Legami Invisibili
di Lilyan
16. Perché proprio lui?
Dopo il primo ballo ne seguì un secondo e… prima
che la festa fosse finita, Hermione e Draco avevano dato modo ai presenti di
farsi strane idee sul loro comportamento.
Se da un lato, sembrava quasi inconcepibile che
quei due, oltre che parlarsi civilmente, addirittura ballassero insieme,
dall’altro nessuno poteva smentire l’evidenza… e cioè
che formassero davvero una bella coppia!
Alle due circa, era
giunta l’ora per tutti di tornare alle proprie scuole o alle proprie
case, se non volevano rischiare di essere scoperti! E
a piccoli gruppi lasciarono la stamberga strillante per non dare eccessivamente
nell’occhio.
Solo allora gli studenti di Hogwarts, rimasti per
ultimi a sistemare la sala, si resero conto dell’assenza di Harry.
Non che fossero passate
ore da quando, solo, era sgattaiolato fuori per ricevere il messaggio che tanto
attendeva… forse una quarantina di minuti… ma poi non era più rientrato e,
peggio, nessuno se ne era accorto!
Hermione raccolse da una delle poltrone il mantello
di Harry e preoccupata cercava di convincere Malfoy ad andare a cercare
l’amico. Ron era combattuto… se da un lato voleva aiutare Hermione a ritrovare
Harry, dall’atro il fatto di vagare di notte per Hogsmeade lo faceva
letteralmente rabbrividire.
Inoltre, conoscendo il moro, probabilmente si era
stufato e, a quest’ora, era già tornato ai dormitori e stava bellamente dormendo.
Con questa “plausibile” e soprattutto comoda
teoria, Ron riuscì a fatica a convincere la ragazza che, controvoglia, seguì il
resto del gruppo verso la scuola.
- Salve giovane Potter! Sapevo che ci saremmo
rivisti presto! –
Due occhi color del cielo stavano osservando Harry
amorevolmente, pur cercando di scrutare al di là della
sua strana espressione.
La notte autunnale avvolgeva con le sue ombre le
due figure, che si erano incontrate sulla riva del lago di Hogwarts e le
nascondeva da occhi indiscreti.
- Grazie per essere qui… e per
aver risposto così in fretta alla mia richiesta. –. Il moro sorrise
gentilmente all’interlocutore.
- Come avrei potuto rifiutare? Dopotutto sono stata
io a dirti di chiamarmi nel caso avessi avuto bisogno…
ed ora eccomi qua… dimmi, che cosa succede Harry? Perché
mi sembri così angosciato, nonostante tu stia cercando di apparire tranquillo? –
- Io… io non lo so. Non so cosa mi stia succedendo…
- Harry era confuso, ma doveva a tutti i costi parlarne con qualcuno o sarebbe
scoppiato… e forse questa era l’occasione giusta per farlo - Sono stufo di
essere così… di sentirmi cosi… di essere Harry Potter…
e di avere tutto il mondo sulle spalle! Non so come spiegarlo… è difficile… -.
- Su, ora calmati, siediti,
rilassati e raccontami cosa è successo -.
Harry ascoltò il consiglio di Andromeda
e si sedette sull’erba a pochi passi dall’acqua. La brezza fredda che proveniva
dal lago lo fece rabbrividire e, per proteggersi maggiormente, piegò le gambe
verso il petto e le circondò con le braccia.
Il giovane grifondoro, quindi, raccolse un profondo
respiro e poi iniziò a raccontare alla donna centauro tutto quello che gli era
capitato nelle ultime settimane… del fatto che non riuscisse a fidarsi del
comportamento di Malfoy, il quale sembrava tutto d’un tratto un’altra persona
rispetto a quella che aveva conosciuto nei sei anni passati… di come non
riuscisse a digerire che Hermione si trovasse apparentemente così bene con la
serpe… e che da tempo non riusciva e, forse, non
voleva nemmeno confidarsi con i suoi amici perché credeva non avrebbero mai
potuto comprenderlo fino in fondo ed aiutarlo… per infine terminare con il resoconto
dettagliato dell’incubo che aveva avuto la notte prima e che era già la seconda
volta che gli capitava.
