Diario di
bordo.
Siamo davanti alla fontana
di Trevi. Intorno a noi miliardi di turisti, tutti urlano e lanciano
monete
nell’acqua. I miei genitori sono lontani e io solo
praticamente sola. Prendo
una moneta dalla tasca e mi giro. Chiudo gli occhi, esprimo il mio
desiderio e
tiro la moneta. Quando riapro gli occhi sento la mano di Scorpius
stringere la
mia.
“Cosa hai
desiderato?” il
suo è solo un sussurro.
“Questo, solamente
questo.” Sorrido e lo bacio.
Le giornate a Roma si
accavallano tra loro. Sono passati due giorni e
ancora abbiamo milioni di cose da vedere. Siamo in bici. Io rido e mi
diverto
con Lily e gli altri, i nostri genitori ci sono dietro per non
perderci. Alzo
gli occhi al cielo e mi distraggo, non faccio in tempo ad accorgermi
della discesa
davanti a me. Non freno in tempo e inizio a correre giù.
Urlo di paura e di
felicità insieme e riesco a malapena a sentire la voce di
Scorpius urlare:
“La fermo
io!”
Quando la sua mano si posa sul
manubrio della mia bici siamo ormai
lontani dagli altri. Scoppio a ridere e lui fa lo stesso, ridiamo a
crepapelle
mentre ci abbracciamo tra le strade di Roma.
Verona, il balcone di Romeo e
Giulietta.
Siamo solo io e Lily, o almeno
così credo.
La gente spinge e si affolla
dietro di me per avere
il posto sul balcone ma io non ho intenzione di cederglielo, il balcone
degli
innamorati. Vorrei che Scorpius fosse con me…
“Hei…”
Oddio, riconoscerei questa voce ovunque!
“Cosa ci fai
qui?”
“Ma la sono
svignata, non potevo non essere qui,
con te!”
“Sai credo di amarti
quando fai così…”
“Io ne sono
certo!”
Ci baciamo mentre Lily, che
è opportunamente scesa
scatta una foto di noi due insieme.
Io e Scorpius nel balcone di
Romeo e Giulietta.
Ho sempre odiato le file,
soprattutto quelle chilometriche di cui questo parco divertimenti
sembra ben
fornito. Siamo tutti in fila per poter salire sulle canoe che faranno
un
percorso sull’acqua. Con tutto questo caldo ci vuole proprio.
“Ok ragazzi ci
siamo!
Rose,Scorpius Al, andate voi per primi!”
“No aspetta Scorp,
non
voglio stare in fondo, mandami dopo Rose!”
Cosa diavolo sta facendo
Al? Mi giro verso di lui e lo fulmino con lo sguardo prima di salire
sulla
canoa e prendermi tutti gli schizzi possibili.
Siamo su un grande camioncino
per il viaggio di ritorno dal parco di
divertimenti a Roma. È sera e sono stremata. Mio padre e lo
zio Harry sono
davanti e fissano la strada mentre zia Ginny parla con la mamma. Gli
altri sono
in uno stato di trance tipo il mio.
Appoggio la testa contro lo
schienale e, senza che me ne renda conto,
la faccio scivolare in basso. Mi addormento con la testa appoggiata
alla spalla
di Scorpius e la sua mano che mi cinge la spalla.
Quando, dopo un volo lungo
e sonnolento, arriviamo di nuovo a Londra mia madre mi prende per la
mano e mi
conduce in disparte.
“Da quanto tempo va
avanti?” mi guarda con un sorrisetto compiaciuto e
spaventoso. Ostento
indifferenza.
“Cosa?”
“Rose sono tua madre
e ti
conosco. Ho visto come guardavi Scorpius…e come lui guardava
te!”
“Non
capisco di cosa parli…” Adesso mi riesce sempre
più difficile fare
l’indifferente…
“Rose
per favore, hai preso la tua intelligenza da me!”
Rimango
un secondo zitta prima di chinare la testa. “Papà
lo sa?”
“No.”
“Ok,
puoi evitare di dirglielo?”
“Si,devi
dirglielo tu…”
“Lo
faro, prima o poi!”
“Ma
certo Rose! Ricordati che nonna Molly e nonno Arthur ci aspettano tutti
quanti
domenica, magari sarà l’occasione
giusta!”
“Non
lo so mamma, non credo. Tu non fare niente però! Ti
prego…”
“Ok,figurati!”
“Grazie.
Ti voglio bene!”
“Io
te ne voglio di più, quindi stai
attenta…”
“So
quello che faccio!”
“Si,
ma prima o poi voglio che mi racconti tutto!”
“Non
adesso, sta per partire il treno!”
“A
domenica!”
“Ciao!”
Angolo
Autore:
Sono
anni che non aggiorno, che non scrivo poi! Meno male che i capitoli di
questa
storia ce li ho già pronti, quasi tutto da molto tempo.