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Autore: briareos1982    13/11/2009    3 recensioni
Due amiche da una vita si scontrano con un sentimento più grande di loro, che cambierà il loro modo di vivere e percepire le loro stesse vite.
Genere: Romantico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così trascorsero alcuni giorni,Valentina e Federica vivevano insieme minuto per minuto,vittime di un sentimento ormai antico e che difficilmente si mostra più in quest'epoca. Era "l'amore che strappa i capelli" quello per cui si può effettivamente morire,che spinge una persona  ad attraversare il mondo a piedi,a scatenare guerre o sfidare imperi,uno solo contro l'imperatore. Valentina rispettava i tempi della sua amata,e tesseva con pazienza il desiderio di averla tutta per sè, e non solo a tempi predefiniti, ma sempre,ovunque,liberi di essere senza colpe. Federica da parte sua era sempre piena di dubbi che poi non si manifestavano,si riempiva la testa di domande che non avevano bisogno di risposta,e prima di sentirle certe cose,voleva immaginarle. Perchè voleva essere preparata,pronta a dire la cosa giusta, di fare la cosa giusta,senza improvvisare.Ma poco a poco incominciò a comprendere che la  vita è pura improvvisazione,attimo dopo attimo. E così,per la città teneva per mano la sua amata, senza ancora però osare baciarsi in pubblico. Le cose cambiarono un giorno che tornarono a casa insieme. Le due ragazze erano appiccicate insieme, incastrate nel bus,come al solito affollato con una densità di mezzo milione di persone per metro quadro, roba che se c'era un incidente i paramedici trovavano le persone annodate come reti da pesca.
Federica si aggrappava con entrambe le mani nei pochi centimetri liberi degli appigli attaccati al tetto, e stava così impettita,come stesse per volarsene via, mentre cercava d' occupare meno spazio possibile.Valentina si teneva ad un corrimano che spariva dietro la schiena della sua ragazza, e con un'altra si reggeva anche lei al soffitto. Era così vicina che le venne spontaneo stringerla a sè ma non c'era neppure spazio per far scorre il braccio,così le mise una mano sulla schiena.
Federica scattò come una molla,e la guardò con occhi inquisitori. Valentina sorrise,pensando di farle il solletico,così intromise il suo braccio sotto la maglietta e iniziò a far ballare le sue dita sulla base della schiena,come fossero un ragnetto dispettoso. Federica era arrossita e continuava a fissarla. E tratteneva il respiro, con gli occhi che minacciavano vendetta.
Valentina allora finalmente capì che NON le stava facendo il solletico. Aveva trovato un punto debole nel corpo della sua ragazza, e ci si mise d'impegno.La mano iniziò a fare ricami sulla pelle, giri su giri, piroettando malvagia ogniqualvolta sentiva un muscolo distendersi,o un nervo che mandava una nota elettrica. Federica si sentiva in trappola,mentre quell'assassina continuava a torturarla; nella pelle ipersensibile della zona ogni traccia che lasciavano quelle dita languide era una scarica elettrica su per la spina dorsale, che salivano fino alla nuca dove s'infrangevano, e ricadevano in scintille verso il basso, sparando altre scariche in altri punti sensibili...i quali si frammentavano e si moltiplicavano a loro volta. Si sentiva in corto circuito,e tanto più cercava di controllarsi tanto più una scarica cercava di strappargli un gemito dalle labbra. Non poteva fare altro che aspettare che quel maledetto bus arrivasse a destinazione,ma in realtà voleva veramente che finisse? La scariche continuavano a ripetersi,inesauste,e così il suo corpo si ribellò e staccò le braccia dai sostegni,avvolgendo Valentina con tutto quello che aveva.

Valentina si divertì a stuzzicare la pelle della ragazza,ma non si rendeva perfettamente conto di quello che stava facendo,per cui quando sentì la sua Federica che gli saltava addosso ebbe paura. Mai avrebbe detto che sarebbe successa una cosa simile,ma quel corpo che la stringeva e che gli afferrava il viso era comandato da qualcosa che non aveva mai conosciuto.Perchè non aveva mai pensato che quella ragazzina ingenua fosse più passionale di lei,era certa che i ruoli erano stati stabiliti sin dal primo bacio.

- Valentina, tira fuori la lingua. -

Era sbigottita.

- Fede calmati ! .