- Cosa può significare
secondo te? – le chiese infine sperando di avere un po’ di
conforto e soprattutto delle risposte da quella creatura così misteriosa.
Andromeda lo fissava sorpresa ma allo stesso tempo
benevolmente.
Gli occhi fissi sul ragazzo e sul volto
un’espressione pensierosa.
- Credo sia venuto il momento che tu comprenda alcune cose, Harry. Non pensavo che arrivassi a
questo livello così in fretta… ma dopotutto… tu sei
tu… - Disse enigmatica sorridendogli.
- Che significa? COSA dovrei sapere? -.
- Mio giovane amico, non essere impaziente… tutto a
suo tempo! Non è compito mio raccontarti certe cose, ma credo che delle
spiegazioni ti siano dovute -. La donna centauro si
alzò e fece alcuni passi fino ad arrivare a sfiorare l’acqua del lago.
Harry la osservava rapito. Era così bella e
misteriosa, diversa dagli altri centauri che aveva conosciuto, e aveva la
capacità di farlo stare bene, di rilassarlo, col solo tono soave della voce.
Dopo alcuni istanti, Andromeda ruppe il silenzio.
- Come ti ho detto la prima volta che ci siamo
incontrati, ero già a conoscenza di cosa ti stava
accadendo. Non è un mistero per me che tu abbia da
poco scoperto di avere un’anima affine e so che questo ti deve aver sconvolto
non poco… -.
- SCONVOLTO? Diciamo pure scioccato!
Immagino quindi che tu sappia anche di CHI si tratta… purtroppo! Oltre al fatto
che io non ne sapevo proprio nulla delle anime affini… sembra che dopo le prime
belle parole sul fatto che può succedere e che col tempo ci avrei fatto
l’abitudine… nessuno si è più preso la briga di spiegarmi che cosa realmente
significhi... non che io abbia avuto voglia di fare troppe domande al proposito…!-.
- Capisco. – La voce della donna si era fatta più
dura.
Harry tacque. Vide il volto di Andromeda
farsi più cupo e serio.
- Non hai provato a chiedere a lui come si sentisse? Non hai cercato almeno una volta di capire se
anche lui prova le tue stesse sensazioni, Harry? Perché
non hai tentato di affrontare il problema, perché per te è un problema, vero,
con chi è nella tua stessa condizione? – Ora Andromeda si era voltata verso
Harry e lo osservava austera.
- Ma io… -
- Tu cosa Harry? – Lo interruppe prima ancora che
potesse dire qualcosa. - Non sei da solo in questo problema… ma tutto questo
sembra non importarti a quanto pare. Sei concentrato solo sulla tua vita, sulla tua condizione e
non vedi via d’uscita se non chiuderti a riccio su te stesso per tentare di
risolvere da solo ogni cosa… come hai sempre fatto del resto… o mi sbaglio? -.
Harry fissava basito la creatura che aveva di
fronte e che ora gli appariva tanto diversa da come era
la prima volta che l’aveva incontrata.
Andromeda, come se non avesse per nulla notato
l’espressione di Harry, continuò – Mi hai appena confessato di non poter
parlare con i tuoi amici, perché credi che non siano in grado di aiutarti in
alcun modo. Allora perché non provi a parlare con i tuoi nemici… e tu sai a chi
mi riferisco… potresti scoprire che qualcuno potrebbe darti le risposte che
cerchi… e potresti rimanere sorpreso nell’apprendere che non sei il solo ad
avere paura e non sapere che cosa questa nuova condizione significherà per
tutti -.
