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Autore: gapples    14/11/2009    3 recensioni
Questa è la storia della saga di Twiligt dal punto di vista di Leah. Dall'arrivo di Bella a Forks agli ultimi avvenimenti di Breaking Dawn, tutto raccontato da Leah. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue esperienze.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Prima di ogni cosa, come sempre, vorrei ringraziare di cuore valeego, Hermione 93, Drew_Labirinth, e sarapastu per le stupende recensioni che non mancano mai, e che sono sempre in grado di farmi spuntare un sorriso. Vi adoro! E vi ringrazio per tutto il vostro appoggio. 
Vorrei ringraziare tutti coloro che seguono la fic e chi l'ha inserita tra i preferiti, chi mi ha aggiunta tra gli autori preferiti, e chi passa di qui a leggere.

Poi vorrei aggiungere qualche parola su questo capitolo: a dire il vero non ne ho tante. Mi piace questo capitolo, mi è piaciuto scriverlo, perchè mi sono emozionata davvero. Nonostante questo lo sento molto distante dal resto della storia, e forse è così. Ma dopo tanto tempo lontano da questa storia, oggi ho sentito per la prima volta di nuovo il bisogno di scrivere, e il capitolo è nato non perchè dovessi aggiornare, ma perchè volevo scrivere. Perciò, spero davvero che questo capitolo anche nella sua completa confusione possa piacere a qualcuno.
(Non l'ho riletto, nè corretto, vista l'ora, quindi è possibile che in questi giorni passi a correggere o cambiare qualcosa)
Buona lettura!


Capitolo 14

La vita a volte è davvero strana.
La mia non è una costatazione fatta dopo una giornata difficile, dopo tutte le delusioni che il destino mi ha fatto avere, ci ho pensato molto e per tanto tempo. Ed è proprio questa la soluzione.
La vita è strana.

Ma per fortuna, o forse dovrei dire sfortuna ma sono troppo egoista, non lo è solo con me. In fondo la vita non è altro che una ruota che gira. E le esperienze aiutano e insegnano. Insomma, in tutti questi mesi avrò pure imparato qualcosa, oltre a non aver mai scelto le amicizie giuste, no?
E infatti ho imparato che non c’è mai limite al peggio.
Ricordo bene quando Sam mi lasciò. Inizialmente stavo male, malissimo, ma grazie all’aiuto dei miei amici sono riuscita ad affrontare al meglio quel periodo e stavo riprendendo un po’ di vitalità, quando sono stata ‘vittima’ di un altro ‘abbandono’. Così sono precipitata di nuovo nello sconforto, e poi per l’ennesima volta, dopo un periodo decisamente spento e una sorta di ripresa, ecco l’ennesimo rifiuto. Ed eccomi ancora sola.
Però finalmente trovai la forza di guardare avanti. Cioè, la situazione a casa era già preoccupante senza considerare il mio umore perennemente nero, non volevo rendere le cose ancora più difficili, l’unica cosa che potevo fare era smetterla di crogiolarmi nel mio dolore e rimboccarmi le maniche. Quindi potevo dire di aver raggiunto un certo equilibrio.
Chi ormai si trovava nella mia stessa situazione era Bella Swan.
Poverina, la capivo. Davvero.

Chi meglio di me poteva comprendere il dolore provato dopo l’abbandono del proprio ragazzo, e successivamente l’allontanamento del proprio migliore amico? Quella persona che ti aiuta, ti comprende, ti ascolta, o semplicemente ti resta accanto.
No, nessuno poteva immaginare i suoi sentimenti meglio di me. Semplicemente perché io li avevo provati esattamente come stava succedendo a lei.
Avrei potuto chiederle di incontrarci. Assicurarla che il peggio era passato e che col tempo le cose miglioravano. Ma non mi andavo affatto l’idea di riempirla di false speranze.
La tristezza non se ne andava. Il vuoto dentro non si riempiva. Ogni cosa sembrava spenta.
Un lato positivo c’era. Ci si fa l’abitudine.

La Push è piccola, ma fondamentalmente piena di turisti. Se vuoi camminare un po’ e svagarti non c’è nulla di meglio che andare in spiaggia e camminare in riva al mare. Aiuta tanto se vuoi solo stare un po’ così, senza neanche riuscire a pensare.
Fu quello che feci quel giorno. Dopo l’ennesimo malore di papà. Avevo tante idee che mi balenavano nella testa. Mi sentivo confusa, sola e disperata. Avevo una voglia matta di allontanarmi da quella realtà.
Fu quello il motivo che mi spinse ad andare in spiaggia.
Camminavo. Camminavo e basta. Senza sapere neanche dove andare. Lasciavo che fosse l’istinto a guidarmi.
Solo dopo, riconoscendo il posto in cui mi aveva guidata, riconobbi che non era stata una buona idea.
Mi trovavo esattamente di fronte l’abitazione di Emily. Forse l’abitudine di fare quella strada era rimasta in me tanto forte da percorrerla inconsciamente, ma arrivata a quel punto non sapevo proprio cosa fare.

