentitore, signor Sebastian.- sibilò, stirando gli angoli della bocca in un sorriso amaro. -Ve lo assicuro, è tremendamente semplice cadere nel vostro inganno-.
-Oh, no, signor Grell. Io non dico mai le bugie.- rispose il demone, rapendo le sue labbra in un bacio. Le lambì con la punta della lingua, le morse e le succhiò, increspando le proprie in un sogghigno nell’avvertire il Dio della Morte ansimare contro di esse.
-Probabilmente sei tu- sussurrò mentre si ritraeva -ad aver perso la capacità di distinguere realtà e falsità. O sbaglio, signor Shinigami?-.
Per un istante Grell apparve meravigliato; poi, sollevando i polpastrelli a sfiorarsi la bocca, emise una risata divertita. -Che peccato, mi hai scoperto. Ed io che speravo di potermi avvalere ancora per un poco dell’esistenza di quella tua cecità, l’unico, piccolo difetto del maggiordomo perfetto…- si lamentò con quel suo fare fastidiosamente infantile. -Ah, ma non importa. In fondo, fino a quando non mi fermerai avrò vinto io. Non lo trovi divertente? Il predatore, tanto vicino alla sua preda quanto lontano dal catturarla… Il tuo mocciosetto si spazientirà, non è vero, Sebastian? Oh, Sebastianuccio è un bimbo cattivo! Il piccolo conte adesso lo castigherà-. E rideva, con quella sua voce acuta ed intrisa di crudele sarcasmo.
-Se ti uccidessi ora, risolverei ogni problema.- osservò il maggiordomo in tono placido.
-Non sarebbe educato ammazzare una fanciulla che ha accettato la tua corte, non pensi?- obiettò il semi Dio, accennando col capo alla rosa che Sebastian teneva fra le dita. Accompagnandosi ad un sorriso compiaciuto, aggiunse: -Inoltre, non hai alcuna certezza in merito all’identità – alla sola esistenza, peraltro – d’un mio complice. No, non mi ucciderai, almeno per il momento, sebbene tu sia consapevole che esitando adesso potresti condannare al massacro molte altre donne – e questo disturberebbe molto il ragazzino, vero? È così penoso, il senso di colpa umano-.
Il demone ricambiò il sorriso ed i suoi occhi scintillarono di rosso il tempo d’un istante – un effimero istante di demoniaca pericolosità – mentre gli prendeva la mano e guidava le sue dita a stringere lo stelo del fiore ove non fossero presenti spine. -Devo ammettere che hai ragione tu. Tuttavia ti consiglio di far attenzione: giocando con le rose, prima o dopo ti ferirai. Quando avverrà, il predatore sentirà l’aroma del tuo sangue e ti troverà. Quel giorno, sarai finito per sempre.- sibilò, accostando il volto al suo orecchio.
Infine arretrò, gli volse le spalle e concluse, come se nulla fosse mai stato: -Sarà meglio che faccia ritorno alla magione: il Bocchan dovrebbe essersi svegliato, ormai. Non dovreste andare ad assistere anche voi la vostra signora?-.
-Oh, i-io… sì, andrò subito.- rispose il mietitore, nel timido farfugliare che contraddistingueva la maschera di dolce ingenuità che era costretto ad indossare, e si sistemò gli occhiali dalle lenti tonde poco al di sotto della radice del naso.
Contemplando l’aggraziata figura di Sebastian allontanarsi, circondò il bocciolo della pianta con il palmo e lo fece strusciare dolcemente contro la pelle del collo per godere del contatto con i petali setosi e gemere nell’illudersi che fosse la bocca del maggiordomo, soltanto poco prima posata sulla propria.
Nell’attesa che il sipario cali su questa sciocca farsa, ogni notte imbratterò il mio letto di peccato cullandomi nel ricordo del nostro primo bacio e della rosa che mi hai regalato, simbolo del nostro depravato amore.
Quando infine il palco rimarrà vuoto e buio e gli attori si saranno inchinati agli spettatori, consumerò insieme a te, fra le lenzuola d’un puro color neve, la passione corrotta che mi divora.
E l’aria profumerà di sesso, sangue e morte, mio amato Sebastian.

-Posso farti una domanda, Sebastian?-.
Giocherellava con la pedina nera, il giovane conte, fingendo d’osservarla distrattamente quando in realtà studiava l’espressione del maggiordomo.
Questi inclinò il capo da un lato – unico accenno di curiosità – ed increspò le labbra in un sorriso gravido di melliflua gentilezza nel replicare: -Certamente, Bocchan. Cosa desiderate sapere?-.
-Mi stavo chiedendo che cosa tu abbia fatto per scoprire l’identità di Grell-. Un sogghigno screziato di divertimento piegò gli angoli della bocca del ragazzino – quanto sadismo poteva essere insito in un bambino tediato da una fiaba durata troppo a lungo. -Da quel che ho potuto apprendere in questi anni, immagino avrai dovuto essergli molto vicino per poter accertare con sicurezza la sua natura-.
Null’altro che una scintilla di rosso nelle iridi alterò i tratti del viso del servitore mentre rispondeva in tono sereno: -È stato necessario baciarlo. Disgustoso, e tuttavia essenziale-.
-Puoi andare-. Il nobile si limitò ad un cenno del capo, apparentemente attratto dalle figure che la luce dipingeva sulle curve del cavallo d’ebano. La sua voce echeggiò nell’aria soltanto un’altra volta, intrisa di sottile sarcasmo, quando il demone si trovava sulla soglia della stanza. -Non ti avrei mai immaginato tanto umano, Sebastian-.
Il maggiordomo si fermò per un istante e si volse, socchiudendo gli occhi cremisi nel ricambiare lo sguardo del conte. -Vi pregherei di non offendermi con simili affermazioni, Bocchan.- disse, con quella voce melodiosa che sembrava stare annunciando una sentenza di morte.