- Io non ho intenzione di parlare di un bel niente
con Malfoy, se è questo che mi stai suggerendo! – Harry si alzò di scatto in
piedi quasi urlando e facendo alcuni passi verso Andromeda. – Non ho nulla da
spartire con lui, se lui è così tranquillo non mi importa,
a me questa storia non va proprio giù. Vorrei solo delle spiegazioni, tutto
qui! Ma sembra che nessuno me le voglia dare! Io non sarò mai un suo amico, non faremo mai nulla insieme. Io sono
un Grifondoro, lui un Serpeverde. Lui è il figlio di uno dei
più grandi Mangiamorte, io sono Harry Potter –. Concluse
sussurrando appena il proprio nome come se quelle parole pesassero più del
piombo.
- Allora è questo il problema! Il fatto che lui è
un Malfoy e tu sei Potter… Harry, credi davvero che dei nomi possano
determinare quello che una persona è realmente? Non metto in dubbio che vivere
in una certa famiglia o crescere in un determinato modo possano in qualche modo
influenzare gli atteggiamenti di qualcuno. Ma prima o poi,
per ognuno di noi, arriva il momento in cui la nostra coscienza ci mette di
fronte alla realtà e ci fa comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato…
sta a noi poi stabilire se continuare per la strada che ci è stata in un
qualche modo imposta, oppure se decidere autonomamente di seguire il nostro
cuore e la nostra ragione –. Chiara e lapidaria. Ecco come era
stata Andromeda e Harry era lì in piedi che l’ascoltava in silenzio. Non aveva
più voglia di risponderle. Non comprendeva a fondo ciò che il centauro gli
stava dicendo, ma sembrava tutto così facile in quelle parole… mentre per lui
la strada appariva inesorabilmente come un’infinita salita.
- Harry, rifletti, tu hai scelto di non essere un
Serpeverde, vero? –
- C-come fai a saperlo,
nessuno… -.
- Non importa come, dimmi è così? -.
- Sì -.
- E perché, spiegami, non
hai voluto che il Cappello Parlante ti smistasse a Serpeverde? –
Harry rifletté un secondo su quella domanda e poi
si decise a rispondere.
- Perché quella era la casa di Voldemort e di tutti
coloro che poi sono diventati mangiamorte… tutti i
maghi oscuri ne hanno fatto parte… -.
- Ma il cappello ti voleva
mandare lì, era la tua strada, allora perché non hai voluto? -.
- Perché non volevo e
basta! Non volevo essere come loro, non era giusto, io non volevo essere
cattivo! -.
- Appunto! Hai deciso tu cosa fosse
bene per te. Nonostante ti chiamassi Potter e i tuoi genitori avessero combattuto contro Voldemort, il cappello ti voleva
mandare a Serpeverde, ma tu hai deciso che non era giusto e così ora sei un
Grifondoro. Harry, il nostro futuro può essere scritto nelle stelle, o nelle
profezie – e gli fece un piccolo sorriso al quale Harry rispose sbarrando i
propri occhi verdi incredulo – ma alla fine siamo noi
a determinare la strada attraverso cui compiere il nostro destino. Tu sei
destinato a grandi cose, Harry, non c’è dubbio, e molte di queste le dovrai affrontare di persona, senza l’ausilio di nessuno, ma
non ti è proibito di farti accompagnare in questo percorso dai tuoi amici o da
chi ti può dare una mano. Non si può sfuggire al fato, questo no, però puoi
rendere le cose più facili o più difficili, a seconda delle
decisioni che prenderai… questo sta a te –.
Se già non era confuso, ora non seguiva più il
discorso della donna che gli stava di fronte.
Eppure qualcosa di vero usciva da quelle parole, solo che
in quel momento accecato dal risentimento verso il Mondo intero, Harry non
riusciva a coglierne l’essenza.
Si sedette nuovamente sul prato e
con le mani a sorreggersi la testa rimase per minuti interi a fissare il
lago senza più dire una parola.
Andromeda fece lo stesso e rimase in attesa di una sua mossa.
- Perché proprio Malfoy? –
Chiese in un sussurro Harry riprendendosi dai suoi pensieri.
- Perché non lui? – Il
centauro rispose astutamente con un’altra domanda.
- Sarebbe stato più facile… -.
- Ne sei certo? -.