- Valentina,se ora tu non tiri fuori quella lingua,ti giuro che me la piglio con le mani ! -

E prima che finisse la frase aveva proprio infilato le dita dentro la sua bocca e tirato fuori quello che c'era dentro,per poi...mangiarselo. l'avidità con cui la stava baciando aveva più cose in comune con il cannibalismo che con la passione. Nel bus affollato una cinquantina di persone poterono godersi uno spettacolino pornosoft a gratis,e si levò un coro di proteste indignato,di insulti,di borsette che si coprivano il viso,di smorfie,di sguardi indiscreti,di risolini divertiti,di imprecazioni e addirittura qualcuno che si avvelenava d'invidia. Il potere che un solo bacio spettacolare può provocare in uno spazio chiuso è dirompente.E' quasi un'atto vandalico.
Le due si staccarono solo quando arrivarono a destinazione,mentre dal bus si trascinava la manifestazione allo sdegno.Valentina barcollava ubriaca d'amore, ancora incredula.
Lei,che era convinta di essere una delle persone più navigate del pianeta.
Federica scappava via,voleva sprofondare,lì e subito,in quel marcipiede,diventare nebbia e scomparire,perchè aveva fatto una cosa terribe.Era stata oscena in pubblico,dove praticamente tutti conoscevano sia lei che sua madre. Avrebbe cambiato città,nome e nazione,si sarebbe trasferita in Alaska con i pinguini,anzi,avrebbe creato uno stato tutto suo,impronunciabile,così che nesuno potesse mai più trovarla nemmeno con i satelliti.
Valentina aveva preso la specializzazione in stronzaggine, aveva la patente europea di figlia di puttana,ecco che che era.Tutta colpa sua,ecco cos'era,se avesse cacciato le mani in tasca invece che toccarla in quel modo non sarebbe successo nulla.E ora come avrebbe vissuto?come lo avrebbe spiegato?

- Vale,vai affanculo,non ti voglio più vedere per un mese! -

- Ma come? Proprio ora che ti sei sfogata! -

- Vaffanculo,io in questo cazzo di quartiere ci devo vivere, devo mantenere un certo rispetto.Io NON sono come te,lo vuoi capire questo? -

- Senti...nemmeno io immaginavo che avresti reagito in quel modo. Scusa. -

- Sai io che me faccio delle tue scuse? -

- Eddai...-

Valentina la prese per mano, cercando di farsi scusare. La ragazza gli regalò un sorriso,si era già buttata tutto dietro le spalle. Qualcosa era cambiato,da quel momento in poi non ebbe più paura di baciarsi in pubblico;ora che aveva mostrato il peggio di sè tutto andava in secondo piano. Non aveva più paura di mostrarsi per quel che era, anche se le voci su i loro volavano di casa in casa come piccioni,distribuendo a macchia d'olio voci e storie,amplificate,ingigantite. A scuola più d'una professoressa cercò di parlare con loro, cercando di farle da psicologhe,attenggiandosi da amiche,quando per anni non avevano fatto altro che mostrare disinteresse. Valentina e Federica iniziavano ad essere un problema, baciandosi esplicitamente in classe,a ricreazione, per strada....
Anche il loro semplice tenersi per mano faceva rumoreggiare la gente,sembravano tutti stranamente colpiti da quella fluorescenza di vita,era qualcosa di radioattivo,che illuminava altri,e più il colore era vivido tanto più marcava le distanze. Alla fine non erano stati gli altri a emarginarle,erano state loro che in due avevano creato una piccola isola tutta per loro.
La signora Lucia rispondeva garbatamente a tutte le persone che incontrava,affrontava gli sguardi pietosi della gente a testa alta,come aveva sempre fatto. C'erano degli emeriti sconosciuti che la trovavano per strada e gli consigliavano di far curare sua figlia, di portarla in un centro specialistico,ma lei non si scomponeva,ed educatamente sottolineava il fatto che sua figlia non soffriva di nessun male,al contrario era sana,in forma e felice.Molto di più di quanto la gente possa sperare.La madre di Valentina,dal canto suo,nemmeno aveva il tempo di seguire cosa si potesse dire su di lei e sua figlia,aveva problemi critici e che se non risolti l'avrebbero presa per il collo e strangolata.

Poi venne un Sabato.La signora Lucia aveva degli impegni fuori regione,e decise che avrebbe dormito fuori, lasciando alla figlia solo un'avvertimento.

- Fedina,non ti azzardardare a usare camera mia! voglio vedere tutto come l'ho lasciato,intesi? divano compreso! -

La figlia non capì bene,ma gli disse che non c'erano problemi.E si salutarono.