Quel che Grell più apprezzava dei suoi temporanei doveri di maggiordomo era occuparsi dell’apparenza della sua signora.
Sceglieva un abito cremisi che scivolasse delicatamente sul corpo elegante della donna, dipingeva sulle sue labbra carnose una scia color rubino e le cospargeva la pelle di qualche fresca goccia di profumo ai frutti rossi, compiacendosi infine di quanto fosse divenuta bella.
Perché preoccuparsi dell’aspetto di Madame Red gli permetteva d’ingannarsi, seppur per pochi momenti, d’essere una principessa che gioca con le sue bambole.
-Siete davvero incantevole questa mattina, Madame.- osservò, accarezzandole delicatamente i capelli con la spazzola.
-Non occorre recitare, quando siamo soltanto io e te.- replicò Angelina, inarcando un sopracciglio.
-Non sto recitando-. Lo Shinigami sorrise, lasciandosi scivolare una delle ciocche scarlatte della donna fra le dita, si chinò su di lei e depose un soffice bacio all’angolo del suo orecchio. -Sei meravigliosa, mia cara. In particolar modo quando è il sangue ad adornarti-. Tese una mano oltre la sua spalla, sfiorando uno dei petali del fiore che riposava all’interno del vaso deposto sul banco della toeletta. -Splendida, come questa rosa…- mormorò, assorto.
Ti amo, mia adorata, eppure ti ho tradito. Sono stato incantato dal sorriso lascivo delle tenebre e mi sono lasciato rubare il cuore che avrei dovuto donare a te.
-Tu mi ami, Madame?- chiese d’un tratto, portando l’indice al di sotto del suo mento per spostarle il viso in direzione del proprio.
-Sì-. Angelina lo ripeteva ogni volta, quel tanto pregno di menzogna che il mietitore voleva sentire – non vi era più stato nessuno, dopo la morte dell’unico uomo che avesse mai amato. -Ti amo-.
E, pur sapendo che era una risposta falsa, il semi Dio incurvava gli angoli della bocca in un sogghigno e premeva le labbra sulle sue in un bacio a stampo.
Ed anche questo bacio gravido di finzione che ci scambiamo è ormai contaminato dall’essenza oscura dalla quale sono stato avvelenato quando le dita di Sebastian si sono strette su di me.
Perdonami, cara.
Ho ceduto al lusinghiero richiamo dell’Inferno racchiuso nei petali vermigli di questa rosa.



Giustificazioni e note generali:
In primo luogo, è soltanto colpa di RedFraction se questa FanFiction è nata. E con questa premessa, io me ne lavo le mani.
Ora, abbiamo visto Grell alle prese con la gelosia ed io penso di non essere andata Out of Character, poiché lo Shinigami è molto passionale e reagisce talvolta esageratamente alle emozioni che prova, come capita anche a noi; in questo scritto fraintende un comportamento di Sebastian - demone nei confronti del quale prova un'attrazione spropositata - verso Madame Red e ci costruisce sopra i cosiddetti "castelli di carta", arrivando a mentire dicendo d'odiarlo. In ultimo, vorrei aggiungere che era al corrente dell'identità del maggiordomo nero perché, come lui stesso dice nel manga e nell'anime, aveva compreso ben prima la sua reale natura.
E Sebastian, invece, come si comprende nel finale, l'ha irretito soltanto per adempiere al compito assegnatogli dal suo signorino, ossia scoprire l'identità di Grell per poi potersi assicurare del coinvolgimento di Madame Red - in fondo, lo Shinigami avrebbe anche potuto richiedere la collaborazione di un altro medico, in quanto la sua signora frequenta quell'ambiente a causa della propria occupazione [perciò Sebastian non poteva essere sicuro dell'identità del complice].
Ed infine, vorrei spiegare questa frase: "
quanto sadismo poteva essere insito in un bambino tediato da una fiaba durata troppo a lungo". Qui mi riferisco alla vicenda di Jack the Ripper come ad una fiaba ed alla noia che prova Ciel per questo caso che non sembra ancora essere finito.
Ecco. Credo di avere terminato. O, perlomeno, ho chiarito il mio punto di vista sull'assenza dell'OOC e sulla costruzione della trama.
Adesso, aggiungendo che la scena più difficile è certamente stata l'ultima, con quell'accenno di Grell x Madame Red, termino la mia apologia.
Grazie d'aver letto: spero d'avervi lasciato qualcosa e che vogliate dirmelo con una recensione.
Non lo farete? Grazie ugualmente, ed alla prossima.
Chu.

Saeko no Danna, il Giullare
  
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