- Insomma, lui… lui è… -.
- Lui è Draco e tu sei Harry -.
- Sì, ma suo padre è un mangiamorte e anche lui un
giorno lo sarà -.
- Glielo hai chiesto? -.
- COSA? E’ ovvio che lo
sarà, si è sempre vantato di suo padre e di cosa fosse che non l’ho mai
dubitato un istante! -.
- Te lo ha detto lui? -.
- Ma non ce n’è bisogno,
ne sono certo! -.
- Lo hai mai sentito dire che vuole diventare un
Mangiamorte? – Rincarò Andromeda.
Harry rifletté per un momento e poi abbassò la testa sconfitto.
- Parlagli Harry, non aver paura di scoprire che in
realtà Draco non è quello che hai sempre creduto… se invece capirai che è tutto
come ritieni da sei anni, beh, a maggior ragione dovresti affrontarlo per avere
delle risposte, una volta per tutte -.
Silenzio.
- Ho paura! -.
- Ne ha avuta tanta anche
lui -.
- Non sono pronto! -.
- Probabilmente non lo è nemmeno lui -.
- Non ce la farò mai… non mi ascolterà e io non voglio parlargli! -.
- Cerca dentro di te Harry e troverai un sacco di
cose da chiedergli… e non credere… lui ti ascolterà -.
- Sembra che tu lo conosca molto bene… -.
- Possiamo dire di sì, esattamente da sei anni -.
- Come è successo… sì,
insomma, come mai lo hai conosciuto? –
- Piton mi ha mandato da lui perché lo aiutassi
quando aveva scoperto di avere un’anima affine… guardando te ora, mi sembra di
rivedere lui al primo anno… aveva le tue stesse paure,
i tuoi stessi dubbi… -
- Malfoy? -.
- Si, Harry. Solo che lui, a quel
tempo, era da solo. E ha dovuto farsene una
ragione da solo! Tu ora lo hai scoperto e hai la fortuna di poterne parlare con
lui se vuoi… a Draco questa occasione è mancata tanto
tempo fa, ma credo che nonostante siano passati anni, avrebbe bisogno anche lui
di avere un confronto diretto con te -.
- Io non lo so… non ce la faccio…
-.
- Harry, non deve accadere stasera e nemmeno domani
se non vuoi… ma prima o poi ti renderai conto che non
puoi ignorare questa cosa. Siete anime affini! Tu e Draco sarete
legati per tutta la vita, che voi lo vogliate o meno! I vostri destini sono già
scritti e si intrecceranno di certo sempre più
strettamente. Non cercare di nasconderti, far finta di
nulla non ti proteggerà da tutto questo. Credi che Draco non ci abbia provato?
Sono sei anni che nasconde a tutti il fatto di sapere
che sei tu la sua anima affine… e cosa ha ottenuto? Nulla, se non allungare i
tempi di questa scoperta! La verità è uscita comunque
e ora siete entrambi di fronte alle vostre vite! -.
- Ma non è così semplice… ci sono tante cose,
persone che verranno inevitabilmente coinvolte e io
non voglio mettere in pericolo nessuno! – Continuò Harry con tono apprensivo.
- Stai parlando di Hermione? – Lo spiazzò
Andromeda.
- Come? No, cioè… sì…
insomma non solo lei… -.
- Non nasconderti anche con lei. Non nasconderle il
tuo cuore. Non merita tutto questo e soprattutto… ricordati che non puoi
cercare di proteggere tutto il mondo, è impossibile! -.
- Ma io non voglio proteggere il mondo, solo le
persone a cui tengo! –
- In che modo Harry? Allontanandole a poco a poco
da te? E soprattutto, loro vogliono essere protette e
in questo modo? Lo hai mai chiesto loro? -.
- No… però… io voglio solo che siano al sicuro! -.
- Ma tu non puoi impedire
loro di far parte della tua vita! -.
- Se sarà necessario per
salvarle, allora sì -.