Valentina e Federica passarono tutto il sabato in giro,per musei,un paio di mercatini di cianfrusaglie e in librerie,ma rincasarono presto.Per cena presero una pizza che divisero in due, una bottiglia di vino bianco dolce, e guardarono per l'ennesima volta "The Nigthmare Before Chrismas", cantando estasiate tutte le canzoni a memoria. entrambe adoravano quel film.
Poi fu silenzio.
Solido,intorno a loro.A televisore spento il buio era una massa liquida che le circondava, in attesa che qualcosa accadesse.
Entrambe sentivano che il mondo era diventato di cristallo,fragilissimo...e le parole erano troppo pesanti per poterle usare.
E il silenzio intorno a loro le isolava dal mondo, lo dissolveva.
Nel dissolversi tutto era divenuto sospeso,e i loro sogni volarono sulle cose fino a riempire la casa.
Valentina si alzò per prima ,senza fare rumore,e la prese per mano.
Federica la seguì su un percorso che già conosceva.
Ogni passo era lento e calmo,quasi fosse una danza. Lievemente i piedi la portarono in camera sua, dove Valentina smise di guidarla.
Poi chiuse la porta alle spalle.
L'ultima luce si ranicchiò fino a scomparire, e da allora gli occhi le furono inutili.
Perciò li chiuse e distese il suo corpo verso l'esterno, la pelle che percepiva il calmo navigare dell'aria della stanza.
Sentiva i passi di Valentina che si spostavano, ancora leggeri, il suo respiro regolare che gli sussurrava parole.

- Amore...stai tremando. Lascia che io ti scaldi. -

Federica rispose al sussurro,come il volo d'una piuma che si dissolveva nella stanza.

- Il tuo calore...mi riscalderà anche nella neve? -

- Scioglierò il bianco ghiaccio...affinchè nutra le tue radici -

- E quando le foglie moriranno...tu sarai lì a colorare gli alberi spogli? -

- Io non mancherò di scaldarti mai...neppure quando il sole sarà una pietra nera e fredda nel cosmo -

- Ed io ad ogni stagione io fiorirò per te... -

Si sentì trasformata mentre il suo corpo perdeva la pelle inutile dei vestiti, che si arrendevano senza lottare e caddero come foglie autunnali. Poi le sue mani scivolarono su altri terreni,passando come nuvole bianche sopra i bottoni,sciogliendo i legami che davano solo aride distese di sabbia...E sotto strati di deserto sentiva palpitare le colline e pianure rigogliose,e poi vallate e montagne che cantavano all'aria delle sue dita. Erano due lune gemelle,che orbitavano uno intorno a all'altra come sei si guardassero ad uno specchio. E cadevano lentamente verso il letto accanto a loro,dove si distesero e si cercarono ancora.Valentina navigò la sua mano come fosse persa, seguendo ogni linea,ogni curva che incontrava. Scese al delta di una foresta, e la caverna che vi trovò si aprì delicamente al suo passare,lasciando che entrasse.Fuori la fulgida terra si ricopriva di fiori che cantavano sospirando, e le sue labbra si posero sulle colline, cullando dolcemente i frutti che sbocciavano alle sue carezze. Con le stagioni venne l'estate, e sui fiori nacquero gocce di brina,che scivolavano al movimento di un vento invisibile. Poi altri baci,e altri passaggi, insieme verso la fioritura.
Poi un piccolo terremoto che fece cambiare il  moto due pianeti, Valentina sentì Federica che orbitava su di lei,e poi si posava leggera sul suo corpo, e i monti e le montagne si spostarono,insieme,capovolte. E poi calore, intenso su di lei, mentre sentiva le labbra che si adagiavano prima all'entrata, poi più in profondità , e la sua mente si disperse come nebbia. Nella nebbia s'immerse,anche lei, a dissetarsi alla sua fonte, in un movimento continuo che vedevano scontrarsi i suoni,e poi rincorrersi in echi che facevano fremere entrambi i corpi.
Poi fu fioritura.
Insieme, inevitabile devastante, dall'interno dei loro cuori a straripare come un torrente,tracimando gli argini,in convulsioni vitali in tempeste elettriche in sconvolgimenti fino agli estremi confini della loro pelle.
Per poi distendersi,esauste,l'una accanto all'altra, incredule fino al sonno.

E non ci fu vento al mondo che separò quello che la primavera aveva unito.

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