Se mi fosse capitato un mese, una settimana, un giorno, forse anche un’ora prima, non avevo dubbi su ciò che avrei fatto. Sarei corsa indietro tornandomene a casa, ad ascoltare musica deprimente a volume alto, stesa sul mio letto.
Ma in quella circostanza avevo davvero bisogno di mia cugina.
La mia vita era un vero disastro.
Sam mi aveva lasciato.
Per non soffrire avevo allontanato anche Emily.
Jared che mi volta le spalle.
Poi Paul.
E mio padre, che continuava a star male.
Ero ormai sola e avevo bisogno di parlare con la persona che in assoluto mi conosceva meglio di chiunque altro, e che io conoscevo meglio di chiunque altro.
Emily. Mia cugina. Per me una sorella.
Qualunque cosa fosse successa tra di noi, ero sicura che non mi avrebbe mai lasciata sola.

In fondo mi trovavo in quella situazione perché avevo deciso io di allontanarla.
In effetti era l’unica persona a cui io non avevo permesso di starmi vicino.
Così mi avvicinai e bussai alla porta, sperando che fosse in casa.
Per fortuna non sbagliai, e me la ritrovai davanti con l’espressione più sorpresa che le avessi mai visto.
“Leah!”
“Ehi.”
“Entra! Che ci fai qui?” ecco la domanda che aspettavo. Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Non volevo piangere. Non dopo tanto tempo che non ci vedevamo, ma non resistetti.
“Papà sta male.. avevo bisogno di parlarti!”

A dire il vero non parlammo poi tanto, ma Emily mi abbracciò forte, come avrebbe voluto fare anche quel fatidico giorno, e mi lasciò sfogare, piangendo tutte le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento.
 

Quando mi calmai, mi scusai per essere piombata in casa sua in quel modo, così all’improvviso, ma lei mi disse che erano mesi che sperava di vedermi piombare così a casa sua “Senza lacrime, ovviamente” aggiunse, e sapevo che era sincera.
Quel giorno mi resi conto che non solo io avevo sofferto. Anche Emily aveva perso me, e si sentiva in colpa nei miei confronti. Sapevo di aver ragione, ma osservando quei segni sul suo volto mi sentii crudele.
Si amavano, dovevo mettermi l’animo in pace, non potevo continuare a prendermela con lei.
E poi mi era mancata così tanto! Così ci promettemmo che ci saremmo riviste, e lei mi chiese di andare ancora a trovarla.
Dopo tanto tempo, quel vuoto tornava a riempirsi.
Uscii di casa e mi avviai verso la spiaggia, pronta a fare la stessa strada a ritroso. Emily continuò a salutarmi e a gridarmi di tornare a casa sua fin quando non arrivai ad un incrocio, mi girai parecchie volte per salutarla, ma nel momento in cui stavo per svoltare l’angolo sentii l’unica voce che avrei voluto dimenticare per sempre, ma che su di me aveva ancora una forte influenza.
“LEAH!”
Sam. Possibile che fossi così sfortunata? A sentire la sua voce scattai subito, ma non mi girai.
Una cosa per volta. Avevo appena accettato l’idea di riavere Emily di nuovo nella mia vita. Riuscire anche a guardarli insieme sarebbe stato troppo. Così non mi voltai e proseguii per la mia strada.
Tornai a casa e Seth mi corse incontro, in un primo momento mi preoccupai, ma poi notai la sua aria raggiante e mi tranquillizzai, lasciando che contagiasse anche me.
“Ma dove eri finita? Sono ore che ti aspetto! Papà sta molto meglio, vieni!”
Così mi feci tirare in casa.
Certo, non avevo più un ragazzo, né i miei migliori amici, ma avevo ancora mia cugina, una madre severa, un fratellino ingenuo e rompiscatole e un padre a cui piaceva fare brutti scherzi.
Si, la vita è strana, difficile, complicata. Ma non vuol dire che sia pessima.


Questo capitolo è dedicato a mia cugina, Mary2310. Che si ostina a voler leggere quel che scrivo, pur non avendo letto la saga.  Perchè resterà sempre la mia 'sorella', la mia migliore e più vecchia amica; perchè mi incoraggia sempre a continuare; perchè se fossi stata nella stessa situazione di Leah, nonostante tutto avrei agito allo stesso modo.
Perchè ti voglio bene!
  
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