- Oh Harry! Hai bisogno di fare chiarezza nel tuo
cuore e nel tuo animo… in questo momento sei sconvolto dagli eventi… ma tieni a
mente che se continuerai così, a lungo andare,
perderai comunque le persone a te care… saranno loro ad allontanarsi da te ed
allora sì che non sarai più in grado di proteggerle! -.
- Ma io… non posso legarmi
a loro. Molte persone a me care sono morte, i miei genitori, Sirius, Cedric… non voglio che Hermione, Ron o gli altri amici facciano una fine simile! Persino Malfoy non se lo merita… sono legato a lui dal destino? E allora? A cosa ci
porterà tutto questo?… significa che moriremo insieme? Ci ammazzeremo a
vicenda? Evviva! Non aspettavo altro! – Concluse con
amara ironia.
- Non parlare così Harry… so che non pensi
realmente queste cose, sei solo arrabbiato! – Cercò di tranquillizzarlo.
- Forse… ma perché io e lui… è questo che vorrei
capire! Siamo così diversi, non siamo nemmeno della stessa casa, eppure è
accaduto a noi! Perché non Ron, o Seamus… persino
Paciock!? -.
- Perché era nel vostro
sangue! -.
- Che cosa vuol dire “era
nel vostro sangue”? -.
- Questa è una lunga storia, Harry, ma purtroppo dovrai
fartela raccontare da Silente, io non sono la persona giusta per parlarti di
certe cose -.
- Ma tu lo sai sicuramente,
tu sai tutto! Ti prego dimmelo! Ho bisogno di sapere!
Sono stufo di essere trattato come un povero ragazzino indifeso. Si tratta
della mia vita, dopotutto, e devo poter decidere io e non gli altri!-.
- Non posso Harry, mi dispiace.
Questa cosa la dovrai chiedere a Silente! -.
Harry rimase deluso. Stava finalmente scoprendo
delle cose interessanti, ma ecco che adesso era già tutto finito. Lo sguardo
perso nel nulla come stesse pensando a qualcosa di molto importante.
- E sia! Ho deciso! Sono
stanco di essere sempre all’oscuro di tutto! Andrò a parlare con Silente! E’
Tempo che mi dia delle spiegazioni… e sai… ci vado
proprio ora! – Disse d’improvviso il Grifondoro alzandosi da terra e facendo
per andarsene.
- Aspetta, sono le due
passate! – Tentò di fermarlo Andromeda, ma le sue parole si persero nel vento.
Ormai si vedeva solo la sagoma di Harry che correva nella notte verso il
castello e che alzava una mano in segno di saluto.
Harry corse a perdifiato fino ad un passaggio
nascosto poco lontano dall’ingresso principale. Era fermamente deciso a salire
nell’ufficio del preside e fargli il terzo grado. Questa volta era fermamente
deciso: non si sarebbe mosso dallo studio finché non avesse avuto tutte le
risposte che necessitava!
Poi un lampo a ciel sereno.
Qualcun altro sapeva…
MALFOY!
Lui sapeva di certo tutto. Erano più di sei anni
che sapeva… e Harry ci avrebbe scommesso tutto quello che possedeva, che in
quel tempo, Draco aveva fatto tutte le ricerche del caso.
Dopo tutto, perché
scomodare a quell’ora Silente?
Avrebbe aspettato in infermeria che Hermione e
Draco tornassero dalla festa di Blaise, e in qualche modo avrebbe parlato al
biondino.
In fondo, non era questo che gli aveva detto
Andromeda?
Si, beh, forse avrebbe dovuto aspettare un momento
migliore, ma doveva e voleva sapere… al diavolo l’ora
e le buone maniere per una volta tanto!
Al secondo piano, quindi, deviò a destra senza
salire le scale e corse lungo il corridoio, diretto all’infermeria.
- Non ti preoccupare, Granger, vedrai che a
quest’ora Potter è già nel suo lettino a russare! -. Draco cercò di essere convincente, anche se lui stesso non credeva a ciò
che diceva… ultimamente Potter era talmente strano, che chissà cosa stava
combinando! Non aveva la minima idea di dove fosse… E
lui non poteva controllarlo come avrebbe voluto!
- Non lo so… sono preoccupata… mi è sembrato così pensieroso questa sera… non era lì con noi, la sua testa era
da un’altra parte e Dio solo sa cosa darei per sapere cosa gli frulla nel
cervello! – Hermione non aveva smesso un attimo di rigirare tra le mani il
mantello di Harry da quando erano rientrati in infermeria.
Draco la osservava intenerito. Si chiedeva se
Potter fosse davvero così stupido a non voler confessare i propri sentimenti a
quella ragazza.
Lui aveva imparato ad apprezzarla in quelle
settimane. Era davvero intelligente e la sua compagnia non era affatto
sgradevole, anzi, si era trovato a discutere con Hermione di cose che nemmeno
la metà dei suoi compagni conosceva.
Avrebbe voluto aiutarla in quel momento, ma non sapeva assolutamente dove fosse Potter e men
che meno sapeva come consolare qualcuno… a dire la verità non gli era mai
capitato!
- Vedrai che è solo un momento… sono sicuro che prima o poi ti racconterà… -.
Draco si diede da solo dell’idiota.
Hermione a quelle poche parole aveva drizzato le
antenne e lo aveva guardato come se avesse appena scoperto un tesoro.
- Allora TU sai qualcosa?! Non parleresti così
altrimenti… Malfoy ti prego, se sai perché Harry si
comporta così dimmelo… -.
- No… non … io non so proprio
niente è che… davvero… - Ormai si era incartato.
Ma che cavolo gli era passato per la testa?
I suoi neuroni stavano ancora festeggiando a suon
di whisky incendiario? Oppure aveva scordato la testa alla stamberga strillante
e non se ne era ancora reso conto?
Conoscendola, non lo avrebbe lasciato più in pace
finché non glielo avesse detto. Ormai si era condannato da solo!
Ma detto cosa poi? C’erano mille cose che non sapeva
su Potter! Non c’era mai stata l’occasione di parlare realmente con lui. Harry
non glielo aveva proprio permesso! Anzi, sembrava che dal giorno in cui aveva
scoperto che loro erano anime affini, avesse cercato
ancor più del solito di attaccarlo per trovare un pretesto per scontrarsi.
Se solo spifferava qualcosa, anche la più innocente
parola… Potter, stavolta, lo avrebbe di sicuro ucciso… e non per modo di dire… inoltre
non poteva nemmeno raccontarle a Hrmione delle anime
affini… non era compito suo metterla al corrente di
tutta la situazione… stava a Potter rendere partecipi i suoi amici di quello
che gli succedeva!
Ma allora cosa poteva fare adesso?
- Malfoy?!!! Non credere
di fregarmi… tu SAI e a costo di perderci tutta la notte ti farò confessare! -
- Non oseresti! –.
- O sì mio caro… so essere davvero fastidiosa se voglio…! –
- Che paura…! -.
- Mi vuoi mettere alla prova? -.
E così, dopo un centinaio di tentativi di Draco di
arrampicarsi sui vetri per sviare alle domande della Granger, e altrettanti inutili
sforzi di Hermione per farlo parlare, il serpeverde, forse preso dalla
stanchezza o forse solo per sbaglio, si lasciò sfuggire quello che si era
ripromesso di tacere.
- BASTA! Non ne posso più! Mi hai rotto! Lo vuoi
proprio sapere? OK. Potter è innamorato! Contenta adesso? -.
Silenzio.
…
Draco si rese conto delle parole che aveva pronunciato,
solo dall’espressione incredula di Hermione. D’improvviso la ragazza si era
ammutolita e lo osservava con uno sguardo vuoto.
- E chi è lei? – Chiese
accennando un sorriso forzato.
- E’ NO GRANGER, ora basta, non
ce la faccio più! Ho già detto anche troppo e rischio seriamente la
pelle! Questi sono fatti di Potter e a me non interessano
minimamente. Chiedi a lui se vuoi… o forse quando se lo sentirà, sarà lui a
dirtelo! – Draco era esausto. Era passato un tempo infinito da quando avevano
iniziato a discutere. Aveva fatto un vero pasticcio e ora non intendeva
peggiorare la sua già precaria situazione… se Potter avesse saputo… sarebbe stato un vero guaio!
- Ma a te lui lo ha detto!
– Disse Hermione sussurrando.
- Non proprio! -.
- Cosa vuol dire non
proprio. Lo hai sentito parlare con qualcun altro? -.
- Granger, te l’ho detto ho
già parlato anche troppo. Mi vuoi proprio vedere morto? -.
Hermione alzò un sopracciglio accennando un
sorriso.
- Molto bene Granger. Felice di sapere che mi vuoi stecchito. Ora possiamo andare a dormire? -.
- Non fino a che non mi dici come lo hai saputo! –
- Non oseresti… -.
- Hai già visto come sono testarda e sai una cosa
Malfoy…? Non ho per nulla sonno IO! -.
- Carogna! -.
- Vigliacco! -.
- Disonesta! -.
- Vuoi continuare ancora per molto? – Gli chiese la
moretta determinata.
- Questa però è l’ultima domanda. Intesi? Nessun
diritto di replica. Chiaro Granger? -.
- OK – Fu l’unica cosa che Hermione seppe dire. Era
troppo curiosa e voleva sapere.
- Diciamo che lo ha involontariamente detto durante
una lezione serale di Piton e che quindi io ne sono a conoscenza. Tutto qui!
Non si può certo dire che si sia confidato con me. Contenta?-.
Hermione come promesso non chiese
altro e non proferì alcuna parola.
Si lasciò cadere sul letto e rimase a fissare il soffitto per parecchio tempo.
Draco rimase parecchio tempo a guardarla. Senza
parlare.
Alla fine entrambi si addormentarono
sfiniti sui propri letti e ancora vestiti.
E così li trovò Harry una volta
entrato nello stanzone.
Pensava che non fossero ancora rientrati dalla
festa, ma si era sbagliato. “Dovevano essere davvero stanchi per essersi
addormentati ancora vestiti” pensò il ragazzo sedendosi su di una poltroncina
vicino al letto di Hermione. Dopo qualche istante, fece apparire una coperta sopra entrambi i ragazzi affinché potessero
dormire al caldo.
In fondo era stato meglio così.
Con che scusa si sarebbe presentato lì a quell’ora?
Non ci aveva riflettuto abbastanza, tanto era preso dai
suoi pensieri. Che figura ci avrebbe fatto a piombare
lì senza motivo apparente?
Osservò a lungo la ragazza che stava dormendo. Era
bellissima. E si chiese se stesse davvero facendo bene
ad allontanarla da sé. “ Chissà cosa pensa lei di tutto questo” si domandò
mentre allungando una mano verso il suo viso, le scostava una ciocca di capelli
che ribelle le era scivolata sugli occhi.
Poi lo sguardo si rivolse al giovane sull’altro
letto. Un morso di rabbia lo prese allo stomaco.
L’immagine di Malfoy che invitava a ballare Hermione
gli tornò prepotente alla mente facendogli molto male. Avrebbe però dovuto
sopportare questo ed altro se davvero voleva tenere
Hermione lontana da sé per proteggerla. Ma era davvero
pronto a tutto questo?
Con questi pensieri e stanco all’inverosimile, Harry
si addormentò infine sulla poltrona.
*
*
*
Continua
* * * * * *
Scusate
il ritardo ma ho avuto il cosiddetto “blocco dello scrittore”!!!!
Insomma ho cancellato e riscritto questo capitolo almeno tre volte e il
risultato è quello che è… uno schifo! Non sono riuscita a scrivere proprio quello
che volevo… problemi miei direte… e avete ragione!!!
^_^
Perdonatemi
e speriamo meglio nel prossimo.
Thanks a tutti come sempre!!!!!!
Bax
©
Lilyan ©